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ardabiola

Storytelling e digital storytelling - 1 views

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    La narrazione rappresenta da sempre uno strumento di costruzione di significati e di interpretazione della realtà che trasmette un sapere di tipo pratico ed evoca un rapporto molto più coinvolgente poiché chiama in causa non solo la dimensione cognitiva ma anche quella affettiva e motivazionale. Più facile è apprendere e ricordare tramite una storia che tramite una spiegazione e l'uso del digital storytelling nella didattica permette non solo di sostenere l'interesse e mantenere il coinvolgimento di chi ascolta ma anche di migliorare in chi lo crea competenze non solo digitali ma di pianificazione, comunicazione, collaborazione, sintesi e problem solving. L'articolo esamina i passaggi fondamentali per la realizzazione di un digital storytelling, i possibili criteri di valutazione degli studenti, l'uso alternativo di case studies e di storyworld (costruzione di scenari) e i loro possibili utilizzi a scopo didattico.
claudiaangelino

Come proteggere i nostri bambini dal cyberbullismo - Psiconet.it - 1 views

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    Il centro Psiconet nasce a Roma nel 2010 per offrire un aiuto psicologico professionale a bimbi,adolescenti, adulti, coppie e famiglie. In questo articolo affrontano il tema del cyberbullismo ed è rivolto ai genitori che intendono supportare e soprattutto insegnare ai propri figli ad usare in maniera costruttiva i media digitali, poichè questo è un tema molto importante ed attuale. Il cyberbullismo è una forma di attacco continuo e ripetuto messo in atto da una persona o da un gruppo, contro un' altra persona, attraverso l'uso di tecnologie digitali. Spesso i genitori hanno difficoltà ad individuare questo tipo di violenza, perchè avviene in maniera poco evidente ( attraverso l'uso di telefoni, pc , tablet o social media) quindi è importante osservare con attenzione il comportamento dei propri figli, e promuovere con essi un dialogo attivo su i rischi ai quali potrebbero essere esposti se per esempio decidessero di condividere online un qualcosa di personale, incoraggiare il bimbo a parlare con gli adulti riguardo messaggi o immagini online che li hanno fatti sentire feriti, ed infine controllare le loro attività sui social media in modo tale da accorgersi subito se diventano vittime di bullismo o se c'è qualche segnale di comportamenti di bullismo nei confronti di altri bambini.
federicavarone

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_08/milano-navigli-affollati-all-or... - 1 views

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    Questo articolo datato 8/5/20 ha creato al termine della quarantena, non pochi scompigli, dissapori e malumori. Mostrando una foto di una delle sponde del Naviglio accusa i milanesi di essere non curanti delle regole e del distanziamento sociale, prevedendo un repentino ritorno alla quarantena "stretta". Credo che questo articolo sia un perfetto esempio di fake news inerente un fatto sociale situato. Il giornalista, con l'aiuto del fotografo hanno fatto credere al mondo intero, grazie al buon uso della prospettiva, che la movida Milanese fosse ripresa senza alcun rispetto di quanto accaduto e delle istituzioni. I giorni dopo sono stati un susseguirsi di smentite e spiegazioni di come la giusta inquadratura potesse distorcere o modificare la realtà. Personalmente avevo data per attendibile questa informazione in quanto proveniente dal Corriere della Sera.
danielaiancu

New addictions: il fenomeno delle dipendenze nell'era degli smartphone e di internet - 6 views

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    Articolo pubblicato dal giornale State of Mind, scritto da Giorgia Cipriano il 06/Novembre/2017 , parla del fenomeno delle New addiction (nuove dipendenze), malattie della post-modernità. Le dipendenze nell'ultimo decennio, del gioco d'azzardo, sesso, lavoro, shopping compulsivo, ma sopratutto internet e telefono cellulare, vengono definite e evidenziate da più autori come Valleur, Matysiac, Caretti, La Barbera,Del Miglio, Corbelli ...e fanno parte dalle dipendenze comportamentali. La dipendenza da internet e quella da smartphone sono strettamente connesse, portando ad un comportamento compulsivo, a preferire le relazioni virtuali rispetto a quelle reali. La dipendenza da smartphone viene chiamata nomophobia. Per la cura di queste dipendenze è consigliabile una terapia cognitivo comportamentale. Per identificare e misurare il livello del rischio di dipendenza da smartphone e stata progettata una scala chiamata S A S(scala di addiction smartphone). Il fenomeno delle New Addiction interessa un numero sempre più alto di persone.
elipianta

NATIVI DIGITALI: GENERAZIONE TOUCH E SOCIAL MEDIA - 2 views

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    Mark Prensky ha introdotto la metafora di nativi digitali per indicare la generazione di chi è cresciuto immerso nel mondo trasformato dalla rivoluzione informatica. Gli studi e i lavori pubblicati in lingua italiana nell' ultimo decennio sul rapporto tra la generazione Touch (Riva, 2019) dei nativi digitali e i social media, mettono in evidenza i loro comportamenti di apprendimento non lineari e non alfabetici e uno stile di comunicazione ludico che permette diverse rappresentazioni di sé, la costruzione di reti di relazioni (gaming on line), lo scambio tra pari. In tale contesto di utilizzo è utile una media education da parte delle diverse agenzie educative, familiari e scolastiche e una riflessione sulla possibilità di creare spazi di crescita in responsabilità e impegno dentro l'esperienza dei social media. La scuola, in particolare, dovrebbe diventare luogo di apprendimento significativo: potranno avere un ruolo importante in questo i serious games e gli strumenti virtuali collaborativi.
frigerioalessia

Solitudine da smart working - StudioPsicologiaBenessere - 5 views

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    Pro e contro con lo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
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    Ho provato sulla mia pelle l'esperienza dello smart working e posso dire che in un primo momento mi sono sentita bene perché non c'era più lo stress e la tensione di confrontarsi sempre con i colleghi come se fosse una competizione. Inoltre si sa stare a casa è sempre più confortevole che un ufficio dove spesso ci si può sentire inadeguati. Ho quindi notano subito i vantaggi di questo metodo per svariati aspetti quello per esempio di non doversi spostare da casa quindi non essere costretto a prendere mezzi pubblici o mezzi propri avendo così anche un guadagno di soldi perché non si consuma benzina o soldi in abbonamenti ma soprattutto si guadagna molto tempo sia a livello di "movimento" che a livello personale quindi più tempo per casa e famiglia. Ma tutto questo confort a lungo andare è venuto a mancare un po' perché siamo pur sempre umani non abituati al distanziamento sociale perchè chi più chi meno abbiamo comunque bisogno di parlare, confrontarci, guardarci, toccarci. Questo inoltre in alcune persone ha però portato situazioni spiacevole come quella di natura depressiva, di solitudine, altri non avevano più lo stimolo e quindi hanno perso la concentrazione fino ad arrivare addirittura a situazioni davvero terribili come attacchi di panico, crisi respiratorie ecc.. Credo quindi che pur essendo in un mondo in continua evoluzione non siamo però ancora pronti a cambiamenti così radicali e veloci.
giucosta

Disturbi dovuti allo smart workink - 2 views

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    Malattie professionali e disturbi associati allo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
antoniolionti

Giovani, ansia e social media: uno sguardo al mondo adolescenziale e all'utilizzo dei s... - 3 views

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    In questo contributo pubblicato su "Culture digitali" si vuol porre l'attenzione su un tema che tocca da vicino i giovani e l'utilizzo dei social media. In particolare si sottolineano le conseguenze di questo rapporto costante con i social media; i dati emersi da ricerche in ambito clinico come quella condotta dalla psicologa clinica Lindsey Giller del Child Mind Institute specializzata in disturbi dell'umore nei giovani, mostrano un trend in crescita per quanto riguarda disturbi d'ansia sociale, insicurezza e scarsa autostima; il continuo confronto con i pari e i meccanismi che si innescano da questa costante connessione virtuale sono elemento di stress, che se sottovalutato può tramutarsi in forme di dipendenza. Non mancano gli aspetti positivi dei social media che facilitano il relazionarsi tra i giovani, soprattutto per coloro che hanno difficoltà nel socializzare e per i gruppi marginalizzati. Un corretto utilizzo dei social media è la nuova sfida da affrontare per le nuove generazioni, che però necessitano di una formazione attraverso progetti di Media Education che possano fornire loro una comprensione critica dei media, intesi non solo come strumenti, ma come linguaggio e cultura.
riccardobivona

Social Media in the Times of COVID-19 - 3 views

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    Questo articolo è stato scritto l'8 giugno 2020 nel sito della National Center for Biotechnology Information, si evidenzia come il ruolo dei Social Media ha cambiato l'umanità e tutti i suoi contesti negli ultimi anni, ridisegnando se non addirittura in qualche caso abbattendo i confini spaziali che separano diverse realtà. Nel caso specifico si parla di come in piena pandemia mondiale conosciuta con il nome di COVID-19, portò alla riduzione della mobilità fisica (lockdown) spinse gli umani a ricorrere a intensificare l'uso degli strumenti tecnologici e dei social media. Nell'ambito medico questi strumenti hanno avuto un ruolo centrale nella formazione medica, nelle diffusioni delle informazioni scientifiche, nelle discusioni e molti altri dati medico-scientifici. Oltre a tutte questi numerosi vantaggi e innovazioni vengono messi in evidenza dei limiti legati a questo contesto, in particolare alla grande mole di informazioni, che seppur facilmente reperibili, potrebbero essere non affidabili.
alessandra123

View of PREVENZIONE DEL CYBERBULLISMO: L'USO DEL BLOG PER EDUCARE I RAGAZZI A... - 4 views

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    In questo articolo pubblicato su "Media Education" - Edizioni Centro Studi Erickson Spa , si racconta un progetto di cittadinanza digitale, svolto dalla classe seconda C dell'IPSSEOA di Polignano a Mare (BA) nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo. Il progetto ha il merito di aver orientato gli alunni verso un'educazione al digitale e di aver puntato a renderli cittadini digitali consapevoli. Interessante e innovativo si è dimostrato l'uso della social classroom e del blog come luoghi per sperimentare le modalità corrette di approccio ai social network e al web e promuovendo un linguaggio adeguato contro ogni forma di cyberbullismo e ogni forma di discorso d'odio. I ragazzi, a conclusione del percorso, hanno anche realizzato un video dal titolo "Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male?"
eleonoracascone

Tecnologia, "lingua morta" della scuola italiana: da dove ripartire | Agenda Digitale - 3 views

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    In questo articolo del 4 settembre 2020 Lorenza Saettone, filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, affronta alcune importanti questioni sulla DAD utilizzata durante l'emergenza Covid-19. Gli entusiasmi iniziali dovuti alla DAD hanno lasciato il posto ai dati registrati in questi mesi, dai quali è emerso come un elevato numero di studenti italiani non abbia preso parte alle lezioni .Ciò ha posto l'attenzione sul divario socio economico esistente tra gli alunni . Il Word Wild Web , nato per essere gratuito ed accessibile a tutti, purtroppo ancor oggi non è precluso ai ragazzi meno abbienti. Un altro spunto di riflessione nasce dalla mancata preparazione degli insegnanti a svolgere DAD e, quindi la necessità di formare docenti e studenti. Ad oggi la tecnologia appare come "inapplicabile " nella scuola italiana.
gmuglia

L'educativo digitale prima, durante e dopo il Coronavirus - Tuttoscuola - 4 views

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    Nell'articolo del 05 maggio 2020, l'autore pone un'interessante spunto di riflessione, se pur basato su posizioni e vedute che possono risultare soggettive, su quanto di positivo si può estrapolare, nel campo dell'educazione e dell'apprendimento supportato da media e tecnologia, anche in un momento ed una situazione difficili come quelli attuali. Nello specifico sottolinea l'opportunità venutasi a creare per rivalutare, favorire ed implementare l'utilizzo di tecnologia e media che promuovono innovazione e facilitazioni nell'ambito dell'istruzione a distanza, della ricerca di contenuti, del lavoro collaborativo e dell'ottimizzazione di spazi e tempo, che nonostante l'introduzione e lo sviluppo oramai portati avanti da anni, continuano ancora oggi a trovare le resistenze di un sistema scolastico classico e per lo più incentrato su un tipo di apprendimento meccanico.
alebernardo98

Come riconoscere ed evitare le fake news - 4 views

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    L'autrice dell'articolo di "Focus" pubblicato il 26 marzo 2020, pone sicuramente la sua attenzione su ciò che abbiamo vissuto, e che stiamo ancora vivendo in questo periodo di emergenza. Nonostante ciò però le fake news continuano ad essere protagoniste del web. Queste notizie false si diffondono molto velocemente in rete e in gran parte anche sui social network. Per riconoscerle ed evitarle è necessario concentrarsi su alcuni elementi importanti come: la verifica delle fonti da cui provengono, la grammatica utilizzata nel testo, i falsi account e anche nuove tecnologie che "supportano" il riconoscimento di queste notizie.
ainnocenti1

Diner for two: so far so close. Rachel Lee Hovnanian - 6 views

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    L'artista mette in scena una installazione, costituita da una tavola riccamente imbandita, alla quale siedono due commensali presenti solo virtualmente e rappresentati dai volti visibili su due tablet. Più in là, drammaticamente lontano, un seggiolone sul quale poggia un tablet dove è visibile una bimba, anch'essa intenta a digitare su una tastiera. L'autrice intende rappresentare l'incomunicabilità indotta dall'utilizzo sempre più pervasivo dei device tecnologici, che a suo dire: "instillano nelle persone un torpore narcisistico, che mina alla radice le relazioni interpersonali e le dinamiche interattive". Sebbene l'opera abbia il merito di indurre delle opportune riflessioni, a me sembra che la visione proposta dell'influenza della tecnologia sulle relazioni sia piuttosto ingenua, oltrechè catastrofista. L'artista cita Marshall Mc Luhan, ma sembra averne ascoltato solo metà delle sue riflessioni, tralasciando le opportunità di sviluppo positivo indicate dall'autore. Ad esempio, io suggerisco una interpretazione diversa, anzi diametralmente opposta. Le tre persone sono separate fisicamente, ma raccolte intorno allo stesso "desco virtuale" proprio grazie alla tecnologia, come avvenuto per esempio di recente in occasione del lockdown: So far, so close.
stefano-benini

How VR Education Will Change How We Learn & Teach | Adobe XD Ideas - 2 views

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    L'attuale metodo di apprendimento e' ancora efficace come lo era un tempo? Grazie alle ultime tecnologie possiamo spingere l'esperienza di apprendimento ad un livello superiore, ad esempio grazie al VR (abbreviativo di Virtual Reality - Realtà virtuale) possiamo insegnare geografia agli alunni e, mentre parliamo di un paesaggio in particolare grazie all'equipaggiamento VR gli studenti possono avere l'esperienza educativa in maniera immersa (magari passeggiare virtualmente nel bosco di cui stiamo parlando), quindi l'educazione passa dal classico studio sui libri allo studio immersivo (nel vero senso della parola). Un altro esempio e' quello degli studenti di medicina, si prenda uno studente che si stia specializzando nello studio del cuore umano, grazie al VR potrà esercitarsi in una camera operatoria virtuale (dove magari sarà presente in forma digitale anche il pubblico ed il professore) dove potrà esercitarsi su un paziente virtuale con caratteristiche molto simili a quelle di una persona vera, questo permetterebbe agli studenti di esercitarsi ripetutamente in maniera virtuale prima di esercitarsi nella realtà. Questo e' solo un piccolo inizio a come le nuove tecnologie possono rivoluzionare ed aumentare l'esperienza di apprendimento degli studenti.
marcoborriello

Review of the book La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, st... - 1 views

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    L'articolo di Cristina Nesi pubblicato dal "Between " Journal of the italian association for the theory and Comparative History of Lyterature è una review del libro "La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, strumenti. Gli obiettivi di formazione che hanno mosso il nuovo percorso imposto dall'emergenza Covid-19 hanno preso in considerazione la continuità nel perseguire il compito sociale formativo del fare scuola, il coinvolgere in attività significative dal punto di vista dell'apprendimento attraverso diverse opportunità e mezzi, l'importanza di rimodulare la progettazione garantendo un'interazione tra docenti e alunni scegliendo con cura le competenze da implementare, tenendo conto del nuovo contesto di apprendimento. Tuttavia, affinché la media education possa declinarsi concretamente in una pratica significativa di educazione alla cittadinanza sono necessari un maggiore investimento sul piano delle politiche educative, un ripensamento dei suoi strumenti in chiave interculturale, una progettazione della didattica mediale particolarmente attenta all'inclusione degli allievi svantaggiati e una formazione sistematica.
giadamureddu1

DAD: UN'OFFERTA DIDATTICA SOSTENIBILE - 4 views

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    La docente di Sociologia dei media digitali e Sociologia dell'educazione nell'Università di Torino, Simona Tirocchi, è stata protagonista di un'intervista durante la quale si sono esplorati vari aspetti relativi all'incontro tra la didattica tradizionale e la DAD, provocato dall'emergenza Covid-19. Si tratta di una vera e propria rivoluzione sociale, che porta con sé il totale sconvolgimento di luoghi e tempi, abitudini, relazioni e codici comunicativi tra insegnanti e studenti. Se da un lato la didattica a distanza, cui caratteristica peculiare la flessibilità, va incontro ad esigenze proprie di alunni con disabilità e bisogni educativi speciali, dall'altro ha evidenziato digital divide e knowledge divide, dettati rispettivamente da accesso diseguale alle tecnologie digitali e differenti competenze relative all'utilizzo strategico delle stesse. Non è certo che si adotterà una didattica completamente digitale in futuro ma è indubbio, ad avviso della Dott.ssa che da tempo si occupa della Media Education, che tutto ciò ha comportato un irrevocabile cambiamento della didattica in sé, delle modalità di insegnamento/apprendimento e delle consapevolezze relative all'utilizzo di una tecnologia che favorisce la relazione sociale, della quale non siamo fattore subordinato ma protagonisti.
anonymous

Di Bari Paper ZeroSei - 1 views

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    Il link ci collega al paper di approfondimento "Focus ZeroSei" elaborato dal professor Cosimo di Bari. Lavoro reso necessario dalla riforma della "Buona Scuola" che ha previsto l'istituzione e lo sviluppo di un sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni di età. Il documento tratta delle opportunità e dei rischi dell'utilizzo della tecnologia digitale durante l'infanzia. Riporta i tratti comuni delle ricerche sulle modalità e sulle conseguenze dell'uso degli schermi interattivi nella prima infanzia consentendo di formulare linee guida pedagogiche per promuovere una corretta educazione mediale fin dalla prima infanzia. Sostiene e motiva l'importanza della Media Education oltre che per gli operatori dei nidi e delle scuole d'infanzia anche per i genitori. L'elaborato afferma che le nuove tecnologie, già dalla prima infanzia, possono rappresentare strumenti utili per lavorare sull'identità, sull'autonomia, sulla competenza e sulla cittadinanza.
matragno

"Child 2.0" and media education - by Pekka Mertala - 1 views

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    Il link riporta a uno studio qualitativo condotto su giovani educatori partecipanti a un corso universitario intitolato "Digital Media in Learning and Teaching", obbligatorio per l'insegnamento "prescolare" in Finlandia. Il focus del corso è la conduzione in una scuola materna di un esperienza di produzione di una storia filmata allo scopo didattico di far acquisire ai bambini consapevolezza dell'intertestualità dei prodotti mediatici evidenziando quella contenuta nelle loro stesse creazioni, obiettivo in generale non centrato. I dati rilevati riportano a 3 aspetti problematici: 1. L'enfasi sull'educazione centrata sui bambini in cui l'educatore viene visto solo come facilitatore di un processo a cui non prende parte. 2. Il fatto che l'evidente capacità operativa dei bambini venga vissuta come saggezza generalizzata alla comprensione del mezzo digitale rispetto agli adulti 3. Il fatto che la scarsa familiarità con i testi "noti" ai bambini si traduca in una insicurezza nella propria capacità di educare ai media. In risposta l'autore suggerisce un'educazione iniziata dai bambini (ossia basata sulla loro esperienza), in cui l'interazione con l'insegnante è centrale, e indica perché ritiene un falso limite la differenza culturale tra bambini nativi digitali e adulti rispetto alle competenze richieste nella media education.
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