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dodomartini

Comunicazione digitale e nuovi media: una sfida per l'educazione. - 4 views

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    Interessante articolo di Teresa Doni, docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana, che ripercorre la storia della Media Education in Italia e nel mondo, per poi immaginare una New Media Education, in grado di confrontarsi e dialogare con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    AUTORE: TERESA DONI - Docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma. FONTE: "Rassegna CNOS 1/2015 * - Pagg. 185-196" [*CNOS-FAP / Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale. Erogazione servizi al lavoro. Autorizzato dal Ministero del Lavoro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali] QUALITÀ DELLA FONTE: Primaria A - -. Sito di una Fondazione (autorevole) che riproduce un capitolo molto interessante e completo, ma estratto da un lavoro più vasto, del quale non sono citati in modo compiuto i dati per identificarlo (13doni_Cinema 22/06/15 ??) AUTOREVOLEZZA della fonte: Primaria (Docente universitaria) - ONG affermata. Bibliografia: completa. STRUTTURA: Abstact in italiano e in inglese. Scrittura scorrevole. Impostazione scientifica / universitaria. CONTENUTO: Breve storia della Media Education in Italia e nel mondo; illustrando i suoi contenuti e la sua ragion d'essere prospetta una definizione di una New Media Education, utile per confronto e dialogo con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    Articolo interessante "storico del 2015" dove l'autrice la Professoressa Teresa Doni, ripercorreremo in breve il suo CV :docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'UniversitàPontificia Salesiana e presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università san Tommaso (Angelicum) di Roma. Affronta con approfondimenti i cinquant'anni dalla Media-Education alla New-Education, descrivendo molto brevemente anche l'esperienza Italiana della Media Education . In grado di confrontarsi e dialogare con la cultura delle nuove generazioni sopratutto per i nativi digitali con fonti attendibili e bibliografia. Producendo informazione di qualità a sostegno e la conoscenza dei MEDIA-EDUCATION. Vi auguro una buona lettura.
sarracino

media education e scuola - 1 views

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    Nella metà dell'ottocento " alfabetizzazione" voleva significare saper scrivere il proprio nome e cognome; circa 50 anni fa l'UNESCO ha considerato alfabetizzazione la capacità di leggere e scrivere un breve testo del proprio vissuto. Oggi alfabetizzazione è un processo sempre più esteso ed implica la conoscenza di una seconda lingua, scrivere non solo con carta e penna ma anche con lo strumento informatico e si avvale sempre più di tutte le forme digitali di letto-scrittura. I media hanno modificato il nostro stile di vita ,coinvolgono l'intera dimensione umana dagli affetti alla salute dal lavoro alla socialità e sono facilmente accessibili; si affiancano alle tradizionali agenzie fanno parte del nostro mondo, della nostra cultura per questo vanno studiati e dunque abbiamo " l'educazione ai media" : media education . I media sono considerati come "strumenti" utili alla didattica, ad esempio per la visione di filmati nelle aule; per collegamenti internet mediante anche LIM , (lavagne multimediali ) presenti in aula; ma sono studiati anche come "veri e propri oggetti culturali ", dunque "educare ai media " implica il coinvolgimento del mondo delle comunicazioni, ad esempio comprendere le modalità tecniche della produzione di un telegiornale oppure come funziona una pubblicità. L'ingresso dei media education nelle classi ha prodotto diversi effetti. Gli alunni delle scuole dell'infanzia e primaria passano da stati di eccitazione a stati di ansia se devono attivarsi per interagire, gli alunni delle scuole secondarie hanno la possibilità di aperture di nuovi orizzonti, possono accedere ai saperi velocemente e in qualsiasi luogo e soprattutto con semplici modalità. Gli insegnanti devono , a mio parere, essere in grado di presentare i media, sia nella considerazione di strumenti ma soprattutto nell"educazione ai media ", in modo competente e motivante. Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la
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    (chiedo scusa errore "tecnico" ) ....continuo.... Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la possibilità di seguire una formazione per poter insegnare ad educare ai media, poiché spesso accade che nelle nostre scuole o non ci sono gli strumenti ( mancanza di fondi) oppure il corpo docente non possiede le abilità necessarie per insegnare in modo interattivo.
maramao

La relazione educativa tra tradizione e nuove tecnologie - 3 views

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    L'articolo postato è di Andrea Potestio ed è stato pubblicato nel numero 8 della rivista Formazione, lavoro e persona (2013), interamente dedicato a «La sfida dell'educazione alla cultura dei media e delle nuove tecnologie», di cui riporto il link http://www.unibg.it/dati/bacheca/1029/64178.pdf L'articolo tratta il tema della relazione educativa tra tradizione e nuove tecnologie e, prendendo in considerazione alcune categorie della relazione educativa tematizzata da Rousseau, mira a verificare le reali condizioni della relazione educativa che, anche attraverso le nuove tecnologie, si pongono la finalità di promuovere l'autonomia, l'integralità e la libertà dell'allievo. Attraverso l'osservazione di alcune caratteristiche proprie dell'e-learnig, come la dilatazione degli spazi e dei tempi, e la gestione dell'assenza del docente, le nuove tecnologie possono favorire una progettazione educativa che favorisca lo sviluppo integrale e "originale" dell'allievo, a patto che il docente accetti di trasformarsi da tradizionale dispensatore di contenuti rigidi a discreto e sapiente promotore dello sviluppo, della libertà e dell'autonomia del discente. Di particolare interesse la trattazione dell'opposizione tra formale e informale, relativo agli ambienti di apprendimento, che riporta l'attenzione sul fatto che il "nuovo" rappresentato dai nuovi media non è di sua natura educativo, ma educativo è cioè che sa riconoscere e favorire il "nuovo" che è presente in ogni allievo.
mgoddone

Smartphone, videogame e scuola: le risorse che non ti aspetti - 4 views

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    L'articolo scritto dalla docente universitaria Stefania Garassini, riassume un'intervista fatta a Mizuko Ito, antropologa giapponese e docente all'Università della California a Irvine, una delle prime ricercatrici a studiare sul campo l'uso dello smartphone da parte dei ragazzi. Mizuko Ito sostiene il ruolo fondamentale del gioco online e in generale dell'utilizzo della rete come potente strumento per l'apprendimento. Di recente é uscito negli Stati Uniti, il suo ultimo libro: " Affinity online. How connection and shared interest fuel learning", nel quale descrive il contributo fondamentale che un buon uso delle risorse online può dare allo studio tradizionale. Secondo l'autrice, l'apprendimento connesso rappresenta la situazione che si viene a creare quando un ragazzo è incoraggiato a seguire un suo reale interesse, con il sostegno dei propri insegnanti, ma anche dei compagni e di altri adulti di riferimento. A partire da questo coinvolgimento iniziale, che può essere innescato da un argomento non direttamente tratto dal programma scolastico, viene a costruirsi un percorso personale di apprendimento, che in qualche caso si potrà trasformare in una vera e propria opportunità di carriera. In un modello del genere la connessione in rete favorisce il crearsi di comunità con forti legami al loro interno, in grado di motivare anche allo studio scolastico. Secondo l'antropologa infatti, alcuni istituti scolastici negli Stati Uniti, stanno completamente ripensando alla propria struttura per essere più aperti alle scelte dei propri studenti. Afferma che un professore potrebbe ad esempio lasciare che sia l'allievo stesso a decidere su cosa concentrarsi nel lavoro a casa e scegliere gli argomenti per eventuali approfondimenti. I risultati migliori si ottengono quando gli insegnanti danno anche consigli su come alimentare le passioni dei propri studenti, fornendo indicazioni di risorse, online e offline.
macrillocarmela169

Didattica a distanza. - 1 views

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    L'autore dell'articolo, del 17 Marzo 2020 del Sole 24 Ore, richiama sicuramente l'attenzione, su quello che da un mese a questa parte, si sta vivendo nel mondo. La didattica a distanza rappresenta una nuova modalità senz'altro innovativa, di fare scuola. E' per certi versi una sorta di "salvagente" che poi finisce con "il salvare tutti", insegnanti, studenti, famiglie. Questa nuova modalità punta a promuovere un'interazione con gli studenti, garantendo loro il diritto allo studio oltre che quella continuità che per forze maggiori è stata drasticamente, interrotta. Il docente in questa formazione a distanza, guida i suoi alunni prospettandogli una vasta gamma di scelte per apprendere, che siano video lezioni preregistrate, giochi interattivi educativi o videoconferenze, accompagnandolo in una bolla "artificiale" che però gli trasmette "sapere", utilizzando al massimo la tecnologia, come supporto in grado di farli sentire autori, scrittori produttori del proprio "cache" di conoscenze. E' come se la tecnologia oggi stia facendo indossare l'abito giusto all' Istruzione, quello che senza dubbio è importante avere nel "guardaroba" per sentirsi parte integrante di una community virtuale.
saradevirgilio94

Studentessa bendata durante interrogazione: "Mi sono sentita umiliata" - 4 views

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    Con il termine "didattica a distanza" si indica un percorso educativo mediato dal computer e da Internet in cui il docente organizza le attività in un percorso online a cui gli studenti accedono in modo autonomo. Si tratta in sostanza, di un metodo di autoapprendimento che porta a rafforzare il sistema di formazione aperta e continua, progettato secondo quanto richiesto dal M.I. Aumentano, in questo momento storico, però, gli illeciti, piccoli e più evidenti, di tipo comportamentale che nella formazione a distanza, evidentemente, si ripropongono come a scuola: copiare. Così la docente ha chiesto a questa studentessa di bendarsi gli occhi e non è un episodio isolato. Questi ragazzi non sono come noi, studenti UNI Nettuno, dotati di un bagaglio di conoscenze ed esperienze alle spalle, per sostenere una didattica di questo tipo. Inoltre, un conto è seguire delle video-lezioni di massimo 45 minuti, tempo massimo in cui riusciamo ad essere attivamente attenti, che puoi interrompere e riprendere quando vuoi, un conto è sostenere per lo più 5h di lezione continuative su programmi che, sostanzialmente, sono stati organizzati in modo improvvisato, ovvero non si basano su delle metodiche di apprendimento certificate e sperimentate negli anni. Secondo la mia opinione queste notizie dovrebbero far riflettere il M.I. per riprogettare la DAD attraverso un uso più consapevole dei mezzi che la scuola a distanza ha a disposizione, senza arrivare ad umiliare i propri studenti, perché ricordiamolo: sono gli adolescenti che soffrono di più in questa pandemia!
vdipaola

Il Mobile Learning attraverso la nuova rete LoRaWAN... - Google Scholar - 5 views

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    L'articolo pubblicato il 31 dicembre 2020 da Firenze University press (www.fupress.com/sf) nel n. 2-2020 Studi sulla Formazione del Open Journal of Education, è scritto da Giuseppe De Simone Ricercatore di Pedagogia sperimentale - Università di Salerno; Michele Domenico Todino Docente di tecnologie didattiche per l'inclusione - l'Università degli Studi del Sannio di Benevento; Maria Annarumma Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale - Università di Salerno. L' articolo cerca di fornire una definizione chiara del Mobile Learning e delle sue caratteristiche, inoltre cerca di descrivere come il Mobile Learning potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti nell'apprendimento nella quotidianità sia in luoghi di apprendimento formale che informale. Infine, questo lavoro esplora l' evoluzione delle tecnologie di telecomunicazione con una descrizione delle IoT -Internet of Things e della Rete LoRaWan per stimare come sarà il Mobile Learning di domani.
chiarafranguelli

Public History, identità professionale e riflessività degli educatori e d... - 1 views

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    L'articolo scritto da Pietro Causarano, docente di storia della pedagogia all'università di Firenze, ripercorre l'evolversi, in Italia, delle figure di docenti e studenti a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tratta del cambiamento di centralità dall'insegnamento verso l'apprendimento, quindi la necessità da parte degli insegnanti di una consapevolezza che la loro identità professionale sia basata sulla conoscenza del processo storico e sulla loro formazione come combinazione di conoscenze/abilità/competenze e addestramento specifico. Le lacune riscontrate, unitamente all'assenza di possibilità di avanzamento di carriera, fatta salva l'anzianità, costituiscono elemento di disagio anche nella considerazione sociale, che il sindacalismo contribuisce ad aumentare. Inoltre viene descritto l'aumento della scolarizzazione femminile da secolarmente minoritaria a nettamente superiore dagli anni '80 e del precedente processo di femminilizzazione del corpo docente, specialmente nelle scuole con alunni di età inferiore ai 10 anni.
teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
chiarapensavalli

Famiglia, scuola e mondo virtuale. Come la Rete sta modificando le dinamiche familiari ... - 4 views

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    In aggiunta al precedente articolo inserito in data 6 giugno, condivido anche questo interessante e più recente scritto, pubblicato nel 2017, che effettua un'analisi dell'uso che viene fatto di Internet e della Rete da parte degli adolescenti, ma che attua anche una rilettura dei risvolti di tale utilizzo nell'ambito familiare, scolastico e sociale. Per questo è necessario che noi adulti che rappresentiamo un'entità in estinzione (siamo l'ultima generazione analogica in un mondo che sta diventano digitale), ottemperiamo al nostro grande compito generazionale: portare nel mondo digitale (a cui nessuno di noi vuole rinunciare) qualcosa del mondo analogico ossia promuovere l'incontro autentico, la relazione, la capacità di entrare in contatto con l'altro, per capire l'altro e per instaurare con lui rapporti autentici e reali.
robertobrunelli

Come usare a scuola la realtà aumentata e la realtà virtuale - 9 views

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    cristian82 on 02 Sep 17 Tecnologie come la realtà virtuale e la motion capture disegnano nuovi orizzonti sul fronte formativo. Quel che serve è un cambio di cultura, per capire che la scuola non è solo lezioni frontali. La realtà virtuale può favorire una didattica "immersiva" che va a tutto vantaggio sia del discente che sperimenterà situazioni sempre diverse e del docente che sarà in grado di tracciare i progressi in tempo reale. Lo studente, grazie a queste tecnologie, "entra nel contenuto" e comprenderlo diventa quasi un gioco, una naturale conseguenza della realtà immersiva.
gcastelletti

Nuove tecnologie e pensiero computazionale fra passato e presente: un'esperienza didatt... - 5 views

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    Il manifesto europeo delle competenze digitali del 2014, prendendo atto dell'entrata in quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale, sostiene in modo determinante la necessità di acquisizione di competenze digitali. In riferimento infatti, in "Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo" (2012), è possibile evincere che il compito principale della scuola "non sarà quello di inseguire lo sviluppo delle tecnologie ma quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri". Tale premessa anticipa la descrizione, delineata nel seguente articolo, di un'esperienza didattica realizzata nell'a. s. 2016/2017 in continuità fra studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Obiettivo dell'esperienza la sperimentazione di un approccio al pensiero computazionale (che a quanto risulta dai progetti proposti dal Ministero o da Centri specializzati è correlato all'introduzione nella scuola dell'uso del computer), mediante l'uso di piccoli robot programmabili attraverso un linguaggio di programmazione intuitivo e visuale o metodi "unplugged". L'importanza dello studio risiede nel fatto che la scuola nel suo complesso, a tutt'oggi, appare resistente alle innovazioni, mentre in commercio sono già disponibili kit robotici educativi che consentono ai bambini di esplorare concetti di programmazione in modo tangibile, a partire dall'età di tre anni. L'esperienza inoltre si avvalora di vari meriti tra cui l'emersione di potenzialità di alcuni studenti che nelle attività proposte hanno trovato effettive opportunità di successo e un'offerta di formazione di qualità, in un clima coinvolgente e collaborativo per i docenti.
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
valeandre

L'E-learning come formazione integrata - 8 views

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    Le potenzialità dell'elearnig vengono sempre più analizzate e sponsorizzate da molte aziende ed Università, ma i risultati immaginati si scontrano molto frequentemente con quelli reali, soprattutto perché molto spesso l'ampio concetto dell'elearning viene confuso con l'ereading, che è soltanto uno degli strumenti attraverso i quali viene resa possibile la fad (formazione a distanza). Per offrire un buon livello di elearnig, occorre aver ben chiara la sua definizione, i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. L'analisi del dott. Pietro Riccio (Docente Master in Tecnologie Digitali e Net Economy - CARID-Università di Ferrara) offre un valido contributo per identificare a pieno questo concetto che il più delle volte può risultare essere poco chiaro.
marcoranaldi

InStoria - Analogico e digitale - 2 views

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    Franco Fileni, parla di Analogico e digitale. Fileni è stato docente di Teorie e tecniche dei Nuovi Media presso l'Università di Trieste e autore di un volume "Analogico e Digitale"
Angelica Petillo

I mille volti della dipendenza da internet e social network: dal cyberbullismo all'isol... - 4 views

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    In questa intervista rilasciata dal Professor F. Tonioni docente dell'Università Cattolica di Roma e responsabile del primo ambulatorio che si occupa della dipendenza da internet e social network presso il Policlinico; si trovano molti spunti di riflessione che mettono in luce come il mondo di internet possa essere uno strumento vantaggioso ma anche pericoloso se utilizzato nella maniera scorretta. Al giorno d'oggi assistiamo sempre più ad episodi di cyberbullismo negli adolescenti, essere presi di mira attraverso la pubblicazione di foto, video, post su un sito come Facebook può genere nella "vittima" un sentimento di oppressione in quanto non sente di avere una via d'uscita a questo problema, siccome tutti gli elementi compromettenti che lo riguardano si trovano in rete senza la possibilità di essere rimossi in maniera definitiva. Come viene spiegato nell'intervista, gli adolescenti sono i soggetti maggiormente colpiti dalla dipendenza da internet e social network, le emozioni vengono annullate, preferiscono una conversazione in chat piuttosto che di persona, sentono il bisogno di pubblicare quasi in modo compulsivo foto e video che li riguardano, ma anche che riguardano gli altri, sono alla ricerca di notizie che alle volte hanno l'intento di deridere un compagno di scuola. I genitori assenti o una situazione familiare complessa possono aumentare questo bisogno degli adolescenti di rifugiarsi in questo mondo virtuale, cercando delle attenzione fittizie, mostrando foto di se stessi in varie situazioni alle volte anche esagerate, come il mostrarsi in intimo oppure in costume. Sono elementi che fanno riflettere a come l'evoluzione della tecnologia e la diffusione continua di Social Network come Facebook, possano essere strumenti dannosi per le persone creando una dipendenza che porta gli adolescenti ad un isolamento, all'inibizione delle emozioni, all'incapacità di allontanarsi dagli strumenti tecnologici che permettono una connessione ad internet; tutto ciò p
ciruzzobbell

Derrick de Kerckhove: La società del futuro? Meno individui e più tribù - 4 views

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    Derrick de Kerckhove, 70 anni tra pochi giorni, è uno dei più conosciuti sociologi di Internet a livello internazionale. Già allievo di Marshall McLuhan, docente universitario a Toronto e a Napoli, studia da anni gli effetti della rivoluzione digitale nei comportamenti umani e nell'interazione fra persone.
ilariagiuseppini

Cittadini in Crescita numero unico del 2013-Raccolta di approfondimenti a cura del Cent... - 3 views

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    Questa pubblicazione del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza raccoglie una serie di contributi significativi sul tema bambini, adolescenti e nuovi media. In particolare la prima parte (fino a pag. 42) riporta: esperienze di innovazione in campo scolastico grazie all'introduzione e utilizzo di media e tecnologia; l'utilizzo di tecnologie e media a supporto di bambini e ragazzi con DSA; punti di vista diversi, supportati da ricerche scientifiche, sul rapporto tra i giovani e i media (in particolare social network); la trasformazione che dovrebbero subire la scuola e il metodo di insegnamento per integrare e sfruttare le possibilità offerte da tecnologia e media; progetti di ricerca-intervento realizzati, volti all'utilizzo responsabile e consapevole della rete da parte dei ragazzi, con attenzione ai rischi connessi; l'azione "Cl@ssi 2.0" promossa dal Miur con lo scopo di portare la tecnologia nelle aule formando il personale docente e coinvolgendo vari attori sul territorio.
marydelucma2

Verso la blended education. Riflettendo su immaginari, media e apprendimento - 4 views

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    Fino all'avvento della rete la situazione era definita; da una parte la cultura ufficiale e istituzionale, veicolata dai media della stampa (una cultura fatta di astrazione, analisi, riflessione ) e dall'altra la cultura sociale, fatta di abitudini, credenze (una cultura fatta di azione, partecipazione, condivisione), veicolata dai media dell'audiovisione. Con l'avvento del digitale queste distinzioni saltano. Il sapere che porta alla luce la tecnologia digitale è fatto di partecipazione e di astrazione, di analisi/riflessione e di azione. Da qui nasce la necessità di modificare il paradigma dell'educazione che deve considerare, come protagonista, il soggetto che acquisisce le conoscenze prodotte e accumulate attraverso l' esperienza personale della ricerca di senso tramite lo scambio con gli altri. In questo contesto, l'articolo mette in evidenza l'importanza della relazione fra educazione e immaginari/media. Vengono citate alcun esperienze positive di flipped classroom in cui il docente che assume un ruolo di "guida", per incuriosire gli studenti, deve partire da ciò che fa parte del loro immaginario di riferimento e dai media che utilizzano per poi costruire insieme teorie e analisi più astratte.
francescaaruna

Bambini tecnologici - Rapporto con i media - 8 views

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    L'articolo, preso dal giornale la Repubblica, tratta l'argomento, attuale, del rapporto tra giovani e media, attraverso l'intervista allo psicologo Giuseppe Riva, docente di psicologia dei nuovi media di Milano , che spiega quanto è delicato il legame tra i vari supporti high tech e il cervello dei nostri figli e di come gestire al meglio il rapporto dei minori con Internet . Inoltre apre una discussione sui vantaggi e svantaggi dell'utilizzo dei computer e dei social, da parte dei giovani. Senza demonizzare l'uso dei social e internet è importante per i giovani poter avere sempre lo stimolo dalla famiglia a relazionarsi in modo diretto con la realtà e i propri coetanei.
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    Da una ricerca condotta da Lenzi e coll. presso l'Università di Padova nel giugno del 2015 intitolata ' Facebook ha lo scopo informativo di favorire l'impegno civico negli adolescenti?' dimostra l'associazione tra siti di social networking e l'impegno civile sono mescolati. Il presente studio si propone di valutare un modello teorico che collega l'uso informativo di Internet-based social media (in particolare, Facebook) con competenze civiche e le intenzioni per il futuro impegno civico, tenendo conto del ruolo di mediazione delle discussioni civili con la famiglia e gli amici e la condivisione della news online.I partecipanti sono stati 114 gli studenti delle scuole italiane di età compresa tra 14-17 anni (57% maschi). Il percorso di analisi è stato utilizzato per valutare il modello teorico proposto. I risultati hanno mostrato che lo scopo informativo di Facebook è stato associato con livelli più elevati competenza percepita di azione civica in età adolescenziale, sia direttamente che tramite la mediazione di discussione civica con i genitori e gli amici (offline).Livelli più elevati di competenze civiche, poi, sono stati associati con un intento più forte di partecipare al dominio civico in futuro. I nostri risultati suggeriscono che Facebook può fornire agli adolescenti ulteriori strumenti attraverso i quali possono imparare attività civiche o sviluppare le competenze necessarie per il futuro.
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