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spalumbo

Sviluppo della Formazione Online: l'importanza della percezione! - 3 views

  • Sviluppo della Formazione Online: l'importanza della percezione!
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    Questo articolo riporta l'importanza della percezione riguardo i media all'interno del contesto educativo. L'interesse per questo articolo è nato dal domandarsi quanto il mercato sia maturo abbastanza per comprare corsi online e quali siano le ragioni, in un contesto in cui sono sempre più presenti corsi online, non solo in ambito scolastico, ma di formazione anche con aziende private. L'articolo non scioglie tutti i dubbi, ma ci da delle indicazioni interessanti riguardo la percezione degli studenti sul loro uso dei media, precisamente mettendo a confronto studenti americani e studenti tedeschi. E' stato mostrato come entrambi gli studenti capiscano l'importanza di apprendere online, ma con delle notevoli differenze nell'efficacia percepita. Essendo gli studenti tedeschi meno portati ad imparare l'utilizzo dei media fin dalle scuole primarie, è stata notata una forte differenza tra i due gruppi nell'utilizzo di piattaforme online per l'apprendimento. Gli studenti americani avevano una grande efficacia percepita, dunque si sentivano molto più in grado di padroneggiare l'apprendimento online. Secondo gli studi, infatti, per apprendere efficacemente online sono necessarie competenze diverse rispetto all'apprendimento classico, come competenze tecniche, di comunicazione e di time management. Ovviamente questa è solo la base per la comprensione di come la percezione degli studenti influisca su una crescita anche della richiesta di mercato, dunque ad uno sviluppo maggiore dei corsi online. Al contempo, l'articolo ci permette di porre attenzione non solo sullo sviluppo delle tecnologie, ma anche sull'apprendimento degli studenti ad utilizzare i media e a sentirsi consapevoli del loro utilizzo.
giannib71

Adolescenti - 2 views

Adolescenti Il mondo degli adolescenti e' sempre stato in movimento, cangiante ma negli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie questa accelerazione e' diventata ancora più dirompente. Il ...

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
sarinaarmati

Child protection online | Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the ... - 1 views

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    La OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) è un'organizzazione internazionale che da 60 anni lavora con Governi, legislativo e cittadini per trovare soluzioni a sfide sociali, economiche e ambientali. Il capitolo 10 "Child protection online" tratto dalla pubblicazione "Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the Digital Age" del 01.10.2019, si focalizza sui rischi che i bambini incontrano online (bullismo, razzismo, predatori sessuali, ecc.) e sulla necessità che sviluppino skill adatte a riconoscerli. Nel 2017 la OECD ha condotto un sondaggio tra 34 paesi per verificare se le raccomandazioni riguardo la sicurezza online per i bambini del 2012 fossero ancora attuali. Questo capitolo analizza le seguenti tipologie di rischio: rischi legati alle tecnologie di Internet (pornografia, sexting, cyber-grooming e cyber bullismo), rischi legati al consumatore (frode e marketing online) e rischi riguardo le informazioni, la privacy e sicurezza (diverse tipologie di condivisione dei dati personali consapevole e/o inconsapevole). Per ognuno di questi rischi sono presentati esempi legislativi di diversi paesi (anche in risposta al sondaggio del 2017) che spesso si limitano al loro approccio nella vita reale e non alla estensione online e pertanto i Governi negli ultimi anni si sono mossi in tal senso. Di fatto tutti questi rischi, in cui incorrono i bambini in particolare, sono costantemente in evoluzione e sono la trasposizione online di quelli già esistenti nella vita reale, ma che in Internet trovano un ambiente in cui agire, vasto, iperconnesso e spesso indisturbato da sguardi indiscreti.
Margherita Miotti

Digital civility, italiani più consapevoli dei pericoli in Rete. Ma il Covid ... - 2 views

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    Il digital civility index elaborato da Microsoft (edizione 2022 che analizza le attitudini e le percezioni delle persone rispetto all'educazione civica digitale e sicurezza online) ci vede in recupero di due posizioni nella classifica a 22 paesi in cui ci classifichiamo decimi. Questo miglioramento è stato stimato solo sui maschi, le donne sono più esposte ai rischi online. C'è da tenere conto che il 40% degli utenti segnalano un peggioramento dei comportamenti nelle interazioni online durante la pandemia che ha spinto all'hate speech. Sono state stimate percentuali più alte della consapevolezza online. Molti sono d'accordo sul fatto che occorre portare avanti programmi di educazione e formazione sui corretti comportamenti da tenere online. Inoltre sono importanti appuntamenti come il safer internet day.
andreaagnese

L'educazione digitale funziona: più del 90% affronta il tema della sicurezza ... - 5 views

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    L'articolo si focalizza sull'educazione digitale degli studenti e riferisce alcuni dati di rilievo inerenti all'utilizzo dei media digitali, al rapporto degli studenti con i media digitali e tratta di temi di rilievo come il cyber bullismo e le fake news. Prima di tutto, la stragrande maggioranza (il 92%), dichiara di aver discusso a scuola con gli insegnanti di temi legati alla educazione digitala. Solo pochissimi dichiarano di essere poco connessi, appena il 4%. Due ragazzi su cinque dichiarano di contribuire a combattere le fake news. Quanto al bullismo, oltre due terzi (77%) dichiara di parlare con un adulto di eventuali episodi di bullismo, o comunque di segnalare a un adulto tali episodi. Chi non è bullizzato direttamente, si dice infastidito quando si accorge di fenomeni di bullismo riguardanti altre persone (9 su 10). L'articolo sottolinea come sia importante occuparsi di quei pochi che non intervengono discutendo con gli adulti eventuali fenomeni di bullismo, o peggio ancora mostrino adesione personale, inserendo dei like o condividendo le manifestazioni di bullismo (il riferimento deve intendersi al social Facebook, per quanto non sia espressamente menzionato). L'articolo segnala inoltre come nelle scuole gli insegnanti si stiano attrezzando per trattare il tema dell'educazione digitale, ciò che viene ritenuto positivo, in quanto ulteriore presidio a difesa dei ragazzi. Inoltre, consta come la quasi totalità dei partecipanti abbia discusso di nuove tecnologie con i propri insegnanti (il 91%). Il 40% dei giovani ha espresso il desiderio di approfondire le seguenti tre tematiche in particolare: cyberbullismo, dipendenza da Internet, uso delle tecnologie digitali nella didattica (tra l'altro, solo il 58% dichiara di utilizzare quotidianamente in classe gli strumenti tecnologici, quali LIM, tablet o personal computer, per approfondire lezioni). Viene poi analizzato il delicato tema di quante ore i ragazzi passino connessi online; sul punto
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
mcristinafedeli

La psicologia degli haters - QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online... - 2 views

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    L'articolo è tratto dal magazine online "QI - Questioni e idee in psicologia", progetto di Hogrefe Editore. Gli autori sono Anna Flavia Di Natale e Stefano Triberti. Entrambi psicologi e ricercatori presso l'Università Cattolica di Milano, essi si dedicano allo studio degli effetti prodotti dalle nuove tecnologie sul comportamento e sulla mente umani, inoltre, si interessano all'uso delle tecnologie digitali per la promozione della salute e del benessere. L'articolo descrive brevemente la "psicologia degli haters o troll", esseri anonimi che riversano la loro crudeltà nel mondo online, non per vessare una particolare vittima, come nel caso del cyberbullismo, ma al fine di generare disagio, confusione ed ottenere l'attenzione e le reazioni degli altri utenti (una possibile arma verso gli haters parrebbe "l'indifferenza"). Il loro comportamento negativo, aggressivo e antisociale colpisce prevalentemente alcuni mondi come quello delle donne, dei diversamente abili, degli omosessuali, dei migranti, degli ebrei. Vi sono condizioni particolari che caratterizzano "l'effetto disinibizione online", specificità legate al cyber spazio come l'essere invisibili ed anonimi, l'asincronia delle comunicazioni, sfuggire alle autorità (minimizzazione dell'autorità), la creazione di un proprio personaggio (immaginazione dissociativa). Secondo gli autori il problema degli haters sembrerebbe creare difficoltà unicamente nel mare del web senza oltrepassare i confini virtuali ed invadere la realtà relazionale. In ultima analisi, aggiungo che l'individuo è un crogiolo di pregi e limiti. Oltre ad altre peculiarità, l'odio, l'aggressività, la crudeltà sono fattori specie-specifici. Il mondo online è solo un ambiente parallelo che permette di riversare le nostre particolarità sia in senso positivo che negativo.
maurosolimano

Dipendenze comportamentali dal gioco: Quando il gioco si trasforma in sofferenza - 4 views

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    In questo articolo tratto dalla rivista online Educare.it , scritto dalla Dott.ssa Bevelacqua e il Dott. Chiapasco ,viene evidenziato quando il gioco online e il gioco d'azzardo da semplici svaghi si trasformino in sofferenza. Al pari di altre dipendenze quali la tossicodipendenza, la dipendenza per lo Shopping, per il sesso, per le relazioni, la dipendenza dal gioco può portare l'individuo ad innescare comportamenti ossessivi compulsivi, che possono sfociare in un atteggiamento patologico. La dinamica comportamentale vissuta da queste persone sembra avere sempre lo stesso riscontro. Al inizio il giocatore online adotta questa modalità come pratica sociale, o svago, poi diventa parte integrante della vita, nella quale la persona si rifugia da traumi o eventi che con difficoltà riesce ad affrontare nella realtà. Questi tipi ti comportamenti hanno esiti sempre negativi, portano la persona a disinteressarsi del lavoro, della famiglia e ad avere sostanziosi problemi economici. Gli autori di quest'articolo pongono l'enfasi sulla prevenzione e l'informazione dei rischi per gioco online, soprattutto nei giovani. Incoraggiano prima i genitori ad adottare un atteggiamento responsabile verso le nuove tecnologie (ormai indispensabili nella vita quotidiana). Suggeriscono inoltre, di monitorare con attenzione eventuali segnali problematici da parte dei ragazzi e di promuovere attività sociali non solo tecno-mediate.
mgoddone

Smartphone, videogame e scuola: le risorse che non ti aspetti - 4 views

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    L'articolo scritto dalla docente universitaria Stefania Garassini, riassume un'intervista fatta a Mizuko Ito, antropologa giapponese e docente all'Università della California a Irvine, una delle prime ricercatrici a studiare sul campo l'uso dello smartphone da parte dei ragazzi. Mizuko Ito sostiene il ruolo fondamentale del gioco online e in generale dell'utilizzo della rete come potente strumento per l'apprendimento. Di recente é uscito negli Stati Uniti, il suo ultimo libro: " Affinity online. How connection and shared interest fuel learning", nel quale descrive il contributo fondamentale che un buon uso delle risorse online può dare allo studio tradizionale. Secondo l'autrice, l'apprendimento connesso rappresenta la situazione che si viene a creare quando un ragazzo è incoraggiato a seguire un suo reale interesse, con il sostegno dei propri insegnanti, ma anche dei compagni e di altri adulti di riferimento. A partire da questo coinvolgimento iniziale, che può essere innescato da un argomento non direttamente tratto dal programma scolastico, viene a costruirsi un percorso personale di apprendimento, che in qualche caso si potrà trasformare in una vera e propria opportunità di carriera. In un modello del genere la connessione in rete favorisce il crearsi di comunità con forti legami al loro interno, in grado di motivare anche allo studio scolastico. Secondo l'antropologa infatti, alcuni istituti scolastici negli Stati Uniti, stanno completamente ripensando alla propria struttura per essere più aperti alle scelte dei propri studenti. Afferma che un professore potrebbe ad esempio lasciare che sia l'allievo stesso a decidere su cosa concentrarsi nel lavoro a casa e scegliere gli argomenti per eventuali approfondimenti. I risultati migliori si ottengono quando gli insegnanti danno anche consigli su come alimentare le passioni dei propri studenti, fornendo indicazioni di risorse, online e offline.
renate2910

Ricercatori dell' università di Stanford analizzano le modalità con cui stude... - 5 views

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    THE CORNERSTONE OF CIVIC ONLINE REASONING Autori: Sam Wineburg, Sarah McGrew, Joel Breakstone, Teresa Ortega Data: 22 Novembre 2016 Da Gennaio 2015 a Giugno 2016 lo "Standford History Education Group" ha eseguito una ricerca sul campo e valutato il pensiero civico, ed in particolare l'abilità di giudicare la creditbilità e l'attendibilità di informazioni che influenzano la gioventù attraverso smartphones, tablets e pc. In totale sono state raccolte ed analizzate le risposte di 7.804 studenti di 12 Stati. Le ricerche sono state svolte in diverse scuole (più o meno dotate di risorse, tra cui scuole medie, scuole superiori, college etc.) ed elaborate in sei diverse università. Il lavoro si è sviluppato su tre fasi: determinazione del prototipo/modello; valutazione e test di abilità; ricerca sul campo. Agli studenti della scuola media era richiesto di verificare per esempio la credibilità di articoli pubblicati su internet; gli studenti di scuola superiore dovevano per esempio valutare e analizzare diversi posts su facebook. Gli studenti del college dovevano valutare la credibilità di alcune pagine web. Lo scopo della ricerca era mettere a disposizione dei giovani materiale che li possa aiutare a navigare nel mare di disinformazione che trovano online. Personalmente ritengo che l'oggetto di questa ricerca sia stato molto importante, perchè è molto facile trovare informazioni parziali o anche false navigando su internet e quindi bisogna saperle riconoscere come tali. Condivido pienamente il pensiero del filosofo Michael Lynch, secondo cui l'internet è il miglior modo di verificare fatti, ma al contempo può moltiplicare anche degli errori, bias o delle informazioni false.
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
giopelle

Privacy, Francia avverte genitori: non postate foto di figli. In futuro potrebbero denu... - 3 views

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    PARIGI - Non è detto che vogliano essere condivisi. Guardati, sfoggiati. Le bacheche dei social sono tappezzate ogni giorno con immagini di bambini, Uno scenario che si sta profilando molto vicino a noi, in Francia. Un anno di detenzione oppure una multa da 35mila euro è quanto rischierebbe un adulto che pubblica un'immagine di un bambino (anche di suo figlio), senza il consenso dell'interessato. C'è una legge sulla privacy molto restrittiva che prevede che il figlio, una volta cresciuto, possa far causa ai genitori e mandarli addirittura in carcere per non averlo debitamente tutelato online. La legge francese parla espressamente «di obbligo di responsabilità di ciascun genitore nei confronti dell'immagine dei propri figli».Tra pochi anni, i bambini di oggi potranno facilmente portare le loro mamme e papà, colpevoli di aver pubblicato le loro foto online, di fronte a un giudice. Critichiamo spesso gli adolescenti per il loro comportamento in rete, ma i genitori non si comportano in maniera migliore. Non possiamo sapere oggi come il soggetto ritratto potrà sentirsi in futuro nel vedere quelle foto . Il dibattito sull'opportunità di mettere un freno alla presenza dei minori in Rete impazza anche da noi, dove Telefono Azzurro ha recentemente diffuso dati allarmanti sulla pedofilia online.
mappeconc11

Web Reputation - 5 views

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    L'articolo si riferisce alla costruzione della Reputazione di qualunque azienda, editore, brand o utente si posizioni online. L'obiettivo è saper trovare una forma giusta nel costruire migliori ambienti di conversazione e informativi sul web. Non tutti i contenuti online disponibili sono pubblicabili ovunque e ad ogni condizione. L'articolo fa notare agli utenti della Rete, citando varie esperienze di conversazione, che, sebbene il Web sia sociale, c'è un principio di proprietà di contenuto da rispettare: è un principio che rientra nell'etica della comunicazione. Anche le imprese e le organizzazioni, per la costruzione della propria Reputazione, veicoleranno i contenuti nel verso giusto se troveranno le forme per sviluppare un'attività di curatela negli spazi pubblici dove la comunità abita online.
mbasile1

Interazioni online, relazioni sociali e rischio phubbing - 11 views

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    Le interazioni online e le interazioni tra uomo e tecnologia possono avere differenti dimensioni e finalità, osservabili da diverse prospettive; utilizzando un punto di vista psico-sociale formuleremo alcune considerazioni relative all'effetto delle nuove tecnologie sulle relazioni sociali. Il termine "phubbing" descrive il fenomeno per cui durante l'interazione con altre persone si finisce per assumere un atteggiamento poco consono dovuto ad un controllo compulsivo dello smartphone. Tutto questo sta causano dei mutamenti nelle relazioni con gli altri. Le nuove tecnologie e l'avvento di Internet e social stanno prendendo il sopravvento sulla realtà e ne siamo vittime un po' tutti. E' interessante notare che c'è anche un lato positivo nell'uso delle nuove tecnologie perché facilita la comunicazione, annullando le distanze reali e rende produttive anche le nostre attività quotidiane.
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    Quante volte è capitato ad ognuno di noi di trovarci a cena o in un locale e avere di fronte a noi un amico o un conoscente che, mentre parliamo, non ci presta attenzione ma continua nelle sue attività social sul cellulare? Questo modo di fare si è trasformato in un fenomeno di massa, per il quale è stato inventato un nuovo vocabolo: phubbing. Il termine phubbing è la combinazione di "phone" e "snubbing", ossia il nome telefono e il verbo snobbare, riferito a coloro che, durante comuni conversazioni, continuano a controllare e aggiornare le proprie attività sui social networks. Il bisogno di essere aggiornati e di far sapere al mondo quello che ci accade rischia di rovinare la comunicazione verbale, che è alla base delle interazioni sociali. Infatti, purtroppo, il phubbing è più diffuso di quanto si pensi e a ognuno di noi è capitato di porre il telefono di fronte al nostro interlocutore, oppure di tirarlo fuori quando la conversazione perde intensità. Oltre a rappresentare un carattere maleducato e mancanza di rispetto, questo fenomeno porta anche a generare veri e propri conflitti all'interno delle relazioni. Quante sono al giorno d'oggi le donne che, durante una cena romantica, rimproverano il proprio partner, perso a cercare le ultime novità del calcio mercato? La gravità del phubbing ha attirato l'attenzione di molti studiosi, ad esempio Sherry Turkle, citata nell'articolo, che ha compiuto un ulteriore passo avanti nella descrizione dei cambiamenti prodotti dagli smartphone nelle relazioni tra persone: si è domandata come regolamentare la necessità di utilizzare il proprio smatphone e, allo stesso tempo, non isolarsi dalle persone con cui ci si trova. La Turkle risponde spiegando "La regola del tre", ovvero, quando si è in compagnia, ci si può distrarre con il proprio cellulare solo se almeno tre delle persone presenti sono impegnate in una conversazione.
crileone

Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato" - 3 views

"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru: "non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno de...

Guru Futuro Social Network Relazioni Conoscenza Media education

started by crileone on 24 Mar 15 no follow-up yet
gsoldatich

Chi sono online? Approfondimento su Identità online e Web Reputation - 2 views

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    Webinar dedicato ai docenti, realizzato da Generazioni connesse (https://www.generazioniconnesse.it/site/it/home-page/), associazione italiana della rete internazionale Safer Internet Day (https://www.saferinternetday.org/en-GB/home) con la collaborazione di Telefono azzurro (https://azzurro.it)
monicapaba

Impatto psicosociale e comportamentale di COVID-19 nel disturbo dello spettro autistico... - 3 views

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    Lo studio di Marco Colizzi e collaboratori, pubblicato sulla rivista Brain Science il 03/06/2020, cerca di esplorare quale sia stato l'impatto psicosociale e comportamentale del Covid-19 sulle persone con disturbo dello spettro autistico, attraverso un sondaggio online fatto compilare ai genitori dei bambini e ragazzi con autismo. Lo scopo era quello di individuare se ci fossero delle caratteristiche sociodemografiche e cliniche che, in qualche modo, potessero determinare un esito particolarmente negativo del Covid nelle loro vite. L'ipotesi, infatti, era quella per cui dei problemi psicologici precedenti all'emergenza potessero prevedere un esito sfavorevole. Sono stati raccolti i dati offerti da 527 famiglie del Nord Italia (zona maggiormente colpita dalla pandemia) attraverso un sondaggio composto da 40 domande su aspetti socio-demografici e clinici. I risultati hanno rilevato come il 93% delle famiglie stessero vivendo una maggiore difficoltà nella gestione delle attività quotidiane, sia nel tempo libero sia nelle attività più strutturate. Inoltre, quasi il 40% dei bambini presentava problemi comportamentali più intensi e più frequenti. Si è visto come i problemi comportamentali precedenti al periodo dell'emergenza Covid-19 prevedevano un rischio più elevato, più frequente, più intenso, di manifestazioni di comportamenti dirompenti. In conclusione, è stato possibile affermare che l'epidemia da Covid-19 abbia indubbiamente provocato un aumento delle difficoltà tra le persone con Disturbo dello Spettro Autistico.
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    L'articolo parla di uno studio condotto nel Nord Italia per indagare l'impatto della pandemia COVID-19 sui soggetti con disturbo dello spettro autistico (DSA) e sulle loro famiglie. L'indagine ha raccolto i dati di oltre 500 genitori e tutori di persone neurodivergenti ed ha rilevato che la pandemia ha portato a maggiori difficoltà nella gestione delle attività quotidiane e a problemi di comportamento per la maggior parte delle persone con DSA. I bambini con problemi comportamentali preesistenti sono risultati particolarmente a rischio. Lo studio ha inoltre identificato la necessità di un maggiore supporto sanitario e di interventi per affrontare gli effetti dirompenti della quarantena. Tuttavia, l'indagine presentava alcuni limiti, tra cui la mancanza di una valutazione standardizzata delle caratteristiche cliniche e di informazioni sul sesso dei bambini DSA.
noemigitau

Can media literacy education increase digital engagement in politics? - 7 views

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    L'articolo di Joseph Kahne e Benjamin Bowyer esplora come la media literacy education possa influenzare positivamente l'engagement politico online nei giovani. Attualmente, piattaforme digitali e social media rappresentano dei centri cruciali per le attività politiche, in modo particolare per i giovani. Queste attività includono la raccolta fondi, i dibattiti politici, la mobilitazione di individui e gruppi e la pressione su governi, aziende e organizzazioni non profit. Tale partecipazione si svolge all'interno di un'ecologia mediale caratterizzata da una cultura partecipativa, dove i giovani sono spesso innovatori e protagonisti principali. Nel testo si evidenzia come molti giovani siano coinvolti nelle attività politiche online, ma come al contempo emerga una significativa disconnessione dalla vita civica e politica per la maggior parte di essi, non risultando infatti partecipanti attivi. Gli autori utilizzano un sondaggio per valutare se gli sforzi educativi volti a promuovere tali competenze possano aumentare l'impegno politico online dei giovani. I risultati analizzati indicano che gli sforzi educativi in questo senso sono da considerare efficaci. Gli educatori che promuovono la media literacy riescono ad aumentare l'engagement politico dei giovani, migliorando la loro partecipazione alle politiche partecipative e la loro capacità di esercitare pressioni mirate su governi, aziende e organizzazioni non profit. L'articolo, in sintesi, sottolinea l'importanza di integrare la media literacy education nei programmi scolastici al fine di preparare i giovani ad una cittadinanza attiva e ad una partecipazione efficace alla vita politica digitale.
rominamura

Le prospettive della democrazia digitale in Europa - 3 views

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    Secondo l'indice di partecipazione digitale delle Nazioni Unite (ONU, 2016), la partecipazione digitale si sta diffondendo in tutto il mondo. L'indice misura la partecipazione digitale secondo un modello che si articola su tre livelli e include: 1) l'informazione digitale (le informazioni fornite su Internet), 2) la consultazione digitale (l'organizzazione di consultazioni pubbliche online) e 3) il processo decisionale digitale (il coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi decisionali) (ONU, 2016: 54). Nella presente relazione, il termine "partecipazione digitale" è riservato a tutte le forme di partecipazione politica che utilizzano i media digitali, compresi sia i meccanismi formalmente istituzionalizzati sia l'impegno civico informale. Gli elementi trainanti alla base della partecipazione digitale sono la digitalizzazione, lo sviluppo di strumenti digitali che possono essere utilizzati per coinvolgere i cittadini (media sociali, software deliberativo, sistemi di voto elettronico, ecc.) e l'accesso sempre più diffuso a Internet. Nei paesi europei, in particolare quelli che si collocano nei primi 50 posti in termini di risultati, i cittadini hanno sempre più opportunità di far sentire la loro voce nel governo e nella politica. Secondo le Nazioni Unite, la percentuale maggiore di iniziative di partecipazione digitale riguarda l'accesso garantito dall'amministrazione centrale e dalle amministrazioni locali a informazioni del settore pubblico e le consultazioni pubbliche tramite strumenti digitali. Di recente è cresciuta l'attenzione nei confronti del coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale, sebbene i progressi registrati finora in questo settore siano modesti.
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    La relazione stilata dal EPRS mette in luce la stretta necessità di costruire una reale partecipazione attiva del cittadino europeo all'interno del sistema politico sovranazionale. Il mezzo utile a veicolare l'intervento della cittadinanza è internet. Le sperimentazioni sin'ora condotte hanno riguardato la possibilità di voto elettronico e le petizioni online, sta di fatto che esiste ancora il muro che impedisce il la comunicazione, lo scambio tra i rappresentanti della politica europea e i cittadini, sarebbe invece auspicabile un dialogo bidirezionale tra cittadini e istituzioni costituito da interventi attivi con formulazione di quesiti, scambio di opinioni, dibattiti, osservazioni sull'operato degli organi competenti in Europa, nonché una relazione di carattere più umano, utilizzando appieno le potenzialità della rete internet e la sua capacità di annullare le distanze. Necessita promuovere la media literacy con particolare attenzione alle fasce di popolazione meno propense ad acquisire nuove nozioni. Occorre andare oltre i social network, strutturando una comunità dotata di infrastrutture pienamente utilizzabili, che sia informata, partecipativa, e che sia co-autrice della vera e propria democrazia digitale.
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