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gscarpi

Effetti della cascata reputazionale - 2 views

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    Un breve articolo fa capire gli effetti deleteri di ciò che Riva chiama "cascata reputazionale". La notorietà e la reputazione di una persona aiutano le informazioni a diffondersi e - se ci sono le condizioni - portano a conseguenze difficili da immaginare. Non importa che la persona stessa metta in circolazione la notizia, basta che ne sia il soggetto (anche inconsapevole). Bene, ora basta ambiguità. L'articolo su Trump l'ho scritto io, ed è totalmente falso. Mi sono avvalso di un interessante "servizio" per creare fake news, lo trovate qui: https://www.worldgreynews.com/add-news L'aspirante fake-journalist scrive la notizia a proprio piacimento, magari inserendo foto e link per renderla più credibile, poi la "pubblica" attribuendola ai principali media americani (es. CNN). La fake è pubblicata assieme ad altre notizie autentiche, il che contribuisce all'effetto finale. Vi assicuro che, nel gruppo dei miei amici, qualcuno c'è cascato! Va anche detto che ho giocato sporco ed ero quasi sicuro di vincere. Ho infatti usato alcune "dritte" di Sherri Culver ed ho fatto leva sulla cascata reputazionale. Per creare una buona Fake, la notizia deve essere: - verosimile; - rinforzata da fatti già noti e considerati autentici; - provenire da fonte di alta rilevanza e credibilità, in modo che manchi lo stimolo a verificare; - avere scarsa importanza per il destinatario, che ancora una volta non attiverà la verifica. Ecco perché il meccanismo descritto da Riva per Twitter (creare utenti fittizi, far salire la loro reputazione e gradualmente usarli per diffondere notizie di parte) è così efficace in campo politico. Spero di non aver offeso alcun seguace di Trump. Per farmi perdonare, allego un secondo link della IFLA su come riconoscere le fake news: https://www.ifla.org/publications/node/11174
claudiainfusino

Mental health awareness su TikTok, quando si sa troppo e non abbastanza. - 2 views

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    L'articolo pubblicato dal sito della CNN risale a questo settembre (2021) e la giornalista, Kristen Rogers, con il contributo di due psicologi John Duffy e Mike C.Parent, affronta come la piattaforma TikTok abbia impattato nella diffusione di informazioni riguardanti la salute mentale nei più giovani. Lo psicologo John Duffy in particolare discute l'ambivalenza che libertà di pubblicazione offerta dalla piattaforma implica, per Duffy è positivo che i giovani abbiano la possibilità di accedere a questo tipo di informazioni e in qualche modo costruire una community in grado di offrire supporto e condividere esperienze, tuttavia lo psicologo sottolinea quanto pericoloso possa essere la mancanza di limiti su chi possa effettivamente pubblicare informazioni riguardanti la salute mentale. Duffy riporta infatti non sia raro che ragazzi si auto-diagnostichino e auto-medichino dopo essere entrati in contatto con suddetti contenuti. In conclusione entrambi gli specialisti riconoscono l'utilità nel poter costruire e far parte di una community che offra supporto e informazione, nessuno dei due psicologi propone come soluzione quella di censurare determinati argomenti, piuttosto invitano i genitori e i ragazzi ad informarsi ulteriormente sul funzionamento del social e nel caso di disagio di cercare supporto da parte di specialisti.
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