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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged psicotecnlogie

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Bruno Matti

Home: ISTAC - Istituto per l'Apprendimento Collaborativo - 4 views

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    A partire da Vygotskij e attraverso Bruner l'apprendimento non è il risultato di un passaggio o di una trasmissione diretta di nozioni ma è una co-costruzione sociale che si realizza attraverso la mediazione
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    Questo contributo sottolinea il concetto, proposto durante il corso, di co-costruzione sociale, quale fondamento dell'apprendimento collaborativo. Giustamente individua Vygotskij da un lato con il concetto di sviluppo prossimale e Bruner dall'altro con la sottolineatura del contesto sociale, in particolare quello scolastico per l'apprendimento, quali due innovatori del concetto di apprendimento, dal momento che ne sottolineano l'aspetto sociale rispetto a quello individuale proposto da autori precedenti. Le poche informazioni sono corrette, ma a mio giudizio la definizione manca delle fondamentali caratteristiche di collaboratività, di comunione e condivisione di obiettivi propria di un apprendimento collaborativo, facilitato dal nuovo medium tecnologico di Internet, come avviene ad esempio in questo sito, dove tutti collaborano per ampliare la propria cultura e quella altrui. Infine non è molto chiaro il concetto di mediazione finale, che personalmente avrei preferito fosse spiegato meglio.
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    L'Apprendimento collaborativo è quanto di più utile ci possa essere nella società moderna. Benchè fosse utilizzato molto tempo prima, oggi è diventato quasi un dogma potendo disporre di sistemi tecnologici che ampliano questa forma di conoscenza e apprendimento. Perfettamente in linea con le nozioni centrali del corso di Psicotecnologie.
Bruno Matti

Davvero Google Rende Stupidi? » MenteCritica - 4 views

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    Vero, la modalità di lettura sul web è veloce, spesso si tratta addirittura di pochi secondi. Se un utente capita su un sito, un ipertesto, un link, un blog che non risponde alle attese cambia pagina e lo fa in 5 secondi. La lettura el web è poi molto piu' rapida e spesso superficiale. La mente dell'uomo è aperta, elastica... io oserei definirla elastica... ovvero va esercitata, allenata e certamente il fatto di aver acquisito una modalità di lettura differente dal passato ci rende "meno predisposti" alla lettura orizzontale ("tradizionale") . Il gap diveventa recuperabile se riuscissimo a dedicarci alla lettura tradizionale quanto in passato.... ma ormai tutto, praticamente tutto è il sul web, che se da un lato, come diceva una collega in un commento, ha abolito le barriere spazio temporali, da un lato rischia di "rinchiuderci" nel suo mondo senza che si sia piu' in grado di guardare al di fuori.
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    @alessandro, non posso che concordare, la mente va allenata e pur restando la tecnologia fondamentale per gli scenari che si delineeranno in futuro quella che dovrà prelevare, o quanto meno possimo auspicarci prevalga, è proprio la politica "del giusto mezzo"... Le modalità di lelettura come quello di ricercare informazioni sono radicalmente cambiati e cio' che sembra possibile ipotizzare anche se la previsione è verrà mente spostata nel tempo è che la prossima evoluzione premierà menti che progressivamente saranno "multitasking"... sarebbe un bene aquisire pienamente la capacità di dedicarsi a piu0 cose contemporaneamente ma soltanto se questo non adrà a scapito completo della concentrazione.... Staremo a vedere :-)
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    "Leggere allarga la mente, senza dubbio, ma l'ampliamento avviene dentro la testa. Lavorare al computer implica che quasi tutta l'elaborazione mentale, che riguardi testi, immagini o suoni, si sposta fuori dalla propria testa. L'interattività è una condizione, non un'opzione. (…) Il nostro rapporto con lo schermo è molto complesso, è un rapporto in cui a tutti gli effetti una grande quota delle nostre funzioni cognitive viene data in delega."
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    Per Carr Il "Web non ci incoraggia mai a fermarci, ci tiene in uno stato continuo di movimento". Il cervello si adatta a queste ripetute distrazioni trasformandoci in pensatori superficiali, sempre più incapaci di concentrarci, di leggere un testo lungo o di connettere le informazioni che riceviamo. Carr cita Seneca, ricordando che essere dovunque - come ci consente di fare Internet - equivale a non essere in nessun luogo. L'autore però non riesce a fornire una spiegazione davvero convincente del perché i "pensieri diversi" del Web siano oggettivamente peggiori di quelli prodotti dalla cultura della stampa o perché la tecnologia cartografica, per esempio, "diede all'uomo una mente nuova e più aperta, in grado di comprendere meglio le invisibili forze che danno forma al suo territorio e alla sua esistenza".
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    Nonostante il pessimismo di Socrate la razza umana a continuato a prosperare e crescere nonostante la scrittura, o forse proprio grazie ad essa. Internet in generale, e i motori di ricerca nello specifico, sono solo strumenti, molto comodi da utilizzare, perché mettono a disposizione praticamente tutto in tempo reale. In quanto strumenti, come tali non ci possono rendere più o meno stupidi di quanto possa fare un libro, che è uno strumento per la conservazione e la trasmissione del pensiero. D'altra parte, un libro aperto mi può rendere più intelligente, di un libro chiuso. Nella Cina di Qin Shi Huang nell'anno 212 a.C si bruciavano libri, come in "fahrenheit 451", e alcuni stati impongono restrizioni alla rete. Questa preoccupazione la dice lunga sul fatto se la rete ci rende più o meno stupidi.
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    interessantissimo articolo. Vorrei sottolineare, secondo il mio modestissimo parere, generalizzando il discorso alla tematica generale, come la "tecnologia" intesa nella dizione puramente tecnica del termine svolge nella moderna società un compito di supporto al quotidiano. sotto numerosi aspetti si dimostra addirittura indispensabile (vedasi ad esempio le terapie quotidiane di ipo "salva-vita" indispensabili ed attuate solo esclusivamente attraverso sofisticatissime apparecchiature), sotto altri è sicuramente superflua. Secondo me, essendo un acerrimo sostenitore dei libri cartacei, nè è dimostrazione di inutilità la recente introduzione nel mercato multimediale dei cosiddetti libri informatici. Attenzione, non dico che il mondo del web sia sbagliato, ma solo che andrebbe approfondito con moderazione nei suoi aspetti più basilari (letteratura di tipo elementare)
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    A parer mio penso che la scoperta delle nuove tecnologie ci permette di essere informati e collegati con il resto del mondo in qualsiasi momento e questo è un vantaggio ma nello stesso tempo ci mette in una condizione di passività e di pigrizia se non stiamo attenti. Ad esempio Internet pone l'efficienza e l'immediatezza al di sopra di qualsiasi altra cosa, indebolendo di conseguenza la nostra capacità di leggere profondamente, come facevamo invece quando la carta stampata aveva fatto delle opere letterarie prodotti di largo consumo tra i lettori di tutti gli strati sociali. "Siamo diventati meri decodificatori di informazioni" possiamo dire. E c'e' caso che in breve finiremo tutti col pensare come Google, conversare come le e-mail e parlare come Twitter.
Bruno Matti

Lez1_Psicotecnologie30409.pdf (Oggetto application/pdf) - 1 views

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    CHE COSA SONO LE PSICOTECNOLOGIE?
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