Skip to main content

Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged digital natives

Rss Feed Group items tagged

Luciano Di Mele

SCUOLA/ Il cervello "modificato" dei nativi digitali - 9 views

  •  
    Collegato al tema dei nativi digitali e, in particolare, alla loro formazione segnalo l'interessante libro di George Veletsianos "Emerging technologies in distance education". George Veletsianos è un assistente professore di tecnologia didattica presso l'Università del Texas. La sua ricerca e gli interessi di insegnamento comprendono la progettazione, lo sviluppo e la valutazione di ambienti di apprendimento digitale, con particolare attenzione alla formazione per mezzo di personaggi virtuali, tecnologie emergenti, e all'esperienza dello studente. Questo libro, disponibile in Creative Commons Licence su www.aupress.ca, mette in mostra il lavoro internazionale di studiosi di ricerca e professionisti della formazione a distanza, che utilizzano emergenti tecnologie interattive per l'insegnamento e l'apprendimento a distanza. Esso raccoglie le conoscenze disperse di esperti internazionali che mettono in evidenza fattori pedagogici, organizzativi, culturali, sociali, ed economici che influenzano l'adozione e l'integrazione di tecnologie emergenti nella formazione a distanza. Emerging technologies in distance education fornisce una consulenza di esperti su come sia possibile lanciare efficaci e coinvolgenti iniziative di formazione a distanza, in risposta alle innovazioni tecnologiche, cambiando mentalità e le pressioni economiche e organizzative. Il volume va oltre l'hype che circonda le tecnologie Web 2.0 e mette in evidenza le questioni importanti che i ricercatori e gli educatori devono prendere in considerazione per migliorare la pratica educativa.
  • ...1 more comment...
  •  
    se è vero che parlare oggi di libri di testo, nell'epoca della cognizione distribuita e di internet inteso come stanza intelligente, appare anacronistico, dobbiamo dire che altrettanto anacronistica appare la figura del docente che si limiti a trasmettere informazioni invece che esercitare il più consono ai tempi attuali ruolo di "facilitatore" dei processi di apprendimento nei confronti di un discente che deve perciò diventare sempre più responasabile della costruzione attiva e critica della propria conoscenza.
  •  
    Vi segnalo un interessante articolo "Lo tsunami dei nativi digitali". http://www.educationduepuntozero.it/politiche-educative/tsunami-nativi-digitali-4023818866.shtml le classificazioni più recenti danno i "nativi digitali puri" con un'età tra i 0 e i 12 anni. Gli attuali dodicenni sono i ragazzi della seconda media inferiore o secondaria di primo grado. Insomma, i ragazzi che stanno completando il primo ciclo e che l'anno successivo si iscriveranno alla prima delle secondaria superiore o di secondo grado. Il fronte d'onda di questo tsunami di nativi è arrivato alle superiori! Mentre questo accade, l'adulto si sta ancora chiedendo come innovare la didattica, come insegnare o fare coaching e insegna a una "specie" con mezzi e linguaggi incomprensibili, perché i nativi sono semplicemente "diversi".
  •  
    Correlazione tra nativi digitali ed economia. http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-04-21/popolo-rete-184826.shtml?uuid=AbHX4fRF Il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò ha affermato che "la scarsa alfabetizzazione [informatica] degli italiani costituisce indubbiamente una remora per la diffusione dell'utilizzo della larga banda" ma che "il livello di scolarizzazione è destinato a salire, per l'aggiornamento della scuola e per la richiesta dei ragazzi nelle famiglie". Una bassa alfabetizzazione informatica determina per l'appunto un ridotto livello di interesse verso la banda larga, cosa che a sua volta rende, per questi utenti, il filo telefonico che entra nelle nostre case sostanzialmente fungibile con il telefono cellulare. Il risultato netto è che se in precedenza, a quegli utenti, il sistema delle telecomunicazioni vendeva due prodotti, a tendere ne venderà solamente uno. Ma i costi di una rete fissa di telecomunicazioni sono in larga misura indipendenti dal numero di utilizzatori. Il termine ormai diffusamente utilizzato per identificare le nuove generazioni utilizzatrici spontanee di strumenti informatici è quello di "Digital Natives", ovvero "Nativi Digitali", giovani che si destreggiano fin da tenera età con strumenti informatici. Tra gli addetti ai lavori è comune sentire dei trentenni autodefinirsi "nativi digitali".
Gianluigi Cosi

De Kerckhove: L\'Italia laboratorio d\'Europa nel rapporto politica-web - 7 views

  •  
    Secondo De Kerckhove internet è una grande occasione di raccolta e guida del consenso e si meraviglia di come nella politica italiana solo Beppe Grillo se ne sia accorto in tutti questi anni. Nella fase preparatoria delle primarie USA del 2004, Dick Cheney organizza una grande cena di fund-raising a Washington, il giorno dopo Howard Dean (che corre per la nomination democratica) lancia una provocazione su Internet: il "panino democratico", compratevi un sandwich al tacchino e donatemi cinque dollari. In un solo giorno viene eguagliato il "raccolto" di Cheney e la somma cresce esponenzialmente nei giorni successivi. E' quello il momento, secondo De Kerckhove, in cui il web diviene il re dei media. Ricordando Nicholas Negroponte, De Kerckhove sottolinea che grazie a Internet si invertono i ruoli di Davide e Golia, però bisogna sempre avere gli occhi aperti per capire chi c'è dietro i nuovi Golia e la stessa Internet mette a disposizione anche in questo caso lo strumento della verifica "fra pari". Il controllo dal basso è fondamentale e va sempre messo in opera, altrimenti si ricade nell'errore dei tempi della televisione: "dare fede acriticamente a qualcuno".
  • ...2 more comments...
  •  
    Concordo pienamente con le tue osservazioni. Purtroppo ancora molte persone non hanno capito realmente quali sono le potenzialità e i rischi della rete. C'è solo da augurarsi che la presa di coscienza avvenga prima possibile. Grillo ha fatto tanto per questo.
  •  
    sarebbe interessante effettuare un'analisi per verificare il livello di utilizzo delle nuove tecnologie, quando si ipotizza che internet potrebbe diventare uno strumento di democrazia allargata, forse facciamo riferimento alle prossime generazioni che digital native, una semplice analisi sociologica ci farebbe capire come è etereogenea la popopolazione italiana proprio in merito all'utilizzo delle tecnologie informatiche. non dimenticando che la velocità di sviluppo della tecnologia supera la capacità di ottenerla e apprenderla. Un'altra considerazione, forse un pò banale, ma siamo certi che questa tecnologia sia solo un vantaggio per chi la usa, è pur sempre un prodotto e ha uno scopo puramente commerciale quindi i motori di ricerca ci danno le ionformazioni che cerchiamo o le informazioni che vogliono farci arrivare. Tornando a un ragionamento più strettamente psicologico la connessione costante ai social network e alla rete crea un notevole dispondio di risorse cognitive, la continua necessità di essere collegati, è sufficiente analizzare il numero di smartphone in circolazione, che ha nettamente superato il numero dei computer, non porta, proprio per una mancanza di risorse a una difficoltà di ragionamento o di approfondimento.
  •  
    condivido con De Kerckhove che "internet è un'occasione di raccolta e guida del consenso " , se non sapessimo che stiamo parlando di internet e se fossimo negli anni 80/90 sembrerebbe che si stia parlando della televisione! Forse hanno avuto la stessa forza dirompente e avanguardia, la stessa capacità di influenzare, condizionare, cambiare la cultura. Se guardiamo all'esperienza italiana, la televisione ha contribuito a unificare la lingua (quasi uniformandola a discapito dei dialetti locali), ha contribuito a diminuire l'analfabetismo e ha uniformato gusti e preferenze commerciali ed è stato strumento di diffusione e propaganda politica (sostituendo le piazze), pensiamo alla scalata di Berlusconi. Internet allo stesso modo, svolge le stesse funzioni, ma a livello mondiale, divenendo la radice della globalizzazione, essendo capace di raggiungere un maggior numero di persone e Grillo, a quanto pare, ne ha fatto un uso non poi così tanto diverso e lontano da quello che Berlusconi, meno di 20 anni fà, ha fatto con la televisione.
  •  
    articolo molto interessante a mio avviso , "il sentiment politico " deve per forza passare tramite internet altrimenti si è fuori dai giochi , ormai tutti i giorni siamo bombardanti da post politici , scritti , controllati , condivisi da esperti di comunicazione, studiando target , analizzando gli utenti per essere più performanti possibili . Una domanda nasce spontanea : oggi in Italia chi è il politico che maneggia meglio questi strumenti? senza dubbio Salvini e la sua lega che durante l'ultima campagna elettorale.hanno creato un sistema che controlla le reti social , analizza quali sono i post e i tweet che ottengono i migliori risultati, e che tipo di persone hanno interagito. In questo modo possono modificare la loro strategia attraverso la propaganda. Un esempio: pubblicano un post su Facebook in cui si parla di immigrazione, e il maggior numero di commenti è "i migranti ci tolgono il lavoro"? Il successivo post rafforzerà questa paura. I dirigenti leghisti hanno chiamato questo software La Bestia.
1 - 2 of 2
Showing 20 items per page