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dtomassini

Le tre facce del Digital Divide - 2 views

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    Non tutte le persone hanno accesso alle tecnologie e il Digital Divide indica proprio l'esclusione digitale. Tra le categorie, i gruppi sociali esclusi sono: gli anziani, gli immigrati, le donne disoccupate e detenuti, disabili e persone con poca istruzione. Eppure, in Italia nel 2015 è stata approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet, la quale sancisce il "diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". E l'esclusione digitale "impedisce anche di usufruire al meglio dei diritti di cittadinanza e di partecipazione" L'esclusione digitale rende difficile accedere e/o integrarsi nel mondo del lavoro, della sanità, della vita quotidiana. Basta pensare alla prenotazione di prestazioni sanitarie, alla home banking, alla emissione di certificati. Ne è un esempio lo SPID non accessibile ad una persona anziana, poco istruita, senza l'aiuto di un figlio o nipote che possa aiutarla o alla riscossione della pensione di anzianità senza un conto bancario o postale al quale poter accedere tranquillamente da casa per gestirne i pagamenti delle utenze domestiche, e il tutto via internet. Tra le cause di questo divario tecnologico troviamo:  mancanza di una rete internet adeguata, scarsa velocità e costi eccessivi (quindi in ambito infrastrutturale);  scarse competenze digitali dovute a questioni generazionali, linguistiche, culturali, mancanza di supporti tecnologici, accesso a dispositivi e scarso reddito (si tratta di divario socioculturale);  assenza di connessione internet e/o centri di servizi e assistenza tecnica (caratteristiche territoriali).
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    Dovendo fare un excursus storico sul Digital Divide si individuano due tappe importanti: la prima risale agli anni '90 - con l'inizio del dibattito pubblico sulla inclusione digitale - e l'altra al 2012, quando l'ONU riconosce l'accesso al web come diritto fondamentale dell'uomo (*). Ogni stato membro è chiamato a promuovere e "facilitare" l'utilizzazione di internet. (*) la rete viene definita "una forza nell'accelerazione del progresso verso lo sviluppo nelle sue varie forme". E nel 2015 in Italia nel 2015 viene approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet. Tale documento sancisce quel diritto di accedere ad internet in "condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". Nonostante le premesse di cui sopra e nonostante una rilevante transazione digitale, l'Italia: - è posizionata al terzultimo posto fra i ventotto Stati membri, secondo il DESI (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione Europea - 2020 - 1/3 delle famiglie italiane non ha ancora a disposizione un computer e/o l'accesso a Internet da casa secondo un rapporto ISTAT BES del 2020 (Benessere equo e sostenibile). Tale divario è fortemente legato a fattori socio-economici-culturali e soprattutto nel Sud Italia. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede di realizzare formazione digitale con destinati 250 milioni di euro e di portare all'inclusione circa il 70% della popolazione entro il 2026. Testo integrale dell'articolo al link riportato all'item URL.
desolina71

Social Media e Schermo Cambiano il Cervello? - 10 views

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    Grazie Desi della condivisione di questo articolo. Trovo molto interessante che stiano cercando di definire un documento interdisciplinare con le opinioni di esperti in diverse discipline
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    La scelta dell'articolo nasce da uno spunto di riflessione legato alla mia esperienza lavorativa come docente, tra i banchi di scuola ho potuto vedere l'evoluzione e il condizionamento che i media e successivamente i social media hanno avuto negli alunni i quali nel corso del tempo hanno manifestato problematiche soprattutto relative all'aspetto sociale, cognitivo ed emotivo e non ultimo attentivo, in parte ciò dagli studi scientifici viene attribuito anche all'uso, ma oserei dire talvolta mal uso e abuso dei mezzi digitali. Da decenni schermi televisivi, social media, era digitale influenzano l'interpretazione umana, la percezione, l'attribuzione di significati, ma negli ultimi anni in maniera ancora più massiccia e pressante. È curioso il dato emerso nell'articolo "Social media e schermo cambiano il cervello?" a cura Derrick de Kerckhove e altri studiosi dei media digitali. In tanti sottolineano il fatto che da più parti si lamenta la ridotta capacità di attenzione e l'influenza nei processi di memoria da parte nei giovani che utilizzano in maniera eccessiva dell'informazione digitale, ciò è sentito anche e soprattutto negli ambienti educativi, essendo l'attenzione un'abilità indispensabile per l'apprendimento ciò preoccupa non poco gli educatori. Dall'incontro a Roma fra i più grandi studiosi della scienza dei media emerge il bisogno di educare sempre più consapevolmente le persone all'uso dei media attraverso un lavoro di regole d'uso e di corretta informazione.
pminichiello

Alfabetizzazione digitale d'Italia, missione urgente e necessaria - 6 views

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    L'autore dell'articolo, del 6 dicembre 2019 del sole 24 ore, richiama l'attenzione alla necessità di alfabetizzare digitalmente l'Italia. Rispetto al 28 paesi europei sono stati fatti finora passi avanti sul fronte della copertura a banda larga e veloce e lentamente ma a buon punto per lo spetto 5G. Rimane invece indietro nella classifica per quel che riguarda il numero dei cittadini capaci di utilizzare al meglio Internet o di famiglie che addirittura non posseggono una connessione; l'articolo riporta i dati del Desi, l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società con la classifica Censis 2018, di capacità di utilizzo di internet da parte dei cittadini. Il commissario straordinario per il digitale Luca Attias, ha portato avanti il lavoro di Diego Piacentini e il suo team per lo sviluppo di servizi pubblici digitali usufruibili facilmente dai cittadini. Inoltre lo stesso Attias e collaboratori sono riusciti a portare il tema del digitale nell'agenda del Governo affinché se ne prenda atto nella politica e nella pubblica amministrazione e lanciando l'iniziativa Repubblica Digitale per lo sviluppo nella popolazione del corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali. L'ulteriore sfida è quella di introdurre stabilmente il digitale nelle scuole anche con docenti competenti e specializzati. Mario Mezzanzanica, dell'università Bicocca di Milano, sostiene che la scuola che dovrebbe essere fra le prime ad occuparsi di alfabetizzazione digitale è rimasta un po' indietro ma sono nate già diverse iniziative, anche se in fase sperimentale, di aziende, privati e università che se ne occupano. Quella di aumentare l'alfabetizzazione e le competenze digitali, rimane per Mezzanzanica una esigenza urgente, poiché rientrano fra le esigenze di inclusioni sociali ed economiche del nostro paese, che con il 5G diventeranno sempre più all'avanguardia. La nota positiva è che molte aziende italiane dedite all'export, sono già in grado di utilizzare i softwa
annaserroni

Divari digitali e disuguaglianze in Italia prima e durante il Covid-19 - 4 views

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    Chi ha accesso ad internet e sa come usarlo, e chi no: è il divario digitale che riguarda non solo i cittadini ma anche vari settori della pubblica amministrazione e del privato, come ha reso evidente la crisi Covid-19. Donatella Selva analizza la prospettiva sociale del divario digitale, legata alle competenze digitali, alla media literacy e all'inclusione. Nell'articolo confronta i dati del posizionamento dell'Italia rispetto all'indice Desi 2020 che misura la "performance digitale" attraverso cinque dimensioni: connettività, capitale umano, uso di servizi digitali, integrazione della tecnologia digitale, servizi pubblici digitali. La crisi sanitaria ha esacerbato le condizioni di deprivazione di alcuni servizi connessi ai diritti fondamentali dei cittadini, come la scuola, e le differenze di accesso ai servizi digitali in base al reddito delle famiglie. L'attenzione si è spostata dai problemi infrastrutturali ad un ambito più politicizzato e attento agli squilibri socio-economici e all'importanza di una maggiore responsabilizzazione dei cittadini nell'uso dei media digitali. SELVA, D. (2020). Divari digitali e disuguaglianze in Italia prima e durante il Covid-19. Culture e Studi del Sociale, 5(2), 463-483
giovannicipriani

Piano d'azione europeo per l'istruzione digitale 2021-2027 - 4 views

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    L'articolo pubblicato il 24/10/2022 su www.latteseditori.it, a cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi, vuole presentare il "Piano d'azione europeo per l'istruzione digitale 2021-2027". L'articolo presenta alcuni dati rilevati dal rapporto DESI del 2020 relativi ai livelli di alfabetizzazione digitale dei cittadini europei, ponendo l'accento sulla situazione dell'Italia, che ci vede all'ultimo posto in Europa. In seguito si focalizza sul piano d'azione per l'istruzione digitale attivato dalla comunità europea, che non punta a sostituire la normale attività in presenza, considerata più efficace, ma a fornire strumenti di rinforzo e potenziamento dell'apprendimento tramite le tecnologie digitali. Si pone infine l'attenzione su come sia necessario per il futuro trovare strategie che garantiscano inclusione e accessibilità all'istruzione digitale.
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