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alexaballarin

Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web - Net Reputation - 18 views

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    Internet è uno strumento indispensabile e a disposizione di tutti, minori compresi. Qualche spunto per una educazione ad un uso consapevole del web e dei social network. Sempre più le vicende di cronaca rendono fondamentale affrontare le questioni dell'educazione ai nuovi strumenti di comunicazione (e fruizione dell'informazione) che internet ci mette a disposizione. Siamo connessi h 24 grazie a Smartphone che per prestazioni (velocità CPU, memorie, dimensioni schermo) e per connettività (spesso in Italia le connessione ad internet da cellulare risultano anche più veloci delle "adsl normali") sono molto più potenti dei "vecchi pc" e ci consentono di fare acquisti, chattare, leggere, comunicare, cercare musica online, formarci ecc. ecc. Questi processi cambiano il nostro modo di pensare, il nostro modo di relazionarsi agli altri, di acquistare, di studiare ecc. E' quindi necessario un "supporto" che vada in tante direzione, non solo tecnico informatico (come si usa un determinato software o un determinato dispositivo) ma più profondo, "olistico", che possa andare in profondità, per esempio spiegando come funzionano davvero i social, quali sono i meccanismi che sottintendono alla pubblicità e al marketing sui social network e sul web, come individuare una fonte attendibile ed evitare "fake news" e bufale, come utilizzare in sicurezza un motore di ricerca, le regole da tenere in ambito social, comprendere le dinamiche dietro al "gaming" e alle chat nei giochi online ecc. In questo processo di comprensione non devono esser coinvolti solo i ragazzi ma è fondamentale coinvolgere anche i docenti ed i formatori e i genitori.
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    Gli adolescenti devono imparare ad essere critici nei confronti del materiale che trovano su internet, ma devono essere anche creativi. Poichè i ragazzi, di tutte le età, passano sempre più tempo davanti al loro smarthphone, gli adulti (genitori, docenti e formatori) sono tenuti ad agire come "interpreti": devono saper comunicare la molteplicità della realtà , rendere pubblico il pericolo nascosto dietro la community. I giovani sono sempre più esposti, tramite l'accesso alla rete, ad immagini di violenza, sesso, droga. I confini tra infanzia ed età adulta diventano sempre più confusi ed i ragazzi non sempre sono pronti ai cambiamenti repentini proposti dalla rete. In un tempo come il nostro, dove entrambi i genitori lavorano, i ragazzi passano parecchio tempo da soli, imparando ad usare i media attraverso l'esplorazione ed il gioco, anche attraverso gli errori. La scuola, tramite gli insegnanti, dovrebbe insegnare agli alunni a sviluppare il proprio senso critico, a prendere coscienza della complessità dei media, della diversità offerta, per poter agire secondo la propria coscienza ed i propri valori. Ma è difficile per le istituzioni scolastiche formare i ragazzi se non si hanno a disposizione, nelle proprie strutture, gli strumenti necessari (computer, LIM, ecc.): solo lavorando a contatto coi giovani, sulla rete, si possono valutare insieme caratteristiche, pregi e difetti. Gli insegnanti dovrebbero essere più formati al mondo digitale, spesso troviamo insegnanti che non hanno mai visto un computer, che utilizzano un cellulare di vecchia generazione e quindi trovano difficoltà a trasmettere nozioni che non hanno!
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    Si tratta di un articolo scritto da Marco Pini, formatore e consulente web, pubblicato da Net Reputation, del cui team Pini fa parte. Il link di questo post è suggerito da MiurIstruzione.it, nell'ambito dell'articolo:" La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante". L'accento è posto sulla centralità di un supporto in ambito educativo, genitoriale e scolastico, nell'utilizzo dei media. Questo supporto deve andare in tante direzioni, e non deve essere solo tecnico informatico ma più profondo e "olistico". Non serve reprimere o censurare, ma FORMARE e la scuola deve essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. Sono inseriti , all'interno di questa presentazione, anche due video e delle interviste sul bullismo e sul cyber bullismo, più la possibilità di scaricare gratuitamente un e-book sullo stesso argomento. Inoltre troviamo il link di un interessante video " della Stampa sulla reputazione digitale e sul recruitment e un link che collega alla traduzione dall'inglese di una lettera/contratto su cui troviamo 18 regole sull'utilizzo del primo smartphone, scritte, come biglietto di accompagnamento al regalo, da una madre al figlio tredicenne. Per concludere troviamo un video del Garante per la protezione dei dati personali dal titolo: Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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    L'articolo pone l'evidenza sull'utilizzo del web da parte dei minori, essendo internet uno strumento di conoscenza ormai indispensabile per la vita di tutti i giorni è necessario farne la sua conoscenza e, soprattutto è importante utilizzare con consapevolezza tutti i dispositivi che ci permettono di essere connessi h24. Il Web viene fruito dai minori tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete in occasioni diverse ed alle volte, fuori dal controllo di un adulto. Ad oggi si parla spesso di cyberbullismo , una forma di bullismo digitale ma comunque reale; inoltre molto frequente è la nomofobia, una patologia che si manifesta come la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare. Quindi, la conoscenza è la miglior soluzione per un utilizzo intelligente e consapevole del Web. Tuttavia, dai giovani, non viene ancora concepito come uno spazio reale al 100% , ma come un luogo privo di regole grazie al quale è possibile sfogarsi. L'educazione ai nuovi media è quindi indispensabile e l'articolo elenca una serie di consigli (legati soprattutto al rispetto della privacy), per imparare ad utilizzarli.
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    Questo articolo si propone di Marco Pini (formatore, divulgatore, consulente Seo) di dare consigli utili e pratici alle famiglie per educare i minori ad un uso consapevole del web. Da una prima infarinatura di cos'è la media education, quali sono i rischi ma anche i tanti vantaggi per l'apprendimento. Alla fine, parte che ho trovato molto interessante, mette a punto una serie di consigli pratici per poter aiutare le famiglie ad indirizzare i propri figli nella direzione dell'utilizzo consapevole del web.
simonamariani

"Blue whale", il gioco della morte. - 3 views

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    Le balene blu a volte si spiaggiano, lasciandosi morire senza un apparente motivo. Prende spunto da questo il gioco tremendo che nasce in Russia e ha iniziato a "spopolare" tra gli adolescenti sul web. Ci sono molte indagini in corso e punti controversi sulla questione. Ma un punto fermo su queste morti è che sono avvolte da un grande mistero. Gli adolescenti che cadono nelle maglie di questa rete mortale, devono affrontare un gioco costituito da 50 step sempre più pericolosi, dal farsi un graffio fino a lanciarsi giù nel vuoto di un palazzo. Viene sfruttato il periodo di estrema fragilità e cambiamento che gli adolescenti attraversano, costellati da necessità, bisogni e problematiche sempre più intense. É una generazione sempre più iper-connessa, ma al contempo sempre più sola. Si tratta di un fenomeno nuovo e pericoloso, una anonima rete criminale contro uno, contro anche la sua fragilità di essere accettato. Questo è uno dei tanti aspetti del dark web. Il grande rischio del web è quello di essere virale e di conseguenza i fenomeni diventano di massa e incontrollabili, basti ricordare il fenomeno del contest virale che incitava i ragazzi a bere fino allo sfinimento sotto lo sguardo di tutta la rete. È importante sensibilizzare gli studenti sul corretto uso di internet, sulle insidie che si annidano sulla rete. Il messaggio che deve passare forte e chiaro, è che la vita non è il numero di "like" ricevuto, ma quello che uno fa concretamente nella propria quotidianità.
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    Io credo che la voglia di trasgressione nei giovani sia sempre esistita con la differenza che, mentre prima era limitata ad un gruppo ristretto, oggi grazie al web che funge da diffusore, si è amplificata anche l'esibizione. Questo può indurre ad effetti negativi e distruttivi. Le responsabilità sono molteplici, della famiglia che non impone più regole, del fatto che i bambini già a tre anni dispongono del cellulare o della scuola che manca di un programma nella didattica, adeguato ai tempi. Ma Oltre le responsabilità occorre capire come affrontare il problema che è reale. Ragazzi, docenti, educatori devono acquisire le giuste competenze per comprendere e interpretare quelli che sono i nuovi scenari della comunicazione digitale, muoversi correttamente all'interno dei social, individuando "fake news", contrastando fenomeni come il cyber-bullismo, comprendendo e utilizzando, pertanto, appieno, le possibilità enormi che il digitale offre. Ecco l'utilità dell'educazione ai media tramite attività formative sia per studenti, sia per docenti sia per famiglie, tramite esperti della comunicazione digitale con l'obiettivo di contribuire a sviluppare la cultura della comunicazione efficace attraverso l'utilizzo corretto dei social e del web verso anche una "comunicazione gentile ".
lucreziabiffi

Il museo partecipativo sul web: forme di partecipazione dell'utente alla produzione cul... - 2 views

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    L'articolo sopra riportato ha la scopo principale di analizzare il nuovo rapporto tra contenuticulturali e fruizione di essi da parte dagli utenti del web. Analizza la risposta del pubblico al valore dei social media impiegato nello sviluppo di una diversa partecipazione museale, inquadrando una vera e propria reinterpretazione dei "valori culturali" come noi tutti li immaginiamo, nel più classico dei modi. Si prende in considerazione come l'ultilizzo e l'impiego di nuove tecnologie possa creare un coinvolgimento e fidelizzazione del pubblico verso questo "Museo 2.0", un'evoluzione di quello che comunemente è inteso come Museo. Adattandosi ed evolvendosi insieme alla nuova e ormai dominante realtà digitale è anche la cultura e i suoi contenuti, entrata, come prima accennato, nella fase 2.0 punta al rinnovamento di tutte le componenti che formano la classica fruizione di essa. Introduce il Museo Partecipativo che, assieme alle nuove concezioni di "Archivi 2.0" e "Biblioteche 2.0" vivono e si plasmano attorno ad una nuova era basata sulla rivoluzione digitale. Attraverso questi nuovi strumenti si coinvolge e incoraggia alla partecipazione dell'utenza, aumentando e personalizzando l'appeal dell'offerta culturale.. I canali del web, i nuovi social media di tipo partecipativo offrono enormi potenzialità rivolti alla comunicazione culturale, anche in termini di visibilità e distribuzione grazie alla forma comunicativa facilitata da ogni tipo di strumento digitale che favorisce maggiormente la creazione, la condivisione e la diffusione di questi contenuti.
albertini882

Il web (sicuro) spiegato ai bambini - 4 views

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    "Un'applicazione realizzata dal Cnr insegna agli alunni della scuola primaria che cos'è internet, e come si naviga senza pericoli" L'articolo parla di un progetto rivolto agli alunni delle scuole primarie, ideato dall'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr). Nell'articolo si sottolinea come i bambini utilizzino nella quotidianità telefonini e tablet, potendo accedere con estrema facilità ad internet. Per i bambini il web può costituire un' opportunità di apprendimento e di conoscenza ma allo stesso tempo rappresentare una fonte di potenziali rischi. L'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) ha realizzato un'applicazione, scaricabile gratuitamente, rivolta proprio ai più piccoli che con una interfaccia semplice, internetopoli, permette loro di comprendere le opportunità e i rischi offerti dalla rete. Internetopoli è stato adottato anche dalla Questura di Genova per insegnare la navigazione sicura sul web per la campagna 'Una vita da social'.
giannib71

Microlearning - 3 views

Microlearning Iniziamo con la definizione. La parola fa intuire che si tratti di qualcosa legato a specifici momenti. Brevi fasi in cui è prevista un'esperienza di apprendimento. In un mondo estre...

#apprendimento;#brevità;#learning by doing;#tecnologie

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
verniti

La rete come una Skinner Box. Neocomportamentismo, bolle sociali e post-verità. - 1 views

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    Presenterò 3 articoli tutti pubblicati sulla rivista Media Education, studi, ricerche e nuove pratiche Vol. 9, n. 1, anno 2018. Tutti e tre gli articoli mi sembravano interessanti per descrivere i limiti, i rischi e le sfide che è necessario affrontare in questa nuova era digitale. In questo articolo , i due autori Umberto Zona e Fabio Bocci dell'Università Roma 3, propongono un avvicinamento interessante tra il web e la Skinner Box. Skinner, padre del comportamentismo e del condizionamento operante, è anche l'autore del libro Walden Two. L'idea fondante del libro è che per costruire la società del futuro è necessaria una "manipolazione sistematica del comportamento umano", tale compito è affidato agli ingegneri del comportamento. La comunità - descritta in questo libro - vive nella Skinner box ed è monitorata da tali ingegneri. Il progetto sociale del comportamentismo espresso nel libro, trova il suo declino con l'avvento dell'automazione e del web. Il web originariamente e giustamente viene visto come un luogo che apre spazi impensabili per "la creazione dal basso dell'informazione", successivamente con la circolarità delle informazioni, esso diventa opportunità del potere per effettuare un controllo sociale. Proprio in tal senso il web, la rete, viene definita una Skinner box. A differenza della comunità di Walden Two, la rete è controllata e governata da algoritmi che elaborano una mole elevatissima di dati (big data), ma essi - come gli ingegneri del comportamento - predicono i nostri desideri, progettano i nostri comportamenti. In tal senso, gli autori evidenziano i rischi a cui andiamo incontro.
antonelladerosa

CYBERBULLISIMO-CAROLINA PICCHIO, ICONA DELLA LOTTA AL CYBERBULLISMO - 3 views

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    Siamo nel ventunesimo secolo, l'era del progresso e della tecnologia, l'era della digitalizzazione. Ogni giorno sempre più ragazzi e adolescenti spendono il proprio tempo su Internet, utilizzano i Social Network per tenersi in contatto con i propri amici, per scambiarsi messaggi, condividere foto e video. Nulla di male, non fosse che Internet è un mondo tanto complesso e spesso non si ha la consapevolezza del male che si può fare se non lo si usa nel modo corretto. Questa è la storia di Carolina Picchio, una delle ennesime vittime di cyberbullismo, conosciuto anche come bullismo in rete. Il 61% dei ragazzi al di sotto dei 21 anni ha subito almeno un episodio di cyberbullismo, ovvero un insieme di azioni aggressive realizzate mediante strumenti elettronici che hanno un grande obiettivo, quello di provocare un danno ad un coetaneo incapace di difendersi. Carolina, una ragazza come tante, dopo una pizza con gli amici, si chiude in bagno, sta male perché ha bevuto troppo e perde conoscenza. Un gruppo di ragazzi, che lei credeva suoi amici, l'accerchiano e simulano atti sessuali, quelle scene vengono riprese in un video che verrà postato sui social con l'intento di screditarla. Carolina sarà vittima di commenti denigratori ed insulti, la sua reputazione è stata compromessa, un peso insostenibile da sopportare, a tal punto che decide di togliersi la vita, gettandosi dalla finestra di camera sua. Probabilmente molti conoscono la storia di Carolina, così come quella di tante altre povere anime innocenti a cui è toccata la stessa sorte. A questo punto ci viene da chiederci: come possiamo fermare tutto questo? Se Carolina fosse ancora viva, sarebbe lì a raccontare la sua storia e forse potrebbe essere d'aiuto per qualcuno, ma Carolina non c'è più.. ma di chi è la colpa? Della società? Delle famiglie? Della scuola? Cosa possiamo fare in concreto perché storie come queste non si ripetano mai più? Sicuramente il problema di fondo è la mancanza di consapevolezza
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    dei giovani dello strumento che hanno tra le mani, bisognerebbe educarli al digitale, insegnargli a navigare il Web prima di permettergli di pubblicare foto e video in rete. E chi se non la scuola, che ha l'obiettivo di insegnare potrebbe svolgere questo compito? Inserire nelle scuole programmi formativi volti ad insegnare le dinamiche del web, la sicurezza in rete potrebbe essere un buon inizio. E perché no? Inserire nel programma didattico anche video come questo che potrebbero sensibilizzare ad un tema tanto importante e fare in modo che storie come quella di Carolina non si ripetano mai più.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
ornelladelcore

Digital World - Telmo Pievani. L`ecosistema del web. Come il digitale ci fa evolvere - ... - 2 views

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    Questo breve video introduce un 'aspetto molto interessante dell'evoluzione tecnologica e delle sue influenze sulla psiche umana. Parla,dunque, di ecologia dei nuovi media al fine di costruire dei "salvagenti" che minimizzano i loro aspetti negativi. In effetti sono decenni che si parla di creare leggi che regolino il web o di attenzioni maggiori all'uso che fanno adolescenti e bambini di ogni supporto tecnologico, ma la parola " ecologia" è la più appropriata e gli ultimi studi rimarcano questa esigenza.
anonymous

Droghe senza sostanza: Internet Addiction - 3 views

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    La diffusione dei social è diventata molto profonda negli ultimi anni. Tanto da porre radici evolutive un po' in ogni campo. I social generano integrazione e unione in diversi contesti. Questo articolo vuol far riflettere sul fatto che questi social media, tanto apprezzati, fanno fatica ad affermare sempre un valore positivo per l'umanità: con l'uso del web, possiamo trovarci nel coinvolgimento delle dipendenze da internet; una di queste è proprio la "Computer Addiction", caratterizzata dalla dipendenza dei giochi virtuali. Ognuno di noi utilizza il web per svariati motivi: per esempio c'è chi lo utilizza anche per avere una via di fuga dai problemi e nascondere ansie e tristezza momentaneamente. I soggetti con un'elevata fragilità emotiva o con deficit psicologici e/o problemi familiari, sono quelli più coinvolti poichè "cadono" nella rete per cercare "ristoro". Anche le persone con un forte locus of control rischiano di cadere nell'imbuto del gioco online perchè convinti di poter esercitare il controllo anche su di esso. i fattori di rischio dunque, sono collegati all'ansia, alla depressione, alle dipendenze, alla solitudine, ad abitudini che non soddisfano le nostre aspettative, a fattori di stress, ed inoltre, la dipendenza da internet va a braccetto con l'abuso di alcool e con il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività.
jgrossi108

Media digitali: angeli o demoni? - Infanzia digitale - Tecnologia digitale, scuola e ap... - 8 views

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    Mentre leggevo questo articolo su internet riflettevo sul fatto che io stessa appartengo a quella generazione che molti autori, tra cui Prensky, chiama "Nativi Digitali": la generazione nata tra il 1980 e il 1990, cresciuta nella prima era del Web, la 1.0, caratterizzata da siti statici e uso sfrenato delle e-mail e dei più svariati motori di ricerca;i primi a cogliere l'enorme potenziale dei nuovi media, sfruttandolo per comunicare con gli amici, per conoscerne di nuovi, cercare informazioni o notizie e per condividere le opinioni.Mettendo da parte il mio smartphone e chiudendo le pagine web che ho aperto tra una ricerca e l'altra, mi domando come le tecnologie digitali stiano trasformando le vite, le abitudini, le abilità cognitive;i bambini di oggi che adulti saranno domani?La iGeneration accoglie al suo interno tutti i nati dagli anni '90 fino al 2010 e la "i" rappresenta l'insieme di dispositivi nati al contempo (iPhone,iPad). Prensky li descrive come individui abili a elaborare le informazioni,con una preferenza per le nozioni che possono ottenere rapidamente e apprendere attraverso modalità attive e non-lineari, multitasking,poco tolleranti verso lunghe letture e che sperimentano lo sviluppo delle abilità sociali all'interno della realtà digitale.Nella mie esperienze ho potuto osservare genitori che,in preda alla stanchezza,lasciavano i figli giocare con tablet o smartphone per ore,trascurando i rischi del web e lasciando che si rinchiudessero in questa bolla di sapone che è la realtà virtuale.Ho anche visto,però,genitori lontani per lavoro che grazie ad internet potevano guardare i loro figli crescere e sentire la loro voce.Io non so se i cosiddetti nuovi media, o meglio i media digitali, sono degli angeli o dei demoni; so però che internet ha cambiato molte vite e che crescere insieme a dei genitori presenti è auspicabile ma la possibilità di sentirli vicini o di imparare gratuitamente è indispensabile.Chi vivrà, vedrà.
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    L'articolo in questione, è tratto dalla "Tesi di Laurea" di Loredana Urraro. Iniziando da una considerazione generale, dove viene evidenziato come la nostra Epoca stia attraversando una potente Rivoluzione Tecnologica e la nostra quotidianità è quindi pervasa dall'utilizzo costante di Strumenti Digitali, si arriva a postulare di un problema che riguarda lo sviluppo cognitivo dei più piccoli e nello specifico, si parla di "Demenza Digitale" (M. Spitzer). I così detti "Nativi Digitali" cioè tutti i bambini che sono nati dalla fine degli Anni '90 in poi sanno padroneggiare con sempre maggior facilità i mezzi digitali a tal punto che viene coniato il termine "Intelligenza Digitale". I nuovi strumenti digitali si sostituiscono di fatto all'interazione faccia-faccia, sottraendo tempo prezioso al gioco e alle relazioni umane: il semplice gesto dello scorrimento delle dita su un piano liscio (come quello dei touch-screen) impoverisce inevitabilmente l'esperienza tattile, ottica e acustica fondamentale per lo sviluppo del cervello del bambino. Gli stimoli emotigeni provenienti dalle tecnologie possono portare ad un sovraccarico informazionale (Information Overload) con la conseguente desensibilizzazione emotiva del bambino connessa all'abuso dei dispositivi, in particolare TV e Videogiochi violenti. Tutto questo può portare in età pre-adolescenziale ad una devianza nelle condotte e stili di vita a rischio. Oltre a questo, si apre un capitolo importante legato al valore legato al piacere che i Nuovi Media tecnologici sono in grado di fornire ai Nativi Digitali, aprendo così lo scenario di una potenziale Dipendenza Tecnologica e, di conseguenza, legato al Disturbo da Gioco su Internet, come la "Sindrome da Videogiochi". Demonizzare le nuove Tecnologie, comunque, non rappresenta la soluzione e porterebbe ad una discussione sterile, mentre assume rilevanza maggiore il concetto di "limite", ossia l'introduzione di limiti e cautele
ginvidia

I social network sono diventati "il modo in cui esistiamo"? - Annamaria Testa - Interna... - 3 views

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    L'esperta di Comunicazione analizza molteplici aspetti di quello che è e che sarà l'avvento dell'era del web nelle nostre vite. Stando ai dati ormai la maggioranza delle persone trascorre la gran parte del tempo su internet e sono dati sempre in aumento. I Social Network sono i maggiori mezzi per poter costruire la nostra identità virtuale che non deve coincidere con quella personale, per iscriverci infatti basta una E-mail e una Password e possiamo diventare quello che vogliamo. L'utilizzo di internet si sta espandendo a macchia d`olio. C'è chi è pubblicato ancora prima di nascere , grazie alle ecografie postate dai genitori nelle loro pagine. Gli stessi enti di beneficenza trovano nel web un modo eccellente per raccogliere fondi e le aziende vedono nel mondo di internet un infinito campo per entrare in concorrenza con i rivali, in cui vince chi ha più followers. Tutto via via si sta sviluppando online:  Lavoro, Identità, Relazioni Sociali, passando più tempo a costruire il nostro Sè virtuale di quanto ci occupiamo di quello reale. La domanda è dunque: I SOCIAL NETWORK SONO DIVENTATI IL MODO IN CUI ESISTIAMO?
benedetta95

Cyberbullismo, 'Una vita da social'. - 4 views

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    Una vita da social è una campagna educativa che rientra nell'ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori. Quest' iniziativa è perciò diretta principalmente ai nativi digitali, insuperabili conoscitori di Pc, smartphone e app, ma che, essendo minori, non comprendono i potenziali rischi e i pericoli che possono nascondersi dietro a uno schermo. E molto probabilmente neanche i cyberbulli si rendono conto del male che fanno né delle possibili conseguenze penali. Obiettivo principale è dunque: 'Evitare che l'uso distorto delle Rete possa continuare a generare il cyberbullismo e addirittura suicidi di alcuni adolescenti. Il web è una risorsa'
angelamaesano

Generazione Digitale - Media Education - 4 views

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    L'intervento di Massimiliano Andreoletti ricercatore universitario sottolinea l'importanza dell'approccio ai media: nè positivo né negativo ma utile all'uomo per amplificare i suo mezzi di comunicazione e di pensiero, e soprattutto per esprimere se stessi come cittadini e uomini; sono uno strumento che fa parte della nostra vita ed è necessario educare a tale strumenti sia gli adulti che i ragazzi. La scuola stessa ha capito che deve mettersi "in mezzo" tra i ragazzi e il mondo esterno, attraverso una media education. Alla maggior parte degli adulti mancano delle competenze e questo impedisce ai ragazzi di interagire con loro e di rivolgersi a loro in caso di necessità. Ciò che diventa necessario è anche intervenire sugli adulti/genitori per una media education, così da renderli in grado di diventare un supporto nei confronti dei ragazzi.
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    Oggigiorno la televisione, da sempre cattiva maestra (e mass media per eccellenza ), internet e i media in generale, fanno parte a pieno titolo degli strumenti della didattica. Il dibattito riproposto da Rai educational vede presenti figure di spicco, tra cui Mario Morcellini. Per prima cosa si insiste sul fatto che non è esatto considerare, come si faceva tempo fa, la tv un virus di cui sbarazzarsi. Una visione del tutto negativa dei media non è dunque adeguata. Vanno presi in considerazione anche gli aspetti positivi. I media si potrebbero infatti considerare anche un' estensione dell'uomo, che ne facilita la vita. E' però necessario che i giovani vengano guidati nel loro uso. Il professor Mandarano insiste sul fatto che il mondo reale e quello virtuale siano ormai in stretta connessione, anche se spesso non riusciamo a capirlo. Ciò in conseguenza de fatto che il modo in cui i genitori si approcciano ai media è ambiguo. C'è chi è entusiasta e chi è allarmato dal fatto che Internet possa sostituire i vecchi libri di testo. La paura è una conseguenza della scarsa conoscenza che si ha in merito alla modalità attraverso cui andrebbe considerato e indagato il web. Esso può essere utilizzato adeguatamente solo se se ne conoscono pro e contro. Le posizioni estreme, come sempre, non hanno ragion d'essere. Perchè si possa prender coscienza degli aspetti positivi e negativi del web è dunque necessaria la formazione sia dei genitori che dei ragazzi. A tal proposito negli ultimi anni sono stati stanziati dei fondi a favore dei progetti di educazione ai media. Tra questi viene citato il progetto "scuole aperte" (2009). Secondo MARIO MORCELLINI i media andrebbero considerati non di fronte ai bambini ma di fianco come fossero un loro supporto. Il professor Mandarano insiste invece sul fatto che il medium venga spesso considerato un gioco. Non ci si rende invece conto che si compiono degli illeciti anche sul web. La polizia postale ha un ruolo di primo piano e dunque
danyevitty

L'importanza dei Social Network. Il Web 2.0 - 3 views

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    L'articolo analizza lo sviluppo, l'utilizzo e l'importanza sempre maggiore assunta nella società odierna dai social network. Essi infatti rappresentano l'ormai affermato mondo del web 2.0, il cui rappresentante principale è Facebook, sempre alla ricerca di innovazioni che possano attrarre gli utenti; non ultimo l'idea del suo fondatore di creare un ramo apposito dedicato al lavoro, un vero e proprio "Facebook at work". Non meno importante è l'aspetto della privacy, definita dall'autore come quasi estinta a favore di una vita sempre più "social" e che si ritrova anche nelle moderne campagne di recruiting delle varie aziende che sempre più attingono dal web per una migliore scelta del personale. Vittoria Marcoleoni
mappeconc11

Web Reputation - 5 views

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    L'articolo si riferisce alla costruzione della Reputazione di qualunque azienda, editore, brand o utente si posizioni online. L'obiettivo è saper trovare una forma giusta nel costruire migliori ambienti di conversazione e informativi sul web. Non tutti i contenuti online disponibili sono pubblicabili ovunque e ad ogni condizione. L'articolo fa notare agli utenti della Rete, citando varie esperienze di conversazione, che, sebbene il Web sia sociale, c'è un principio di proprietà di contenuto da rispettare: è un principio che rientra nell'etica della comunicazione. Anche le imprese e le organizzazioni, per la costruzione della propria Reputazione, veicoleranno i contenuti nel verso giusto se troveranno le forme per sviluppare un'attività di curatela negli spazi pubblici dove la comunità abita online.
loredanapilati

Sir Tim Berners-Lee on the Future of Ebooks - 2 views

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    Sir Tim Berners-Lee ha creato il World Wide Web nel 1989 con l'obiettivo di rendere i contenuti di Internet interoperabili e facilmente accessibili, funzione che ha permesso la grande diffusione e sviluppo della Rete delle reti. A distanza di quasi trent'anni, Berners-Lee propone una visione analoga per gli e-book: gli editori potrebbero utilizzare standard web aperti per interconnettere i contenuti degli e-book, da condividerei attraverso una serie di dispositivi e di schermi. Con l'utilizzo di standard aperti HTML 5, infatti, gli e-books potrebbero assumere un numero pressoché illimitato di forme. "Quello che succede nella pagina è completamente a vostra immaginazione", ha detto Berners-Lee. Lo scenario è indubbiamente affascinante. E speriamo che si realizzi, superando l'attuale forte limite dato dai moltissimi editori che utilizzano il formato pdf e usano DRM potenti.
ghilli70

Multitasking ma sempre più distratti, il web cambia la nostra mente e quella ... - 4 views

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    L'articolo parte da alcune considerazioni tratte a seguito di uno studio sviluppato da un team internazionale formato dal Kings College e dalle Università di Harvard, Oxford, Manchester e Western Sydney, che evidenzia come l' "onda net", ovvero il continuo flusso di informazioni provenienti dalla rete, migliora la nostra attenzione divisa (capacità di relazionarci con input diversi), ma ha effetti negativi sulla nostra capacità di concentrazione, questo sia negli adulti, ma soprattutto nei bambini. In particolare l'abuso del web è connesso a uno sviluppo diminuito dell'intelligenza linguistico-verbale. Per contrastare questo effetto negativo la psicologa Barbara Volpi, citata nell'articolo per il suo libro "Genitori digitali. Crescere i propri figli nell'era di Internet", è necessaria l'acquisizione di una sana genitoralità digitale, fornendo una serie di indicazioni pratiche da seguire in famiglia per supportare lo sviluppo cognitivo del bambino nell'era digitale, integrando i nuovi media nella relazione con i figli. E' importante non lasciare da soli i bambini nella rete, ma accompagnarli ad un uso consapevole dei media, continuando a sviluppare le competenze relazionali ed affettive, attraverso l'integrazione di stimoli di natura diversa. Internet non deve diventare uno strumento di utilizzo passivo, ma è necessario stimolare l'uso attivo (soprattutto verso i 6 anni) con ricerche mirate ad uno scopo (ad esempio cercare la ricetta della torta di compleanno da cucinare insieme). Il web è ricco di potenzialità per tutti, non è solo un pericolo per lo sviluppo cognitivo del bambino, bisogna imparare ad utilizzarlo in maniera consapevole da adulti anche per far aiutare i propri figli a sviluppare la consapevolezza e la riflessività autonoma necessarie per vivere la tecnologia con tutti i vantaggi che essa offre. La presenza dei genitori è e rimane fondamentale, è necessario essere presenti con i propri figli soprattutto nella fruizione dei nuovi media.
giadamaria14

Personal learning Environments based on Web 2.0 services in higher education - ScienceD... - 4 views

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    In questo articolo sono riportati i risultati della ricerca sugli ambienti di apprendimento personali (PLE) creati dallo studente basati su servizi Web 2.0. Nel contesto dell'istruzione superiore, come mezzo per trasformare l' apprendimento e l'insegnamento e come preparazione per le future vite professionali degli studenti, in un ambiente dinamico con una forte influenza digitale e tecnologica. L'analisi dei dati ha fornito prove dei PLE come strumenti: per l'apprendimento e l'acquisizione di competenze, per il rafforzamento delle interazioni sociali e per il miglioramento nell'organizzazione e gestione dei contenuti e delle risorse didattiche; ha contribuito ad identificare ostacoli e barriere e possibili soluzioni. Il risultato principale di questa ricerca è presentato come una serie di linee guida per l'utilizzo dei PLE come strumenti per supportare l'apprendimento formale, sia da parte degli insegnanti che dagli stessi studenti.
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