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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged situata

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alessandra de vico

Scheda strategie didattiche - 0 views

  • Il concetto di �cognizione situata� propone un ampliamento del concetto di �cognizione situata� in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell�ambiente in cui si sviluppa l�apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell�ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone. Le basi concettuali e la metodologia di ricerca di questo approccio sono date dalle scienze cognitive, dalla antropologia cognitiva e dalle scienze sociali. L�idea di �distributed cognition� viene utilizzata da Salomon e Hutchins fin dalla met� degli anni �80� per spiegare la complessit� dei fenomeni della conoscenza in quanto viene ritenuta insufficiente la �spiegazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali la stessa viene vista come un ��trattamento di informazioni�, un fenomeno, cio� �localizzato� nella mente di una singola persona; �pi� adeguato sembra invece, alla luce della ricerca svolta, una concezione come fenomeno �distribuito�. L�approccio della Distributed Cognition enfatizza la natura distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l�ambito di ci� che � considerato �cognitivo�, oltre il singolo individuo per ricomprendere l�interazione tra le persone e con le risorse ed i materiali presenti nell�ambiente.
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    Il concetto di "cognizione situata" propone un ampliamento del concetto di "cognizione situata" in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell'ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone.
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    uhhhhh non avevo visto che lo avevi inserito anche tu! Lo trovato davvero un bel contributo dal web :-)
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    Il concetto di "cognizione situata" propone un ampliamento del concetto di "cognizione situata" in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell'ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone.
elisabetta scattolin

cognizione distribuita - 1 views

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    Ripensando agli studi che ho fatto precedentemente ho pensato al lavoro di Vygotskij gia nei primi anni del '900 e come sia attuale il suo pensiero riguardo agli artefatti culturali e l'importanza delle relazioni sociali nello sviluppo. Ho trovato questo materiale che ritengo interessante riguardo appunto la cognizione distribuita e la condivisione delle conoscenze. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli str
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    scusate mi sono accorta che l'articolo non è arrivato completo, provo a ripostarlo. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli strumenti e negli artefatti appartenenti all'ambiente. Difatti la conoscenza che una persona è in grado di utilizzare per affrontare le situazioni reali e risolvere problemi non è solo quella della sua struttura cognitiva (mente/memoria), ma anche in altre menti/memorie e prodotti
federica rossi

L'ergonomia cognitiva - 5 views

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    L'ergonomia cognitiva ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione. La conoscenza prodotta da questo studio è utilizzata per supportare la progettazione di strumenti appropriati per i più svariati usi, dal lavoro, all'educazione, al divertimento.
  • ...3 more comments...
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    Utile il pdf, un po' lungo ma chiaro ed esaustivo, mi permetto una piccola sintesi: all'inizio l'ergonomia, in linea con lo sviluppo industriale, si è occupata di come incrementare la produttività; oggi ciò di cui si interessa è la diminuzione della fatica, l'agevolazione del lavoro, l'aumento della produttività (a fronte di una diminuzione dell'orario di lavoro) e soprattutto l'innalzamento del livello qualitativo dell'ambiente (lavorativo e non) in cui l'uomo è inserito. Ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione dell'informazione. Si occupa di accompagnare, favorire e supportare l'apprendimento, aiutando l'uomo nei continui cambiamenti, al fine di farlo svincolare dalle abitudini, che a volte possono diventare automatismi nocivi, provocando situazioni stressanti. E' importante anche nei processi decisionali, compito non facile per la persona, perchè la scelta viene sempre effettuata considerando una moltitudine di dati, per cui è necessario ridurre, per ottenere le informazioni necessarie al momento opportuno. L'ergonomia cognitiva, aiuta anche a potenziare la memoria, favorendo il ricordo. I continui cambiamenti nel mondo del lavoro, non consentono più di accumulare forti esperienze, da utilizzare al momento opportuno, per cui sono necessari artefatti per sostenere la memoria, come gli archivi del computer, le fonti di informazione che si possono consultare, ecc.
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    L'ergonomia cognitiva è quella branca dell'ergonomia che si occupa dell'interazione tra l'uomo e gli strumenti per l'elaborazione di informazione studiando i processi cognitivi coinvolti (percezione, attenzione, memoria, pensiero, linguaggio, emozioni), e suggerendo delle soluzioni per migliorare tali strumenti.
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    Il termine "Ergonomia Cognitiva" è abbastanza ambiguo. Infatti sembra far riferimento esclusivamente all'importanza degli stati corporei per comprendere la cognizione. In realtà, in questo ambito rientrano anche ricercatori che ritengono che per comprendere la cognizione occorra far riferimento a varie forme di "grounding". Secondo alcuni più appropriato, anche se più generico, il termine "grounded cognition". Scrive Larry Barsalou (2008) in proposito: "Grounded cognition" reflects the assumption that cognition is typically grounded in multiple ways, including simulations, situated action, and, on occasion, bodily states." Tra i sostenitori dell'EC a mio avviso si possono individuare due correnti, una delle quali più moderata per quanto riguarda il ruolo che ascrive all'azione. Nella prospettiva più radicale rientrano le teorie derivate dalle scoperte dei neuroni mirror e, direi, tutto (o buona parte) il filone dell'EC in ambito robotico (es. Nolfi e Floreano 2000). Per quanto riguarda i concetti, nella versione più radicale (Glenberg, 1997) sono intesi come pattern di azione potenziale, in quella più moderata (Barsalou, 1999) come dati da simboli percettivi da cui estrarre in funzione del contesto informazione legata all'azione. Intendere i concetti come direttamente legati all'azione consente risposte più veloci, intenderli come dati da simboli percettivi risposte più flessibili (per una trattazione più estesa Borghi, 2005, scaricabile qui http://laral.istc.cnr.it/borghi/annabgroundingofcognition.PDF). 4. tra embodiment e situatedness. In stretta relazione con l'idea dell'EC, è stato proposto che la cognizione vada intesa come "situata". Poiché i processi mentali hanno luogo e si svolgono nel tempo, occorre considerare che debbono essere sufficientemente flessibili da adattarsi al contesto e allo stato di cose attuale. A me pare che la nozione di cognizione situata possa essere molto forte, anche più radicale di
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    Studio molto interessante sull'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione e che solleva le seguenti domande: * Quali sono le proprietà del sistema cognitivo umano che presiedono al controllo delle azioni ed all'uso di strumenti? * Che tipo di interazione si instaura tra il sistema umano di elaborazione dell'informazione e gli strumenti e che effetti ha sulla mente umana l'uso di sistemi artificiali di elaborazione dell'informazione ? * Quali sono i requisiti per la progettazione di sistemi articifiali di elaborazione dell'informazione con cui l'uomo può interagire efficacemente
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    Secondo la definizione fornita dalla International Ergonomics Association, l'ergonomia è la disciplina scientifica che si occupa dell'interazione tra l'individuo e gli altri elementi di un sistema e l'ergonomo è il professionista che applica teorie, principi, dati e metodi di progettazione al fine di ottimizzare il benessere dell'individuo e la prestazione dell'intero sistema. Con l'espressione "ergonomia cognitiva" viene posto l'accento sugli aspetti cognitivi di questa interazione, vale a dire il modo in cui l'utente di una tecnologia percepisce, presta attenzione, decide e programma le sue azioni al fine di raggiungere un obiettivo. Naturalmente, la progettazione di dispositivi tecnologici non può prescindere dall'analisi di questi processi. Le conoscenze sviluppate nell'ambito dell'ergonomia cognitiva consentono, difatti, di sviluppare sistemi usabili, in grado di ridurre il carico di lavoro imposto all'utente e la probabilità di commettere errori. Il volume affronta le tematiche tipicamente oggetto di studio degli ergonomi di formazione cognitiva, approfondendo sia gli aspetti teorici sia quelli procedurali.
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

III ARGOMENTO - 0 views

III ARGOMENTO :COGNIZIONE DISTRIBUITA Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individual...

EMANUELA D'AGOSTINO

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
campiotti

dalla cognizione situata a quella distribuita - 1 views

http://lascuola.it/nuovadidattica/it/home/mappe/1382696387986/1386867168950 L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità...

#DistributedCognition

started by campiotti on 26 Jan 17 no follow-up yet
Elio Cimmaruta

Alla ricerca dell'intelligenza connettiva - 5 views

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    …Il poeta è il primo scienziato, colui che si occupa del software che utilizza l'uomo: il linguaggio. Nell'epoca dell'elettronica il poeta è colui che scrive il software il nuovo linguaggio. La nuova poesia è quella del software; Linus Thorvald è il grande poeta dell'oggi; Linux è una forma d'arte, è una poesia moderna. Accanto a questa nuova idea di poesia sopravvive tutto un mondo di nomi e di "modi di dire". Diventa valore un semplice nome, ho visto nomi di domini quotati ben due milioni di dollari…
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    propongo la lettura della trascrizione di questo interessante e chiarificatore intervento di De Kerckhove al Convegno internazionale "Professione giornalista: nuovi media, nuove informazioni". Si tratta di una relazione sulle sue ricerche sull'intelligenza connettiva.
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    Per De Kerckhove se l'intelligenza collettiva è il quadro di riferimento del pensiero umano, del pensare dell'umanità, l'intelligenza connettiva ne è la parte "in movimento", il lato che si attiva per la risoluzione pratica, "sperimentale", di un problema specifico. Essa si affida alla "moltiplicazione" delle intelligenze, favorita dalla connessione, piuttosto che alla loro somma, situata nel "collettivo". De Kerckhove insiste cioè sul carattere aperto del concetto di intelligenza connettiva rispetto all'immagine di "contenitore chiuso" a cui rimanderebbe l'intelligenza collettiva Il suo tentativo non è tuttavia quello di "staccare" la propria ricerca dal campo dell'intelligenza collettiva, ma quello di delimitare al suo interno un settore di indagine e di sperimentazione per così dire "applicativo".
Giuseppe Del Grosso

Cognizione distribuita - 4 views

Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno. D'altra parte sono abbastan...

started by Giuseppe Del Grosso on 24 Apr 12 no follow-up yet
olga gabriela hetrea

intelligenza connettiva e apprendimento emotivo - 6 views

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    De Kerckhove, filosofo, sociologo e futurologo, discepolo di Mc Luhan, attento alle problematiche legate alla comunicazione, ai condizionamenti che la tecnologia ha sul linguaggio, sostiene che "il computer è una psico-tecnologia, ossia un'estensione del nostro pensiero che si esterna attraverso il linguaggio, estensione della nostra mente"1. La mente, sia per alleggerirsi dal carico cognitivo sia per aprire nuovi spazi della mente, si appoggia continuamente a tools (strumenti) esterni che hanno il compito di immagazzinare, amplificare, velocizzare, sostenere le informazioni. Internet, in quanto scaffolding (impalcatura che favorisce l'accesso alla conoscenza) ricco di risorse distribuite, rappresenta "una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva"2, collettiva in quanto la gente lavora con le stesse modalità del lavoro di gruppo, insieme, ma senza perdere la propria identità. Ormai l'informazione non risiede più solo nella testa ma anche nello schermo che, attraverso l'interconnessione mondiale, moltiplica le conoscenze; il sapere di milioni di intelligenze umane è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le linee telefoniche. Ognuno può connettersi con questa memoria collettiva, mondiale come fosse la propria. La rete Internet è simile ad un cervello che continuamente apprende e si ristruttura, è la coscienza del mondo, è lo spazio pubblico comune che abbatte confini e limiti geografici. Ciascuno può connettersi e disconnettersi a questa "intelligenza condivisa" a questa "mente sempre in funzione" con il vantaggio di lasciare invariata l'integrità della struttura. Dall'intelligenza collettiva muove la riflessione di De Kerckhove3 che compie un passo successivo in direzione delle applicazioni concrete dell'idea di Lévy. L'intelligenza connettiva, come suggeri
alfonsina longobardi

cognizione ditributiva - 3 views

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
indragochiara

la cognizione distribuita, una spiegazione esaustiva - 0 views

Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in c...

#distributedcognition

started by indragochiara on 17 Apr 19 no follow-up yet
Ylenia Biamonte

LA COGNIZIONE DISTRIBUITA - 20 views

    • brunella romano
       
      da vedere
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    un breve video realizzato da studenti di scienze della comunicazione rende bene l'idea di questo concetto dalla definizione sfuggente
  • ...12 more comments...
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    Il video è molto chiaro e rende più agevole capire il concetto di cognizione distribuita. Utilizzare come esempio un vigile urbano per chiarire l'argomento è stata una buona idea per semplificare un concetto che altrimenti rischiava di rimanere troppo astratto.
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    La cognizione distribuita è un processo nel quale vengono condivise risorse cognitive socialmente al fine di estendere singole risorse cognitive o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbe ottenere da solo. La cognizione distribuita è il tipo di cognizione che esiste nei gruppi di lavoro e si sanno delle cose perchè si è fatto parte di quella squadra quindi non è necessario ripetere tutto, ma le informazioni e l'elaborazione intelligente distribuita tra i membri del team. Le conquiste cognitive dell'umanità si basano su un processo in cui i processi cognitivi di un agente e gli oggetti ed i vincoli del mondo reciprocamente si influenzano a vicenda.Secondo Gabriel Salomon "Le cognizioni sono situate e distribuite, piuttosto che strumenti decontestualizzati e prodotti della mente." La cognizione deve essere vista come un fenomeno distribuito, che va oltre i confini della persona per includere l'ambiente, i manufatti, le interazioni sociali e la cultura. I processi cognitivi possono essere distribuiti tra gli esseri umani e le macchine o tra i membri di un gruppo sociale e possono comportare un coordinamento tra la struttura ambientale e materiale interno ed esterno. I processi cognitivi possono essere distribuiti anche nel tempo, in un modo che i suoi risultati finali, i prodotti o precedenti eventi possano cambiare la natura degli eventi successivi.
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    Si..un video semplice ma a parer mio molto chiaro.
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    spesso le definizioni sono molto difficili da interpretare e difficili da ricordare, con un video rimane molto più impresso ed ho trovato interessante la spiegazione utilizzando l'esempio del vigile urbano.
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    Cosa si intende per cognizione distribuita? Una breve lezione supportata da immagini ed esempi tenta di spiegare il valore e l'importanza di questo concetto per l'apprendimento di nuove conoscenze. La cognizione distribuita si riferisce ad un processo nel quale le risorse cognitive vengono condivise socialmente al fine di estendere singole risorse cognitive o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbe ottenere da solo. Siamo in presenza di un approccio in cui si dice che l'attività cognitiva umana non è caratterizzata esclusivamente dall'attività cerebrale ma è distribuita tra il cervello e gli artefatti cognitivi che l'uomo adopera
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    La cognizione umana è distribuita tra le persone e gli artefatti presenti nell'ambiente esterno. Secondo Hutchins per catturare il ruolo e le proprietà di ogni singolo artefatto è necessario prendere in considerazione un'unità di analisi più ampia del compito individuale e cioè l'intero sistema socio-tecnico composto da persone, ruoli, artefatti e regole. Bell e Winn sottolineano che le caratteristiche della "cognizione distribuita" sono la comunicazione e la condivisione di informazioni. Queste, proprio perché comunicate, diventano utili, mentre messe in comune permettono alla persona più preparata di utilizzarle a beneficio di tutti.
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    L'esempio del semaforo e del vigile è assolutamente calzante. Inoltre, secondo voi il semaforo, per astrazione, potrebbe far parte di quella famiglia di simboli che si pone tra l'inequivocabilità distintiva e l'immediatezza interpretativa?
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    la cognizione distribuita ,riguarda la presa in considerazione di tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento , questo approccio enfatizza la natura "distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione,ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo,,oltre il singolo individuo riconnettendo l'attività di pensare ,con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale.
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    Una breve lezione esplicativa sull'argomento
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    Mi sembra interessante inserire il link ad un breve video, relativo alla Cognizione Distribuita, realizzato per il corso di laurea in Scienze Della Comunicazione dell'Università di Siena. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale.
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    il contenuto del video mi ha richiamato alla mente concetti di semiotica, il binomio significante / significato. Perché un significante (semaforo rosso) sia inteso da tutti come "ALT, FERMATI" è necassaria la conoscenza distribuita, condivisa, del segno.
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    Nella vita quotidiana la memoria e il pensiero non sono separati dal 'fare'. Nel fare noi interagiamo costantemente con vincoli e risorse sociali e materiali. Al riguardo, la teoria della 'cognizione distribuita' assegna una rilevanza peculiare allo studio di come l'ambiente materiale, gli strumenti e le tecnologie sostengono i processi cognitivi e interattivi. La cognizione è distribuita non solo nel gruppo e nelle interazioni del gruppo ma anche nella struttura e nell'infrastruttura materiale e tecnologica dell'ambiente. In particolare, una specifica attenzione viene dedicata a come tale infrastruttura è manipolata e utilizzata nelle interazioni fra gli attori sociali, non solo a livello discorsivo, ma, per esempio, anche a livello corporeo e gestuale. Hutchins (1995) sottolinea come nei processi cognitivi del mondo reale vengano create complesse rappresentazioni formate, per esempio, da molteplici strutture visive e uditive. Gesti strumenti e discorsi si integrano nel creare una complessa rappresentazione pubblica che sostiene la cognizione (intesa come costruzione di eventi) e l'azione.
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    Ecco anche per voi una breve lezione sulla cognizione distribuita....
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    E' un video davvero carino che fa capire come la cognizione distribuita opera nell'interazione tra individuo e ambiente, strutture e infrastrutture...
gbartolomei1

Cognizione distribuita - 0 views

L'articolo espone in modo mai chiaro ed interessante una riflessione sulle conseguenze della teoria di Hutchins relative alla distribuited cognition in ambito pedagogico. Secondo una visione classi...

distribuita cognizione situata

started by gbartolomei1 on 18 Nov 21 no follow-up yet
Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

astrobaldo

esercizi di psicotecnologie - 2 views

ESERCIZI DI PSICOTECNOLOGIE Psicotecnologie definizione Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indaga...

started by astrobaldo on 02 Jul 24 no follow-up yet
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