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giadamaria14

Personal learning Environments based on Web 2.0 services in higher education - ScienceD... - 4 views

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    In questo articolo sono riportati i risultati della ricerca sugli ambienti di apprendimento personali (PLE) creati dallo studente basati su servizi Web 2.0. Nel contesto dell'istruzione superiore, come mezzo per trasformare l' apprendimento e l'insegnamento e come preparazione per le future vite professionali degli studenti, in un ambiente dinamico con una forte influenza digitale e tecnologica. L'analisi dei dati ha fornito prove dei PLE come strumenti: per l'apprendimento e l'acquisizione di competenze, per il rafforzamento delle interazioni sociali e per il miglioramento nell'organizzazione e gestione dei contenuti e delle risorse didattiche; ha contribuito ad identificare ostacoli e barriere e possibili soluzioni. Il risultato principale di questa ricerca è presentato come una serie di linee guida per l'utilizzo dei PLE come strumenti per supportare l'apprendimento formale, sia da parte degli insegnanti che dagli stessi studenti.
sofia-cacciatore

Non solo marketing. L'ecosistema YouTube come opportunità per l'autonarrazion... - 2 views

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    Questo saggio evidenzia una caratteristica positiva di YouTube: un'occasione concessa a tutti di narrare le proprie esperienze e di essere se stessi. Il saggio dimostra come YouTube non faccia differenze di età, sesso e genere ma è completamente accessibile a chiunque. All'interno di YouTube si formano delle comunità connesse, si sperimenta la propria identità personale, professionale e il proprio orientamento sessuale ma in particolare il saggio mostra la condizione della comunità disabile che grazie al potere di YouTube riesce a costruire autonomamente le proprie narrazioni, raccontando gli stereotipi e i pregiudizi che fronteggiano tutti i giorni e si rivelano orgogliosi di essere disabili, rivendicando il loro diritto ad essere visti come esseri umani a pieno titolo.
vproietti

Collaborare e socializzare in Smart working - 3 views

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    L'uomo e' un essere sociale ed anche nel lavoro riesce ad esprimere il massimo della sua creativita' grazie all'intelligenza connettiva: lo smart working puo' essere sede di piu' ampie interazioni e di nuove opportunita' lavorative. La sede di lavoro non e' piu' un limite per candidarsi ad una nuova proposta. Si possono creare spazi interattivi non lavorativi dove colleghi si incontrano in pause caffe' virtuali, dove continueranno a conoscersi a sentirsi vicini. Ed ecco cosi' che la pausa caffe' potra' essere uno spazio senza distanza dove proseguono vecchie conoscenze e dove se ne creano di nuove.
jessicaventuri

Più social, più soli? Facebook e Instagram fra solitudine e depressione | Fon... - 8 views

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    I social network, a dispetto del nome che li porrebbe agli occhi del mondo come fautori delle relazioni sociali, sono in verità causa di depressione e aumento del senso di solitudine. Questo legame, rilevato dall'Università della Pennsylvania (Usa) e pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology, mostra come non solo tra i giovani, ma anche tra i cinquantenni, esista la paura dell'essere tagliati fuori, il cosiddetto FOMO, "fear of missing out". Si crea quindi quella che viene definita una "dipendenza senza sostanza" con relativi sintomi di astinenza. La conclusione, anche se per alcuni professionisti del settore presenta alcune debolezze metodologiche, è che la riduzione dei tempi sui social incida sulla riduzione della depressione. Occorre quindi una riflessione che non possiamo rimandare, riflessione che prenda in considerazione la predisposizione biologica alla dipendenza insieme ai fattori psicologici e sociali.
nicolecanale1

Guarda Promuovere l'innovazione nell'educazione STEM utilizzando i giochi come catalizz... - 7 views

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    L'articolo proposto è recente, risale al 2020 e ci spiega come i giochi digitali possano diventare una strategia didattica andando a migliorare l'apprendimento degli studenti e ad incrementare la loro motivazione e le loro capacità creative. In particolare, l'articolo ci propone uno studio sull'educazione ambientale attraverso un famoso video gioco che si è dimostrato molto efficace per scopi didattici. Lo studio è stato condotto dall'INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) in collaborazione con Microsoft e ha coinvolto 20 ragazzi tra i 14-15 anni, i quali hanno utilizzato questa piattaforma di gioco all'interno di un'esperienza di apprendimento relativa ad un progetto di Geografia in lingua inglese sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità. Gli studenti e i loro lavori sono stati poi valutati e i risultati sono riportati qui nell'articolo.
federica2030

A review of anatomy education during and after the COVID-19 pandemic: Revisiting tradit... - 2 views

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    la pandemia di covid 19 ha avuto effetti significativi sull educazione e l apprendimento, e in questo caso specifico, si pone l attenzione sugli effetti relativi agli studenti di anatomia. essa infatti, costituisce "la base delle scienze mediche" dove gli operatori sanitari costruiscono il loro sapere. come nell articolo, credo sia importante sottolineare l importanza di elaborare metodi di insegnamento sempre nuovi ed al passo con i tempi al fine di ottimizzare le energie cognitive, e favorire un apprendimento a distanza che è molto più conveniente in termini di accessibilità in quanto abbattendo le barriere legate alla distanza e agli spostamenti, è possibile formare in modo efficace molte più persone.
nazagiu

DIVARIO GENERALE E DAD - 6 views

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    L'emergenza sanitaria ha costretto la scuola ad utilizzare la didattica a distanza, che ha subito evidenziato il problema del divario digitale. Questo termine comprende non solo coloro che sono svantaggiati economicamente e che hanno quindi più probabilità di non poter accedere ad Internet, ma anche tutti coloro che non hanno le competenze necessarie ad utilizzare le piattaforme digitali in modo adeguato. Per garantire un'uguaglianza in questo ambito sarà quindi necessario implementare gli insegnamenti riguardanti i media digitali, concentrandosi non solo sugli aspetti tecnici ma anche sulla costruzione di nuove conoscenze attraverso le tecnologie.
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    Questo articolo mi ha molto colpito e interessata, in quanto, quest'anno posso vantare di un'esperienza come insegnante alla scuola Primaria. A Marzo 2021 il Presedente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha predisposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado in zona rossa, ho vissuto in prima persona la Dad. Da ragazza di 23 anni, cresciuta insieme alla tecnologia, ho osservato tutto ciò che accadeva attorno me e ne sono rimasta scioccata. La cosa più impressionante è stata che a Marzo 2021 le criticità erano le stesse presenti a Marzo 2020. Struttura scolastica e famiglie non attrezzate opportunamente, senza PC/tablet (o di vecchia data), senza connessioni efficaci e, la cosa più grave a parer mio, senza interesse a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Possibile che nell'anno 2021 esiste ancora questo divario digitale? Possibile che le persone non capiscono quanto la tecnologia può semplificare azioni della vita quotidiana? Questo un mio parere, ovviamente molti sono contrari a tutto ciò, ma ne vale la pena fermarsi e riflettere.
nicolecanale1

Videogiochi e apprendimento: giocare imparando, imparare giocando - 2 views

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    Questo è un articolo recente in cui troviamo elencati quali sono i vantaggi dei videogiochi in ambito educativo. Quindi i videogiochi non sono considerati dei semplici passatempi ma un'attività che presenta anche delle funzioni didattiche. Il gioco infatti rappresenta una strategia educativa, un modello di apprendimento e di problem solving che consente ai ragazzi di sviluppare pensiero creativo, intuitivo, che potenzia le loro abilità percettivo- sensoriali e quelle motorie; inoltre il gioco ha questa capacità di coinvolgere emotivamente i ragazzi, di motivarli e incoraggiarli ad impegnarsi, a trovare nuove soluzioni e a sperimentare. L'articolo riporta anche uno studio che dimostra che , l'apprendimento con i videogiochi, risulta più veloce rispetto alle classiche forme di didattica.
saracatenaro

Narrowing the gaps? | David Buckingham - 1 views

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    L'articolo fa parte di un ambizioso progetto portato avanti da David Buckingham 'Childhood, Youth and Popular Culture Since 1945' che si propone di ricostruire storicamente il rapporto tra media e infanzia. Buckingham è professore, scrittore e pioniere della Media Education. Sul suo blog è possibile trovare questo ed altri articoli che fanno parte del progetto e una serie di contenuti video e contributi da scaricare. In particolare il testo 'Bridging the gaps? Sesame Street, race and educational disadvantage' analizza innovazione e criticità di un rivoluzionario programma televisivo andato in onda in America a metà degli anni '60, il Sesame Street, che si è proposto (grazie a Joan Ganz Cooney e alla Children's Television Workshop che hanno ideato il programma) di colmare il divario tra i bambini svantaggiati, in particolare di colore, e quelli del ceto medio. La Cooney ritiene questo obbiettivo fondamentale in quanto, come afferma "le risorse della scuola pubblica non sono adeguate… e il Laboratorio di Televisione per Ragazzi, potrebbe fornire una risposta immediata". Tenta di farlo rappresentando la diversità razziale e tentando di aumentare il rendimento scolastico dei bambini più emarginati. E' interessante come si sia ritenuto più utile investire in un progetto televisivo e non in un progetto educativo istituzionale, utilizzando come mezzo proprio la televisione, del quale negli '60 non si conoscevano ancora le potenzialità. Nonostante le innovative premesse che guidarono il progetto, non mancarono le criticità: il non aver visto nel gap dei bambini svantaggiati un problema più ampio in termini sociali e aver posto l'accento solo sul cognitivismo, ignorando aspetti più emotivi come l'autostima, o sociali come la tolleranza razziale. La TV del resto, a detta della stessa produzione, era un mezzo "adatto a vendere cose più che a incoraggiare il pensiero critico e non essendo un mezzo interattivo, poco adatto ad affrontare
martinamazzanti1

Una rilevazione sulla povertà educativa digitale - 5 views

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    Nell'ultimo anno, il ricorso alla didattica a distanza, ha messo in evidenza gravi ritardi nello sviluppo delle competenze digitali, sia tra i docenti che tra gli studenti. L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa a non essersi dotato di un sistema di valutazione delle competenze digitali, e ancora limitata è l'educazione alle nuove tecnologie. Si pone quindi oggi il problema, di comprendere ed analizzare il fenomeno della POVERTA' EDUCATIVA DIGITALE. Save The Children, in collaborazione con il CREMIT, ha condotto uno studio teso a definire per la prima volta, nel nostro Paese, la povertà educativa digitale, e misurarla attraverso un nuovo strumento, AbCD - Autovalutazione di base delle Competenze Digitali. I risultati, resi noti da questa ricerca, si pongono l'obiettivo di fungere da base di partenza, per lo sviluppo di politiche pubbliche ad hoc, volte a contrastare questa nuova povertà.
alessandracost

Comunicatore scolastico, un ruolo sempre più importante per il media education - 1 views

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    L'articolo proposto è scritto da Dino Galluppi per il sito web "La tecnica della scuola" nel Dicembre del 2020. Lo stesso affronta il cambiamento della scuola, una rivoluzione lenta introdotta dal piano nazionale della scuola digitale "PNSD". Questo cambiamento introduce la figura del "comunicatore scolastco",già affermato in atenei universitari,con l'obbiettivo di curare ed approfondire la comunicazione tra l'istituto scolastico ed il mondo esterno. L'aumento delle fake news e l'evoluzione dei social network impongono maggiore attenzione alla salvaguardia dell'immagine dell'istituto e degli studenti sempre più esposti a fenomeni di cyberbullismo. In questo contesto la figura in oggetto ha il compito di implementare le attività scolastiche collaborando con le realtà locali e salvaguardare la privacy e la serenità degli studenti.
robertapontani

Dipendenza da internet e social, nasce il primo servizio di disintossicazione in Italia. - 5 views

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    L'articolo proposto, scritto da Alex Corlazzoli per "il Fatto Quotidiano" nel mese di giugno 2019, tratta il tema della dipendenza da Internet attraverso un'intervista alla psicologa e psicoterapeuta Maria Rosaria Montemurro. La novità che viene proposta è un servizio della Cerba Health Care, nello specifico nella sua sede ambulatoriale di Milano, in cui si attiva il "Life Digital Coaching" come percorso psicoterapeutico di disintossicazione da computer e smartphone al fine di ridurre il cosiddetto tecno-stress. Le nuove dipendenze che vengono trattate spaziano dall'iperconnessione, al gioco d'azzardo on line, alla dipendenza da video giochi e molte delle nuove malattie da rete (Hikikomori, cyberbullismo, phubbing, e altre) che colpiscono tutte le fasce d'età con un aumento esponenziale negli ultimi anni.
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    L'articolo pubblicato sul "Il Fatto Quotidiano" mette in luce, in tutta la sua gravità, un fenomeno che corrisponde al nome di "media addiction". L'utilizzo costante di internet ha creato una serie di patologie i cui sintomi vanno dall'esclusione dalla realtà come il fenomeno dell'Hikikomori che relega il soggetto, in genere adolescente, nella sua stanza con un rifiuto categorico verso tutto ciò che è "esterno" al suo habitat. Il cyberbullismo o il sexting o il gioco d'azzardo compulsivo sono altri fenomeni che sottolineano la pericolosità di un utilizzo improprio e costante dei social. I dati confermano che il 77% degli utenti naviga prima di addormentarsi e ben il 63% appena svegli. L'ansia che deriva dal rimanere disconnessi è conosciuta, ormai, a tutte le fasce d'età. La nascita del "Digital life coaching", con sede attuale a Milano, punta a ridimensionare e controllare, nonché prevenire, le varie forme di dipendenza. Viene considerato un laboratorio e non un pronto soccorso, in un gioco di squadra tra medici e psicologi che ha come fine la disintossicazione dell'utente, spezzando quei meccanismi che lo hanno portato al limite di quella che viene considerata una malattia mentale. Un'iniziativa importante che, se ben gestita, potrà creare una valida rete di aiuti, in tutta Italia, contro un fenomeno complesso da gestire.
scurci

Screen generation: gli adolescenti e le prospettive dell'educazione nell&... - 2 views

Il libro cerca di rispondere a domande quali: che tipo di trasformazione comportano i nuovi media, quali nuovi usi promuovono, che posto occupano nella vita delle nuove generazioni. Lo studio è sta...

media education screen generation antropologia media

started by scurci on 11 May 21 no follow-up yet
sofiamanca

Come le "Media Resources" influenzano lo sviluppo personale - 2 views

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    L'articolo è stato scritto dal Dottor Muslimov e dalla sua studentessa Dottoranda Umarova, provenienti dalla Tashkent State Pedagogical University, in Uzbekistan. L'articolo tratta l'importanza e la valorizzazione dell'informazione attraverso i media nel contesto educativo attuale, concetto ribadito anche dall'UNESCO che riconosce appunto il grande potere comunicativo della Media Education. La Media Education viene descritta in questo articolo come uno strumento per incrementare le proprie capacità critiche ed espressive, strumento che riguarda sia lo sviluppo intellettuale che quello emotivo di chi sta apprendendo. Il focus dell'articolo è quindi principalmente sullo sviluppo intimo e personale dello studente, attraverso il metodo della cosiddetta "Self-Education", basata appunto su un'elevata indipendenza dello studente. L'uso di questo metodo ha sortito risultati notevoli sia per quanto riguarda le conoscenza degli studenti, ma anche per quanto riguarda lo sviluppo della loro individualità, creatività e indipendenza di pensiero, oltre che essere un metodo molto pratico e di semplice accesso. Un forte messaggio di speranza e fiducia in questo nuovo metodo e mezzo educativo, che ha un grande potenziale per il miglioramento del livello di qualità dell'apprendimento.
draghici

Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

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    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
silviauninettuno

ANTICORPI PER LE FAKE NEWS -10 RIFLESSIONI PER AFFRONTARE IL PROBLEMA - 2 views

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    De Kerckhove si pronuncia sul problema delle Fake News, esistito da sempre, e stila 10 punti per indurci a riflettere: 1. i social media alimentano con nuove dinamiche il problema 2. l'istantaneità della condivisione batte la riflessione 3. la censura delle fake è inefficace 4. le fake news sono innanzitutto un business 5. ogni controllo deve essere trasparente 6. la crisi della scienza alimenta notizie false 7. la censura è pericolosa 8. condividere le fake news rende responsabili come crearle 9. è preferibile segnalare che censurare 10. la soluzione sarà creare una coscienza di massa Le fake news sono manipolatorie,contengono informazioni false o basate su un uso ingannevole della notizia, possono portare contenuti spacciati come veri ma in realtà in parte, o completamente, falsi.Di tutto ciò è importante tenere conto ,perchè per poter sopravvivere alla dirompenza delle fake news l'unica soluzione è maturare un giusto grado di consapevolezza.
chiaraostinelli

M-Children | Officina Didattica Multimediale - 3 views

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    M-Children è uno spazio multimediale interattivo rivolto a scuole e famiglie. Progetti, idee e sfide per un insegnamento innovativo; corsi formativi per docenti ma anche percorsi educativi e laboratori didattici destinati a bambini e ragazzi dai 4 ai 13 anni. Intercetta le tendenze emergenti del territorio e presta attenzione agli interessi e ai bisogni delle famiglie, diventando un luogo fondamentale per la città di Mestre e punto di riferimento per la sperimentazione culturale.
aprile2021

Digital Storytelling e multimedialità nella scuola dell'infanzia - 2 views

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    La tesi tratta del digital storytelling e di multimedialità, ovvero una nuova forma di alfabetizzazione, che fa fronte a una pluralità di canali, che possono essere viste come una alfabetizzazione alla multimedialità. La multimedialità rappresenta una modalità innovativa di insegnamento che supera i limiti di un'educazione monomediale, basata solo sul testo scritto. Accanto a questo elemento emergono le multiliteracies, ovvero una nuova forma di alfabetizzazione, che fa fronte a questa pluralità di canali che possono essere viste come una alfabetizzazione alla multimedialità.
marmandi

Il punto di vista dei genitori sull' uso dei media da parte dei bambini durante la pand... - 2 views

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    La chiusura delle scuole ha portato i bambini a trascorrere più tempo davanti ai media rispetto al passato, anche a causa della didattica a distanza. L'obiettivo di questa ricerca, è quello di capire come i genitori hanno affrontato questa nuova situazione e come percepiscono il consumo dei media da parte dei loro figli. La pandemia covid-19 ha portato profondi cambiamenti e i genitori si ritrovano a ricoprire il ruolo di "insegnanti" dei loro bambini.. Gli autori di questo studio Petra Ambrožová, Petra Eisenkolbová, Iva Junová, Leona Stašová svolto presso University of Hradec Králové (REPUBBLICA CIECA), hanno esaminato 191 genitori con bambini di età compresa tra 6-15 anni. I genitori si differenziavano in base all' età, al livello di istruzione, al tipo di lavoro. La ricerca è stata effettutata durante il periodo del primo lockdown (marzo 2020). I risultati dimostrano che l'87% dei genitori dedicano più tempo ai bambini, grazie al lockdown, l' 81% dei genitori è convinto che il tempo che i propri figli spendono nell'uso dei media sia aumentato, il 43% aiuta i propri figli ogni giorno nell'apprendimento online indipendentemente dal tipo di lavoro, il 57% dei genitori non ha modificato l' utilizzo dei media durante il lockdown e le regole con i propri figli e infine per quanto riguarda il tempo libero, il 60% delle famiglie preferisce passarlo all'aria aperta o passeggiando. In conclusione, l'articolo è molto interessante e dimostra l'importanza dell'educazione ai media. I genitori devono essere in grado di combinare al meglio il lavoro con la cura quotidiana dei loro bambini. I genitori devono diventare " insegnanti efficaci". Bisogna educare e sostenere le famiglie verso una partecipazione attiva nell' influenzare la produzione e la diffusione di programmi di qualità per tutte le età, in modo da rendere l'uso dei media da parte dei bambini, il più proficuo e responsabile possibile.
nicola-mancini

\"Challenge\" su internet: cosa sono e come difendersi | Agenda Digitale - 4 views

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    L'articolo descrive sinteticamente delle mode dei giovanissimi e adolescenti note come challenge, fra cui blue whale, bird box challenge, corona virus challenge, che risultano pericolose e spesso finiscono in tragedia. Nelle challenge i partecipanti sono chiamati a svolgere delle attività per mettere alla prova le loro capacità di resistenza fisica e coraggio, e renderle pubbliche attraverso video condivisi nei social. I giovanissimi sono attirati da sfide che mettano alla prova le proprie caratteristiche e trovano consensi nel proprio gruppo social. Il testo dell'articolo illustra sia gli aspetti che rendono così di successo le challenge quali: intrattenimento, identità, appartenenza, accessibilità, persistenza e moda, sia i possibili elementi di base per "disinnescare" il meccanismo di emulazione, che non possono essere gli atteggiamenti tranchat del tipo chiudere i social per i giovanissimi.
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