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dodomartini

Comunicazione digitale e nuovi media: una sfida per l'educazione. - 4 views

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    Interessante articolo di Teresa Doni, docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana, che ripercorre la storia della Media Education in Italia e nel mondo, per poi immaginare una New Media Education, in grado di confrontarsi e dialogare con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    AUTORE: TERESA DONI - Docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma. FONTE: "Rassegna CNOS 1/2015 * - Pagg. 185-196" [*CNOS-FAP / Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale. Erogazione servizi al lavoro. Autorizzato dal Ministero del Lavoro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali] QUALITÀ DELLA FONTE: Primaria A - -. Sito di una Fondazione (autorevole) che riproduce un capitolo molto interessante e completo, ma estratto da un lavoro più vasto, del quale non sono citati in modo compiuto i dati per identificarlo (13doni_Cinema 22/06/15 ??) AUTOREVOLEZZA della fonte: Primaria (Docente universitaria) - ONG affermata. Bibliografia: completa. STRUTTURA: Abstact in italiano e in inglese. Scrittura scorrevole. Impostazione scientifica / universitaria. CONTENUTO: Breve storia della Media Education in Italia e nel mondo; illustrando i suoi contenuti e la sua ragion d'essere prospetta una definizione di una New Media Education, utile per confronto e dialogo con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    Articolo interessante "storico del 2015" dove l'autrice la Professoressa Teresa Doni, ripercorreremo in breve il suo CV :docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'UniversitàPontificia Salesiana e presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università san Tommaso (Angelicum) di Roma. Affronta con approfondimenti i cinquant'anni dalla Media-Education alla New-Education, descrivendo molto brevemente anche l'esperienza Italiana della Media Education . In grado di confrontarsi e dialogare con la cultura delle nuove generazioni sopratutto per i nativi digitali con fonti attendibili e bibliografia. Producendo informazione di qualità a sostegno e la conoscenza dei MEDIA-EDUCATION. Vi auguro una buona lettura.
saradevirgilio94

Studentessa bendata durante interrogazione: "Mi sono sentita umiliata" - 4 views

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    Con il termine "didattica a distanza" si indica un percorso educativo mediato dal computer e da Internet in cui il docente organizza le attività in un percorso online a cui gli studenti accedono in modo autonomo. Si tratta in sostanza, di un metodo di autoapprendimento che porta a rafforzare il sistema di formazione aperta e continua, progettato secondo quanto richiesto dal M.I. Aumentano, in questo momento storico, però, gli illeciti, piccoli e più evidenti, di tipo comportamentale che nella formazione a distanza, evidentemente, si ripropongono come a scuola: copiare. Così la docente ha chiesto a questa studentessa di bendarsi gli occhi e non è un episodio isolato. Questi ragazzi non sono come noi, studenti UNI Nettuno, dotati di un bagaglio di conoscenze ed esperienze alle spalle, per sostenere una didattica di questo tipo. Inoltre, un conto è seguire delle video-lezioni di massimo 45 minuti, tempo massimo in cui riusciamo ad essere attivamente attenti, che puoi interrompere e riprendere quando vuoi, un conto è sostenere per lo più 5h di lezione continuative su programmi che, sostanzialmente, sono stati organizzati in modo improvvisato, ovvero non si basano su delle metodiche di apprendimento certificate e sperimentate negli anni. Secondo la mia opinione queste notizie dovrebbero far riflettere il M.I. per riprogettare la DAD attraverso un uso più consapevole dei mezzi che la scuola a distanza ha a disposizione, senza arrivare ad umiliare i propri studenti, perché ricordiamolo: sono gli adolescenti che soffrono di più in questa pandemia!
anonymous

Pediatria: da sviluppo a sonno, ecco come l'uso del cellulare agisce sui bimbi - 4 views

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    Nell'articolo scritto dall'agenzia stampa Adnkronos evidenzia quanto oggi siano così presenti i media nelle nostre vite. L'articolo affronta il problema su quanto i media possono influenzare il sonno dei bambini e le conseguenze che possono creare a livello cognitivo, linguistico ed emotivo del bambino.
rachelenardelli

Tecnologie digitali e bambini : un'indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita - 3 views

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    L'articolo è un'indagine a cura del Centro per la Salute del Bambino onlus e dell'Associazione Culturale Pediatri sull'utilizzo delle tecnologie digitali nei primi anni di vita: è la prima in Italia ad aver esplorato le abitudini di utilizzo dei dispositivi digitali nelle famiglie italiane con bambini al di sotto dei sei anni. Infatti, in questa fase dello sviluppo, il cervello dei bambini è particolarmente plastico e le conseguenze (sia positive che negative) derivanti da qualsiasi esposizione ambientale sono massimizzate; quindi, dal momento che i genitori sono i mediatori principali del rapporto dei più piccoli con le tecnologie digitali, è molto importante che gli operatori e i professionisti che si occupano di infanzia e hanno rapporti continui con i genitori, abbiano conoscenze adeguate di "Media Literacy". L'aspetto interessante riportato nell'articolo è che i benefici derivanti dall'utilizzo delle tecnologie digitali dipendono dall'età in cui i bambini iniziano a usarle, dal modo in cui vengono utilizzate, per quanto tempo e dalla qualità delle applicazioni: visto che le informazioni riguardanti l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei bambini al di sotto dei sei anni sono scarse, questo articolo riporta la ricerca fatta sulle attitudini e le pratiche dei genitori per quanto riguarda i bambini in questa fascia di età. I dati raccolti, nel loro complesso, dimostrano che i bambini iniziano a maneggiare e utilizzare i dispositivi digitali in età molto precoce, in proporzioni che fino a pochi anni fa erano attribuite a bambini di età ben superiore: i risultati dimostrano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le persone che si occupano di infanzia, non solo in ambito sanitario ma anche educativo, per supportare i genitori con adeguate informazioni e consigli sin dai primi mesi dopo la nascita, al fine di intervenire in tempo utile per evitare usi inappropriati e dannosi delle tecnologie digitali.
inesgio

MEDIA, ETHICAL NORMS AND MEDIA LITERACY EDUCATION | Ljajić | Facta Universita... - 4 views

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    L'articolo tratta la tematica legate alle norme etiche relative ai nuovi media e alla necessità forte di applicare una educazione ai media e promuoverne l'alfabetizzazione. Il punto di vista dell'articolo è estremamente interessante, ricalca sicuramente tutti quelli che sono dubbi e complessità affrontate dalla "sfida etica" ai nuovi media. Lo affronta sia da un punto di vista giornalistico e dunque dalla necessità di creare delle linee guida basate sul rispetto della proprietà intellettuale, dell'identità, alla moralità, alla competenza e al buon senso proprio perchè come abbiamo visto il veloce avvento dei media e la loro diffusione non ha permesso uno sviluppo altrettanto veloce di quelle norme che ne permettessero un utilizzo sicuro e anche facilitato. Da Habemas, Klippers, Giles fino a White abbiamo un excursus di analisi e ricerche che basandosi sulla necessità profonda di avere linee guida precise e chiare che possano indirizzare non solo gli enti e lo stato ma anche il singolo cittadino esposto e più "fragile" alla potenza di canale mediatico che è utilizzato anche dallo Stato, come in passato, come strumento di propaganda e diffusione di concetti precisi, ove più egualitari ove meno (ad esempio nei reggimi autoritari dove si attua censura e propaganda politica). In linea di massima, l'alfabetizazione digitale è l'unica soluzione praticabile e possibile che permetta llo sviluppo di quello spirito critico del singolo che gli permetta di discriminare sia in termini di notizie (fake news ecc) sia in termini di maggiore consapevolezza nell'utilizzo dei nuovi media anche in un ottica più sicura per se stessi e per gli altri. Evitando le derive anche patologiche a cui ci sta abituando proprio l'informazione mediatica e permettere un utilizzo sano e ottimale. Iniziare quindi nelle scuole permettendo proprio ai bambini, i più fragili, di sviluppare quella competenza critica sin dall'infanzia che non li renda manipolabili è soggetti pass
psicolb

Will the Spread of Digital Technologies Spell the End of the Knowledge Divide? - 4 views

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    In questo interessante articolo, originariamente presentato in Lingua Inglese, l'autore esprime come le tecnologie digitali possono aiutare ad espandere e democratizzare la conoscenza diffondendola equamente. Evidenze suggeriscono che le tecnologie digitali stanno effettivamente contribuendo ad espandere la conoscenza, ma non riescono a democratizzarla. Esse se da un lato stanno contribuendo a colmare il divario, non sono sufficienti a colmare il divario della conoscenza. La conoscenza e la sua democratizzazione per l'autore richiede il rafforzamento delle "fondamenta analogiche" della rivoluzione digitale quali: concorrenza, istruzione e istituzioni che influiscono. Queste analizzate sotto tre esempi: i social media, gestione dei dati (Big Data e Open data) e l'uso di piattaforme digitali.
tonettimartina

Tecnologie digitali e apprendimento attivo - 4 views

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    L'articolo esplora come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo, coinvolgente e orientato alla costruzione di competenze concrete. Partendo da esperienze innovative come l'uso di applicazioni per lo studio della fisica attraverso simulazioni e modelli virtuali, si evidenzia il potenziale dei nuovi media nel rendere l'apprendimento più dinamico e significativo. Un punto interessante dell'articolo è il legame tra l'utilizzo delle tecnologie e l'approccio attivo alla conoscenza, che supera il modello tradizionale e passivo della lezione frontale. L'apprendimento attivo, infatti, permette di consolidare le conoscenze teoriche tramite esperienze pratiche che stimolano i sensi e coinvolgono direttamente lo studente. Estendere questo approccio oltre le discipline scientifiche potrebbe rivoluzionare l'intero sistema educativo. Per esempio, immagino l'utilizzo di applicazioni e simulatori immersivi che consentano agli studenti di discipline come storia o letteratura di "vivere" le epoche studiate attraverso ambienti virtuali, o agli studenti nell'abito del diritto di partecipare a processi simulati. In un contesto più pratico, queste tecnologie potrebbero essere sviluppate per creare una sorta di "alternanza scuola-lavoro virtuale" che venga valutata esattamente come un test o una interrogazione. Questi strumenti consentirebbero agli studenti di sviluppare un pensiero critico, poiché li costringerebbero a prendere decisioni e valutarne le conseguenze in un ambiente protetto, inoltre prepara i giovani al mondo del lavoro. Questo richiede formazione per gli insegnanti, progettazione pedagogica che tenga conto delle reali esigenze formative e la alla creazione di applicazioni interattive ad hoc che permetterebbero agli studenti di simulare mansioni specifiche dei loro futuri ambiti lavorativi.
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    L'articolo in questione evidenzia come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo e coinvolgente. Lo scenario educativo attualmente viene attraversato da una profonda trasformazione, alimentata dall'evoluzione delle tecnologie digitali; emerge infatti l'esigenza di rivalutare le metodologie didattiche tradizionali, orientandosi verso approcci che promuovano un apprendimento attivo, coinvolgente e focalizzato sullo sviluppo di competenze e partecipazione attiva. Un esempio ritenuto fondamentale in questa trasformazione è rappresentato dall'integrazione e dall'utilizzo di strumenti digitali nello studio di discipline scientifiche quali la matematica o la fisica. L'utilizzo di simulazioni interattive e modelli virtuali offrono agli studenti la possibilità di visualizzare concetti astratti e di sperimentare attivamente. Questo approccio si allontana dal modello passivo della lezione frontale, in cui l'apprendimento è spesso confinato alla ricezione di informazioni tramite un apprendimento meccanico, ripetitivo di nozioni, ritenuto spesso più veloce ma anche poco efficace nel lungo periodo. Il vero punto di svolta si basa quindi, nel legame tra l'impiego delle tecnologie e l'utilizzo di una didattica attiva. L'apprendimento attivo si fonda sull'esperienza diretta e sul coinvolgimento multisensoriale dello studente attraverso l'utilizzo di strumenti, la manipolazione virtuale o/e la risoluzione di problemi. Gli studenti in questo modo non solo acquisiscono informazioni, ma costruiscono attivamente la propria comprensione del mondo, imparano "come" e non "cosa". Questo approccio risulta molto potente e si estende in diversi ambiti, ad esempio, attraverso l'utilizzo di applicazioni e simulatori per consentire agli studenti di storia e letteratura di "immergersi" virtualmente in epoche passate o in contesti narrativi, vivendo in prima persona gli scenari studiati. Inoltre, le tecnologie digitali potrebbero essere sfruttate per colmare
chiarafamoso00

Media education and the limits of "literacy": Ecological orientations to performative p... - 8 views

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    L'articolo parla dell'importanza della media literacy, specialmente in un periodo in cui ci sono sfide come la disinformazione e il negazionismo. Sottolinea che, mentre le discussioni sulla media literacy possono aiutare le persone a proteggersi e a sentirsi empowerate, tendono a concentrarsi troppo sulle azioni individuali. Gli autori propongono un nuovo approccio, chiamato "ecologia dei media civici", che considera anche le interazioni tra diversi attori, sia umani che non umani, che influenzano i media. Questo approccio arricchisce la media literacy tradizionale, aiutando a comprendere meglio come funzionano i processi di produzione e consumo dei media,
cristinaviggiani

DIPENDENZA DA SMARTPHONE- GLI SMARTPHONE COME L'OPPIO - 3 views

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    In questo articolo si parla di una realtà di cui ormai siamo schiavi: gli smartphone. Difficile da ammettere, ma al giorno d'oggi gli smartphone, i social, le notifiche e tutto ciò che gira intorno a questi elementi sono diventati come una vera e propria droga. E come dal una droga ne scaturisce una forte dipendenza. Si tratta di un fenomeno sempre più frequente soprattutto nei giovani, anche se negli ultimi anni la dipendenza da smartphone e internet è cresciuta anche in età adulta. Non si tratta più solamente di mantenersi in contatto con chi è lontano, o di scambiarsi qualche like sui social… gli smartphone sono diventati parte della nostra quotidianità 24h su 24h. lo portiamo con noi quando usciamo,quando siamo al bar, quando pranziamo,quando facciamo una vacanza, quando siamo a casa e addirittura, quando siamo con gli amici o con la nostra famiglia. Hanno costruito una vera e propria barriera invisibile che ci tiene lontani dal comunicare con chi abbiamo di fronte. Studi scientifici hanno dimostrato che chi fa un uso spropositato di questa tecnologia è maggiormente soggetto a soffrire di depressione, ansia e attacchi di panico. Le notifiche? Le notifiche, secondo alcuni studi, attivano gli stessi percorsi neuronali che si attivavano una volta quando vi era un pericolo imminente. Ad ogni suono o vibrazione proveniente dal nostro smartphone, i nostri neuroni si attivano nello stesso identico modo. La soluzione? Sembra strano, ma proprio come accade per il fumo e per l'uso di sostanze stupefacenti, la soluzione è una e non è semplice… ossia disintossicarsi. Magari usando queste scatoline sempre meno, controllare le notifiche solo in alcuni momenti, lasciare il nostro telefono nella borsa mentre siamo a cena con gli amici… e così via. Il percorso è difficile, ma non impossibile.
veliadauria

1- MED Introduzione alla MediaEducation. Conduce Maria Ranieri - YouTube - 1 views

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    Video esplicativo sulla Media Education
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    La ME, ovvero, il processo di insegnamento/apprendimento centrato sui media, ha come risultato la Media Literacy, cioè, il saper leggere e scrivere i media. Obiettivi di tale strategia sono lo sviluppo di capacita' di comprensione critica e partecipazione attiva permettendo chi apprende di imparare ad utilizzare le piattaforme digitali in modo consapevole. L'insegnamento della Media Education libera il campo da un'interpretazione sbagliata di tale strategia educativa, in quanto, essa non insegna ad utilizzare le strumentazioni,ma ad apprendere tramite il loro utilizzo perche' costituiscono un aiuto all'acquisizione della conoscenza. Ci si interessa quindi di aspetti culturali e non tecnici. Le origini di tale metodo partono addirittura dagli anni '30, ma negli anni '60 si ha una resistenza verso i media. Negli anni '70- '80 essi vengono rivalutati in chiave culturale per poi assumere negli anni '90 un carattere di empowerment incoraggiandone l'utilizzo. La ME affronta quindi le dimensioni di etica, tecnologia e cognizione, in quanto, l'etica è correlata all'uso consapevole degli strumenti, la tecnologia riguarda l'uso corretto di queste ultime e la cognizione è la capacita' di comprensione dei contenuti mediali. Altro aspetto etico riguarda i social network, i quali hanno fatto sollevare la problematica di difesa della propria identita' e di protezione dal fenomeno del cyberbullismo. Si interroga quindi dell'ambito relazionale e patologico connesso alle piattaforme sociali.
giovanna1990

Educazione ai media - Wikipedia - 0 views

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    L'educazione ai media o media education è un' attività didattica entrata in uso con lo sviluppo tecnologico dei mezzi di comunicazione di massa e si riferisce alla capacità di saper utilizzare i mezzi di comunicazione di massa con un occhio critico e attento nei confronti dei contenuti e dei messaggi proposti dai media.
lucreziabiffi

Il museo partecipativo sul web: forme di partecipazione dell'utente alla produzione cul... - 2 views

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    L'articolo sopra riportato ha la scopo principale di analizzare il nuovo rapporto tra contenuticulturali e fruizione di essi da parte dagli utenti del web. Analizza la risposta del pubblico al valore dei social media impiegato nello sviluppo di una diversa partecipazione museale, inquadrando una vera e propria reinterpretazione dei "valori culturali" come noi tutti li immaginiamo, nel più classico dei modi. Si prende in considerazione come l'ultilizzo e l'impiego di nuove tecnologie possa creare un coinvolgimento e fidelizzazione del pubblico verso questo "Museo 2.0", un'evoluzione di quello che comunemente è inteso come Museo. Adattandosi ed evolvendosi insieme alla nuova e ormai dominante realtà digitale è anche la cultura e i suoi contenuti, entrata, come prima accennato, nella fase 2.0 punta al rinnovamento di tutte le componenti che formano la classica fruizione di essa. Introduce il Museo Partecipativo che, assieme alle nuove concezioni di "Archivi 2.0" e "Biblioteche 2.0" vivono e si plasmano attorno ad una nuova era basata sulla rivoluzione digitale. Attraverso questi nuovi strumenti si coinvolge e incoraggia alla partecipazione dell'utenza, aumentando e personalizzando l'appeal dell'offerta culturale.. I canali del web, i nuovi social media di tipo partecipativo offrono enormi potenzialità rivolti alla comunicazione culturale, anche in termini di visibilità e distribuzione grazie alla forma comunicativa facilitata da ogni tipo di strumento digitale che favorisce maggiormente la creazione, la condivisione e la diffusione di questi contenuti.
andrea_85

Media education, ME - La Comunicazione - 6 views

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    Articolo molto interessante che spiega l'evoluzione storica dei media e dell'importanza che hanno assunto nella società nel corso del tempo. Molto spesso colpevolizziamo i nuovi media per il comportamento di bambini e ragazzi perché imitano quello che vedono alla TV o su Internet; in questo articolo si parla di come i Media Educator dovrebbero affrontare la tematica dei media e quali aspetti di queste nuove tecnologie vadano analizzati con più attenzione anche per rendere i ragazzi, ma soprattuto i minori, più consapevoli di quello che fanno o leggono quando si trovano nel "mare" di Internet.
ilariagiuseppini

Cittadini in Crescita numero unico del 2013-Raccolta di approfondimenti a cura del Cent... - 3 views

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    Questa pubblicazione del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza raccoglie una serie di contributi significativi sul tema bambini, adolescenti e nuovi media. In particolare la prima parte (fino a pag. 42) riporta: esperienze di innovazione in campo scolastico grazie all'introduzione e utilizzo di media e tecnologia; l'utilizzo di tecnologie e media a supporto di bambini e ragazzi con DSA; punti di vista diversi, supportati da ricerche scientifiche, sul rapporto tra i giovani e i media (in particolare social network); la trasformazione che dovrebbero subire la scuola e il metodo di insegnamento per integrare e sfruttare le possibilità offerte da tecnologia e media; progetti di ricerca-intervento realizzati, volti all'utilizzo responsabile e consapevole della rete da parte dei ragazzi, con attenzione ai rischi connessi; l'azione "Cl@ssi 2.0" promossa dal Miur con lo scopo di portare la tecnologia nelle aule formando il personale docente e coinvolgendo vari attori sul territorio.
vesnabogdanovic

Lavorare nell'era digitale - 5 views

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    L'EPSC (European Political Strategy Center) pubblica alcuni dati per evidenziare l'urgente bisogno di promuovere le competenze digitali nei cittadini. L'articolo propone una serie di problemi e rischi in diversi settori e in diversi paesi che non hanno reagito tempestivamente a queste necessità. Le competenze digitali oggi sono le competenze di base. Non esiste più un lavoro che non le richiede e non esiste più una sfera settoriale di vita quotidiana capace di farne a meno. Tutto questo influenza anche l'economia di un paese che non riesce a rispondere alle richieste reali. In molti paesi si verifica la doppia crisi nel mercato del lavoro, da una parte ci sono le aziende che necessitano il personale con le competenze digitali e dall'altra ci sono i disoccupati laureati che non soddisfano queste richieste. Non c'è la sintonia tra la scuola tradizionale e il mondo del lavoro che è in continua evoluzione. Senza queste competenze il rischio di essere esclusi è alto e non riguarda solo il mondo del lavoro, ma anche quello sociale.
morrisss

Black Mirror (serie televisiva) - Wikipedia - 2 views

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    Black Mirror è una serie televisiva, ho condiviso il link al collegamento su Wikipedia ma la si può vedere su Netflix. Sono una decina di episodi per una pario di stagioni, ogni puntata ha una storia assestante, ma con il comune denominatore di parlare del mal uso che può venire fatto della tecnologia. molto educativa e fatta bene la si guarda piacevolmente e fa riflettere.
ALESSIA GUCCINI

"Mamma mi ha confiscato lo smartphone". E la teenager twitta dal frigo - Repu... - 5 views

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    Devo dire che dopo aver letto questo articolo come mamma sono ben felice di avere scelto un frigorifero tradizionale. Io stessa mi sono infatti trovata più volte nella condizione di dover sequestrare il cellulare a mia figlia, e ad assistere a scenate di rivolta, miste a ira, malinconia e disperazione. Essere connessi è diventata quasi una necessità primaria. Non c'è luogo dove non si trovi qualcuno collegato alla rete. Le metropolitane, gli uffici, le sale d'aspetto, tutti approfittano per una sbirciatina al cellulare, siamo diventati quasi incapaci di attendere, come se la nostra vita non ammettesse vuoti. Mi ricordo da ragazza attese lunghe e noiose all'ufficio postale, c'erano dei vuoti dove magari si aveva il tempo di concentrarsi su se stessi. Adesso in questo articolo abbiamo un adolescente che incapace di affrontare la sua punizione con dignità, occupa quello che è il suo spazio vuoto, per aggirare il divieto in modo creativo, e collegarsi alla rete dal suo frigorifero smart. Non contenta poi ci prova con la WII, nella sua infelicità è felice, perché la rete si è accorta di lei e l'ha sostenuta. La madre pur avendocela messa tutta ha fallito suo malgrado, ma non deve biasimarsi, ci ha provato.
francescagemelli

Media Education - Maria Ranieri webinar - YouTube - 4 views

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    In questo WebIn Air la Prof. Maria Ranieri, professore associato in Didattica e pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze Formazione e Psicologia, Università di Firenze presenta contenuti inerenti l'insegnamento della media education in contesti interculturali, presentando e commentando risorse e strumenti per l'ambiente scolastico, presentati sia sotto il punto di vista della proposta all'insegnante di scuola superiore di metodologie di lavoro (quali progettazione didattica, strategie didattiche, approccio pedagogico, connesso ai concetti di understanding, expression ed engagement) che riflessioni per il lavoro sul campo (diversi minuti sono dedicati all'esposizione di learning scenari).
benedettaferrari

Utilizzo dei dispositivi mobili in età prescolare: raccomandazioni della SIP ... - 5 views

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    Questo articolo uscito su " Italian Journal of Pediatrics " é stato presentato a Roma in occasione del 74° congresso italiano di pediatria; è il frutto di un' analisi della letteratura scientifica ed ha indagato gli effetti sia positivi che negativi dell' uso di media devices in età prescolare. La ricerca ha analizzato gli effetti documentati dell'esposizione dei dispositivi mobili sulla salute mentale e fisica dei bambini. I risultati hanno dimostrato che i MD (media devices) possono interferire con l'apprendimento, lo sviluppo dei bambini, il benessere psico-fisico, il sonno, la vista, l'ascolto e la relazione genitore-figlio. Nella conclusione viene analizzato il ruolo del pediatra come colui che dovrebbe essere consapevole sia degli effetti benefici/educativi che collaterali dei MD e dare consigli alle famiglie, in base all'età dei bambini. A questo proposito la Società Pediatrica Italiana suggerisce che l'esposizione dei dispositivi multimediali durante l'infanzia dovrebbe essere modulata dai supervisori e rispettare tempistiche e fasce d' età.
danisusan

Via la cattedra! Ribaltare i paradigmi dell'apprendimento con la classe capov... - 8 views

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    Ho cercato per giorni in Internet un articolo originale che potesse creare interesse, sono passata dal visionare i siti cyber-tecnologici più in voga alle riviste on-line, per poi scegliere un articolo che centra in pieno (a mio parere) il problema dell'attenzione, dell'apprendimento, della tecnologia e della didattica. Era lì…semplice e chiaro, in una simpatica presentazione con esempi, illustrazioni ed esperimento esplicativo. Parla della "flipped classroom", una tecnica di insegnamento che sta prendendo campo anche nelle nostre strutture didattiche. Riprende un articolo pubblicato da Chiara Spalatro sulla rivista pedagogica Docenti attenti.
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