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denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
chinellato

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    La complessità sociale sta interrogandosi e interrogandoci sulla funzione dei nuovi media come componente costitutivo della vita pubblica e privata nel quotidiano dei minori. L'utilizzo di questi media contribuisce in modo determinante alla costruzione dell'identità personale e sociale. L'elemento portante di questa dimensione è il piacere che essi ricavano dal gioco. Nel presente bookmark si vuole porre l'attenzione sul divario tra l'educazione formale e il ruolo dei nuovi media. Tale divario può essere ridotto nel momento in cui l'educazione formale non rifiuta a priori i media ma li inserisce nella propria programmazione sfruttando le potenzialità creative e critiche allo stesso tempo. Attraverso questa nuova modalità di intendere l'educazione si aiutano i minori a modificare la loro condizione di puri consumatori facendoli diventare operatori di costruzione sociale condivisa.
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    L'articolo della Prof.ssa Gianna Cappello dell'Università degli Studi di Palermo affronta le sfide della Media Education e la responsabilità degli operatori del settore educativo. Il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea. Infatti, non va perduta l'occasione fornita dalla predisposizione dei ragazzi per l'utilizzo dei media e va corrisposta da parte degli educatori altrettanta attenzione all'evoluzione dell'educazione formale. La Media Education è lo strumento a disposizione degli educatori per garantire ai ragazzi di coniugare l'interesse per le loro esperienze mediali quotidiane con l'analisi critica della loro condizione di consumatori e cittadini nella cultura e nella società contemporanea.
saracatenaro

Narrowing the gaps? | David Buckingham - 1 views

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    L'articolo fa parte di un ambizioso progetto portato avanti da David Buckingham 'Childhood, Youth and Popular Culture Since 1945' che si propone di ricostruire storicamente il rapporto tra media e infanzia. Buckingham è professore, scrittore e pioniere della Media Education. Sul suo blog è possibile trovare questo ed altri articoli che fanno parte del progetto e una serie di contenuti video e contributi da scaricare. In particolare il testo 'Bridging the gaps? Sesame Street, race and educational disadvantage' analizza innovazione e criticità di un rivoluzionario programma televisivo andato in onda in America a metà degli anni '60, il Sesame Street, che si è proposto (grazie a Joan Ganz Cooney e alla Children's Television Workshop che hanno ideato il programma) di colmare il divario tra i bambini svantaggiati, in particolare di colore, e quelli del ceto medio. La Cooney ritiene questo obbiettivo fondamentale in quanto, come afferma "le risorse della scuola pubblica non sono adeguate… e il Laboratorio di Televisione per Ragazzi, potrebbe fornire una risposta immediata". Tenta di farlo rappresentando la diversità razziale e tentando di aumentare il rendimento scolastico dei bambini più emarginati. E' interessante come si sia ritenuto più utile investire in un progetto televisivo e non in un progetto educativo istituzionale, utilizzando come mezzo proprio la televisione, del quale negli '60 non si conoscevano ancora le potenzialità. Nonostante le innovative premesse che guidarono il progetto, non mancarono le criticità: il non aver visto nel gap dei bambini svantaggiati un problema più ampio in termini sociali e aver posto l'accento solo sul cognitivismo, ignorando aspetti più emotivi come l'autostima, o sociali come la tolleranza razziale. La TV del resto, a detta della stessa produzione, era un mezzo "adatto a vendere cose più che a incoraggiare il pensiero critico e non essendo un mezzo interattivo, poco adatto ad affrontare
bellimarino

Disparità di apprendimento in tempi di pandemia. La situazione in Svizzera. - 3 views

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    L'apprendimento a distanza non sembra essere risultato completamente efficace, almeno non come unica forma di apprendimento. In questo articolo si è cercato di analizzare la situazione nella realtà delle famiglie in Svizzera. Nonostante le differenze linguistiche e culturali il verdetto sembra essere unanime: la sola didattica a distanza crea o meglio, aumenta, delle differenze di approccio all'educazione scolastica che si ripercuotono senza appello sul livello di apprendimento del singolo studente. La differenza di tempo dedicata allo studio, ma anche la qualità sembrano troppo ampie per poter gestire dei programmi di apprendimento generali. Nota positiva: i genitori hanno aumentato l'apprezzamento del lavoro degli insegnanti e ai ragazzi é mancata molto la scuola come luogo di aggregazione e riconoscimento sociale.
jelenaferri

I principali social network utilizzati da Gen Z e Alpha nell' istruzione formale - 1 views

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    Questo articolo scientifico analizza l'uso dei social network sites (SNSs) nell'ambito dell'istruzione, concentrandosi sulle generazioni Z e Alpha, che sono cresciute con i social media. Attraverso una revisione sistematica di otto articoli pubblicati tra il 2019 e il 2023, l'articolo valuta l'impatto di piattaforme come WhatsApp, Twitter, Instagram e TikTok sulla scuola secondaria di secondo grado, esaminando aspetti quali motivazione, collaborazione, creatività e risultati. Si evidenzia la possibilità di integrare l'educazione informale tramite i social network con l'istruzione formale, offrendo una panoramica su come incorporare le comunità virtuali di pratica nei processi di insegnamento e apprendimento. Si sottolinea anche come le tecnologie digitali, incluso l'uso dei social media, stiano influenzando profondamente le abitudini e gli stili di vita delle generazioni Z e Alpha. Si menziona che, nonostante la pandemia da COVID-19 abbia accelerato l'adozione delle tecnologie mobili nella scuola, esiste ancora una certa resistenza nell'integrare i social media nell'ambiente educativo. Tuttavia, si riconosce che questi possono facilitare la formazione di comunità online dinamiche e collaborative, contrastando fenomeni negativi. L'articolo propone di colmare il divario nella ricerca scientifica sui social media come ambienti di apprendimento, esplorando metodologie come Media Education, Social Learning Network, Mobile Learning, e-learning, Microlearning e Distance Learning per identificare pratiche efficaci nell'istituire comunità di apprendimento virtuali tra studenti e docenti delle generazioni Z e Alpha.
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