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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged business

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Bruno Matti

Business intelligence - Wikipedia - 0 views

  • Le organizzazioni raccolgono dati per trarre informazioni, valutazioni e stime riguardo al contesto aziendale proprio e del mercato cui partecipano (ricerche di mercato e analisi degli scenari competitivi). Le organizzazioni utilizzano le informazioni raccolte attraverso una strategia di business intelligence per incrementare il loro vantaggio competitivo. Il termine Business Intelligence fin dall'origine ha ricompreso sia i più tradizionali sistemi di raccolta dei dati finalizzati ad analizzare il passato o il presente e a capirne i fenomeni, le cause dei problemi o le determinanti delle performance ottenute, sia i sistemi più rivolti a stimare o a predire il futuro, a simulare e a creare scenari con probabilità di manifestazione differente. Questi sistemi sono da sempre stati realizzati con mix differenti di software tools (ad es. di reporting, di analisi OLAP, di cruscotti) e di software applications, cioè contenenti vere logiche e regole applicative, rivolte al Performance Management (ad es. le applicazioni per le Balanced Scorecards o per il ciclo di budgeting e forecasting aziendale), all'ottimizzazione di alcune decisioni operative (ad es. nel campo dei trasporti e della logistica o del revenue management) oppure finalizzate alle previsioni e alle predizioni future, impiegando funzioni statistiche anche molto sofisticate; tutte queste software applications nel tempo hanno preso nomi diversi ma dal significato simile, quali Analytic Applications, Analytics, Business Analytics (si veda anche Davenport, 2007, 2010; Turban, 2010; Pasini, 2004). Il termine Business Intelligence allude quindi ad un campo molto ampio di attività, sistemi informativi aziendali e tecnologie informatiche finalizzate a supportare, e in qualche caso ad automatizzare, processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali (sistemi di reporting e di visualizzazione grafica di varia natura, cruscotti più o meno dinamici, sistemi di analisi storica, sistemi di "allarme" su fuori norma o eccezioni, ecc.), e processi di decisione aziendale in condizioni variabili di incertezza (sistemi di previsione, di predizione, di simulazione e di costruzione di scenari alternativi, ecc.), il tutto integrato nel classico processo generale di "misurazione, analisi, decisione, azione". Generalmente le informazioni vengono raccolte per scopi direzionali interni e per il controllo di gestione. I dati raccolti vengono opportunamente elaborati e vengono utilizzati per supportare concretamente - sulla base di dati attuali - le decisioni di chi occupa ruoli direzionali (capire l'andamento delle performance dell'azienda, generare stime previsionali, ipotizzare scenari futuri e future strategie di risposta). In secondo luogo le informazioni possono essere analizzate a differenti livelli di dettaglio e gerarchico per qualsiasi altra funzione aziendale: marketing, commerciale, finanza, personale o altre. Le fonti informative sono generalmente interne, provenienti dai sistemi informativi aziendali ed integrate tra loro secondo le esigenze. In senso più ampio possono essere utilizzate informazioni provenienti da fonti esterne come esigenze della base dei clienti, pressione stimata degli azionisti, trend tecnologici o culturali fino al limite delle attività di spionaggio industriale. Ogni sistema di business intelligence ha un obiettivo preciso che deriva dalla vision aziendale e dagli obiettivi della gestione strategica di un'azienda.
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    Con la locuzione business intelligence () ci si può solitamente riferire a: un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Questa espressione è stata coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.
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    Business Intelligence (B.I.) un software atto a produrre statistiche grafiche in modo flessibile e approfondito, più o meno autonomamente dai programmi di gestione aziendale. In altre parole: è il processo che consente di analizzare la miriade di dati accumulati nei sistemi aziendali per estrarne valide indicazioni per lo sviluppo del business, la riduzione dei costi e l'incremento dei ricavi. La Business Intelligence nasce per trasformare i dati in informazioni utili e per compiere indagini in modo facile e completo sulla propria base dati aziendale. Una buona soluzione di Business Intelligence deve anche essere in grado di consentire l'introduzione di dati teorici, per rispondere al quesito "what if...", ovvero "cosa succederebbe se...", praticando così vere e proprie simulazioni di scenari ipotetici per valutarne immediatamente le conseguenze. Generalmente nei programmi di Business Intelligence l'informazione viene organizzata in righe e colonne, consentendo di porre i dati che interessa esaminare anche su più livelli di profondità. Si può, per esempio, esaminare il venduto per agente/famiglie di prodotti e all'occorrenza svolgere il cosiddetto drill down, per scendere anche a livello di dettaglio del singolo articolo venduto per una certa famiglia. Le analisi possono poi essere tradotte in vario modo anche in termini grafici, fornendo facilmente diagrammi, torte, cruscotti, ecc. ecc. oppure produrre report stampati. La Business Intelligence è dunque uno strumento strategico formidabile per il management aziendale e si differenzia notevolmente dall'uso di prodotti generici (come Excel, per esempio o le classiche statistiche fornite dallo stesso ERP e realizzate tramiti appositi rigidi programmi) per l'estrema attendibilità dei risultati e flessibilità delle informazioni ottenibili. Non dimentichiamo che lo scopo è quello di fornire risposte alle varie indagini sull'andamento dell'azienda e basare certe decisioni su un errore in una formula di Excel p
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    Per conto di Telecom Italia mi sono anche occupato di curare presentazioni per nostri Clienti di B. I. Sicuramente è uno strumento utilissimo in grado di rielaborare tutti i dati aziendali e fornire risposte in base a delle quary di interesse. Risparmio chiaramente di tempo, e per tutte le Aziende il tempo è denaro, che puo' essere dedicato all'elaborazione di strategie di mercato ad es, messe in atto alla luce dei dati analizzati. I ritorni da parte delle PMI, e parlo per esperienza, è sempre stato positivo e il ROI sempre garantito.
ROBERTA BADARACCO

20lines: la scrittura collettiva cresce in Rete - 1 views

La piattaforma di scrittura collaborativa nata in H-Farm lancia un inedito con Faletti e un redesign. Anche le startup sui contenuti funzionano. BUSINESSWEB E SOCIALSTARTUP Marco Viviani, 25 giugn...

scrittura-collettiva

started by ROBERTA BADARACCO on 26 Jun 13 no follow-up yet
Marco Tambara

The big switch - N. Carr - 1 views

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    Il bestseller di Nicholas Carr "The Big Switch" di cui il prof. De Kerckhove parla nella lezione 5. "His last book shook up the high-tech industry. Now, Nicholas Carr is back with The Big Switch, a sweeping and often disturbing look at how a new computer revolution is reshaping business, society and culture." Un centinaio di anni fa, le aziende smesso di generare il proprio potere con motori a vapore e dinamo e collegato alla rete elettrica di nuova costruzione. Il potere economico pompato da utenze elettriche non basta cambiare il funzionamento delle imprese. E 'una reazione a catena di trasformazioni economiche e sociali che hanno portato il mondo moderno in esistenza. Oggi, una simile rivoluzione è in corso. Collegato alla rete informatica globale di Internet, le informazioni enormi impianti di trasformazione hanno cominciato a pompare i dati e il codice del software nelle nostre case e aziende. Questa volta, è il calcolo che sta trasformando in un programma di utilità.
Chiara Milani

«Il multi-tasking umano? Non esiste,nè per le donne né per gli uomini» - 2 views

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    A smentire le ricerche precedenti che parlavano di capacità di essere multitasking più sviluppata nelle donne o negli uomini arriva a sorpresa questa recente affermazione di Nick Chater, professore di scienza del comportamento alla britannica Warwick Business School secondo il quale nessuno dei due sessi è particolarmente portato a fare più cose contemporaneamente, quando si fa qualcosa infatti si sottraggono risorse al resto perchè le energie mentali fisiche e sono più connesse di quanto sembri. Secondo questo professore questi limiti influenzano anche i comportamenti economici, attraverso l'impiego di manager e organizzazioni che devono raggiungere troppi obiettivi tutti insieme, la chiave secondo Chater è imparare a fare le cose separatamente e poi allenarsi ad unirle...il cervello infatti maschile o femminile sa fare bene una cosa alla volta.
Massimo Apicella

Gartner: mobile, cloud, social le sfide per l'industria - 1 views

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    LA PREVISIONE Top Industry Predicts 2013: entro il 2015 i maggiori impatti delle nuove tecnologie sui processi di business Il social networking, le comunicazioni via mobile, il cloud computing e le informazioni saranno fattori particolarmente importanti nei prossimi anni per un'ulteriore trasformazione delle industrie, perché rappresentano vere e proprie sfide ai modelli e ai processi di business attuali e aprono la strada a una maggiore competizione.
Barbara Bellot

Cos'è il cloud computing? - 8 views

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    Questo è un breve articolo dell'anno scorso che spiega in modo semplice cos'è il cloud computing di cui si parla tanto. Lo ripropongo poichè lo avevo inserito in modo errato.
  • ...6 more comments...
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    Si tratta di un articolo molto interesante, che spiega in maniera chiara e ricca di esempi cos'è il cloud computing e quali possibili novità potrà portare in futuro alla nostra vita. Tuttavia sono riportati anche un paio di possibili punti critici, quali la tutela della privacy ed i pericoli legati al fatto che poche persone si troverebbero a gestire una mole inimmaginabile di dati, col rischio di concentrazione di potere o censura. Si tratta di rischi da non sottovalutare, ma che tuttavia non devono far ridimensionare i giudizi positivi su questa nuova tecnologia che, tra l'altro, potrebbe aiutare molte aziende a sviluppare nuovi orizzonti per il loro business.
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    Sono fortemente contrario all'uso della nuvola "cloud"! Lo stesso Presidente dell'Autorità Garante il 23 giugno 2011 a Roma si è soffermato sui rischi legati alla nuvola dicendo: «le tecnologie cloud consentono di trattare e conservare i dati su sistemi di server dislocati nelle diverse parti del pianeta e sottoposti, nella loro inevitabile materialità, a molti rischi, da quelli sismici a quelli legati a fenomeni di pirateria, non solo "informatica", o ad atti di terrorismo o a rivoluzioni imprevedibili». In realtà basta pensare all'incendio avvenuto nella società hosting di Aruba e il furto di dati avvenuto in Sony. Forse sarò della vecchia scuola, ma credo ancora nel caro vecchio backup su un H.D. esterno e all'uso di software protetto.
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    altro articolo incui si parla dei possibili rischi e le eventuali soluzioni sono presenti al sito: http://www.pmi.it/tecnologia/infrastrutture-it/articolo/53863/rischi-del-cloud-computing-problemi-e-soluzioni.html La riflessione che viene effettuata riguarda la fruibilità dei servizi, possono verificarsi rallentamente per l'accesso , interruzioni di servizio. Quando si adottano soluzioni cloud è necessario prestare la massima attenzione agli accessi, non solo in termini di sicurezza (e quindi soi stto il profilo autorizzativo) ma anche in termini di affidabilità, sotto il profilo della "reputazione". La reputation di un'azienda, infatti, deve poter essere applicata anche alle sue applicazioni erogate via Cloud (quindi in esterno).
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    Mi piacerebbe, almeno questa volta, che il Cloud Computing, con tutte le sue sfacettature, venisse affrontato in modo oggettivo, senza le frequenti "Guerre di religione" sempre presenti nelle novità informatiche. Certamente il problema della sicurezza è quanto mai "IL PROBLEMA" del Cloud Computing, ma ritengo che il problema "sicurezza" esista anche al di fuori del Cloud. Un altro aspetto è, come ogni qualvolta ci imbattiamo in una novità, è che oggi tutto è Cloud, "se non sei Clud non sei nessuno; questo comportamento lascia molto spazio alla "fantasia" mentre si parla di una cosa che è estremamente reale e tecnica. Mi piace l'articolo postato da Barbara, proprio per la semplicità con cui spiega il Cloud. Un mio "giudizio" sul Cloud? Ebbene si, non mi piace (ancora) per i seguenti motivi: - mi sembra una sorta di "ritorno al passato" mascherato da futuro: chi ricorda i vecchi terminali con monitor a fosfori verdi? era una forma di cloud anche quella, allora? (il software di videoscrittura era concentrato su un mainframe centralizzato e la tastiera ed il monitor erano solo terminali di input/output); - i progressi fatti nel campo del calcolo distribuito diventano obsoleti? (e la poesia del progetto SETI? se funzionava o no non è il centro del discorso, ma il concetto di "calcolo" distribuito e collaborativo si); - sicurezza:asta la parola, sicurezza in rete, ma anche sicurezza intesa come cultura della sicurezza: su tutte una domanda: quante password usate/usiamo? quali password usate/usiamo? La risposta a queste due semplici domande può essere esaustiva. Un piccolo contributo sotto forma di link: http://www.nuvolaitaliana.it/cloud-computing/ n
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    Credo che il vero limite dei servizi cloud (a pagamento) aldilà della privacy della sicurezza, dell'inquinamento e non ultimo dello schiaffo all'open source al momento sia la Larghezza di Banda. I pacchetti vengono scambiati con velocità dettate dal contratto con il nostro operatore. Questo limite strutturale aggiunto al limite di "storage" che i big della tecnologia (Amazon, Google, Apple, Microsoft ecc.) impongono di fatto che i 375 milioni di abbonati cloud siano clienti privilegiati che viaggiano e fanno business utilizzando fibra ottica e non semplice doppino. Alla fine della fiera intendo dire che esiste uno stretto legame tra hardware, sofware e peso dei contenuti. Naturalmente questa è la modesta opinione di un "artigiano"della rete. A rischio di ripetermi, credo che usare il vecchio pacchetto office o meglio ancora open source sul nostro hard disk esterno, risulti, al momento, più sicuro, più veloce e soprattutto più economico.
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    Sicuramente il futuro, è la naturale evoluzione della rete, basta vedere windows8 per capire che palmare, compure e tablet avranno lo stesso desk con gli stessi dati, un ufficio h24 sempre pronto e ovunque, certo legato alla rete, i costi, l'hardware, ecc... ma l'evoluzione informati fa passi talmente veloci che tra qualche anno vedremo i dvd e cd come i vecchi nastri audio.
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    devo essere onesto: io e l'innovazione andiamo sempre poco in accordo, almeno inizialmente, fino a che qualcuno con molta pazienza mi spiega passo dopo passo cosa sto utilizzando e come devo fare affinchè funzioni al meglio. Leggevo nell'articolo postato da Barbara anche degli eventuali contro da tenere in considerazione: per uno come me che conserva sempre le cose (lettere, libri, cd) che rappresentano o mi ricordano momenti della mia vita, l'idea che a causa di problemi al server tutti i dati possano andare persi, mi destabilizza. E' vero che con questa tecnologia abbiamo tutto a portata di mano in qualunque momento, ma è pur sempre vero che è tutto appeso a un filo. Il mio più grande dubbio è l'ARCHIVIAZIONE, che in questo caso non dipende strettamente da me...
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    Ormai a distanza di più di un anno da quando Steve presentò al mondo il cloud computing di Apple tutte le grosse aziende che forniscono servizi hanno la loro versione. Google ha il suo Drive. Microsoft ha Skydrive. Per non parlare di Dropbox. Come sosteneva il Prof De Kerchkove questo è il futuro, avere un sistema che funzioni online senza il bisogno di dover scaricare ed installare App ma avere tutto sulla "nuvola" sarà il futuro...Però... C'è una piccola cosa da tenere bene a mente.... Ed i Digital divide dove lo mettiamo? Nel 2012 in Italia ci sono aree che non sono ancora coperte ne dal ADSL ne tanto meno dal 3G ed in questo caso uno che se ne fa della nuvoletta? Un bel nulla ecco che se ne fa. Il discorso sul Digital divide è molto lungo e non credo che vada trattato qua ma non è solo un problema italiano ma è anche europeo per cui immaginatevi nei paesi del terzo mondo.. Clouding bella cosa ma attenzione perchè rischia di aumentare ancor più il Digital Divide.
massimiliano marchetti

TAGGARE - 0 views

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    Una definizione appropriata di TAG e come sfruttarli per meglio ottenere un buon posizionamento da utilizzare per il business di particolari siti commerciali
ALESSANDRA ANGELINI

SIM CITY - 0 views

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    Questo è un articolo molto interessante che ho letto su Internazionale sul gioco di simulazione Sim City. Trovate analogie con SL?
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    No, sono due cose sostanzialmente differenti. SimCity è un gioco di simulazione, che consiste nel costruire una città partendo da un certo numero di risorse. L'ambiente in cui la città cresce e si sviluppa può essere scelto: mare. montagna, pianura, ecc. E' un gioco interessante e coinvolgente, probabilmente il migliore mai ideato per PC, ma niente di più. Second life è un ambiente simulato, nel quale si può interagire con gli oggetti e le persone che ne fanno parte. Non è un gioco, ma come dice il nome, una seconda vita realizzata tramite simulazione.
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    d'accordo con Alessandro, sono due tematiche profondamente differenti. Fondamentalmente simcity rientra nel gaming, per quanto evoluto, in SL compaiono, virtualizzate, una serie di tematiche proprie della vita reale.
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    ciao a tutti, mi sono appena iscritto al gruppo e vorrei a questo interessante discussione, conocrdo che sim city sia un gioco mentre second life non ha le dinamiche di un programma dove bisogna raggiungere un traguardo, anche se qualche analogia c'è ad esempio sia in sim city che in SL si costruisce qualcosa, forse in SL è più complicato ma mentre sim è una simulazione SL è qualcosa di reale, nel virtuale, poichè è nato per scopo di business qui l'avatar incontra altri avatar, dietro i quali esiste una persona reale, anche per fare affari, infatti in SL si usano i linden dollars che possono essere ottenuti con soldi reali. per quanto SL non abbia avuto lo sviluppo che i creatori immaginavano, in effetti è complicato come social network, facebook sarà meno creativo ma sicuramente più efficace
vdalmonte

Psicotecnologie - 0 views

Eccoci nell'era delle psicotecnologie a cura di MEDIAMENTE/RAI EDUCATIONAL Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-t...

#psicotecnologie

started by vdalmonte on 21 Apr 19 no follow-up yet
Marco Tambara

Psicotecnologie per l'autonomia - 5 views

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    Un documento di Danilo Amadei sull'applicazione pratica delle psicotecnologie. L'autore prospetta una tecnologia accessibile che possa essere di ausilio per "tutti". Una tecnologia che vada incontro anche alle persone più svantaggiate e che possa semplificare la vita. Una tecnologia che possa essere veramente utilizzata da tutti e non solo ammirata.
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    Concordo con l'autore che la tecnologia deve corrispondere al concetto di usabilità e portare al progresso sociale e collettivo. La tecnologia vista non come un punto di arrivo, ma di partenza e che venga interpretata come strumento di sviluppo e non come un mero business.
anthonella

Cos'è l'Intelligenza Artificiale | Accenture - 2 views

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    Artificial Intelligence La nostra selezione di contenuti curati, report e guide racconta l'intelligenza artificiale e come essa può aiutare a generare valore per il business.
anthonella

Artificial Intelligence La nostra selezione di contenuti curati, report e gu... - 1 views

https://www.accenture.com/it-it/insights/artificial-intelligence-summary-index?c=acn_glb_brandexpressiongoogle_12871322&n=psgs_0322&gclid=EAIaIQobChMI5fD_j5DE-AIVVZ3VCh2AjwjEEAAYASAAEgICBfD_BwE

#intelligence

started by anthonella on 23 Jun 22 no follow-up yet
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