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La sfida della Trasparenza e la Democrazia 3.0 - 1 views

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    Alberto Bitonto docente Teoria politica all'università svizzera italiana sottolinea l'importanza di attuare un processo di trasformazione legato all'innovazione culturale . Espone un concetto chiave in cui le due dimensioni Trasparenza e Democrazia 3.0 sono strettamente collegate tra loro . Freedom of Information Act (FOIA) è la legge che tutela la libertà d'informazione e il diritto d'accesso agli atti amministrativi accesso civico . Il dirittto ai cittadini ad accedere a tutti i dati ed essere messi a conoscenza dei temi legati all'ambiente , alla salute ,alla sicurezza edilizia .La sfida consiste nel migliorare la qualità della trasparenza . Un approccio più realistico ,scientifico e consapevole che migliora il processo decisionale e le dicisioni pubbliche. I cittadini ,le imprese e le associazioni possono indicare alle istituzioni le criticità ed i bisogni, ma allo stesso tempo sono portatori di soluzioni . La Trasparenza vista come metodo e strumento d'inclusione che conduce alla partecipazione attiva e alla collaborazione .I cittadini sono motivati a contribuire e danno importanza al loro contributo . Costruire società migliore attraverso la Trasparenza e l'Open Government rappresenta una grande opportunità nel creare nuovi spazi aperti in cui è presente una intelliggenza collettiva.
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Paper, Pen and Phone: un esempio di progetto didattico e di Media Education. - 3 views

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    Il progetto educativo PPP (Pen, Paper and Phone) è un esempio di didattica improntata agli assunti teorici della Media Education e dell'Apprendimento Significativo. Si tratta di un insieme di pratiche il cui fine è quello di abilitare gli studenti allo sviluppo di new media literacies e digital literacies, attraverso il "potenziamento" di literacies tradizionali, riconosciute come presenti ma "attenuate" nei "nativi digitali" in genere: lettura, scrittura, ricerca di informazioni, analisi critica dei testi mediali. La comprensione critica e concettuale è funzionale a tale scopo: gli argomenti prescelti per lo studio e la ricerca da parte degli studenti, sono concepiti come "strumenti", veri e propri pretesti per fornire opportunità di sviluppo di un set di abilità sociali e competenze culturali che predispongono ad un "lifelong learning" e, in ultima analisi, alla piena partecipazione alla Cittadinanza Digitale, democratica e attiva. Gli insegnanti sfruttano la congenialità con i media (nella fattispecie smart phones), utilizzati o meglio vissuti dagli studenti sempre più come "sistema dei media" e vero e proprio "ambiente di vita", al fine di predisporre ambienti di apprendimento informale e cooperativo. Gli autori del progetto muovono dalla consapevolezza che la semplice didattica fondata sull'impiego di media elettronici e digitali, come meri supporti didattici, conduca a forme di apprendimento superficiale e meccanico, se non sostenuta da un protocollo di lavoro ad hoc e da un adeguato apparato teorico e metodologico di ricerca. Da qui lo sviluppo di una propria Metodologia di ricerca didattica e l'individuazione di obiettivi e strategie valutative (mappatura concettuale) per poter misurare l'efficacia dell'intervento.
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Smartphone, videogame e scuola: le risorse che non ti aspetti - 4 views

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    L'articolo scritto dalla docente universitaria Stefania Garassini, riassume un'intervista fatta a Mizuko Ito, antropologa giapponese e docente all'Università della California a Irvine, una delle prime ricercatrici a studiare sul campo l'uso dello smartphone da parte dei ragazzi. Mizuko Ito sostiene il ruolo fondamentale del gioco online e in generale dell'utilizzo della rete come potente strumento per l'apprendimento. Di recente é uscito negli Stati Uniti, il suo ultimo libro: " Affinity online. How connection and shared interest fuel learning", nel quale descrive il contributo fondamentale che un buon uso delle risorse online può dare allo studio tradizionale. Secondo l'autrice, l'apprendimento connesso rappresenta la situazione che si viene a creare quando un ragazzo è incoraggiato a seguire un suo reale interesse, con il sostegno dei propri insegnanti, ma anche dei compagni e di altri adulti di riferimento. A partire da questo coinvolgimento iniziale, che può essere innescato da un argomento non direttamente tratto dal programma scolastico, viene a costruirsi un percorso personale di apprendimento, che in qualche caso si potrà trasformare in una vera e propria opportunità di carriera. In un modello del genere la connessione in rete favorisce il crearsi di comunità con forti legami al loro interno, in grado di motivare anche allo studio scolastico. Secondo l'antropologa infatti, alcuni istituti scolastici negli Stati Uniti, stanno completamente ripensando alla propria struttura per essere più aperti alle scelte dei propri studenti. Afferma che un professore potrebbe ad esempio lasciare che sia l'allievo stesso a decidere su cosa concentrarsi nel lavoro a casa e scegliere gli argomenti per eventuali approfondimenti. I risultati migliori si ottengono quando gli insegnanti danno anche consigli su come alimentare le passioni dei propri studenti, fornendo indicazioni di risorse, online e offline.
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Ricercatori dell' università di Stanford analizzano le modalità con cui stude... - 5 views

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    THE CORNERSTONE OF CIVIC ONLINE REASONING Autori: Sam Wineburg, Sarah McGrew, Joel Breakstone, Teresa Ortega Data: 22 Novembre 2016 Da Gennaio 2015 a Giugno 2016 lo "Standford History Education Group" ha eseguito una ricerca sul campo e valutato il pensiero civico, ed in particolare l'abilità di giudicare la creditbilità e l'attendibilità di informazioni che influenzano la gioventù attraverso smartphones, tablets e pc. In totale sono state raccolte ed analizzate le risposte di 7.804 studenti di 12 Stati. Le ricerche sono state svolte in diverse scuole (più o meno dotate di risorse, tra cui scuole medie, scuole superiori, college etc.) ed elaborate in sei diverse università. Il lavoro si è sviluppato su tre fasi: determinazione del prototipo/modello; valutazione e test di abilità; ricerca sul campo. Agli studenti della scuola media era richiesto di verificare per esempio la credibilità di articoli pubblicati su internet; gli studenti di scuola superiore dovevano per esempio valutare e analizzare diversi posts su facebook. Gli studenti del college dovevano valutare la credibilità di alcune pagine web. Lo scopo della ricerca era mettere a disposizione dei giovani materiale che li possa aiutare a navigare nel mare di disinformazione che trovano online. Personalmente ritengo che l'oggetto di questa ricerca sia stato molto importante, perchè è molto facile trovare informazioni parziali o anche false navigando su internet e quindi bisogna saperle riconoscere come tali. Condivido pienamente il pensiero del filosofo Michael Lynch, secondo cui l'internet è il miglior modo di verificare fatti, ma al contempo può moltiplicare anche degli errori, bias o delle informazioni false.
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I Social Media vanno all'università? Un'indagine sulle pratiche didattic... - 6 views

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    Vorrei condividere questa indagine, da cui è scaturita la realizzazione di un questionario, rivolto ai settori di ricerca degli atenei italiani , e già diffuso negli Stati Uniti. Lo scopo è quello di rilevare gli usi didattici dei Social Media tra le pratiche didattiche universitarie.
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Black Mirror (serie televisiva) - Wikipedia - 2 views

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    Black Mirror è una serie televisiva, ho condiviso il link al collegamento su Wikipedia ma la si può vedere su Netflix. Sono una decina di episodi per una pario di stagioni, ogni puntata ha una storia assestante, ma con il comune denominatore di parlare del mal uso che può venire fatto della tecnologia. molto educativa e fatta bene la si guarda piacevolmente e fa riflettere.
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Un gioco online sulle fake news conferisce resistenza psicologica verso la disinformazi... - 6 views

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    Inventato dai ricercatori dell'Università di Cambridge, il gioco consiste nel porre l'utente nei panni di un produttore di notizie false, facendogli sperimentare le modalità, le strategie e le motivazioni alla base della pubblicazione. Dovrà infatti creare notizie false, modificare foto, diffondere teorie cospirazioniste risultando il più persuasivo possibile attraverso un punteggio di plausibilità. I ricercatori utilizzano la metafora del "vaccino" per spiegare in che modo mettersi nei panni dell'autore di fake news potrebbe immunizzarlo psicologicamente contro la disinformazione. Lo scopo della ricerca è aumentare l'alfabetizzazione mediatica e l'approccio critico verso le notizie in rete, favorendo l'acquisizione di strumenti atti a individuare possibili informazioni non veritiere.
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LA DIDATTICA SECONDO LA FLIPPED CLASSROOM - 4 views

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    La didattica capovolta, conosciuta come Flipped Classroom, è così chiamata perché capovolge le normali dinamiche per l'apprendimento; è un nuovo approccio all'attività di insegnamento che si discosta dal classico metodo condotto con lezioni frontali. L'idea è nata da due professori statunitensi i quali si accorsero dell'apprezzamento da parte dei propri studenti per le videolezioni caricate su YouTube per gli assenti. Decisero così di registrare in anticipo tutte le lezioni e di assegnare la visione come compito a casa in modo da sfruttare al meglio il tempo a scuola. Di recente anche le scuole primarie stanno adottando questo metodo: l'insegnante introduce l'argomento; segue poi la fase di fruizione che avviene a casa grazie alla condivisione di materiali all'interno di un "ambiente virtuale": sono materiali che affrontano lo stesso argomento in modi diversi, così da permettere allo studente di scegliere il metodo migliore per l'apprendimento. Questi "spazi di affinità" rappresentano dei veri e propri ambienti d'apprendimento e permettono ai ragazzi di partecipare attivamente motivandoli ad acquisire nuove conoscenze e competenze. Oltre all'impiego del tempo scuola in modo più razionale e proficuo, uno dei vantaggi principali del metodo è l'alto grado di personalizzazione dei percorsi.
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E' tempo di connettersi! La Nomofobia e la paura di essere offline. - 2 views

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    Interessante articolo del Prof. RUGGIERO Maria Giovanni, medico chirurgo e specialista in Psichiatria e Psicoterapia cognitiva, Direttore di "Psicoterapia Cognitiva e Ricerca", Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, Milano e Bolzano; Responsabile Ricerca di "Studi Cognitivi", Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, Milano, Modena e San Benedetto del Tronto; Professore presso la Sigmund Freud University Milano. L'articolo è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista online "State of Mind", giornale di scienze psicologiche, ed offre un breve "ritratto" di una patologia, la nomofobia, legata all'utilizzo indiscriminato dei nuovi media e di internet in particolare. Dapprima pone alcuni interrogativi ai quali, dice, non è facile rispondere: "Siamo davvero drogati di connessione sociale, o siamo da sempre animali politici come scriveva Aristotele, ovvero scimmie bisognose di riconoscimento, di una droga relazionale? Hanno ragione i pessimisti conservatori o gli ottimisti che sperano nel progresso? Sbagliano i disincantati, anche se non lo ammetteranno mai, oppure i fiduciosi, e anche loro non lo ammetteranno mai?"; Infine dettaglia alcuni sintomi che rendono riconoscibile la patologia in questione.
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La media education alla Digital Week - 1 views

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    L'articolo proposto tratta della media education alla milano digital week, avvenuta a marzo 2019. Questa è la seconda edizione promossa, in cui vengono trattati i temi peculiari riguardanti le media education e quindi la sua importanza. Sono cinque giorni di mostre, seminari, dibattiti, installazioni e laboratori. Il tema centrale scelto per questa edizione riguarda l'intelligenza urbana. Vari sono stati gli eventi che hanno trattato della media education partendo dagli strumenti analogici fino a quelli digitali dei giorni nostri.Alcuni degli eventi promossi erano a carattere educativo per far vivere in prima persona l'esperienza di apprendimento tramite i media. Non di meno si è parlato della sicurezza informatica, compreso cyber bullismo e privacy online, argomenti da non sottovalutare in quanto va ricordato che ha modificato completamente il modo di vivere i media digitali collegati in rete. Si è parlato di come è cambiato l'utilizzo dei media negli anni, del nuovo modello di socialità che stiamo vivendo in questi ultimi anni grazie all'utilizzo degli stessi, andando a ricordare che Milano presto partirà col 5g e porterà novità in termini di mobilità, domotica e digitalizzazione delle procedure grazie alla velocità di trasferimento dei dati. In ultima l'intervento dell'assessore alla trasformazione digitale e servizi civici che ha rimarcato l'importanza di mettere al centro di questi cambiamenti la persona.
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Il difficile ruolo della scuola nella Media Education - 4 views

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    Pier Cesare Rivoltella riassume in questo articolo i temi trattati nel suo saggio "Screen Generation" dove prova ad indagare quali trasformazione comportino i nuovi media, da Internet al cellulare, sul contesto culturale, quali usi, sociali ed individuali promuovano e che posto occupino nella vita dei giovani. L'articolo parte dal presupposto che mentre l'epoca dei vecchi media era contrassegnata dallo stretto rapporto esistente tra un dispositivo e il tipo di messaggi che quel dispositivo veicolava, i nuovi media stanno imponendo nuovi stili cognitivi e nuove forme di comportamento, di linguaggio e di pratiche di consumo che spesso rischiano di sfociare in un uso distorto soprattutto da parte degli adolescenti. Si comincia a parlare della fine dei "mass media" e, contemporaneamente, dell'avvento dei "personal media" e la profondità di questo passaggio viene analizzata considerando tre livelli di analisi: livello tecnologico, livello di consumo e livello cognitivo. L'articolo analizza le caratteristiche peculiari dei nuovi media ed i motivi che conducono a definirli "personal media" con particolare attenzione alle conseguenze che le loro caratteristiche intrinseche di portabilità, ubiquità e pervasività comportano. Vengono analizzate inoltre le conseguenze delle possibilità offerte dalla videocamera del cellulare di produrre contenuti per poi condividerli in Rete sottolineando l'urgenza di educare non solo lo spettatore (come accadeva al tempo dei mass media) ma anche, e soprattutto, l'autore. L'articolo prosegue analizzando i vari tipi di risposta a questa urgenza e dedica la parte conclusiva all'importanza della Media Education nell' individuare modalità e strumenti con cui gli insegnanti possano educare efficacemente al corretto rapporto con i media.
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David Buckingham - Media Education Summit 2013 - YouTube - 1 views

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    Questo contenuto video mostra il Professor David Buckingham che relaziona durante un convegno intitolato 'I successi e i fallimenti nella media education'. Il video è in lingua originale, inglese. Il Professore è stato invitato a relazionare dal CEMP durante il summit del 2013 sulla media education alla Sheffield Hallam University.
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Why teachers should embrace digital devices in the classroom - 3 views

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    Questo articolo, scritto da Scott Lingley dell'università di Alberta, sostiene la necessità di utilizzare le nuove tecnologie digitali nell'educazione scolastica. Queste considerazioni vengono fatte riprendendo gli studi di Suzanna Wong e Linda Laidlaw. In particolare, la Wong ritiene sia necessario un "cambiamento mentale" degli insegnanti, orientato all'apprendimento collaborativo con gli studenti, integrando nell'apprendimento in classe i modi efficaci sviluppati dai bambini con l'utilizzo quotidiano dei dispositivi digitali. La funzionalità multimediale di questi dispositivi consente delle "espressioni di apprendimento multimodali". Relativamente alle preoccupazioni di alcuni educatori sulla dipendenza dai dispositivi mobili, la Wong concorda ritenendola una preoccupazione legittima, ma afferma che i benefici educativi sono superiori. Inoltre, si evidenzia la necessità di una "alfabetizzazione critica", mediante la quale l'apprendimento scolastico può aiutare lo sviluppo del pensiero critico negli studenti, necessario per reperire informazioni affidabili dalla rete.
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L'influenza continua della disinformazione e la sua possibile correzione - 2 views

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    ll presente articolo è stato pubblicato sul sito del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) - organizzazione scientifica ed educativa, nata per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di scienziati, intellettuali e appassionati. L'obiettivo del CICAP è quello di promuovere un'indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, facendo leva sull'educazione delle nuove generazioni e sulla formazione di chi contribuisce a formare l'opinione pubblica e l'istruzione dei giovani (insegnanti, giornalisti, ricercatori). L'articolo in oggetto si propone, dunque, di analizzare i fattori per mezzo dei quali la disinformazione si propaga nella società contemporanea, per poi approfondire i meccanismi cognitivi che rendono la disinformazione resistente ai tentativi di correzione e le possibili strade che si sono rivelate efficaci per superare tale resistenza. I media danno voce a presunti fenomeni paranormali, a guaritori, ad astrologi e a complotti di varia natura e portata, e molto spesso su internet, giornali, radio e televisioni  tali argomenti sono affrontati in modo acritico e con poca attenzione all'attendibilità delle fonti. Per fronteggiare tale fenomeno è necessario portare avanti un'opera di informazione e di educazione rispetto a questi temi, favorendo la diffusione di cultura, apertura mentale e capacità di analisi critica della realtà.
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Fake news: is media literacy the answer? | David Buckingham - 2 views

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    David Buckingham affronta il delicato tema delle fake news, e sottolinea come la maggior parte delle persone non è in grado oggi di distinguere le notizie false da quelle vere, sostenendo come la Media literacy può essere sì la soluzione, ma si tratta di una soluzione individualistica e non è sufficiente oggi, da sola.
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Multitasking ma sempre più distratti, il web cambia la nostra mente e quella ... - 4 views

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    L'articolo parte da alcune considerazioni tratte a seguito di uno studio sviluppato da un team internazionale formato dal Kings College e dalle Università di Harvard, Oxford, Manchester e Western Sydney, che evidenzia come l' "onda net", ovvero il continuo flusso di informazioni provenienti dalla rete, migliora la nostra attenzione divisa (capacità di relazionarci con input diversi), ma ha effetti negativi sulla nostra capacità di concentrazione, questo sia negli adulti, ma soprattutto nei bambini. In particolare l'abuso del web è connesso a uno sviluppo diminuito dell'intelligenza linguistico-verbale. Per contrastare questo effetto negativo la psicologa Barbara Volpi, citata nell'articolo per il suo libro "Genitori digitali. Crescere i propri figli nell'era di Internet", è necessaria l'acquisizione di una sana genitoralità digitale, fornendo una serie di indicazioni pratiche da seguire in famiglia per supportare lo sviluppo cognitivo del bambino nell'era digitale, integrando i nuovi media nella relazione con i figli. E' importante non lasciare da soli i bambini nella rete, ma accompagnarli ad un uso consapevole dei media, continuando a sviluppare le competenze relazionali ed affettive, attraverso l'integrazione di stimoli di natura diversa. Internet non deve diventare uno strumento di utilizzo passivo, ma è necessario stimolare l'uso attivo (soprattutto verso i 6 anni) con ricerche mirate ad uno scopo (ad esempio cercare la ricetta della torta di compleanno da cucinare insieme). Il web è ricco di potenzialità per tutti, non è solo un pericolo per lo sviluppo cognitivo del bambino, bisogna imparare ad utilizzarlo in maniera consapevole da adulti anche per far aiutare i propri figli a sviluppare la consapevolezza e la riflessività autonoma necessarie per vivere la tecnologia con tutti i vantaggi che essa offre. La presenza dei genitori è e rimane fondamentale, è necessario essere presenti con i propri figli soprattutto nella fruizione dei nuovi media.
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«Bambini e adolescenti iperconnessi? Quando il problema sono i genitori» - 2 views

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    Il link riporta un'intervista al professor Tonioni, direttore del primo ambulatorio italiano specializzato in dipendenza da Internet e Psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma. Nell'intervista sono toccati alcuni degli aspetti già affrontati dal professor Menduni nella videolezione sugli abusi e sui fenomeni di addiction dei media digitali. In particolare, il problema dell'isolamento in famiglia è qui imputato a motivi affettivi e all'assenza genitoriale, a cui si tenta spesso - erroneamente - di rimediare con pratiche direttive, come la proibizione e il controllo degli strumenti digitali. A tali imposizioni, spiega il professor Tonioni, andrebbe piuttosto preferita la pratica della trattativa e del compromesso, che comporta uno sforzo sia da parte dei genitori che dei figli, e che mette in gioco la fiducia verso questi ultimi.
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Ragazzi, internet e i Social network: il ruolo educativo della scuola - 2 views

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    Ogni giorno apprendiamo notizie che riguardano il rapporto tra ragazzi e i nuovi media, in particolare internet e i Social network. Come educatore in un centro per minori e come futuro genitore, mi sono chiesto più volte come possiamo noi adulti far si che i ragazzi usino correttamente questo strumento. L'articolo in questione parte da due presupposti importanti: in primis vietare non servirebbe a nulla ma, anzi, sarebbe nocivo in quanto limiterebbe le potenzialità di sviluppo sociale e di apprendimento dei ragazzi. In secondo luogo, i c.d. nativi digitali possiedono conoscenze tecniche maggiori di noi adulti. In un certo senso, viene a ridefinirsi la dinamica nei ruoli tra adulti e ragazzi. Siamo noi come genitori, educatori, insegnanti che dobbiamo scendere sul campo dei giovani cercando di capirne esigenze e capacità di espressione. Un ruolo determinante, oltre che alla famiglia, lo gioca la scuola che deve guidare i giovani nello sviluppo di criticità nell'uso dei nuovi media, di un senso di responsabilità circa il proprio comportamento nell'utilizzo e produzione di contenuti digitali, accompagnando i ragazzi nell'esplorazione di questa realtà. Oggi più che mai si rende, quindi, necessaria una interazione continua tra il mondo degli adulti e quello dei giovani.
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La maturità rinnovata diventa un pungolo per la nuova didattica - Il Sole 24 ORE - 1 views

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    Quest'anno l'esame di maturità ha cambiato aspetto (dall'ultima riforma del 1997) e struttura e per la prima volta viene introdotto il concetto di insegnamento/ apprendimento significativo. A differenza degli altri anni, il focus non sarà più sulla verifica della conoscenza dei contenuti, ma verranno valutate le competenze trasversali, la capacità di fare collegamenti interdisciplinari e la capacità di mettere in relazione le conoscenze. A mio parere partire dalla maturità per ripensare un approccio educativo e pedagogico può creare confusione, soprattutto se non si è mai lavorato durante gli anni precedenti in ottica di insegnamenti/apprendimento significativo. Lavorare per 5 anni con i metodi tradizionali e poi strutturare una maturità su metodi più innovativi può comportare un certo rischio, ma da qualche parte bisogna pure iniziare, ed è interessante che lo si faccia cambiando proprio il metodo di valutazione finale (come sostiene Novak, spesso è proprio il metodo di valutazione ad essere insufficiente).
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Cultivation Theory - La Comunicazione - 4 views

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    M. Britto Berchmans descrive la Teoria della coltivazione di George Gerbner, studioso degli effetti dei media, in particolare la televisione, sulla percezione della realtà. La televisione, ma soprattutto il tempo prolungato impiegato ad osservarla e la qualità dei programmi scelti, causano un effetto omologazione. La cultura non è più un simbolo di differenza dei gruppi, ma una sorta di ricerca della stabilità del mondo percepito.
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