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mcoletta1

Social Media and Italian Universities: An Empirical Study on the Adoption and Use of Fa... - 5 views

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    Da uno studio effettuato sugli atenei italiani emerge che poco più della metà è presente su almeno un social media. Negli atenei quindi è in corso un ormai inevitabile processo di revisione del sistema di comunicazione interna ed esterna. Strumenti interattivi, blog, social media stanno diventando gli strumenti per comunicare con studenti e altre istituzioni. I siti universitari si stanno rivelando strategici nell'ambito dell'istruzione superiore al punto che il malfunzionamento del sito a volte è percepito dagli studenti come malfunzionamento della stessa università. Inizialmente i siti universitari erano strumenti di comunicazione univoca ora sono nodi di interazione che accelerano i processi di scambio e aumentano il senso di appartenenza. Gli atenei iniziano ad essere presenti anche sui social media vista l'elevata preferenza mostrata dagli studenti (l'86% li usa). L'effetto di questa presenza è stato analizzato in differenti contesti (uso come strumenti strategici, monitoraggio servizi o ascolto alle necessità degli studenti). È emerso che la maggioranza degli studenti (72.77%) richiedono alla loro università di essere su Facebook per avere veloce accesso ad informazioni aggiornate . Ancora poco è stato fatto in Italia e per misurare quanto è stato proposto un indice di performance dell'utilizzo dei social media da parte delle università facilmente applicabile a un largo numero di istituzioni. Si tratta dell' USMPI che valuta la presenza e le performance degli atenei sui social media interrelando una serie di metriche e rapportandone alcune alla dimensione dell'ateneo. I risultati mostrano che l'apertura di uno spazio ufficiale su una delle differenti piattaforme sembra essere concepita come parte di una strategia articolata piuttosto che un evento sporadico. A livello quantitativo il 67.4% delle istituzioni è presente su più di una piattaforma. Se ne viene scelta una è spesso Facebook (56.2%), fanno seguito Youtube e Twitter.
robertomedia

Come i Social Media riflettono e amplificano il Narcisismo - 5 views

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    Un team di ricercatori della University of Michighan nel 2013 ha studiato la relazione tra narcisismo e tempo dedicato all'utilizzo dei social media, in modo particolare Facebook e Twitter, reclutando studenti universitari ed un gruppo di adulti, quest'ultimi presi tramite sondaggio on line su Internet. Da tale ricerca incrociata si evince che studenti e adulti utilizzano i social media in modo diverso per aumentare il loro ego e controllare la loro immagine sociale. Si riscontra una differenza anche nel mezzo utilizzato da parte dei due gruppi di controllo. Tra i narcisiti adulti si osserva un utilizzo maggiore di Facebook per curare la propria immagine ed ottenere approvazione, come specchio della propria personalità. Mentre nel gruppo dei narcisisti universitari si riscontra una maggiore frequenza di scelta di Twitter, utilizzato come megafono della propria personalità, che permette di amplificare l'importanza delle proprie opinioni espresse su qualsiasi tema di interesse. Purtroppo la ricerca non porta a determinare bene una direzione di casualità, cioè non sappiamo se il narcisismo porti ad uno maggiore utilizzo dei social media o se sia proprio l'uso dei social media a favorire il narcisismo.
mvoltan

In che modo i social media stanno ri-modellando il sistema scolastico - 5 views

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    Questo articolo è stato pubblicato sul sito del centro ricerca per l'impatto sociale della comunicazione della Georgetown University Washington D.C. È interessante perché parte da un dato di fatto, ossia che i social media sono presenti nella nostra vita e che stanno cambiando il nostro modo di vivere e pertanto stanno rimodellando tanti aspetti uno di questi il nostro sistema educativo anche senza venga messo nel programma, non si tratta di analizzare aspetti morali o altro ma di osservare il dato di fatto che coinvolge genitori, insegnanti e studenti. Una domanda che si pone l'autrice dell'articolo è proprio questa: dato che i ragazzi dedicano molto tempo ai social media perché non consentire loro di usarli anche durante l'orario di scuola indirizzandoli in una attività didattica? Fa un esempio di come alcuni studenti di una contea hanno dibattuto sulla meieosi su Twitter utilizzando uno specifico hashtag, in questo modo hanno imparato ad usare un social in modo diverso, si sono divertiti e hanno studiato biologia. Prof. Carla Dowson dell'Università Cattolica di Cordoba sottolinea che anche se ci sono resistenze il nuovo trend diventerà uno standard. Importante in questo processo è il coinvolgimento della relazione non solo con gli studenti ma tra insegnati e genitori.
beatricefocardi

Smartphone and social media use contributed to individual tendencies towards social med... - 2 views

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    Questo articolo riprende un'estratto dal manuale " Addictive Behaviors" a cura di Davide Marengo ,Matteo Angelo Fabris, Claudio Longobardi e Michele Settanni. Che hanno voluto evidenziare come l'uso degli smartphone e dei social media negli adolescenti italiani, sia peggiorato durante la pandemia di Covid-19 e su come l'istruzione a distanza abbia incrementato ancora di più a una dipendenza dai social media e quali in particolare. Secondo la teoria della compensazione sociale (Valkenburg, Schouten, & Peter, 2005), quando gli adolescenti percepiscono la loro realtà come socialmente deludente , possono ripararsi dietro ai social media come alternativa per mantenere e formare nuovi legami sociali (Badenes-Ribera et al. , 2019, O'Day e Heimberg, 2021). Quindi se da una parte internet accorcia le distanze e riduce la solitudine dall'altra il rischio di dipendenza dai social media si trova dietro l'angolo. Uno studio ha condotto un'esperimento su un campione da 765 adolescenti italiani tra maschi e femmine , che hanno riferito di utilizzare lo smartphone in particolare le piattaforme : Instagram , Snapchat , Telegram , Youtube ,WhatsApp, Tik Tok , Twitter. I risultati hanno riportato che tutti i soggetti che usufruiscono solamente delle piattaforme : WhatsApp, Youtube hanno una minore dipendenza dai social , rispetto ai coetanei che utilizzano piattaforme come : Instagram, Twitter, rivelandosi i più forti predittori della dipendenza dai social media seguiti poi da Facebook e Tik Tok. Concludendo che però l'applicazione più avvincente di tutte durante la pandemia è stata Tik Tok ,mettendo senza dubbio in ombra altre app popolari con offerte visive simili.
maricaguida

Lo sviluppo dei Social Network - Fenomeno di socializzazione o alienazione? - 5 views

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    L'articolo in questione parla dei social network i quali, ormai è sotto gli occhi di tutti, hanno effetti sul sentire e sul pensare, cambiano i rapporti che si hanno con sé stessi e gli altri: essi diventano più diretti, più facili ma anche più mediati e di conseguenza meno genuini. Ormai Facebook, Twitter o Instagram (per citarne alcuni) sono entrati nel nostro quotidiano portando con loro molte relazioni interpersonali che vanno a sottolineare la differenza con blog, chat e forum tipici del Web 1.0. Va da sé che questi nuovi strumenti tecnologici hanno reso al limite dell'obsoleto le forme d'interazione tradizionali. Punti di forza sono la facile accessibilità ed il semplice utilizzo. Tuttavia, se è vero che ci danno la sensazione di essere più sociali, non ci garantiscono questo risultato: basti pensare che spesso, quando accediamo ad un social network, lo facciamo in solitudine. Alcune ricerche svolte sui Social Network mostrano che questi coinvolgono tutte le fasce d'età, con predilezione degli adolescenti, ed inoltre in molti hanno confessato di avervi trovato addirittura l'anima gemella. I motivi che portano all'utilizzo variano dal divertimento all'inclusione sociale: i più estroversi aumentano la loro posizione sociale mentre gli introversi aiutano sé stessi a relazionarsi. Ad ogni modo internet, anche con questi strumenti, si conferma un luogo dove rifugiarsi dal mondo reale, dove si possono facilmente superare le difficoltà di comunicazione, trovando quindi una forte utilità. E' utile sottolineare infine che, vista l'alternanza di pregi e difetti, evidenziati da molti punti di vista, come ogni strumento il Social Network va maneggiato con cura.
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    Questo articolo parla dei social network e degli effetti che possono avere su se stessi ma anche sugli altri. I social network portano sicuramente vantaggi come maggiore socializzazione, aumentano l'autostima di chi li utilizza (probabilmente anche perchè non consentono lo stesso contatto che consentirebbe invece il famoso "contatto fisico"), facilitano le relazioni. Tuttavia hanno grandemente modificato le forme di interazione tradizionali. I social Network non hanno un target specifico, anzi, coinvolgono tutte le fasce d'età , in maniera particolare quella degli adolescenti che risultano essere i più attratti da questi nuovi "meccanismi mediatici". In questo articolo pertanto sono presentati vantaggi e svantaggi di questi social network che andrebbero maneggiati con molta cautela.
maripedretto

Il Digital Video Sharing come pratica educativa - 3 views

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    Ho trovato in rete questo articolo del Prof. Filippo Ceretti, dell'Università di Bolzano, che affronta il tema delle condivisioni in rete dei video, tema molto diffuso, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che viene indicato con il nome di digital video sharing. Il fenomeno, grazie alla sempre maggiore facilità di produzione (soprattutto attraverso la foto-videocamera del cellulare) e alle comode possibilità di trasmissione dei propri contenuti attraverso i blog e le piattaforme social, come Facebook, Twitter, Youtube, è divenuto dilagante. Questo articolo lo considera da un punto di vista prettamente educativo ed evidenzia come tale pratica possa essere messa al servizio della costruzione e trasmissione culturale. Si avvicina all'idea di "Educare i Media", rispetto a "Educare ai Media" si tratta di una ricerca ancora in corso ma, a mio avviso, interessante.
nicolagalletti2

FOMO Addiction: The Fear of Missing Out - 2 views

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    Non ci sono ancora studi ben definiti sulla Fomo, in Italia, ma trovo che sia un argomento di estremo interesse che merita una discussione approfondita. La Fomo (fear of missing out) è una patologia che esiste da sempre, ma che con l'avvento dei social network ha assunto una forma nuova, più concreta, in grado di mettere in luce i problemi che da essa derivano. Si tratta, in poche parole, della "paura di essere tagliati fuori" dal mondo, ed è legata alla sofferenza che si prova nel constatare, tramite foto e post altrui, che la vita degli altri è più interessante della nostra. A livello superficiale sfocia in una leggera invidia verso un gruppo di pari o persone di un certo rilievo sociale che, magari in apparenza, hanno una vita più interessante della nostra. Quando questa gelosia diventa incontrollabile , però , ecco che la patologia si manifesta in tutta la sua gravità, diventando una vera e propria dipendenza. Controllare gli altri sembra divenire uno scopo primario di chi soffre di FOMO, e spesso questo provoca un isolamento sociale ancor più pressante che sfocia in un vittimismo verso se stessi completamente fuori controllo. Chi soffre di questa patologia controlla lo smartphone o il pc almeno centocinquanta volte il giorno, di media, e ha una bassa considerazione della propria vita, che peggiora in maniera esponenziale minando anche il rendimento personale e lavorativo. L'unico modo di guarire da questo tipo di patologia sociale è ammettere di averla, e lavorarci sopra cercando di staccarsi volontariamente da schermi e affini. In America è una patologia molto discussa e diffusa, tanto è che esiste anche un account Twitter dedicato in cui i ragazzi che sentono il bisogno di essere aiutati possono scrivere senza problemi.
saraercoli

La comunicazione mediatica dell'Isis. - 8 views

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    Se ne è parlato tanto negli ultimi mesi, quindi ho ritenuto azzeccato ricercare un articolo che trattasse dell'Isis e di quella che è stata una guerra scoppiata nel più totale silenzio grazie alla comunicazione mediatica. In questo articolo viene spiegato il lato oscuro dei media e il modo in cui essi possano trasformarsi in potenti strumenti di controllo e di diffusione della paura. La strategia dell'Isis è ben pensata e furba, sorprendentemente efficace e capace di fare propaganda a più livelli. Alla base di tutto vi sono i video noti per il carattere particolarmente violento (si ricordino quelli di decapitazione o quelli dei boia bambini), pubblicati soprattutto su twitter, che hanno fatto il giro del web e del mondo a causa delle condivisioni sui social e dei telegiornali. Ciò ha portato non solo al terrore generale, ma anche e soprattutto all'arruolamento di un numero esorbitante di persone: gli emarginati della società. L'Isis si fa pubblicità attraverso la paura. Lo stato islamico produce circa 90000 tweet al giorno, si immagini quanti possano essere i retweet!
agiovanelli

''CyberPlant": tra natura e tecnologia - 3 views

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    Il 3 novembre 2015 presso "Technotown", la ludoteca tecnologico-scientifica di Villa Torlonia, è stata inaugurata la sala "CyberPlant", uno spazio per i ragazzi dedicato interamente a natura e biodiversità con sei percorsi ludico-didattici. Diverse strutture hanno partecipato alla creazione: l'Accademia Nazionale delle Scienze, il Dipartimento Scienze della Vita dell'Università di Trieste, il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma e l'Anisn-sezione Lazio, nel contesto della Infrastruttura Europea LifeWatch. Lo scopo del progetto è unire natura e tecnologia, due mondi così distanti che complici possono garantire una maggiore comprensione del mondo e dei suoi aspetti naturali. Bambini e ragazzi entrano in contatto con la natura attraverso giochi, attività e strumenti tecnologi. Si tratta di una modalità differente rispetto alle tradizionali lezioni sulla flora del pianeta perché è possibile sperimentare e toccare con mano come funziona il ciclo vitale di una pianta o il suo nutrimento. Ciò stimola e incoraggia comprensione ed apprendimento. Inoltre viene utilizzato Twitter per monitorare just in time il corso della vita di una pianta. Il fatto di rimanere in contatto con il centro, oltre ad essere importante per lo specifico progetto, contribuisce ad educare i ragazzi all'utilizzo dei social-network non esclusivamente per divertimento ma come modalità di sensibilizzazione e condivisione del benessere globale. CyberPlant non è l'unico progetto creato da Technotown. Esistono numerose attività dedicate a scuole e famiglie che possono essere visionate nel website sotto riportato: http://www.technotown.it/
azzurradb

Per una Didattica con i Social - 8 views

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    I social network sono ormai uno strumento indispensabile al giorno d'oggi: ampiamente utilizzati come mezzi di comunicazione, manifestazione pubblica della nostra vita e della nostra identità, primo passo per la creazione di relazioni e rapporti. Considerata la valenza che hanno acquisito questi strumenti, si potrebbe prevedere un loro utilizzo molto più consistente nell'ambito della didattica. Uno strumento che si adegua al linguaggio della generazione odierna e un metodo forse più stimolante rispetto allo stile di insegnamento che ancora vige nella maggior parte delle scuole italiane, come dimostra la famosa indagine TALIS, svolta dall'OCSE su 23 stati.
massimo30

Insegnanti 2.0: come e cosa insegnare ai nativi digitali - 5 views

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    Insegnanti 2.0 è un blog nato per favorire un nuovo tipo di apprendimento che possa avvenire in una regione di incontro tra la scuola e il mondo esterno ad esso. Il blog permette un accesso crossmediale essendo disponibile non solo su web ma anche attraverso i social network come facebook e twitter oltre che su youtube. Nel menù si trova una voce bookmarks che ci permette di accedere ad altre risorse in rete nei diversi ambiti di interesse della "nostra" materia; sono, poi, ospitati interventi teorici, storie, proposte di produzione, bandi, ecc.
danisusan

Media Duemila Quando il Robot è in cattedra: Bina48 da ideacity a West Point... - 3 views

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    Il social innovation più famoso del Canada Znaimer disse: "Mi trovo a cavallo del divario Analogico / Digitale perché mi piacciono i "vecchi" media, e credo che ci sono ancora molte cose creative da fare nel contesto. Ma nello stesso tempo, insieme alle molte collisioni anche personali che segnano ogni vita, mi ritrovo anche a vivere il dramma più grande legato all'incessante evoluzione della tecnologia. Con gli utopisti digitali che ho ammirato, sostenuto e presentato a Ideacity ho spesso predetto la morte delle cose che amo, a volte anche in modi non troppo gentili. Tutte le nuove invenzioni hanno conseguenze, non si può tornare indietro. Quindi che si fa? Come ci arriviamo, quanto c'è di utile in questi mondi in collisione?" Forse noi degli anni '70 siamo quella generazione di passaggio che ancora possiamo paragonare e valutare i vantaggi della galoppante tecnologia, leggendo questo articolo posso sicuramente apprezzare i vantaggi di una tale innovazione...ma nel contempo ricordare quanto era educativa e quanto mi hanno insegnato i professori "di carne vera"solo con uno sguardo...e Bina non lo può "ancora" fare! https://twitter.com/iBina48?lang=it
gscarpi

Effetti della cascata reputazionale - 2 views

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    Un breve articolo fa capire gli effetti deleteri di ciò che Riva chiama "cascata reputazionale". La notorietà e la reputazione di una persona aiutano le informazioni a diffondersi e - se ci sono le condizioni - portano a conseguenze difficili da immaginare. Non importa che la persona stessa metta in circolazione la notizia, basta che ne sia il soggetto (anche inconsapevole). Bene, ora basta ambiguità. L'articolo su Trump l'ho scritto io, ed è totalmente falso. Mi sono avvalso di un interessante "servizio" per creare fake news, lo trovate qui: https://www.worldgreynews.com/add-news L'aspirante fake-journalist scrive la notizia a proprio piacimento, magari inserendo foto e link per renderla più credibile, poi la "pubblica" attribuendola ai principali media americani (es. CNN). La fake è pubblicata assieme ad altre notizie autentiche, il che contribuisce all'effetto finale. Vi assicuro che, nel gruppo dei miei amici, qualcuno c'è cascato! Va anche detto che ho giocato sporco ed ero quasi sicuro di vincere. Ho infatti usato alcune "dritte" di Sherri Culver ed ho fatto leva sulla cascata reputazionale. Per creare una buona Fake, la notizia deve essere: - verosimile; - rinforzata da fatti già noti e considerati autentici; - provenire da fonte di alta rilevanza e credibilità, in modo che manchi lo stimolo a verificare; - avere scarsa importanza per il destinatario, che ancora una volta non attiverà la verifica. Ecco perché il meccanismo descritto da Riva per Twitter (creare utenti fittizi, far salire la loro reputazione e gradualmente usarli per diffondere notizie di parte) è così efficace in campo politico. Spero di non aver offeso alcun seguace di Trump. Per farmi perdonare, allego un secondo link della IFLA su come riconoscere le fake news: https://www.ifla.org/publications/node/11174
giannib71

The Social Dilemma - Film documentario completo in streaming ITA Download - PeerTube It... - 4 views

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    Il film esamina la diffusione dei social media e il danno che essi causano alla società, concentrandosi particolarmente sullo sfruttamento e sulla manipolazione degli utenti, attraverso l'utilizzo di tecniche come il data mining e la vendita dei dati personali. The social dilemma approfondisce alcuni aspetti dei social media: la dipendenza che provocano, in particolare nei più giovani, l'uso in politica, il contributo alla diffusione di teorie complottistiche, gli effetti sulla salute mentale. Il documentario presenta allo spettatore, attraverso una serie di interviste, un ritratto dei social media e delle problematiche che causano, sostenendo che siano una minaccia, ma il documentario non prevede solamente l'argomentazione di antitesi riguardanti l'uso dei social media, ma molto spesso si parla di Internet in generale. Il primo problema è il fatto che miliardi di persone vengono influenzate da pochi cervelli che stanno dietro alle aziende come Facebook, Google e Twitter. Il secondo problema è quello della dipendenza dai social. Gli intervistati spiegano che il creare una sorta di dipendenza verso i social è una caratteristica voluta e non un errore. La manipolazione del comportamento umano a scopo di lucro è di primaria importanza per le aziende e ciò viene attuato grazie allo scorrimento infinito e alle notifiche push, che mantengono gli utenti costantemente impegnati. I consigli personalizzati forniti da questi siti aiutano non solo a prevedere le azioni svolte dagli utenti, ma anche a influenzarle, rendendo gli utenti delle facili prede per inserzionisti pubblicitari o propagandisti Il documentario si muove in parallelo su due filoni: quello razionale delle interviste con figure di rilievo nella creazione dei social media: ex dipendenti, dirigenti e altri professionisti delle principali aziende tecnologiche. Gli intervistati descrivono le proprie esperienze di lavoro all'interno del mondo dei social, affermando che la nascita dei social è avvenuta per mi
victorianettuno

Come nasce una fake news ( e perchè viene cliccata piú di quelle vere). - 3 views

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    L'articolo riportato su '' il Sole 24 ore'' viene presentato il più grande e sistematico studio sulle fake news condotto dal Massachusetts Institute of tecnology in collaborazione con Twitter. Da questo studio è emerso che le fake news: - Hanno una velocità sei volte maggiore di una news vera. - Hanno il 70% di probabilità di essere retwittate. Il team si è affidato a siti terzi di fact-checking per distinguere notizie vere e false, scoprendo che le false battono quelle vere sia sulla metrica orizzontale che su quella verticale. Perché succede questo? Gli studiosi sono arrivati a delle conclusioni: - Le fake news sono confezionate per essere più originali e nuove rispetto a quelle vere. - Fanno abilmente leva sulle emozioni umane. - Si concentrano su temi come la politica, terrorismo e disastri naturali.
miriam24

Fake news durante la Pandemia da COVID 19 - 8 views

Questo articolo mette in evidenza come durante la Pandemia da Covid 19 siano state diffuse molte informazioni dannose per sconfiggere il virus: Per evitare errori non irrilevanti è necessario esser...

"Fake news" Social Network new media media education nuovi media

anonymous

I Social Network e i cambiamenti nel cervello. Pericolo o Evoluzione? - 6 views

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    La scelta dell'articolo nasce dalla continua sensibilizzazione verso le conseguenze dell'esposizione esagerata e senza controllo all'uso dei social network, dagli studi emerge che l'esposizione massiccia verso questi media digitali produrrebbe cambiamenti nei circuiti cerebrali riducendo attenzione, interagendo negativamente sulle emozioni e sulle relazioni che risultano essere vissute in modo sempre più virtuale e sempre meno reale. Nell'articolo si mette in evidenza che il cervello dei giovani è danneggiato perché non viene più impegnato in attività nelle quali gli uomini si sono impegnati per millenni, in quanto tutto oramai viene mediato da internet, tutto è di facile e immediato accesso, senza bisogno di grande impegno e utilizzo di strategie attive e partecipative della persona. Pur considerando media e social media mezzi che possono favorire positivamente processi di apprendimento e di educazione, ritengo che lo sviluppo e l'apprendimento non possano prescindere dall'interazione sociale che solo i rapporti reali possono garantire. È vero che le epoche di cambiamento segnano nel loro passaggio sempre perplessità e difficoltà di accettazione, così come avvenne nel passaggio dall'oralità alla scrittura che qualcosa ha tolto ma tanto ha concesso, sicuramente non si può fermare il progresso e l'evoluzione dei media, ma si può intervenire sulla buona educazione all'uso di questi mezzi, attraverso una maggiore consapevolezza e capacità critica. L'articolo si conclude con uno spunto di riflessione importante, riferito al fatto che i social non sono per forza responsabili di una regressione nel funzionamento del cervello dei giovani, ma potrebbero anche migliorarne il funzionamento, ancora questo non lo possiamo sapere in quanto gli studi sono ancora aperti.
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    Esatto, come ci sono evidenze scientifiche che la #tecnologia della scrittura ha stimolato l'evoluzione della #coscienza nella mente bicamerale degli esseri umani, probabilmente i Social Network porteranno a nuove #evoluzioni. Bibliografia Jaynes, J. (2000). The origin of consciousness in the breakdown of the bicameral mind. Houghton Mifflin Harcourt. Kuijsten, M. (Ed.). (2013). Reflections on the dawn of consciousness: Julian Jaynes's bicameral mind theory revisited. Julian Jaynes Society. Kuijsten, M. (2016). Gods, Voices, and the Bicameral Mind. Wile, L. (2018). The Jaynes Legacy: Shining New Light Through the Cracks of the Bicameral Mind. Andrews UK Limited. Cavanna, A. E., & Nani, A. (2019). Were Babylonians Self-Conscious?. Elenco evidenze a supporto della teoria di Julian Jaynes (1920-1997) https://www.julianjaynes.org/supporting-evidence.php
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    Nell'articolo di Francesca Fiore, riportato sul sito "State of Mind" ( Il giornale delle scienze psicologiche), viene affrontato un tema molto importante, in cui esamina i cambiamenti che porterebbero i Social Network nei giovani, riducendo la loro attenzione e facendoli regredire verso uno "Stadio infantile". L'autrice dell'articolo, fa riferimento ad un articolo della Greenfield in cui risponde a delle domande riguardanti il "Vivere online". La Greenfield parla degli effetti negativi che i nuovi media sono in grado di produrre, quest'ultimi generano difatti profondi cambiamenti nel cervello dei giovani come ad esempio una riduzione dell'attenzione, incoraggiando così la gratificazione istantanea e azzerando le relazioni umane reali. Diversi studi confermano che i nuovi strumenti multimediali sono una delle preoccupazioni più grandi di genitori e insegnanti, i quali notano che la dipendenza creata da questi strumenti, tende ad eliminare la comunicazione e le relazioni interpersonali, creando delle realtà virtuali (Come Facebook o Twitter) in cui gli adolescenti instaurano una vita parallela e a cui purtroppo dedicano la maggior parte del loro tempo. Sempre la Greenfield afferma che la ripetuta esposizione ai nuovi media porterebbe ad un vero e proprio "rewiring" (Ricablaggio) delle connessioni cerebrali, dando vita così a nuove connessioni tra aree cerebrali diverse. L'articolo si focalizza principalmente sulla regressione che queste tecnologie porterebbero, sul come le persone dipendenti dai media si comportano come i bambini piccoli che sono attratti da rumori e luci brillanti, perché quest'ultimi sono dotati di scarse capacità attentive e intellettive. Sui vari Social Network si è attratti da curiosità o esibizionismo, mentre quando si parla di agonismo virtuale, ci si riferisce ai video games. Gli psicologi confermano che la tecnologia cambia il modo in cui ragioniamo, è emerso che gli adolescenti passano al computer piÃ
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    L'articolo descrive le interazioni fra i social e la struttura del cervello ponendo l'accento su come sia fondamentale l'educazione all'uso di tali strumenti specialmente in età giovanile. Uno spunto, ben documentato, di riflessione su un tema attuale.
vierogianmario

Ucraina: la prima guerra combattuta (anche) sul terreno digitale - 3 views

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    Francesca Fantini grazie a questo articolo di ci dà un reportage sull'impatto dei media e il loro utilizzo nella guerra in Ucrainia. "Il controllo delle informazioni è uno dei modi in cui si combatte una guerra", quale è il grado alfabettizzazione digitale di chi si trova dentro e fuori il conflitto? Chi usufruisce di questi social possiede le skills per smarcarsi da una fake news? Il traffico ed anche l'indirizzo d'uso di un media come TIKTOK sono cambiati drasticamente, il che ci fa riflettere anche sulla libertà dei media ed il loro peso.
Francesco Italiano

Uso dei social media come fonte di informazione sulla salute per i propri figli - 2 views

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    L'articolo del 2022 pubblicato sulla rivista medica "Academic Pediatrics" (a cura di un gruppo australiano i cui diversi autori si occupano di salute pubblica, comunicazione e scienza della salute) è una revisione basata su 42 studi condotti dal 2011 al 2020 che esplorano l'utilizzo, da parte di genitori, dei social media come fonte di informazione su tematiche di salute per i propri figli. Gli studi selezionati sono stati eseguiti soprattutto negli Stati Uniti, Australia ed Europa. I social media e siti più utilizzati sono stati Facebook, Twitter, Youtube e Wikipedia per la ricerca di informazioni su particolari patologie o condizioni (tra le voci più ricercate: vaccini, traumi, allattamento al seno, malattie genetiche rare, cancro infantile, obesità infantile) ma anche per motivazioni legate al supporto generale, assistenza sanitaria autogestita, processo decisionale autodiretto, informazioni post-diagnosi. Gli autori hanno cercato di valutare la qualità delle informazioni reperite sui social media ed internet e le modalità di verifica e condivisione di tali informazioni con i sanitari di riferimento. In molti casi, infatti, i risultati delle ricerche non vengono condivisi con i sanitari con il rischio di poter accedere sia ad informazioni basate sull'evidenza ma anche (inconsapevolmente) ad opinioni contraddittorie non supportate da ricerche scientifiche rigorose, potendo quindi creare confusione, ritardare l'accesso alle cure sanitarie o incoraggiare trattamenti senza un controllo medico con possibili danni. Le conclusioni dell'articolo suggeriscono che sia necessaria un'adeguata educazione sanitaria di base per promuovere una navigazione sicura ed efficace per la ricerca di informazioni inerenti alla salute.
emapom

Frontiers | Social Media and Attitude Change: Information Booming Promote or Resist Per... - 6 views

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    Questa ricerca svolta in Cina a cura di Yizhi Wang, Yuwan Dai, Hao Li e Lili Song, va ad analizzare in modo particolare quali sono gli effetti dei Social Media sui nostri atteggiamenti e di conseguenza sui nostri comportamenti. Il cambiamento di atteggiamento la persuasione risultano essere temi di grande interesse per la nostra società, infatti le grandi aziende investono molto su questo al fine di sfruttare a pieno il potere persuasivo dei Social Media e guidare l'opinione pubblica. Oggi tutti noi siamo costantemente esposti, grazie all'uso di Internet e dei vari Social Network, ad un flusso sempre più elevato di messaggi, interazione e informazioni. Nonostante varie evidenze scientifiche in campo psicologico hanno dimostrato che ci sono diversi meccanismi cognitivi che intervengo a dare stabilità ai nostri atteggiamenti è sempre più facile, essere influenzati, persuasi dai nuovi Media. La chiave di volta risulta essere l'elevata capacità di interazione e diffusione delle informazioni da parte dei Social Network a differenza dei Media tradizionali, inducendoci costantemente in situazioni di sovraccarico cognitivo. In questo esperimento i ricercatori hanno misurato il cambiamento di atteggiamento dei partecipanti, nei confronti di venditori ambulanti dopo aver letto alcuni post (sia negativi che positivi) su Weibo (Twitter in Cina). La situazione maggiormente persuasiva, dove sono stati registrati (con l' SC-IAT ) maggiori cambiamenti di atteggiamento, è risultata quella in cui i soggetti avevano minor tempo per leggere e valutare i post (situazione di sovraccarico cognitivo). Ad ogni modo, nonostante l'evidenza empirica i ricercatori ci tengono a precisare che c'è ancora molto da fare e che non è possibile spiegare temi così vasti e complessi con una semplice ricerca o esperimento infatti ci sono molte altre variabili da tenere in considerazione.
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