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giancarlobelvito

Alfabetizzazione mediatica, di educazione ai media, della tecnologia dell'informazione ... - 6 views

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    Mi è sembrato interessante condividere uno studio di uno dei paese più importanti in via di sviluppo. Ho trovato questa ricerca effettuata dal dipartimento Department of library and Information Science, University of Calcutta, da mie ricerche una università , riconosciuta a livello internazionale e complice di varie collaborazioni con università Inglesi e Americane. La ricerca organizzata riguarda lo studio sulla consapevolezza ai media e educazione ai media tra gli utenti della biblioteca universitaria in India, eseguita da studenti del Dipartimento di biblioteconomia e scienza dell'informazione, Università di Calcutta. Lo studio coinvolge 50 studenti della università di Calcutta, gli obbiettivi sono lo studio di alfabetizzazione mediatica e educazione ai media e il ruolo dei media tra gli studenti e il loro uso, e la capacita di rivisitazione delle informazioni attraverso i diversi media. Lo studio evince l'importanza della alfabetizzazione mediatica e l'educazione ai media sono molto legate e ora mai parte integrante della nostra vita di tutti i giorni nella ricerca è evidenziato come una non corretta conoscenza dei concetti di alfabetizzazione porta a una mancata comprensione e errato utilizzo dei nuovi media e solo una analisi critica permette un loro utilizzo cosciente e una possibile miglioramento. Riferimenti dello studio sono di ottimo livello, forse poteva essere eseguita su un campione maggiore di studenti. http://www.caluniv.ac.in/ Articolo del June, 2015
vdipaola

Il Mobile Learning attraverso la nuova rete LoRaWAN... - Google Scholar - 5 views

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    L'articolo pubblicato il 31 dicembre 2020 da Firenze University press (www.fupress.com/sf) nel n. 2-2020 Studi sulla Formazione del Open Journal of Education, è scritto da Giuseppe De Simone Ricercatore di Pedagogia sperimentale - Università di Salerno; Michele Domenico Todino Docente di tecnologie didattiche per l'inclusione - l'Università degli Studi del Sannio di Benevento; Maria Annarumma Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale - Università di Salerno. L' articolo cerca di fornire una definizione chiara del Mobile Learning e delle sue caratteristiche, inoltre cerca di descrivere come il Mobile Learning potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti nell'apprendimento nella quotidianità sia in luoghi di apprendimento formale che informale. Infine, questo lavoro esplora l' evoluzione delle tecnologie di telecomunicazione con una descrizione delle IoT -Internet of Things e della Rete LoRaWan per stimare come sarà il Mobile Learning di domani.
ggiovanetto

Digital literacy e università alla prova del lockdown - nuove sfide per il fu... - 21 views

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    Lo sviluppo della "società della conoscenza" implica trasformazioni sociali che coinvolgono i cittadini, sollecitandoli a dotarsi di abilità e competenze nuove. La "media literacy", come concetto che ricomprende ogni campo ed ogni competenza relativa ai media, richiede che gli individui siano dotati delle competenze tecniche di utilizzo delle tecnologie per l'uso delle informazioni e delle comunicazioni - in una parola, la "digital literacy" - unita alle capacità pratiche e teoriche per sviluppare appieno sé stessi all'interno della società dell'informazione. La pandemia ed i lockdown generalizzati che hanno interessato il pianeta nel corso del 2020 hanno imposto ai sistemi educativi di confrontarsi con molteplici cambiamenti dirompenti, cambiamenti che hanno inevitabilmente toccato anche la "digital literacy" sia dei docenti che dei discenti. Al fine di analizzare in quale modo le istituzioni universitarie in particolare si siano mosse per fronteggiare le sfide emerse in questo periodo, gli autori della ricerca qui proposta "Digital Literacy and Higher Education during COVID-19 Lockdown: Spain, Italy, and Ecuador" hanno compiuto uno studio che ha coinvolto 376 studenti di tre università, rispettivamente nelle città di Barcellona, Torino e Machala, nell'arco temporale marzo-maggio 2020. Basandosi sulle linee guida del quadro di riferimento europeo DigCompEdu in materia di "digital literacy", il disegno di ricerca ha evidenziato questi risultati: 1) la necessità per le università di ripensare e reinventare gli ambienti di apprendimento, al fine di sfruttare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali e 2) incrementare e rafforzare le competenze digitali dei docenti come obiettivo da affiancare agli investimenti tecnologici, in modo che questi due aspetti - competenze dei docenti e strumenti digitali - supportino efficacemente le nuove sfide dell'apprendimento.
mcoletta1

Social Media and Italian Universities: An Empirical Study on the Adoption and Use of Fa... - 5 views

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    Da uno studio effettuato sugli atenei italiani emerge che poco più della metà è presente su almeno un social media. Negli atenei quindi è in corso un ormai inevitabile processo di revisione del sistema di comunicazione interna ed esterna. Strumenti interattivi, blog, social media stanno diventando gli strumenti per comunicare con studenti e altre istituzioni. I siti universitari si stanno rivelando strategici nell'ambito dell'istruzione superiore al punto che il malfunzionamento del sito a volte è percepito dagli studenti come malfunzionamento della stessa università. Inizialmente i siti universitari erano strumenti di comunicazione univoca ora sono nodi di interazione che accelerano i processi di scambio e aumentano il senso di appartenenza. Gli atenei iniziano ad essere presenti anche sui social media vista l'elevata preferenza mostrata dagli studenti (l'86% li usa). L'effetto di questa presenza è stato analizzato in differenti contesti (uso come strumenti strategici, monitoraggio servizi o ascolto alle necessità degli studenti). È emerso che la maggioranza degli studenti (72.77%) richiedono alla loro università di essere su Facebook per avere veloce accesso ad informazioni aggiornate . Ancora poco è stato fatto in Italia e per misurare quanto è stato proposto un indice di performance dell'utilizzo dei social media da parte delle università facilmente applicabile a un largo numero di istituzioni. Si tratta dell' USMPI che valuta la presenza e le performance degli atenei sui social media interrelando una serie di metriche e rapportandone alcune alla dimensione dell'ateneo. I risultati mostrano che l'apertura di uno spazio ufficiale su una delle differenti piattaforme sembra essere concepita come parte di una strategia articolata piuttosto che un evento sporadico. A livello quantitativo il 67.4% delle istituzioni è presente su più di una piattaforma. Se ne viene scelta una è spesso Facebook (56.2%), fanno seguito Youtube e Twitter.
eliaalbino

MEDIA EDUCATION: contrastare il linguaggio d'odio e favorire la cultura del rispetto - 39 views

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    La scuola svolge un ruolo centrale nel processo della Media Education, in tutte le fasce di età, e supporta i genitori in questo complesso percorso. La politica e le istituzioni devo porre una maggiore attenzione alla Media Education, potenziando le attività didattiche e la formazione dei docenti. Risulta inoltre fondamentale istituire nuovi strumenti per contrastare il linguaggio dell'odio favorendo una cultura del rispetto (a partire dai più giovani per poi proseguire alla politica). La ministra Lucia Azzolina ha promosso una giornata di approfondimento, presso la Nuova Aula dei Gruppi della Camera dei deputati, sottolineando l'importanza di una nuova forma di alfabetizzazione digitale che fornisca un valido aiuto alla comprensione e utilizzo di questi nuovi strumenti di comunicazione. Fondamentale sarà per il futuro scrivere delle linee guida per l'Educazione civica rivolta alla Media Education per creare una nuova generazione di cittadini consapevoli e coscienti. Tra i relatori il professor Marco Gui, Università di Milano Bicocca, la professoressa Gianna Cappello, Università di Palermo, il professor Pier Cesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Rosy Russo, Presidente dell'associazione 'Parole Ostili'.
sabry_bertazzo

Didattica e dislessia: un uso vicariante dei nuovi media per favorire la lettura - 6 views

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    L'articolo scritto da Stefano Di Tore (università di Salerno) con Marco Lazzari (Università di Bergamo) e Jordi Conesa Caralt (Università della Catalogna) e pubblicato sulla rivista Formazione Lavoro Persona presenta i risultati di una ricerca condotta nel 2016 al fine di comprendere l'utilizzo dei videogames quali strumenti efficaci per favorire l'apprendimento delle competenze necessarie alla lettura in bambini con dislessia. Dopo una breve presentazione delle caratteristiche della dislessia e delle competenze linguistiche, l'articolo si sofferma sulla descrizione del videogame utilizzato nella ricerca (Letter Ninja) e presenta nel dettaglio i risultati ottenuti. Nonostante emerga che i soggetti sperimentali abbiano ottenuto un miglioramento nella velocità di lettura con l'utilizzo del videogame, la ricerca presenta diversi limiti tra cui il basso numero di soggetti partecipanti (6) e l'assenza di un gruppo di controllo.
joevar

Educare ai media - 4 views

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    Puntata del programma TV Generazione Digitale dedicata al tema dell'educazione ai media con la presenza di Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica), Nadia Moioli (docente scuola secondaria) e Mario Morcellini (mediologo). Nonostante la puntata sia del 2014 vengono discussi principi tutt'ora validi sull'approccio alla media education come le competenze da acquisire, gli strumenti, i rischi di un uso negativo dei media e i vantaggi della media education per contrastare il cyberbullismo. Tramite il dialogo con i ragazzi presenti in studio sono sollevate possibili obiezioni all'uso di videogiochi come strumento di apprendimento e le risposte. Sono inoltre presentati due casi studio di licei italiani sull'uso dei media per promuovere l'apprendimento della matematica e per spiegare i processi di creazione di un videogioco.
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    La rubrica Rai scuola - Generazione digitale, dedica una puntata al tema 'Educare ai media' nel corso della quale viene presentata un'introduzione chiara, semplice e autorevole alla Media education ovvero ai processi educativi necessari per consentire agli utenti, e in particolare ai giovani, di fruire correttamente e in maniera produttiva delle innumerevoli risorse che si possono trarre dai media. Partecipano alla trasmissione i professori Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica del sacro cuore, Nadia Amaroli (Istituto tecnico Valeriani di Bologna) e Mario Morcellini (Università La Sapienza Roma) e alcuni studenti. Tra i temi trattati: Come è possibile educare con i media attraverso un uso consapevole e sicuro; Obiettivo: governarli senza subirli; Organizzazione e dispositivi; Video, apps, videolezioni, videogiochi e al riguardo: pregiudizi e reali potenzialità didattiche educative, sviluppo di molteplici competenze e uso di diverse conoscenze. Funzione stimolatrice, cognitiva ed emotiva (specie se mediata dalla scuola). Nuove dinamiche relazionali tra docenti e studenti. I rischi di cyberbullismo e possibili sopravvalutazioni. Il bullismo, come sostiene il Prof. Morcellini, sembra diminuito da quando ci sono esperimenti di scuola digitale. Viene presentato un esempio di insegnamento della matematica utilizzando i media attraverso il Progetto 'We're ready for the future' - realizzato dagli studenti del Liceo scientifico Francesco Redi - che prevede la partecipazione diretta al processo di formazione. Il coinvolgimento degli studenti nella creazione di contenuti, videolezioni, applicazioni ha determinato una decisa svolta nei risultati didattici. Viene inoltre affrontato il tema del passaggio da una logica sequenziale, tipica del passato, a una ipertestuale sollecitata dall'uso dei media e in particolare dalla necessità di gestire numerose finestre aperte.
valeandre

L'E-learning come formazione integrata - 8 views

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    Le potenzialità dell'elearnig vengono sempre più analizzate e sponsorizzate da molte aziende ed Università, ma i risultati immaginati si scontrano molto frequentemente con quelli reali, soprattutto perché molto spesso l'ampio concetto dell'elearning viene confuso con l'ereading, che è soltanto uno degli strumenti attraverso i quali viene resa possibile la fad (formazione a distanza). Per offrire un buon livello di elearnig, occorre aver ben chiara la sua definizione, i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. L'analisi del dott. Pietro Riccio (Docente Master in Tecnologie Digitali e Net Economy - CARID-Università di Ferrara) offre un valido contributo per identificare a pieno questo concetto che il più delle volte può risultare essere poco chiaro.
renate2910

Ricercatori dell' università di Stanford analizzano le modalità con cui stude... - 5 views

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    THE CORNERSTONE OF CIVIC ONLINE REASONING Autori: Sam Wineburg, Sarah McGrew, Joel Breakstone, Teresa Ortega Data: 22 Novembre 2016 Da Gennaio 2015 a Giugno 2016 lo "Standford History Education Group" ha eseguito una ricerca sul campo e valutato il pensiero civico, ed in particolare l'abilità di giudicare la creditbilità e l'attendibilità di informazioni che influenzano la gioventù attraverso smartphones, tablets e pc. In totale sono state raccolte ed analizzate le risposte di 7.804 studenti di 12 Stati. Le ricerche sono state svolte in diverse scuole (più o meno dotate di risorse, tra cui scuole medie, scuole superiori, college etc.) ed elaborate in sei diverse università. Il lavoro si è sviluppato su tre fasi: determinazione del prototipo/modello; valutazione e test di abilità; ricerca sul campo. Agli studenti della scuola media era richiesto di verificare per esempio la credibilità di articoli pubblicati su internet; gli studenti di scuola superiore dovevano per esempio valutare e analizzare diversi posts su facebook. Gli studenti del college dovevano valutare la credibilità di alcune pagine web. Lo scopo della ricerca era mettere a disposizione dei giovani materiale che li possa aiutare a navigare nel mare di disinformazione che trovano online. Personalmente ritengo che l'oggetto di questa ricerca sia stato molto importante, perchè è molto facile trovare informazioni parziali o anche false navigando su internet e quindi bisogna saperle riconoscere come tali. Condivido pienamente il pensiero del filosofo Michael Lynch, secondo cui l'internet è il miglior modo di verificare fatti, ma al contempo può moltiplicare anche degli errori, bias o delle informazioni false.
aspenga

Educazione in tempo di pandemia: riflessioni di studenti e docenti sull\'educazione vir... - 3 views

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    La globalizzazione, l'interattività, l'accessibilità, ha portato ad un maggior utilizzo di internet, dei social network e questo è risultato molto più evidente con la pandemia dove, in ambito scolastico, ha richiesto un apprendimento della media literacy sia per gli insegnanti che per i discenti, portando alla luce anche i disagi associati alla riprogettazione della didattica, alla disponibilità delle risorse telematiche e la necessità di abilità e competenze nel cyberspazio. Gli autori della ricerca proposta "Education in times of pandemic: reflections of students and teachers on virtual university education in Spain, Italy, and Ecuador" hanno effettuato un sondaggio online con risposte da 300 studenti (100 per nazione) e 196 insegnanti di tre università (Barcellona, Torino e Machala) nel periodo tra Marzo e Aprile 2020, per analizzare la percezione dei docenti e discenti in merito all'insegnamento virtuale durante la crisi del Coronavirus. I risultati della ricerca hanno avuto una valutazione negativa per gli studenti che vedono la formazione virtuale associata ad un maggior carico didattico e la necessità che i docenti siano flessibili nel rinnovare le proposte didattiche adattandosi alla trasformazione della società, dall'altra parte gli insegnanti hanno una valutazione meno critica e abbastanza indifferente a questo cambiamente, ma ritengono che sia necessario un aumento delle competenze, non solo strumentali, ma anche di cittadinanza digitale attiva.
sarabenedetti

Studio italiano sugli effetti dell'astinenza dai media su studenti universitari | ... - 5 views

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    L'articolo tratta di una ricerca eseguita dal Prof. R. Stella (Dipartimento FISPPA, Università di Padova) che consiste nello studio del comportamento di giovani universitari privatisi volontariamente dell'uso dei media per un tempo che va da 3 giorni a 1 settimana. I risultati confermano studi precedenti, anche di 30 anni, dimostrando che l'attaccamento dei giovani ai media non è cambiato, anzi oggi è maggiore poiché attraverso i media digitali viene gestita gran parte della vita sociale. Infatti, per questo motivo, il tempo speso su di essi non può essere considerato perso. Esiste allora un'ambivalenza che riguarda la costante negoziazione tra perdite e guadagni nell'uso dei media. Dallo studio emerge una risposta duale relativa alla privazione dell'utilizzo dei media: da una parte ci sono segni di una 'dipendenza', data per scontata dagli stessi studenti fin dall'inizio dell'esperimento, che produce ansia, depressione, 'vuoto'; dall'altra alcuni studenti testimoniano maggior concentrazione, libertà di movimento ed esplorazione delle proprie capacità di agency. Tutto ciò è dovuto a una presa di coscienza che produce forme diverse di consapevolezza. In conclusione il Prof. Stella suggerisce di proporre esperimenti di astinenza come attività comprese nel curriculum scolastico con lo scopo di offrire agli studenti un'opportunità per misurarsi con i rischi e le responsabilità che il web impone e aumentare così la consapevolezza e il pensiero critico. Questo perché l'attaccamento ai media vecchi e nuovi o la 'dipendenza' varia a seconda dell'educazione ricevuta, sottolineando così l'importanza della Media Education.
ornelladelcore

Action Video Games Make Dyslexic Children Read Better - ScienceDirect - 2 views

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    La dislessia, la discalculia, la disortografia sono disabilità dell'apprendimento che influenzano la capacità di processo scritto e talvolta anche parlato. Colpisce circa il 10% dei bambini, indipendentemente dalla loro intelligenza. Una delle principali sfide è essere in grado di identificare la dislessia nei bambini in età prescolare. È quindi cruciale ottenere presto diagnosticare e aiutare i bambini colpiti il prima possibile. In generale, la dislessia viene diagnosticata utilizzando difficoltà di lettura come primo indicatore; quindi, non prima del secondo o addirittura terzo anno della scuola primaria, a seconda della lingua. Invece, essere in grado di identificare e trattare questo problema anche negli anni prescolari garantirebbe una migliore possibilità di limitare il suo impatto e aiutare la capacità di lettura futura del bambino. Simone Gori, Sandro Franceschini, Milena Ruffino, Maria Enrica Sali,Massimo Molteni, Andrea Facoetti sono solo alcuni dei ricercatori di diverse università impegnati in questo e per questo scopo hanno sviluppato una serie di giochi seri . I giochi sono stati creati con un approccio multipiattaforma in modo da generare, in un unico sforzo, versioni di giochi per piattaforme mobili e il Web. Inoltre sono stati progettati per essere adeguatamente stimolante e divertente per i loro utenti target, oltre che efficace.I giochi sono progettati così come per allenare l'attenzione spaziale visiva, il suono vocale rapido identificazione e discriminazione, nonché visual-to-speechsound (cross-modal) mapping, mentre i bambini fanno terapia si divertono giocando. In questo contesto, i giochi hanno il vantaggio di mantenere alto motivazione e attenzione nei bambini, riducendo così il tasso di abbandono. La scuola potrebbe vedere nel futuro bimbi impegnati con videogame specifici e terapeutici.
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
isabellaciciolla

Homepage | Nuovi occhi per i media - 6 views

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    Nuovi occhi per i media è un interessante sito che promuove corsi di formazione, incontri, argomenti con un particolare interesse per le scuole allo scopo di educare ai media. L'obiettivo è creare nelle persone, soprattutto i giovani spirito critico e consapevolezza sui messaggi che arrivano dai vari canali di comunicazione e quindi sul variegato mondo che li circonda. Tra i vari articoli che si possono scorrere nel sito mi hanno colpito 2 notizie. La prima si riferisce ad un articolo che si intitola L'IGNORANZA DI INTERNET.In sintesi: un documentario il Corpo delle Donne viene bollato da YouTube come "non adatto al pubblico generico" dopo che per anni è stato trasmesso dallo stesso YouTube ed è stato mostrato nelle scuole medie, superiori e università. Altra scelta illogica Facebook rimuove un post dove veniva riportato il testo della canzone di Cecile presentata all'ultimo Festival di San Remo, minacciando di chiusura definitiva l'account per aver promosso una canzone contro il razzismo. Le cause di queste scelte discutibili sono automatismi che usati senza criterio ottengono come risultato ciò da cui i modelli matematici dovrebbero allontanare: l'errore! Il secondo articolo intitolato INTERNET BILL OF RIGHTS annuncia l'impegno del governo alla promozione e adozione dei prìncipi contenuti nella Dichiarazione del 28 luglio 2015 adottata dalla Commissione per i diritti e i doveri di Internet, istituita presso la Camera dei Deputati, allo scopo di costituire un percorso per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder. Lorella Zanardo, scrittrice e attivista italiana coautrice del documentario "Il corpo delle donne" ha promosso e redatto il terzo paragrafo della Carta dei Diritti, quello sull'educazione come parte imprenscindibile di un approccio civile ed evoluto ai media. Conoscenza e consapevolezza sono il futuro, Internet è solo uno strumento. Eccezionale , ma solo uno strumento che dipende
agiovanelli

''CyberPlant": tra natura e tecnologia - 3 views

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    Il 3 novembre 2015 presso "Technotown", la ludoteca tecnologico-scientifica di Villa Torlonia, è stata inaugurata la sala "CyberPlant", uno spazio per i ragazzi dedicato interamente a natura e biodiversità con sei percorsi ludico-didattici. Diverse strutture hanno partecipato alla creazione: l'Accademia Nazionale delle Scienze, il Dipartimento Scienze della Vita dell'Università di Trieste, il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma e l'Anisn-sezione Lazio, nel contesto della Infrastruttura Europea LifeWatch. Lo scopo del progetto è unire natura e tecnologia, due mondi così distanti che complici possono garantire una maggiore comprensione del mondo e dei suoi aspetti naturali. Bambini e ragazzi entrano in contatto con la natura attraverso giochi, attività e strumenti tecnologi. Si tratta di una modalità differente rispetto alle tradizionali lezioni sulla flora del pianeta perché è possibile sperimentare e toccare con mano come funziona il ciclo vitale di una pianta o il suo nutrimento. Ciò stimola e incoraggia comprensione ed apprendimento. Inoltre viene utilizzato Twitter per monitorare just in time il corso della vita di una pianta. Il fatto di rimanere in contatto con il centro, oltre ad essere importante per lo specifico progetto, contribuisce ad educare i ragazzi all'utilizzo dei social-network non esclusivamente per divertimento ma come modalità di sensibilizzazione e condivisione del benessere globale. CyberPlant non è l'unico progetto creato da Technotown. Esistono numerose attività dedicate a scuole e famiglie che possono essere visionate nel website sotto riportato: http://www.technotown.it/
stassik

LE TRASFORMAZIONI DELL'INTIMITÀ TRA DIS-UMANIZZAZIONE E SOCIAL MEDIA - 10 views

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    La riorganizzazione della distinzione fra sfera pubblica e sfera privata cui corrisponde una nuova cultura dell'intimità a cui assistiamo oggi è il tema principale dell'articolo "Le trasformazioni dell'umanità tra dis-umanizzaione e social media" a cura di Simona Perfetti e Rosario Ponziano, due collaboratori del Dipartimento di Lingue e Scienze dell'educazione di Università della Calabria per la rivista ufficiale del MED (Associazione italiana per la Media Education). Stiamo assistendo alla crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali e spesso si tende a dare la colpa di questo processo ai social media. A cosa ci riferiamo quando parliamo di dis-umanizzazione dei rapporti sociali? La ricerca della risposta parte dalla distinzione tra umano e dis-umano, facendo un'analisi approfondita delle capacità di provare emozioni e sentimenti e loro importanza nella vita sociale. L'abitudine di mostrare pubblicamente sentimenti, emozioni, stati d'animo, con la diffusione del web ha subito trasformazioni provocando uno slittamento di confini del rapporto fra pubblico e privato: l'intimità della sfera privata viene meno e lo spazio pubblico diventa luogo narrativo ed emozionale. Manifestare pubblicamente le proprie emozioni, false o autentiche che siano, sembra essere diventato l'unico modo per manifestare il proprio esserci a sé stessi e agli altri: mi emoziono dunque esisto pubblicamente. Con l'avvento dei social media, si verifica una sorta di drammatizzazione di circostanze ed eventi già di per sé drammatici; i media in generale, si soffermano su immagini particolarmente violente, spingendo l'individuo alla ricerca delle emozioni sempre più forti. Nella vita offline le persone violente ci sono tanto quanto nella vita online; la crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali esiste a prescindere dai social media e se i social media hanno un ruolo (o se vogliamo una responsabilità) è semplicemente amplificarne la portata.
SILVIA DENINI

Nuovi media e vecchi pregiudizi - 4 views

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    Quante volte ci sentiamo sconfortati dallo sguardo verso il cielo mentre raccontiamo che la nostra università è online?Oppure quante volte persone anziane e non ci mettono in guardia da improbabili conseguenze dell'uso delle tecnologie?Oppure al contrario quanti effetti benefici attribuiamo in termini di relazioni sociali all'avvento dei social network quasi che avessimo di colpo raddoppiato le nostre interazioni?Ecco un articolo tratto dal giornale universitario della facoltà di psicologia di Padova al fine di tentare di giungere ad un punto sulla situazione per riconsiderare i nuovi media e rivedere un po' quelli che sono rimasti i pregiudizi ad essi legati.L'articolo risale al 2013 con riferimenti sia a studiosi della materia che ad opinioni giornalistiche espresse sul New York times.Buona lettura a tutti.
lorenzomagri

Identità digitale e narrazione di sé nell'era del web - 3 views

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    L'articolo si basa su come vengono definite le modalità di strutturazione ed identificazione del Se a fronte di produzioni narrative di studenti universitari in una comunità virtuale. Le relazioni che si creano e successivamente l'esporre, anche se in un contesto anonimo, di proprie informazioni personali come se lo stesso contesto non possa influenzare gli stessi rapporti interpersonali. Lo sviluppo della propria identità anche in contesti virtuali, un modellarsi continuo non riferito a tratti innati del se ben definiti e stabili. Lo studio è stato effettuato sulla piattaforma Blogspy reclutando studenti universitari i quali hanno aderito su base volontaria e in forma anonima registrandosi con un nickname. Gli studenti hanno interagito tra loro, definendo la propria identità e narrandosi all'interno della comunità virtuale. Questa realtà virtuale è diventata sempre più attuale nei giovani d'oggi che sono nati già nell'era digitale. Dallo studio dei risultati dei vari test effettuati risulta che a dispetto dell'anonimato i partecipanti hanno progressivamente svelato il loro se facendo paradossalmente riconoscere, in maniera palese, la loro vera dimensione e svelando il loro percorso di crescita con riferimenti ad accadimenti reali o riferimenti ad amici o parenti. Pertanto la piattaforma anonima ed a primo impatto depersonalizzante non ha avuto l'effetto creduto ma ha lasciato spazio ai partecipanti di accrescere la conoscenza del loro se e di spaziare anche su argomenti personali quali sviluppo futuro, studio università ed ambito familiare.
kobsph

Multitasking: distrazione o necessaria emozione? - 3 views

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    L'articolo riporta uno studio effettuato in un' Università italiana sul multitasking, uso cellulari, consultazione ed invio messaggi durante l'erogazione delle lezioni accademiche. Partendo dalla constatazione che oggi si investono molte risorse nelle tecnologie sia a scuola che sul lavoro, e che l'uso dei media è diventato una sorta di dieta mediale, poiché le persone ne fanno uso come del cibo, vengono analizzate le risposte degli studenti sul tipo di utilizzo che fanno degli stessi durante le lezioni, quale è lo strumento preferito (che risulta essere il cellulare, portatile e piccolo e integrato nel giovane di oggi come fosse un abito da indossare), e che effetto ha il multitasking ai fini dei risultati accademici e della potenziale distrazione che può andare ad alimentare. Il multitasking risulta negativo se complesso (rispondere a messaggi "impegnativi") e se esteso (grandi quantità di messaggi). Allo stesso tempo ha, secondo molti, un vantaggio emotivo, poiché, per la maggior parte degli intervistati, essere connessi, corrisponde alla necessità di mantenere un canale aperto sull'esterno. Rimane nel sottofondo dei risultati l'idea che le tecnologie cosiddette invisibili, inneschino dei processi automatici ai quali è difficile sottrarsi e che solo la visibilità delle tecnologie e quindi il controllo dei comportamenti automatici possa essere una sostanziale soluzione.
paoladeviris

Università straniere e studenti italiani - 6 views

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    L'entusiasmo della vita universitaria contagia i ragazzi,che hanno valutato l'esperienza di avere colleghi stranieri all'interno dei loro corsi di laurea, Confrontando i sistemi universitari,i ragazzi hanno guardato,timorosi e fiduciosi il loro futuro.Mettersi di fronte a nuove realtà,apre nuovi orizzonti.confrontarsi con altri modi di vivere,altre culture e altre istituzioni,è una finestra sull'avvenire.fortifica la responsabilità e i rapporti umani,infatti,molti ringraziano per la positività dell'incontro,a scopo informativo,tenutosi in un famoso liceo fiorentino.
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