Skip to main content

Home/ Media Education/ Group items tagged Depressione

Rss Feed Group items tagged

jessicaventuri

Più social, più soli? Facebook e Instagram fra solitudine e depressione | Fon... - 8 views

  •  
    I social network, a dispetto del nome che li porrebbe agli occhi del mondo come fautori delle relazioni sociali, sono in verità causa di depressione e aumento del senso di solitudine. Questo legame, rilevato dall'Università della Pennsylvania (Usa) e pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology, mostra come non solo tra i giovani, ma anche tra i cinquantenni, esista la paura dell'essere tagliati fuori, il cosiddetto FOMO, "fear of missing out". Si crea quindi quella che viene definita una "dipendenza senza sostanza" con relativi sintomi di astinenza. La conclusione, anche se per alcuni professionisti del settore presenta alcune debolezze metodologiche, è che la riduzione dei tempi sui social incida sulla riduzione della depressione. Occorre quindi una riflessione che non possiamo rimandare, riflessione che prenda in considerazione la predisposizione biologica alla dipendenza insieme ai fattori psicologici e sociali.
fravvina

Psicoterapia online nel trattamento clinico della depressione: quali effetti? - 3 views

  •  
    Nell'articolo vengono riportati i risultati condotti da un team di ricercatori clinici dell'Università di Zurigo, oggetto della ricerca è l'utilizzo della psicoterapia on-line per migliorare le condizioni cliniche di pazienti affetti da depressione. I risultati sono emersi confrontando due gruppi sperimentali, in uno veniva utilizzata la classica modalità terapeutica faccia a faccia, nell'altro invece la modalità di svolgimento della terapia era quella on-line (telematica). I pazienti con i quali è stata utilizzata la terapia on-line hanno sperimentato un miglioramento in una percentuale numerica più elevata rispetto ai pazienti con i quali è stata condotta la terapia tradizionale, inoltre hanno dimostrato un maggiore coinvolgimento, partecipazione e responsabilizzazione nel seguire le direttive del terapeuta.
chiaraognibene

Gli effetti negativi dei social network: depressione, problemi psicologici e fisici - 1 views

  •  
    La nascita delle tecnologie digitali e dei social network ha portato numerosi vantaggi, come la possibilità di rimanere in contatto con persone lontane, e la nascita di nuove amicizie che danno anche la possibilità di conoscere nuove culture. Però è stato dimostrato che un' eccessivo utilizzo dei social network può causare disturbi dovuti da una sovraesposizione, quali depressione, ansia, stress… Questa sovraesposizione può causare una forte dipendenza dal digitale, spesso le persone si isolano dal mondo esterno, entrando in contatto con gli altri solo tramite i social network. Un altro degli effetti dei social network è la continua ricerca di autostima e approvazione da parte degli altri; si cerca sempre di dare sempre un' immagine di sé che possa soddisfare gli altri, mostrando i lati positivi e nascondendo le imperfezioni. L'innovazione tecnologica, però, può anche aiutare a diminuire questi effetti nocivi dovuti all'eccessivo utilizzo dei social network, ad esempio tramite app che monitorano la nostra permanenza, o che aiutano a gestire lo stress e gli stati di ansia.
angelamediaedu

Revisione studi sulla relazione social media, bambini- adolescenti, depressione, cyberb... - 2 views

  •  
    L'articolo Pubblicato da Cambridge University Press per conto del Royal College of Psychiatrists  nel 2023 tratta la revisione di diversi studi (trasversali ed alcuni longitudinali) attuati per indagare la relazione tra l'utilizzo dei social media da parte di bambini adolescenti giovani adulti e lo sviluppo di fenomeni come psicopatologia, depressione, ansia, disturbi comportamentali, cyberbullismo, sexting eccetera. Parte dalla considerazione che i social media e le tecnologie in genere stiano rimodellando la comunicazione e la salute e con l'obiettivo di aiutare i fornitori ad educare i pazienti adolescenti giovani adulti e le famiglie su come interagire con i social media. Gli autori: Donald M. Hilty[, Dorothy Stubbe, Alastair J. McKean, Pamela E. Hoffman, Isheeta Zalpuri,Myo T. Myint, Shashank V. Joshi, Murat Pakyureke, Su-Ting T. Li    ,con questa ricerca, si sono posti i seguenti obiettivi: individuare le correlazione tra uso social media dei giovani e gli effetti positivi /negativi rispetto depressione ansia Promuovere sfide cliniche rispetto ai fenomeni di sexting suicidio e cyberbullismo individuare la relazione tra media comportamento e benessere in termini di salute Sottolineare gli studi finora condotti, gli studi potenziali da condurre, i potenziali ambiti non trattati, i nuovi sviluppi nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per individuare prevenire rischi di suicidio Questi studi, hanno considerato quattro fasce di età: utilizzo dei social media dipenderebbe da come vengono utilizzati i media e dal tempo di fruizione attuato. 
giorgiapastore

Instagram, il social della perfezione che ci rende infelici - 8 views

  •  
    Questo articolo dimostra come i social hanno portato numerosi cambiamenti nella vita di tutti i giorni e nelle interazioni sociali, specialmente dei più giovani. Instagram, in particolare, nasce come piattaforma su cui poter postare le proprie foto personali per il piacere di poterle condividere con gli altri. Tra i giovani, in particolare tra i "millenials" è il social più utilizzato. Il problema cardine del soprannominato "social della perfezione" è proprio la possibilità di postare foto perfettamente ritoccate e filtrate che possono alterare la percezione della realtà. Grazie ad un sondaggio fatto dalla Royal Society for Public Health (Rsph) su 1.500 giovani del Regno Unito, Instagram è risultato particolarmente negativo per i suoi effetti sulla qualità del sonno, sull'immagine del corpo e sul Fomo (Fears of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori), quella che Novak definisce la paura di "non essere ok". Solo grazie ad uno studio longitudinale di medio-lungo termine si potrà stabilire quanto tutto questo sia correlato a un maggiore rischio di depressione e ansia dovuti alla paura di non sentirsi all'altezza e di non potersi permettere lo stile di vita ( nella maggior parte dei casi, finto) che osservano sul social. Per prevenire questi rischi è fondamentale il lavoro di esperti di Media Education già nei primi anni di scuola.
  •  
    Questo articolo ci porta a comprendere come i social network in particolare Instagram, social più utilizzato oggi giorno dei giovani, abbia sia aspetti positivi come: la socializzazione, il divertimento e la possibilità di autocelebrarsi ma anche molti negativi: privacy, geolocalizzazione e salute mentale. Prendiamo nello specifico la compromissione della salute mentale, Instagram porta ad ansia, depressione, ossessione, stress, poca autostima e scarso senso di soddisfazione personale considerando che tendiamo a confrontare la nostra vita con le vite "perfette" di celebrity e influencer e a mettere a paragone il nostro corpo con quello di modelli/e parzialmente ritoccati. Strumento preventivo: Media Education.
  •  
    Articolo interessante soprattutto nell'era dei social che stiamo vivendo, dove tutto viene vissuto in modo accellerato e amplificato e spesso fa perdere il senso anche alle cose semplici che non viviamo più a livello diretto ma viviamo maggiormente a livello virtuale, mi riferisco alle cose semplici che possono essere gli auguri di compleanno che vengono inviati attraverso le piattaforme social, ciò dimostra il fatto che stiamo perdendo sempre di più il contatto umano.Ciò preoccupa e non poco...
psico74

Video game addiction: sintomi e trattamento - 4 views

  •  
    La dipendenza da videogiochi (video game addiction o gaming disorder) riguarda un uso eccessivo o compulsivo degli stessi, che interferisce con la vita quotidiana dell'individuo: è un vero e proprio disturbo mentale, in quanto è stata inclusa nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione), alle pagine 921-924 della versione italiana edita da Raffaello Cortina Editore. L'articolo in oggetto, pubblicato il 22 ottobre 2019 dall'autorevole Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva con sede centrale a Firenze, specifica tuttavia che il passare diverso tempo a giocare non è una condizione sufficiente per parlare di vera e propria dipendenza, in quanto secondo il DSM-5 le situazioni clinicamente rilevanti sussistono in presenza di cinque (o più) criteri diagnostici specifici (si rimanda all'articolo). E' rilevante come la dipendenza da videogiochi possa essere accompagnata da altri disturbi come la depressione (che può comprendere una ideazione suicidaria), il disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività (DDA/I) e i sintomi di ansia. L'articolo conclude affermando che attualmente non vi sono dati certi che attestino l'efficacia di particolari trattamenti in riferimento a questo disturbo mentale, ma poiché il gaming disorder si sovrappone a livello clinico e diagnostico con altre forme di dipendenza comportamentale, è corretto supporre che una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale possa essere di aiuto. Ritengo che la mancanza di dati sull'efficacia terapeutica sia dovuta al fatto che questo fenomeno non solo riguarda socialmente gli ultimi decenni, ma è anche stato ufficializzato come disturbo mentale solo a partire dal 2013 (anno di pubblicazione del DSM-5). Quindi la letteratura scientifica sull'argomento non è ancora corposa, ma mi auguro che si sviluppi ulteriormente in quanto questo disturbo riguarda soprattutto le fasce più giovani, che presentano una identità in fieri
d17121972

"Sul Covid c'è manipolazione mediatica, si rischia la depressione di massa. U... - 5 views

  •  
    Viviamo, senza dubbio, nell'era della tecnologia più avanzata, che l'essere umano abbia mai potuto vedere e utilizzare. Oggi infatti, chiunque possa dotarsi di uno dei tanti dispositivi elettronici, ha la possibilità di fruirne con facilità. Tuttavia, la possibilità data ad ognuno ad attingervi, non sempre si è rivelata positiva ma al contrario. Infatti, oggi più che mai, ognuno di noi, in maniera diretta o indiretta, è vittima di "campagne manipolatorie", propagate nei Media. Questo produce nelle popolazioni, livelli di paura elevatissimi, che sfociano spesso nella sociopatia e depressione da un lato, oppure nella ribellione e negazione dall'altro. L'esempio eclatante ci è fornito da questa pandemia che ha caratterizzato e stravolto tutto il 2020 e sicuramente si protrarrà nel 2021. La dott.ssa Notaro, psicologa e psicoterapeuta, in questa intervista, risponde mettendo in pratica alcuni principi psicologici, per spiegare il proprio punto di vista, non per "negare" l'esistenza del Covid 19, ma per denunciare il grave pericolo che l'umanità corre non solo a causa del virus ma anche per la miriade di informazioni manovrate.
francescamanco

Cyber Bullismo,aggressione Psicologica. - 4 views

  •  
    La video-notizia da me presa in considerazione tratta della storia di Carolina Picchio una bellissima ragazza di quattordici anni, vittima di Cyber bullismo che l'ha portata al suicidio. Ella in precedenza è stata soggiogata da un gruppo di coetanei, sette ragazzi di Novara che dopo averla fatta bere e resa incosciente, l'hanno ripresa con il telefonino priva di qualunque difesa mentre veniva adoperata sessualmente e mentre vomitava. In seguito a questa terribile violenza, ella iniziò a manifestare una depressione con un forte ritiro sociale in quanto i suoi aguzzini non appagati della indegna azione fatta, iniziarono a pubblicare il video su internet e la clip aveva ricevuto migliaia di visualizzazioni,ciò creò una persecuzione per la povera ragazza che a limite della sofferenza, decise di suicidarsi, defenestrandosi dal terzo piano di casa. Un gesto disperato arrivato dopo una lunga gogna mediatica. Prima di lanciarsi la ragazza aveva scritto un messaggio ''alcune volte le parole fanno più male delle botte''. La vita per Carolina Picchio si era trasformata in un inferno a causa del Cyber bullismo, così tanto che aveva scelto di farla finita. Questo video mi colpii, come nella vita reale il Cyber bullismo può costituire un problema sempre più grave e difficile da risolvere, spesso al centro di tragedie che sconvolgono l'opinione pubblica. Secondo gli ultimi dati infatti in Italia una ragazza su dieci tenta il suicidio perché è vittima di Cyber bullismo, nella scuola anche chi è ritenuto diverso, per l'aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, l'abbigliamento e causando ad esso danni psicologici non indifferenti, come la depressione o cosi come questa storia con il suicidio.
federicopt

Chi sono gli "hikikomori" in Italia - Il Post - 6 views

  •  
    ITALIA MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE 2021 Chi sono gli "hikikomori" in Italia Cioè le persone che interrompono i contatti col mondo esterno e vivono in ritiro sociale: è un fenomeno presente da tempo ma finora poco studiato di Susanna Baggio In Italia negli ultimi anni si è sentito parlare sempre più spesso dei cosiddetti "hikikomori", ovvero persone che abbandonano progressivamente le attività scolastiche, extrascolastiche o lavorative per ritirarsi in isolamento nella loro casa o nella loro stanza per periodi prolungati di tempo, indicativamente da sei mesi fino a diversi anni. Le persone che vivono in ritiro sociale volontario rinunciano a poco a poco alle relazioni con chi aveva fatto parte della loro vita, talvolta anche con i familiari, e spesso occupano il tempo impegnandosi in varie attività su internet, per esempio tenendosi in contatto gli uni con gli altri su forum e chat o guardando film e serie tv. Questo fenomeno è stato individuato dapprima in Giappone, dove è diventato una questione sociale di rilievo, ma da almeno una quindicina d'anni è piuttosto presente anche in Italia, dove però è ancora molto poco studiato. Gli hikikomori sono stati spesso definiti "eremiti dei tempi moderni" e la loro situazione può dipendere da moltissimi fattori diversi. Il loro non è un disturbo riconosciuto a livello scientifico e va distinto anche dalle diverse psicopatologie alle quali può comunque essere collegato, come la depressione o la dipendenza da internet. È stato osservato perlopiù in società fortemente competitive e coinvolge soprattutto adolescenti e giovani adulti, motivo per cui negli ultimi anni hanno cominciato a interessarsene anche le scuole e le istituzioni. Un po' di storia Il termine hikikomori fu utilizzato per la prima volta nel 1998 dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito, che fuse i verbi "hiku" e "komoru", cioè ritirarsi e stare in disparte. Saito coniò questo termine per descrivere tutte quelle persone a
  •  
    In questo articolo, Susanna Baggio affronta la tematica nata in Giappone e che si sta progressivamente diffondendo anche in Italia( al momento poco conosciuta e studiata). Tale sindrome, si esplica nell'isolamento e ritiro sociale che fa rinchiudere e isolare gli adolescenti e giovani adulti nella propria camera. L'autrice cerca di approfondire le varie sfaccettature del fenomeno, riportando dettagliatamente le varie opinioni di esperti. Questo tipo di problematica, a mio avviso, non va sottovalutata perché spesso è anche difficile affrontarla con chi ne è affetto, come riportato anche nell'articolo stesso in quanto loro rifiutano di farsi aiutare, negando addirittura di averla. Senza dubbio l'avvento della pandemia da covid19, ha accentuato tutto questo e non ha aiutato l'interazione tra genitori e figli, rendendo difficile il contenimento e l'argine del fenomeno stesso. A mio parere, per contrastare il fenomeno, bisognerebbe avere un costante dialogo in famiglia, non prendendo la tecnologia come baby sitter dei propri figli ma tenendo un dialogo costante con loro mantenendo un rapporto attivo, non si può criminalizzarle i soggetti ma bisogna avere un rapporto empatico e canali sempre aperti con loro, ricordiamoci che la tecnologia e le macchine, sono buone scoperte se semplificano la vita e aiutano l'essere umano. Le macchine, però, non devono e non dovranno mai sostituirsi all'empatia e alla bellezza delle relazioni e rapporti umani.
lauracavazzini

Effetti dei social media sugli utenti: dal cyberbullismo all'utilità per scop... - 8 views

  •  
    L'articolo evidenzia la relazione tra l'uso dei Socia Madia nelle nostre vite e come essi siano in grado di cambiare la nostra percezione del mondo in termini emotivi, che talvolta sfociano in patologie associate come ansia e depressione. Leggendo l'articolo ci si pone la domanda "fino a che punto questi spazi virtuali possono influenzare la nostra vita?" L'articolo continua soffermandosi sulle tesi di diversi ricercatori, in particolare il dottor B. Primack afferma : «I social sono spazi virtuali ma producono emozioni reali» dove gli utenti ne sono gli attori. La Royal Society descrive infatti come i Social siano in grado di condizionare la salute mentale degli utenti. Coloro che fanno un uso attivo dei social network hanno pertanto la tendenza a "filtrare " la propria vita , la quale pubblicamente appare sempre particolarmente positiva. Ci sono state diverse campagne che, negli anni, anno cercato di svestire i social di questa tendenza alla positivita' e perfezione, sottolineando il fatto che "la vita perfetta non esiste". Ma quali sono le conseguenze di questa ricerca della perfezione? Studi hanno evidenziato particolari atteggiamenti legati ad essa come : la propensione a paragonare la propria vita a quella degli altri contatti, una compromissione dell'autostima, con conseguente depressione , una correlazione tra le scarse ore di sonno e la compulsiva "fear of missing out" ovvero il bisogno di controllare il social per non perdersi qualcosa. Ma cosa spinge le persone ad affezionarsi al mondo dei social? Secondo il Professore M. Delgado, il soggetto ritrova nella notifica dello smartphone un sensi di gratificazione che comporta "riconoscimento sociale". Gli input dei social, detti "Like" potrebbero innescare delle dinamiche che favorirebbero il rilascio di dopamina un neurotrasmettitore complesso che risult
  •  
    Ho trovato questo articolo molto interessante e di grande attualità. Il tema principale è relativo all'utilizzo dei media, con particolare focus sui social media. La ricchezza dell'articolo sta nel fatto di illustrare i rischi relativi all'uso, o per meglio dire, abuso, ma anche gli aspetti positivi che derivano dal loro utilizzo. Leggendo tra le righe, è così possibile comprendere l'immenso potenziale e ricchezza insita nei nuovi media, che se utilizzati in modo corretto, sono fonte di cultura e divertimento. Da qui, è naturale comprendere quanto sia importante l'insegnamento dei media, soprattutto a livello scolastico, andando ad istruire bambini e ragazzi, ovvero quelle categorie che ne sono più attratte. ma anche più esposte ai diversi rischi. E' importante che i giovani imparino a farsi domande e riflettere sui media di cui usufruiscono affinché ne abbiano una profonda comprensione.
mbasso

Social Media and Youth Mental Health - 0 views

  •  
    Il testo riporta un avviso pubblicato dalla Surgeon General, che richiama l'attenzione del popolo americano su un problema urgente di salute pubblica, esprimendo crescenti preoccupazioni sugli effetti dei social media sulla salute mentale dei giovani. Nel testo viene richiamata l'attenzione sul rischio insito nel rendere disponibili piattaforme progettate per adulti, in modo "non supervisionato", a bambini e adolescenti. Uno studio longitudinale su adolescenti statunitensi di età compresa tra 12 e 15 anni (n=6.595), ha evidenziato una correlazione tra un uso dei social media superiore a 3 ore al giorno da parte di adolescenti ed effetti dannosi sulla salute mentale, inclusi sintomi di depressione e ansia. Un piccolo studio, inoltre, effettuato su giovani in età universitaria, ha rilevato che limitare l'uso dei social media a 30 minuti al giorno per tre settimane ha prodotto miglioramenti significativi in termini di gravità della depressione. L'avviso della Surgeon General richiama l'attenzione anche sull'influenza nefasta esercitata da contenuti estremi e inappropriati, diffusi da piattaforme troppo facilmente accessibili da bambini e adolescenti. Alcuni casi di suicidio sono stati infatti collegati a contenuti pubblicati sui social media, istiganti all'autolesionismo e all'assunzione di rischi. Questi studi hanno anche evidenziato che mostrare questi contenuti può anche avere l'effetto di normalizzare comportamenti aberranti, anche attraverso la formazione di patti suicidi e la pubblicazione di modelli di autolesionismo da seguire per gli altri
luciaiantorno95

E' possibile restare 'umani' in un mondo tecnologico? - Il Fatto Quotidiano - 2 views

  •  
    Nella società odierna la rete e i social network sono diventati indispensabili. Ma cosa accade alla nostra capacità di elaborare le informazioni e al modo in cui ci relazioniamo? Siamo consapevoli che esiste la sindrome da dipendenza da internet che può rivelarsi molto dannoso soprattutto per gli adolescenti. In questa patologia vi è una scarsa capacità di controllo degli impulsi. E' stata inoltre scoperta un ulteriore sindrome denominata "tecnostress", un disturbo legato all'uso massivo e stratificato delle nuove tecnologie. Questo provoca secondo la Onlus netdipedenza ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali depressione, tuttavia possono comparire alterazioni comportamentali e l'isolamento relazionale. Siamo continuamente distratti da messaggi, notifiche e vibrazioni. Quando il nostro smartphone non è a portata di mano diventiamo ansiosi. L'ansia modifica i nostri parametri biologici fondamentali: pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione. Quando lo stimolo si cronicizza, ci si può ammalare. Uno psicologo statunitense è stato il primo a studiare la sensazione "allucinatoria" che il telefono stia squillando nella nostra borsa.
cristinaviggiani

DIPENDENZA DA SMARTPHONE- GLI SMARTPHONE COME L'OPPIO - 3 views

  •  
    In questo articolo si parla di una realtà di cui ormai siamo schiavi: gli smartphone. Difficile da ammettere, ma al giorno d'oggi gli smartphone, i social, le notifiche e tutto ciò che gira intorno a questi elementi sono diventati come una vera e propria droga. E come dal una droga ne scaturisce una forte dipendenza. Si tratta di un fenomeno sempre più frequente soprattutto nei giovani, anche se negli ultimi anni la dipendenza da smartphone e internet è cresciuta anche in età adulta. Non si tratta più solamente di mantenersi in contatto con chi è lontano, o di scambiarsi qualche like sui social… gli smartphone sono diventati parte della nostra quotidianità 24h su 24h. lo portiamo con noi quando usciamo,quando siamo al bar, quando pranziamo,quando facciamo una vacanza, quando siamo a casa e addirittura, quando siamo con gli amici o con la nostra famiglia. Hanno costruito una vera e propria barriera invisibile che ci tiene lontani dal comunicare con chi abbiamo di fronte. Studi scientifici hanno dimostrato che chi fa un uso spropositato di questa tecnologia è maggiormente soggetto a soffrire di depressione, ansia e attacchi di panico. Le notifiche? Le notifiche, secondo alcuni studi, attivano gli stessi percorsi neuronali che si attivavano una volta quando vi era un pericolo imminente. Ad ogni suono o vibrazione proveniente dal nostro smartphone, i nostri neuroni si attivano nello stesso identico modo. La soluzione? Sembra strano, ma proprio come accade per il fumo e per l'uso di sostanze stupefacenti, la soluzione è una e non è semplice… ossia disintossicarsi. Magari usando queste scatoline sempre meno, controllare le notifiche solo in alcuni momenti, lasciare il nostro telefono nella borsa mentre siamo a cena con gli amici… e così via. Il percorso è difficile, ma non impossibile.
anonymous

Droghe senza sostanza: Internet Addiction - 3 views

  •  
    La diffusione dei social è diventata molto profonda negli ultimi anni. Tanto da porre radici evolutive un po' in ogni campo. I social generano integrazione e unione in diversi contesti. Questo articolo vuol far riflettere sul fatto che questi social media, tanto apprezzati, fanno fatica ad affermare sempre un valore positivo per l'umanità: con l'uso del web, possiamo trovarci nel coinvolgimento delle dipendenze da internet; una di queste è proprio la "Computer Addiction", caratterizzata dalla dipendenza dei giochi virtuali. Ognuno di noi utilizza il web per svariati motivi: per esempio c'è chi lo utilizza anche per avere una via di fuga dai problemi e nascondere ansie e tristezza momentaneamente. I soggetti con un'elevata fragilità emotiva o con deficit psicologici e/o problemi familiari, sono quelli più coinvolti poichè "cadono" nella rete per cercare "ristoro". Anche le persone con un forte locus of control rischiano di cadere nell'imbuto del gioco online perchè convinti di poter esercitare il controllo anche su di esso. i fattori di rischio dunque, sono collegati all'ansia, alla depressione, alle dipendenze, alla solitudine, ad abitudini che non soddisfano le nostre aspettative, a fattori di stress, ed inoltre, la dipendenza da internet va a braccetto con l'abuso di alcool e con il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività.
cosimofumarola

Hikikomori, la sindrome dei ragazzi che si chiudono in camera e rifiutano ogni aiuto - 3 views

  •  
    Sonia Montrella, giornalista dell'AGI, ha pubblicato, qualche anno fa, un'intervista rilasciata da Marco Crepaldi, presidente di "Hikikomori Italia", allo scopo di fare maggiore chiarezza circa un fenomeno molto serio che colpisce tanti adolescenti, anche italiani, conosciuto con il nome giapponese Hikikomori, perchè studiato per la prima volta in Giappone. Si tratta di un disagio che conduce molti soggetti, tra i 15 e i 25 anni di età, a rifiutarsi di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali, ed a rinchiudersi in camera da letto, dove disegnano, giocano con i videogiochi o navigano continuamente su internet. Molti medici tendono a confondere questo disagio con la depressione o con la dipendenza da internet, quindi con una vera e propria malattia, perchè non ancora ben conosciuto. Ma le cause di questa volontaria reclusione dei giovani, come spiega Crepaldi, sono legate alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società capitalistiche economicamente più sviluppate. Dunque, internet e i media digitali non sono i principali responsabili di questa sindrome, anzi permettono a questi ragazzi di instaurare, anche se solo virtualmente, delle relazioni interpersonali. Crepaldi, nella sua intervista, ci spiega pertanto cosa è l'"Hikikomori, come si riconoscono gli hikikomori, quali sono le cause e come aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato.
mariarosa30

Il ruolo della scuola e della famiglia verso il fenomeno sociale del Cyber-bullismo - 1 views

  •  
    L'articolo che propongo è di Silvia Morosi, scrittrice per "Il Corriere della Sera". Si tratta di un'intervista rivolta alla Psicologa e Psicoterapeuta Michela Pensavalli, la quale gestisce il servizio di supporto alle vittime di Cyber-bullismo. La dottoressa Pensavalli distingue il bullismo, in cui vittima e bullo si conoscono, dal Cyber-bullismo in cui l'offesa e la persecuzione si propaga in rete proprio perchè il Cyber-bullismo è protetto dall'anonimato e quindi insiste sulla vittima al fine di lederla. Penso sia fondamentale il ruolo delle agenzie educative nei confronti di questo fenomeno sociale.Leggendo questo articolo mi rendo conto ancor di più di quanto sia importante che scuola e famiglia prendano consapevolezza dell'esistenza del Cyber-bullismo, e in seguito aiutino i ragazzi a non sottovalutare gli effetti negativi che ne conseguono. Infatti gli effetti di questo fenomeno sociale possono trasformarsi in tragedie: non dimentichiamoci di tutti quei ragazzi denigrati sul web , nei confronti dei quali il Cyber-bullismo li ha portati ad un progressivo abbattimento dell'autostima, fino a giungere alla depressione e subito dopo al suicidio. Tutti questi casi rappresentano un'ennesima sconfitta per tutti noi.
linda_alboretto

Tecnologia positiva: utilizzo di tecnologie interattive per promuovere il funzionamento... - 1 views

  •  
    Nell'articolata discussione sull'impatto delle nuove tecnologie e dei media sul benessere, in questo articolo Riva e collaboratori sostengono che la qualità dell'esperienza dovrebbe diventare il principio guida nella progettazione e nello sviluppo di nuove tecnologie, e soprattutto il metro di misura primario per la valutazione delle loro applicazioni. La Psicologia Positiva di Seligman fornisce secondo gli autori un quadro utile: invece di attingere a i modelli disfunzionali del comportamento umano, si concentra su fattori che consentono agli individui e alle comunità di prosperare e costruire al meglio la loro vita. In questo articolo, viene proposto un approccio scientifico e applicato all'uso della tecnologia ispirato alla Psicologa Positiva per migliorare la qualità dell'esperienza personale attraverso la sua strutturazione: la "Tecnologia Positiva". Riva e collaboratori hanno individuato e analizzato tre caratteristiche dell'esperienza personale: attivazione emotiva, realizzazione e connessione con gli altri. Questi tre aspetti possono essere influenzati dalle tecnologie per promuovere comportamenti adattivi e un funzionamento positivo. Le tecnologie positive vengono quindi classificate in base ai loro effetti su una caratteristica specifica dell'esperienza personale. Come studenti di Psicologia e di Educazione ai nuovi media l'articolo offre spunti di riflessione inerenti: la connessione tra le tecnologie e il benessere personale, delle organizzazioni e della società grazie alle esperienze in rete, delineando anche le caratteristiche ideali dei gruppi virtuali per favorire esperienze sociali ottimali e ridurre i sentimenti di isolamento e depressione, fino a presentare la pratica clinica Virtual Reality Therapy la quale, inducendo specifiche risposte emotive, può consentire di creare o ricreare un tema di vita.
anonymous

Gli influencer dei teenager, ecco chi sono - Teen - ANSA.it - 5 views

  •  
    L'influencer è una persona che grazie alla propria popolarità è in grado di influenzare le opinioni e gli atteggiamenti degli altri attraverso i social network. I loro seguaci sono soprattutto ragazzi di età inferiore ai 18 anni, con il desiderio più grande di seguire il loro stesso percorso, ovvero di diventare ricchi, famosi e popolari, facendo un lavoro divertente e che apparentemente non costi impegno e fatica. Infatti uno dei tratti caratteristici di tutti gli influenzar è la trasmissione della perfezione, diffusa attraverso immagini di vita ideale, oppure canoni di bellezza a volte irraggiungibili. Avendo un pubblico molto giovane, ciò che trasmettono può provocare effetti negativi sulla loro autostima o produrre disturbi di natura psicologica, come distorsione della visione del proprio corpo, ansia, depressione, fino a cercare soluzioni drastiche a problemi spesso inesistenti. Tuttavia esistono anche influencer che hanno un impatto positivo sui giovani, ispirandoli e diventando portavoce di messaggi incoraggianti. La relazione che si instaura tra influencer e followers è senza distanze: tanto da diventare amici. Molti seguaci arrivano a confidarsi, a parlare dei problemi più intimi. Rispetto al passato i nuovi idoli non sono distaccati, ma diventano parte integrante dei seguaci. Nell'età adolescenziale è giusto avere dei punti di riferimento e degli ideali da seguire, però bisogna avere una consapevolezza nello scegliere queste fonti d'inspirazione. In questo possono essere d'aiuto i genitori, che devono monitorare e filtrare i contenuti dei video degli influencer seguiti dai figli.
irenebianconi

Da nativi digitali a hikikomori - 4 views

  •  
    Un articolo molto interessante e di immediata comprensione sul rischio che possono correre i nostri ragazzi con l'abuso dei media e l'utilità dell'intervento educativo e psicologico come prevenzione.
jgrossi108

Dipendenza da gioco d'Azzardo - SIIPAC - 3 views

  •  
    Sono particolarmente interessata a questo Articolo, relativo alla "Dipendenza del Gioco d'Azzardo Patologico", poiché nella Struttura dove lavoro ci occupiamo di Dipendenze, non solo correlate all'abuso di sostanze ma anche legate al Gambling. Come infatti viene descritto nell'articolo, il fatto di "giocare" apparentemente sembrerebbe innocuo, come il fatto di comprare un semplicissimo "Gratta & Vinci" oppure di rinchiudersi in una saletta buia in un Bar a schiacciare un tasto colorato di una VLT, ed il problema è che socialmente questo comportamento viene ben accettato. Il Dr. Guareschi, nel suo saggio "Giocati dal Gioco", differenzia i Giocatori Patologici in ben 6 categorie in base alla modalità che li spinge a giocare: da quelli che lo fanno per professione, mantenendosi attraverso di esso, a quelli che usano il gioco come "analgesico" per placare le ansie e sfuggire alle responsabilità, nonché alla realtà, e quindi in esso vi trovano un rifugio. Ecco, quindi, che le categorie dei Giocatori che hanno perso il controllo sulla loro attività di gioco d'Azzardo (Giocatori per Azione), ed i Giocatori per Fuga, sono quelli che più di tutti gli altri necessitano di un sostegno psicologico e psichiatrico, anche perché la loro quotidianità viene colmata da bugie, debiti e disperazione, arrivando persino a perdere affetti, lavoro e beni materiali. Il GAP viene riconosciuto dal Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, come un impulso irresistibile e incontrollabile, che può progredire in intensità ed urgenza, modellando i criteri diagnostici su quelli delle tossicodipendenze, includendo persino il termine di tolleranza ed astinenza. Anche per i fattori di rischio, si riconoscono tratti simili a quelli che portano all'uso/abuso di sostanze, come la depressione, la ricerca di sensazioni forti e l'impulsività. Oggigiorno si riscontra un'affluenza verso il gioco d'Azzardo già dalla giovane età, molto probabi
1 - 20 of 26 Next ›
Showing 20 items per page