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montanod

Alfabetizzare ai dati nella società dei big e open data:una sfida formativa - 2 views

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    Il tema della Big data è stato ampiamente trattato nell'elaborato di tesi di Juliana E. Raffaghelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell'Università di Firenze e membro del Comitato Editoriale della Rivista internazionale di scienza dell'educazione e della formazione "FORMAZIONE E INSEGNAMENTO" dove è stata pubblicata. La rivista è promossa dalla SIREF (Società Italiana per la Ricerca Educativa e Formativa), sostenuta dal CISRE (Centro Internazionale di Studi sulla Ricerca Educativa). Il file dell'elaborato è scaricabile in formato PDF attraverso l'indirizzo URL della piattaforma di condivisione sociale RESEARCHGATE, social network ad accesso gratuito con tecnologia web 2.0 dedicato a tutte le discipline scientifiche. Nel testo, del dicembre 2017, viene analizzato il modo con cui i Big Data vengono generati ed utilizzati a seguito della progressiva digitalizzazione dei servizi nella società contemporanea. Si presenta la necessità di pensare ad una formazione di tipo educativo volto all'uso dei dati disponibili in rete e la creazione di nuove professionalità. L'analisi pone le basi per la definizione di specifici frameworks per l'alfabetizzazione di base, sia di livello scolastico che di formazione continua, facendo ricorso ad un approccio interdisciplinare che permetta di affrontare i problemi legati ai diversi ambiti sociali e culturali. L'obiettivo principale è quello di creare competenze necessarie per permettere di operare in nuovi contesti proponendone in particolare lo sviluppo verso una cittadinanza attiva digitale.
vdipaola

Il Mobile Learning attraverso la nuova rete LoRaWAN... - Google Scholar - 5 views

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    L'articolo pubblicato il 31 dicembre 2020 da Firenze University press (www.fupress.com/sf) nel n. 2-2020 Studi sulla Formazione del Open Journal of Education, è scritto da Giuseppe De Simone Ricercatore di Pedagogia sperimentale - Università di Salerno; Michele Domenico Todino Docente di tecnologie didattiche per l'inclusione - l'Università degli Studi del Sannio di Benevento; Maria Annarumma Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale - Università di Salerno. L' articolo cerca di fornire una definizione chiara del Mobile Learning e delle sue caratteristiche, inoltre cerca di descrivere come il Mobile Learning potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti nell'apprendimento nella quotidianità sia in luoghi di apprendimento formale che informale. Infine, questo lavoro esplora l' evoluzione delle tecnologie di telecomunicazione con una descrizione delle IoT -Internet of Things e della Rete LoRaWan per stimare come sarà il Mobile Learning di domani.
dorinalombardo

Italian teachers and Technology-Knowledge training | Di Blas | Form@re - Open Journal p... - 2 views

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    Questo articolo cerca di rispondere alla domanda "Come i docenti italiani si formano alle competenze tecnologiche", nel quadro di riferimento del modello TPACK , secondo il quale una varietà di supporti e fonti agisce in un contesto d'apprendimento. La discussione si basa sui dati raccolti attraverso un questionario erogato a più di 1300 docenti in servizio; il focus è in particolare sui docenti di scuola secondaria inferiore e superiore. I risultati mostrano come i docenti fruiscano di una pluralità di fonti, prediligendo quelle "informali".
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
antonioalberti2

Il gioco computerizzato per il potenziamento cognitivo e la promozione del successo sco... - 8 views

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    La tecnologia informatica è sempre più pervasiva nella vita quotidiana delle persone. Essa può essere utile per ridurre il carico cognitivo dell'individuo,anche se questo aspetto deve essere visto come due facce opposte della stessa medaglia: Vi sono aspetti negativi inquanto causa di una diminuizione dell'elaborazione cognitiva per dare senso agli eventi del mondo che ci circonda; ma anche aspetti positivi inquanto diminuisce la possibilità di sovraccarico cognitivo permettendoci di focalizzare la nostra attenzione su ciò che è veramente importante.In questo caso si può dire che avviene un potenziamento cognitivo nell'individuo. Il gioco computerizzato sembrerebbe offrire opportunità in tal senso,contribuendo a migliorare l'apprendimento ed il successo scolastico nei bambini e ragazzi. Alla base di tutto ciò deve esserci un'accurata progettazione delle attività supportate da giochi computerizzati. Devono quindi essere definiti opportuni criteri di progettazione di tali attività,sia in ambito scolastico che extrascolastico,quanto alla progettazione di giochi e software specifici.L'aspetto progettuale è pertanto basilare inquanto l'utilizzo di tecnologie nella formazione ha infatti dimostrato di avere in sè grandi potenzialità nel migliorare le capacità mnestiche,attentive ed esecutive.
vitadepasquale

Social Network: effetti sui processi di socializzazione - 3 views

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    Ormai i social network sono entrati a far parte, in maniera diretta o indiretta, della vita di ognuno di noi. Coinvolgono persone di qualunque fascia di età, ceto sociale e sesso. I social network, ormai diventati essenziali nella quotidianità di ognuno, portano vantaggi come: maggiore socializzazione, superamento di alcune difficoltà di approccio che si potrebbero avere con il contatto fisico, acquisizione di maggiore sicurezza, crescita personale e aumento di autostima. Tanti ,però, sono gli svantaggi come: nessun rapporto o scarso rapporto o finto rapporto emozionale, scaturito da un incontro fisico tra persone; diminuzione di autostima e capacità cognitiva, aumento di stati depressivi soprattutto tra adolescenti e social network; finzione del modo di essere e di comportarsi. Quindi è bene concludere dicendo che: i social network vanno maneggiati con cura.
pandina71

Da Form@re: Mappe concettuali, flussi di conoscenza e sviluppo professionale continuo |... - 4 views

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    Questo articolo descrive una esperienza di utilizzo delle mappe concettuali e dei wiki, in un evento formativo formale rivolto ad un gruppo di professionisti, per ricreare le dinamiche tipiche dei processi di apprendimento informale . L'uso delle mappe è stato considerato valido dai partecipanti, come strumento di approfondimento, sistematizzazione e autoverifica dei propri apprendimenti.
mromano8

La sfida della Trasparenza e la Democrazia 3.0 - 1 views

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    Alberto Bitonto docente Teoria politica all'università svizzera italiana sottolinea l'importanza di attuare un processo di trasformazione legato all'innovazione culturale . Espone un concetto chiave in cui le due dimensioni Trasparenza e Democrazia 3.0 sono strettamente collegate tra loro . Freedom of Information Act (FOIA) è la legge che tutela la libertà d'informazione e il diritto d'accesso agli atti amministrativi accesso civico . Il dirittto ai cittadini ad accedere a tutti i dati ed essere messi a conoscenza dei temi legati all'ambiente , alla salute ,alla sicurezza edilizia .La sfida consiste nel migliorare la qualità della trasparenza . Un approccio più realistico ,scientifico e consapevole che migliora il processo decisionale e le dicisioni pubbliche. I cittadini ,le imprese e le associazioni possono indicare alle istituzioni le criticità ed i bisogni, ma allo stesso tempo sono portatori di soluzioni . La Trasparenza vista come metodo e strumento d'inclusione che conduce alla partecipazione attiva e alla collaborazione .I cittadini sono motivati a contribuire e danno importanza al loro contributo . Costruire società migliore attraverso la Trasparenza e l'Open Government rappresenta una grande opportunità nel creare nuovi spazi aperti in cui è presente una intelliggenza collettiva.
saradeluca

#40 years of educationl technology: Social media - 5 views

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    Quarant'anni fa la tecnologia utilizzata in ambito scolastico, era controllata dagli insegnanti ed orientata all'insegnamento piuttosto che all'apprendimento. Con l'avvento del nuovo millennio, la diffusione del Web ha capovolto il paradigma perchè grazie alla diffusione dei Social Media, gli studenti hanno iniziato ad apprendere attraverso la creazione, la condivisione e l'editing di contenuti online. Pertanto i contenuti vengono creati insieme agli studenti, prima, durante e dopo, come diretta conseguenza della lezione facendo leva sulla dimensione sociale, oltre che personale, dell'apprendimento.
bdeluca72

Internet addiction disorder: nuova emergenza nel mondo dell'infanzia e dell'adolescenza... - 4 views

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    Questo articolo, scritto dagli psicologi e psicoterapeuti F. Russo, R. Ceria, J. Jarach, C. Laglia, L. Lombardi e L. Isola, descrive alcune componenti che riguardano la dipendenza da Internet in infanzia e adolescenza. L'Internet addiction porta gravi disagi psicosociali, fallimenti scolastici, ed è correlato con l'aumento di disturbi depressivi e d'ansia. Gli adolescenti affetti da dipendenza, modificano la propria vita scolastica e le relazioni. Il trattamento di questa tipologia di pazienti richiede programmi di prevenzione principalmente applicati alla scuola e alla famiglia. In particolare, emerge l'importanza di elaborare programmi che aiutino i genitori a sviluppare una comunicazione qualitativa, e ridurre la motivazione adolescenziale a usare i social. È auspicabile che per il futuro si metta a punto un programma chiaro per supportare i genitori a gestire questa emergenza che, essendo soggetta a rapidi e radicali cambiamenti, necessita di continui approfondimenti.
cpugliese1

A Salerno Un Campo Per La Media Education - 4 views

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    Nell' articolo riportato sul sito del quotidiano "La Repubblica" viene presentato un seminario intitolato "Open, pensare bene prima dell'uso", un occasione per studenti e docenti di partecipare al MEC, acronimo di Media education Campus (iniziato il 9 e 10 e proseguito dal 17 al 19 di ottobre) che si è tenuto nella città di Salerno per promuovere e dare uno spunto su confronti, laboratori e seminari ed in grado di offrire un servizio gratuito ed aperto a tutti. Il campus è stato impreziosito anche dai luoghi di riconoscimento in cui si è sviluppato il MEC stesso, come ad esempio palazzo Innovazione, o Palazzo Fruscione. Il progetto è stato promosso dall'associazione Salerno Festival nonché dal MIBAC e dal Miur, il cui programma si è fondato dalla presa di coscienza su quanto le nuove innovazioni, e la conseguente diffusione sul piano tecnologico, abbiano reso più complesso l'orientamento verso le offerte proposte dai media e dal mondo della rete. Nella presentazione del percorso formativo, sono state proiettate due produzioni cinematografiche, con l'obiettivo di coinvolgere le scuole alla partecipazione del progetto: docenti e studenti hanno interagito e sono stati protagonisti attivi attraverso percorsi pensati appositamente e attraverso strumenti atti ad integrare la digital e media literacy, intesi come principi fondamentali dell'educazione.Il campus è nato con lo scopo di avvicinare e rendere più semplice, nell'ambito educativo, il processo di digitalizzazione; è stato inserito un campus didattico per facilitare la comprensione e valutazione dei criteri idonei per interagire con il mondo pervasivo dei media.Sono stati organizzati seminari e laboratori interattivi seguiti da esperti del settore. Nell'articolo vengono indicati come partner dei servizi importanti associazioni come Legambiente, Medici Senza frontiere ecc che, contribuiranno, all'esperienza formativa. Gli iscritti al campus sono stati ospitati, inoltre, nel Parco Archeologico di Pestum.
pierina1984

Mooc, la rivoluzione della formazione continua - 4 views

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    I mooc (massive open online courses) sono corsi on line che permettono l'insegnamento capovolto, una forma d'insegnamento che fino ad un ventina di anni fà non avremmo neanche immaginato. Oggi invece un gran numero di partecipanti può fruire di questi corsi, é sufficiente avere la connessione internet e da qualsiasi parte del mondo è possibile parteciparvi per aggiornare le nostre conoscenze ed acquisirne di nuove. Sono corsi brevi corsi promossi dalle migliori università e sono gratuiti, offrono un nuovo modo di apprendere sempre più dinamico e con maggior coinvolgimento dei partecipanti. In questo nuovo scenario le tecnologie hanno un importanza vitale per sviluppare programmi mooc di successo. Questo modello d'insegnamento rappresenta una grande opportunità non solo per gli studenti ma anche per insegnanti, perché consente loro di acquisire un ruolo più collaborativo e al passo coi tempi e ottenere migliori risultati.
giannib71

The Social Dilemma - Film documentario completo in streaming ITA Download - PeerTube It... - 4 views

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    Il film esamina la diffusione dei social media e il danno che essi causano alla società, concentrandosi particolarmente sullo sfruttamento e sulla manipolazione degli utenti, attraverso l'utilizzo di tecniche come il data mining e la vendita dei dati personali. The social dilemma approfondisce alcuni aspetti dei social media: la dipendenza che provocano, in particolare nei più giovani, l'uso in politica, il contributo alla diffusione di teorie complottistiche, gli effetti sulla salute mentale. Il documentario presenta allo spettatore, attraverso una serie di interviste, un ritratto dei social media e delle problematiche che causano, sostenendo che siano una minaccia, ma il documentario non prevede solamente l'argomentazione di antitesi riguardanti l'uso dei social media, ma molto spesso si parla di Internet in generale. Il primo problema è il fatto che miliardi di persone vengono influenzate da pochi cervelli che stanno dietro alle aziende come Facebook, Google e Twitter. Il secondo problema è quello della dipendenza dai social. Gli intervistati spiegano che il creare una sorta di dipendenza verso i social è una caratteristica voluta e non un errore. La manipolazione del comportamento umano a scopo di lucro è di primaria importanza per le aziende e ciò viene attuato grazie allo scorrimento infinito e alle notifiche push, che mantengono gli utenti costantemente impegnati. I consigli personalizzati forniti da questi siti aiutano non solo a prevedere le azioni svolte dagli utenti, ma anche a influenzarle, rendendo gli utenti delle facili prede per inserzionisti pubblicitari o propagandisti Il documentario si muove in parallelo su due filoni: quello razionale delle interviste con figure di rilievo nella creazione dei social media: ex dipendenti, dirigenti e altri professionisti delle principali aziende tecnologiche. Gli intervistati descrivono le proprie esperienze di lavoro all'interno del mondo dei social, affermando che la nascita dei social è avvenuta per mi
omarmazzucchelli

Glocalizzazione della Media Education nei paesi post-coloniali: sfide e prospettive. - 6 views

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    Questa revisione di articolo universitaria espone una prospettiva di approccio ed educazione ai media che per la maggior parte ricalca quella del mondo occidentale, come conseguenza delle ideologie e pratiche post coloniali. Viene richiamato il concetto antropologico di glocalizzazione per identificare il processo di diffusione su scala mondiale di elementi culturali, idee, stili di realtà locali. Tuttavia questo può rappresentare delle potenziali minacce o delle opportunità per quel che concerne lo sviluppo di relazioni e comunicazioni: ad esempio Jenkins fa riferimento al concetto di "gap partecipativo" ossia l'ineguale possibilità di accesso attraverso i media a conoscenze che permetterebbero una partecipazione più attiva e un dialogo interculturale più fruttuoso. Questa lacuna comporta di conseguenza l'aumento d'ineguaglianza, conflitti e scontri. Solo attraverso una buona educazione ai media, che sono alla base delle nostre relazioni sociali, è possibile trasformare questi punti negativi in opportunità di crescita e comprensione. L'autore ribadisce quanto sia importante rivalutare gli aspetti locali ed "indigeni" di una determinata cultura, non per sostituirli ai paradigmi occidentali, ma per poterli rileggere in una chiave che tenga conto del contesto culturale di appartenenza. Infine viene denunciato quanto la media education nel mondo orientale ( in questo caso in Pakistan ) sia ancora incatenata a processi ed idee occidentali che non le appartengono. L'obiettivo della media education è quindi quello di fornire conoscenze e competenze tali da valutare e riflettere in maniera critica, potendo così abbracciare altre prospettive e punti di vista che talvolta sembrano molto lontani dai propri.
franam

Nuove sfide della media education nell'era digitale, analisi critica e produzione creat... - 5 views

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    Gianna Cappello, insegnante di sociologia della comunicazione, dell'educazione e dei processi culturali presso l'Università di Palermo e cofondatore e presidente del MED, l'Associazione Italiana per l'Educazione ai Media e alla Comunicazione, ha scritto un articolo per la "rivista di storia dell'educazione" in cui parla delle nuove sfide della media education nell'era digitale. Il testo sottolinea l'importanza dei media nella vita dei minori, affermando che il consumo dei media gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della loro identità e socialità. Si afferma che l'educazione formale deve riconoscere questa dimensione per evitare di allontanarsi sempre di più dalla realtà vissuta dai ragazzi al di fuori della scuola. Si propone l'introduzione della media education per ridurre questo divario, combinando l'analisi critica con la produzione creativa degli studenti. L'obiettivo è consentire loro di esplorare i piaceri derivanti dai media, affrontando allo stesso tempo criticamente il loro ruolo di consumatori e cittadini nella cultura contemporanea. La media education si basa su competenze di lettura critica dei media e sulla partecipazione attiva nella società mediatica. Infine, si afferma che la media education dovrebbe combinare l'analisi critica con la produzione creativa, tenendo conto delle complesse questioni legate all'identità, alla socialità, al gusto e al piacere che i media sollevano per i minori.
bertolova

PERFORMANCE DI IDENTITA' CULTURALE SUI SOCIAL MEDIA: UNO STUDIO SUGLI STUDENTI BOLIVIANI - 4 views

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    In questo recente articolo tratto dalla pagina del MDPI Open Access Journals, viene presentato uno studio eseguito attraverso 17 focus group, con 105 studenti universitari boliviani, con l'intento di esplorare qualitativamente le interazioni con i social media nella rappresentazione dell'identità culturale degli studenti dei Paesi del sud del mondo. Performance e polimedia sono le lenti concettuali utilizzate a tale scopo, con particolare attenzione al ruolo dei social media rispetto al contesto specifico di utilizzo. Gli argomenti chiave si sono concentrati attorno al nesso globale-locale nella cultura di massa e su come i media possano rivitalizzare e riarticolare le tradizioni e le identità culturali. Nel contesto boliviano, questi studenti rappresentano una parte molto consistente e diversificata della popolazione con background regionali, culturali, sociali ed economici diversificati. Inoltre le loro aspirazioni educative e di status hanno reso questo gruppo di studenti un piccolo microcosmo utile ad analizzare i meccanismi alla base della nascita di idee sulla cultura locale, cittadinanza globale, mondanità, cosmopolitismo ecc. I risultati dello studio contribuiscono a comprendere maggiormente gli intrecci tra identità culturale e social media tra i giovani al di là dei contesti del Nord globale e dimostrano che la varietà delle identità culturali boliviane (che variano da regionale e indigeno a nazionale e cosmopolita) non sono attivamente associate o eseguite su tutti i social media utilizzati, ma si modulano in base alle diverse percezioni che gli studenti hanno dei media stessi (visibilità, intimità, normatività) che modellano le diverse performance d'identità culturale.
adelaide nucera

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    Negli ultimi decenni la funzione socializzante svolta dalle agenzie educative tradizionali (in primis, scuola e famiglia) è stata messa in discussione da altre, più informali (e spesso più efficaci) agenzie: il gruppo dei pari, le sub-culture, le organizzazioni politiche, i movimenti sociali e soprattutto i media. In particolare per la scuola, il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea Primo: i media attivano forme di apprendimento che - a differenza del tradizionale apprendimento alfabetico - interpellano intelligenze multiple e multisensoriali . Secondo: i media mettono in discussione l'idea stessa di ciò che significa oggi essere «istruiti» in quanto richiedono nuove forme di alfabetizzazione che vanno ben oltre il tradizionale saper leggere e scrivere, Terzo: la media education implica lo sviluppo di competenze di «lettura» e «scrittura» dei media, aspira cioè a sviluppare sia la comprensione critica dei media sia la partecipazione attiva in una società altamente mediatizzata. Quarto: la media education sfida apertamente la retorica tecno-utopica, spesso dominante nei discorsi dei politici, degli insegnanti, dei professionisti/imprenditori dei media, secondo la quale le tecnologie digitali «rivoluzioneranno» la scuola.
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    L'intento di questo articolo è quello di avvicinare la didattica al mondo dei giovani. Si evidenzia come la " media education" può ridurre il gap tra la vita quotidiana dei ragazzi impregnata dall'utilizzo dei nuovi media e l'educazione formale che spesso non riconosce l'importanza che i media hanno e il ruolo che rivestono. Per far si che ciò avvenga gli studenti devono poter creare, esplorare e vivere esperienze mediali piacevoli e nel contempo sviluppare un senso critico verso l'utilizzo dei media.
chinellato

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    La complessità sociale sta interrogandosi e interrogandoci sulla funzione dei nuovi media come componente costitutivo della vita pubblica e privata nel quotidiano dei minori. L'utilizzo di questi media contribuisce in modo determinante alla costruzione dell'identità personale e sociale. L'elemento portante di questa dimensione è il piacere che essi ricavano dal gioco. Nel presente bookmark si vuole porre l'attenzione sul divario tra l'educazione formale e il ruolo dei nuovi media. Tale divario può essere ridotto nel momento in cui l'educazione formale non rifiuta a priori i media ma li inserisce nella propria programmazione sfruttando le potenzialità creative e critiche allo stesso tempo. Attraverso questa nuova modalità di intendere l'educazione si aiutano i minori a modificare la loro condizione di puri consumatori facendoli diventare operatori di costruzione sociale condivisa.
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    L'articolo della Prof.ssa Gianna Cappello dell'Università degli Studi di Palermo affronta le sfide della Media Education e la responsabilità degli operatori del settore educativo. Il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea. Infatti, non va perduta l'occasione fornita dalla predisposizione dei ragazzi per l'utilizzo dei media e va corrisposta da parte degli educatori altrettanta attenzione all'evoluzione dell'educazione formale. La Media Education è lo strumento a disposizione degli educatori per garantire ai ragazzi di coniugare l'interesse per le loro esperienze mediali quotidiane con l'analisi critica della loro condizione di consumatori e cittadini nella cultura e nella società contemporanea.
psicolb

Will the Spread of Digital Technologies Spell the End of the Knowledge Divide? - 4 views

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    In questo interessante articolo, originariamente presentato in Lingua Inglese, l'autore esprime come le tecnologie digitali possono aiutare ad espandere e democratizzare la conoscenza diffondendola equamente. Evidenze suggeriscono che le tecnologie digitali stanno effettivamente contribuendo ad espandere la conoscenza, ma non riescono a democratizzarla. Esse se da un lato stanno contribuendo a colmare il divario, non sono sufficienti a colmare il divario della conoscenza. La conoscenza e la sua democratizzazione per l'autore richiede il rafforzamento delle "fondamenta analogiche" della rivoluzione digitale quali: concorrenza, istruzione e istituzioni che influiscono. Queste analizzate sotto tre esempi: i social media, gestione dei dati (Big Data e Open data) e l'uso di piattaforme digitali.
melaniericcardi

Culture partecipative e scenari generativi della conoscenza: una rilettura degli ambie... - 3 views

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    In questo articolo scritto da Daniela Cuccurullo, pubblicato su "Formare, open journal per la formazione in rete" si fa il punto rispetto alla possibilità offerta del web 3.0 di riscrivere il concetto di apprendimento, dove l'individuo non è punto di arrivo di un processo educativo, ma anche punto di partenza in un processo circolare di integrazione di esperienze formative incentrate su uno sviluppo globale "life long". Apprendere quindi, in un ambiente di apprendimento, è apprendere a stare nella complessità del cambiamento perpetuo, adeguandone i codici comunicativi, sviluppando un clima cognitivo ed affettivo capace di valorizzare i nativi delle comunità di pratica.
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