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gbuonomano

Fondazione Vodafone lancia 'Instant Schools For Africa' per portare a milioni di giovan... - 6 views

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    L'articolo in questione parla del progetto presentato da Vodafone " Instant Schools For Africa" un'iniziativa che è partita lo scorso autunno e che consentirà a milioni di giovani della Repubblica Democratica del Congo, del Gana, del Kenya, del Lesotho, del Monzambico e Tanzania di accedere liberamente a materiale didattico on line. L'obiettivo è fornire a milioni di ragazzi l'accesso a materiale didattico che conterrà testi concepiti per giovani che non hanno seguito un percorso scolastico tradizionale. l programma "Instant Schools For Africa" rappresenta una notevole espansione della missione della Fondazione Vodafone nell'uso delle tecnologie mobili e digitali per consentire alle persone che ne hanno maggiormente bisogno di accedere a risorse didattiche fondamentali.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
luanasam

Is your school district in Rhode Island teaching media literacy? - The Boston Globe - 2 views

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    La reporter Alexa Gagosz in questo recente articolo scritto per il Boston Globe nella rubrica settimanale "Innovators", solleva un'importante questione diretta alla comunità del Rhode Island, U.S.A. "Is your school district in Rhode Island teaching media literacy?" Il suo articolo è basato su un resoconto rilasciato dal Media Education Lab della Rhode Island University guidata dal direttore Renee Hobbs, che attesta la mancanza di una educazione nell'alfabetizzazione mediatica nella scuola elementare e secondaria, seppur nel 2017 sia stata emanata una legge, approvata dall'Assemblea generale del Rhode Island, che impone al dipartimento dell'istruzione statale di considerare l'inclusione dell'alfabetizzazione mediatica nel piano di istruzione di base dello stato. Nell'articolo vengono riportati diversi studi tra cui uno del professore della Massachusetts Institute of Technology, David, G., Rand che provano come Toxic News, disinformazione e incomprensione dei media possono influenzare il benessere economico, sociale e politico aumentando la discrepanza nel giudizio tra ciò che è vero e ciò che non lo è. La reporter conclude l'articolo con una serie di domande rivolte alla Hobbs, direttore della RI University, riguardo la ricerca. L'articolo riporta inoltre, in forma completa di 28 pagine, la Statewide Survey di Renee e colleghi sponsorizzata dalla Social Science Institute for Research Education and Policy (SSIREP)
gpinzuti

Social network, scuole e famiglie: una revisione della letteratura scientifica - 4 views

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    L'articolo espone l'importanza del ruolo della famiglia e della scuola "nella guida e nel controllo delle relazioni offline e online degli adolescenti nell'uso dei social network". Il testo analizza, in un range di 43 articoli di letteratura scientifica, il rapporto non privo di difficoltà e di ostacoli che i giovani presentano con i social network. Questo articolo mi ha indotto ad una valutazione. La rete dei social network, così perfetta e letale al tempo stesso, ha attratto negli anni un numero sempre maggiore di bambini, adolescenti e adulti e causato danni più o meno rilevanti in ambito pedagogico, psicologico ed educativo (come il cyberbullismo). Sono proprio i genitori e la scuola che dovrebbero difendere l'adolescente ed educarlo ai rischi ai quali può incorrere, semplicemente chattando con altri o inviando file ad altri, in questo "doppio potere" esercitato dai social network. In tal senso è estremamente importante il ruolo della mediazione: è evidente che in un momento in cui la convergenza mediatica è così forte e profonda, forme inefficaci di School Mediation e Parental Mediation, troppo restrittive nell'educazione digitale dei giovani, possono irrimediabilmente deteriorare i rapporti e provocare un pericoloso isolamento. Al contrario se genitori e scuola adottassero (consapevolmente e criticamente) una mediazione attiva, collaborativa e condivisa con l'adolescente - nativo digitale, si riuscirebbe a contrastare, o comunque a ridurre, episodi discriminatori e fare in modo che la distanza tra online e offline per i ragazzi non sia più così fragile.
mimma_gangi

MOBILE PHONES AT SCHOOL: BAD STUDENT BEHAVIOUR OR AN INNOVATIVE RESOURCE? - 6 views

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    L'articolo ha l'obiettivo di rendere gli adulti consapevoli degli usi educativi e didattici delle tecnologie mobili. Esso si inserisce nel dibattito sul ruolo dei telefoni cellulari nelle scuole italiane. La prima parte è relativa al quadro giuridico di regolamentazione dell'uso dei telefoni cellulari nelle scuole italiane; la seconda parte presenta i risultati di una ricerca qualitativa effettuata in cinque scuole secondarie piemontesi.Questo studio, ha implicato sia sessioni di osservazione naturale sia interviste . In particolare, l'analisi dei risultati ha rilevato differenze sostanziali nell'uso didattico dei telefoni cellulari all'interno degli istituti scolastici. Vi sono scuole tecnologicamente avanzate e scuole tradizionali.Nel primo caso, i telefoni cellulari risultano essere uno strumento integrato nell'insegnamento,mentre nel secondo esso viene visto come uno strumento da "evitare". Questi atteggiamenti contrastanti verso i telefoni cellulari sembrano essere legati a fattori economici, geografici e tecnologici.Questa ricerca è sperimentale ed è ancora ad uno stadio iniziale, essa dovrebbe essere integrata con altre ricerche future. Lo studio ha mostrato che vi è necessità di promuovere una cultura di educazione ai media nelle scuole perché l'uso del telefonino si è rivelato strumento didattico efficace, ben accetto dai ragazzi e di rapido e immediato utilizzo. Attenzione! Per potere accedere all'intero contenuto dell'articolo occorre solamente registrarsi al sito: Centro Studi Erickson.
Marta Collini

Un toolkit per progettare e realizzare atelier digitali – Zaffiria - 0 views

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    Pagina web del centro per l'educazione ai media Zaffiria da cui è possibile scaricare il toolkit relativo al progetto App Your School. Durante il progetto sono stati realizzati atelier digitali per la scuola secondaria con progetti di mostre interattive, realtà aumentata, paesaggi sonori. Oltre a fornire strumenti di lavoro e resoconti di attività, il pdf spiega le premesse metodologiche basate sulla declinazione degli approcci di Alberto Manzi e Bruno Munari tramite le TIC e la Media Education.
lidial

Italian lessons: what we've learned from two months of home schooling | Education | The... - 0 views

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    L'articolo pubblicato in inglese su The Guardian e ripreso nel numero del 30 apr/7 mag 2020 del settimanale l'Internazionale, riflette sull'esperienza vissuta in Italia dal giornalista, che è anche insegnante, e dalla sua famiglia, rispetto alla chiusura della scuola durante il lockdown. I fatti divengono spunti di riflessione sull'apprendimento digitale, su come cambi, o debba cambiare, l'approccio dell'insegnante, e anche dell'allievo, nella didattica, a distanza a partire dal contesto italiano poco digitalizzato. L'autore non dimentica di sottolineare sia gli aspetti personali che relazionali implicati in questa nuova didattica evidenziandone sia gli aspetti positivi che le criticità.
vitadepasquale

Social Network: effetti sui processi di socializzazione - 3 views

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    Ormai i social network sono entrati a far parte, in maniera diretta o indiretta, della vita di ognuno di noi. Coinvolgono persone di qualunque fascia di età, ceto sociale e sesso. I social network, ormai diventati essenziali nella quotidianità di ognuno, portano vantaggi come: maggiore socializzazione, superamento di alcune difficoltà di approccio che si potrebbero avere con il contatto fisico, acquisizione di maggiore sicurezza, crescita personale e aumento di autostima. Tanti ,però, sono gli svantaggi come: nessun rapporto o scarso rapporto o finto rapporto emozionale, scaturito da un incontro fisico tra persone; diminuzione di autostima e capacità cognitiva, aumento di stati depressivi soprattutto tra adolescenti e social network; finzione del modo di essere e di comportarsi. Quindi è bene concludere dicendo che: i social network vanno maneggiati con cura.
daya46

Media education: the european propositions and the brazilian environment - 3 views

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    In questo documento viene valutata la possibilità di inserire in un contesto di istruzione scolastica brasiliana il modello della Media Education europeo. Precisamente si discute il kit proposto dall'UNESCO con l'obiettivo di ridurre alcune discussioni essenziali nel contesto dei programma multimediale all'interno delle scuole brasiliane. Viene citata "l'idea di protezione" di bambini e giovani, in relazione agli effetti dei messaggi dei mass media, (Buckingham 2007) prima con la negazione poi con la selezione e che la maggior parte delle caratteristiche del XX secolo convivono con altre prospettive dove la prospettiva di "protezione" è sostituita dal concetto di "preparazione". Viene precisato che l'alfabetizzazione ai Media implica sia la possibilità che la disponibilità di utilizzare supporti tecnologici. Educomunicazione,che si avvicina in alcuni punti di vista di Buckingham come l'accento sulla cultura autonoma sviluppata dai giovani con il contatto con i Media ed i loro coetanei, ha alcuni fattori che possono essere problematici per il contesto brasiliano. Ad esempio l 'accelerata espansione in termini di attrezzature tecnologiche non è direttamente proporzionale alla preparazione dei professori per l uso della tecnologia e quindi, in una realtà come il brasile, prevale ancora una "auto-educazione" di insegnati e studenti ed il volontarismo di azioni scolastiche. Quindi per applicare il kit di Media Education Europeo in una realtà scolastica brasiliana è necessario una preparazione sistematica nelle scuole, con tempistiche più lunghe ma soprattutto cambiare il peso politico sull'argomento
dodomartini

Study protocol for a randomized controlled trial to evaluate a web-based comprehensive ... - 4 views

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    Articolo Pubblicato: 08 gennaio 2020 , questo studio approfondito Sull'importanza dell'educazione alla salute sessuale completa a livello scolastico si e' occupato dell'efficacia dei media per mezzo di una sperimentazione controllata randomizzaa di MEDIA AWARE, di promozione della salute sessuale a favore della prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze adolescenziali. Studio-Indagine completa e rigorosa basata sul web per studenti delle classi superiori che utilizza un approccio MLE L'approccio MLE affronta un'influenza comunemente ignorata sulla salute sessuale e delle relazioni degli adolescenti, vale a dire i media. Buona lettura
mimma_gangi

Using a mixed-methods approach to measure impact of a school-based nutrition and media ... - 7 views

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    L'articolo è relativo ad un studio svolto in alcune scuole elementari italiane sul tema della salute legato all'alimentazione. Un progetto di grande importanza in Europa è quello di promuovere la salute, questo per prevenire in futuro problemi sia fisici, sia psichici sia anche per accrescere il benessere individuale. In particolare l'obiettivo è prevenire l'obesità, problema in crescita sia tra bambini che tra adulti. Il 23% dei bambini italiani, tra gli 8 e i 9 anni, è infatti in sovrappeso e l'11% ha il problema dell' obesità, numeri sicuramente significativi. L'Unione Europea invita gli stati membri a sensibilizzare sui rischi legati ad una cattiva alimentazione e le campagne da attuare nei vari paesi membri devono avere come target i bambini con età 0-12. In Italia è stata avviata la campagna: "Scuola e cibo, piano di educazione scolastica alimentare 2009-2015", tema che ha coinvolto tutte le discipline. Questa campagna include anche un'educazione sui Media, perché i bambini italiani, dagli 8 ai 10 anni, tendono a mangiare cibi pubblicizzati in televisione, generalmente molto ricchi di calorie. Studi internazionali mostrano che gli interventi per aumentare il consumo di frutta e verdura sono più efficaci se vengono discussi durante le lezioni scolastiche, se sono coinvolti anche i genitori, se includono la possibilità "dell' assaggio" e se sono trasmessi tramite i media. Uno studio in particolare, della durata di 10 settimane, dove sono state coinvolte le classi quinte di quattro diverse scuole elementari in Veneto, ha avuto l'obiettivo di promuovere un maggiore consumo di frutta e verdura come strumento di prevenzione all'obesità. Tre gli obiettivi principali: promozione della salute, con attività interattiva; educazione sui media per analizzare in modo critico le varie pubblicità sui cibi; infine una campagna di promozione sulla salute con l'utilizzo dei Media.
bbrilla

A snapshot of Media Literacy in Australian Schools - 1 views

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    La ricerca, dell'Università della Tasmania, indaga l'importanza di un programma di media literacy all'interno della scuola, partendo da dati concreti ottenuti attraverso un sondaggio tra insegnati, sulla situazione attuale della ME. L'articolo offre sia un punto di vista degli insegnati, sia dati riguardanti la discrepanza che vi è tra i giovani tra utilizzo dei medi e capacità critica di questi ultimi. Infine, presenta un excursus su ciò che si potrebbe fare, specialmente per sostenere i professori nell'insegnamento della ME.
Marta Collini

Fair Use in Visual Arts: You Be The Judge! - Center for Media and Social Impact - 1 views

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    Risorsa sul tema dell'educazione all'uso corretto delle immagini e di opere di arte visiva coperte da copyright, rivolta a insegnanti ed educatori, proposta dal CMSI Center for Social and Media Impact interno alla American University's School of Communication di Washington. Agli studenti viene proposta una simulazione in cui sono spinti a riflettere sugli usi legittimi o illegittimi delle immagini che trovano sui media mettendoli nei panni di un giudice. Si ricollega alla valutazione critica propria della Media Education e sulla capacità di valutare diversi punti di vista.
marcom1982

Media Education e digitalizzazione dei processi educativi | Edscuola - 7 views

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    In questo articolo si mette in evidenza come la scuola si trovi ad affrontare un processo di aggiornamento accelerato in senso tecnologico che costringe il personale docente a mettere in campo nuove competenze, a prevedere la creazione di nuovi ambienti di apprendimento e processi di insegnamento-apprendimento, sfruttando le tecnologie multimediali e digitali. Racconta un esperienza di apprendimento collaborativo programmato in rete, dove, seppur manchi l'interazione faccia a faccia, si ha comunque la possibilità di mantenere un certo contatto umano e sociale, di dedicarsi tutti insieme, con piacere, ad un'attività comune, in cui gli alunni si sentono protagonisti nelle diverse fasi del lavoro, sviluppando pertanto, anche certe competenze tecniche, e consente ai docenti di non rinunciare ad educare alla cooperazione migliorando anche il benessere psicologico degli alunni, messo a dura prova in questi mesi di emergenza. La scuola resta in vita grazie alle tecnologie seppur tra opportunità e limiti. La scuola si trova ad aggiornare i propri obiettivi nei contenuti e nei modi per rispondere alle sfide di un mondo che cambia rapidamente per formare futuri cittadini.
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    Questo articolo di Erica Della Valle riflette sulla didattica a distanza imposta dalla pandemia e sull'uso di piattaforme informatiche e di svariati sistemi di collegamento e condivisione di immagini, video e documenti, spesso non valutati adeguatamente in termini di tutela della privacy. Il pezzo analizza la Summer School MED, organizzata dall'associazione MED per formazione e ricerca in Media Education, che si è concentrata sui processi educativi mediati dalle tecnologie digitali e sulla questione dei dati acquisiti in formato digitale. Inoltre, l'articolo sottolinea l'importanza della Media Education come prassi educativa e riflessione teorica per produrre cultura e allargare la democrazia, in particolare nel contesto della digitalizzazione della comunicazione.
francylamoni

L'alfabetizzazione mediatica dovrebbe essere un corso obbligatorio a scuola? - 3 views

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    L'articolo ci fa riflettere sull'importanza di portare l'alfabetizzazione mediatica a scuola, poiché troppo spesso gli studenti gestiscono e diffondono grossolanamente la disinformazione senza saperlo. Bisogna far comprendere come i siti web traggono profitto dalle notizie fittizie, come lanciano gli algoritmi digitali e i robot e, soprattutto, come esaminare i siti Web sospetti che imitano i notiziari reali. La disinformazione online potrebbe sembrare un virus incurabile, ma le società di social media, i responsabili politici e le organizzazioni non profit stanno iniziando ad affrontare il problema in modo più diretto. Insegnare abilità di alfabetizzazione mediatica agli adolescenti e agli studenti più giovani proteggerà i lettori dalla disinformazione, proprio come insegnare una buona igiene riduce le malattie.
cpucello

Il social network scientifico del futuro - 3 views

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    L`articolo è stato scritto da Phil Jones il quale ha trascorso gran parte della sua carriera lavorando su progetti che utilizzano la tecnologia per accelerare la scoperta scientifica. Phill Jones è stato il responsabile della sensibilizzazione degli editori a Scienza digitale. Il suo ruolo attuale è co-fondatore per il digitale e la tecnologia presso la MoreBrains Cooperative, una società di consulenza che lavora in prima linea nell'infrastruttura accademica, nella gestione delle informazioni e nella diffusione della ricerca. Phill Jones ha avuto una carriera di ricerca interdisciplinare di successo presso l'Imperial College di Londra, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Fisica e Harvard Medical Schools, dove è stato membro della facoltà di ricerca che lavora in ictus, alzheimer e imaging ottico molecolare. Il tema trattato nell ́articolo risulta ancora molto attuale in quanto ancora in fase di realizzazione. Phil Jones, nel blog, sfida per gli editori a trovare modi per ridimensionare gli usi dei social media per renderli accessibili e preziosi per tutti. Ipotizza dei profili sintetici e non complicati e proprio come Reddit, Instagram o Pinterest, la persona sarà costituita dal contenuto aggregato che ha inviato ed i validi contenuti saranno letti, scaricati e utilizzati, consentendo ai contributori di costruire una reputazione basata sui loro risultati di ricerca. Vi sono social network dedicati al mondo accademico e della ricerca. I più utilizzati sono ResearchGate (6 milioni di utenti), Mendeley (oltre 3 milioni) e Academia.edu (circa 18 milioni ma è aperto a chiunque) ma nessuno è riuscito ad affermarsi come ad esempio Facebook non vengono dunque sfruttate le potenzialità di "luogo virtuale" dove scambiare e discutere idee e creare nuove collaborazioni. Vediamo ancora nascere e a morire nuovi social network come ad essempio BioMedExperts e NatureNetwork. Il blog post su Digital Science si interroga dunque sul perché l'utilizzo dei social
benedettap

La solitudine di una generazione iperconnessa. - 4 views

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    In quest'articolo è possibile evidenziare l'aumento dell'utilizzo dei social a dismisura soprattutto tra gli adolescenti, dove è considerato una protesi della loro identità. Le statistiche dicono che circa il 95% ha almeno un profilo sui social network. Tutto questo ha portato inevitabilmente anche ad una rivoluzione delle modalità di interazione sociale, molto diverse dalla normale comunicazione faccia a faccia, infatti per un adolescente oggi scrivere su WhatsApp equivale a parlare con la persona, pubblicare una foto significa condividere ciò che si sta facendo, postare una localizzazione vuol dire comunicare dove ci si trova e la stessa modalità è usata anche per comunicare con il mondo degli adulti. L'adolescente può organizzare la propria presentazione del "profilo" in maniera da trasmettere l'immagine di sé che più gli piace e l'approvazione da parte degli altri avviene tramite un 'like'. In questa solitudine l'approvazione del coetaneo è di elevata importanza. A causa dei social network vengono meno i momenti di interazione sociale face to face e quando avvengono, spesso, le persone impiegano il loro tempo per navigare in rete.
dtomassini

Sanità digitale: pronta la metà degli italiani, resta il nodo competenze - 3 views

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    Da un'indagine presentata dalla Luiss Business School di Roma si rileva che la digitalizzazione del sistema nazionale è importante anche se non prioritaria. Al primo posto la medicina territoriale, la ricerca in quanto gli italiani (Parlamentari per il 60%, Consiglieri delle Regioni per il 70% a seguire i consumatori per il 66,1%) sono pronti ad una sanità digitale. Si vorrebbe parlare di e-health ma il termine non corrisponde esattamente a "sanità digitale" in quanto agli italiani manca ancora un'adeguata competenza digitale. Nell'articolo gli argomenti toccati sono quattro, tra cui il digital divide (di cui ho parlato in un altro mio post pubblicato). Gli italiani sono pronti a confermare che l'implementazione del digitale aumenterà le disuguaglianze (il divide appunto), status già confermato dalla pandemia Covid-19 e soprattutto il lockdown che ha messo in crisi soprattutto l'istruzione. Significa che l'e-health sicuramente aiuterà ma escluderà colui/colei che non possiede strumenti, connessione, ma soprattutto l'alfabetizzazione digitale fondamentale Anche, secondo il Sole 24 Salute, con un articolo del 13/04/2022 (https://www.ilsole24ore.com/art/due-italiani-tre-sono-pro-digital-AECGNoRB), sia i cittadini che gli operatori sanitari sono pronti a questa rivoluzionaria trasformazione digitale, toccati dall'inefficienza del SSN durante la pandemia. Ma sia Parlamentari che Regioni dichiarano che, a parer loro, solo circa la metà degli italiani è realmente pronta alla gestione digitale sanitaria.
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    La mia opinione - che riprende le tematiche già conosciute - è che questo cambiamento previsto probabilmente troverà della resistenza da parte di coloro che sono tipicamente abituati a trovarsi di fronte il medico che li visita; ma se i sistemi nazionali saranno ben organizzati, le tecnologie digitali saranno a disposizione di tutti (escludendo quindi un digital divide) e si avvierà un'adeguata alfabetizzazione digitale (media literacy) l'unico problema sarà la realizzazione, ahimè, non immediata.
Luciano Di Mele

Med | Home - 9 views

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    Rispecchiando la mission del MED, la rivista rende produttivo e visibile l'incontro tra studiosi e docenti universitari, professionisti dei media, insegnanti ed educatori nella scuola e nel territorio interessati e impegnati nella Media Education, sia in Italia che all'estero; si avvale dell'esperienza quasi ventennale delle Summer School di Corvara in Val Badia (con oltre 1500 presenze) in cui è risultata vincente la strategia di coniugare teoria e pratica laboratoriale.
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    Buone pratiche di Media Education: il Premio MED "Cesare Scurati"
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