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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged strategia

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Antonella Schiavone

Le donne multitasking - 2 views

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    Nei giornali, nelle notizie e anche nel cinema sono sempre più frequentemente rappresentate le donne multitasking, costrette da un'impari ripartizione del lavoro ad occuparsi di più impegni contemporaneamente. dati Istat sulla 'divisione dei ruoli nelle coppie' sono una pesante conferma dell'esistenza delle donne multitasking che hanno una giornata lavorativa fatta di 27 ore durante le quali gestiscono in parallelo: computer, telefono, casa, cucina e cura dei figli, senza contare il tempo speso per gli spostamenti. Il multitasking viene sostenuto e alimentato da una divisione asimmetrica del lavoro familiare che è presente trasversalmente in tutto il Paese e che peggiora quando sono presenti dei figli. Anche la cura dei bambini non è gestita in modo paritario, dato che ad oggi, i papà mediamente passano meno tempo con i propri figli. Oltre ai dati sociologici le ricerche cercano di spiegare come le donne affrontino la sfida del multitasking. AstraRicerche ha messo in luce che le donne sarebbero dotate di una maggiore 'sensibilità temporale' che le aiuta a scandire in modo più consapevole il ritmo delle proprie attività rispetto agli uomini. L'Università di Stanford mette in guardia, invece, sulle conseguenze di questo tipo di attività. Nel tempo il cervello risente del lavoro in parallelo e fatica a distinguere tra ciò che è importante e ciò che non lo è, impedendo un'organizzazione ordinata delle attività. Anche la concentrazione con il tempo si affievolisce con conseguenze su tutte le attività cognitive in cui è coinvolta. Il quadro che ne emerge vede le donne come grandi organizzatrici (anche se queste doti non sono considerate, né valorizzate socialmente o in ambito lavorativo) frustrate che vivono ogni giorno alla rincorsa delle attività. L'altro volto delle donne multitasking è la valutazione negativa che loro stesse danno di questa frenesia che le obbliga a non fermarsi mai, né per godersi ogni singolo momento, né per fe
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    E' una cosa che spesso ho provato, quella di "lasciare indietro la mia anima" perchè faccio troppe cose. Non so se è corretto dire questo, o se è un'affermazione un po' troppo filosofico-teologica! Parlo di anima nel senso di "la più profonda me stessa". Quando do tempo a questa mia anima, perchè faccio le cose lentamente, mi sento in pace con me stessa. Mi sento realizzata. Quando corro come una pazza e faccio mille cose, è come se mi staccassi da me. Come se la parte più profonda di me, che ha un suo ritmo lento, fosse rimasta indietro. Credo davvero che sia il problema di molte donne. Mi chiedo se non sia un'educazione sbagliata o se invece non sia una diversa struttura mentale (cognitiva?) che abbiamo. Osservo le bambine e vedo che sono capaci di fare più cose in un tempo breve, mentre i maschi sono più "tontoloni". Ma è così, o non è la pressione sociale che spinge le bambine ad essere più reattive? Sarebbe interessante capirlo. I bambini "tontoloni" riescono però ad impegnarsi più profondamente in qualcosa e alla fine possono arrivare a risultati migliori. E' come se noi gareggiassimo per il decathlon: facciamo dieci cose contemporaneamente e molto bene, ma speso non arriviamo all'eccellenza in nessuna. E' la nostra struttura mentale, è che abbiamo più interessi o è che siamo più "pressate" dall'ambiente? Un maschio, fin da piccolo, che si concentra su un'unica cosa è accettato, mentre ad una femmina viene imposto di essere "più veloce"? Me lo chiedo da tanti anni. Fatto sta che, quando decido di fermarmi e di concentrarmi su una sola cosa (quando riesco a farlo, il che non è scontato...!) mi sento bene. Con me stessa e col mondo. E' per questo che, in tutti questi miei inserti, critico il multitasking. A me pare semplicemente la follia di questo mondo folle. Tanto, non è vero che facciamo più cose contemporaneamente: siamo solo capaci di fare tante cose, continuando a cambiare attività. Non esiste il multitasking. Esiste solo il time
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    Le donne da sempre hanno dovuto fare più degli uomini per ritagliarsi uno spazio nel mondo lavorativo. Ancora oggi possiamo dire che non esiste la parità dei sessi; e allora per raggiungerla le donne si impegnano tutti i santi giorni non si arrendono e combattono senza dimenticarsi mai che a casa le aspetta un altro lavoro, o più lavori, come la casalinga, la madre, la moglie. Le donne infatti sono multitasker proprio per quello, perché sanno fare più compiti contemporaneamente e tutto nelle 24 ore del giorno. Il problema è che si dimenticano poi di pensare a sè stesse, quindi non si fermano mai e davvero non riescono a godersi ogni singolo momento. Penso a me, che studio alla Uninettuno la sera e nei weekend e durante il giorno lavoro quasi 10 ore. Non ho figli ma comunque una casa da gestire e teoricamente una vita sociale che attualmente non ho o diciamo che non riesco a godermi soprattutto nei periodi di maggior lavoro e di preparazione all'esame, come adesso!
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    Donne multitasking:fino al 70% in più rispetto agli uomini Ottengono gli stessi risultati se si tratta di risolvere esercizi di matematica o se si deve interpretare una cartina geografica, ma sono più brave e ottengono fino al 70% di performance migliori se si tratta di organizzare compiti e pianificare strategie: le donne, rispetto agli uomini, eccellono in strategia, e risultano molto più "multitasking" dell`altra metà del cielo. A sostenere per la prima volta la prova evidente che le donne sono più "multi-compito" degli uomini è Keith Laws dell`University's School of Psychology dell`University of Hertfordshire (Regno Unito): "Nonostante l`idea universale che le donne siano in grado, più degli uomini, di tenere testa a più compiti contemporaneamente, fino a oggi la letteratura scientifica non aveva mai provato questa loro presunta caratteristica", spiega Laws. I partecipanti allo studio - 50 studenti e 50 studentesse dell`università - in otto minuti dovevano risolvere alcuni problemi di matematica, interpretare una cartina, rispondere al telefono, svolgere quiz di cultura generale e pianificare la strategia per il recupero di un`immaginaria chiave perduta in un campo: i ricercatori hanno rilevato che, sebbene i due sessi ottenessero le stesse performance quando si trattava della risoluzione dei compiti di matematica e della lettura delle cartine, le donne ottenevano invece risultati di gran lunga migliori (fino al 70%) quando si trattava di pianificare, sebbene sotto pressione a causa degli altri compiti da svolgere, la strategia per il recupero della chiave. "Lo studio ha rivelato che le donne sono più strategiche degli uomini - conclude Laws -. Siamo rimasti molto sorpresi da questo risultato, dato che diversi studi sostengono le migliori abilità spaziali degli uomini rispetto alle donne". di Miriam Cesta (03/08/2010)
santo branca

prova strategia di aprrendimento - 0 views

prova "Sapere cosa fare quando non si sa cosa fare" può essere un buon punto di partenza per definire che cosa siano le strategie di apprendimento. strategia di apprendimento

strategia apprendimento

started by santo branca on 08 Jun 12 no follow-up yet
Marco Tambara

Brevetti, il tag diventa di Facebook - 0 views

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    Un articolo di Wired Italia dell'anno scorso sulla propietà intellettuale del "tagging". La lotta tra i colossi dell' IT è senza quartiere. La ricerca per l'accredito dell'ultima strategia tecnologica innovativa non conosce sosta (ricordate la lotta tra Apple e Samsung per l'esclusiva sulla funzione del bounce-back?).
Massimo Apicella

Il Social Bookmarking come strategia di promozione - 10 views

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    Non sempre siamo consapevoli della grande differenza, sia tecnica che funzionale, tra un motore di ricerca e un sistema di social bookmarking. Questo articolo cerca sia di spiegare la differenza tra i due sistemi.
Antonella Cavallaro

Smartphone e tablet nell'autismo - 19 views

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    Un' altro esempio di quanto detto precedentemente... NUOVI DEVICE MOBILI E AUTISMO La strategia visiva nel trattamento dell'autismo si basa tradizionalmente su tavole ricche di immagini, raccolte in quaderni spesso ingombranti, che mal si prestano ad un uso di comunicazione rapida con il bambino, utile soprattutto nei momenti di crisi.
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    Bell' articolo! Lavoro con bambini disabili e in molti casi con bambini autistici. Alcuni bambini mostrano i segni di ASD all'età di due anni, ma a volte una diagnosi potrebbe non essere possibile fino a tre o più anni. C'è una quantità significative di ricerche che indicano che con un intervento precoce si puo' massimizza i risultati e migliorare lo spettro autistico. Questo link se mostrato a molte famiglie potrebbe migliorare le condizioni di vita del figlio.Complimenti Antonella
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    L'utilizzo di strumenti tecnologici come tablet e smartphone usati come mezzi per la comunicazione alternativa o, in alcuni casi, aumentativa nell'autismo è stata un'importante innovazione. Ha concesso e concede a molti bambini e ragazzi con disturbi del linguaggio di esprimersi e di farsi capire da tutti, anche da chi non fa parte della propria cerchia familiare, obiettivo che invece è scarsamente raggiunto da altri mezzi di comunicazione come la lingua dei segni (che non tutti comprendono)
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    Articolo interessante. Altro aspetto da sottolineare, a mio avviso, è la maggiore motivazione scaturita dall'oggetto elettronico rispetto al quaderno con le immagini da staccare o indicare. L'apprendimento dell'abilità comunicativa richiede un esercizio costante, ripetuto e duraturo nel tempo; di conseguenza, se l'utilizzo dello strumento elettronico risulta in sé maggiormente motivante per il bambino, ne consegue una maggiore motivazione all'esercizio, agevolando l'acquisizione dell'abilità comunicativa.
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    Trovo il link appropriato rispetto ai contenuti del corso, infatti spiega l'utilizzo di una psicotecnologia, in questo caso lo smartphone, al fine riabilitativo. E' interessante notare come le psicotecnologie sono ormai applicabili ad ogni ambito della società tra i quali c'è sicuramente quello sanitario, anche se (almeno in Italia) secondo me andrebbe decisamente implementato. Infatti ho potuto notare attraverso i tirocini professionalizzanti che tendenzialmente vengono ancora utilizzati libri e figure sia per la valutazione che per la riabilitazione, nelle maggior parte delle strutture sanitarie italiane. Per raggiungere l'obiettivo dell'innovazione tecnologica in Italia, sia nella scuola che nella sanità, c'è ancora una lunga strada da percorrere.
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    Articolo molto interessante che sottolinea l'utilità' delle nuove tecnologie, nello specifico smartphone e Tablet, per tutte le persone autistiche e le loro famiglie. Un mio amico da qualche mese sta utilizzando questo tipo di device con il figlio di 8 anni. La possibilità' di interagire con simboli ed immagini lo aiutano a calmarsi visto i suoi tanti momenti di agitazione ed aggressività e la non possibilità' di comunicare verbalmente.' In un periodo dove le nuove tecnologie vengono etichettate come pericolose e dannose ( per esempio videogiochi), in questo caso possono diventare uno strumento di aiuto.
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    Trovo il link appropriato, è interessante quanto le tecnologie possano essere sia di utilizzo quotidiano che specifico, insomma la loro versatilità - o meglio quella dell'essere umano nel sfruttarle interamente.
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    Il tema dell'articolo è molto interessante perché mostra come le tecnologie possono essere utili nella relazione con bambini e ragazzi in difficoltà. Tutto diventa immediato e di facile accesso e si riducono i tempi per la creazione di nuovo materiale da lavoro.
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    le tecnologie possono essere utili nella relazione con bambini e ragazzi in difficoltà.I bambini con bisogni speciali richiedono particolare attenzione per lo sviluppo di competenze sociali. Mettere a disposizione elementi visivi che possono veicolare contenuti e istruzioni utili ai bambini, con la possibilità aggiuntiva di integrare testi (in qualunque lingua) e registrare la propria voce.
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    Per rimanere nel tema dell'autismo: L'articolo che segue presenta l'attività svolta di Media Education con un ragazzo che presenta disturbi dello spetro autistico che ha prodotto nei suoi esiti finali un corto metraggio d'animazione. Oggetto di una tesi magistrale in Scienze dell'Educazione, che ha vinto il Premio Giannatelli nel 2018. L'articolo evidenzia come attraverso l'uso dei media si può lavorare sui deficit relazionali e comunicativi che caratterizzano alcune patologie come l'autismo. Si tratta di un percorso attraverso l'uso delle arti terapie: un laboratorio video e cinematografico che avrà esiti formativi e riabilitativi. L'articolo descrive un'esperienza che utilizza linguaggi multimodali (scrittura, musica, fotografie, montaggio) e mette in evidenza come questa varietà di codici e tecnologie ha permesso un'estensione di un Sè corporeo e psicologico, permettendo di uscire dall'isolamento. https://oaj.fupress.net/index.php/med/article/view/8838/8412
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    Lo strumento visivo con immagini si rileva molto importante per un apprendimento con sviluppo atipico. In particolare nei pazienti con diagnosi di "spettro dell'autismo", la tecnologia digitale è di vitale importanza, poichè permette di impiantare le basi di una vita dignitosa e di interazione con l'altro; con lo strumento digitale il bambino impara a chiedere ciò di cui ha bisogno e viene gratificato immediatamente per fargli apprendere quel determinato comportamento. Inoltre con lo strumento digitale si ha una disponibilità immediata di più immagini rispetto le tesserine cartacee, anche se in determinati casi i neurologi infantili danno disposizione delle peacs per poi passare al LIAR. Il tablet e lo smartphone sono utili per installare programmi appositi per l'utilizzo della CAA (comunicazione aumentativa ed alternativa) per incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà nel linguaggio e sono strumenti funzionali utilizzati per la costruzione della frase minima.
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    L'articolo evidenzia come attraverso l'uso dei media si può lavorare sui deficit di relazione e comunicativi. Le immagini sono importanti nell'apprendimento umano, in particolare in presenza di disturbi come quello dello spettro autistico la tecnologia digitale è importantissima poiché permette al bambino di esprimersi meglio, gratificarsi immediatamente e dunque apprendere più rapidamente. L'articolo descrive un'esperienza che utilizza linguaggi multimodali (scrittura, musica, fotografie, montaggio) e mette in evidenza come questa varietà di codici e tecnologie ha permesso un'estensione di un Sè corporeo e psicologico, consentendo la comunicazione e permettendo di uscire dall'isolamento.
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    La strategia visiva è un'importante metodologia di trattamento per l'autismo, come evidenziato nell'articolo, l'utilizzo di strumenti digitali come smartphone e tablet possono rappresentare una soluzione pratica ed accessibile, offrendo una vasta gamma di funzionalità personalizzabili oltre che ad applicazioni specifiche per un apprendimento di tipo atipico. Penso che possa rappresentare un'importante opportunità per migliorare la comunicazione e l'interazione.
martinatavanti

Collaborative Learning - 0 views

https://www.scuolainforma.it/2021/10/11/cooperative-learning-cose-come-funziona-e-quali-sono-i-vantaggi.html Condivido un link dove spiega cos'è il collaborative learning, ovvero un approccio o str...

#CollaborativeLearning

started by martinatavanti on 18 Dec 23 no follow-up yet
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

V ARGOMENTO:MULTITASKING - 5 views

EMANUEL D'AGOSTINO

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
aleksandra ewa uninettuno

http://www.psychomedia.it/pm/pit/cybcri/risminori.htm - 0 views

La ricerca presentata è ancora in fase pilota ma i primi dati sembrano suggerire l'ipotesi negli apparati di socializzazione fondamentali (famiglia e scuola) sarebbe forse necessario un intervento ...

PSICOTECNOLOGIE

started by aleksandra ewa uninettuno on 23 Nov 12 no follow-up yet
alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

PENSIERO E INTELLIGENZA Definzione e teorie implicite L'intelligenza è, probabilmente, il concetto psicologico più difficile da definire. L'intelligenza sembra essere un fattore che coinvolge più ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
riccardo cazzulo

Google.org e il marketing 3.0 - 3 views

psicotecnologie solidarietà

started by riccardo cazzulo on 28 Dec 12 no follow-up yet
anna colombo

Classe del futuro - 1 views

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    Il Professor Sergio Bertolotti è referente scolastico di " La classe del futuro", un progetto complesso caratterizzato dalla sinergia tra innovazione tecnologica e sviluppo di un'adeguata strategia pedagogica. Mirato alla definizione di un nuovo concetto di classe, dove sia possibile attuare in modo nuovo l'attività curricolare, il progetto ha come obiettivo principale la definizione e lo sviluppo di una nuova metodologia didattica, basata sull'utilizzo intensivo delle moderne tecnologie ICT.
GIOVANNI LA FALCE

Smart City Exhibition 2012 - 1 views

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    A bologna fiere si è svolta il 29-30-31 ottbre la Smart city exhibiotion 2012. Sulla home page del sito ne viene indicata con queste parole la Vision: le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l'innesto di moderne tecnologie nell'agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. Quello che mi ha colpito è l'uso pervarsivo del termine inglese SMART (intelligente) che viene fatto nel sito. Nel mio piccolo ero fermo alla Smart famosa autovettura ed agli smartphone. In questo congresso però si è discusso di "smart mobility", "smart people and living", "smart building", "smart City" (naturalmente) affrontando per esempio il tema dei social network nelle smart city. Da quello che capisco "smart" è una parola di confine che attiene contemporaneamente ad ambiti diversi (tecnologia, processi cognitivi, ecologia ed ergonomia, psicologia di comunità) e per questo probabilmente diventerà sempre più di uso comune.
Bruno Matti

Business intelligence - Wikipedia - 0 views

  • Le organizzazioni raccolgono dati per trarre informazioni, valutazioni e stime riguardo al contesto aziendale proprio e del mercato cui partecipano (ricerche di mercato e analisi degli scenari competitivi). Le organizzazioni utilizzano le informazioni raccolte attraverso una strategia di business intelligence per incrementare il loro vantaggio competitivo. Il termine Business Intelligence fin dall'origine ha ricompreso sia i più tradizionali sistemi di raccolta dei dati finalizzati ad analizzare il passato o il presente e a capirne i fenomeni, le cause dei problemi o le determinanti delle performance ottenute, sia i sistemi più rivolti a stimare o a predire il futuro, a simulare e a creare scenari con probabilità di manifestazione differente. Questi sistemi sono da sempre stati realizzati con mix differenti di software tools (ad es. di reporting, di analisi OLAP, di cruscotti) e di software applications, cioè contenenti vere logiche e regole applicative, rivolte al Performance Management (ad es. le applicazioni per le Balanced Scorecards o per il ciclo di budgeting e forecasting aziendale), all'ottimizzazione di alcune decisioni operative (ad es. nel campo dei trasporti e della logistica o del revenue management) oppure finalizzate alle previsioni e alle predizioni future, impiegando funzioni statistiche anche molto sofisticate; tutte queste software applications nel tempo hanno preso nomi diversi ma dal significato simile, quali Analytic Applications, Analytics, Business Analytics (si veda anche Davenport, 2007, 2010; Turban, 2010; Pasini, 2004). Il termine Business Intelligence allude quindi ad un campo molto ampio di attività, sistemi informativi aziendali e tecnologie informatiche finalizzate a supportare, e in qualche caso ad automatizzare, processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali (sistemi di reporting e di visualizzazione grafica di varia natura, cruscotti più o meno dinamici, sistemi di analisi storica, sistemi di "allarme" su fuori norma o eccezioni, ecc.), e processi di decisione aziendale in condizioni variabili di incertezza (sistemi di previsione, di predizione, di simulazione e di costruzione di scenari alternativi, ecc.), il tutto integrato nel classico processo generale di "misurazione, analisi, decisione, azione". Generalmente le informazioni vengono raccolte per scopi direzionali interni e per il controllo di gestione. I dati raccolti vengono opportunamente elaborati e vengono utilizzati per supportare concretamente - sulla base di dati attuali - le decisioni di chi occupa ruoli direzionali (capire l'andamento delle performance dell'azienda, generare stime previsionali, ipotizzare scenari futuri e future strategie di risposta). In secondo luogo le informazioni possono essere analizzate a differenti livelli di dettaglio e gerarchico per qualsiasi altra funzione aziendale: marketing, commerciale, finanza, personale o altre. Le fonti informative sono generalmente interne, provenienti dai sistemi informativi aziendali ed integrate tra loro secondo le esigenze. In senso più ampio possono essere utilizzate informazioni provenienti da fonti esterne come esigenze della base dei clienti, pressione stimata degli azionisti, trend tecnologici o culturali fino al limite delle attività di spionaggio industriale. Ogni sistema di business intelligence ha un obiettivo preciso che deriva dalla vision aziendale e dagli obiettivi della gestione strategica di un'azienda.
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    Con la locuzione business intelligence () ci si può solitamente riferire a: un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Questa espressione è stata coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.
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    Business Intelligence (B.I.) un software atto a produrre statistiche grafiche in modo flessibile e approfondito, più o meno autonomamente dai programmi di gestione aziendale. In altre parole: è il processo che consente di analizzare la miriade di dati accumulati nei sistemi aziendali per estrarne valide indicazioni per lo sviluppo del business, la riduzione dei costi e l'incremento dei ricavi. La Business Intelligence nasce per trasformare i dati in informazioni utili e per compiere indagini in modo facile e completo sulla propria base dati aziendale. Una buona soluzione di Business Intelligence deve anche essere in grado di consentire l'introduzione di dati teorici, per rispondere al quesito "what if...", ovvero "cosa succederebbe se...", praticando così vere e proprie simulazioni di scenari ipotetici per valutarne immediatamente le conseguenze. Generalmente nei programmi di Business Intelligence l'informazione viene organizzata in righe e colonne, consentendo di porre i dati che interessa esaminare anche su più livelli di profondità. Si può, per esempio, esaminare il venduto per agente/famiglie di prodotti e all'occorrenza svolgere il cosiddetto drill down, per scendere anche a livello di dettaglio del singolo articolo venduto per una certa famiglia. Le analisi possono poi essere tradotte in vario modo anche in termini grafici, fornendo facilmente diagrammi, torte, cruscotti, ecc. ecc. oppure produrre report stampati. La Business Intelligence è dunque uno strumento strategico formidabile per il management aziendale e si differenzia notevolmente dall'uso di prodotti generici (come Excel, per esempio o le classiche statistiche fornite dallo stesso ERP e realizzate tramiti appositi rigidi programmi) per l'estrema attendibilità dei risultati e flessibilità delle informazioni ottenibili. Non dimentichiamo che lo scopo è quello di fornire risposte alle varie indagini sull'andamento dell'azienda e basare certe decisioni su un errore in una formula di Excel p
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    Per conto di Telecom Italia mi sono anche occupato di curare presentazioni per nostri Clienti di B. I. Sicuramente è uno strumento utilissimo in grado di rielaborare tutti i dati aziendali e fornire risposte in base a delle quary di interesse. Risparmio chiaramente di tempo, e per tutte le Aziende il tempo è denaro, che puo' essere dedicato all'elaborazione di strategie di mercato ad es, messe in atto alla luce dei dati analizzati. I ritorni da parte delle PMI, e parlo per esperienza, è sempre stato positivo e il ROI sempre garantito.
ALESSANDRO GUARRATA

Multitasking Wikipedia---- - 4 views

In informatica, un sistema operativo con supporto per il multitasking (multiprocessualità) permette di eseguire più programmi contemporaneamente: se ad esempio viene chiesto al sistema di eseguire ...

#multitasking

started by ALESSANDRO GUARRATA on 20 Apr 12 no follow-up yet
adelaide nucera

Lavorare con intelligenza emotiva - 2 views

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    E' l'introduzione al libro scritto da Goleman:"lavorare con l'intelligenza emotiva" mi è tornato utile leggera per chiarire come è arrivato a definire l'intelligenza emotiva e dove trova applicazione.
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    Ho letto il libro di Goleman e mi e' piaciuto molto. Ovviamente dovete provare interesse per l'argomento, ovvero la psicologia: Goleman in sostanza dice che la capacita' di provare le emozioni e di riconoscerle in noi stessi e negli altri e' una dote preziosa e costituisce una forma di intelligenza al pari con l'intelligenza di tipo cognitivo. Fa un sacco di esempi pratici, spiega anche quali sono i centri nervosi nel cervello che regolano le emozioni; spiega perche' ci sono persone che sembra non riescan a interpretare correttamente le reazioni emotive loro e degli altri... Insomma, se l'argomento vi interessa lo consiglio vivamente a tutti
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    Valorizzare l'intelligenza emotiva nel mondo del lavoro si è rilevata in molte aziende la carte vincente per l'eccellenza dei risultati che ha prodotto. Sono emersi così i costi dell'assenza di tale attitudine nella gestione produttiva. Goleman raccogliendo le diverse esperienze dal mondo del lavoro, dai dirigienti, i PR, e i coordinatori ha costruito un modello di riferimento per spiegare scientificamente le cause e gli effetti di tale prerogativa. Intelligenza emotiva non significa soltanto essere gentili o disponibili, bensì strategici; Non significa libera espressione delle emozioni, bensì riconoscimento, considerazione e controllo. L'intelligenza emotiva è un attitudine presente negli uomini come nelle donne, non dimentichiamoci di questo attributo.
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    Ho trovato il libro di Goleman molto interessante e trovo anche interessanti gli esempi che l'autore fa per far capire i concetti. Mi hanno i modelli di riferimento che ha utilizzato per spiegare le cause e gli effetti. Fa riferimento anche a delle descrizioni anatomiche e scientifiche e aiuta a capire perchè determinate persone non riescono a capire le emozioni degli altri. L'intelligenza emotiva è anche strategia e presente indifferentemente dal sesso.
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    Ho letto questo libro dopo aver seguito un corso in azienda "competenze emotive al servizio dei risultati l'ho trovato molto interessante. Questa capacità è fondamentale in ambito lavorativo proprio per saper monitorare i propri sentimenti ed emozioni in relazione al contesto. Il fatto di poter capire cosa provino le persone attorno a noi oppure il comprendere le motivazioni che ci spingono verso un determinato scopo è molto importante. SIcuramente valorizzare tale capacità nelle aziende a mio avviso è fondamentale per poter raggiungere gli obiettivii e mantere uno spirito di squadra.
roberto de luca

Multitasking - 1 views

MultitaskingDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: navigazione, cerca In informatica, un sistema operativo con supporto per il multitasking (multiprocessualità) permette di eseguire più progr...

started by roberto de luca on 24 Sep 12 no follow-up yet
gianluca capezzuto

L'APPRENDIMENTO COLLABORATIVO IN RETE - 5 views

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    ottimo saggio degli autori Paolo Bianchetti, Stefania Bocconi, e Luigi Sarti incentrato sull'apprendimento collaborativo in rete che viene visto come una metodologia per progettare, cooperare e decidere collettivamente una strategia ottimale di apprendimento.
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    Interessante saggio su un grande tema di attualità. Mi ha colpito molto il riferimento alla metodologia della cybercreativity. A mio parere il computer può facilitare, valorizzare, accrescere l'interazione tra i componenti di un gruppo fornendo la possibilità di prendere visione in ogni momento del lavoro altrui, di commentarlo e ricevere commenti.
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