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isabellarossi68

L'infanzia rappresentata dai genitori nei social network: riflessioni pedagogiche sullo... - 7 views

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    Nell'articolo viene evidenziata la necessità di una riflessione pedagogica sulle strategie utili ad educare all'uso consapevole dei media, soprattutto dei social network, da parte dei minori e dei loro genitori, attraverso un dibattito tra pericoli e vantaggi. Il codice deontologico per i professionisti della comunicazione dà l'opportunità di riflettere sulla necessità di tutela dell'infanzia ai giorni nostri, non solo per quel che riguarda il lavoro dei giornalisti, ma anche per il comportamento messo in atto dai genitori. Di frequente i minori rappresentano non solo utenti dei social, ma anche il contenuto delle informazioni postate dagli adulti, tracce spesso indelebili che raccontano esperienze, condivise con amici e conoscenti della rete, e con tutti quei soggetti protagonisti dei legami forti e deboli, ormai indifferenziati nel mondo digitale. Si dibatte sul nuovo fenomeno chiamato "sharenting", sul quale emergono necessarie riflessioni psicologiche e sociologiche e interventi educativi, che possano, secondo l'ottica della Media Education, rendere anche gli adulti consapevoli e responsabili all'utilizzo dei social. L'obiettivo è sensibilizzare la pratica di una genitorialità rispettosa del bambino, oggetto di comunicazione di cui spesso ne viene violata la privacy, e arrivare ad una condivisione con il network che non sfoci in forme eccessive di narcisismo. Secondo il nuovo approccio didattico e pedagogico proposto dai Cultural Studies è opportuno non demonizzare la partecipazione alla cultura digitale, ma valutarne le modalità di fruizione e gli effetti in termini di "rischi" che, se affrontati in modo efficace, possono tramutarsi in "opportunità". Sarebbe auspicabile, a parere della Media Education, tentare di mantenere un equilibrio tra rischi e opportunità, attraverso formazione di buone pratiche orientate alla tutela dell'infanzia, che allontanino dal panico morale e da colpevolizzazioni e considerino i potenziali benefici degli strumenti social
silvaiotti

Diritti e responsabilità verso una cittadinanza digitale - 6 views

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    L'articolo offre una panoramica globale dei diritti degli utilizzatori dei nuovi media nell'educazione scolastica, per rendere il più possibile autonomi, coscienti e responsabili gli alunni anche nelle scuole primarie, dove sempre più si sta inserendo l'educazione mediale. L'obiettivo è anche quello di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, inparticolare Internet e cellulari, nello spirito dellaConvenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989). L'intervento è pensato per gli alunni della scuola primaria (8-10 anni) esecondaria di primo (11-13 anni) e secondo grado ( biennio 14-15 anni). Il manuale, diffuso da Mondadori, è finalizzato a promuovere un uso consapevole dei nuovi media fra i giovani sperimentando forme concrete di partecipazione ( temi affrontati: sicurezza, diritti e strumenti utilizzati, schede di attività da portare avanti con la classe).
cosimofumarola

Hikikomori, la sindrome dei ragazzi che si chiudono in camera e rifiutano ogni aiuto - 3 views

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    Sonia Montrella, giornalista dell'AGI, ha pubblicato, qualche anno fa, un'intervista rilasciata da Marco Crepaldi, presidente di "Hikikomori Italia", allo scopo di fare maggiore chiarezza circa un fenomeno molto serio che colpisce tanti adolescenti, anche italiani, conosciuto con il nome giapponese Hikikomori, perchè studiato per la prima volta in Giappone. Si tratta di un disagio che conduce molti soggetti, tra i 15 e i 25 anni di età, a rifiutarsi di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali, ed a rinchiudersi in camera da letto, dove disegnano, giocano con i videogiochi o navigano continuamente su internet. Molti medici tendono a confondere questo disagio con la depressione o con la dipendenza da internet, quindi con una vera e propria malattia, perchè non ancora ben conosciuto. Ma le cause di questa volontaria reclusione dei giovani, come spiega Crepaldi, sono legate alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società capitalistiche economicamente più sviluppate. Dunque, internet e i media digitali non sono i principali responsabili di questa sindrome, anzi permettono a questi ragazzi di instaurare, anche se solo virtualmente, delle relazioni interpersonali. Crepaldi, nella sua intervista, ci spiega pertanto cosa è l'"Hikikomori, come si riconoscono gli hikikomori, quali sono le cause e come aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato.
ester93

Pregi e pericoli dei Mass Media 1 (Gennaio 2010) - 3 views

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    L'articolo mi ha colpito, perché invita a riflettere sulla "rivoluzione" dei media.Credo che non si possa, nel nostro villaggio globale, essere indifferenti a questo fenomeno ed alle problematiche che esso comporta. Pertanto è necessario, prima di tutto, un'educazione ai media,un'educazione che coinvolga tutti,di cui si sia consapevoli e che sia motivata da una precisa intenzione ed una ferma volontà.La medaglia ha sempre due facce per cui non è possibile che cambiamenti così vistosi, continui e repentini non portino con sé aspetti anche negativi. Un'ottica superficiale potrebbe inneggiare al miracolo dell'informazione veloce e libera; all'accorciamento delle distanze:fisiche, culturali e mentali; alla caduta del pregiudizio, sostituito dalla tolleranza e dalla comprensione...Una visione approfondita,invece, farebbe un'analisi critica circa la distinzione concettuale tra informazione e formazione;tra il parlare sempre e comunque e il dialogare vero e profondo; tra il contatto "tecnologico" e il serio contatto umano; tra il gioco e la vita; tra la fiction e la realtà. Educarsi ai media significa scegliere, avvalendosi del positivo e scartando il negativo. E questo non dovrebbe essere demandato soltanto alle masse,agli studenti, agli educatori e ai critici,ma anche ai responsabili a livello politico, sociale,economico, nonché scientifico-tecnologico.
elisabetta1966

La Media Literacy nella prospettiva finlandese, nordica ed europea - 7 views

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    Traduzione a cura di Maria Ranieri. Abstract. Nel secolo scorso, e in special modo negli ultimi dieci anni, la questione dei media e, in particolare, il tema della media literacy ha attratto l'interesse delle autorità, degli studiosi e di altri responsabili nel settore educativo.
giuliafanuzzi

Effetti negativi dei mass-media sui minori - 6 views

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    Il dominio dei mass-media, e in particolare della televisione, sulla vita dei bambini è aumentato negli ultimi anni. Studi affermano che i bambini sin dall'infanzia sono esposti ai programmi televisivi e a partire dall'età di 6 anni usano regolarmente la televisione. E' un problema importante in quanto influenza non solo la vita sociale ma anche i loro comportamenti. Tutti i dati e le informazioni infatti, scorrono tramite l'inconscio e di conseguenza vengono acquisiti. Bisognerebbe pianificare un uso corretto dei media che sia essenziale per lo sviluppo non solo culturale, ma anche morale e spirituale. I principali responsabili sono la scuola e i genitori che devono preoccuparsi di limitarne il loro uso, in particolar modo quello dei videogiochi che alimenta nei bambini e negli adolescenti la formazione di un carattere sempre più violento e aggressivo. Questo avviene perché oggi i genitori sono troppo impegnati nella vita lavorativa e in altri ambiti e quindi hanno poco tempo per stare con i propri figli.
prova15uni

Social Media and Its Effectiveness in the Political Reform Movement in Egypt - 6 views

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    dopo i fatti di cronaca recenti, ho trovato questo articolo scritto nel 2011 sul ruolo che i social media hanno avuto nella rivoluzione politica e sociale in Egitto. i social media vengono visti come canali potenti che permettono alle persone di scambiarsi idee ed organizzare azioni oltre le censure governative. La conclusione dell'articolo non ritiene responsabili tali canali di quanto successo in Egitto ma sottolinea come le pratiche sociali stanno cambiando, infatti dice che due persone non si scambiano più il numero di telefono o indirizzi mail, ma verificano la presenza del profilo su Fb.
eviti-uninettuno

The Role of Social Media in Higher Education Marketing - 5 views

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    I media digitali hanno cambiato le strategie di Marketing che le universita' americane si sono trovate costrette ad utilizzare per raggiungere l'audience dei giovani studenti delle scuole superiori statunitensi. Ranee Smith autore del blog "Bostoninteractive", suggerisce che i responsabili dell' area marketing si trovano in difficolta' a relazionarsi con questa nuova generazione definita " Generazione Z". I fattori sono molteplici. In primo luogo, scarseggiano dati comportamentali che ci forniscano un panorma riguardo gli usi e costumi di questo particolare tipo di pubblico. In secondo luogo, dal momento che questa generazione si basa su media digitali di ultima generazione, le competenze da acquisire rispetto alle nuove tecnologie sono in continuo sviluppo e le conoscenze apprese diventano presto obsolete. L' autore individua 5 social media, che rappresentano la chiave per raggiungere questo particolare tipo di audience, composto prevalmentemente da giovani nati tra il 1990 e il 2000. Facebook: Rimane il social media piu' popolare tra i giovani di eta' compresa tra i 13 e i 17 anni Instagram: Dati dimostrano che ai giovani di oggi piaccia comunicare piu' attraverso immagini, simboli e icone che attraverso testi scritti Twtter: La ricerca mostra che la capacità di attenzione di questa nuova generazione è scesa agli otto secondi. Cio' significa che una comunicazione dosificata è la chiave per ottenere la loro attenzione. Linkedin: Sono 39 Milioni gli utenti linkedin provenienti da scuole statunitensi che usufruiscono del servizio come vetrina di ingresso al mondo del lavoro. Snapchat: Con il 71% dei suoi utenti di eta' inferiore ai25 anni, Snapchat appare lo strumento perfetto per raggiungere possibili nuovi studenti In conclusione, I media digitali hanno influito sul modo in cui le nuove generazioni comunicano e se si vuole essere efficaci nel conquistare questo tipo di pubblico, le s
silviauninettuno

ANTICORPI PER LE FAKE NEWS -10 RIFLESSIONI PER AFFRONTARE IL PROBLEMA - 2 views

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    De Kerckhove si pronuncia sul problema delle Fake News, esistito da sempre, e stila 10 punti per indurci a riflettere: 1. i social media alimentano con nuove dinamiche il problema 2. l'istantaneità della condivisione batte la riflessione 3. la censura delle fake è inefficace 4. le fake news sono innanzitutto un business 5. ogni controllo deve essere trasparente 6. la crisi della scienza alimenta notizie false 7. la censura è pericolosa 8. condividere le fake news rende responsabili come crearle 9. è preferibile segnalare che censurare 10. la soluzione sarà creare una coscienza di massa Le fake news sono manipolatorie,contengono informazioni false o basate su un uso ingannevole della notizia, possono portare contenuti spacciati come veri ma in realtà in parte, o completamente, falsi.Di tutto ciò è importante tenere conto ,perchè per poter sopravvivere alla dirompenza delle fake news l'unica soluzione è maturare un giusto grado di consapevolezza.
zanacap

Il tempo passato davanti allo schermo modifica il cervello dei bambini - Sanità ... - 3 views

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    Sono sposata e ho due figli piccoli. Troppe volte ci capita di "parcheggiarli" davanti a uno schermo, pur di guadagnare un po' di tempo in più per me stessa. Mi viene comodo tenerli fermi in questo modo. Ma sorge una domanda: come mai, noi genitori, pur sapendo che tutto questo tempo nuoce allo sviluppo cognitivo dei nostri figli, li lasciamo all'esposizione davanti lo schermo? Gli scienziati affermano che l'esposizione precoce allo schermo impedisce la creazione delle sinapsi che sono responsabili dello sviluppo delle emozioni, delle reazioni e del linguaggio. Il tempo che i bambini dovrebbero passare con i care-givers alla scoperta del mondo insieme, sviluppando l' intersoggettiva e l' attaccamento sicuro, passano intere giornate da soli davanti allo schermo. I circuiti dei neuroni specchio vengono attivati sempre meno. Di questo passo rischiamo di fare crescere una generazione di individui ,probabilmente molto intellettuali, ma poco empatici, senza pensiero critico e adattivo. Non so' se prevale il senso di egoismo o menefreghismo nel trascurare una verità così allarmante. A volte mi "sveglio" e spengo lo schermo ai miei figli, per aiutarli a scoprire questo mondo insieme nella realtà e non tramite lo schermo. Riesco quasi a sentire come quei bellissimi momenti si " sedimentano nella memoria a lungo termine". Auguro a tutti i genitori di "svegliarsi" più spesso, perché la responsabilità della generazione futura è nostra.
nazagiu

Fake news sul coronavirus, bastano 12 influencer a inquinare i social - 4 views

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    Sono 12 i profili social responsabili del 65% della disinformazione e fake news sui vaccini in lingue inglese. Lo dice il dossier pubblicato a marzo dal Center for Countering Digital Hate. Con la variante Delta che fa aumentare del 400% i positivi, si torna a puntare il dito sui propagatori delle fake news. Per colpa dei social che non li silenziano, complice pure un giro d'affari che vale un miliardo l'anno, fra quanto le piattaforme guadagnano grazie a chi vuole farsi pubblicità e quanto spendono gli stessi No Vai per avere più visibilità. Tanto che Joe Biden li ha accusati affermando che la disinformazione da loro diffusa, uccide; concetto affermato anche dal virologo Anthony Fauci, il quale ribadisce che se anni fa fossero circolate informazioni di oggi, avremmo ancora il vaiolo. Il più noto dei 12 profili social è Robert F. Kennedy Jr, il quale espone la tesi secondo cui nei vaccini c'è un composto mercuriale, capace di provocare l'autismo. Ci sono molti altri personaggi noti, tutti No Vax, la maggior parte dei quali sono osteopatia e naturopati.
flazzarini

View of Fake news e forme di dialogo online e offline: diventare resilienti attraverso ... - 2 views

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    In questo articolo di Valerio Ferro Allodola vengono sviscerati a fondo i temi che legano il linguaggio d'odio dal dibattito pubblico alla rete. Fenomeni come l'hate speech, i troll e le fake news vengono non solo spegati ma declinati in molte delle loro sfaccettature. è predominante l'importanza dell'anno 2017, testimone del manifesto della comunicazione non ostile e della ricerca di Swaire che attesta che le persone hanno una percezione di veridicità su informazioni che confermano gli atteggiamenti preesistenti. L'autore suggerisce che la media literacy sia la soluzione, fin dalla scuola, per formare dei cittadini con spirito critico che siano consapevoli e responsabili, resilienti.
asia08

Media education per una consapevolezza indispensabile - 1 views

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    Obiettivo dell'articolo è quello di spiegare cosa si intende per educazione ai nuovi media o alfabetizzazione mediatica cercando di sviluppare un approccio corretto ai media, rendendo consapevoli, adulti e bambini, dei rischi e dei limiti. Sottolinea l'idea generale che ci spinge a pensare a pedopornografia, sexting o cyberbullismo quando si parla di pericoli in rete, sottovalutando la condivisione stessa di contenuti che pubblichiamo in autonomia e che possano far si che venga violata la nostra privacy. Ma, il pericolo di phishing, l'hate speech, la possibilità di diffusione di fake news e il game disorder, non sono problemi secondari, anzi la media education si occupa di educare all'uso dei media per evitare questi pericoli.
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    In questo articolo si parla principalmente dei rischi connessi alle nuove tecnologie e di come affrontarli. Ogni giorno i giovani ma anche gli adulti sono sottoposti a rischi come sexting, fake news, ecc... e all'interno delle scuole sono stati attivati progetti al fine di insegnare ai giovani come utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Si parla in questo caso si parla di alfabetizzazione mediatica o media education, attività rivolta non solo ai giovani ma anche agli adulti perchè tutti usiamo la tecnologia. E' importante acquisire le competenze necessarie ad esempio per riconoscere un profilo falso o le fake news. Noi giovani pensiamo di conoscere tutto ciò che si trova su internet e spesso sottovalutiamo i potenziali pericoli, per questo serve una buona conoscenza. Tutti noi possiamo diventare più consapevoli e possiamo stare più attenti quando navighiamo.
alicedesantis

Educare alla cittadinanza digitale a scuola - 6 views

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    Viviamo in un mondo immerso in un ambiente tecnologico e iperconnesso, siamo cittadini digitali a pieno titolo. Bisogna massimizzare le potenzialità della tecnologia e minimizzare i suoi rischi per essere consumatori critici e produttori responsabili di contenuti digitali. L'articolo enfatizza l'importanza dell'insegnamento sin dai primi ordini e gradi di scuola dell'educazione digitale. In Italia la media education non si è ancora affermata come disciplina autonoma e obbligatoria nei programmi scolastici ma possiamo trovare alcuni dei suoi aspetti all'interno dell'insegnamento dell'educazione civica nella sua declinazione di cittadinanza digitale. Gli insegnanti sono chiamati a giocare un ruolo centrale sia nella loro continua formazione, che nell'insegnamento per accompagnare gli allievi in questa fase di cambiamento rendendoli membri attivi e partecipi.
francylamoni

L'alfabetizzazione mediatica dovrebbe essere un corso obbligatorio a scuola? - 3 views

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    L'articolo ci fa riflettere sull'importanza di portare l'alfabetizzazione mediatica a scuola, poiché troppo spesso gli studenti gestiscono e diffondono grossolanamente la disinformazione senza saperlo. Bisogna far comprendere come i siti web traggono profitto dalle notizie fittizie, come lanciano gli algoritmi digitali e i robot e, soprattutto, come esaminare i siti Web sospetti che imitano i notiziari reali. La disinformazione online potrebbe sembrare un virus incurabile, ma le società di social media, i responsabili politici e le organizzazioni non profit stanno iniziando ad affrontare il problema in modo più diretto. Insegnare abilità di alfabetizzazione mediatica agli adolescenti e agli studenti più giovani proteggerà i lettori dalla disinformazione, proprio come insegnare una buona igiene riduce le malattie.
riggiopaola

La libertà di informazione nell'era di Internet - MediaLaws - 4 views

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    Il presente contributo riporta l'omonimo capitolo pubblicato sul volume "Parole e potere. Libertà d'espressione, Hate Speech e Fake News". Milano 2017 a cura di G. Pitruzzella - O. Pollicino - S. Quintarelli. L'autore G. Pitruzzella, in questo articolo, si interroga su come Internet abbia cambiato il modo di produrre, distribuire ed utilizzare l'informazione. Il singolo utente della rete viene dotato di un ruolo attivo ma solo tramite l'intermediazione di alcune piattaforme. Le notizie distribuite da motori di ricerca e social network sono basate su algoritmi, quindi selezionate ed indirizzate a ciascun consumatore, questo porta alla chiusura dell'utente in una bolla costruita sulle sue preferenze e pregiudizi (Filter Bubble). Pitruzzella, successivamente, analizza il mondo delle fake news e dell'hate speech che hanno dinamiche simili, interrogandosi se è possibile che su Internet non ci siano responsabili. In fine ci mette davanti la possibilità di trovare un equilibrio tra autoregolazione e regolazione.
anonymous

I Social Network e i cambiamenti nel cervello. Pericolo o Evoluzione? - 6 views

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    La scelta dell'articolo nasce dalla continua sensibilizzazione verso le conseguenze dell'esposizione esagerata e senza controllo all'uso dei social network, dagli studi emerge che l'esposizione massiccia verso questi media digitali produrrebbe cambiamenti nei circuiti cerebrali riducendo attenzione, interagendo negativamente sulle emozioni e sulle relazioni che risultano essere vissute in modo sempre più virtuale e sempre meno reale. Nell'articolo si mette in evidenza che il cervello dei giovani è danneggiato perché non viene più impegnato in attività nelle quali gli uomini si sono impegnati per millenni, in quanto tutto oramai viene mediato da internet, tutto è di facile e immediato accesso, senza bisogno di grande impegno e utilizzo di strategie attive e partecipative della persona. Pur considerando media e social media mezzi che possono favorire positivamente processi di apprendimento e di educazione, ritengo che lo sviluppo e l'apprendimento non possano prescindere dall'interazione sociale che solo i rapporti reali possono garantire. È vero che le epoche di cambiamento segnano nel loro passaggio sempre perplessità e difficoltà di accettazione, così come avvenne nel passaggio dall'oralità alla scrittura che qualcosa ha tolto ma tanto ha concesso, sicuramente non si può fermare il progresso e l'evoluzione dei media, ma si può intervenire sulla buona educazione all'uso di questi mezzi, attraverso una maggiore consapevolezza e capacità critica. L'articolo si conclude con uno spunto di riflessione importante, riferito al fatto che i social non sono per forza responsabili di una regressione nel funzionamento del cervello dei giovani, ma potrebbero anche migliorarne il funzionamento, ancora questo non lo possiamo sapere in quanto gli studi sono ancora aperti.
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    Esatto, come ci sono evidenze scientifiche che la #tecnologia della scrittura ha stimolato l'evoluzione della #coscienza nella mente bicamerale degli esseri umani, probabilmente i Social Network porteranno a nuove #evoluzioni. Bibliografia Jaynes, J. (2000). The origin of consciousness in the breakdown of the bicameral mind. Houghton Mifflin Harcourt. Kuijsten, M. (Ed.). (2013). Reflections on the dawn of consciousness: Julian Jaynes's bicameral mind theory revisited. Julian Jaynes Society. Kuijsten, M. (2016). Gods, Voices, and the Bicameral Mind. Wile, L. (2018). The Jaynes Legacy: Shining New Light Through the Cracks of the Bicameral Mind. Andrews UK Limited. Cavanna, A. E., & Nani, A. (2019). Were Babylonians Self-Conscious?. Elenco evidenze a supporto della teoria di Julian Jaynes (1920-1997) https://www.julianjaynes.org/supporting-evidence.php
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    Nell'articolo di Francesca Fiore, riportato sul sito "State of Mind" ( Il giornale delle scienze psicologiche), viene affrontato un tema molto importante, in cui esamina i cambiamenti che porterebbero i Social Network nei giovani, riducendo la loro attenzione e facendoli regredire verso uno "Stadio infantile". L'autrice dell'articolo, fa riferimento ad un articolo della Greenfield in cui risponde a delle domande riguardanti il "Vivere online". La Greenfield parla degli effetti negativi che i nuovi media sono in grado di produrre, quest'ultimi generano difatti profondi cambiamenti nel cervello dei giovani come ad esempio una riduzione dell'attenzione, incoraggiando così la gratificazione istantanea e azzerando le relazioni umane reali. Diversi studi confermano che i nuovi strumenti multimediali sono una delle preoccupazioni più grandi di genitori e insegnanti, i quali notano che la dipendenza creata da questi strumenti, tende ad eliminare la comunicazione e le relazioni interpersonali, creando delle realtà virtuali (Come Facebook o Twitter) in cui gli adolescenti instaurano una vita parallela e a cui purtroppo dedicano la maggior parte del loro tempo. Sempre la Greenfield afferma che la ripetuta esposizione ai nuovi media porterebbe ad un vero e proprio "rewiring" (Ricablaggio) delle connessioni cerebrali, dando vita così a nuove connessioni tra aree cerebrali diverse. L'articolo si focalizza principalmente sulla regressione che queste tecnologie porterebbero, sul come le persone dipendenti dai media si comportano come i bambini piccoli che sono attratti da rumori e luci brillanti, perché quest'ultimi sono dotati di scarse capacità attentive e intellettive. Sui vari Social Network si è attratti da curiosità o esibizionismo, mentre quando si parla di agonismo virtuale, ci si riferisce ai video games. Gli psicologi confermano che la tecnologia cambia il modo in cui ragioniamo, è emerso che gli adolescenti passano al computer piÃ
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    L'articolo descrive le interazioni fra i social e la struttura del cervello ponendo l'accento su come sia fondamentale l'educazione all'uso di tali strumenti specialmente in età giovanile. Uno spunto, ben documentato, di riflessione su un tema attuale.
elisa-bargigia

https://nonsolopedagogia.it/media-education-a-scuola-pratiche-strategie/ - 6 views

L'articolo evidenzia l'importanza della media education all'interno delle scuole, non come materia a sé stante, ma come insegnamento trasversale. Questo tipo di approccio stimola la curiosità e la ...

#scuola #strategiedidattiche #approcciopedagogico

started by elisa-bargigia on 29 Nov 21 no follow-up yet
biancascartoni

The impact of the media on eating disorders in children and adolescents - 3 views

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    Questo articolo, pubblicato nel 2003 per la rivista accademica "Pediatrics & Child Health" e scritto da Anne M. Morris e Debra K. Katzman, propone una serie di studi epidemiologici che evidenziano come i media possano svolgere un ruolo centrale nel creare e intensificare il fenomeno dell'insoddisfazione per il proprio corpo e, di conseguenza, possano essere in parte responsabili dell'aumento dell'incidenza di disturbi alimentari. L'articolo dimostra come l'esposizione a modelli considerati "perfetti" proposta quotidianamente dai media sia lesiva per i bambini e gli adolescenti che, trascorrendo dalle cinque alle sei ore di fronte allo schermo, vengono profondamente influenzati da ciò che vedono e sviluppano ansie e preoccupazioni riguardo alla propria immagine corporea, che appare inadeguata e deludente. La letteratura scientifica conferma che questi soggetti sono particolarmente vulnerabili ai messaggi e alle immagini veicolate attraverso i media, e molto spesso non riescono a discriminare tra ciò che vedono e ciò che invece è reale. In ultima battuta, l'articolo si focalizza sull'importanza di media education e media literacy come strumenti per sensibilizzare a un uso più consapevole e critico dei media.
saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
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