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annafoga

Sindrome di Hikikomori e Fobia Sociale: quale relazione tra i due disturbi? - 1 views

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    L'articolo indaga la relazione tra la sindrome di Hikikomori, e la fobia sociale, soffermandosi sul ruolo genitoriale alla base dei disturbi, e distingue tra sindrome di Hikikomori primaria, il ragazzo non manifesta una diagnosi grave pur non essendo in grado di entrare in società, e secondaria, quando il ragazzo presenta gravi disturbi mentali tra i quali il Disturbo d'Ansia Sociale.
milozzi

Increase in gender gap in the digital sector - Study on Women in the Digital Age | Digi... - 0 views

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    Questo nuovo studio sulle donne nell'era digitale evidenzia l'esistenza di un divario crescente tra la partecipazione degli uomini e delle donne al settore digitale nei diversi campi: dell'istruzione, nella carriera e nell'imprenditorialità. Lo studio, lanciato dalla Commissione europea, ha rilevato che, nonostante la crescente domanda di specialisti ICT e profili digitali, la percentuale di europei con l'istruzione legata alle ICT sta diminuendo. Anche se questa è una tendenza comune per entrambi i sessi, ci sono donne minori rispetto agli uomini che ricoprono posti di lavoro e istruzione correlati alle ICT.
samuele11

Influencer si dispera - 0 views

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    Mentre leggevo varie notizie su internet, fui colpito da questa notizia . Colpito per vari aspetti . Colpito da come è cambiato il mondo, da come venga utilizzata male la tecnologia nella nostra era e di come ne siamo sempre più dipendenti . La testimonianza di una ragazza , Jessy Taylor, che esprime senza ombra di dubbio la dipendenza a un social e che il mondo virtuale sia più importante di quello reale . Tutto ciò allontana i valori veri , oramai soppressi , per far spazio all'apparenza per esser al passo del mondo , dei pari , una lotta a chi ha più seguaci per esser all'altezza del prossimo Inibendo altri valori importanti nella vita . Ho il timore che tutta questa superficialità prenda sempre più spazio , ma spero vivamente che riemergano aspetti oramai latenti ma di notevole importanza .
agatagrandef

Cyberbullismo: dalle origini agli ultimi dati. - 1 views

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    Il presente articolo narra una questione che ai giorni nostri prende sempre più rilievo, la vicenda del Cyberbullismo. Il suddetto testo parte da una regressione di 15 anni fa per spiegare cosa sono i nativi digitali, e descrivere il termine di nostro interesse è stato coniato nel 2002; possiamo denotare quindi che solo ora sta prendendo piede l'informazione riguardo questo fenomeno. Nell'articolo viene spiegata la modalità con la quale si effettua il cyberbullismo e quali sono le fasce di età vengono colpite, con vari studi anche relativi a progetti italiani. Inoltre si tenta di spiegare come questo fenomeno abbia degli impatti psicologici sulle vittime talmente devastanti poi, da determinare anche psicopatologie nei suddetti individui. Per concludere l'articolo determina l'importanza che i ruoli genitoriali hanno per prevenire e sconfiggere questo fenomeno, la loro digitalizzazione sembrerebbe essere una via per un più corretto uso delle tecnologie da parte dei figli.
leonardialessia

Chi sono i nativi digitali, gli immigrati digitali e tardivi digitali? I diversi punti ... - 3 views

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    L'articolo di seguito si pone di identificare le differenti tipologie di persone che si approcciano ai nuovi media e alla media education. Vengono analizzate infatti le prime definizioni create da Prensky nel 1946 dove si distinguevano i nativi digitali e gli immigrati digitali. Prendendo spunto da queste due prime suddivisioni, il tema è stato approfondito tracciando i profili generazionali di tre tipologie di persone che si approcciano ai nuovi media e alla media education: i nativi digitali, sono coloro che si ritrovano circondati dal digitale fin dalla nascita, per cui l'utilizzo di media nel contesto comunicativo ed educativo rappresentano la normalità; gli immigrati digitali sono invece coloro che sono nati e cresciuti in un'era non digitale, ma che poco alla volta si sono dovuti adattare alle tecnologie, seppure in età avanzata; infine si evidenziano i tardivi digitali, coloro che sono vissuti in un'epoca con una totale assenza di tecnologia, che viene guardata con con diffidenza e si nota un difficile adattamento ai nuovi dispositivi. Risulta infatti di notevole importanza, tra questi tre profili, non tanto la capacità di approcciarsi alla tecnologia quanto le modalità sottostanti il pensiero da loro attuato e le modalità di apprendimento utilizzate. Si nota come gli strumenti utilizzati per l'apprendimento siano differenti, infatti se gli immigrati e i tardivi digitali utilizzano una logica deduttiva/induttiva e strumenti cartacei (che implicano un notevole approfondimento), i nativi digitali utilizzando strumenti tecnologici e si ritrovano a disposizione un'ampia gamma d'informazioni che favorisce una logica abduttiva. L'articolo continua inoltre delineando il profilo del nativo digitale dal punto di vista di diversi autori, il quale vivendo a contatto con i social network, ha bisogno di mostrarsi sempre, deve far parlare di sè, mettendo in pericolo la propria privacy. Viene successivamente posta l'attenzione su come in questo modo si rischia di cre
nicolagalletti2

FOMO Addiction: The Fear of Missing Out - 2 views

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    Non ci sono ancora studi ben definiti sulla Fomo, in Italia, ma trovo che sia un argomento di estremo interesse che merita una discussione approfondita. La Fomo (fear of missing out) è una patologia che esiste da sempre, ma che con l'avvento dei social network ha assunto una forma nuova, più concreta, in grado di mettere in luce i problemi che da essa derivano. Si tratta, in poche parole, della "paura di essere tagliati fuori" dal mondo, ed è legata alla sofferenza che si prova nel constatare, tramite foto e post altrui, che la vita degli altri è più interessante della nostra. A livello superficiale sfocia in una leggera invidia verso un gruppo di pari o persone di un certo rilievo sociale che, magari in apparenza, hanno una vita più interessante della nostra. Quando questa gelosia diventa incontrollabile , però , ecco che la patologia si manifesta in tutta la sua gravità, diventando una vera e propria dipendenza. Controllare gli altri sembra divenire uno scopo primario di chi soffre di FOMO, e spesso questo provoca un isolamento sociale ancor più pressante che sfocia in un vittimismo verso se stessi completamente fuori controllo. Chi soffre di questa patologia controlla lo smartphone o il pc almeno centocinquanta volte il giorno, di media, e ha una bassa considerazione della propria vita, che peggiora in maniera esponenziale minando anche il rendimento personale e lavorativo. L'unico modo di guarire da questo tipo di patologia sociale è ammettere di averla, e lavorarci sopra cercando di staccarsi volontariamente da schermi e affini. In America è una patologia molto discussa e diffusa, tanto è che esiste anche un account Twitter dedicato in cui i ragazzi che sentono il bisogno di essere aiutati possono scrivere senza problemi.
montanod

Alfabetizzare ai dati nella società dei big e open data:una sfida formativa - 2 views

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    Il tema della Big data è stato ampiamente trattato nell'elaborato di tesi di Juliana E. Raffaghelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell'Università di Firenze e membro del Comitato Editoriale della Rivista internazionale di scienza dell'educazione e della formazione "FORMAZIONE E INSEGNAMENTO" dove è stata pubblicata. La rivista è promossa dalla SIREF (Società Italiana per la Ricerca Educativa e Formativa), sostenuta dal CISRE (Centro Internazionale di Studi sulla Ricerca Educativa). Il file dell'elaborato è scaricabile in formato PDF attraverso l'indirizzo URL della piattaforma di condivisione sociale RESEARCHGATE, social network ad accesso gratuito con tecnologia web 2.0 dedicato a tutte le discipline scientifiche. Nel testo, del dicembre 2017, viene analizzato il modo con cui i Big Data vengono generati ed utilizzati a seguito della progressiva digitalizzazione dei servizi nella società contemporanea. Si presenta la necessità di pensare ad una formazione di tipo educativo volto all'uso dei dati disponibili in rete e la creazione di nuove professionalità. L'analisi pone le basi per la definizione di specifici frameworks per l'alfabetizzazione di base, sia di livello scolastico che di formazione continua, facendo ricorso ad un approccio interdisciplinare che permetta di affrontare i problemi legati ai diversi ambiti sociali e culturali. L'obiettivo principale è quello di creare competenze necessarie per permettere di operare in nuovi contesti proponendone in particolare lo sviluppo verso una cittadinanza attiva digitale.
antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

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    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
biancamariabura

Cyberbullismo - 1 views

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    Vanity fair
valeriauni

Narcisismo digitale: enfatizzare il Sè ideale nel mondo virtuale - 0 views

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    L'interesse personale per l'articolo raggiunge il suo culmine dopo aver letto, su un social, lo 'stato' di una ragazza ventenne: "Vedendo che su Istangram non faccio grandi numeri di likes(dai 20 ai 50 ma solo perchè ho tanti amici stretti) ho preso consapevolezza di non essere una bella ragazza." Partendo dal concetto rogersiano di autostima e analizzando come interagiscono e gerarchicamente si pongono le varie strutture del sè, la Dott.ssa Manuela Agostini descrive le motivazioni e i bisogni alla base dell'utilizzo della propria immagine sui social, concentrandosi sl rapporto che intercorre tra narcisismo- autostima-insicurezza. Diviene dunque evidente come attraverso i social network si strutturino vere e proprie relazioni sociali e, ancor di più, quanto e come i suddetti contribuiscano all'equilibrio della nostra identità. Risulta fondamentale ,in un approfondimento di questo tipo, mantenere uno sguardo obiettivo e riconoscere punti di forza e criticità delle dinamiche emergenti nell'interazione all'interno dei social, al fine di rilevare eventuali campanelli di allarme, derivanti da un utilizzo o atteggiamento scorretto nei confronti di questi.
gcastelletti

Nuove tecnologie e pensiero computazionale fra passato e presente: un'esperienza didatt... - 5 views

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    Il manifesto europeo delle competenze digitali del 2014, prendendo atto dell'entrata in quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale, sostiene in modo determinante la necessità di acquisizione di competenze digitali. In riferimento infatti, in "Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo" (2012), è possibile evincere che il compito principale della scuola "non sarà quello di inseguire lo sviluppo delle tecnologie ma quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri". Tale premessa anticipa la descrizione, delineata nel seguente articolo, di un'esperienza didattica realizzata nell'a. s. 2016/2017 in continuità fra studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Obiettivo dell'esperienza la sperimentazione di un approccio al pensiero computazionale (che a quanto risulta dai progetti proposti dal Ministero o da Centri specializzati è correlato all'introduzione nella scuola dell'uso del computer), mediante l'uso di piccoli robot programmabili attraverso un linguaggio di programmazione intuitivo e visuale o metodi "unplugged". L'importanza dello studio risiede nel fatto che la scuola nel suo complesso, a tutt'oggi, appare resistente alle innovazioni, mentre in commercio sono già disponibili kit robotici educativi che consentono ai bambini di esplorare concetti di programmazione in modo tangibile, a partire dall'età di tre anni. L'esperienza inoltre si avvalora di vari meriti tra cui l'emersione di potenzialità di alcuni studenti che nelle attività proposte hanno trovato effettive opportunità di successo e un'offerta di formazione di qualità, in un clima coinvolgente e collaborativo per i docenti.
anonymous

Social media e studio: l'uso dei social network compromette lo studio? - 1 views

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    Il suddetto articolo rimanda ai pregiudizi sociali riguardo ai giovani che utilizzano i social media e il conseguente rendimento scolastico. La German Research Fondation ha finaziato un progetto che comprende 59 studi condotti su 30.000 giovani in tutto il mondo. da questa ricerca si è potuto dimostrare che la correlazione negativa fra l'utilizzo dei siti di social networking e le prestazioni scolastiche sono infondate, ed incoraggia come indicato nella media literacy che gli adulti, in questo caso i genitori si interessino alle attività online dei giovani come una nuova modalità di interazione e comunicazione fra generazioni.
gcolombini

Tecnologia digitale: i rischi, più o meno noti, per la società odierna - 1 views

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    Questo articolo ci porta a capire che siamo ancora lontani dalla conoscenza delle conseguenze che le nuove tecnologie hanno sulla nostra società. Nell'immediato si può intuire che la tecnologia ha permesso un evoluzione della nostra società in termini di sviluppo, conoscenza, comunicazione, evoluzione; dall'altra si riscontra una crescente dipendenza dalle tecnologie. I vari studi riportati in questo articolo riguardano gli effetti dei media digitali su varie capacità funzionali delle persone (attenzione,dipendenza,lettura,ecc) ma da tutto questo si evince che non sono i media in quanto tali ad assere negativi ma rimandano alla responsabilità delle persone nell'utilizzo qualitativo degli stessi e della conseguente necessità di un educazione all'utilizzo dei media, ad iniziare dai più giovani.
cosimofumarola

Hikikomori, la sindrome dei ragazzi che si chiudono in camera e rifiutano ogni aiuto - 3 views

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    Sonia Montrella, giornalista dell'AGI, ha pubblicato, qualche anno fa, un'intervista rilasciata da Marco Crepaldi, presidente di "Hikikomori Italia", allo scopo di fare maggiore chiarezza circa un fenomeno molto serio che colpisce tanti adolescenti, anche italiani, conosciuto con il nome giapponese Hikikomori, perchè studiato per la prima volta in Giappone. Si tratta di un disagio che conduce molti soggetti, tra i 15 e i 25 anni di età, a rifiutarsi di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali, ed a rinchiudersi in camera da letto, dove disegnano, giocano con i videogiochi o navigano continuamente su internet. Molti medici tendono a confondere questo disagio con la depressione o con la dipendenza da internet, quindi con una vera e propria malattia, perchè non ancora ben conosciuto. Ma le cause di questa volontaria reclusione dei giovani, come spiega Crepaldi, sono legate alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società capitalistiche economicamente più sviluppate. Dunque, internet e i media digitali non sono i principali responsabili di questa sindrome, anzi permettono a questi ragazzi di instaurare, anche se solo virtualmente, delle relazioni interpersonali. Crepaldi, nella sua intervista, ci spiega pertanto cosa è l'"Hikikomori, come si riconoscono gli hikikomori, quali sono le cause e come aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato.
lidiabonifazi

Noam Chomsky - Il mito dei media liberi - 2 views

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    I media riempiono il nostro quotidiano ormai da moltissimo tempo. Sono perfettamente integrati nelle nostre vite al punto da scandirle e condizionarle senza che ce ne rendiamo conto. Il loro ruolo a differenza di quanto appaia è ben diverso da quello di informare i cittadini e di divulgare notizie. Sia che si definiscano liberali oppure conservatori, i principali media sono delle grandi aziende possedute da società ancor più grandi. Come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience. Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Come tutte le propagande mira a colpire un bersaglio preciso che è diviso in due parti: la prima è quella della classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di amministrare uno Stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, in cambio di soap opere, film, Super Bowl, Champions League etc. etc.Insomma, distrazioni. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato. Con queste dieci regole,Chomsky ci apre le porte verso il mondo della consapevolezza. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica. L'unico
loredana73

Media education - La media education - 1 views

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    Francesco Cambi approfondisce il tema della media education nel libro"Media education tra formazione e scuola. Principi, modelli, esperienze". I mass media sono in crescita e penetrano sempre più nella vita quotidiana. Le tecnologie della comunicazione sono entrate, negli anni 80/ 90 in una nuova fase. Dalla tv scatola ingombrante, fissa e a senso unico, si è passati all'uso del telecomando e, in seguito, a quello del videoregistratore, delle pay tv per giungere a internet; in tal modo da una fruizione monodirezionale passiva si è giunti all'uso dell'universo di immagini disponibili in rete in modo bidirezionale. Tale rivoluzione dei media, a cui si aggiungono i cellulari e il loro uso, i computer e i videogiochi, ha prodotto effetti significativi nelle abitudini di vita, sui processi cognitivi, sul rapporto col mondo, nelle relazioni interpersonali. Il testo tratta della fruizione della tv da parte del pubblico infantile. Cambi fa presente che, malgrado questi cambiamenti, guardare la TV risulta ancor oggi una delle attività prevalenti cui si dedicano i bambini e gli adolescenti nel loro tempo libero. L'autore avanza l'ipotesi che i nuovi media (internet e cellulare) si aggiungano ai quelli vecchi (Tv e radio) ma non li sostituiscono, almeno non completamente. Ciò che motiva maggiormente l'esposizione alla televisione è il potere di disporre di una compagnia contro la noia e la solitudine. Ne è la riprova il fatto che quando i bambini hanno alternative preferiscono impegnarsi in altre attività piuttosto che guardare la Tv. Il tempo che i bambini dedicano alla Tv è una misura della carenza di offerte culturali e di divertimenti loro proposti. I bambini di oggi sono sempre più tecnologici e multimediali ma non hanno rinunciato ad altre attività più tradizionali. Pare, al contrario, che l'utilizzo combinato di vari mezzi, sia tradizionali (tv, cinema, radio) che newmedia (pc, internet, cellulare), si autoalimenti. Nonostante l'avvento dei
cimpina

Sir Ken Robinson: Porta la rivoluzione nell'apprendimento! - 2 views

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    Questo discorso è stato presentato in una conferenza TED ufficiale nel febbraio del 2010, eppure lo trovo ancora più attuale che mai. Parla Sir Ken Robinson, un educatore britannico, che spiega l'esigenza di passare radicalmente dalle scuole standardizzate all'apprendimento personalizzato, creando le condizioni in cui i talenti naturali dei bambini possano prosperare. Secondo l'autore, abbiamo costruito i nostri sistemi educativi sul modello del fast food. Dobbiamo passare a un modello basato più sui principi dell'agricoltura. Dobbiamo riconoscere che la fioritura umana non è un processo meccanico; è un processo organico. Al centro della sfida, la necessità di ricostituire il nostro senso di abilità e di intelligenza.
jgrossi108

Adolescenza Riflessa - Approfondimento psicologico - iEducation - Specchio del web - 4 views

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    AUTORE: Dott.ssa Psicoanalista Irene Ruggiero, scrive questo articolo, pubblicato sul Sito ufficiale della Società Italiana di Psicoanalisi, affrontando il tema dei Social Network e della Rete in Adolescenza. COMMENTO: L'articolo parte con una premessa, nella quale l'Autrice descrive la Rete come uno strumento formidabile per condividere informazioni e diversi punti di vista anche se, in alcuni casi, potrebbe comportare dei rischi negli Adolescenti che sono più fragili. Per comprendere alcuni degli aspetti fondamentali che potrebbero portare i ragazzi ad usare la Rete in modo non sano, parte dal concetto del "narcisismo sano", che dovrebbe essere presente per creare una buona base di personalità e per godere di una solida fiducia in se stessi e di una buona autostima. La Psicoanalista parte dai primi momenti di vita del bambino, poiché in questi anni è fondamentale avere un buon rispecchiamento nella madre o nel caregiver, per costruire il proprio senso di sé, riproponendo che se questo rispecchiamento materno non dovesse funzionare in modo corretto, e dovesse essere carente o assente, nella crescita si potrebbe avvertire un sentimento di vuoto incolmabile che potrebbe sfociare in quelle che sono le dipendenze patologiche. Allo stesso modo la Dott.ssa Ruggiero sottolinea l'importanza del gruppo dei pari in Adolescenza, nel quale avviene ugualmente il rispecchiamento che contribuirà a costruire il proprio Sé. Ecco che partendo da questa cornice teorica, l'Autrice si collega all'utilizzo della Rete, come strumento anch'esso di rispecchiamento, definendola né positiva né negativa. Ella spiega come da una parte sia molto importante per condividere abitudini, stili di vita, impressioni, sensazioni.. rafforzando la propria identità ed il senso di appartenenza ad un gruppo; mentre dall'altra l'uso della Rete potrebbe essere anche usata in modo negativo quando anziché aiutare nella crescita personale, diventa uno strumento per rinchiudersi in se stes
veliadauria

Media Education- Sensibilizzare all'uso consapevole dei mezzi di comunicazione - 3 views

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    Slides tratte dalla conferenza "Meeting DV & 12.0" del 14 Aprile 2018 a Roma
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    Tali slides che spiegano quanto detto durante la conferenza "Meeting DV & 12.0" svoltasi a Roma il 14 Aprile 2018 introducono alla Media Education superando il malinteso ad essa associato facendo una distinzione tra l'Educazione ai Media e l' Educazione con i Media. Descrive cos'è un medium e cio' che la Media Education produce,ovvero, la Media Literacy. che, non rispecchia affatto una competenza digitale. La Media Literacy viene trattata nell'ambito dell'Unione Europea e viene spiegato di quali competenze si serve tale prodotto della Media Education ed individua le professioni a cui prepara. Spiegano come hanno cambiato il nostro modo di vivere dando una nuova forma al nostro intrattenimento e modificando il nostro modo di acquisire cultura. Ci si concentra anche sulla dimensione sociale abbracciando il tema dei social network. Successivamente, viene affrontata la problematica della diffidenza verso l'utilizzo della Media Education, in quanto, tale strategia,per molti, non riguarda un'educazione ai media, ma con i media e poi perchè essa non fa altro che veicolare messaggi commerciali ed estetici. Ci si preoccupa inoltre della valutazione del percorso con la Media Education.
veliadauria

1- MED Introduzione alla MediaEducation. Conduce Maria Ranieri - YouTube - 1 views

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    Video esplicativo sulla Media Education
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    La ME, ovvero, il processo di insegnamento/apprendimento centrato sui media, ha come risultato la Media Literacy, cioè, il saper leggere e scrivere i media. Obiettivi di tale strategia sono lo sviluppo di capacita' di comprensione critica e partecipazione attiva permettendo chi apprende di imparare ad utilizzare le piattaforme digitali in modo consapevole. L'insegnamento della Media Education libera il campo da un'interpretazione sbagliata di tale strategia educativa, in quanto, essa non insegna ad utilizzare le strumentazioni,ma ad apprendere tramite il loro utilizzo perche' costituiscono un aiuto all'acquisizione della conoscenza. Ci si interessa quindi di aspetti culturali e non tecnici. Le origini di tale metodo partono addirittura dagli anni '30, ma negli anni '60 si ha una resistenza verso i media. Negli anni '70- '80 essi vengono rivalutati in chiave culturale per poi assumere negli anni '90 un carattere di empowerment incoraggiandone l'utilizzo. La ME affronta quindi le dimensioni di etica, tecnologia e cognizione, in quanto, l'etica è correlata all'uso consapevole degli strumenti, la tecnologia riguarda l'uso corretto di queste ultime e la cognizione è la capacita' di comprensione dei contenuti mediali. Altro aspetto etico riguarda i social network, i quali hanno fatto sollevare la problematica di difesa della propria identita' e di protezione dal fenomeno del cyberbullismo. Si interroga quindi dell'ambito relazionale e patologico connesso alle piattaforme sociali.
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