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eliaalbino

MEDIA EDUCATION: contrastare il linguaggio d'odio e favorire la cultura del rispetto - 39 views

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    La scuola svolge un ruolo centrale nel processo della Media Education, in tutte le fasce di età, e supporta i genitori in questo complesso percorso. La politica e le istituzioni devo porre una maggiore attenzione alla Media Education, potenziando le attività didattiche e la formazione dei docenti. Risulta inoltre fondamentale istituire nuovi strumenti per contrastare il linguaggio dell'odio favorendo una cultura del rispetto (a partire dai più giovani per poi proseguire alla politica). La ministra Lucia Azzolina ha promosso una giornata di approfondimento, presso la Nuova Aula dei Gruppi della Camera dei deputati, sottolineando l'importanza di una nuova forma di alfabetizzazione digitale che fornisca un valido aiuto alla comprensione e utilizzo di questi nuovi strumenti di comunicazione. Fondamentale sarà per il futuro scrivere delle linee guida per l'Educazione civica rivolta alla Media Education per creare una nuova generazione di cittadini consapevoli e coscienti. Tra i relatori il professor Marco Gui, Università di Milano Bicocca, la professoressa Gianna Cappello, Università di Palermo, il professor Pier Cesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Rosy Russo, Presidente dell'associazione 'Parole Ostili'.
anastasi1

Scuola e Didattica a Distanza - 8 views

Nell'articolo riportato dal magazine Io Donna, viene affrontato il tema della DAD e di come le scuole si sono preparate alla riapertura. Nello specifico viene descritto il modello organizzativo del...

media education tecnologia New Media scuola

started by anastasi1 on 19 Dec 20 no follow-up yet
ptoma78uni

Hikikomori Italia - 3 views

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    Questo sito è il portale ufficiale italiano per la sensibilizzazione sul tema dell'isolamento sociale volontario. Come introduzione all'argomento il sito propone una panoramica su chi sono gli hikikomori, dettagliando sia le cause che le conseguenze di questo comportamento anomalo. Nella Home Page troviamo un articolo recente dove viene spiegato come questo periodo di quarantena ha avuto conseguenze sull'isolamento sociale volontario e come queste persone hanno vissuto. Racconta anche quali problemi hanno affrontato gli hikikomori che stavano combattendo contro la propria condizione di isolamento sociale, oppure stava cercando di resiste alla pulsione di ritiro, quelli al primo stadio e quelli che non stavano provando a uscirne. L'articolo chiarisce la differenza tra isolamento volontario e forzato e si sofferma anche sul concetto di solitudine psicologica, proprio perché la pandemia ha in qualche modo "forzato" un isolamento sociale collettivo. Viene anche descritto come la quarantena abbia influito sull'atteggiamento delle persone che vivino intorno agli hikikomori, sia perché le pressioni per uscire da quella situazione si allentano, sia perché potrebbe verificarsi una sottovalutazione del fenomeno con conseguenze anche sulla possibile tempistica di risoluzione del problema. L'analisi prosegue analizzando i rischi del contraccolpo psicologico, l'impatto sulla famiglia della pandemia e della quarantena. Della quarantena vengono citati sia gli effetti negativi che positivi, per esempio la maggiore empatizzazione della società sul fenomeno degli hikikomori. Un'altra sezione del sito è dedicata alle lettere di persone che raccontano le loro storie e la loro vita: queste persone si sentono hikikomori e in questa sezione chiedono aiuto e consigli per affrontare il futuro. Il sito offre anche supporto real time offerto tramite chat diretta con un operatore. L'associazione ha anche una onlus per supportare i genitori e i parenti di persone con
profclaudio

I 10 film e serie tv più realistici sui social media - 4 views

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    Un primo elenco di film che parlano di social media
zuleyka77

MODERNITA' MEDIA ED EDUCAZIONE - 9 views

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    L'ambiente naturale dell'informazione, e degli strumenti adatti a diffonderla, è cambiato radicalmente negli ultimi settant'anni, perciò non si può immaginare una scuola che non prenda in considerazione questa profonda evoluzione. Interessante spunto di come la scuola si debba adeguare al nuovo mondo mediatico, preparando bambini e ragazzi a navigare in questo mare. Sempre più diventa necessario l'insegnamento di una nuova letteratura ma soprattutto l'apprendimento di una nuova cultura. Abbiamo bisogno di insegnanti o facilitatori o compagni di viaggio che conducano i ragazzi per mano alla conoscenza di strumenti mediali che sono il nostro presente e sempre più rappresenteranno il nostro futuro.
lorenarughetti

La DAD rivoluzionerà le università italiane - BuoneNotizie.it - 2 views

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    Le risorse ella DAD
Emanuela Ippoliti

"La scuola tra DAD e DDI":le differenze tra didattica a distanza e didattica digitale i... - 3 views

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    A causa della tristemente nota pandemia dovuta al "Covid 19", lo scorso anno scolastico si è svolto (almeno in parte) e poi concluso con l'ormai nota DAD (Didattica a distanza), Il nuovo anno scolastico si è invece aperto con uno scenario migliore in cui si è inserita anche la DDI (Didattica Digitale Integrata); Quali sono le differenze? La DAD sostituisce interamente la didattica in presenza creando classi virtuali a cui studenti e insegnanti partecipano da casa attraverso l'utilizzo dei MEDIA. La DDI ,invece, come suggerito dallo stesso nome, è una INTEGRAZIONE della necessaria didattica in presenza, possibile anch'essa attraverso l'ausilio dei MEDIA; Attivata nella maggior parte dei casi nelle scuole superiori, è stata oggetto di particolare attenzione da parte del Ministero dell'istruzione , che ha chiesto agli istituti di dotarsi di un piano per l'attivazione in modo da non trovarsi in difficoltà in caso di necessità. Considerando le abilità che gli utenti hanno indubbiamente dovuto sviluppare in questi mesi in tema di "media literacy" (alfabetizzazione ai media) con il conseguente sviluppo di capacità di comprensione, fra le altre cose ,del contesto sociale e del momento storico, ritengo si possa pensare ad un futuro in cui la "Didattica Digitale Integrata" sia una parte fondamentale del processo educativo diminuendo il gap esistente tra l'educazione formale e la vita quotidiana dei ragazzi, già da tempo incentrata sul costante utilizzo dei media.
nicolabucci

"Didattica a distanza, così la tecnologia può restituire alla scuola alcuni v... - 3 views

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    L'emergenza mondiale dovuta alla pandemia da Covid-19 è stata nell'ultimo anno percepita come sinonimo di isolamento sociale e di un impoverimento delle attività ed efficacia scolastiche. C'è però un settore che è riuscito ad imporsi in maniera importante sul mercato grazie alla capacità di poter connettere studenti di diversi gradi e posizioni geografiche, in un momento storico in cui non era possibile ne la vicinanza fisica ne la frequenza scolastica: quello della didattica a distanza. La Regione Lombardia che è tutt'ora la protagonista indiscussa del massimo livello di contagio ha saputo mettere in campo un ottimo strumento per garantire sia l'istruzione che l'esercizio dei valori ad essa associati. Marzia Vacchelli docente presso il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Informazione e alla Tecnologia - Università Cattolica di Milano, spiega in questa interessante intervista come la Metodologia di Gestione della Classe Digitale dell'Università Cattolica - corso di formazione che ha frequentato - le ha dato la possibilità di sperimentare e formarsi circa il Metodo EAS (Episodi di Apprendimento Situato) il cui padre fondatore è il Prof. Pier Cesare Rivoltella. Nello specifico la grande innovazione di questa metodologia è stata la capacità di sapersi adattare alle esigenze di molti ragazzi, alcuni dei quali presentano disturbi di apprendimento, deficit e problematiche anche più gravi.
robertagiardino

La realtà aumentata e le nuove prospettive educative. - 11 views

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    L'utilizzo della tecnologia della realtà aumentata in situazioni formative potrebbe rendere i processi di apprendimento più efficaci, versatili ed attraenti, grazie alla possibilità di sovrapporre dati digitali sul mondo reale e di simulare processi dinamici. Per menzionare usi ormai diffusi della realtà aumentata in diversi ambiti possiamo pensare all'eCommerce, in cui è possibile visualizzare, ad esempio, l'effetto di arredi negli ambienti della propria abitazione prima di procedere oppure nell'ambito dei musei in cui, con l'utilizzo di un semplice smartphone e l'installazione di una specifica applicazione, puntando la fotocamera del telefono sull'oggetto di interesse è possibile ricevere una miriade di informazioni riguardanti il reperto. Per le scienze dell'educazione si tratta di un'innovazione altrettanto significativa che non può essere fatta passare sotto silenzio dalla ricerca pedagogica. Gli utenti possono sia vedere che toccare gli oggetti reali e al tempo stesso avere un supporto interattivo guidato per consentire loro di lavorare secondo i propri ritmi. In altri termini, questa novità tecnologica porterebbe con sé nuovi principi e procedure nel campo educativo e formativo che potrebbero contribuire a migliorare l'efficacia e l'attrattiva del processo dell'insegnamento-apprendimento, produrre scenari di vita reale in aula, superando l'atmosfera di teoricità che solitamente si crea, creare stili di pensiero diversi, preparare a soluzioni creative e divergenti dei problemi della vita contemporanea. Sarebbe pertanto opportuno che le metodologie e gli strumenti di ricerca vadano incontro ad una riconversione, che permetta l'elaborazione di dati di natura e forma diversa e consenta ai discenti di vivere un'esperienza immersiva e coinvolgente. L'integrazione della tecnologia di realtà aumentata offrirebbe inoltre diverse possibilità come strumento di auto-apprendimento, tenendo presente che essa consente di "imparare facendo", pe
frigerioalessia

Solitudine da smart working - StudioPsicologiaBenessere - 5 views

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    Pro e contro con lo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
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    Ho provato sulla mia pelle l'esperienza dello smart working e posso dire che in un primo momento mi sono sentita bene perché non c'era più lo stress e la tensione di confrontarsi sempre con i colleghi come se fosse una competizione. Inoltre si sa stare a casa è sempre più confortevole che un ufficio dove spesso ci si può sentire inadeguati. Ho quindi notano subito i vantaggi di questo metodo per svariati aspetti quello per esempio di non doversi spostare da casa quindi non essere costretto a prendere mezzi pubblici o mezzi propri avendo così anche un guadagno di soldi perché non si consuma benzina o soldi in abbonamenti ma soprattutto si guadagna molto tempo sia a livello di "movimento" che a livello personale quindi più tempo per casa e famiglia. Ma tutto questo confort a lungo andare è venuto a mancare un po' perché siamo pur sempre umani non abituati al distanziamento sociale perchè chi più chi meno abbiamo comunque bisogno di parlare, confrontarci, guardarci, toccarci. Questo inoltre in alcune persone ha però portato situazioni spiacevole come quella di natura depressiva, di solitudine, altri non avevano più lo stimolo e quindi hanno perso la concentrazione fino ad arrivare addirittura a situazioni davvero terribili come attacchi di panico, crisi respiratorie ecc.. Credo quindi che pur essendo in un mondo in continua evoluzione non siamo però ancora pronti a cambiamenti così radicali e veloci.
martavaila

Monitoraggio civico delle politiche pubbliche frutto delle attività del proge... - 2 views

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    Monithon (Monitoring Marathon) è una interessante iniziativa di monitoraggio civico delle politiche pubbliche. Nasce nel 2013 grazie alla disponibilità di dati aperti del portale OpenCoesione, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e si sviluppa come iniziativa indipendente grazie al lavoro di analisti ed esperti di politiche pubbliche. Monithon mette a disposizione strumenti e metodi per creare Report di Monitoraggio civico delle politiche pubbliche, attività sistematiche di controllo e valutazione dei progetti finanziati con risorse pubbliche svolte da studenti, comunità locali e associazioni. Complessivamente sono stati creati oltre 700 report, la maggior parte dei quali è frutto delle attività del progetto A Scuola di OpenCoesione (www.ascuoladiopencoesione.it), una best practice europea promossa dal Governo italiano e recentemente finanziata anche dalla Commissione europea per la sua diffusione in altri Stati membri. A Scuola di OpenCoesione è un percorso didattico innovativo finalizzato a promuovere e sviluppare nelle scuole principi di cittadinanza attiva e consapevole, attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici europei. Il percorso permette di sviluppare competenze digitali, statistiche e di educazione civica per aiutare gli studenti a progettare, analizzare, conoscere, esplorare e comunicare, con l'ausilio di strumenti digitali, come le politiche pubbliche intervengono nei luoghi in cui vivono. La didattica è organizzata secondo un modello misto con modalità di fruizione di contenuti online e lavoro di gruppo project-based attraverso l'utilizzo di tecnologie, strumenti di condivisione online, blog e social network.La partecipazione al progetto è aperta a classi di scuole secondarie di secondo grado appartenenti a qualsiasi indirizzo. L'obiettivo di ciascuna classe è realizzare una ricerca tematica per approfondir
katiuscia

Videogioco in classe: una reale possibilità di apprendimento? - 2 views

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    Oggi l'apprendimento non è più inteso come trasmissione di conoscenze ma come acquisizione di competenze che siano il più possibile trasversali, di cittadinanza e costituzione, che aiutano, pertanto, a crescere e affrontare la vita quotidiana e a capire e interpretare la realtà. In questo percorso di apprendimento e di crescita dell'alunno, l'insegnante è il facilitatore che guida ad essere consapevoli del proprio sviluppo e di ciò che si sa fare. Nell'articolo si focalizza l'attenzione sul videogioco, per lungo tempo demonizzato, che ha invece una funzione stimolatrice cognitiva ed emotiva impressionante, soprattutto se mediata dalla scuola. Se lo studente quando apprende si diverte, si appassiona, allora cresce la sua motivazione che sta alla base del successo formativo. Credo che questo sia il valore aggiunto che le tecnologie sanno dare all'apprendimento. "Play to learn, learn to play" ossia guidare i ragazzi a giocare per imparare, a governare i media e non subirli.
frazampa

Podcasting e didattica - 2 views

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    Questo articolo illustra in modo molto semplice e chiaro cos'è il Podcast e perché è utile a fini didattici. Ciò che mi ha spinto a leggere questo articolo è il fatto che lavoro come assistente ad personam in una classe di soli ragazzi disabili. Con loro bisogna sempre essere creativi e utilizzare stratagemmi per tenere alta l'attenzione poiché spesse volte risulta molto complesso. La produzione di un podcast a scuola può aiutare a sviluppare le relazioni sociali ed emozionali, oltre che perseguire obbiettivi disciplinari e legati alla tecnologia e all'informatica. Inoltre nell'articolo viene presentata un'esperienza recente utile a comprendere in modo pratico cos'è il podcast. Luca Piergiovanni e Dario Tognocchi nel 2010 hanno creato e organizzato, in collaborazione con l'USP di Como, un Centro Multimediale in cui poter sperimentare con i ragazzi l'uso del Podcasting e della web-tv.
mariasolerusconi

I nuovi media come dispositivi semiotecnici. Uno sguardo pedagogico - 1 views

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    Questo articolo propone un cambio di sguardo alle nuove tecnologie digitali di comunicazione (NTC), leggendole attraverso il concetto di dispositivo semiotecnico (Foucault, 1975): attribuendo cioè loro la capacità di agire sul livello delle rappresentazioni mentali dell'individuo. Suggerisce quindi una visione olistica di elementi materiali e discorsivi, tecnologici e biologici, umani e non-umani, reali e virtuali, senza "dicotomizzarli" ma vedendoli in costante intra-azione, intrecciati tra loro. Quindi non considerando più le nuove tecnologie della comunicazione come inerti artefatti tecnologici, creati e controllati dall'umano, ma cominciare a vederle, invece, come elementi performativi. Chiedersi come le nuove tecnologie digitali influenzino e ristrutturino le esperienze di vita dei soggetti diventa molto interessante anche in ottica educativa. Indagare in ottica pedagogica il rapporto essere umano-NTC chiede di cambiare lo sguardo, di imparare a stare a contatto con il problema e di trovare un modo nuovo per abitare e mettere in atto la relazione umano e non-umano.
matteom3

VICINOLONTANO - 1 views

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    Come socio di Mechrí (Laboratorio di filosofia e cultura) lo scorso 23 settembre 2020 ho partecipato alla conversazione online dal titolo: LE COSE, LE PAROLE, LA VERITÀ IN COMUNE. Un ciclo di conferenze ideato da Towards Constellation L'incipit: uno schermo universale e il linguaggio delle immagini telematiche e dell'inglese internazionale? C'è qualcosa di radicalmente nuovo in tutto ciò o è la ripetizione, in forme nuove, di un antico destino? Di perdizione o di salvezza? Il tema di fondo è quello della "distanza" che il COVID19 ha imposto a tutti noi, tema messo in tensione al polo della "vicinanza" offerto dalle tecnologie digitali. Uno spunto di riflessione profondo e attuale che coinvolge la Media Education. Nella parole di Carlo Sini "dobbiamo creare la comunità di una distanza nuova rendendola vicina, non abbiamo fatto altro da quando si è inventato l'alfabeto; quella tradizione di testi che attraversano spazi e tempi." In questa frase possiamo rivedere le 3 ere della tecnologia identificate da De Kerckhove e come appunto il medium sia il messaggio. Il talk ha toccato anche temi dell'intelligenza collettiva, della cognizione distribuita e della responsabilità che abbiamo come esseri umani di partecipare in modo attivo e critico al cambiamento. Al di là delle teorie, in questo evento si è visto concretamente come la Media Education sia un processo culturale sempre più presente e necessario. VICINOLONTANO tutto attaccato appunto
flazzarini

View of Fake news e forme di dialogo online e offline: diventare resilienti attraverso ... - 2 views

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    In questo articolo di Valerio Ferro Allodola vengono sviscerati a fondo i temi che legano il linguaggio d'odio dal dibattito pubblico alla rete. Fenomeni come l'hate speech, i troll e le fake news vengono non solo spegati ma declinati in molte delle loro sfaccettature. è predominante l'importanza dell'anno 2017, testimone del manifesto della comunicazione non ostile e della ricerca di Swaire che attesta che le persone hanno una percezione di veridicità su informazioni che confermano gli atteggiamenti preesistenti. L'autore suggerisce che la media literacy sia la soluzione, fin dalla scuola, per formare dei cittadini con spirito critico che siano consapevoli e responsabili, resilienti.
palmadalessio

ALFABETISMO SCIENTIFICO VISUALE TRA SCIENZA E MASS MEDIA OGGI - 6 views

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    Il 25/4/1953 la struttura molecolare del DNA viene presentata nella sua forma gradica da Watson e Crick.Tale immagine è ancora oggi icona e simbolo di una scoperta scientifica fondamentale emblea di una grande trasformazione comunicativa anche mediatica. La comunicazione digitale e visuale dei concetti e delle scoperte scientifiche cambia con i mass media e oggi con il mondo digitale e virtuale propone una scienza fatta di contenuti anche attraverso e con le immagini. L'alfabetismo scientifico visuale è passato tra i mass media tradizionali e oggi si lega al mondo virtuale nei modi più disparati e lo fa nell'apprendimento, nella comunicazione quanto nella divulgazione. E riguarda teorie e teoremi, formule e operazioni, ma coinvolge anche e direttamente lo scienziato. La comunicazione scientifica oggi si lega in modo determinante all'immagine pubblica di colui che è portatore di una scienza nuova. Celebrità, immagine e scienza descrivono, oggi, concetti e significati scientifici in modo diverso, fuori da quell'ambito chiuso e nascosto delle università e dei laboratori. Una scienza per tutti che grazie ai mass media,al digitale, ai social e alle immagini le hanno consentito di esplorare aspetti nuovi nella comunicazione pubblica e mediatica rendendo condiviso e contemporaneo quel desiderio di scoperta che è fonte prima del lavoro scientifico
palmadalessio

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Il 25/4/1953 la molecola del DNA nella sua rappresentazione grafica viene presentata in un articolo scientifico di Watson e Crick. Oggi quella grafica è a livello di comunicazione anche il simbolo ...

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started by palmadalessio on 12 Nov 20 no follow-up yet
botz06

Adolescenti e sessualità: impatto dei contenuti espliciti dei social media - 4 views

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    La sessualità rappresenta uno degli aspetti fondamentali dell'essere umano. Ad oggi il cinema, la televisione ed internet, con la presenza di contenuti sessualmente espliciti, influenzano in maniera significativa i comportamenti e le decisioni degli adolescenti in quest'ambito. Da una parte rappresentano un pericolo, dall'altra permettono di fare chiarezza sulla propria sessualità e preoccupazioni, promuovendo la responsabilizzazione ed evitando comportamenti rischiosi futuri, più come forma di prevenzione primaria che di intervento. Nel primo caso sono stati fatti studi per osservare questo impatto nel desensibilizzare i giovani davanti a certe immagini e video, influenzando in maniera negativa i loro comportamenti, portando ad esempio ad un aumento dell'aggressività, a provare meno disgusto davanti a scene forti, ad anticipare alcune esperienze. Una limitazione di questi contenuti ritarderebbe e diminuirebbe comportamenti sessuali rischiosi. Parlando di impatti positivi, Netflix per esempio ha realizzato una serie tv "Sex Education", che parla delle difficoltà legate alla sessualità degli adolescenti in modo concreto, ma con ironia e leggerezza. Quindi, attraverso i media, non vengono realizzati solamente prodotti di svago, ma che permettono anche di aumentare la propria conoscenza. Un approccio utile secondo la ricerca di Pinkleton e colleghi, potrebbe essere l'educazione all'alfabetizzazione mediatica, che permette di sviluppare un pensiero critico sugli aspetti dei media e i loro contenuti. È stato realizzato un quasi-esperimento con risultati positivi di responsabilizzazione e resistenza alla pressione dei pari circa le prime esperienze sessuali. Esistono inoltre anche dei siti che permettono di ottenere risposte da professionisti riguardo i propri dubbi.
eleonoraboi

View of IL VALORE EDUCATIVO DEL DIGITAL STORYTELLING | Media Education - 5 views

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    La narrazione è un tema molto antico che ha percorso tutti i tempi, compresi i giorni nostri grazie ai nuovi media, dando un contributo storico e culturale notevole. La narrazione è un potente mezzo di espressione che da voce non solo ai pensieri ma anche alle emozioni degli individui. Già Bruner nel 1991 aveva identificato due modalità riferite alle nostre strutture cognitive: una legata al pensiero razionale e la modalità del pensiero narrativo attraverso cui possiamo strutturare la nostra esperienza e interagire con il mondo sociale. Il digital storytelling si avvale di più codici comunicativi e permette di apprendere competenze alfabetiche, compositive/espressive, tecnologiche, ma anche critiche e partecipative, non è un semplice prodotto multimediale, ma uno strumento di partecipazione nella sua realizzazione. La sua natura partecipativa, combinata con la componente narrativa e la dimensione emozionale, la sua autenticità, il suo aspetto creativo, la sua predisposizione al lavoro di gruppo, risulta essere per il discente stimolante e motivante e per questi motivi può innescare un processo di apprendimento significativo. Il digital storytelling facilita l'acquisizione di competenze metacognitive come una migliore comprensione, la capacità di selezionare le fonti, lo sviluppo del pensiero critico, la competenza etica e favorisce l'alfabetizzazione tecnologica. Per queste caratteristiche può essere uno strumento prezioso per la didattica e un valido supporto per gli insegnanti, che possono aiutare lo studente ad avere un ruolo attivo nell'apprendimento. D'altronde anche se in modo inconsapevole lo storytelling ha sempre fatto parte della didattica, con il digital l'insegnante ha la possibilità di sperimentare nuove modalità di insegnamento.
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