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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged INTEGRATION

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Rocco Massimo Palumbo

tpack.org - 0 views

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    Technological Pedagogical Content Knowledge (TPACK) attempts to identify the nature of knowledge required by teachers for technology integration in their teaching, while addressing the complex, multifaceted and situated nature of teacher knowledge. At the heart of the TPACK framework, is the complex interplay of three primary forms of knowledge: Content (CK), Pedagogy (PK), and Technology (TK). See Figure above. As must be clear, the TPACK framework builds on Shulman's idea of Pedagogical Content Knowledge.
bischero85

Web 3.0: Implications for Online Learning | SpringerLink - 0 views

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    Nell'articolo il Prof. Morris, della Georgia University, sottolinea quelli che saranno i tratti caratteristici dell'online learning nel web 3.0 che oggi si trova ai suoi albori. La grande novità che porterà il cosiddetto semantic web sarà la data integration che se da un lato costituisce un grande vantaggio, dall'altro nasconde numerose insidie per chi dovrà gestirla nell'erogare insegnamenti online.
Massimo Apicella

Italiani multitasking: davanti alla televisione e connessi ai social network - 8 views

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    Questa evoluzione rappresenta una significativa opportunità per le aziende che sapranno cogliere il vantaggio competitivo, rivedendo i propri modelli di comunicazione, per essere presenti in maniera efficace sui canali social e coinvolgere il consumatore attraverso strategie integrate sulle diverse piattaforme.
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    La presenza del multitasking durante spettacoli, siano essi televisivi o anche semplicemente sportivi ha fatto nascere diverse aree da esplorare. Ricollegandoci proprio ai dibattiti politici, è proprio grazie a questa multi-presenza che si sono estesi i progetti di fact-checking in tempo reale. In Italia il fact-checking in generale non ha molto terreno, ma in America durante il dibattito tra Romney e Obama sono state verificare in tempo reale le loro affermazioni e pubblicate su blog, social network e nella rete in generale. Ma questo è veramente essere multitasking, o è solamente avere la possibilità di estendere i propri limiti fisici per una connettività globale? Credo semplicemente la seconda, tanto più che anche per i calcolatori il multi tasking è di difficile esecuzione. La nostra impressione è che gli elaboratori siano multi tasking perché hanno velocità di calcolo impressionanti, ma a livello di bit, di linguaggio macchina le operazioni che si eseguono sono sempre una alla volta, o nei migliori dei casi eseguirà per un determinato lasso di tempo l'operazione X poi la sospenderà per eseguire per uno stesso lasso di tempo l'operazione Y dando a noi l'impressione della contemporaneità delle operazioni.
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    Ciao, effettivamente è diventata una consuetudine vedere un film a casa e contemporaneamente essere collegati con social forum. Siamo sicuri di seguire esattamente la trama di un film o programma?
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    In effetti già la televisione da sola si inseriva in un modello primitivo di multitasking, nel quale le conversazioni familiari avvenivano in parallelo con la fruizione del programma televisivo che poteva configurarsi come un rumore di fondo, uno spunto per un confronto o un riempitivo delle pause della conversazione. L'uso degli strumenti (tipicamente wireless e touch) per la navigazione da salotto è entrato nelle abitudini e, come già accaduto per altre tecnologie, diverrà un elemento fondante per nuove modalità di interazione tra i broadcaster ed il pubblico, magari mantenendo la promessa che la TV interattiva non è ancora riuscita a mantenere. Alcuni segnali nascono dall'incontro tra tecnologie innovative e trasmissioni concepite per sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. Ecco che il multitasking viene asservito alle esigenze degli autori delle trasmissioni (con buona pace delle conversazioni familiari di fronte al teleschermo) per dare vita a programmi interattivi di nuova generazione. un esempio di tecnologia che implementa questo modello: http://www.hypertvx.com/success-stories
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    Questo articolo è un esempio di come i nuovi media, ed in questo caso i social network, abbiano riavvicinato il pubblico dei giovani (e non solo) alla televisione. Certo è impressionanate questa costante, insaziabile, diffusa voglia di essere sempre on line.
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    Questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che le nostre abitudini sono cambiate (anch'io interagisco con il mio tablet davanti la TV accesa) ma fino a quando i numeri non ci mettono di fronte all'incontrovertibile realtà, non ci sembra realistico. Eppure, il multitasking che ormai sperimentiamo sui luoghi di lavoro, ce lo ritroviamo in casa durante le nostre ore di relax. Indubbiamente riempiamo tutti gli "interstizi" della nostra mente con un maggior numero di informazioni, interazioni e relazioni. Quindi i produttori di contenuti televisivi dovranno inventare un'estensione del programma su Social Network (già lo fanno) ed i nostri familiari che sono sotto lo stesso tetto dovranno catturare la nostra attenzione mandandoci dei messaggi (l'irresistibile bip del messaggio per noi!). Io vorrei dire: è anche per questo che spesso studio la sera e cerco di concentrarmi nel modo "classico". Molto interessante il contenuto di hypertvx, perchè si collega ai nostri studi di processi economici dei media
filomena formica

Le nuove tecnologie in aiuto ai disturbi dell'apprendimento. - 6 views

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    "Per la maggior parte di noi, la comunicazione scritta è del tutto naturale: si impara a leggere e a scrivere senza eccessiva fatica e si automatizzano le procedure, cosìcchè, dopo poco tempo, diventa una cosa normale, come cucinare o guidare l'auto.Per i bambini dislessici non è così: NONOSTANTE la loro intelligenza, affrontare la parola scritta per loro non diventerà un automatismo, a prescindere da quante ore staranno chini sui libri." Su questo sito, che ho riportato, ho trovato un valido contributo per aiutare i bambini dislessici e gli insegnanti a cercare di superare gli ostacoli che i DSA portano con sè grazie all'ausilio delle nuove tecnologie. Vi sono numerosi software gratuiti adatti ad essere usati come strumenti per compensare le carenze, per intervenire con rinforzi specifici su alcune difficoltà, per potenziare abilità e motivare all'apprendimento. L'intervento precoce, finalizzato, consapevole, è infatti un'arma efficace per ridurre il "gap" che la dislessia (in senso lato) comporta, dato che essa inficia le normali attività scolastiche del bambino. Le Nuove Tecnologie sono alleate preziose per la didattica con alunni dislessici. Non dobbiamo però dimenticare che il computer non è una panacea per tutti i mali: quel che più occorre a questi bambini è ricevere fiducia, empatia, comprensione e poter mantenere alta la propria autostima.
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    Tra le varie tecnologie per poter aiutare i bambini dislessici, il computer gioca un ruolo fondamentale. Il computer è per sua natura veloce, memorizza grandi quantità di dati e permette di creare documenti riproducibili, rielaborabili, ben impaginati, di facile reperibilità e di facile scambio.Inoltre, si limita ad applicare delle regole in maniera veloce e corretta, non è in grado di prendere l'iniziativa né di fare cose per cui non è stato programmato.Tutto questo mette in evidenza come le maggiori caratteristiche del computer coincidano con i maggiori bisogni dei ragazzi con DSA.I dislessici, ad esempio, quando devono eseguire compiti di letto-scrittura, spesso sono lenti ed hanno difficoltà ad accedere alla memoria breve, sesono disgrafici producono testi illeggibili.Raramente il materiale che producono è riproducibile o rielaborabile, infatti difficilmente rileggono quanto hanno prodotto.Anche la reperibilità dei materiali può essere compromessa da difficoltà nella classificazione e nell'ordinamento.L'informatica quindi, rappresenta un'insostituibile opportunità per chi soffre di DSA, in quanto ponendosi come strumento vicariante, consente un completo utilizzo delle abilità integre, quali l'intelligenza e la fantasia.Il computer permette anche un vantaggio di tipo psicologico che aumenta la sicurezza e la fiducia nei soggetti che hanno Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e l'informatica assume infatti un ruolo primario per dare la possibilità di costruire percorsi didattici compensativi e abilitativi.Il computer non viene vissuto come una "protesi per diversamente abili", cosa che avviene spesso per gli ausili didattici tradizionali come le schede di recupero o i libri di testo facilitati; al contrario, viene visto come uno strumento usato dai "grandi", quindi come qualcosa che contribuisce a mantenere l'autostima a livelli adeguati, anche in presenza di un programma molto strutturato.
Bruno Matti

Business intelligence - Wikipedia - 0 views

  • Le organizzazioni raccolgono dati per trarre informazioni, valutazioni e stime riguardo al contesto aziendale proprio e del mercato cui partecipano (ricerche di mercato e analisi degli scenari competitivi). Le organizzazioni utilizzano le informazioni raccolte attraverso una strategia di business intelligence per incrementare il loro vantaggio competitivo. Il termine Business Intelligence fin dall'origine ha ricompreso sia i più tradizionali sistemi di raccolta dei dati finalizzati ad analizzare il passato o il presente e a capirne i fenomeni, le cause dei problemi o le determinanti delle performance ottenute, sia i sistemi più rivolti a stimare o a predire il futuro, a simulare e a creare scenari con probabilità di manifestazione differente. Questi sistemi sono da sempre stati realizzati con mix differenti di software tools (ad es. di reporting, di analisi OLAP, di cruscotti) e di software applications, cioè contenenti vere logiche e regole applicative, rivolte al Performance Management (ad es. le applicazioni per le Balanced Scorecards o per il ciclo di budgeting e forecasting aziendale), all'ottimizzazione di alcune decisioni operative (ad es. nel campo dei trasporti e della logistica o del revenue management) oppure finalizzate alle previsioni e alle predizioni future, impiegando funzioni statistiche anche molto sofisticate; tutte queste software applications nel tempo hanno preso nomi diversi ma dal significato simile, quali Analytic Applications, Analytics, Business Analytics (si veda anche Davenport, 2007, 2010; Turban, 2010; Pasini, 2004). Il termine Business Intelligence allude quindi ad un campo molto ampio di attività, sistemi informativi aziendali e tecnologie informatiche finalizzate a supportare, e in qualche caso ad automatizzare, processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali (sistemi di reporting e di visualizzazione grafica di varia natura, cruscotti più o meno dinamici, sistemi di analisi storica, sistemi di "allarme" su fuori norma o eccezioni, ecc.), e processi di decisione aziendale in condizioni variabili di incertezza (sistemi di previsione, di predizione, di simulazione e di costruzione di scenari alternativi, ecc.), il tutto integrato nel classico processo generale di "misurazione, analisi, decisione, azione". Generalmente le informazioni vengono raccolte per scopi direzionali interni e per il controllo di gestione. I dati raccolti vengono opportunamente elaborati e vengono utilizzati per supportare concretamente - sulla base di dati attuali - le decisioni di chi occupa ruoli direzionali (capire l'andamento delle performance dell'azienda, generare stime previsionali, ipotizzare scenari futuri e future strategie di risposta). In secondo luogo le informazioni possono essere analizzate a differenti livelli di dettaglio e gerarchico per qualsiasi altra funzione aziendale: marketing, commerciale, finanza, personale o altre. Le fonti informative sono generalmente interne, provenienti dai sistemi informativi aziendali ed integrate tra loro secondo le esigenze. In senso più ampio possono essere utilizzate informazioni provenienti da fonti esterne come esigenze della base dei clienti, pressione stimata degli azionisti, trend tecnologici o culturali fino al limite delle attività di spionaggio industriale. Ogni sistema di business intelligence ha un obiettivo preciso che deriva dalla vision aziendale e dagli obiettivi della gestione strategica di un'azienda.
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    Con la locuzione business intelligence () ci si può solitamente riferire a: un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Questa espressione è stata coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.
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    Business Intelligence (B.I.) un software atto a produrre statistiche grafiche in modo flessibile e approfondito, più o meno autonomamente dai programmi di gestione aziendale. In altre parole: è il processo che consente di analizzare la miriade di dati accumulati nei sistemi aziendali per estrarne valide indicazioni per lo sviluppo del business, la riduzione dei costi e l'incremento dei ricavi. La Business Intelligence nasce per trasformare i dati in informazioni utili e per compiere indagini in modo facile e completo sulla propria base dati aziendale. Una buona soluzione di Business Intelligence deve anche essere in grado di consentire l'introduzione di dati teorici, per rispondere al quesito "what if...", ovvero "cosa succederebbe se...", praticando così vere e proprie simulazioni di scenari ipotetici per valutarne immediatamente le conseguenze. Generalmente nei programmi di Business Intelligence l'informazione viene organizzata in righe e colonne, consentendo di porre i dati che interessa esaminare anche su più livelli di profondità. Si può, per esempio, esaminare il venduto per agente/famiglie di prodotti e all'occorrenza svolgere il cosiddetto drill down, per scendere anche a livello di dettaglio del singolo articolo venduto per una certa famiglia. Le analisi possono poi essere tradotte in vario modo anche in termini grafici, fornendo facilmente diagrammi, torte, cruscotti, ecc. ecc. oppure produrre report stampati. La Business Intelligence è dunque uno strumento strategico formidabile per il management aziendale e si differenzia notevolmente dall'uso di prodotti generici (come Excel, per esempio o le classiche statistiche fornite dallo stesso ERP e realizzate tramiti appositi rigidi programmi) per l'estrema attendibilità dei risultati e flessibilità delle informazioni ottenibili. Non dimentichiamo che lo scopo è quello di fornire risposte alle varie indagini sull'andamento dell'azienda e basare certe decisioni su un errore in una formula di Excel p
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    Per conto di Telecom Italia mi sono anche occupato di curare presentazioni per nostri Clienti di B. I. Sicuramente è uno strumento utilissimo in grado di rielaborare tutti i dati aziendali e fornire risposte in base a delle quary di interesse. Risparmio chiaramente di tempo, e per tutte le Aziende il tempo è denaro, che puo' essere dedicato all'elaborazione di strategie di mercato ad es, messe in atto alla luce dei dati analizzati. I ritorni da parte delle PMI, e parlo per esperienza, è sempre stato positivo e il ROI sempre garantito.
Giuseppe Del Grosso

MediaMente: "L'apprendimento online" - 0 views

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    "L'apprendimento online" SOMMARIO: La formazione on line è un processo di apprendimento mediato dal calcolatore dove i corsi vengono distribuiti attraverso un Cd-Rom o Internet (1). I vantaggi dell'apprendimento online sono numerosi. (2). L'apprendimento on line offre il vantaggio di poter continuare la propria crescita personale anche oltre la tradizionale età scolare. (3). Un portale didattico è un punto di ingresso su Internet dove l'utente può raggiungere dei corsi di formazione on line su qualunque materia. (4) L'intervistato spiega cos'è un portale didattico. (5). Il futuro dell'apprendimento on line è legato molto all'infrastruttura di base che supporta oggi Internet. (6). L'intervistato spiega qual è l'architettura di un corso on line. (7). Oggi si tende a eliminare la figura del programmatore e di permettere all'esperto del contenuto di creare lui stesso il materiale. (8). L'Iintervistato spiega che cosa sta succedendo oggi in Italia nella formazione on line. (9) L'insegnamento on line non può completamente sostituire quello tradizionale. (10) L'intervistato da una spiegazione di cos'è la tecnica Smile. (11) La presenza italiana all'estero, nel campo della information and communication tecnology, si è incrementata negli ultimi anni. (12) In America Le aspettative da parte della società per cui si lavora sono molto elevate. (13) -------------------------------------------------------------------------------- INTERVISTA: Domanda 1 Cos'è la formazione on line e quali possono essere i vantaggi dell'apprendimento on line? Risposta La formazione on line è un processo di apprendimento mediato dal calcolatore dove i corsi vengono distribuiti attraverso un Cd-Rom o Internet. Ora la definizione si è evoluta ormai solamente per definire la distribuzione di corsi attraverso Internet in quanto i Cd-Rom stanno ormai perdendo la loro importanza in questo settore. Domanda 2 Quali p
roberto de luca

Multitasking - 1 views

MultitaskingDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: navigazione, cerca In informatica, un sistema operativo con supporto per il multitasking (multiprocessualità) permette di eseguire più progr...

started by roberto de luca on 24 Sep 12 no follow-up yet
ANNALISA PASCUCCI

APPLICAZIONE SCIENZE COMPORTAMENTALI DIDATTICA Secondo lo psicologo SKINNER:M... - 3 views

Tecnologie didattiche e tecnologie per la didattica Definire che cosa si intende con il termine "tecnologie didattiche" non è affatto semplice, come potrebbe dapprincipio sembrare (particolarmente...

APPLICAZIONI DIDATTICA SKINNER NUOVE TECNOLOGIE

started by ANNALISA PASCUCCI on 21 Jun 13 no follow-up yet
Giulia Ranisi

E-patients, e-parents, e-doctors - 5 views

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    l'articolo parla del corso E-patients, e-parents, e-doctors, organizzato da Telethon, Orphanet e Bambino Gesù che conguntamente lavorano per temi quali le MR e in particolare per fare luce su rischi e benefici della comunicazione 2.0 A cui ho partecipato sia nella compilazione del questonario che nel seguire il convegno (disponibile anche on line) sul portale opbg.net. Per mettere a disposizione dei pazienti, delle loro famiglie, dei medici, dei ricercatori e dei professionisti sanitari le linee guida sull'uso responsabile del web e per approfondire la conoscenza dei siti internet e dei social network come strumenti a supporto della comunicazione sulle malattie rare. Ho postato questo articolo per riflettere su quello che è l'mpatto delle nuove tecnologie in quello che può essere un'apprendimento condiviso che in qesto caso è un apprendimento di esperienze condivise sull'affrontare un tema particolare e di nicchia nei quali li attori coinvolti fno a soli 10 anni fà brancolavano nel buio. E di come oggi sia possibile alle stesse famiglie, di diventare protagoniste attive delle loro realtà, per garantire un futuro migliore ai piccoli pazienti affetti da malattie rare e avere maggiore consapevlezza, per affrontare delle realtà tanto complesse. Gli sviluppi della comunicazione del web consentono oggi ai pazienti di avere strumenti quali una rete integrata che è Orphanet, di seguito vi giro un link del portale OPBG nel quale c'e' la presentazione di cosa sia Orphanet e dell'impatto che ha. cosa è orphanet http://www.ospedalebambinogesu.it/Portale2008/ItemFiles%5C09_20_Dallapiccola_-_Orphanet_Italia-Telethon_2012.pdf
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    Infine aggiungo un articolo che parla di malattie rare e in cui a sottolineare la mia personale riflessione sull'articolo di partenza, vi sono le testimonianze dei genitori in cui si parla di malattie rare e ne dà una descrizione sommaria su quale sia oggi la situazione attuale in merito. http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=13540 Ricapitolando vorrei condividere con voi queste riflessioni e integrarle. Secondo voi quali sono punti di forza del web in un ambito di gruppi di auto-aiuto e di esperienze condivise da famiglie che affrontano temi specifici es come le malattie rare? In mente i primi punti che mi vengono in mente sono: rapporto simmetrico tra gli attori comunicazione sia diacronica che in tempo reale condivisione dell'esperienza aumento della consapevolezza non ci sono limiti o finestre temporali specifiche interattività feedback Soggettività dei temi trattati Solidarietà punti deboli rapporto umano F2F burn out dell'attore coinvolto e attivo attendibilità delle fonti dispersione e irrilevanza dei messaggi aperto solo a chi è nel web Grazie per la vostra pazienza nel seguire la mia riflessione forse un pò troppo articolata. Un saluto Giulia.
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    Articolo estremamente interessante, il web costituisce un'importante risorsa e strumento per colore che cercano informazioni inerenti a patologie rare e poco conosciute, spesso trascurate dai media tradizionali. Tuttavia, come sottolineato all'interno dell'articolo, l'uso di internet come fonte d'informazioni mediche comporta anche dei rischi. Le informazioni presenti online possono essere spesso incomplete o errate, il che può portare ad un conseguente fraintendimento o scelte terapeutiche sbagliate; come per esempio viene evidenziato che non è da escludere la possibilità di cadere in trappole come la disinformazione medica o terapie "miracolose" che spesso vengono pubblicizzate su internet. È tuttavia fondamentale ricordare che l'accesso alle informazioni mediche online dovrebbero essere sempre integrate con la consulenza di medici e specialisti, così da garantire un'appropriata diagnosi.
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    Grazie per l'articolo e le riflessioni, l'argomento è appassionante! Scelgo di condividere una esperienza personale: ho conosciuto una coppia benestante che ha avuto un figlio affetto da sindrome di Wolf-Hirshhorn (WHS): https://www.orpha.net/it/disease/detail/280#:~:text=La%20sindrome%20di%20Wolf%2DHirshhorn,sviluppo%20psicomotorio%2C%20convulsioni%20e%20ipotonia. che è una malattia estremamente rara ed estremamente invalidante. I genitori lo hanno stimolato in ogni modo, si sono dedicati a questo figlio ricorrendo a specialisti di diverse discipline. Il figlio non è mai riuscito a parlare, e per 35 anni ha sempre e solo comunicato esigenze elementari della vita quotidiana attraverso l'uso delle tavole CAA (comunicazione alternativa aumentativa) indicando pittogrammi molto semplici con il dito. Non è in grado di tenere in mano una penna. Ormai adulto, gli è stato proposto, circa 5 anni fa, una attività con una educatrice che prese la decisione di parlare con lui solo attraverso l'uso del computer. L'educatrice, dopo un anno, ha incredibilmente ottenuto la prima parola scritta: Tchaikovsky! Ha continuato, solo con lei, a utilizzare questo metodo, scrivendo riflessioni argute ritenute impossibili con le sue condizioni di disabilità, e dimostrando, seppur con tempi molto dilatati, di aver appreso ed elaborato informazioni complesse. Concludo questo contributo: l'uso di piattaforme per la condivisione delle informazioni ci permette oggi di avere una divulgazione di "good practices" che sarebbe stata impensabile senza la tecnologia. #educazione #disabilità
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