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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged sociale

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Massimo Apicella

Social Media Video 2013 - 5 views

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    Social Media Video 2013: Social Media Revolution 4 was written by international best selling author and keynote speaker Erik Qualman. It's part of a series of social media videos that are the most watched in the world. Erik thanks everyone for their ideas and support! Video produced by equalman productions
Massimo Apicella

La social tv e le stampanti 3D: il web che verrà - 1 views

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    Le parole chiave della tecnologia La social tv e le stampanti 3D: il web che verrà Cosa è successo e cosa succederà: il social tech a cavallo tra il 2012 e il 2013 MILANO - L'anno che sta per chiudersi ha sancito la fine del dualismo reale/virtuale.
Bruno Matti

Home: ISTAC - Istituto per l'Apprendimento Collaborativo - 4 views

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    A partire da Vygotskij e attraverso Bruner l'apprendimento non è il risultato di un passaggio o di una trasmissione diretta di nozioni ma è una co-costruzione sociale che si realizza attraverso la mediazione
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    Questo contributo sottolinea il concetto, proposto durante il corso, di co-costruzione sociale, quale fondamento dell'apprendimento collaborativo. Giustamente individua Vygotskij da un lato con il concetto di sviluppo prossimale e Bruner dall'altro con la sottolineatura del contesto sociale, in particolare quello scolastico per l'apprendimento, quali due innovatori del concetto di apprendimento, dal momento che ne sottolineano l'aspetto sociale rispetto a quello individuale proposto da autori precedenti. Le poche informazioni sono corrette, ma a mio giudizio la definizione manca delle fondamentali caratteristiche di collaboratività, di comunione e condivisione di obiettivi propria di un apprendimento collaborativo, facilitato dal nuovo medium tecnologico di Internet, come avviene ad esempio in questo sito, dove tutti collaborano per ampliare la propria cultura e quella altrui. Infine non è molto chiaro il concetto di mediazione finale, che personalmente avrei preferito fosse spiegato meglio.
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    L'Apprendimento collaborativo è quanto di più utile ci possa essere nella società moderna. Benchè fosse utilizzato molto tempo prima, oggi è diventato quasi un dogma potendo disporre di sistemi tecnologici che ampliano questa forma di conoscenza e apprendimento. Perfettamente in linea con le nozioni centrali del corso di Psicotecnologie.
Giovanni Acunzo

La Mente Dei Bambini Nell'era Di Internet: Come Cambia Il Modo Di Ragionare - 4 views

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    Breve descrizione panoramica fatta dalla dott.ssa Elisa Gabbi (psicologa di Bologna) e dal dott. Michele Facci su come l'avvento di internet ha modificato il nostro modo di pensare. Riferendosi, in particolare modo, agli effetti prodotti sul modo di ragionare nei bambini.
  • ...3 more comments...
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    Interessante. Ci riflettevo pochi giorni fa. Ho due figli piccoli e spesso mi ritrovo a fare fatica nel comunicare con loro. Fanno e dicono cose che io alla loro età non avrei mai immaginato. Si sente spesso dire che è il mondo di oggi, che sono bombardati di immagini. Vero, me c'è dell'altro. Approcciandomi a studiare questo esame mi sono proprio chiesta quale effetto può avere questa ipertecnologia su una mente che si sta formando. Se è vero che la tecnologia cambia la nostra intelligenza cosa può comportare nei nostri figli? Come si può fare per cercare di relazionarci a loro in modo più efficace? Forse è questa la chiave di un problema generazionale su cui molti psicologi e sociologi hanno scritto libri ed proposto interventi.
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    Ho letto l'articolo e l'ho trovato interessante. Forse perchè si avvicina al mio modo di pensare. Credo che sia indispensabile capire che il computer e internet sono dei mezzi. Mezzi, non fini. E' fondamentale avere chiari i fini dell'educazione, in modo da capire quali mezzi siano i più appropriati per raggiungere quei fini. Sto facendo una serie di laboratori con bambini della scuola primaria: li porto nel bosco, racconto una fiaba e faccio loro conoscere le piante. Ci sono bambini che rimangono meravigliati e incantati. Altri non riescono a stare fermi più di due secondi: hanno continuamente bisogno di novità, che le cose cambino velocemente. Essere abituati alla velocità delle immagini sullo schermo o alla velocità di reazione di un computer porta a non accettare i tempi "giusti" che la vita richiede. E' come se fossero in giostra e la giostra gira velocemente e loro non sono in grado di andare più lentamente. E non godono di nulla! Altra cosa che noto in questi bambini è l'incapacità di stare ad ascoltare. Devono sempre dire qualcosa. E' proprio quello che ci capita con internet, no? E con i vari social network: abbiamo sempre la nostra da dire. Manca la capacità di stare in silenzio e di "lasciarsi riempire" di conoscenza. So che sto andando controcorrente e che sto facendo delle affermazioni che in qualche modo contraddicono quanto nel corso viene detto. Ma credo che un vero studio approfondito sull'influenza che la velocità e le nuove tecnologie hanno sul modo di lavorare della nostra mente dovrebbe essere affrontato. Per non trovarci ben presto con una massa di adulti occidentali "schizzati".
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    Raffaella, condivido la tua riflessione. Sono dell'idea che sia bellissimo poter sfruttare le possibilità che queste nuove tecnologie ci offrono e penso che chi non si tiene al passo e non si aggiorna rischia di restare tagliato fuori da questo nuovo mondo che è quello che viviamo tutti i giorni, volente o nolente. La cosa che mi dispiace però è che ho la sensazione che si stia perdendo la dimensione umana e relazionale. Certo è possibile aumentare il proprio ventaglio di conoscenze e recuperare persone che in altro modo sarebbe stato impossibile ritrovare (io sono in contatto con amici di vecchia data di cui conosco abitudini quatidiane solo grazie a facebook). Però a volte ho la sensazione di sapere molto ma interagire poco. E' il discorso, fatto a lezione, della differenza tra il materiale trovato in rete e il libro e del fatto che per leggere un libro devi fermarti, immergerti e lasciarti coinvolgere, in una dimensione che è molto più umana (infondo siamo degli animali con dei ritmi biologici fondamentali), mentre ora abbiamo esteso la nostra intelligenza, possiamo attingere in qualsiasi momento a informazioni di ogni tipo, ma manca la profondità. Mi spaventa un po' l'idea di come cresceranno i bimbi di oggi in questa nuova modalità. Poi penso che sia solo il timore che si può provare nei confronti di qualcosa che ancora non conosciamo bene e che, proprio per questo sia necessario approfondire per sfruttarne le potenzialità e saperne riconoscere i rischi.
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    Braner, esperto di adolescenti e soprattutto convinto che la vera causa della depressione e della solitudine dei giovanissimi abbia un nome preciso: i social network. L'esperto sostiene che: "Se chiedi a un ragazzo chi veramente potrà essere lì con lui nei momenti difficili della vita, farà fatica a dirti il nome di qualcuno che possa davvero chiamare in quelle circostanza". Facebook, Twitter e tutti i siti che si propongono di tenerci in contatto, uniti, secondo Braner hanno esattamente l'effetto opposto. Una tesi che ora è contenuta nel nuovo libro di Braner, Alone (letteralmente "da solo"), frutto di esperienze sul campo. Anzi, nei campi e nei campeggi, a contatto con migliaia di giovani. Lui, infatti, da quando ha iniziato la sua avventura con Camp Kivu in Colorado, nel 2001, ha incontrato circa 20 mila ragazzi. Ciò che lo ha sconvolto maggiormente è l'aver notato come il problema principale dei bambini e dei giovani nelle prime due settimane di programma estivo fosse l'impossibilità di connettersi a internet e ai social network. La prima cosa che veniva fatta era, infatti, quella di chiudere i cellulari, gli iPhone o gli iPad di tutti in un armadietto. In questo modo tutti gli ospiti della struttura erano costretti a passare il tempo in attività che li allenavano a creare legami affettivi e a "parlare a cuore aperto", come ha spiegato lo stesso Braner. Uno studio condotto dalla "American Academy of Pediatrics", evidenzia come i teenagers che hanno poca autostima possono cadere in depressione, se si convincono di non avere un numero adeguato di amici. Quella che però potrebbe essere una fisiologica competizione tra i giovani, verrebbe accentuata dai social network, aumentando il senso di debolezza di molti ragazzi. La possibilità, sul web, di postare commenti ironici o discriminatori, inoltre, favorirebbe la diffusione del cyberbullismo. Per questo i ragazzi più fragili tenderebbero a passare più tempo collegati ad internet, nel tentativo di t
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    Una delle cose che l'avvento di internet ha cambiato radicalmente è il linguaggio , in particolare quello dei giovani, che è espressione immediata di nuova cultura.. allego un articolo che ne offre un esempio. http://www.jobonline.it/magazine/index.php?id=4633
Giuseppe Del Grosso

Intelligenza emotiva e e-learning - 2 views

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    Intelligenza emotiva e e-learning ShareIl coinvolgimento e la motivazione dei corsisti, anche di quelli più "difficili", interessati solo all'ottenimento del titolo rimane una delle problematiche che il progettista e-learning deve affrontare. (pubblicato originalmente su Idearium) PROGETTAZIONE E-LEARNING PER VALORIZZARE L'INTELLIGENZA EMOTIVA: STRATEGIE PER L'APPRENDIMENTO IN RETE di G. R. Mangione e C. Policaro Dallo schema narrativo … Per rendere conto dell'organizzazione di corsi per l'apprendimento in rete, è utile punto di partenza il confronto con la semiotica (Propp,1996) dal quale ricaviamo la definizione di "racconto" come sequenza di episodi formali interdefiniti, dotati di un senso, di una direzione[1] e ci domandiamo in che misura è possibile che l'articolazione dello schema narrativo caratterizzi anche un corso e-learning? La Morfologia della fiaba indica la ricorrenza di tre grandi prove: una prova qualificante nella quale il soggetto si rende competente, atto a fare, attraverso esami e riti di iniziazione; una prova decisiva nella quale il soggetto si realizza compiendo un certo numero di azioni; una prova glorificante nella quale il soggetto ottiene il riconoscimento di ciò che ha fatto, e di conseguenza di ciò che è. L'eroe vi si deve sottoporre (Floch, 1997), e dalla articolazione delle stesse prende forma una storia completa. Appare evidente una correlazione con un corso di formazione in rete. La prova qualificante ha l'obiettivo di qualificare il corsista, suggerendo un punto di partenza che rispecchi le sue conoscenze pregresse. La prova decisiva rappresenta il cuore della didattica on line che cerca di utilizzare al meglio le potenzialit? delle nuove tecnologie e coinvolgere l'utente mediante la partecipazione attiva all'interno del percorso formativo condiviso con altri utenti, sia attraverso uno storyboarding con intreccio narrativo in prima persona, sia attrave
PAOLA CACCHIONE

Arriva il social network per il mondo accademico - 5 views

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    Arriva il social network per il mondo accademico, E' So.cl, piattaforma di Microsoft che connette gli studenti con la stessa formazione, Il progetto iniziale e' stato sviluppato il 2009 dal laboratorio FuSe (Future Social Experience) ed e' stato gia' sperimentato nelle Università di Washington, Syracuse e della New York University.
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    Cyberspazio: formazione e informazione Aug 1, 2012 "Il Cyberspazio ha puntato su due aspetti fondamentali: la formazione e l'informazione". Lo sottolinea Pasquale Alfieri , uno degli organizzatori di questa rassegna telematica, alla sua seconda edizione, e responsabile del settore informazione. FORMAZIONE perche' i ragazzi devono prepararsi al mondo del lavoro, acquisendo familiarita' con le tecnologie piu' avanzate. INFORMAZIONE per ridurre le distanze tra media e giovani utenti. L'idea del Cyberspazio e' stata quella di trasformare i giovani in "inviati" di testate giornalistiche. Questa esperienza e' servita per entrare in una dimensione del mercato del lavoro totalmente sconosciuta, dove convivono nuove figure professionali: dai cameramen agli operatori, dai tecnici audio e video agli scenografi di set virtuali, sino alla computer grafica. Link: http://www.radio.rai.it/grr/ar...iale/cyber98/ Added by: cla
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    Questo nuovo social network sembra davvero interessante. Eppure, per noi che studiamo in un'Università Telematica e siamo già abituati alla condivisione dei materiali accademici, vedi il forum, il sito utiu.students, e lo stesso Diigo, questa nuova piattaforma non sembra poi così rivoluzionaria... anzi, credo sia strano che non sia arrivata prima. In ogni caso guardo sempre con interesse a tutti quei mezzi che permettono la co-costruzione e la condivisione delal conoscenza!
rosa maria tafuri

L'apprendimento collasorativo. - 10 views

Le nuove tecnologie enfatizzano la dimensione di condivisione del sapere; le informazioni telematiche si focalizzano sull'esperienza soggettiva, processi mediante i quali si costruisce l'apprendime...

comunicazione intelligenza condivisione cooperazione

alessandra de angelini

La regola dei 150 di Dunbar confermata su Facebook? - 4 views

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    Secondo l'antropologo Robin Dunbar le società moderne e internet non possano cambiare la natura e i limiti delle relazioni interpersonali, il limite è sempre quello. Nella vita reale conosciamo più di 150 persone ma non le chiamiamo amici. Facebook ha confuso la parola amicizia chiamando amico qualsiasi nuovo contatto
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    Intervista molto interessante, in cui Dunbar spiega il limite fissato a 150 delle interazioni interpersonali. Aggiungo il link ad un breve articolo del 2010 in cui, a proposito di Path, si evidenzia il passaggio da Social Network a Personal Network: http://punto-informatico.it/3036398/PI/News/path-non-piu-social-ma-personal-network.aspx e il link ad un articolo in cui Path viene definito "anti"-social network: http://republicandqueen.com/come-funziona-path-anti-social-network/
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    Condivido in pieno quanto brevemente esposto: per quanto la società moderna, ed in particolare i giovani, abusino sul termine "amici", alla fine diventa impossibile mantenere reali relazioni con un numero troppo vasto di persone; quello che la tecnologia ha cambiato rispetto al passato è meramente la (parziale) rimozione dei vincoli "spaziali" nelle relazioni, avvicinandoci grazie ai moderni strumenti tecnologici.
valeria de luca

Realtà virtuali e identità soggettiva - Nuovi mondi e psicopatologia del Sé P... - 5 views

Molto interessante questo contributo. Effettivamente si possono riscontrare soprattutto negli adolescenti o in generale nei giovani in questo momento delle modificazioni evidenti nella cognizione ...

emanuele battista

Tagging - 26 views

Proprio questo sito che stiamo utilizzando vive soprattutto sulla importante funzione che rivestono i TAG. Cliccare sulla parola chiave e trovarsi immersi in una serie di articoli, contributi, comm...

Tag tagging

naccigiuseppe

Gli scenari della comunicazione in rete e lo smartphone - 13 views

Come i media, anche la parola orale, la parola scritta e la parola elettronica sono psicotecnologie che hanno la capacità di amplificare le funzioni sensorie, motorie, psicologiche e cognitive dell...

psicotecnologie

astrobaldo

esercizi di psicotecnologie - 2 views

ESERCIZI DI PSICOTECNOLOGIE Psicotecnologie definizione Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indaga...

started by astrobaldo on 02 Jul 24 no follow-up yet
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

II ARGOMANTO :NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

Emanuela D'Agostino

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
Antonio Uglietta

Real Social Tagging - 1 views

http://saperi.forumpa.it/story/33715/il-real-social-tagging-quando-il-virtuale-si-innesta-nel-territorio Intervista a Carlo Infante sul social tagging

tagging social_network

started by Antonio Uglietta on 23 Nov 12 no follow-up yet
Marco Tambara

Clay Shirky: come i social media fanno la storia - 0 views

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    Clay Shirky è un docente alla New York University ed è citato nella lezione 6 di psicotecnologie. I suoi corsi e i suoi scritti trattano, tra le altre cose, degli effetti interdipendenti delle topologia dei social network e delle reti tecnologiche, e dei modi in cui le nuove forme di comunicazione influenzano la cultura e viceversa. Mentre le notizie fluiscono dall'Iran verso il mondo, Clay Shirky dimostra come Facebook, Twitter e cellulari stiano aiutando i cittadini di regimi oppressivi a pubblicare notizie vere, scavalcando i censori (anche se per poco). La fine del controllo dall'alto delle notizie sta trasformando la natura della politica. Shirky suddivide l'evoluzione della comunicazione in quattro fasi, saltando quella dell'oralità, descrivendo un panorama mediatico collaborativo e partecipativo reso possibile dalle innovazioni tecnologiche.
elisabetta scattolin

l'SMS compie 20 anni ed è già vecchio - 5 views

leggevo su un settimanale un articolo con il titolo sopracitato, trovo sia l'ennesima conferma di come sia rapida e continua l' evoluzione della tecnologia, basti pensare che il primo messaggino ...

started by elisabetta scattolin on 13 Dec 12 no follow-up yet
Simona Maggioni

Scuola, il sussidiario in una «app» - Corriere.it - 10 views

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    Giunti, Intel, Microsoft e Paperlit insieme per una piattaforma «touch», pensata per Windows8 ... sarebbe ora. Un ragazzo delle scuole medie porta mediamente 15-20 kg di libri nel suo zaino .. spesso più di metà del suo peso corporeo. Prepariamoci, il futuro è questo .... un tablet per ogni bambino/ragazzo.... uomo .... se alfabetizzato. I libri scompariranno, lentamente ma scompariranno. Il tablet sarà libro, gioco, connessione alla rete ...sarà social....fortemente social. I nativi digitali non potranno farne a meno ... una vera e propria estensione del cervello ...fuori dal corpo .....con tanti saluti alla memoria. Ciao Max
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    interessante sperimentazione. Ma continuo a pensare che questo non faccia altro che ampliare il divario o digital divide cognitivo tra chi si può permettere le nuove tecnologie e chi invece non può.
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    ciao, sono d'accordo con federica, la tecnologia deve aiutare l'apprendimento ma senza diventare indispensabile, una delle svolte dell'umanità è stata la stampa per la sua possibilità di mantenere traccia di tutto, davvero ci dobbiamo fidare dei bit? uno dei vantaggi del digitale è la sua facilità di modifica, ma applicata alla storia questo rappresenta un grande pericolo
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    Ciao, la tecnologia anche se eviterà il peso dei libri negli zaini cancellerà quelle emozioni, odori tipiche dei libri sia nuovi che antichi. Siamo sicuri che il bit si conservi più facilmente di un libro? Siamo sicuri delle tecnologia?
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    La tecnologia, se utilizzata in modo corretto, ci mette a disposizione le informazioni, condivise in modalità informatizzata, che risidedono nelle menti umane di tutto il globo terrestre. Pensiamo alla enciclopedia Wikipedia che viene tenuta aggiornata con le informazioni condivise da milioni di persone.
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    Saluti alla memoria, tecnologia sicura SI-NO, mancanza di investimenti e altro... tutte argomentazioni su cui riflettere. Vorrei però andare oltre: ma i docenti, i professori, i tutor saranno all'altezza? ma soprattutto ci sono? Una indagine dell'IPSOS (azienda specializzata in indagini e sondaggi), " I nativi digitali e la scuola: un confronto tra insegnanti, studenti e genitori digitalizzati", riporta che gli studenti appaiono critici nei confronti delle poltenzialità tecnologiche dei loro insegnanti tendendo a ridimensionarle: se il 93% si autostima "molto o abbastanza abile", la stima degli studenti scende al 57%. Per i genitori solo il 47% degli insegnanti dei loro figli sarebbe competente. Considerando poi che i dati relativi ai "libri misti", che dal 2013 sostituiranno i libri tradizionali, rilevano che alla domanda sull'utilità a stimolare l'attenzione e migliorare l'apprendimento il 58% degli insegnanti esprime " abbastanza" ma solo il 37% rivela di conoscerli e utilizzarli coi ragazzi in classe, mi sembra logico avere dei dubbi. aggiungo il link relativo all'indagine su citata. http://www.semidas.it/news/categorie-specifiche/ipsos-i-nativi-digitali-e-la-scuola-un-confronto-tra-insegnanti-studenti-e
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    Una proposta e un progetto interessante ma con tutti i pro e i contro che le nuove tecnologie impongono nella vita quotidiana. Meno peso per i nostri figli che se la potrebbero cavare con qualche quaderno, meno carta stampata, più possibilità che i nostri figli siano invogliati a studiare da uno strumento tecnologico con cui hanno familiarità, che è interattivo. Altri vantaggio sono la possibilità di fare compiti ed esercitazioni online magari interagendo direttamente con i propri professori, ma gli svantaggi ci sono e sta solo a noi fare in modo che non prendano il sopravvento. Quali? Intanto lo strumento che deve supportare questa piattaforma deve essere scelto in campo ampio nel senso che non occorre un tablet da 1000 euro ma il sistema deve funzionare anche su un hardware da 100, ci sono e funzionano egregiamente. Altro svantaggio che i nostri figli, tecnologicamente avanzatissimi, e già molte ore al giorno su strumenti informatici diventino schiavi di internet e del mezzo tecnologico, vivendo i social network, le chat, i blog in ogni momento della giornata e perdano contatto con la realtà. Toccherà a noi, questa volta, come genitori, insegnati (che si dovranno preparare il più presto possibile) far si che la tecnologia questa volta crei solo benefici
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    Segnalo l'articolo apparso sul sito del corriere della sera il 7 dicembre 2012 (http://www.corriere.it/tecnologia/provati-per-voi/12_dicembre_07/giunti-paperlit-ebook-scuola-antonella-de-gregorio_b05ed45c-405a-11e2-abcd-38132480d58e.shtml), nella sezione "Provati per Voi" relativo alla Tecnologia. Viene analizzato un progetto pilota sulla "Scuola 2.0", basata su una nuova piattaforma digitale sviluppata dalla collaborazione tra Giunti Scuola, Intel e Paperlit, per permettere un modo interattivo e collaborativo per un apprendimento di alcune materie della scuola secondaria (Scienze, Matematica, Storia e Geografia). Mi sembra una iniziativa interessante, sia perché utilizza le tecnologie che maggiormente attraggono l'attenzione dei ragazzi di oggi, sia perché introducono nuovi metodi di apprendimento e collaborazione, anche da remoto, in particolare nei casi in cui vi siano impedimenti temporanei (es. motivi di salute).
anonymous

Facebook, privacy KO con un "mi piace". Ogni link svela le nostre informazioni. - 0 views

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    Ormai sappiamo benissimo tutti che Facebook non è la casa della privacy. Questo è un dato di fatto, evidente e ben conosciuto a tutti, questo accade anche perchè la maggior parte dei cosiddetti "facebookiani" non leggono le condizioni informative prima di iscriversi al social network. Con le foto, con i commenti, con le condivisioni, con le amicizie, con i post di qualsiasi natura si mette a nudo la propria personalità, le proprie ideologie e non ultimo i sentimenti. Una piccola parte di privacy può essere contenuta usando i filtri disponibili, per la privacy totale non bisogna essere iscritti a network. Anche la semplice navigazione in Internet non garantisce la total privacy.
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    Mi collego alla tua evidenza su Facebook, per sottolinearne la dimensione narcisistica. Ho letto un articolo di Christopher Ketcham, in cui mi ha coinvolto il suo indicare come "Su Facebook si contano i nuovi e i vecchi amici, il numero potrebbe sempre aumentare! Alcuni sono effettivamente "amici", nel senso ormai dimenticato del termine: la persona cui ci si confida, che ci ascolta, e a cui importa ciò che abbiamo da dire, che conosce i nostri segreti e li tiene per sé; la persona che ti conosce nella misura in cui solo un amico può - l'amico, come colui o colei che riesce a guardare nei tuoi occhi e, con affetto e persino amore, vedere in fondo alla nostra anima. Come sappiamo, tuttavia, molti "amici" di Facebook non hanno niente a che vedere con il tipo di relazione appena descritta. Forse sono persone conosciute al lavoro o a scuola, in carne e ossa, ma non possono essere considerati veri e propri amici. Alcuni sono stranieri, conosciuti solo tramite l'interfaccia della macchina, arrivati all'utente grazie a un algoritmo che calcola il databit "Mi piace" e "Non mi piace". Facebook è il luogo di espressione ideale per una società in cui il narcisismo, come Christopher Lasch ha sottolineato tempo fa, è diventato il disturbo di personalità dilagante. Facebook come una patologia sociale, come un sintomo di disordine sociale e di malattia? Forse. La macchina, dice Damon Darlin, un "redattore tecnologico" del New York Times, diventa "una memoria ausiliaria di tutto quello che faccio". t
alfonsina longobardi

l'intelligenza o le intelligenze - 0 views

In ricerche ormai famose, Gardner (1987) e Sternberg, (1997) hanno indagato la natura dell'intelligenza. Le loro teorie sono intese ad affermare la compresenza di più intelligenze, rompendo con l...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Massimo Apicella

Gartner: mobile, cloud, social le sfide per l'industria - 1 views

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    LA PREVISIONE Top Industry Predicts 2013: entro il 2015 i maggiori impatti delle nuove tecnologie sui processi di business Il social networking, le comunicazioni via mobile, il cloud computing e le informazioni saranno fattori particolarmente importanti nei prossimi anni per un'ulteriore trasformazione delle industrie, perché rappresentano vere e proprie sfide ai modelli e ai processi di business attuali e aprono la strada a una maggiore competizione.
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