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Rita Cadoni

Didattica a distanza: 5 modi per renderla inclusiva - 4 views

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    La didattica a distanza sembra esser diventata panacea di tutti i mali nel contesto di emergenza in cui ci ritroviamo, ma occorre capire quali possano essere le differenze tra una valida metodologia e un surrogato della didattica, un tentativo di smontare l'insieme relazione-processo formativo riducendolo a mera prestazione occasionale, a pura performance tecnica per produrre. Qual è il vero significato della competenza digitale? Questa criticità appare molto evidente affrontando il tema dell'inclusività scolastica, per gli allievi con handicap e stranieri. Il parere di Dario Ianes, docente ordinario di Pedagogia e Didattica Speciale: La relazione è, per definizione, il contenitore e il significante del processo di formazione, dunque relazione e trasmissione dei saperi vanno di pari passo e non possono essere separate anche se in ambito virtuale.
emilia73

Media Education e infanzia - 4 views

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    I bambini già in età pre-scolare usano la tecnologia digitale, e troppo spesso vengono lasciati "in compagnia" di tablet, smartphone, Ipad, o davanti alla TV, per farli stare buoni. I genitori non sempre riescono a dare loro delle regole e questo rende difficile la gestione del tempo che i bambini trascorrono con questi strumenti. Questi presupposti hanno dato il via ad una attività educativa svolta in una scuola dell'infanzia di Ferno(Varese), che ha visto coinvolti educatori, bambini e genitori, allo scopo di sottolineare l'importanza di un'adeguata educazione digitale ai bambini. Il progetto si è basato sul metodo EAS di C.Rivoltella, che punta ad un apprendimento significativo e alla conoscenza situata. L'esperienza è stata ripetuta con successo in altre scuole.
anna1977

Come educare ai nuovi media_uno sguardo alla situazione italiana - 4 views

Il 20° secolo è stato considerato il "secolo dei media" e della "rivoluzione della comunicazione sociale", ponendo numerosi interrogativi circa l'impatto che i media e la loro permeabilità possano ...

media education

started by anna1977 on 25 Apr 20 no follow-up yet
anna1977

come educare ai nuovi media - 2 views

secondo l'articolo sparlavi come il 20°secolo si è caratterizzato con l'educazione a nuovi linguaggi cognitivi e da una unilateralità di comunicazione ad una plurilaterali. Le nuove tecnologie rapp...

media education

started by anna1977 on 25 Apr 20 no follow-up yet
stefanobruscu

Studi360 - "Mi piace", "Mi dis-piace": empatia ed altre competenze relazionali nell'er... - 4 views

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    L'articolo vuole dare delle nozioni sulle competenze digitali ed informare insegnanti e genitori su rischi ed opportunità nell'utilizzo delle nuove tecnologie facendo riflettere sulle modalità di sviluppo dell'empatia e delle altre competenze relazionali in correlazione con l'utilizzo degli schermi nelle diverse età evolutive; l' obiettivo principale è condividere un percorso che possa aiutare le figure educazionali a capire le modalità di approccio Psicoemotivo e cognitivo nelle nuove generazioni e come si sviluppa il concetto di empatia o il processo di accettazione all' interno di un gruppo. Questo aiuta a relazionarsi in maniera corretta con i bambini nati nell'era digitale.
catiagrandi

Adobe Document Cloud - 3 views

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    La competenza digitale nella scuola. Modelli teorici e strumenti di valutazione
anonymous

L'istruzione ai tempi del Covid-19 - 3 views

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    Gli aspetti interessanti della conferenza video sono gli spunti posti da diverse figure facenti parte, e non, dell'ambito scolastico, operanti in contesti diversi e dislocati su tutto il territorio nazionale. Nord-Centro-Sud. Il presente video fa parte di una piccola raccolta iniziata nel mese di marzo. L'incontro tra le parti avviene a cadenza settimanale e affronta le tematiche/problematiche legate all'educazione scolastica partendo dalla scuola primaria all'università
dodomartini

Study protocol for a randomized controlled trial to evaluate a web-based comprehensive ... - 4 views

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    Articolo Pubblicato: 08 gennaio 2020 , questo studio approfondito Sull'importanza dell'educazione alla salute sessuale completa a livello scolastico si e' occupato dell'efficacia dei media per mezzo di una sperimentazione controllata randomizzaa di MEDIA AWARE, di promozione della salute sessuale a favore della prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze adolescenziali. Studio-Indagine completa e rigorosa basata sul web per studenti delle classi superiori che utilizza un approccio MLE L'approccio MLE affronta un'influenza comunemente ignorata sulla salute sessuale e delle relazioni degli adolescenti, vale a dire i media. Buona lettura
mariagraziano

La PASTORALE DIGITALE secondo la prospettiva - 3 views

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    Questo articolo scritto nel 2016 da don Alessandro Palermo prende spunto dal libro di M.Padula e F.Ceretti sull'Umanità mediale. Vuol essere una riflessione sul cambiamento della relazione uomo-media. I media non sono più dispositivi staccati dall'uomo, non sono protesi esterne come affermava Mc Luan. Oggi il primo medium è l'uomo che proietta nella tecnologia la propria esistenza. La meducazione si propone di educare l'uomo in quanto media affinchè egli possa sviluppare le potenzialità comunicative/rappresentative dei media generando pensieri qualitativamente superiori sia dal punto di vista cognitivo che etico ed estetico. Il web non è solo l'ambiente in cui l'uomo opera ma riflette la sua qualità etica, per tale ragione la meducazione si propone di "formare" l'uomo che diviene centro di ogni intervento educativo. In questa prospettiva anche la pastorale cambia adeguandosi all'umanità mediale e diviene "pastorale digitale" per entrare in contatto con i pensieri e idesideri dell'uomo.
vgualtieri

Gli educatori nella comunità - 2 views

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    In questo articolo si esprime l'importanza degli educatori nelle comunità. La presenza dell'educatore nella comunità ha un valore importante. Anzitutto l'educatore per essere tale deve acquisire una notevole formazione, che consente loro di vivere appieno le difficoltà che emergono in comunità. Il percorso dei ragazzi/adulti di comunità non è semplice, pertanto il compito dell'educatore, oltre ad essere una figura di contenimento ,è quello di interagire con l'utenza, mantenendo una distanza significativa,non facendo assaporare ad essi il sentimento del distacco, dell'abbandono, del tradimento. Essere educatori è un impegno oltre che lavorativo, umano molto serio. E' un percorso di fiducia, di verità autentica. Proprio nell'articolo si definisce l'educatore come portatore di genuina Libertà .Fattore di notevole importanza per garantire al ragazzo/adulto un sostegno e la possibilità di eseguire un percorso personale, vertendo sul senso della propria esistenza, non sentendosi giudicato. Sono i valori di vita che contraddistinguono questa professione. Essere presenti nel qui ed ora, per sé e per l'altro.
macrillocarmela169

Didattica a distanza. - 1 views

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    L'autore dell'articolo, del 17 Marzo 2020 del Sole 24 Ore, richiama sicuramente l'attenzione, su quello che da un mese a questa parte, si sta vivendo nel mondo. La didattica a distanza rappresenta una nuova modalità senz'altro innovativa, di fare scuola. E' per certi versi una sorta di "salvagente" che poi finisce con "il salvare tutti", insegnanti, studenti, famiglie. Questa nuova modalità punta a promuovere un'interazione con gli studenti, garantendo loro il diritto allo studio oltre che quella continuità che per forze maggiori è stata drasticamente, interrotta. Il docente in questa formazione a distanza, guida i suoi alunni prospettandogli una vasta gamma di scelte per apprendere, che siano video lezioni preregistrate, giochi interattivi educativi o videoconferenze, accompagnandolo in una bolla "artificiale" che però gli trasmette "sapere", utilizzando al massimo la tecnologia, come supporto in grado di farli sentire autori, scrittori produttori del proprio "cache" di conoscenze. E' come se la tecnologia oggi stia facendo indossare l'abito giusto all' Istruzione, quello che senza dubbio è importante avere nel "guardaroba" per sentirsi parte integrante di una community virtuale.
annaverrino

Luciano Floridi: come saremo dopo il COVID-19? - 8 views

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    Il Prof Luciano Floridi autore di "La quarta rivoluzione- come l'infosfera sta trasformando il mondo" e docente alla Oxford University, partecipa ad un interessante dialogo sul futuro nel quale ci si interroga su come sarà l'umanità dopo il covid-19. Quali cambiamenti si sono già attuati grazie al mondo digitale? (smartworking, formazione on line, comunicazione), quali opportunità si dovranno cogliere?, cosa abbiamo appreso? Interessanti riflessioni ed una anticipazione sul prossimo libro che potrebbe essere una formula per uscire dalla crisi economica che inevitabilmente si verrà a creare.: "verde e blu insieme"....patrimonio ambientale e mondo digitale.
ivanamantero

Il Calvino Rampante - Netlit - 2 views

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    La produzione e la simulazione sono delle tecniche didattiche della media education che più facilmente incontrano l'entusiasmo degli studenti.L'uso pratico delle tecnologie dei media offre il modo più diretto ed efficace per lo studio di un determinato argomento.Il lavoro di produzione dei testi mediali spesso implica una collaborazione in gruppo che deve essere acquisita in modo strutturato e graduale. I ragazzi apprendono abilità comunicative, di gestione del tempo,di cooperazione, la media education permette ai discenti di imparare a esprimere se stessi a livello creativo e ad usare i media per comunicare e riflettere su aspetti importanti della realtà. Io ho voluto condividere questo link riguardante un'esperienza di studenti del Liceo Calvino di Genova riguardante un format radiofonico. E' un'attività di produzione , riflessione,comunicazione riguardante l'articolo 17 della Direttiva Europea sul diritto d'autore.Questa attività è stata organizzata grazie a Netlit media Literacy, un network nazionale dedicato all'educazione all'uso consapevole dei media, produttore e distributore di trasmissioni radiofoniche di informazione, cultura musica. I ragazzi sono stati protagonisti e conduttori di una trasmissione radiofonica rivolta a insegnanti e pari riguardante l'articolo 17. Esso riguarda l'utilizzo di contenuti online da parte dei creatori ed è diviso in 10 punti. I primi tre determinano i rapporti tra i creatori di contenuti e i suoi fruitori in base allo scopo del servizio, se ricreativo o di lavoro. Dal quarto al sesto riguarda i per messi che vengono forniti a chi riutilizza un contenuto di un altro creatore.Specifica le regole di controllo e di sanzioni in caso di violazione di tali regole.Gli ultimi quattro impongono a ogni servizio di condivisione come YuoTube o Facebook, l'istituzione di un algoritmo di controllo che rimuova o prevenga il caricamento di opere che non rispettino il copyright. Questo articolo è stato approvato nel 2019 con modifiche
cpetrini3

Nomofobia: l'isolamento da Smartphone è davvero una Malattia recente? - ... - 4 views

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    L'articolo di non vuole solamente denunciare un atteggiamento patologico ma anche indagare, se ce ne sono, le radici storico-culturali del suddetto comportamento. La nomofobia, (dalla contrazione inglese dei termini no-mobile phobia), indica la malattia che induce giovani e non solo, ad isolarsi dal mondo e ignorare le relazioni reali per rinchiudersi all'interno di una dimensione social, il tutto ovviamente avvalendosi di supporti digitali come tablet, smartphone,etcc… Nonostante le posizioni avverse di chi reputa il nuovo stile di relazionarsi come un arricchimento o un impoverimento, oltre l'allarmismo dei casi estremi di Addiction o Hikikkomori, l'autrice segnala come questo comportamento, in altre epoche e su altri supporti, sia sempre stato presente. Charles Cooley, "che vedeva nella consegna mattutina dei giornali un pericolo per le famiglie americane", aveva forse già intuito come i media (all'epoca non digitali ma analogici) avrebbero potuto mischiare i confini tra il privato e il pubblico, e come questi strumenti sarebbero diventati poi sempre più personali e sempre meno familiari. Nelle foto storiche riportate dall'articolo, c'è tutto un excursus temporale su come questo atteggiamento abbia attraversato il secolo. La genesi non è chiara, sicuramente alla base c'è la voglia di informarsi, di sapere, che poi diventa possibilità di partecipare e di decidere e che poi in ultima battuta pervade tutte le sfere della vita fino a intaccare le relazioni sociali. Queste , sicuramente aumentate in quantità e in velocità, non hanno più limitazioni geografiche ma solo emotive: linguaggio sintetico, deresponsabilizzazione, carico emotivo, tutto sulle spalle dell'avatar e non della persona.
favieri-barone

"Educare Digitale": è la cultura, non la connettività, che forma il cittadino... - 2 views

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    Questo articolo pubblicato Il 04/03/2019 ( rapporto Agcom) "Educare Digitale" mette in risalto l'importanza di come un'adeguata alfabetizzazione mediale ed una connettività adeguata dirige il digitale a trovare il metodo, la strategia e il processo, così diviene progetto, formando cittadini digitali consapevoli e competenti; Questo è un piano che punta l'attenzione all'alfabetizzazione mediale e allo sviluppo di un apprendimento che si focalizza sulla progettazione e la messa in campo di una didattica per competenze dove ciò avviene in termini di integrazione significativa delle competenze digitali con tutte le altre competenze. Ciò che emerge nel rapporto docenti-strumenti digitali in termini di dati destano preoccupazioni es. "solo il 47% dei docenti utilizza quotidianamente strumenti digitali per consultare fonti e contenuti digitali, per poi utilizzarle all'interno della classe". Inoltre, solo l'8,6% totale dei docenti utilizza il digitale per svolgere attività a distanza, il 20% dei docenti adotta pratiche di lavoro collaborativo. I problemi da risolvere rientrano tutti all'interno della sfera scolastica e di gran parte sono di carattere culturale.
andreaagnese

L'educazione digitale funziona: più del 90% affronta il tema della sicurezza ... - 5 views

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    L'articolo si focalizza sull'educazione digitale degli studenti e riferisce alcuni dati di rilievo inerenti all'utilizzo dei media digitali, al rapporto degli studenti con i media digitali e tratta di temi di rilievo come il cyber bullismo e le fake news. Prima di tutto, la stragrande maggioranza (il 92%), dichiara di aver discusso a scuola con gli insegnanti di temi legati alla educazione digitala. Solo pochissimi dichiarano di essere poco connessi, appena il 4%. Due ragazzi su cinque dichiarano di contribuire a combattere le fake news. Quanto al bullismo, oltre due terzi (77%) dichiara di parlare con un adulto di eventuali episodi di bullismo, o comunque di segnalare a un adulto tali episodi. Chi non è bullizzato direttamente, si dice infastidito quando si accorge di fenomeni di bullismo riguardanti altre persone (9 su 10). L'articolo sottolinea come sia importante occuparsi di quei pochi che non intervengono discutendo con gli adulti eventuali fenomeni di bullismo, o peggio ancora mostrino adesione personale, inserendo dei like o condividendo le manifestazioni di bullismo (il riferimento deve intendersi al social Facebook, per quanto non sia espressamente menzionato). L'articolo segnala inoltre come nelle scuole gli insegnanti si stiano attrezzando per trattare il tema dell'educazione digitale, ciò che viene ritenuto positivo, in quanto ulteriore presidio a difesa dei ragazzi. Inoltre, consta come la quasi totalità dei partecipanti abbia discusso di nuove tecnologie con i propri insegnanti (il 91%). Il 40% dei giovani ha espresso il desiderio di approfondire le seguenti tre tematiche in particolare: cyberbullismo, dipendenza da Internet, uso delle tecnologie digitali nella didattica (tra l'altro, solo il 58% dichiara di utilizzare quotidianamente in classe gli strumenti tecnologici, quali LIM, tablet o personal computer, per approfondire lezioni). Viene poi analizzato il delicato tema di quante ore i ragazzi passino connessi online; sul punto
pminichiello

Alfabetizzazione digitale d'Italia, missione urgente e necessaria - 6 views

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    L'autore dell'articolo, del 6 dicembre 2019 del sole 24 ore, richiama l'attenzione alla necessità di alfabetizzare digitalmente l'Italia. Rispetto al 28 paesi europei sono stati fatti finora passi avanti sul fronte della copertura a banda larga e veloce e lentamente ma a buon punto per lo spetto 5G. Rimane invece indietro nella classifica per quel che riguarda il numero dei cittadini capaci di utilizzare al meglio Internet o di famiglie che addirittura non posseggono una connessione; l'articolo riporta i dati del Desi, l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società con la classifica Censis 2018, di capacità di utilizzo di internet da parte dei cittadini. Il commissario straordinario per il digitale Luca Attias, ha portato avanti il lavoro di Diego Piacentini e il suo team per lo sviluppo di servizi pubblici digitali usufruibili facilmente dai cittadini. Inoltre lo stesso Attias e collaboratori sono riusciti a portare il tema del digitale nell'agenda del Governo affinché se ne prenda atto nella politica e nella pubblica amministrazione e lanciando l'iniziativa Repubblica Digitale per lo sviluppo nella popolazione del corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali. L'ulteriore sfida è quella di introdurre stabilmente il digitale nelle scuole anche con docenti competenti e specializzati. Mario Mezzanzanica, dell'università Bicocca di Milano, sostiene che la scuola che dovrebbe essere fra le prime ad occuparsi di alfabetizzazione digitale è rimasta un po' indietro ma sono nate già diverse iniziative, anche se in fase sperimentale, di aziende, privati e università che se ne occupano. Quella di aumentare l'alfabetizzazione e le competenze digitali, rimane per Mezzanzanica una esigenza urgente, poiché rientrano fra le esigenze di inclusioni sociali ed economiche del nostro paese, che con il 5G diventeranno sempre più all'avanguardia. La nota positiva è che molte aziende italiane dedite all'export, sono già in grado di utilizzare i softwa
mariaferpineda

È vero che i social media disincentivano la partecipazione attiva dei ragazzi... - 3 views

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    Gli atteggiamenti verso i social media, in linea generale, sono divisi in due poli. Uno rappresentato dalla generazione di adolescenti compresi tra i 13 e i 19 anni di età, definiti iGen dalla psicologa statunitense Jean Twenge, adottando solitamente un atteggiamento positivo. L'altro polo è formato dagli adulti o dai genitori più restii e meno propensi ad accettare questi nuovi mezzi di comunicazione. Ma di cosa avranno realmente paura gli adulti? Un argomento comunemente discusso è la passività che esibiscono gli adolescenti di fronte all'azione che avviene al di fuori del cyberspazio, tuttavia le ricerche scientifiche dimostrano che tra gli adolescenti, il comportamento prosociale online è un valore importante. Se gli adulti riuscissero ad apprezzare di più gli aspetti positivi dei social media potrebbero realizzare un ponte tra loro e le nuove generazioni sfruttando la loro naturale propensione alla pro-socialità, cosi aiutandoli ad alzarsi dalla loro comoda poltrona per portarli all'azione.
lcotronei

TANDEM: pedalare insieme verso una co-educazione ai Media. - 3 views

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    L'ambiente familiare è il luogo in cui i bambini iniziano a muovere i primi passi nel mondo digitale: i genitori sono infatti i primi educatori che un bambino incontra nel proprio percorso di crescita ed e hanno il compito di esplorare questo nuovo mondo insieme ai loro bambini, fornendo le competenze per sviluppare delle adeguate chiavi di lettura dei media. E' perciò fondamentale, in quanto portatori di una missione educativa comune, collaborare con le altre istituzioni educative, quali le scuole. Le famiglie devono avere la possibilità di confrontarsi tra/con loro, poichè oggi i bambini utilizzano i media digitali a scuola come a casa. Tandem ha sviluppato dei percorsi pedagogici con lo scopo di abbattere le frontiere scuola-famiglia in virtù di una co-educazione ai media digitali, tenendo conto sia delle specifiche diversità ed esigenze dei vari modelli familiari sia valorizzando le competenze di entrambe le parti.
geraldavitale

Sergio Vastarella, "Perché è importante il digitale a scuola?" - Yo... - 7 views

shared by geraldavitale on 16 Feb 20 - No Cached
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    Sergio Vastarella presenta una concreta testimonianza di come non viene utilizzato nell'educazione le Lim nelle scuole, spesso poco capaci di usarle i docenti, spesso il timore di non essere all'altezza del sapere degli studenti, spesso non è sufficiente il server del polo scolastico. Insomma molto frequente un pannello presente nelle classi inutilizzato. Invece con le lezioni con Classroom sono molto utili per strutturare un metodo di studio all'avanguardia nel 2020, gli insegnanti presentano il programma attraverso la Lim, collegandosi ad una classe solo per gli alunni e gli stessi, visualizzare materiale di studio, immagini e mappe concettuali, utilizzando magari lo smarphon o tablet, confrontarsi con i compagni di classe, preparare elaborati da affrontare poi in classe, così il professore può dare una valutazione di impegno costante e interesse dei ragazzi, volendo senza più affrontare interrogazioni frontali. Si avrebbe un'educazione sul reale utilizzo della tecnologia a disposizione, possibilità eccezionali per aiutarsi nello studio, si utilizzerebbero i sensi visivo e uditivo e molto ancora. La sua osservazione è poi realistica nel dire che una volta le scuole incuriosivano gli studenti per materiali, progetti, ambiente… Ora a parte la Lim trovano classi vecchio stampo, professori che non sfruttano al meglio quanto hanno a disposizione, vecchi schemi che non vogliono cambiare, questo crea diffidenza e disinteresse negli studenti. Vastarella in collaborazione Università cattolica, insieme al Professor Rivoltella determina di valutare il formale ed informale del bambino con la scuola, cioè formale: ciò che trova e vive nella scuola; informale: ciò che trova fuori con genitori super tecnologici, amici con game e varie apparecchi super tecnologici, qui il bambino deve essere allineato per non arrivare in classe senza più nulla di ciò, annoiatissimi, dispersivi in pensieri e atteggiamento. Mentre trovando gli stessi mezzi potrebbero dare davvero mol
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    Sergio Vastarella è un insegnante di scuola primaria , ricercatore e docente nel Laboratorio delle Tecnologie dell'Istruzione all'Università Cattolica.Questo video tratta l'importanza dell'introduzione delle tecnologie digitali a scuola, al fine di instaurare una didattica innovativa e divertente, vicina agli interessi digitali dei ragazzi. Si distingue una educazione formale attuata a scuola da una educazione informale relativa alle relazioni e attività extrascolastiche. Esiste una frattura tra le 2 realtà e la scuola è rimasta indietro rispetto alla realtà digitale che i discenti vivono a casa.Le poche Lim presenti a scuola molto spesso non vengono usate dagli insegnanti, poco competenti in campo informatico. La Lim è uno schermo tattile di un computer che modifica oggetti digitali, permette di navigare in Internet, vedere video su Youtube,condividere sapere con i ragazzi. La scuola italiana è ancora poco attrezzata, poco competente nella tecnologia digitale.
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    Mio Comento.
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