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simozoli67

L'intelligenza non siede solo nei banchi! - 4 views

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    Questo articolo deriva da una riflessione di alcuni educatori e coordinatori riguardante le attività legate ai bambini e ragazzi etichettati come BES , Bisogni Educativi Speciali, anche in riferimento all'obiettivo numero 4 dell'Agenda 2030 "Fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti" (UNESCO, 2015)
giannib71

Mosaicoelearning - ELEARNING ITALIA - ARTICULATE - TRAINING LIVE - 5 views

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    L'articolo descrive il bite size learning o micro-learning che e' una nuova metodologia per erogare un pacchetto di informazioni (chunk) per apprendere piu' facilmente e velocemente. Apprendimento e velocità sono le prime parole o termini significativi. Nella nostra società sempre piu' fluida e veloce ,con una ridondanza e saturazione di informazioni,questa metodologia permette di concentrarsi su uno specifico argomento da imparare attraverso lezioni di massimo 15-20 minuti. Tecnologia altro termine importante perché grazie agli strumenti che utilizziamo nel quotidiano (cellulari, PC, taclet) possiamo usufruire di queste "lezioni in pillole" in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi contesto. Formazione che sta cambiando e modificando la sua metodologia passando da un'interazione in presenza tra docenti e alunni, a quella in videoconferenza tramite le principali piattaforme di comunicazione (ZOOM,SKYPE,TEAMS),a quella just in time fornita dal microlearning. Lifelonglearning che implica il continuare ad imparare e ad acquisire nuove conoscenze ed informazioni, soprattutto nel lavoro che richiede sempre piu' di frequente ruoli e professionalità trasversali.
giannib71

L'IDENTITA' SECONDO BAUMAN - REBDER.it | Il blog di Rebecca Montagnino - 4 views

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    Oggi viviamo simultaneamente in due mondi differenti ma paralleli. Uno è creato dalla tecnologia online, che ci permette di trascorrere ore davanti a un pezzo di materiale trasparente, uno schermo che ci interfaccia con Internet. Dall'altra parte abbiamo una vita ordinaria, quella normale. L'altra metà della nostra giornata cosciente la trascorriamo nel mondo che, in opposizione al termine online, viene definito offline. Le comunità virtuali che hanno sostituito quelle naturali, creano solo l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti al guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. L'introspezione è un'attività' che sta scomparendo. Sempre più persone quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine in diversi contesti, invece di raccogliere i pensieri, cercano messaggi sul cellulare, social o altro per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro
giannib71

Adolescenti - 2 views

Adolescenti Il mondo degli adolescenti e' sempre stato in movimento, cangiante ma negli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie questa accelerazione e' diventata ancora più dirompente. Il ...

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
giannib71

Microlearning - 3 views

Microlearning Iniziamo con la definizione. La parola fa intuire che si tratti di qualcosa legato a specifici momenti. Brevi fasi in cui è prevista un'esperienza di apprendimento. In un mondo estre...

#apprendimento;#brevità;#learning by doing;#tecnologie

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
petrauni

Preadolescenti onlife: educare alla cittadinanza digitale - 6 views

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    In questo interessante articolo di Manuela Fabbri, docente di Didattica generale e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione «Giovanni Maria Bertin» dell'Università di Bologna, il focus viene posto sui preadolescenti e sulla progettazione educativa che intende far sviluppare competenze tecno-logiche per approcciare in maniera critica, competente ed etica le sfide della vita onlife. La rete e gli spazi digitali possono essere problematici, sia riguardo all'uso che se ne fa, sia riguardo alle competenze digitali degli utenti. Nella preadolescenza si assiste ad una continua ricerca di equilibrio tra l'io e il mondo, in cui la dimensione individuale e quella sociale si fondono Gli ambienti digitali fungono quindi da strumenti privilegiati per costruire la propria identità e il proprio mondo sociale e, come tali, permettono ai preadolescenti di esperire le prime acquisizioni di autonomia, di libertà di azione. Un'educazione alla cittadinanza digitale dovrebbe fornire agli studenti strumenti orientativi e senso critico per affrontare con competenza i nuovi ambienti digitali, permettendo l'utilizzo dei media per potenziare ed integrare le capacità personali, cognitive e percettive, al fine di apprendere, lavorare e partecipare attivamente alla società. In questo quadro, il framework europeo Proposal for a European Framework for the Digital Competence of Educators ha individuato quattro dimensioni educative degli ambienti digitali: informativo-fruitiva, comunicativa, metariflessiva e creativa.
gscarpi

Evaluating Information: The Cornerstone of Civic Online Reasoning - 6 views

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    Una ricerca della prestigiosa Stanford University fa davvero cascare le braccia. Gran parte degli studenti di scuola superiore e perfino universitari fanno fatica a identificare fake news e articoli sponsorizzati, o peggio ancora "bevono" le informazioni in modo del tutto acritico. Ricercatori della Stanford hanno selezionato notizie, tweet e fotografie su internet, chiedendo poi a studenti di varia età ed estrazione sociale di spiegare se le fonti fossero attendibili o no, e perché. Vi invito a scaricare il PDF che trovate nella web page e leggerlo. Non spaventatevi per le 29 pagine, l'articolo è pieno di immagini ed è molto divertente! Il "sugo di tutta la storia" (come direbbe il Manzoni) è che bisognerebbe educare le giovani generazioni ad un uso critico dei media online - e questo penso valga non solo per gli amici americani ma anche per i nostri ragazzi. Su un solo punto dissento con gli autori: la loro speranza che i "policy maker" siano interessanti ad avere attorno a sé persone con il cervello acceso.
silviabiassoni

I ragazzi hikikomori e la pandemia: "Ora non siamo più solo noi ad avere paur... - 7 views

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    Hikikomori, è questo il termine giapponese usato per definire quei ragazzi che, volontariamente, scelgono di isolarsi dal mondo e vivere la loro vita tra quattro mura, quelle della loro stanza. Il loro solo contatto con l'esterno ? Un computer. Gli hikikomori scelgono la reclusione, la reclusione all'interno delle loro case, protetti da quel mondo a cui non sentono di appartenere, sostituendo la vita sullo schermo alla vita reale. Con l'avvento della pandemia, purtroppo il fenomeno degli Hikikomori è aumentato, confermando ciò che questi ragazzi già penavano prima del coronavirus; il mondo è un posto ostile, meglio evitare di venirne a contatto, preferendo il freddo e sterile mondo della tecnologia. In questo articolo sono riportate le testimonianze di due ragazzi, a cui la pandemia non ha minimamente cambiato la vita, erano isolati prima e continueranno ad esserlo, virus o meno. Lo psicologo Crepaldi spiega come la pandemia abbia in un qualche modo "aiutato" questi ragazzi, togliendo dalle loro spalle la pressione dell'essere diverso; tutti chiusi in casa per mesi, abbiamo vissuto come loro vivono da anni. Ma è stato un momento passeggero, nel momento in cui la vita tornerà quella di prima questi ragazzi torneranno a loro volta ad essere i diversi, gli isolati, troppo fragili e sensibili per riuscire ad affrontare un mondo che non sentono loro. Crepaldi stima che le richieste di aiuto da parte di genitori che vedono i loro figli, costretti dalla pandemia ad isolarsi, aumenteranno in maniera esponenziale una volta che questa situazione volgerà al termine. Bisogna quindi sensibilizzare questo fenomeno in continuo aumento, aiutando questi ragazzi, e anche lo loro famiglie a trovare un punto di contatto, sia all'interno della famiglia stessa, sia con il mondo che, volenti o nolenti, circonda questi ragazzi.
nazarenatrimboli

Tecnologia piu' condivisione: così si può fare buon e-learning - 6 views

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    In questo articolo emerge, in modo inequivocabile, l'importanza, o meglio, come sia stato indispensabile ricorrere al digitale per garantire un minimo di normalità nella vita di tutti. La pandemia ha sconvolto repentinamente le nostre abitudini ed i nostri inesorabili ritmi costringendoci, chi più e chi meno, ad adeguarci. Possiamo affermare, in termini di certezza, che con l'uso dei media digitale, siamo riusciti a mantenere i nostri impegni, anche se, come ricorda l'autore, l'esperienza non è nuova e dall'excursus che viene fatto dal dopoguerra a qualche decennio fa, si evince la bontà del mezzo utilizzato che, non può che trovare conferma nei nostri giorni, soprattutto nella scuola con la didattica a distanza. Quindi, è prematuro, da parte mia, dare un giudizio su un processo di cambiamento ancora in atto, pieno di pareri, per lo più discordanti, essendo consapevole che, solo alla fine, si potrà concludere con una valutazione oggettiva. Ciò, però, non mi può esimere dall'esprimere un'opinione. Secondo me, questi strumenti, da un lato, ci hanno messo in condizioni di comunicare e lavorare, snellendo grandemente, il sistema burocratico, ma anche le difficoltà minime dell'organizzazione quotidiana; dall'altro, hanno penalizzato la parte relazionale che non è garantita solo perché si ha la parola, quando il tono della voce viene attenuato dal volume dell'audio e la gestualità confusa dallo schermo. Manca, in effetti, la vivacità dello studio che cammina in stretta correlazione con quella "regia metodologica", a cui si fa riferimento nell'articolo, necessaria affinchè, in particolare, i ragazzi, non debbano essere considerati meri contenitori in cui i docenti riversano nozioni, o soldati che rispondono con coraggio e dignità alla chiamata. Per alcuni versi, la DAD potrebbe creare delle situazioni di comodo, che si manifestano con la scelta di ogni studente di cercare delle scorciatoie per una buona interrogazione o
martytro

TikTok? una risorsa educativa. - 3 views

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    La creatività insieme allo spirito critico è una delle 10 life skills che l'OMS ha indicato come fondamentali. Entrambe sono parte del focus della media education e fulcro del lavoro del Centro Studi dell'Università Cattolica che guidato dal prof Piercesare Rivoltella ha aperto un canale su TikTok nelle scorse settimane. Nello stesso periodo in cui il nuovo social è stato messo sotto accusa per via dei risvolti tragici legati al suo utilizzo, il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia ha dato vita al canale @cremit_ presentando esplicitamente Tiktok come risorsa educativa. Michele Marangi, membro del Cremit, docente di Media e Intercultura in Cattolica ed esperto di media education spiega i motivi che hanno portato alla decisione di esporsi sul nuovo social. Apparentemente "leggero", caratterizzato da contenuti brevi, balletti e coreografie di pochi secondi, è riuscito in pochi anni a catalizzare l'attenzione di milioni di bambini e ragazzi. Il Prof. Marangi ne sottolinea l'immensa possibilità offerta: oltre la sperimentazione di nuovi linguaggi anche la mediazione medieducativa di starci in maniera etica, consapevole e critica fondendo il tutto con la dimensione estetica e di coinvolgimento. Sempre il Prof. Marangi inoltre sottolinea come sulla piattaforma non si trovino solo balletti ma anche espressioni di creatività pura. L'idea di fondo è "non posso dirti tutto in pochi secondi ma ti offro lo spunto per approfondire". Il vero protagonista del processo comunicativo è il fruitore, non l'attore. Un contenuto per funzionare deve essere "coinvolgente" che è uno dei parametri più importanti dell'efficienza comunicativa. Ancora una volta i media si dimostrano uno strumento educativo se usati in modo consapevole e vissuti dall'interno grazie ad processo di preparazione ed meducazione adeguato.
barbi750501

Scuola, alfabetizzazione digitale e cittadinanza attiva. Verso un'educazione alla democ... - 6 views

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    Nell'ambito della collana 'Sapere pedagogico e pratiche educative' coordinata dall'Università del Salento il saggio di V.Domenici e A.Buonauro mette a fuoco il ruolo centrale che i media digitali e la Media Literacy hanno per la costruzione e l'esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole, volta alla crescita della dimensione critica. L'ambiente digitale non è un mondo solo virtuale, ma è una realtà aumentata in cui confluiscono dinamiche e contrasti culturali e sociali. A volte questo porta i nuovi media a divenire una cassa di risonanza in cui si alimentano forme di odio, di pregiudizio e di intolleranza. Sono le nuove generazioni che trovano nel mondo virtuale uno dei principali luoghi di interazione ed è per questo che il saggio evidenzia come sia necessario un ripensamento complessivo delle finalità sociali dell'educazione ai media. La Media Literacy diventa strumento fondamentale per educare a servirsi in modo autonomo e consapevole dei media digitali, purchè essa li consideri non più solo come strumenti, ma contesti in cui si vive, si comunica, si fa esperienza dell'alterità sociale e culturale. La loro natura partecipativa ha reso sempre più urgente una dimensione etica e sociale della Media Literacy. «La cittadinanza digitale, in altri termini, dovrebbe declinarsi, nella pratica, in un dialogo con l'alterità che si fondi innanzi tutto sul riconoscimento dell'autonomia dell'altro e sul rispetto reciproco». Attraverso la riflessione su questi cambiamenti, l'articolo ripercorre il cammino che il nostro paese ha fatto su questi temi attraverso i Piani Nazionali per la Scuola Digitale, e ribadisce la necessità che la pedagogia contemporanea e le Istituzioni si carichino del compito di nuovi tipi di alfabetizzazioni digitali per adempiere al loro obiettivo primario: promuovere competenze per lo sviluppo della persona e delle sue potenzialità e il pieno inserimento nel cotesto sociale.
ggiovanetto

Digital literacy e università alla prova del lockdown - nuove sfide per il fu... - 21 views

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    Lo sviluppo della "società della conoscenza" implica trasformazioni sociali che coinvolgono i cittadini, sollecitandoli a dotarsi di abilità e competenze nuove. La "media literacy", come concetto che ricomprende ogni campo ed ogni competenza relativa ai media, richiede che gli individui siano dotati delle competenze tecniche di utilizzo delle tecnologie per l'uso delle informazioni e delle comunicazioni - in una parola, la "digital literacy" - unita alle capacità pratiche e teoriche per sviluppare appieno sé stessi all'interno della società dell'informazione. La pandemia ed i lockdown generalizzati che hanno interessato il pianeta nel corso del 2020 hanno imposto ai sistemi educativi di confrontarsi con molteplici cambiamenti dirompenti, cambiamenti che hanno inevitabilmente toccato anche la "digital literacy" sia dei docenti che dei discenti. Al fine di analizzare in quale modo le istituzioni universitarie in particolare si siano mosse per fronteggiare le sfide emerse in questo periodo, gli autori della ricerca qui proposta "Digital Literacy and Higher Education during COVID-19 Lockdown: Spain, Italy, and Ecuador" hanno compiuto uno studio che ha coinvolto 376 studenti di tre università, rispettivamente nelle città di Barcellona, Torino e Machala, nell'arco temporale marzo-maggio 2020. Basandosi sulle linee guida del quadro di riferimento europeo DigCompEdu in materia di "digital literacy", il disegno di ricerca ha evidenziato questi risultati: 1) la necessità per le università di ripensare e reinventare gli ambienti di apprendimento, al fine di sfruttare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali e 2) incrementare e rafforzare le competenze digitali dei docenti come obiettivo da affiancare agli investimenti tecnologici, in modo che questi due aspetti - competenze dei docenti e strumenti digitali - supportino efficacemente le nuove sfide dell'apprendimento.
ndrndr21

Minecraft education edition come supporto tecnologico nell' E-Learning - 3 views

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    Minecraft education edition viene considerato al giorno d'oggi all'interno dell'ambito educativo un potente supporto per l' E -Learning, proprio come per noi studenti più "anziani" è stata la piattaforma di Second Life recentemente. All' interno del gioco viene accentuata una delle più importanti soft skill, ovvero; la creatività, la quale dirige lo studente a sperimentare un tipo di apprendimento più profondo e persistente. L'insegnante tramite dei compiti più o meno semplici durante il percorso educativo chiede ai suoi discenti di costruire scenari in maniera creativa e condivisa, viene prediletta la chat istantanea perchè possa essere accentuato il lavoro di gruppo. Con l'intento che nessuno studente debba rimanere indietro od escluso dal progetto. Questa piattaforma che riguarda principalmente i " New Media" viene utilizzata per insegnare fisica, storia, chimica, inglese e geometria.
matteom3

VICINOLONTANO - 1 views

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    Come socio di Mechrí (Laboratorio di filosofia e cultura) lo scorso 23 settembre 2020 ho partecipato alla conversazione online dal titolo: LE COSE, LE PAROLE, LA VERITÀ IN COMUNE. Un ciclo di conferenze ideato da Towards Constellation L'incipit: uno schermo universale e il linguaggio delle immagini telematiche e dell'inglese internazionale? C'è qualcosa di radicalmente nuovo in tutto ciò o è la ripetizione, in forme nuove, di un antico destino? Di perdizione o di salvezza? Il tema di fondo è quello della "distanza" che il COVID19 ha imposto a tutti noi, tema messo in tensione al polo della "vicinanza" offerto dalle tecnologie digitali. Uno spunto di riflessione profondo e attuale che coinvolge la Media Education. Nella parole di Carlo Sini "dobbiamo creare la comunità di una distanza nuova rendendola vicina, non abbiamo fatto altro da quando si è inventato l'alfabeto; quella tradizione di testi che attraversano spazi e tempi." In questa frase possiamo rivedere le 3 ere della tecnologia identificate da De Kerckhove e come appunto il medium sia il messaggio. Il talk ha toccato anche temi dell'intelligenza collettiva, della cognizione distribuita e della responsabilità che abbiamo come esseri umani di partecipare in modo attivo e critico al cambiamento. Al di là delle teorie, in questo evento si è visto concretamente come la Media Education sia un processo culturale sempre più presente e necessario. VICINOLONTANO tutto attaccato appunto
flazzarini

View of Fake news e forme di dialogo online e offline: diventare resilienti attraverso ... - 2 views

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    In questo articolo di Valerio Ferro Allodola vengono sviscerati a fondo i temi che legano il linguaggio d'odio dal dibattito pubblico alla rete. Fenomeni come l'hate speech, i troll e le fake news vengono non solo spegati ma declinati in molte delle loro sfaccettature. è predominante l'importanza dell'anno 2017, testimone del manifesto della comunicazione non ostile e della ricerca di Swaire che attesta che le persone hanno una percezione di veridicità su informazioni che confermano gli atteggiamenti preesistenti. L'autore suggerisce che la media literacy sia la soluzione, fin dalla scuola, per formare dei cittadini con spirito critico che siano consapevoli e responsabili, resilienti.
martavaila

Monitoraggio civico delle politiche pubbliche frutto delle attività del proge... - 2 views

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    Monithon (Monitoring Marathon) è una interessante iniziativa di monitoraggio civico delle politiche pubbliche. Nasce nel 2013 grazie alla disponibilità di dati aperti del portale OpenCoesione, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e si sviluppa come iniziativa indipendente grazie al lavoro di analisti ed esperti di politiche pubbliche. Monithon mette a disposizione strumenti e metodi per creare Report di Monitoraggio civico delle politiche pubbliche, attività sistematiche di controllo e valutazione dei progetti finanziati con risorse pubbliche svolte da studenti, comunità locali e associazioni. Complessivamente sono stati creati oltre 700 report, la maggior parte dei quali è frutto delle attività del progetto A Scuola di OpenCoesione (www.ascuoladiopencoesione.it), una best practice europea promossa dal Governo italiano e recentemente finanziata anche dalla Commissione europea per la sua diffusione in altri Stati membri. A Scuola di OpenCoesione è un percorso didattico innovativo finalizzato a promuovere e sviluppare nelle scuole principi di cittadinanza attiva e consapevole, attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici europei. Il percorso permette di sviluppare competenze digitali, statistiche e di educazione civica per aiutare gli studenti a progettare, analizzare, conoscere, esplorare e comunicare, con l'ausilio di strumenti digitali, come le politiche pubbliche intervengono nei luoghi in cui vivono. La didattica è organizzata secondo un modello misto con modalità di fruizione di contenuti online e lavoro di gruppo project-based attraverso l'utilizzo di tecnologie, strumenti di condivisione online, blog e social network.La partecipazione al progetto è aperta a classi di scuole secondarie di secondo grado appartenenti a qualsiasi indirizzo. L'obiettivo di ciascuna classe è realizzare una ricerca tematica per approfondir
palmadalessio

ALFABETISMO SCIENTIFICO VISUALE TRA SCIENZA E MASS MEDIA OGGI - 6 views

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    Il 25/4/1953 la struttura molecolare del DNA viene presentata nella sua forma gradica da Watson e Crick.Tale immagine è ancora oggi icona e simbolo di una scoperta scientifica fondamentale emblea di una grande trasformazione comunicativa anche mediatica. La comunicazione digitale e visuale dei concetti e delle scoperte scientifiche cambia con i mass media e oggi con il mondo digitale e virtuale propone una scienza fatta di contenuti anche attraverso e con le immagini. L'alfabetismo scientifico visuale è passato tra i mass media tradizionali e oggi si lega al mondo virtuale nei modi più disparati e lo fa nell'apprendimento, nella comunicazione quanto nella divulgazione. E riguarda teorie e teoremi, formule e operazioni, ma coinvolge anche e direttamente lo scienziato. La comunicazione scientifica oggi si lega in modo determinante all'immagine pubblica di colui che è portatore di una scienza nuova. Celebrità, immagine e scienza descrivono, oggi, concetti e significati scientifici in modo diverso, fuori da quell'ambito chiuso e nascosto delle università e dei laboratori. Una scienza per tutti che grazie ai mass media,al digitale, ai social e alle immagini le hanno consentito di esplorare aspetti nuovi nella comunicazione pubblica e mediatica rendendo condiviso e contemporaneo quel desiderio di scoperta che è fonte prima del lavoro scientifico
palmadalessio

www.rivistamicron.it/terza-pagina/scienza-e-mass-media-questioni-di-visibilita/ - 5 views

Il 25/4/1953 la molecola del DNA nella sua rappresentazione grafica viene presentata in un articolo scientifico di Watson e Crick. Oggi quella grafica è a livello di comunicazione anche il simbolo ...

Immagine comunicazione conoscenza apprendimento alfabetismo scientifico visuale visibilità celebrità

started by palmadalessio on 12 Nov 20 no follow-up yet
botz06

Adolescenti e sessualità: impatto dei contenuti espliciti dei social media - 4 views

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    La sessualità rappresenta uno degli aspetti fondamentali dell'essere umano. Ad oggi il cinema, la televisione ed internet, con la presenza di contenuti sessualmente espliciti, influenzano in maniera significativa i comportamenti e le decisioni degli adolescenti in quest'ambito. Da una parte rappresentano un pericolo, dall'altra permettono di fare chiarezza sulla propria sessualità e preoccupazioni, promuovendo la responsabilizzazione ed evitando comportamenti rischiosi futuri, più come forma di prevenzione primaria che di intervento. Nel primo caso sono stati fatti studi per osservare questo impatto nel desensibilizzare i giovani davanti a certe immagini e video, influenzando in maniera negativa i loro comportamenti, portando ad esempio ad un aumento dell'aggressività, a provare meno disgusto davanti a scene forti, ad anticipare alcune esperienze. Una limitazione di questi contenuti ritarderebbe e diminuirebbe comportamenti sessuali rischiosi. Parlando di impatti positivi, Netflix per esempio ha realizzato una serie tv "Sex Education", che parla delle difficoltà legate alla sessualità degli adolescenti in modo concreto, ma con ironia e leggerezza. Quindi, attraverso i media, non vengono realizzati solamente prodotti di svago, ma che permettono anche di aumentare la propria conoscenza. Un approccio utile secondo la ricerca di Pinkleton e colleghi, potrebbe essere l'educazione all'alfabetizzazione mediatica, che permette di sviluppare un pensiero critico sugli aspetti dei media e i loro contenuti. È stato realizzato un quasi-esperimento con risultati positivi di responsabilizzazione e resistenza alla pressione dei pari circa le prime esperienze sessuali. Esistono inoltre anche dei siti che permettono di ottenere risposte da professionisti riguardo i propri dubbi.
eleonoraboi

View of IL VALORE EDUCATIVO DEL DIGITAL STORYTELLING | Media Education - 5 views

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    La narrazione è un tema molto antico che ha percorso tutti i tempi, compresi i giorni nostri grazie ai nuovi media, dando un contributo storico e culturale notevole. La narrazione è un potente mezzo di espressione che da voce non solo ai pensieri ma anche alle emozioni degli individui. Già Bruner nel 1991 aveva identificato due modalità riferite alle nostre strutture cognitive: una legata al pensiero razionale e la modalità del pensiero narrativo attraverso cui possiamo strutturare la nostra esperienza e interagire con il mondo sociale. Il digital storytelling si avvale di più codici comunicativi e permette di apprendere competenze alfabetiche, compositive/espressive, tecnologiche, ma anche critiche e partecipative, non è un semplice prodotto multimediale, ma uno strumento di partecipazione nella sua realizzazione. La sua natura partecipativa, combinata con la componente narrativa e la dimensione emozionale, la sua autenticità, il suo aspetto creativo, la sua predisposizione al lavoro di gruppo, risulta essere per il discente stimolante e motivante e per questi motivi può innescare un processo di apprendimento significativo. Il digital storytelling facilita l'acquisizione di competenze metacognitive come una migliore comprensione, la capacità di selezionare le fonti, lo sviluppo del pensiero critico, la competenza etica e favorisce l'alfabetizzazione tecnologica. Per queste caratteristiche può essere uno strumento prezioso per la didattica e un valido supporto per gli insegnanti, che possono aiutare lo studente ad avere un ruolo attivo nell'apprendimento. D'altronde anche se in modo inconsapevole lo storytelling ha sempre fatto parte della didattica, con il digital l'insegnante ha la possibilità di sperimentare nuove modalità di insegnamento.
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