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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged arte

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Mauro Rossi

Creative brains imagine a smarter tomorrow - 2 views

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    The graduate students at New York's Interactive Telecommunications Program - also known as the "centre for the recently possible" - barely think about the present. They are on a mission to explore the use of today's communications technologies - and how they might augment, improve and bring art into people's lives tomorrow. Often defined as "an art school for engineers or a tech school for artists", ITP is a two-year graduate programme at the Tisch School of the Arts, and is the birthplace of successful applications like FourSquare. It is a place where almost a decade ago, students were already working on how to connect social media and mobile devices. Every semester, the school opens its doors to showcase its students' most innovative ideas. This year many projects focus on the interaction between body and virtual world, using the body as the controller.
Chiara Milani

Venite a studiare la Pop Art in Second Life - 1 views

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    Grazie al virtuale è possibile realizzare progetti davvero incredibili, utilizzando passione e ovviamente capacità, è il caso del PAD - Pop Art Display in Second Life, un vero e proprio museo dedicato alla PopArt, inaugurato a novembre del 2010. Un museo "immersivo" dove le opere d'arte vengono vissute al punto di diventare parte di esse.
Massimo Apicella

Global Art - Free Hugs - ABBRACCI GRATIS - 8 views

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    Ecco il famoso video citato da De Kerckhove nella vdl 3 "A manifest for Global Art". A lato appariranno decine di video con esperienze analoghe, anche italiane. Se nei prossimi giorni vedrete un personaggio strano con un bizzarro cartello "ABBRACCI GRATIS" davanti la stazione centrale di Milano ...potrei essere io ... venitemi ad abbracciare ... è un esperimento di arte globale :-)
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    potrebbe certo essere una belissima idea per un flash mob strepitoso. Immagino una "pioggia" di carrtelli che spuntano all'improvviso dal nulla. Ci savrebbe un effetto di propagazione immediata di affetto, all'ennesima potenza, che mi ricorda tanto il film "Un sogno per domani" - "Pay it forward" (2000) di Mimi Leder, ispirato al libro "La formula del cuore" di Catherin Ryan Hyde, con un giovanissimo Haley Joel Osment (l'inquietante bambino de "Il sesto senso"), due strepitosi attori come Helen Hunt e Kevin Spacey, nonchè un allora semisconosciuto James Caviezel (La passione, Frequency, Dèjà vu) in veste di senzatetto.
Eva Franchi

digitalizzare arte e cultura - 6 views

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    articolo pubblicato su La Stampa
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    Nel recente intervento tenuto il mese scorso a Lugano il prof. Derrick de Kerckhove ha messo in evidenza i limiti dell'attuale sistema culturale italiano e della mancata valorizzazione del ricco patrimonio di monumenti ed opere d'arte italiane, che deve necessariamente adeguarsi alla evoluzione informatica di questi ultimi anni. A questo scopo ha proposto una catalogazione digitalizzata delle opere d'arte attraverso l'impiego di Qr Code "per facilitarne la contestualizzazione nel panorama storico, artistico e letterario in cui ogni opera d'arte è nata". Sarebbe così resa più veloce e rapida sia l'archiviazione di dati che lo scambio di informazioni ed anche la possibilità di prestiti tra i diversi musei in tutto il mondo. Particolarmente vantaggioso sarebbe per il turismo e per le conseguenze economiche che ne deriverebbero. Su Wikipedia, l'enciclopedia libera, è descritta la storia, il funzionamento e i campi di applicazione in cui vengono usati i "Qr Code", codici a barre a matrice di forma quadrata che possono memorizzare informazioni che possono essere lette da un telefono cellulare o da uno smartphone. QR indica "quick response" in riferimento alla rapida ed immediata informazione che forniscono. Sono nati in ambito industriale per aumentare le possibilità offerte dai già diffusi codici a barre ed inizialmente impiegati tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche della Toyota. La successiva concessione di uso libero rilasciata dalla compagnia giapponese Denso Wave, detentrice del brevetto, ne ha esteso rapidamente l'uso in tutto il mondo. Su internet è possibile trovare programmi gratuiti sia per la lettura che per la scrittura dei codici QR, che possono contenere sia testi, sia indirizzi internet, sia numeri di telefono. Con una semplice ricerca in internet sui "Qr Code" è possibile visualizzare i numerosi siti che ne propongono l'uso, gratuito o a pagamento, per i più svariati scopi.
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    Uno degli aspetti positivi del periodo di pandemia è stata la digitalizzazione dell'Arte. Le chiusure dei musei e delle mostre hanno implementato le visite virtuali, mostre virtuali, aiutando anche una certa diffusione. Ricordo di aver ricevuto su Watsup video bellissimi, visite virtuali alla cappella Sistina con possibilità di osservare particolari mai visti grazie allo zoom. Ho visto musei di città europee mai visitate. Tutto questo non può sostituire, ma sicuramente sostiene il diffondere della cultura e offre anzi uno stimolo per viaggiare non sono virtualmente. Purtroppo siamo abituati a ragionare in termini "o questo o quello", invece apriamo la mente al "e questo e quello". Non siamo davanti a delle scelte ma siamo davanti ad un ampliamento di possibilità
Giancarlo Erriu

Intervista a Umberto Eco su Internet e le nuove tecnologie applicate alla scuola - Cult... - 1 views

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    Umberto Eco presenta Encyclomedia, enciclopedia di nuova concezione che racconta la storia dell'umanità istituendo relazioni, proprio in virtù delle prerogative di Internet, fra letteratura, scienze, arte, musica, economia, società, religione.
Massimo Apicella

Dagli occhiali collegati a internet alla televisione di Apple, ecco i gadget del 2013 - 2 views

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    Nuove psicotecnologie in arrivo nel 2013. Artefatti per tutti i gusti.
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    L'hi-tech nel 2013: ecco i trend in campo aziendale e consumer. Nel segno di mobile, cloud e social http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-12-18/lhitech-2013-ecco-trend-150219.shtml?uuid=AbQvhJDH
raffaella asmone

Traversing planes of learning. International Journal of Computer-Supported Collaborativ... - 1 views

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    L'articolo evidenzia le relazioni esistenti tra i diversi piani di apprendimento e come la loro connessione, crei la possibilità prima inesplorate. Considerando il mondo intersoggettivo dove avviene la collaborazione su più livelli connessi, possiamo dire che il mondo degli artefatti così come i ponti consente di passare da un livello ad un altro. Questa trasformazione di prospettiva lontana dall'approccio "human-centered o individual-mind centered" diventa la caratteristica delle teorie innovative della seconda metà del 20° secolo.
alessandra mazzeo

le dieci predizioni di mcluhan - 5 views

he next medium, whatever it is - 1 may be the extension of conciousness 2 will include television as it's content, not as its environment, 3 will transform television into an art form. 4. Il compu...

mcluhan predizioni

started by alessandra mazzeo on 24 Nov 12 no follow-up yet
Chiara Milani

«Il multi-tasking umano? Non esiste,nè per le donne né per gli uomini» - 2 views

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    A smentire le ricerche precedenti che parlavano di capacità di essere multitasking più sviluppata nelle donne o negli uomini arriva a sorpresa questa recente affermazione di Nick Chater, professore di scienza del comportamento alla britannica Warwick Business School secondo il quale nessuno dei due sessi è particolarmente portato a fare più cose contemporaneamente, quando si fa qualcosa infatti si sottraggono risorse al resto perchè le energie mentali fisiche e sono più connesse di quanto sembri. Secondo questo professore questi limiti influenzano anche i comportamenti economici, attraverso l'impiego di manager e organizzazioni che devono raggiungere troppi obiettivi tutti insieme, la chiave secondo Chater è imparare a fare le cose separatamente e poi allenarsi ad unirle...il cervello infatti maschile o femminile sa fare bene una cosa alla volta.
Massimo Apicella

I computer tra 5 anni? Avranno olfatto, gusto, udito, vista e tatto. E' la rivoluzione ... - 2 views

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    Nei prossimi cinque anni accelera l'evoluzione dei sistemi di cognitive computing con lo sviluppo dei "cinque sensi" di macchine immerse negli ambienti in modo interattivo, capaci di tradurre la natura in dati e imparare dall'esperienza acquisita.
Massimo Apicella

Agenda digitale italiana: lo stato dell'arte tra decreto e altre norme - 2 views

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    Le misure Finanziamenti pubblici per eliminare il digital divide entro il 2013 e agevolazioni per mettere fibra ottica. Digitalizzazione dei rapporti con la Pa e delle comunicazioni tra uffici pubblici. Spinta alle aziende che fanno innovazione. Creazione di smart cities, dove pubbliche amministrazioni e tecnologie si fondono per migliorare la vita del cittadino.
Massimo Apicella

Earth Breathes - 5 views

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    Il respiro della terra. Approfondimento vdl 3 "A manifest for Global Art" Si veda anche Gaia Hypothesis: http://www.youtube.com/watch?v=KdebkkhV82w
Massimo Apicella

The mother of all video chats: LA-NY, 1980, a Hole in Space - 5 views

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    Ecco il famoso video dell'esperimento di Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz citato da De Kerckhove nella vdl 3 "A manifest for Global Art". La madre di tutte le video chat, il papà di Skype.
ROBERTA BADARACCO

Il futuro del gaming passa dalla neuroscienza - 3 views

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    Sono molte le innovazioni introdotte nel corso degli ultimi anni in ambito videoludico, per rendere i giochi sempre più coinvolgenti, originali e avvincenti.
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    Penso che questo sia un'esempio eclatante di come la Tecnologia abbia compiuto notevoli passi avanti dall'epoca degli antenati "Atari" e "Commodor 64". Avendo sperimentato in prima persona il videogioco Assassin's Creed sviluppato da Ubisoft Montreal e pubblicato da Ubisoft, che oltre all'aberrante nome, da la possibilità al giocatore di rivivere in ogni minimo dettaglio la vita fiorentina del 1476. Storia, arte (grazie agli incontri con Leonardo da Vinci) e cultura si intrecciano in un gioco avvincente di un realismo mozzafiato. Penso che se nel prossimo futuro venga data la possibilità agli studenti di rivivere esperienze simili all'interno delle classiche istituzioni educative, questo potrà accrescere fortemente in loro curiosità, motivazione ed entusiasmo verso lo studio (basi fondamentali per ogni adolescente). In questo le nuove tecnologie trovano il canale preferenziale per nuovi modelli di apprendimento.
Luciano Di Mele

SCUOLA/ Il cervello "modificato" dei nativi digitali - 9 views

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    Collegato al tema dei nativi digitali e, in particolare, alla loro formazione segnalo l'interessante libro di George Veletsianos "Emerging technologies in distance education". George Veletsianos è un assistente professore di tecnologia didattica presso l'Università del Texas. La sua ricerca e gli interessi di insegnamento comprendono la progettazione, lo sviluppo e la valutazione di ambienti di apprendimento digitale, con particolare attenzione alla formazione per mezzo di personaggi virtuali, tecnologie emergenti, e all'esperienza dello studente. Questo libro, disponibile in Creative Commons Licence su www.aupress.ca, mette in mostra il lavoro internazionale di studiosi di ricerca e professionisti della formazione a distanza, che utilizzano emergenti tecnologie interattive per l'insegnamento e l'apprendimento a distanza. Esso raccoglie le conoscenze disperse di esperti internazionali che mettono in evidenza fattori pedagogici, organizzativi, culturali, sociali, ed economici che influenzano l'adozione e l'integrazione di tecnologie emergenti nella formazione a distanza. Emerging technologies in distance education fornisce una consulenza di esperti su come sia possibile lanciare efficaci e coinvolgenti iniziative di formazione a distanza, in risposta alle innovazioni tecnologiche, cambiando mentalità e le pressioni economiche e organizzative. Il volume va oltre l'hype che circonda le tecnologie Web 2.0 e mette in evidenza le questioni importanti che i ricercatori e gli educatori devono prendere in considerazione per migliorare la pratica educativa.
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    se è vero che parlare oggi di libri di testo, nell'epoca della cognizione distribuita e di internet inteso come stanza intelligente, appare anacronistico, dobbiamo dire che altrettanto anacronistica appare la figura del docente che si limiti a trasmettere informazioni invece che esercitare il più consono ai tempi attuali ruolo di "facilitatore" dei processi di apprendimento nei confronti di un discente che deve perciò diventare sempre più responasabile della costruzione attiva e critica della propria conoscenza.
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    Vi segnalo un interessante articolo "Lo tsunami dei nativi digitali". http://www.educationduepuntozero.it/politiche-educative/tsunami-nativi-digitali-4023818866.shtml le classificazioni più recenti danno i "nativi digitali puri" con un'età tra i 0 e i 12 anni. Gli attuali dodicenni sono i ragazzi della seconda media inferiore o secondaria di primo grado. Insomma, i ragazzi che stanno completando il primo ciclo e che l'anno successivo si iscriveranno alla prima delle secondaria superiore o di secondo grado. Il fronte d'onda di questo tsunami di nativi è arrivato alle superiori! Mentre questo accade, l'adulto si sta ancora chiedendo come innovare la didattica, come insegnare o fare coaching e insegna a una "specie" con mezzi e linguaggi incomprensibili, perché i nativi sono semplicemente "diversi".
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    Correlazione tra nativi digitali ed economia. http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-04-21/popolo-rete-184826.shtml?uuid=AbHX4fRF Il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò ha affermato che "la scarsa alfabetizzazione [informatica] degli italiani costituisce indubbiamente una remora per la diffusione dell'utilizzo della larga banda" ma che "il livello di scolarizzazione è destinato a salire, per l'aggiornamento della scuola e per la richiesta dei ragazzi nelle famiglie". Una bassa alfabetizzazione informatica determina per l'appunto un ridotto livello di interesse verso la banda larga, cosa che a sua volta rende, per questi utenti, il filo telefonico che entra nelle nostre case sostanzialmente fungibile con il telefono cellulare. Il risultato netto è che se in precedenza, a quegli utenti, il sistema delle telecomunicazioni vendeva due prodotti, a tendere ne venderà solamente uno. Ma i costi di una rete fissa di telecomunicazioni sono in larga misura indipendenti dal numero di utilizzatori. Il termine ormai diffusamente utilizzato per identificare le nuove generazioni utilizzatrici spontanee di strumenti informatici è quello di "Digital Natives", ovvero "Nativi Digitali", giovani che si destreggiano fin da tenera età con strumenti informatici. Tra gli addetti ai lavori è comune sentire dei trentenni autodefinirsi "nativi digitali".
STELLA CAPASSO

Google ci rende stupidi? - 13 views

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    E' un articolo forse non recentissimo (2008), ma che riprende una lezione del nostro corso di Psicotecnologie del Prof. De Kerckhove, per cui è un argomento certamente utile ed attuale per i nostri studi. Partendo dal famoso articolo di Carr, in cui il giornalista americano analizza il cambiamento che Internet sta portando nel nostro modo di ragionare, ma anche di concentrarci, l'autrice ci mostra le differenze della lettura sul web da quella di un libro, le enormi potenzialità portate dal web (intelligenza condivisa, capacità multitasking...), sottolineando aspetti di grande attualità, come l'ipertestualità, il sapere globale, la comunicazione immediata, lo spirito di condivisione.
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    E' interessante. Mi piace quello che dice l'autrice nella parte finale: "Allora, educhiamo i giovani a distinguere tra i due sistemi. Educhiamoli a focalizzare l'attenzione". Mi piace perchè è esattamente quello che penso anch'io (!). Il problema non sta tanto in internet. E' vero che internet ci spinge a non concentrarci, perchè ci offre continuamente mille opportunità: come Pinocchio e Lucignolo, nel Paese dei balocchi! Ma possiamo staccarcene e concentrarci a leggere un libro, se vogliamo. Il problema più grave, per me, è quello educativo. I bambini non visitano tanto internet. Ma vivono in un mondo che lo visita di continuo, circondati da adulti incapaci di concentrars, di dedicarsi ad una cosa per volta: parlano al figlio, ma nello stesso momento scrivono e telefonano a qualcuno. Non credi che l'esempio sia la migliore modalità di educare? E i bambini imparano, bevono tutto dagli adulti di riferimento. Faccio molti laboratori di educazione musicale e teatrale nelle scuole. Ci sono situazioni in cui i bambini non hanno capacità di attenzione per più di tre secondi: hanno bisogno di continui stimoli, di novità, altrimenti non seguono perchè "si annoiano"! Ho inserito in Diigo un articolo da New Scientist di Sally Adee (Una mente in stato di grazia è più creativa?) in cui si parla proprio di concentrazione e di come questa capacità sia alla base della possibilità di eccellere in qualche arte o sport. Non si può ottenere nulla, in musica, se non con l'esercizio costante, come nella danza, nel teatro e anche nello sport. Il multitasking, in questo settore, è pericolosissimo! Ma come fare, con i bambini abituati a passare di corsa da un argomento all'altro? Continuo a ripetere che la maniera migliore per creare è quella di annoiarsi: quando i bambini si annoiano, inventano. Quando sono riempiti di nozioni, di informazioni, di novità, l'unica possibilità di salvezza è la fuga dal proprio cervello. Non credo che Google ci renda stupidi. Cred
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    stupidi non so, ma sicuramente più dipendenti : ora come ora vivere senza la rete ora ci appare impossibile , in quanto ha pervaso ogni aspetto della nostra vita personale e professionale . Forse essendo noi una una comunità virtuale alle prese con un corso di laurea telematica rappresentiamo proprio il contesto ideale per dimostrare le contraddizioni , ma anche le possibilità insite nel "nuovo medium"
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    Non credo ci faccia diventare più stupidi. Anzi, la rete grazie anche a siti come Google ci danno la possibilità di conoscere facilmente nuove cose e dunque abbiamo l'opportunità di formare al meglio la nostra coscienza su determinati argomenti.. l'informazione ce la cerchiamo, diversamente dai classici media dove questa ci viene fornita.. e credo sia una bella differenza.. o per lo meno, per me è sempre stata questa la grande differenza, il salto di qualità, tra la televisione/radio ed internet. ovviamente cercare informazioni non è facile, non è sufficiente scrivere l'argomento di interesse su 'Cerca' e prendere per buono il primo link che trovo. ma è lo stesso discorso dell'enciclopedia cartacea: io cercavo sempre più articoli e notizie sulla ricerca che andavo a fare ed ero brava a mettere insieme le cose..
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    in realtà è la nostra sete di conoscenza che è cambiata. Abbiamo un numero infinito di informazioni a portata di mouse e non ci accontentiamo più del primo risultato ottenenuto. Uno dei grandi vantaggi apportati da Google è stato quello di fare ordine e di renderci la navigazione più facile, ma gli altri media non scompaiono...ci accontentiamo dei 5 secondi per capire se una info sul web è interessanbte o meno, ma possiamo ancora goderci un bel libro e avere il piacere di sfogliare un quotidiano. Sono cambiate le nostre esigenze, ma soprattutto si sono amplificate le nostre potenzialità.
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    L'articolo di Carr si preoccupa sulla psiche, cioè tutto questo input di informazioni (Internet) che effetto hanno sui nostri figli e gli educatori sono preoccupati??. Invece il professor De Kerckhove analizza il lato buono di Intenet, di Google in generale, infatti al contrario di cui l'articolo dica che la gente non scriva e legga più, in realtà la gente legge e scrive più che mai, forse proprio perchè invogliata dal poter reperire notizie in Internet. Il mio pensiero è che sia Google che Internet in generale servano per sviluppare la mente verso nuovi orizzonti. Ormai senza l'udo della tecnologia non si va da nessuna parte
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    Un importante articolo di De Kerckhowe ed una delle ultime lezioni del programma di Psicotecnologie che trovo molto interessante perchè illustra le nuove disponibilità del nostro sapere, evoluzioni del nostro comporamento individuale e sociale, delle nostre capacità intellettive.Esternalizzare la mente, essere sempre connessi alla rete può spaventare. Maggiori resistenze giungono dai mentalità conservatrici, o dalle grande organizzazioni che temeno di perdere il controllo, o dal singolo 'utente che teme, oltre alle nuove tecnologie, forse anche se stesso. Così Google, i social network diventano strumenti diabolici, minacciosi, diseducaativi. Occore però valutare che come la scrittura ha lasciato libera la mente dalla pesante incombenza della memorizzazione, così Google, ci condurrà verso nuove attitudini che non riusciamo ancora a prevedere.
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    io credo che google non ci renda stupidi, ma al contrario ci da la possibilità di rispondere ad ogni nostra curiosità e attraverso queste conoscenze ampliare la propria cultura, verso temi che altrimenti non avremmo affrontato, per lo meno con la semplicità di accedere a determinati contenuti. Rimane, però, l'accortezza di verificare le informazioni se provengono da siti attendibili, perchè spesso su internet si trova di tutto. Anche questa selezione del materialie da prendere in considerazione, ci porta a sviluppare un intuito ed una conoscenza non indifferente.
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    Anche questo articolo lo trovo interessantissimo. Mi rendo conto di ciò che Carr vuole trasmettere perché molto spesso mi sono chiesta quale potesse essere il lato negativo di dell'avvento così decisivo del web di google e simili. Io capisco quando dice che trova difficoltà a concentrarsi di più su un libro in quanto quando sono sul web ciò che leggo non è più sequenziale. E' vero ma io trovo geniale questa possibilità di collegarsi ad un altro link ed imparare durante la lettura. L'ipertesto permette questo, permette una lettura dinamica. E' vero anche che non abbiamo a volte la percezione dell'attendibilità dell'informazione come dice Giuseppina.
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    Bisogna dire che nei primi anni di Internet quando i navigatori provenienti dall'ambiente scientifico-universitario la qualità dell'informazione era altissima, con la massificazione di Internet è giocoforza che nel mucchio la qualità sia scesa di parecchio ma le valide fonti non mancano di certo, basta trovarle ed in questo Google è una mano santa.. Oggi tra Google, YouTube, Wikipedia, etc. viene reso disponibile quasi tutto lo scibile umano che va in ogni caso selezionato e scremato ma l'accesso alla conoscenza che esiste oggi non è mai stato possibile prima se non per poche persone e con molta difficoltà.
angela radosta

Un Hastag sulla Targa!!! - 1 views

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    Un'idea pubblicitaria di grande successo mediatico, fa capolino oggi a Milano centro, vicino il Duomo. Un esempio di ambient advertising che non può fare a meno dell'utilizzo dei tag!
Eva Franchi

Culture digitali e della comunicazione - 2 views

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    Ho trovato questa tesina di laurea si google scholar di Mario Pasqua. Il relatore è Derrick de Kerckhove. La tesi è sulle emoticons
vdalmonte

Psicotecnologie - 0 views

Eccoci nell'era delle psicotecnologie a cura di MEDIAMENTE/RAI EDUCATIONAL Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-t...

#psicotecnologie

started by vdalmonte on 21 Apr 19 no follow-up yet
mirabellorosa

Arte e neuroscienze: intervista a Alice Chirico | Artribune - 0 views

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    Intervista molto interessante ad Alice Chirico, Docente di Psicotecnologie per il Benessere presso l'omonimo Corso di Laurea Specialistica e assegnista di ricerca in Psicologia Generale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua ricerca riguarda soprattutto lo studio delle esperienze complesse elicitate dall'arte e tramite la Realtà Virtuale (RV).
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