Effetti dell'alfabeto greco sulle attività cerebrali - 10 views
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Giovanni Finizio on 05 Jun 12Ho pensato di fare cosa gradita a tutti proponendo questo articolo, redatto da un nostro collega studente, che spiega l'argomento della scrittura verso destra o verso sinistra e la lateralizzazione del cervello, trattate nella prima lezione del nostro corso. Purtroppo la traduzione dall'inglese ha reso un pò complicata la spiegazione del Prof. De Kerckhove, ed ho trovato per questo molto utile rileggere l'argomento da questo sito, che sembra molto chiaro. Inoltre sono estremamente efficaci le immagini del chiasma ottico e delle differenti funzioni degli emisferi cerebrali, che permettono di fissare in maniera ancor più immediata i concetti spiegati.
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marco landolfi on 07 Jun 12Forse per capire ancora meglio, mi permetto di parlare del brainframe di de Kerchove, una teoria che presenta un'analisi del rapporto fra le tecnologie e le esperienze percettive a iniziare dai cambiamenti avvenuti con il passaggio dall'oralità alla scrittura. Eì possibile affermare che l'alfabeto è sicuramente il brainframe più importante perché è quello che ha pervaso e formato nel modo più massiccio e duraturo la mente. Quando impariamo a leggere, proprio l'alfabeto influenza i rapporti che abbiamo con lo spazio e il tempo, cioè definisce l'essere stesso dell'uomo e il suo rapporto con il mondo. Il brainframe indotto dall'alfabetizzazione influenza il modo in cui organizziamo i pensieri, la lettura porta il nostro cervello a classificare e combinare l'informazione esattamente come facciamo con l'alfabeto. Pertanto, il brainframe alfabetico diciamo che funge da cornice a qualsiasi attività relativa al mentale e al pensiero, cioè condiziona il nostro modo di vedere e pensare il mondo. L'adozione della scrittura ad andamento destrorso del mondo occidentale, ha portato ad una struttura mentale analitica, impostata secondo criteri di temporalità e di successione lineare, cronologicamente determinabile. Diversamente, la scrittura sinistrorsa, invece, quella dei paesi di cultura araba, richiede una visione sintetica, orientata alla categoria spaziale, con conseguenze sull'approccio all'informazione, sia in fase di codifica che di decodifica. L'alfabeto influenza i nostri rapporti con lo spazio e il tempo dal momento in cui impariamo a leggere. Nella psicologia occidentale, il passato sta a sinistra, il futuro a destra, dove procede la nostra scrittura. La scelta della direzione dipenda dal fatto che il cervello umano comprende più rapidamente le configurazioni nel campo visivo sinistra, e le sequenze nel campo visivo destra. Il fatto che il nostro alfabeto abbia mutato direzione dopo l'introduzione delle vocali suffraga l'ipotesi.
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Giuseppina Armone on 29 Aug 12Al proposito sono andata a rileggiermi la lezione magistrale di Derrick de Kerckhove, all'Università di Urbino il 29 novembre 2004, in occasione del conferimento della Laurea ad honorem in Sociologia. Ve ne ripropongo uno stralcio che riguarda "L'alfabeto e il cervello" sulle conseguenze dell'alfabetismo che si può riassumere nelle seguenti ipotesi: 1. E' la struttura intrinseca di una lingua a determinare la direzione della scrittura. Modelli come il greco, il latino o l'etiopico, formati inizialmente su sistemi consonantici che andavano da destra a sinistra, hanno finito per cambiare direzione della scrittura, ma soltando dopo che le vocali vennero aggiunte al modello originale. 2.La scelta della direzione dipende dal processo di lettura: se le lettere sono combinate dal contesto, la scrittura va da destra a sinistra, mentre se le lettere si susseguono in sequenza, la scrittura va da sinistra verso destra. Questo avviene perchè il cervello umano riconosce le configurazioni più velocemente nel campo visivo sinistro, mentre individua le sequenze più rapidamente nel campo visivo destro. Il cambiamento di direzione nella scrittura greca avvenne poco dopo che una serie completa di vocali fu aggiunta alla lingua fenicia, che era esclusivamente consonantica. la presenza delle vocali rendeva continua la sequenza delle lettere, mentre il sistema originario era una linea discontinua di simboli, che si basava su una lettura per contesto più che per sequenza. Il fatto che il nostro alfabeto abbia cambiato direzione una volta che ha acquisito le vocali va a sostegno dell'ipotesi di de Kerckhove e cioè che la scrittura del nostro linguaggio ha esercitato una pressione sul nostro cervello per mettere in risalto le sue capacità di elaborazione sequenziali e temporali. Ne consegue che l'alfabeto influenza anche l'organizzazione del pensiero e che il linguaggio è il software che guida la psicologia umana.