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massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
giannib71

Microlearning - 3 views

Microlearning Iniziamo con la definizione. La parola fa intuire che si tratti di qualcosa legato a specifici momenti. Brevi fasi in cui è prevista un'esperienza di apprendimento. In un mondo estre...

#apprendimento;#brevità;#learning by doing;#tecnologie

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
vevy92

Media education e lavoro con i pari - Famiglia Cristiana - 7 views

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    Ho scelto questo articolo principalmente per un motivo personale, perché sono una ragazza e, in un certo senso, sento di appartenere al gruppo dei "nativi digitali" di Prensky. Sebbene oramai televisione, computer e smartphone siano parte integrante della mia vita, ritengo di riuscire ad avere un certo distacco emotivo da essi. Ricordo bene quando un mio professore del liceo ci parlò dell'opportunità di rimpiazzare i libri con i tablet, ma ancora di più mi ricordo la sua risposta, che mi diede una "scossa": in sintesi, ci fece capire che la figura del docente sarebbe potuta scomparire, ma soprattutto che sarebbe stato difficile far mantenere concentrati gli alunni, i quali, con una connessione internet attiva, avrebbero potuto navigare in rete in qualsiasi momento, trascurando così le lezioni. Premetto che il mio giudizio è estremamente influenzato dal fatto che considero i libri qualcosa di "sacro" e non potrei/vorrei mai sostituire il cartaceo, che con il suo odore, o colore, o la sua forma sa dare delle emozioni. Mi sembra impossibile pensare che anche l'educazione finisca per essere interamente trasmessa tramite degli strumenti tecnologici. Con questo non voglio dire che sia un metodo inefficace, perché sarebbe un'incoerenza con il percorso di studi che ho affrontato finora in Uninettuno, e soprattutto perché ritengo che sia importante imparare ad utilizzare i media e affiancarli alle attività scolastiche. Semplicemente penso che il contatto umano sia essenziale per la crescita, soprattutto perché è negli anni della scuola che si forma un individuo. Però, vorrei mettere in luce un aspetto: ho 21 anni, e sono uscita da poco dal liceo. Fino a qualche anno fa era raro avere internet sul telefono, e ci si limitava a mandarsi qualche messaggio di nascosto, durante le lezioni; adesso, che con questa Università telematica sono quasi sempre a casa, mi accorgo che i ragazzi passano ore intere su Facebook, nelle quali invece dovrebbero seguire gli insegnan
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    L'articolo, pubblicato sul sito di "Famiglia Cristiana", affronta il tema dell'educazione dei media nella scuola analizzando la media education sotto le tre diverse accezioni ovvero: 1. Strumento da utilizzare nella formazione; 2. Capacità di comprensione critica dei media; 3. Competenza necessaria per la formazione dei media educator. Punto focale dell'articolo è la necessità di far acquisire ai ragazzi una capacità critica nei confronti dei nuovi media per impedire che vengano vissuti per "immersione" poiché da molto tempo ormai, sono presenti massivamente nella scuola ma soprattutto nella quotidianità. Fondamentale, quindi, un'"educazione ai media" ovvero un'educazione rivolta alla lettura critica ed alla comprensione dei vari linguaggi affinché i ragazzi riescano a interpretare quelle che sono le diverse rappresentazioni della realtà ed evitare l'assorbimento passivo delle informazioni. Compito dei media educator dovrebbe essere proprio quello di aiutare nella formazione di un pensiero libero, indipendente e non manipolato. Altro aspetto sollevato nell'articolo è la funzione che i nuovi media dovrebbero avere ossia non di semplice trasferimento di nozioni, quanto di vera e propria costruzione della conoscenza. Utilizzando i diversi strumenti a loro disposizione, dalle foto, ai filmati, ai video creati dagli stessi ragazzi si vanno a creare le cosiddette cooperative learning con le quali ognuno, svolgendo la funzione di pari più capace, può mettere a disposizione il proprio sapere per una condivisione comune. E' un tipo di apprendimento mirato alla discussione ma soprattutto a quella che De Kerckhove sosteneva essere la cognizione distribuita, il proprio sapere, le proprie risorse cognitive, al servizio di tutti.
saramucedola

Diritto all'educazione e nuove tecnologie. Sulla necessità di un approccio co... - 4 views

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    L' articolo vuole mostrare come l'avvento dei nuovi media e la grande distribuzione tra i giovani di nuove tecnologia debbano andare di pari passo, per quanto possibile, con gli ambienti e i processi educativi ed istruttivi. L'autore mette in risalto i pregi di delle nuove tecnologie come ad esempio l'e-learning e di come la tecnologia favorisca l'affermazione di un livello di didattica personalizzata oltre che permettere a milioni di individui di accedere ad un'esperienza ritagliata sulle proprie esigenze; cosi' come la possibilita' di avere una memoria ''esterna'', online e come questa memoria esterna possa favorire un approccio troppo frettoloso alle informazioni difettando l' attivita' di ricerca e di come le nuove tecnologie vadano ad influenzare i processi mentali ed il pensiero. Seppur vi sono dei rischi quali appunto quello di non allenare la memoria, e' anche vero che nessun sapere puo' chiudersi esclusivamente all'uso delle nuove tecnologie. L'educazione digitale rimane un terreno di dibattito e confronto che separa non solo insegnanti ed educatori ma anche giuristi, informatici e sociologi che provano ad orientarsi tra le possibili minacce e i vantaggi di cui i new media dispongono. Urge quindi un approccio ponderato ed equilibrato: il primo compito degli educatori e' quello di non affidare il controllo totale ai mezzi tecnologici omettendo di vigilare sui linguaggi, divulgazioni e contenuti, ciò che conta è cercare di favorire un'apertura consapevole verso le ICT, mantenendosi fedeli ai principi educativi e, al contempo, scongiurando l'adozione di atteggiamenti troppo ingenui oppure esageratamente critici. Emerge l'importanza di un'educazione che sappia guardare al digitale e che, al contempo, sia capace di farsi essa stessa digitale. L'informazione rispetto ai pericoli legati all'uso improprio dei mezzi e delle strumentazioni possono concretizzarsi solo nel caso in cui l'educatore si sottragga al
inesgio

MEDIA, ETHICAL NORMS AND MEDIA LITERACY EDUCATION | Ljajić | Facta Universita... - 4 views

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    L'articolo tratta la tematica legate alle norme etiche relative ai nuovi media e alla necessità forte di applicare una educazione ai media e promuoverne l'alfabetizzazione. Il punto di vista dell'articolo è estremamente interessante, ricalca sicuramente tutti quelli che sono dubbi e complessità affrontate dalla "sfida etica" ai nuovi media. Lo affronta sia da un punto di vista giornalistico e dunque dalla necessità di creare delle linee guida basate sul rispetto della proprietà intellettuale, dell'identità, alla moralità, alla competenza e al buon senso proprio perchè come abbiamo visto il veloce avvento dei media e la loro diffusione non ha permesso uno sviluppo altrettanto veloce di quelle norme che ne permettessero un utilizzo sicuro e anche facilitato. Da Habemas, Klippers, Giles fino a White abbiamo un excursus di analisi e ricerche che basandosi sulla necessità profonda di avere linee guida precise e chiare che possano indirizzare non solo gli enti e lo stato ma anche il singolo cittadino esposto e più "fragile" alla potenza di canale mediatico che è utilizzato anche dallo Stato, come in passato, come strumento di propaganda e diffusione di concetti precisi, ove più egualitari ove meno (ad esempio nei reggimi autoritari dove si attua censura e propaganda politica). In linea di massima, l'alfabetizazione digitale è l'unica soluzione praticabile e possibile che permetta llo sviluppo di quello spirito critico del singolo che gli permetta di discriminare sia in termini di notizie (fake news ecc) sia in termini di maggiore consapevolezza nell'utilizzo dei nuovi media anche in un ottica più sicura per se stessi e per gli altri. Evitando le derive anche patologiche a cui ci sta abituando proprio l'informazione mediatica e permettere un utilizzo sano e ottimale. Iniziare quindi nelle scuole permettendo proprio ai bambini, i più fragili, di sviluppare quella competenza critica sin dall'infanzia che non li renda manipolabili è soggetti pass
michelegiaconi2

View of La didattica universitaria a distanza durante e dopo la pandemia: impatto e pro... - 18 views

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    Anderson: definisce la didattica online come una tra le tante possibilità di insegnamento e apprendimento attualmente esistenti, avente come peculiarità la possibilità di offrire un accesso all'esperienza educativa più flessibile per quanto riguarda gli spazi e i tempi, dal momento che non implica la compresenza in un determinato luogo di docente e discenti e contempla la fruizione asincrona; tale caratteristica le consente di essere potenzialmente accessibile a un numero incredibilmente elevato di utenti, raggiungendo soggetti ai quali la frequenza a forme in presenza sarebbe preclusa, per motivi personali, lavorativi, economici, geografici . Sempre secondo Anderson, un ulteriore aspetto che la contraddistingue è il superamento del testo scritto come unico ambiente di apprendimento lineare e la proposta di un approccio multimediale, che sappia "abbandonare la logica sequenziale del manuale" per procedere in modo ipertestuale e reticolare, favorendo l'interazione tra i saperi e una concezione della conoscenza come costante costruzione e ridefinizione attuata dal soggetto in modo attivo, opportunamente sollecitato da stimoli provenienti sia dalla cosiddetta educazione formale, sia da quella informale e non formale. L'efficacia dei percorsi di e-Learning poggia in buona parte sul grado di autonomia che il fruitore sa esercitare e padroneggiare , in quanto egli stesso, libero da controlli e condizionamenti, è responsabile del successo del proprio processo di apprendimento. Arriverà speriamo il prima possibile, il tempo in cui verranno trovate e messe in atto contromisure al coronavirus "Covid-19" e assestamenti organizzativi e logistici efficaci al punto tale da consentire un ritorno alla piena frequentazione delle lezioni in presen
fabiogibaldo

Paper, Pen and Phone: un esempio di progetto didattico e di Media Education. - 3 views

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    Il progetto educativo PPP (Pen, Paper and Phone) è un esempio di didattica improntata agli assunti teorici della Media Education e dell'Apprendimento Significativo. Si tratta di un insieme di pratiche il cui fine è quello di abilitare gli studenti allo sviluppo di new media literacies e digital literacies, attraverso il "potenziamento" di literacies tradizionali, riconosciute come presenti ma "attenuate" nei "nativi digitali" in genere: lettura, scrittura, ricerca di informazioni, analisi critica dei testi mediali. La comprensione critica e concettuale è funzionale a tale scopo: gli argomenti prescelti per lo studio e la ricerca da parte degli studenti, sono concepiti come "strumenti", veri e propri pretesti per fornire opportunità di sviluppo di un set di abilità sociali e competenze culturali che predispongono ad un "lifelong learning" e, in ultima analisi, alla piena partecipazione alla Cittadinanza Digitale, democratica e attiva. Gli insegnanti sfruttano la congenialità con i media (nella fattispecie smart phones), utilizzati o meglio vissuti dagli studenti sempre più come "sistema dei media" e vero e proprio "ambiente di vita", al fine di predisporre ambienti di apprendimento informale e cooperativo. Gli autori del progetto muovono dalla consapevolezza che la semplice didattica fondata sull'impiego di media elettronici e digitali, come meri supporti didattici, conduca a forme di apprendimento superficiale e meccanico, se non sostenuta da un protocollo di lavoro ad hoc e da un adeguato apparato teorico e metodologico di ricerca. Da qui lo sviluppo di una propria Metodologia di ricerca didattica e l'individuazione di obiettivi e strategie valutative (mappatura concettuale) per poter misurare l'efficacia dell'intervento.
rmaracchioni

Digital media consumption and fake news as a challenge to lifelong learning - 1 views

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    Nell'articolo di Susanne Shumacher e Barbara Gross si evidenzia come il pensiero critico e l'alfabetizzazione digitale siano competenze chiave nell'era dell'informazione, cruciali per combattere la disinformazione e promuovere un'educazione efficace e duratura. Nello specifico la ricerca pone un forte accento sull'importanza dell'alfabetizzazione digitale come parte integrante dell'apprendimento permanente (lifelong learning): è fondamentale ricordare che l'alfabetizzazione digitale dura per tutta la vita e non si esaurisce in un singolo periodo di formazione. Si parla infatti di un percorso di sviluppo continuo, necessario per affrontare le sfide poste dai cambiamenti rapidi della società e della cultura digitale, che coinvolge gli studenti ma anche e soprattutto gli insegnanti. Le autrici, Susanne Schumacher e Barbara Gross, sono ricercatrici attive nel campo dell'educazione mediale e dell'alfabetizzazione digitale presso l'università di Bolzano. Hanno collaborato in studi e pubblicazioni sul tema dell'educazione civica digitale, in particolare focalizzandosi su come affrontare la disinformazione e le fake news nel contesto educativo. Il loro lavoro si concentra sulla necessità di promuovere l'alfabetizzazione mediale e lo sviluppo di competenze critiche nei giovani, per prepararli a navigare in un ambiente digitale complesso e in continua evoluzione. Barbara Gross è nota per diversi studi sull'educazione multiculturale e il multilinguismo (https://www.tu-chemnitz.de/phil/ipp/jun_prof/professur/inhaber.html.en) e Susanne Shumacher per approfondimenti di natura pedagogica anche sulla formazione degli insegnanti (testo in tedesco ma facilmente traducibile con facili strumenti on line https://mediarep.org/server/api/core/bitstreams/da639d6f-f72f-455e-bf50-f0a536ec8ed8/content).
vdipaola

Il Mobile Learning attraverso la nuova rete LoRaWAN... - Google Scholar - 5 views

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    L'articolo pubblicato il 31 dicembre 2020 da Firenze University press (www.fupress.com/sf) nel n. 2-2020 Studi sulla Formazione del Open Journal of Education, è scritto da Giuseppe De Simone Ricercatore di Pedagogia sperimentale - Università di Salerno; Michele Domenico Todino Docente di tecnologie didattiche per l'inclusione - l'Università degli Studi del Sannio di Benevento; Maria Annarumma Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale - Università di Salerno. L' articolo cerca di fornire una definizione chiara del Mobile Learning e delle sue caratteristiche, inoltre cerca di descrivere come il Mobile Learning potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti nell'apprendimento nella quotidianità sia in luoghi di apprendimento formale che informale. Infine, questo lavoro esplora l' evoluzione delle tecnologie di telecomunicazione con una descrizione delle IoT -Internet of Things e della Rete LoRaWan per stimare come sarà il Mobile Learning di domani.
jelenaferri

I principali social network utilizzati da Gen Z e Alpha nell' istruzione formale - 1 views

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    Questo articolo scientifico analizza l'uso dei social network sites (SNSs) nell'ambito dell'istruzione, concentrandosi sulle generazioni Z e Alpha, che sono cresciute con i social media. Attraverso una revisione sistematica di otto articoli pubblicati tra il 2019 e il 2023, l'articolo valuta l'impatto di piattaforme come WhatsApp, Twitter, Instagram e TikTok sulla scuola secondaria di secondo grado, esaminando aspetti quali motivazione, collaborazione, creatività e risultati. Si evidenzia la possibilità di integrare l'educazione informale tramite i social network con l'istruzione formale, offrendo una panoramica su come incorporare le comunità virtuali di pratica nei processi di insegnamento e apprendimento. Si sottolinea anche come le tecnologie digitali, incluso l'uso dei social media, stiano influenzando profondamente le abitudini e gli stili di vita delle generazioni Z e Alpha. Si menziona che, nonostante la pandemia da COVID-19 abbia accelerato l'adozione delle tecnologie mobili nella scuola, esiste ancora una certa resistenza nell'integrare i social media nell'ambiente educativo. Tuttavia, si riconosce che questi possono facilitare la formazione di comunità online dinamiche e collaborative, contrastando fenomeni negativi. L'articolo propone di colmare il divario nella ricerca scientifica sui social media come ambienti di apprendimento, esplorando metodologie come Media Education, Social Learning Network, Mobile Learning, e-learning, Microlearning e Distance Learning per identificare pratiche efficaci nell'istituire comunità di apprendimento virtuali tra studenti e docenti delle generazioni Z e Alpha.
lballarin

The Impact of Technology on People with Autism Spectrum Disorder - 3 views

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    Questo articolo è una ricerca evidence-based, che tratta di come la tecnologia possa dare accesso alle persone nello spettro autistico a differenti modi di apprendimento in una maniera più confortevole e più dimensionata al loro tipo di funzionamento. Oltre a dare una spiegazione di base su cosa sia l'autismo, e su quali sono le percentuali di incremento delle diagnosi di autismo negli Stati Uniti negli ultimi anni, spiega come il mondo cibernetico e in particolare quello dei videogames siano un ambiente particolarmente adatto ed apprezzato dalle persone (bambini ragazzi e adulti) nello spettro autistico. Considerato questo, pone in luce i diversi metodi di approccio dall'e-learning classico al gaming, che sfrutta i simboli e i sistemi tipici della tecnologia di intrattenimento (videogames) e il tipo di script usato per quel determinato media per insegnare attraverso di esso alcune specifiche situazioni reali. Quindi eseguono varie ricerche attraverso questionari di gradimento e ricerche su tags nei motori di ricerca per evidenziare le risposte al quesito "quanto la tecnologia contribuisce all'apprendimento e allo sviluppo di determinate abilità in soggetti ASD". Sono poi stati evidenziati, come risultanti di questi tipi di ricerca basati sull'analisi fattoriale e di interviste, che vi sono vari livelli di sviluppo e apprendimento a seconda del media utilizzato: performance migliori rispetto all'utilizzo classico dei sistemi scolastici, sviluppo di capacità di regolazione cognitivo emotiva appreso dal sistema di gaming e riportato nella realtà, apprendimento di abilità di programmazione informatica. In conclusione la ricerca mostra che la tecnologia è molto autistic-friendly, sia perché ben si adatta alle funzionalità delle persone ASD sia perché riesce a colmare alcuni gap che nelle strutture scolastiche classiche restano di difficile accesso. Si pone quindi maggiore attenzione sui punti forza e non sui deficit.
maddamadda

Learn to code, Code to learn - 0 views

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    Articolo scritto da Mitchel Resnick, Professor of Learning Research presso il MIT Media Lab( prestigioso laboratorio , centro di ricerca e innovazione tecnologica), pubblicato anche su Edsurge.com e disponibile al seguente link : https://www.edsurge.com/news/2013-05-08-learn-to-code-code-to-learn L'articolo esprime chiaramente, già a partire dal titolo, quale sia l'obiettivo cui tende l' attività del programmare. Essa , come sottolinea Resnick, non è fine a se stessa in quanto le persone nel momento stesso in cui programmano , imparano altro. Oltre ad imparare concetti pertinenti alla matematica, imparano altre abilità, prime fra tutte quelle di risolvere problemi, pianificare progetti e condividere idee. La nascita di Scratch, un linguaggio di programmazione visuale, e della relativa comunità on line, rappresenta il croncretizzarsi della possibilità di rendere la programmazione accessibile a tutti. Così chiunque potrà realizzare storie, animazioni , simulazioni... ed essere attivi nella società digitale.
macrillocarmela169

Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture - David Buckingham - Googl... - 3 views

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    Questo articolo Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture Di David Buckingham del 26 giugno 2013, esamina i recenti cambiamenti nell'educazione ai media e nella vita dei giovani e fornisce una serie accessibile di principi su cui dovrebbe basarsi il curriculum mediatico, con una chiara logica per la pratica pedagogica. La media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il risultato, ed è la conoscenza e la competenza che i ragazzi acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione. E' una forma di alfabetizzazione critica che implica capacità di analisi e di riflessione critica e prevede un'ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione e di come tutto ciò incide sull'esperienza e sulla vita delle persone. Bisogna però fare attenzione a non confondere la media education con l'insegnamento che avviene attraverso i media (elearning) e con l'uso delle tecnologie educativ Nella media literacy viene suggerita una didattica che consideri una dimensione cognitiva e una sociale. Cosa significa? se insegniamo i media non possiamo non considerare il loro potere sociale e socializzante, la formazione che si basava su aule o spazi chiusi non sono adatti ad affrontare questo nuovo campo di studi, occorre quindi una teoria sociale dell'alfabetizzazione: nel momento che in un'aula entra una lavagna multimediale interattiva (connessa ad internet) lo spazio delle quattro mura si apre e entrano in gioco altre forme di interazioni educative.
maramao

La relazione educativa tra tradizione e nuove tecnologie - 3 views

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    L'articolo postato è di Andrea Potestio ed è stato pubblicato nel numero 8 della rivista Formazione, lavoro e persona (2013), interamente dedicato a «La sfida dell'educazione alla cultura dei media e delle nuove tecnologie», di cui riporto il link http://www.unibg.it/dati/bacheca/1029/64178.pdf L'articolo tratta il tema della relazione educativa tra tradizione e nuove tecnologie e, prendendo in considerazione alcune categorie della relazione educativa tematizzata da Rousseau, mira a verificare le reali condizioni della relazione educativa che, anche attraverso le nuove tecnologie, si pongono la finalità di promuovere l'autonomia, l'integralità e la libertà dell'allievo. Attraverso l'osservazione di alcune caratteristiche proprie dell'e-learnig, come la dilatazione degli spazi e dei tempi, e la gestione dell'assenza del docente, le nuove tecnologie possono favorire una progettazione educativa che favorisca lo sviluppo integrale e "originale" dell'allievo, a patto che il docente accetti di trasformarsi da tradizionale dispensatore di contenuti rigidi a discreto e sapiente promotore dello sviluppo, della libertà e dell'autonomia del discente. Di particolare interesse la trattazione dell'opposizione tra formale e informale, relativo agli ambienti di apprendimento, che riporta l'attenzione sul fatto che il "nuovo" rappresentato dai nuovi media non è di sua natura educativo, ma educativo è cioè che sa riconoscere e favorire il "nuovo" che è presente in ogni allievo.
msiracusano

Didattica a Distanza: pro e contro a posteriori - SinaPsyche - 4 views

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    Ho scelto un articolo che tratta da un punto di vista psicologico, i pro e i contro della DAD, più in generale della FAD (Formazione a distanza) ripercorrendone gli sviluppi fin dalle origini. Mi ha colpito questo articolo proprio perché ci ricorda che quello che oggi sembra essere un fenomeno nuovissimo e venuto a galla solo a causa dell'emergenza sanitaria in corso, in realtà trova origini più profonde. Partendo già alla fine dell' 800 con i corsi per corrispondenza, via via andando sviluppandosi parallelamente allo sviluppo tecnologico, e quindi l'utilizzo di radio, video cassette, e-learning. La vera novità della DAD rispetto la FAD è la digitalizzazione e la possibilità di modellare e personalizzare il progetto formativo in base alle esigenze. Al fine di approfondire i pro e i contro della DAD una ricerca dell'università di Bologna ha somministrato un questionario a circa 16.000 insegnanti dal quale è emerso un maggiore coinvolgimento, partecipazione e migliore relazione tra insegnanti e studenti, per lo più dovuto a un aumento del senso di responsabilizzazione della gestione del tempo e delle attività che la DAD richiede. Questo aspetto, nato per necessità, può se coltivato, rappresentare una evoluzione e un'arricchimento anche per il ritorno alle dinamiche in presenza. Ripartire consapevoli dei successi raggiunti durante il periodo di emergenza, può costituire un punto di forza e sviluppo senza precedenti.
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
nazarenatrimboli

Tecnologia piu' condivisione: così si può fare buon e-learning - 6 views

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    In questo articolo emerge, in modo inequivocabile, l'importanza, o meglio, come sia stato indispensabile ricorrere al digitale per garantire un minimo di normalità nella vita di tutti. La pandemia ha sconvolto repentinamente le nostre abitudini ed i nostri inesorabili ritmi costringendoci, chi più e chi meno, ad adeguarci. Possiamo affermare, in termini di certezza, che con l'uso dei media digitale, siamo riusciti a mantenere i nostri impegni, anche se, come ricorda l'autore, l'esperienza non è nuova e dall'excursus che viene fatto dal dopoguerra a qualche decennio fa, si evince la bontà del mezzo utilizzato che, non può che trovare conferma nei nostri giorni, soprattutto nella scuola con la didattica a distanza. Quindi, è prematuro, da parte mia, dare un giudizio su un processo di cambiamento ancora in atto, pieno di pareri, per lo più discordanti, essendo consapevole che, solo alla fine, si potrà concludere con una valutazione oggettiva. Ciò, però, non mi può esimere dall'esprimere un'opinione. Secondo me, questi strumenti, da un lato, ci hanno messo in condizioni di comunicare e lavorare, snellendo grandemente, il sistema burocratico, ma anche le difficoltà minime dell'organizzazione quotidiana; dall'altro, hanno penalizzato la parte relazionale che non è garantita solo perché si ha la parola, quando il tono della voce viene attenuato dal volume dell'audio e la gestualità confusa dallo schermo. Manca, in effetti, la vivacità dello studio che cammina in stretta correlazione con quella "regia metodologica", a cui si fa riferimento nell'articolo, necessaria affinchè, in particolare, i ragazzi, non debbano essere considerati meri contenitori in cui i docenti riversano nozioni, o soldati che rispondono con coraggio e dignità alla chiamata. Per alcuni versi, la DAD potrebbe creare delle situazioni di comodo, che si manifestano con la scelta di ogni studente di cercare delle scorciatoie per una buona interrogazione o
chinellato

RIFLESSIONI BREVI SU DIGITAL LITERACY E DIGITAL COMPETENCE - 4 views

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    L'articolo del Prof. G. Olimpo, del Institute for Educational Technology ITD, descrive le potenzialità educative connesse alla digital literacy e alle digital competence. Due aspetti che possono portare a conseguenze importanti in termini educativi. E' indubbio che il mondo dei media sia estremamente pervasivo ed abbia trasformato le vite di ognuno di noi. I giovani sono i primi ad essere attratti dalle loro rilevanti implicazioni, dalla semplicità con cui possono attraverso i media rimanere sempre in contatto, cercarsi, trovare informazioni, scambiarsi oggetti digitali, risolvere problemi. Questa facilità di approccio ai media può diventare, per chi educa, un'occasione per accrescere nei ragazzi nuovi modi di apprendere e sviluppare competenze, quali: gestione dell'informazione, collaborazione, comunicazione e condivisione, creazione di contenuti e conoscenza, etica e responsabilità, valutazione e problem solving. Oggi queste competenze possono trovare, proprio nella tecnologia, un importante acceleratore. Ciò significa che i sistemi educativi possono e devono assumersi anche la responsabilità di integrare gli apprendimenti informali a quelli formali per favorire e preparare il cittadino di domani all'apprendimento permanente autonomo e creativo.
giannib71

Mosaicoelearning - ELEARNING ITALIA - ARTICULATE - TRAINING LIVE - 5 views

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    L'articolo descrive il bite size learning o micro-learning che e' una nuova metodologia per erogare un pacchetto di informazioni (chunk) per apprendere piu' facilmente e velocemente. Apprendimento e velocità sono le prime parole o termini significativi. Nella nostra società sempre piu' fluida e veloce ,con una ridondanza e saturazione di informazioni,questa metodologia permette di concentrarsi su uno specifico argomento da imparare attraverso lezioni di massimo 15-20 minuti. Tecnologia altro termine importante perché grazie agli strumenti che utilizziamo nel quotidiano (cellulari, PC, taclet) possiamo usufruire di queste "lezioni in pillole" in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi contesto. Formazione che sta cambiando e modificando la sua metodologia passando da un'interazione in presenza tra docenti e alunni, a quella in videoconferenza tramite le principali piattaforme di comunicazione (ZOOM,SKYPE,TEAMS),a quella just in time fornita dal microlearning. Lifelonglearning che implica il continuare ad imparare e ad acquisire nuove conoscenze ed informazioni, soprattutto nel lavoro che richiede sempre piu' di frequente ruoli e professionalità trasversali.
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