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nuovavita66

I DIRITTI DEL NATIVO DIGITALE - 4 views

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    Sempre più video di sensibilizzazione cercano di mettere in guardia bambini e famiglie rispetto ai pericoli delle tecnologie della comunicazione, in particolare di internet. Il Centro Studi Erickson ha voluto valorizzare un approccio innovativo, proposto dall'autrice del video, dott.ssa Maria Maura, che disegna letteralmente la tematica in una prospettiva diversa: quali sono i diritti dei bambini nati e cresciuti nell'Era Digitale? Nasce quindi un decalogo, disegnato e vocalizzato da un bambino, montato completamente grazie a un tablet, che rappresenta 10 importanti principi che tutti i genitori, gli educatori e gli insegnanti dovrebbero sempre tenere presenti. Il video è stato patrocinato dall'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza proprio con lo scopo di poter essere un veicolo di sensibilizzazione e una rapida guida rispetto a queste attualissime tematiche. Bisogna integrare "vecchio" e "nuovo", carta, matita, terra e pittura, ma anche non rinunciare ad App incredibili e alla possibilità di fare un video in modo facile e veloce, di scrivere una mail, di parlare in videochiamata con un'amico dall'altra parte del mondo...Ecco qui una proposta di Decalogo sui: I DIRITTI DEL NATIVO DIGITALE 1. Diritto ad accedere a carta, matita, mouse e touch-screen. 2. Diritto a non essere lasciato solo davanti ad uno schermo. 3. Diritto ad essere tutelato dagli abusi e alla protezione delle informazioni personali. 4. Diritto ad usare in modo critico e creativo le tecnologie senza farsi usare da esse. 5. Diritto ad avere amici veri nella realtà e contatti selezionati on-line. 6. Diritto all'uso di tutti i cinque sensi, la vista non basta. 7. Diritto a sporcarsi le mani e a lavarle prima di toccare un touch- screen. 8. Diritto ad essere guidato con calma, per orientarsi nei complessi intrecci della rete. 9. Diritto ad essere connesso alle cose migliori che la rete e i media possono offrire. 10. Diritto ad avere qualcuno che dica quando è ora di spegnere lo schermo.
emytir

Fake news e democrazia - 4 views

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    L'articolo, pubblicato su Medialaw - rivista di Diritto dei Media, nel 2019 è stato redatto da Eva Lehner Ricercatrice a tempo indeterminato e Professore aggregato dal 2005 nell'Università di Siena in Diritto Regionale (presso il DISPI) e dal 2016 in Istituzioni di Diritto Pubblico (presso il DISPOC). La Lehner ha partecipato a progetti nazionali ed internazionali di ricerca cofinanziati dal MIUR e alla curatela di volumi collattanei. Svolge ricerche nell'ambito del diritto costituzionale, elettorale e parlamentare, con particolare attenzione alla giustiziabilità dei diritti, al processo di integrazione europea e alle garanzie formali e sostanziali derivanti dalla forma di Stato democratico pluralista. La ricerca svolta dall'autrice, rappresenta un interessante disamina sul termine "fake news", sulla pluralità di significati che notizie così etichettate possono contenere, e sugli effetti che possono generare sulla vita sociale e politica di un paese. Valutando le varie forme di "Fake News", si può definire quanto labile sia il confine tra ciò che si può intendere come falso e ciò che veramente lo sia, quanto il sistema dell'informazione sia vittima e carnefice dell'informazione "Fake" e quanto, allo stesso modo gli Stati possano sfruttare o subire il flusso di informazioni che i nuova media consentono di far circolare in modo capillare all'interno di una comunità. Personalmente, la lettura dell'articolo, mi a confermato quanto complessa sia la questione "Fake News" e quanto poco efficaci possano essere i tentativi di regolarle. Ritengo che le "Fake News" siano un esempio della potenza dei nuovi Media, e che la Media Literacy sia uno strumento fondamentale per rapportarsi ad esse in modo criticamente costruttivo. Ritengo quindi che forse, più che le leggi, sia necessario un diverso approccio culturale per interpretare le notizie in circolazione e per comprendere la loro reale finalità, al di là dei dubbi sulla reale veridicità o meno.
saramucedola

Diritto all'educazione e nuove tecnologie. Sulla necessità di un approccio co... - 4 views

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    L' articolo vuole mostrare come l'avvento dei nuovi media e la grande distribuzione tra i giovani di nuove tecnologia debbano andare di pari passo, per quanto possibile, con gli ambienti e i processi educativi ed istruttivi. L'autore mette in risalto i pregi di delle nuove tecnologie come ad esempio l'e-learning e di come la tecnologia favorisca l'affermazione di un livello di didattica personalizzata oltre che permettere a milioni di individui di accedere ad un'esperienza ritagliata sulle proprie esigenze; cosi' come la possibilita' di avere una memoria ''esterna'', online e come questa memoria esterna possa favorire un approccio troppo frettoloso alle informazioni difettando l' attivita' di ricerca e di come le nuove tecnologie vadano ad influenzare i processi mentali ed il pensiero. Seppur vi sono dei rischi quali appunto quello di non allenare la memoria, e' anche vero che nessun sapere puo' chiudersi esclusivamente all'uso delle nuove tecnologie. L'educazione digitale rimane un terreno di dibattito e confronto che separa non solo insegnanti ed educatori ma anche giuristi, informatici e sociologi che provano ad orientarsi tra le possibili minacce e i vantaggi di cui i new media dispongono. Urge quindi un approccio ponderato ed equilibrato: il primo compito degli educatori e' quello di non affidare il controllo totale ai mezzi tecnologici omettendo di vigilare sui linguaggi, divulgazioni e contenuti, ciò che conta è cercare di favorire un'apertura consapevole verso le ICT, mantenendosi fedeli ai principi educativi e, al contempo, scongiurando l'adozione di atteggiamenti troppo ingenui oppure esageratamente critici. Emerge l'importanza di un'educazione che sappia guardare al digitale e che, al contempo, sia capace di farsi essa stessa digitale. L'informazione rispetto ai pericoli legati all'uso improprio dei mezzi e delle strumentazioni possono concretizzarsi solo nel caso in cui l'educatore si sottragga al
dtomassini

Le tre facce del Digital Divide - 2 views

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    Non tutte le persone hanno accesso alle tecnologie e il Digital Divide indica proprio l'esclusione digitale. Tra le categorie, i gruppi sociali esclusi sono: gli anziani, gli immigrati, le donne disoccupate e detenuti, disabili e persone con poca istruzione. Eppure, in Italia nel 2015 è stata approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet, la quale sancisce il "diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". E l'esclusione digitale "impedisce anche di usufruire al meglio dei diritti di cittadinanza e di partecipazione" L'esclusione digitale rende difficile accedere e/o integrarsi nel mondo del lavoro, della sanità, della vita quotidiana. Basta pensare alla prenotazione di prestazioni sanitarie, alla home banking, alla emissione di certificati. Ne è un esempio lo SPID non accessibile ad una persona anziana, poco istruita, senza l'aiuto di un figlio o nipote che possa aiutarla o alla riscossione della pensione di anzianità senza un conto bancario o postale al quale poter accedere tranquillamente da casa per gestirne i pagamenti delle utenze domestiche, e il tutto via internet. Tra le cause di questo divario tecnologico troviamo:  mancanza di una rete internet adeguata, scarsa velocità e costi eccessivi (quindi in ambito infrastrutturale);  scarse competenze digitali dovute a questioni generazionali, linguistiche, culturali, mancanza di supporti tecnologici, accesso a dispositivi e scarso reddito (si tratta di divario socioculturale);  assenza di connessione internet e/o centri di servizi e assistenza tecnica (caratteristiche territoriali).
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    Dovendo fare un excursus storico sul Digital Divide si individuano due tappe importanti: la prima risale agli anni '90 - con l'inizio del dibattito pubblico sulla inclusione digitale - e l'altra al 2012, quando l'ONU riconosce l'accesso al web come diritto fondamentale dell'uomo (*). Ogni stato membro è chiamato a promuovere e "facilitare" l'utilizzazione di internet. (*) la rete viene definita "una forza nell'accelerazione del progresso verso lo sviluppo nelle sue varie forme". E nel 2015 in Italia nel 2015 viene approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet. Tale documento sancisce quel diritto di accedere ad internet in "condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". Nonostante le premesse di cui sopra e nonostante una rilevante transazione digitale, l'Italia: - è posizionata al terzultimo posto fra i ventotto Stati membri, secondo il DESI (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione Europea - 2020 - 1/3 delle famiglie italiane non ha ancora a disposizione un computer e/o l'accesso a Internet da casa secondo un rapporto ISTAT BES del 2020 (Benessere equo e sostenibile). Tale divario è fortemente legato a fattori socio-economici-culturali e soprattutto nel Sud Italia. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede di realizzare formazione digitale con destinati 250 milioni di euro e di portare all'inclusione circa il 70% della popolazione entro il 2026. Testo integrale dell'articolo al link riportato all'item URL.
alesalerno

Preadolescenti e smartphone | Labalestra | International Journal of Developme... - 5 views

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    L'articolo ha come oggetto la preadolescenza e lo smartphone. L'uso di tablet o smartphone a questa età viene considerata un'attività naturale dei ragazzi già alla nascita ("digital born").C'è chi ritiene che utilizzare lo smartphone a 11 anni sia prematuro poiché i giovani non hanno acquisito ancora gli strumenti cognitivi per farne buon uso e chi ritiene che sia una sicurezza per coloro che lo possiedono. I giovani manifestano la necessità di essere connessi a qualcosa o qualcuno, il bisogno di far parte di un gruppo che li accetti e accolga e non permetta loro di soffrire l'esclusione o il disinteresse. Per questo i ragazzi cominciano a reclamare il diritto alla privacy inserendo codici di blocco.Ma possedere uno smartphone non sempre significa conoscerne le potenzialità ed i rischi. I ragazzi hanno bisogno di comunicare e lo fanno attraverso uno schermo, hanno la necessità di condividere in rete emozioni, i pensieri, l'immagine di sé, ma spesso attuano un uso improprio e pericoloso di tali strumenti. Questo anche perché da ciò che emerso, intervistando le famiglie, il posto occupato dalle ICT non è percepito come critico solo una piccola percentuale di genitori ne permette l'uso con regole. La connessione non è solo prerogativa dei giovani, ma anche dei genitori che si sentono più tranquilli potendo ritracciare i propri figli quando sono lontani. E' difficile controllare gli accessi alle applicazioni poiché i ragazzi possono farlo inserendo false identità. E' come è possibile spiegare ad un bambino di 11 anni i comportamenti virtuali di una chat ? Credo sia importante che i genitori, nella consapevolezza della difficoltà che incontreranno nel voler controllare ciò che fanno figli, spesso più preparati di loro nell'utilizzo di tali strumenti, dovrebbero adeguarsi tempi e più che mettere in pratica regole restrittive, condividere con i ragazzi le loro esperienze virtuali e spiegare le conseguenze reali e non, dei loro comportamenti in rete.
danielabauducco

Il medium è il messaggio? Sì, anche per gli adulti! Ovvero, la media educatio... - 5 views

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    Questo articolo di Annalisa Fabris del 26/09/2018 approfondisce la famosa previsione di Marshall McLuhan "il medium è il messaggio", sottolineando la necessità di formazione mediale anche per gli adulti e gli anziani in un'ottica di longlife-learning. Un approccio consapevole all'utilizzo dei media consente infatti non solo l'esercizio critico ma anche la maggiore capacità di comprendere la crescente complessità della realtà ed i mutamenti sociali, prerogative tipiche della maturità.
orlandovaleria

Questioni di Media - 4 views

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    Il ruolo dei media nella società contemporanea è fondamentale, tanto da farla definire come una società dell'informazione e della comunicazione. Un simile scenario riconosce sicuramente nuove opportunità: una maggiore disponibilità dell'informazione, una maggiore possibilità di comunicazione che abbatte le distanze, il superamento delle chiusure localistiche e la costruzione di una cittadinanza universale. Comporta però anche la registrazione di una serie di problemi ed attenzioni: il rischio di un indebolimento della soggettività, il rapporto tra accesso all'informazione e giustizia, il diritto alla verità delle informazioni e la tutela delle relazioni interpersonali. Ma cos'è la media education? E' un'attività, educativa e didattica, finalizzata a sviluppare nei giovani una informazione e comprensione critica circa la natura e le categorie dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire messaggi e produrre senso, i generi e i linguaggi specifici. McLuhan già nel corso degli anni Sessanta, aveva intuito che i sistemi di informazione elettronica avrebbero modificato in profondità i sentimenti e la coscienza dell'uomo; egli vedeva nelle tecnologie della comunicazione forme di estensione del sistema nervoso centrale. Ogni individuo oggi deve fare i conti con una complessità di fattori che non è stato preparato a gestire. La gestione degli strumenti tecnologici viene, infatti, troppo spesso assimilata e confusa con la semplice acquisizione delle competenze tecniche di funzionamento di un certo strumento.
CARMELA BELLAVIA

Social network e nuovi media, fra rischi e potenzialità - 4 views

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    3 marzo 2014 - Scienza e tecnologia "I bambini vengono educati da quello che gli adulti sono, non da ciò che dicono" (Carl Jung) Il Centro Infanzia Adolescenza Famiglie "Edda Fagni" (CIAF) del Comune di Livorno ha posto al centro della sua mission il lavoro con le famiglie, le scuole, i bambini e i ragazzi, guardando a una prevenzione primaria delle varie, possibili forme di disagio relazionale, con particolare attenzione ai "climi" delle classi. Nel corso dell'attuale anno scolastico, in collaborazione con Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Toscana - Sezione di Livorno e con il Progetto Trool (Tutti i Ragazzi Ora On Line) della Regione Toscana/Istituto degli Innocenti, per la scuola primaria è stato attivato il Progetto "Sicuri in rete" in cui nei laboratori per genitori/figli attraverso attività creative si offre l'opportunità di condividere esperienze concrete di gestione consapevole di ciò che si incontra in rete, mettendo in evidenza il valore dei contenuti e dei buoni comportamenti da promuovere nella rete stessa. Per la scuola secondaria di secondo grado è stato attivato il progetto "Uso consapevole del web e delle nuove tecnologie" rivolto ai ragazzi e agli adulti coinvolti nella loro tutela (genitori ed insegnanti) per promuove una "navigazione" responsabile e consapevole attraverso incontri-laboratorio sull'uso dei social network, sulla privacy e sul diritto d'autore. La metodologia del progetto prevede interventi della pedagogista del CIAF, degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sezione di Livorno e dei media educatori del Progetto TROOL. I contenuti affrontati durante il progetto sono: Le comunità e i gruppi di ragazzi si trasformano con la mediazione di internet: pregi e difetti L'accesso alla rete (da computer e da smartphone) e il suo utilizzo consapevole i vantaggi e le insidie della rete per i preadolescenti fornire informazioni per la prevenzione di forme di cybe
mromano8

La sfida della Trasparenza e la Democrazia 3.0 - 1 views

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    Alberto Bitonto docente Teoria politica all'università svizzera italiana sottolinea l'importanza di attuare un processo di trasformazione legato all'innovazione culturale . Espone un concetto chiave in cui le due dimensioni Trasparenza e Democrazia 3.0 sono strettamente collegate tra loro . Freedom of Information Act (FOIA) è la legge che tutela la libertà d'informazione e il diritto d'accesso agli atti amministrativi accesso civico . Il dirittto ai cittadini ad accedere a tutti i dati ed essere messi a conoscenza dei temi legati all'ambiente , alla salute ,alla sicurezza edilizia .La sfida consiste nel migliorare la qualità della trasparenza . Un approccio più realistico ,scientifico e consapevole che migliora il processo decisionale e le dicisioni pubbliche. I cittadini ,le imprese e le associazioni possono indicare alle istituzioni le criticità ed i bisogni, ma allo stesso tempo sono portatori di soluzioni . La Trasparenza vista come metodo e strumento d'inclusione che conduce alla partecipazione attiva e alla collaborazione .I cittadini sono motivati a contribuire e danno importanza al loro contributo . Costruire società migliore attraverso la Trasparenza e l'Open Government rappresenta una grande opportunità nel creare nuovi spazi aperti in cui è presente una intelliggenza collettiva.
ivanamantero

Il Calvino Rampante - Netlit - 2 views

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    La produzione e la simulazione sono delle tecniche didattiche della media education che più facilmente incontrano l'entusiasmo degli studenti.L'uso pratico delle tecnologie dei media offre il modo più diretto ed efficace per lo studio di un determinato argomento.Il lavoro di produzione dei testi mediali spesso implica una collaborazione in gruppo che deve essere acquisita in modo strutturato e graduale. I ragazzi apprendono abilità comunicative, di gestione del tempo,di cooperazione, la media education permette ai discenti di imparare a esprimere se stessi a livello creativo e ad usare i media per comunicare e riflettere su aspetti importanti della realtà. Io ho voluto condividere questo link riguardante un'esperienza di studenti del Liceo Calvino di Genova riguardante un format radiofonico. E' un'attività di produzione , riflessione,comunicazione riguardante l'articolo 17 della Direttiva Europea sul diritto d'autore.Questa attività è stata organizzata grazie a Netlit media Literacy, un network nazionale dedicato all'educazione all'uso consapevole dei media, produttore e distributore di trasmissioni radiofoniche di informazione, cultura musica. I ragazzi sono stati protagonisti e conduttori di una trasmissione radiofonica rivolta a insegnanti e pari riguardante l'articolo 17. Esso riguarda l'utilizzo di contenuti online da parte dei creatori ed è diviso in 10 punti. I primi tre determinano i rapporti tra i creatori di contenuti e i suoi fruitori in base allo scopo del servizio, se ricreativo o di lavoro. Dal quarto al sesto riguarda i per messi che vengono forniti a chi riutilizza un contenuto di un altro creatore.Specifica le regole di controllo e di sanzioni in caso di violazione di tali regole.Gli ultimi quattro impongono a ogni servizio di condivisione come YuoTube o Facebook, l'istituzione di un algoritmo di controllo che rimuova o prevenga il caricamento di opere che non rispettino il copyright. Questo articolo è stato approvato nel 2019 con modifiche
macrillocarmela169

Didattica a distanza. - 1 views

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    L'autore dell'articolo, del 17 Marzo 2020 del Sole 24 Ore, richiama sicuramente l'attenzione, su quello che da un mese a questa parte, si sta vivendo nel mondo. La didattica a distanza rappresenta una nuova modalità senz'altro innovativa, di fare scuola. E' per certi versi una sorta di "salvagente" che poi finisce con "il salvare tutti", insegnanti, studenti, famiglie. Questa nuova modalità punta a promuovere un'interazione con gli studenti, garantendo loro il diritto allo studio oltre che quella continuità che per forze maggiori è stata drasticamente, interrotta. Il docente in questa formazione a distanza, guida i suoi alunni prospettandogli una vasta gamma di scelte per apprendere, che siano video lezioni preregistrate, giochi interattivi educativi o videoconferenze, accompagnandolo in una bolla "artificiale" che però gli trasmette "sapere", utilizzando al massimo la tecnologia, come supporto in grado di farli sentire autori, scrittori produttori del proprio "cache" di conoscenze. E' come se la tecnologia oggi stia facendo indossare l'abito giusto all' Istruzione, quello che senza dubbio è importante avere nel "guardaroba" per sentirsi parte integrante di una community virtuale.
barbara12345

"Media Education: più' consapevolezza,piu'opportunita',piu'futuro - 2 views

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    Al convegno voluto dalla ministra dell'istruzione Azzolina(Febbraio 2020) e' emersa l'urgenza di una educazione ai media che partisse dalla scuola.Come il ministero intende affrontare questa urgenza? Partendo dall'ascolto e dal dialogo portando al centro la formazione a scuola. Docenti universitari hanno portato il loro contributo fornendo spunti per iniziare questa educazione.Si chiede alla politica di dare il buon esempio per l'uso responsabile dei media, ci sono molti strumenti digitali, ma come ci dobbiamo educare oggi? Il governo deve fornire dei punti di riferimento agli insegnati . Come cogliere le opportunita'? Opportunita' che non sono solo lavorative ma riguardano anche la cittadinanza , cioe' la consapevolezza di avere il diritto di costruire e di esercitare il proprio pensiero critico. I media come forme culturali , come linguaggio , come oggetto di studio che richiedono competenze . Queste competenze dovranno sostenere lo studente nella codifica e nella comprensione delle forme testuali che sempre piu' sono fuori dalle scuole nei terzi spazi.I ragazzi elaborano i significati in questi spazi in cui i testi sono mischiati con la vita di tutti i giorni.
sofia-cacciatore

Non solo marketing. L'ecosistema YouTube come opportunità per l'autonarrazion... - 2 views

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    Questo saggio evidenzia una caratteristica positiva di YouTube: un'occasione concessa a tutti di narrare le proprie esperienze e di essere se stessi. Il saggio dimostra come YouTube non faccia differenze di età, sesso e genere ma è completamente accessibile a chiunque. All'interno di YouTube si formano delle comunità connesse, si sperimenta la propria identità personale, professionale e il proprio orientamento sessuale ma in particolare il saggio mostra la condizione della comunità disabile che grazie al potere di YouTube riesce a costruire autonomamente le proprie narrazioni, raccontando gli stereotipi e i pregiudizi che fronteggiano tutti i giorni e si rivelano orgogliosi di essere disabili, rivendicando il loro diritto ad essere visti come esseri umani a pieno titolo.
sabrinaf-

Cittadinanza digitale | Educazione civica | Rai Scuola - 1 views

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    Quando si parla di cittadinanza digitale ci si riferisce alla capacità - e alla possibilità - per i cittadini di partecipare alla società attraverso mezzi e strumenti digitali. Il focus si centra sulla creazione di nuove modalità d'accesso a servizi già esistenti e la creazione di nuovi servizi. In una realtà sempre più informatizzata, oggi essere cittadini digitali significa partecipare alla vita pubblica usando in modo consapevole gli strumenti tecnologici, in un'ottica di sviluppo del pensiero critico. Significa saper effettuare pagamenti elettronici e poter dialogare con i servizi online della Pubblica Amministrazione. Significa rispettare un galateo digitale nei social network, essere in grado di proteggersi dalle truffe in rete e osservare norme come il rispetto della privacy e del diritto d'autore. Ma non è un percorso senza ostacoli, primo fra tutti il "digital divide" ovvero il divario fra chi ha accesso a Internet e chi invece, per scelta o meno, non ce l'ha. Questo video, rivolto principalmente agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, spiega, secondo me, in maniera chiara e comprensibile i concetti che sono alla base della cittadinanza digitale. Trovo che la scelta di usare un video per spiegare il significato di cittadinanza digitale piuttosto che un altro mezzo di comunicazione sia strategica in quanto ci si rivolge soprattutto a fruitori di giovane età abituati ad acquisire informazioni attraverso canali digitali piuttosto che attraverso altri canali ormai obsoleti.
lindamalatesta

Data commons: privacy e cybersecurity sono diritti umani fondamentali | Rivista i... - 6 views

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    In questo articolo, l'autore discute l'importanza della privacy nell'era digitale e quante persone ancora non apprezzano la privacy dei propri dati personali nonostante la disponibilità del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). L'articolo sostiene che i dati sono "l'oro e il petrolio" dell'umanità connessa e la corretta gestione dei dati personali è fondamentale per la libertà quotidiana di scelta. L'autore evidenzia i pericoli del divario digitale, in cui alcuni individui sono in grado di controllare e proteggere i propri dati personali, mentre altri non sono in grado di farlo. L'articolo discute anche di come potenti algoritmi, attraverso l'uso di tecniche come la psicometria, consentano alle piattaforme di raccogliere e trarre profitto dai dati personali, portando a un nuovo feudalesimo digitale. Lo scandalo di Cambridge Analytica è presentato come un esempio di violazione dei dati e di come le piattaforme possono utilizzare i dati personali per indirizzare individui specifici con messaggi che rafforzano le loro convinzioni esistenti.
saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
astrobaldo

I media ai tempi della pandemia - 12 views

Dovendo stabilire i rischi ed i benefici delle informazioni dei media mi è sembrato opportuno paragonarlo ai tempi della pandemia da covid.La domanda che sorge spontanea e' se i media hanno dato in...

started by astrobaldo on 09 Oct 24 no follow-up yet
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