Iniziamo con la definizione. La parola fa intuire che si tratti di qualcosa legato a specifici momenti. Brevi fasi in cui è prevista un'esperienza di apprendimento. In un mondo estremamente connesso, in cui si sono moltiplicate a dismisura le occasioni per conoscere posti/gente/iniziative, tante possono essere le possibilità per imparare, anche nei momenti e nei modi più inaspettati. Se non vi sembra possibile o vi sembra troppo "semplicistico", provate a pensare a una situazione "comune" a tutti noi. Un momento di microlearning - possibile grazie al mobile - e anche di "learning by doing": state anche imparando "facendo". Facciamo un altro esempio: dovete fare una presentazione su Power Point e in ufficio siete da soli, è tardi, dovete sbrigarvi e non sapete come fare a inserire un video o a gestire i diversi livelli all'interno di una slide. Cosa fate? Cercate su YouTube un tutorial che vi spieghi quel "pezzetto" e poi l'applicate. State pur certi che da quel giorno vi ricorderete per sempre come si fa. E probabilmente lo direte anche ad altri. Prendete ancora l'app Duolingo, per esercitarsi con una lingua già conosciuta o cominciare a prenderne familiarità: l'obiettivo è giornaliero, il metodo è quello del gioco, del quiz, in cui l'utente deve per forza agire e interagire e lo fa nel momento che vuole e ovunque si trovi. Questo grazie a sessioni brevi in cui il materiale formativo viene scomposto in maniera facilmente digeribile (niente di più niente di meno di quando i nutrizionisti dicono "Mangia 5 volte al giorno e poco anziché abbuffarti a pranzo e a cena"), in modo tale che sia possibile di volta in volta affrontare un singolo obiettivo di apprendimento. La maggior parte delle volte le esperienze di microlearning avvengono nella nostra vita senza che ce ne rendiamo conto e in momenti brevi e quasi "insignificanti". Leggendo un articolo sulla metro, chiacchierando con qualcuno, ascoltando un podcast mentre ci prepariamo per uscire o stiamo correndo al parco. Momenti a cui spesso non facciamo caso, ma che condizionano il nostro modo di apprendere a tal punto che, anche in contesti più formali, ci aspettiamo di rivivere la stessa leggerezza. Come cambia la formazione: i formati del microlearning
Inutile dire che digital e microlearning vanno di pari passo. Il digital infatti riesce a rispondere alle esigenze di apprendimento sfruttando i micro momenti. I contenuti devono essere disponibili a qualsiasi ora del giorno e della notte, essere costruiti in modo da sembrare personalizzati e adattabili, accessibili con qualsiasi device (computer, smartphone o tablet, non deve cambiare nulla nella fruizione). Il tutto all'insegna della flessibilità. Altro aspetto importante è la ricchezza dei media e dei cosiddetti formati. Progettare delle lezioni usando il microlearning vuol dire avvalersi di app, pagine di blog, infografiche, webinar brevi, sessioni con questions and answers, brevi e-book, pdf, pillole di formazione della durata di 15 minuti erogate tramite Hangout di Google, Whereby (piattaforma per fare call), Skype e così via. Così come Stories su Instagram, video sui social, una serie di post con cadenza settimanale, una rubrica su Telegram. Il tutto all'insegna del micro momento, della brevità, ma soprattutto dell'efficienza. Il medium scelto deve servire a far sedimentare i contenuti veicolati - senza troppe informazioni - e a sfruttare al meglio la nostra capacità di concentrazione ridotta. Tutte cose cui bisogna pensare anche quando si progetta un corso cosiddetto "tradizionale", in aula, della durata di 6-8 ore. Può essere infatti un'ottima strategia per chi fa formazione, in azienda e non solo, prevedere dei momenti di microlearning qualche giorno prima per catturare l'attenzione e allineare tutti allo stesso livello, prevederli anche dopo che il corso si è concluso (per fare una sorta di recap o approfondimento su alcuni punti) o come momenti strutturati in aula con attività di gaming di gruppo con i cosiddetti role play. I vantaggi del microlearning
Quali sono altri vantaggi del microlearning? Eccoli in una sorta di elenco "take away": * Coinvolgimento limitato ma costante, del 50% in più rispetto ai corsi tradizionali * Brevità: di solito si va di 3 minuti a massimo 15 minuti * Meno sforzi nella costruzione dei contenuti formativi * Per chi apprende: la possibilità di fruire dei contenuti ovunque in qualunque orario, in modalità "smart learning" * Favorire l'onboarding, in azienda, senza sovraccaricare eccessivamente * Creare degli appuntamenti brevi di approfondimento per chi è in azienda da tempo e non ne ha molto da impiegare alla formazione * Puntare sull'aspetto ludico: imparare giocando, tramite un tool o tramite un'app può essere un'ottima scelta * Avere un livello di attenzione più alto e miglior ROI: ossia il ritorno del costo dell'investimento. Esempi l microlearning è una importante tendenza nell'universo della formazione, ma probabilmente ognuno di noi lo ha già sperimentato (anche inconsapevolmente) nella vita quotidiana. Il fulcro della questione è che i contenuti della formazione devono essere facilmente "digeribili", quindi pertinenti, coinvolgenti e facili da fruire (attraverso diversi device e in ogni momento). Rispetto alla formazione tradizionale, questo approccio permette di massimizzare lo sviluppo di conoscenza e riduce i tempi e i costi di produzione. Non esistono standard che definiscano quanto deve durare o quanti argomenti debba trattare il microlearning: la regola sensata è quella di fermarsi quando le persone potrebbero smettere di essere coinvolte e, quindi, di imparare. Alcuni degli esempi più semplici ma più potenti di microlearning che si presentano nelle nostre vite quotidiane sono dati per scontati perché sottovalutiamo spesso l'apprendimento incrementale. Per esempio? Di seguito alcuni esempi di microlearning che sperimentiamo nella vita quotidiana:
1. Progettazione di siti web "Ho ricevuto una certificazione nell'analisi dei siti Web, ma, senza rinforzo, ho dimenticato la maggior parte di ciò che ho imparato. Il design del sito web è un ottimo esempio di microlearning che è guidato da analisi. Per ottimizzare il traffico del sito Web e i risultati delle conversioni, gli operatori progettano, distribuiscono, raccolgono dati, eseguono regolazioni (molte volte, micro-regolazioni), riprogettano. Questo processo avviene su base mensile. Tutto procede per cambiamenti incrementali che, spesso nessuno nota, ma creano il risultato finale. Così deve essere anche per i tuoi corsi di formazione." 2. Le sfide sportive complesse "Dopo aver avuto un incidente in cui mi ruppi una clavicola, 4 costole e mi si perforò un polmone ho dovuto "insegnare" ai miei polmoni a funzionare correttamente e riprendere forza passo passo. Dopo essermi quasi completamente ripreso, mi sono informato su ciò che mi sarebbe servito per completare un Ironman Triathlon (cosa che prima non avevo mai fatto). I presupposti necessari all'Ironman includevano centinaia di elementi: la corsa, il nuoto, la nutrizione, i soldi, i viaggi, la logistica, la bicicletta, l'attrezzatura di supporto, l'abbigliamento ... La lista è apparentemente infinita, ma il punto è che nessuno completa con successo un Ironman senza "analizzare" i componenti necessari e testarli singolarmente ripetutamente per mesi. I dati e l'analisi sono fondamentali per essere in grado di apportare modifiche per ottimizzare le prestazioni e l'utilizzo di strumenti vari. Così funziona anche l'approccio alla formazione in microlearning" 3. Imparare a scrivere e parlare "L'unica app con cui ho lasciato giocare mio figlio sullo smartphone è un'app microlearning perfetta per i bambini: Endless Reader. Questa applicazione presenta parole e fonemi accompagnati da animazioni interattive che mostrano il significato delle parole e come scriverle. Ogni parola è presentata come una carta nella bocca di un mostro. I bambini scorrono le carte per scegliere la parola che vogliono esplorare. Quando toccano la carta, sentono la parola e la vedono scritta prima che la carta si rimescoli con le altre. I bambini poi devono ricostruire la parola abbinando le lettere nella giusta posizione, trascinandole. Quando toccano una lettera, sentono il suo suono fonetico e il suo nome. La frase creata verrà quindi letta ad alta voce, mentre verrà visualizzata un'animazione dimostrativa. Quindi, i bambini potranno giocare con l'animazione, ascoltare di nuovo la frase o passare ad un'altra parola. Mio figlio ci gioca da un anno e ha davvero ampliato il vocabolario: riconosce lettere e parole a soli 3 anni." "Come appassionata di benessere sono sempre stata interessata alla meditazione, ma non ho mai trovato abbastanza tempo da dedicarvi. Un'app chiamata Headspace ha introdotto un modo per meditare in formato "micro" e accessibile. Il corso introduttivo dura 10 giorni: ogni giorno vengono richiesti 5-10 minuti (in base al programma del giorno) per una meditazione guidata. Secondo il sito web Headspace, "Imparare a meditare è come imparare qualsiasi altra abilità. Pensa ad essa come ad un muscolo che non hai mai veramente funzionato prima e che devi allenare... Ci vuole pratica costante per mettersi a proprio agio. Ed è più facile se hai un insegnante."
Iniziamo con la definizione. La parola fa intuire che si tratti di qualcosa legato a specifici momenti. Brevi fasi in cui è prevista un'esperienza di apprendimento. In un mondo estremamente connesso, in cui si sono moltiplicate a dismisura le occasioni per conoscere posti/gente/iniziative, tante possono essere le possibilità per imparare, anche nei momenti e nei modi più inaspettati. Se non vi sembra possibile o vi sembra troppo "semplicistico", provate a pensare a una situazione "comune" a tutti noi.
Un momento di microlearning - possibile grazie al mobile - e anche di "learning by doing": state anche imparando "facendo".
Facciamo un altro esempio: dovete fare una presentazione su Power Point e in ufficio siete da soli, è tardi, dovete sbrigarvi e non sapete come fare a inserire un video o a gestire i diversi livelli all'interno di una slide. Cosa fate? Cercate su YouTube un tutorial che vi spieghi quel "pezzetto" e poi l'applicate. State pur certi che da quel giorno vi ricorderete per sempre come si fa. E probabilmente lo direte anche ad altri.
Prendete ancora l'app Duolingo, per esercitarsi con una lingua già conosciuta o cominciare a prenderne familiarità: l'obiettivo è giornaliero, il metodo è quello del gioco, del quiz, in cui l'utente deve per forza agire e interagire e lo fa nel momento che vuole e ovunque si trovi.
Questo grazie a sessioni brevi in cui il materiale formativo viene scomposto in maniera facilmente digeribile (niente di più niente di meno di quando i nutrizionisti dicono "Mangia 5 volte al giorno e poco anziché abbuffarti a pranzo e a cena"), in modo tale che sia possibile di volta in volta affrontare un singolo obiettivo di apprendimento.
La maggior parte delle volte le esperienze di microlearning avvengono nella nostra vita senza che ce ne rendiamo conto e in momenti brevi e quasi "insignificanti". Leggendo un articolo sulla metro, chiacchierando con qualcuno, ascoltando un podcast mentre ci prepariamo per uscire o stiamo correndo al parco. Momenti a cui spesso non facciamo caso, ma che condizionano il nostro modo di apprendere a tal punto che, anche in contesti più formali, ci aspettiamo di rivivere la stessa leggerezza.
Come cambia la formazione: i formati del microlearning
Inutile dire che digital e microlearning vanno di pari passo. Il digital infatti riesce a rispondere alle esigenze di apprendimento sfruttando i micro momenti.
I contenuti devono essere disponibili a qualsiasi ora del giorno e della notte, essere costruiti in modo da sembrare personalizzati e adattabili, accessibili con qualsiasi device (computer, smartphone o tablet, non deve cambiare nulla nella fruizione). Il tutto all'insegna della flessibilità. Altro aspetto importante è la ricchezza dei media e dei cosiddetti formati.
Progettare delle lezioni usando il microlearning vuol dire avvalersi di app, pagine di blog, infografiche, webinar brevi, sessioni con questions and answers, brevi e-book, pdf, pillole di formazione della durata di 15 minuti erogate tramite Hangout di Google, Whereby (piattaforma per fare call), Skype e così via. Così come Stories su Instagram, video sui social, una serie di post con cadenza settimanale, una rubrica su Telegram. Il tutto all'insegna del micro momento, della brevità, ma soprattutto dell'efficienza.
Il medium scelto deve servire a far sedimentare i contenuti veicolati - senza troppe informazioni - e a sfruttare al meglio la nostra capacità di concentrazione ridotta.
Tutte cose cui bisogna pensare anche quando si progetta un corso cosiddetto "tradizionale", in aula, della durata di 6-8 ore. Può essere infatti un'ottima strategia per chi fa formazione, in azienda e non solo, prevedere dei momenti di microlearning qualche giorno prima per catturare l'attenzione e allineare tutti allo stesso livello, prevederli anche dopo che il corso si è concluso (per fare una sorta di recap o approfondimento su alcuni punti) o come momenti strutturati in aula con attività di gaming di gruppo con i cosiddetti role play.
I vantaggi del microlearning
Quali sono altri vantaggi del microlearning? Eccoli in una sorta di elenco "take away":
* Coinvolgimento limitato ma costante, del 50% in più rispetto ai corsi tradizionali
* Brevità: di solito si va di 3 minuti a massimo 15 minuti
* Meno sforzi nella costruzione dei contenuti formativi
* Per chi apprende: la possibilità di fruire dei contenuti ovunque in qualunque orario, in modalità "smart learning"
* Favorire l'onboarding, in azienda, senza sovraccaricare eccessivamente
* Creare degli appuntamenti brevi di approfondimento per chi è in azienda da tempo e non ne ha molto da impiegare alla formazione
* Puntare sull'aspetto ludico: imparare giocando, tramite un tool o tramite un'app può essere un'ottima scelta
* Avere un livello di attenzione più alto e miglior ROI: ossia il ritorno del costo dell'investimento.
Esempi
l microlearning è una importante tendenza nell'universo della formazione, ma probabilmente ognuno di noi lo ha già sperimentato (anche inconsapevolmente) nella vita quotidiana.
Il fulcro della questione è che i contenuti della formazione devono essere facilmente "digeribili", quindi pertinenti, coinvolgenti e facili da fruire (attraverso diversi device e in ogni momento). Rispetto alla formazione tradizionale, questo approccio permette di massimizzare lo sviluppo di conoscenza e riduce i tempi e i costi di produzione.
Non esistono standard che definiscano quanto deve durare o quanti argomenti debba trattare il microlearning: la regola sensata è quella di fermarsi quando le persone potrebbero smettere di essere coinvolte e, quindi, di imparare.
Alcuni degli esempi più semplici ma più potenti di microlearning che si presentano nelle nostre vite quotidiane sono dati per scontati perché sottovalutiamo spesso l'apprendimento incrementale. Per esempio? Di seguito alcuni esempi di microlearning che sperimentiamo nella vita quotidiana:
1. Progettazione di siti web
"Ho ricevuto una certificazione nell'analisi dei siti Web, ma, senza rinforzo, ho dimenticato la maggior parte di ciò che ho imparato. Il design del sito web è un ottimo esempio di microlearning che è guidato da analisi. Per ottimizzare il traffico del sito Web e i risultati delle conversioni, gli operatori progettano, distribuiscono, raccolgono dati, eseguono regolazioni (molte volte, micro-regolazioni), riprogettano. Questo processo avviene su base mensile. Tutto procede per cambiamenti incrementali che, spesso nessuno nota, ma creano il risultato finale. Così deve essere anche per i tuoi corsi di formazione."
2. Le sfide sportive complesse
"Dopo aver avuto un incidente in cui mi ruppi una clavicola, 4 costole e mi si perforò un polmone ho dovuto "insegnare" ai miei polmoni a funzionare correttamente e riprendere forza passo passo. Dopo essermi quasi completamente ripreso, mi sono informato su ciò che mi sarebbe servito per completare un Ironman Triathlon (cosa che prima non avevo mai fatto).
I presupposti necessari all'Ironman includevano centinaia di elementi: la corsa, il nuoto, la nutrizione, i soldi, i viaggi, la logistica, la bicicletta, l'attrezzatura di supporto, l'abbigliamento ... La lista è apparentemente infinita, ma il punto è che nessuno completa con successo un Ironman senza "analizzare" i componenti necessari e testarli singolarmente ripetutamente per mesi. I dati e l'analisi sono fondamentali per essere in grado di apportare modifiche per ottimizzare le prestazioni e l'utilizzo di strumenti vari. Così funziona anche l'approccio alla formazione in microlearning"
3. Imparare a scrivere e parlare
"L'unica app con cui ho lasciato giocare mio figlio sullo smartphone è un'app microlearning perfetta per i bambini: Endless Reader. Questa applicazione presenta parole e fonemi accompagnati da animazioni interattive che mostrano il significato delle parole e come scriverle. Ogni parola è presentata come una carta nella bocca di un mostro.
I bambini scorrono le carte per scegliere la parola che vogliono esplorare. Quando toccano la carta, sentono la parola e la vedono scritta prima che la carta si rimescoli con le altre. I bambini poi devono ricostruire la parola abbinando le lettere nella giusta posizione, trascinandole.
Quando toccano una lettera, sentono il suo suono fonetico e il suo nome. La frase creata verrà quindi letta ad alta voce, mentre verrà visualizzata un'animazione dimostrativa. Quindi, i bambini potranno giocare con l'animazione, ascoltare di nuovo la frase o passare ad un'altra parola.
Mio figlio ci gioca da un anno e ha davvero ampliato il vocabolario: riconosce lettere e parole a soli 3 anni."
"Come appassionata di benessere sono sempre stata interessata alla meditazione, ma non ho mai trovato abbastanza tempo da dedicarvi. Un'app chiamata Headspace ha introdotto un modo per meditare in formato "micro" e accessibile. Il corso introduttivo dura 10 giorni: ogni giorno vengono richiesti 5-10 minuti (in base al programma del giorno) per una meditazione guidata.
Secondo il sito web Headspace, "Imparare a meditare è come imparare qualsiasi altra abilità. Pensa ad essa come ad un muscolo che non hai mai veramente funzionato prima e che devi allenare... Ci vuole pratica costante per mettersi a proprio agio. Ed è più facile se hai un insegnante."