Skip to main content

Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ L'intelligenza e la sua natura.
Marco Grasso

L'intelligenza e la sua natura. - 13 views

#Intelligence

started by Marco Grasso on 26 Nov 12
  • Marco Grasso
     
    Studi di SILVANA MICELI E AMELIA GANGEMI
    Il dibattito sull'intelligenza è ancora molto attuale: come si collegano eredità e ambiente?
    I ricercatori che si sono occupati di questo problema hanno assunto inizialmente due posizioni sostanzialmente contrapposte: la prima considera determinante, nell'economia di un sano e corretto sviluppo cognitivo, il ruolo dei geni, l'altra, invece, guarda all'ambiente e agli stimoli che esso
    fornisce, riconoscendo a questi ultimi un ruolo di rilievo. Tuttavia, sia le ricerche ispirate ai modelli ereditaristici, che quelle di matrice ambientalista, nel cercare di isolare quanto più possibile le due variabili, eredità vs. ambiente, hanno finito con l'ignorare il rapporto dinamico e fortemente interconnesso che vi è tra di esse. Malgrado si sia scoperto, ad esempio, che ci sono centinaia di geni coinvolti nell'intelligenza, il loro effetto, presi singolarmente, è così piccolo da essere nella maggior parte dei casi appena rilevabile. Ogni gene influenza infatti più funzioni cognitive (pleiotropia) e ogni processo cognitivo è influenzato da più geni (poligenicità). Anche la condivisione di uno stesso genoma, come nel caso dei cloni, non garantisce la formazione delle medesime strutture. Risulta, pertanto, estremamente complesso individuare un preciso rapporto tra eredità e ambiente nella determinazione del Q.I. Quella che viene spesso quindi considerata "l'unicità" dell'individuo è la risultante, non soltanto della diversa dotazione genetica che contraddistingue ciascun soggetto, ma anche delle diverse "esperienze ambientali" con le quali ciascuno di noi, inevitabilmente, entra in contatto poche settimane dopo la fecondazione.

    Secondo Dickens e Flynn, ad esempio, una predisposizione genetica spinge a selezionare e a sfruttare l'ambiente più favorevole allo sviluppo delle potenzialità biologiche, determinando un effetto moltiplicatore tra talento ed ambiente. Un bambino che presenta una predisposizione al canto, tenderà non solo ad esercitare quanto più possibile tale attitudine, ma a ricercare attivamente nel proprio ambiente condizioni e situazioni in grado di sviluppare la potenzialità di base, parteciperà più di altri bambini a manifestazioni canore, frequenterà gruppi di canto, etc. Il problema non sta, perciò, tanto nel decidere a favore dell'uno o dell'altro dei due punti di vista, quanto piuttosto nel cercare di comprendere quanta parte dei correlati misurati dal Q.I. sia ascrivibile ai geni oppure debba essere riferita a fattori ambientali. In sostanza, il problema è comprendere come geni e ambiente interagiscano. È proprio questa la nuova sfida che la Psicologia dell'Intelligenza propone al mondo scientifico. Poche ancora le risposte, che sembrano tuttavia enfatizzare il ruolo che l'ambiente ha nel plasmare il cervello. Ad esempio, indagini post-mortem condotte sui cervelli di tre gruppi di ratti vissuti in ambiente diverso (ambiente privo di stimoli; ambiente scarsamente stimolante; ambiente arricchito), hanno mostrato, nel gruppo dei ratti vissuti in ambiente arricchito, un significativo aumento nel peso del loro cervello, nel numero totale di neuroni e nel numero dei neurotrasmettitori cerebrali. Le esperienze e le forme di apprendimento sviluppate dall'animale in un contesto ricco di stimoli aveva indubbiamente modellato in modo diverso, il cervello di questi ratti, a differenza di quanto avveniva negli altri animali. Il patrimonio genetico di cui ogni essere vivente dispone, sembra dunque fornire disposizioni generali, che l'uomo però può cambiare attraverso un'opera di continuo modellamento cerebrale: la stimolazione dei circuiti cerebrali, attivando un numero sempre più elevato di sinapsi ampia l'hard disk della mente, rendendo i processi mentali più efficienti.
  • Marco Tambara
     
    Gli studi di Miceli e Gangemi e si riallacciano ad un dibattito che continua da anni. Segnalo il testo, delle stesse autrici, "L'intelligenza. Teorie e modelli". Il volume offre al lettore una rassegna ampia e dettagliata delle più significative teorie dell'intelligenza e come si sono svluppate dalla metà dell'Ottocento ad oggi, partendo dai contributi teorici dei positivisti inglesi alle teorie più recenti.

To Top

Start a New Topic » « Back to the Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno group