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michelegiaconi2

View of La didattica universitaria a distanza durante e dopo la pandemia: impatto e pro... - 18 views

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    Anderson: definisce la didattica online come una tra le tante possibilità di insegnamento e apprendimento attualmente esistenti, avente come peculiarità la possibilità di offrire un accesso all'esperienza educativa più flessibile per quanto riguarda gli spazi e i tempi, dal momento che non implica la compresenza in un determinato luogo di docente e discenti e contempla la fruizione asincrona; tale caratteristica le consente di essere potenzialmente accessibile a un numero incredibilmente elevato di utenti, raggiungendo soggetti ai quali la frequenza a forme in presenza sarebbe preclusa, per motivi personali, lavorativi, economici, geografici . Sempre secondo Anderson, un ulteriore aspetto che la contraddistingue è il superamento del testo scritto come unico ambiente di apprendimento lineare e la proposta di un approccio multimediale, che sappia "abbandonare la logica sequenziale del manuale" per procedere in modo ipertestuale e reticolare, favorendo l'interazione tra i saperi e una concezione della conoscenza come costante costruzione e ridefinizione attuata dal soggetto in modo attivo, opportunamente sollecitato da stimoli provenienti sia dalla cosiddetta educazione formale, sia da quella informale e non formale. L'efficacia dei percorsi di e-Learning poggia in buona parte sul grado di autonomia che il fruitore sa esercitare e padroneggiare , in quanto egli stesso, libero da controlli e condizionamenti, è responsabile del successo del proprio processo di apprendimento. Arriverà speriamo il prima possibile, il tempo in cui verranno trovate e messe in atto contromisure al coronavirus "Covid-19" e assestamenti organizzativi e logistici efficaci al punto tale da consentire un ritorno alla piena frequentazione delle lezioni in presen
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Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

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    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
federicopt

Chi sono gli "hikikomori" in Italia - Il Post - 6 views

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    ITALIA MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE 2021 Chi sono gli "hikikomori" in Italia Cioè le persone che interrompono i contatti col mondo esterno e vivono in ritiro sociale: è un fenomeno presente da tempo ma finora poco studiato di Susanna Baggio In Italia negli ultimi anni si è sentito parlare sempre più spesso dei cosiddetti "hikikomori", ovvero persone che abbandonano progressivamente le attività scolastiche, extrascolastiche o lavorative per ritirarsi in isolamento nella loro casa o nella loro stanza per periodi prolungati di tempo, indicativamente da sei mesi fino a diversi anni. Le persone che vivono in ritiro sociale volontario rinunciano a poco a poco alle relazioni con chi aveva fatto parte della loro vita, talvolta anche con i familiari, e spesso occupano il tempo impegnandosi in varie attività su internet, per esempio tenendosi in contatto gli uni con gli altri su forum e chat o guardando film e serie tv. Questo fenomeno è stato individuato dapprima in Giappone, dove è diventato una questione sociale di rilievo, ma da almeno una quindicina d'anni è piuttosto presente anche in Italia, dove però è ancora molto poco studiato. Gli hikikomori sono stati spesso definiti "eremiti dei tempi moderni" e la loro situazione può dipendere da moltissimi fattori diversi. Il loro non è un disturbo riconosciuto a livello scientifico e va distinto anche dalle diverse psicopatologie alle quali può comunque essere collegato, come la depressione o la dipendenza da internet. È stato osservato perlopiù in società fortemente competitive e coinvolge soprattutto adolescenti e giovani adulti, motivo per cui negli ultimi anni hanno cominciato a interessarsene anche le scuole e le istituzioni. Un po' di storia Il termine hikikomori fu utilizzato per la prima volta nel 1998 dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito, che fuse i verbi "hiku" e "komoru", cioè ritirarsi e stare in disparte. Saito coniò questo termine per descrivere tutte quelle persone a
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    In questo articolo, Susanna Baggio affronta la tematica nata in Giappone e che si sta progressivamente diffondendo anche in Italia( al momento poco conosciuta e studiata). Tale sindrome, si esplica nell'isolamento e ritiro sociale che fa rinchiudere e isolare gli adolescenti e giovani adulti nella propria camera. L'autrice cerca di approfondire le varie sfaccettature del fenomeno, riportando dettagliatamente le varie opinioni di esperti. Questo tipo di problematica, a mio avviso, non va sottovalutata perché spesso è anche difficile affrontarla con chi ne è affetto, come riportato anche nell'articolo stesso in quanto loro rifiutano di farsi aiutare, negando addirittura di averla. Senza dubbio l'avvento della pandemia da covid19, ha accentuato tutto questo e non ha aiutato l'interazione tra genitori e figli, rendendo difficile il contenimento e l'argine del fenomeno stesso. A mio parere, per contrastare il fenomeno, bisognerebbe avere un costante dialogo in famiglia, non prendendo la tecnologia come baby sitter dei propri figli ma tenendo un dialogo costante con loro mantenendo un rapporto attivo, non si può criminalizzarle i soggetti ma bisogna avere un rapporto empatico e canali sempre aperti con loro, ricordiamoci che la tecnologia e le macchine, sono buone scoperte se semplificano la vita e aiutano l'essere umano. Le macchine, però, non devono e non dovranno mai sostituirsi all'empatia e alla bellezza delle relazioni e rapporti umani.
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