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teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
monicaguerra1

CRESCE IL SEXTING TRA I RAGAZZI - 4 views

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    Secondo una ricerca del Cremit, su quasi 900 studenti tra i 14 e i 18 anni della Brianza, il 20% posta contenuti a sfondo sessuale sui social network. Lo fanno soprattutto per divertimento e "per scherzo". Sono i nuovi adolescenti a cavalcare la moda del "sexting", il fenomeno che si sta diffondendo in Italia e ...
viola-

TikTok e didattica - 3 views

  • come il social TikTok possa veicolare e promuovere dinamiche educative in contesti formali (scuola) e informali (casa)
  • è stato possibile utilizzare il social in senso educativo-pedagogico, sfruttando le sue logiche interne perseguendo un obiettivo preciso: #impararecontiktok.
  • A partire da un target di riferimento e da diversi argomenti e temi abbiamo sviluppato una serie di idee e progetti che potessero essere impiegati concretamente in aula.
  • ...5 more annotations...
  • lo scopo di questo progetto
  • incentiva studenti, alunni, professori ed educatori a prendere spunto dal lavoro pubblicato al fine di sperimentare, a loro volta, la creazione di contenuti inediti
  • avvicinarsi ad una realtà altra (TikTok) conosciuta molto bene dai più giovani
  • pensare in modo alternativo l’impiego dei social nella didattica.
  • connessione tra persone che hanno modo di condividere contenuti, interessi ed obiettivi.
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    TikTok è un nuovo social network, lanciato nel 2016, molto utilizzato da ragazzi e bambini. L'articolo proposto è stato pubblicato sul sito del Cremit circa 10 mesi fa, riporta l'esperienza pratica di Veronica Baffi e Sara Tacchinardi su come poter unire l'utilizzo di TikTok all'insegnamento scolastico attraverso un progetto di studentesse di scienze della formazione primaria. Interessante è come l'esperienza per arrivare alla progettazione e pubblicazione sulla piattaforma abbia avuto una fase propedeutica di informazione, studio e prove di utilizzo del social network oltre che di studio del target di riferimento e degli argomenti proposti. Questo modo di impegnare i social nella didattica potrebbe essere un nuovo sistema, più accattivante per gli studenti, per proporre conoscenze.
manuelacirielli

Un laboratorio con TikTok all'IIS "Don Milani" di Montichiari - 3 views

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    L'articolo riguarda un progetto didattico dell'istituto "Don Milani" di Montichiari in collaborazione con CREMIT (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia) che ha consentito di creare un laboratorio in cui. è stato scelto di lavorare con la produzione di video, come forma di comunicazione veloce, spontanea, reattiva e ricettiva che può fungere da strumento educativo. I ragazzi più giovani oggi trascorrono moltissimo tempo scrollando video a ripetizione sul social Tik Tok, questa esperienza ha potuto offrire loro un nuovo approccio e punto di vista sull'esperienza di fruitori ma anche produttori mediali, facendo leva sui loro bisogni, credenze, valori. Ha inoltre consentito di sviluppare un approccio critico nei confronti delle produzioni altrui ma anche in relazione all'autovalutazione del proprio operato.
giovanni59

La Cittadinanza Onlife e il contrasto alla 'povertà educativa digitasle' - 7 views

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    Dal 2021 (CREMIT) l'Università Cattolica ha utilizzato un nuovo costrutto: "povertà educativa digitale" per ampliare il concetto di "digital divide" legato alla privazione di tecnologie di accesso alla Rete, questo concetto si riferisce alla carenza di competenze digitali, ovvero carenza educativa, intese come nuovi alfabeti necessari nella società post-mediale per analizzare e fruire dei diversi contenuti digitali da parte degli "spettautori" del social Web e "cittadini onlife". Gli autori hanno presentato vari testi su questo costrutto (Pasta, Rivoltella, 2022), basandosi su uno strumento di rilevazione di dati su 1.976 studenti di 112 classi in 39 scuole secondarie di I grado di tutta Italia (Marangi, Pasta, Rivoltella, 2022). Né è nato un progetto triennale "Connessioni digitali" (2021-24) realizzato dal Cremit, Save the Children e la Cooperativa Edi Onlus e che coinvolge 100 scuole secondarie di I grado per un totale di 6.000 studenti e 400 insegnanti. Il progetto inserito nella didattica biennale di educazione civica basandosi su quanto teorizzato dagli autori, in merito alla povertà educativa digitale, si è strutturato in quattro newsroom (Scrittura online, Podcast, Digital Storytelling, Marketing sociale). Seguirà alla conclusione del primo anno didattico una valutazione di quanto realizzato dalle classi coinvolte rilevando la creatività e la capacità di produrre narrative e prodotti comunicativi per contrastare la povertà educativa digitale, utilizzando le quattro dimensioni di uso del digitale: l'accesso, l'analisi, la valutazione e la produzione. Infine, si valuterà come l'acquisizione di competenza digitale, sia un processo che consente il passaggio a future competenze per l'ambito lavorativo, che si attiva solo se si è capaci di trasformare le competenze individuali in pratiche sociali e nella costruzione di un vero e proprio design interpretativo e produttivo.
luisagarfagnini

Decalogo per l'uso dei dispositivi mobili a scuola - 4 views

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    Il Ministero dell'Istruzione ha recentemente disposto un decalogo per l'uso dei dispositivi mobili personali, come smart phone e tablet a scuola. Consentirne l'utilizzo in classe, senza demonizzarli o considerarli solo veicolo di distrazione e dispersività, è un passo avanti verso l'apertura all'innovazione e la visione fiduciosa del rapporto tra i giovani ed i nuovi strumenti digitali. Ma potrebbe non essere di alcuna utilità, senza un'educazione digitale per insegnanti ed alunni, che li renda alleati nell'utilizzo consapevole e responsabile dei media, come mezzi di apprendimento e di sviluppo di competenze individuali e sociali.
vitadepasquale

Social Network: effetti sui processi di socializzazione - 3 views

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    Ormai i social network sono entrati a far parte, in maniera diretta o indiretta, della vita di ognuno di noi. Coinvolgono persone di qualunque fascia di età, ceto sociale e sesso. I social network, ormai diventati essenziali nella quotidianità di ognuno, portano vantaggi come: maggiore socializzazione, superamento di alcune difficoltà di approccio che si potrebbero avere con il contatto fisico, acquisizione di maggiore sicurezza, crescita personale e aumento di autostima. Tanti ,però, sono gli svantaggi come: nessun rapporto o scarso rapporto o finto rapporto emozionale, scaturito da un incontro fisico tra persone; diminuzione di autostima e capacità cognitiva, aumento di stati depressivi soprattutto tra adolescenti e social network; finzione del modo di essere e di comportarsi. Quindi è bene concludere dicendo che: i social network vanno maneggiati con cura.
oliviauninettuno

Insegnare al tempo dei 'nativi digitali' - 8 views

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    La trasformazione tecnologica rapida condiziona ogni aspetto della vita intersoggettiva . Coinvolti sono soprattutto i giovani e il mondo degli adulti i quali hanno il compito di comprendere ed interagire con nuovi stili cognitivi ed attuare , nello specifico a scuola, un nuovo sistema di apprendimento efficace per i nativi digitali : Didattica 2.0 I problemi principali da affrontare in questo nuovo scenario sono il rapporto tra mezzi di comunicazione e processi formativi e la conseguente ridefinizione del ruolo che gli educatori sono chiamati a sostenere. Pier Cesare Rivoltella , Direttore del CREMIT ( Centro di ricerca sull' Educazione ai media, all'informazione e alla Tecnologia) introduce le tematiche inerenti alla Media Education, alla Education technology e al concetto di Media come strumenti non sostitutivi ma bensì integrativi della realtà nella quale i bambini vivono in modo attivo e partecipe.
nazarenatrimboli

Tecnologia piu' condivisione: così si può fare buon e-learning - 6 views

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    In questo articolo emerge, in modo inequivocabile, l'importanza, o meglio, come sia stato indispensabile ricorrere al digitale per garantire un minimo di normalità nella vita di tutti. La pandemia ha sconvolto repentinamente le nostre abitudini ed i nostri inesorabili ritmi costringendoci, chi più e chi meno, ad adeguarci. Possiamo affermare, in termini di certezza, che con l'uso dei media digitale, siamo riusciti a mantenere i nostri impegni, anche se, come ricorda l'autore, l'esperienza non è nuova e dall'excursus che viene fatto dal dopoguerra a qualche decennio fa, si evince la bontà del mezzo utilizzato che, non può che trovare conferma nei nostri giorni, soprattutto nella scuola con la didattica a distanza. Quindi, è prematuro, da parte mia, dare un giudizio su un processo di cambiamento ancora in atto, pieno di pareri, per lo più discordanti, essendo consapevole che, solo alla fine, si potrà concludere con una valutazione oggettiva. Ciò, però, non mi può esimere dall'esprimere un'opinione. Secondo me, questi strumenti, da un lato, ci hanno messo in condizioni di comunicare e lavorare, snellendo grandemente, il sistema burocratico, ma anche le difficoltà minime dell'organizzazione quotidiana; dall'altro, hanno penalizzato la parte relazionale che non è garantita solo perché si ha la parola, quando il tono della voce viene attenuato dal volume dell'audio e la gestualità confusa dallo schermo. Manca, in effetti, la vivacità dello studio che cammina in stretta correlazione con quella "regia metodologica", a cui si fa riferimento nell'articolo, necessaria affinchè, in particolare, i ragazzi, non debbano essere considerati meri contenitori in cui i docenti riversano nozioni, o soldati che rispondono con coraggio e dignità alla chiamata. Per alcuni versi, la DAD potrebbe creare delle situazioni di comodo, che si manifestano con la scelta di ogni studente di cercare delle scorciatoie per una buona interrogazione o
martytro

TikTok? una risorsa educativa. - 3 views

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    La creatività insieme allo spirito critico è una delle 10 life skills che l'OMS ha indicato come fondamentali. Entrambe sono parte del focus della media education e fulcro del lavoro del Centro Studi dell'Università Cattolica che guidato dal prof Piercesare Rivoltella ha aperto un canale su TikTok nelle scorse settimane. Nello stesso periodo in cui il nuovo social è stato messo sotto accusa per via dei risvolti tragici legati al suo utilizzo, il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia ha dato vita al canale @cremit_ presentando esplicitamente Tiktok come risorsa educativa. Michele Marangi, membro del Cremit, docente di Media e Intercultura in Cattolica ed esperto di media education spiega i motivi che hanno portato alla decisione di esporsi sul nuovo social. Apparentemente "leggero", caratterizzato da contenuti brevi, balletti e coreografie di pochi secondi, è riuscito in pochi anni a catalizzare l'attenzione di milioni di bambini e ragazzi. Il Prof. Marangi ne sottolinea l'immensa possibilità offerta: oltre la sperimentazione di nuovi linguaggi anche la mediazione medieducativa di starci in maniera etica, consapevole e critica fondendo il tutto con la dimensione estetica e di coinvolgimento. Sempre il Prof. Marangi inoltre sottolinea come sulla piattaforma non si trovino solo balletti ma anche espressioni di creatività pura. L'idea di fondo è "non posso dirti tutto in pochi secondi ma ti offro lo spunto per approfondire". Il vero protagonista del processo comunicativo è il fruitore, non l'attore. Un contenuto per funzionare deve essere "coinvolgente" che è uno dei parametri più importanti dell'efficienza comunicativa. Ancora una volta i media si dimostrano uno strumento educativo se usati in modo consapevole e vissuti dall'interno grazie ad processo di preparazione ed meducazione adeguato.
nazagiu

DIVARIO GENERALE E DAD - 6 views

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    L'emergenza sanitaria ha costretto la scuola ad utilizzare la didattica a distanza, che ha subito evidenziato il problema del divario digitale. Questo termine comprende non solo coloro che sono svantaggiati economicamente e che hanno quindi più probabilità di non poter accedere ad Internet, ma anche tutti coloro che non hanno le competenze necessarie ad utilizzare le piattaforme digitali in modo adeguato. Per garantire un'uguaglianza in questo ambito sarà quindi necessario implementare gli insegnamenti riguardanti i media digitali, concentrandosi non solo sugli aspetti tecnici ma anche sulla costruzione di nuove conoscenze attraverso le tecnologie.
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    Questo articolo mi ha molto colpito e interessata, in quanto, quest'anno posso vantare di un'esperienza come insegnante alla scuola Primaria. A Marzo 2021 il Presedente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha predisposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado in zona rossa, ho vissuto in prima persona la Dad. Da ragazza di 23 anni, cresciuta insieme alla tecnologia, ho osservato tutto ciò che accadeva attorno me e ne sono rimasta scioccata. La cosa più impressionante è stata che a Marzo 2021 le criticità erano le stesse presenti a Marzo 2020. Struttura scolastica e famiglie non attrezzate opportunamente, senza PC/tablet (o di vecchia data), senza connessioni efficaci e, la cosa più grave a parer mio, senza interesse a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Possibile che nell'anno 2021 esiste ancora questo divario digitale? Possibile che le persone non capiscono quanto la tecnologia può semplificare azioni della vita quotidiana? Questo un mio parere, ovviamente molti sono contrari a tutto ciò, ma ne vale la pena fermarsi e riflettere.
martinamazzanti1

Una rilevazione sulla povertà educativa digitale - 5 views

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    Nell'ultimo anno, il ricorso alla didattica a distanza, ha messo in evidenza gravi ritardi nello sviluppo delle competenze digitali, sia tra i docenti che tra gli studenti. L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa a non essersi dotato di un sistema di valutazione delle competenze digitali, e ancora limitata è l'educazione alle nuove tecnologie. Si pone quindi oggi il problema, di comprendere ed analizzare il fenomeno della POVERTA' EDUCATIVA DIGITALE. Save The Children, in collaborazione con il CREMIT, ha condotto uno studio teso a definire per la prima volta, nel nostro Paese, la povertà educativa digitale, e misurarla attraverso un nuovo strumento, AbCD - Autovalutazione di base delle Competenze Digitali. I risultati, resi noti da questa ricerca, si pongono l'obiettivo di fungere da base di partenza, per lo sviluppo di politiche pubbliche ad hoc, volte a contrastare questa nuova povertà.
duccio2023

Scuola - Dalla Media Education alle New Media Education - 6 views

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    Questo articolo, scritto dalla Dott.ssa Doni, parte da alcune affermazioni di Len Masterman per definire la Media Education e dopo una panoramica storica della ME a livello internazionale e italiano, analizza alcuni punti fondamentali che la New Media Education deve affrontare, in ambito soprattutto italiano. La Dott.ssa Doni, in particolare, fa riferimento ad alcune considerazioni di Pier Cesare Rivoltella (Presidente e Direttore scientifico del Cremit) secondo il quale la New Media Education ha importanti sfide che l'attendono. Prima di tutto, partire dalla constatazione che le nuove tecnologie (smartphone, tablet etc) non permettono un controllo capillare e continuo di ciò che fanno i giovani con questi dispositivi. In secondo luogo, essi vanno educati non solo ad una lettura critica e responsabile dei media, maanche ad una scrittura degli stessi. Un terzo aspetto da tenere in considerazione è che i media non fanno parte del vissuto del giovane, ma è permeano completamente il tessuto sociale dei ragazzi di oggi. Infine, un aspetto che riguarda più specificatamente la scuola, ossia la necessità che la media education penetri in modo trasversale e olistico tutte le dimensioni dell'educazione.
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    Dott.ssa Teresa Doni, docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana, nonché presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) di Roma, analizza la nascita e la storia della media education nel panorama scolastico italiano ed internazionale, riflettendo in merito ai cambiamenti che la stessa ha offerto in campo educativo e comunicativo, volgendo altresì lo sguardo alle future sfide che il sistema scolastico dovrà affrontare al fine di adeguarsi all'evoluzione di tale rinnovato sistema culturale.
albertisabry

Media Education: istruzioni per l'uso – Il Polo Positivo - 5 views

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    L'immagine che troviamo in questo link, che promuove l'attività del CREMIT, ossia il "Centro di Ricerca sull'educazione ai Media, all'Innovazione e alla Tecnologia", è particolarmente significativa in quanto richiama, nella nostra mente, due concetti: il primo, quello di "Scaffolding", ossia quel processo o strategia educativa attraverso il quale l'insegnante o il mentor non trasmettono passivamente le loro conoscenze al discente, come accadeva in passato, quando il paradigma educativo dominante era quello comportamentista. Al contrario, il discente diviene parte attiva e costruttore della propria conoscenza e del suo sapere; l'insegnante quindi supporta, come un'impalcatura, questo processo, favorendolo. Ricordiamo, in letteratura, i contributi a tal proposito di Piaget, Bruner e Vygotskij. L'altro concetto è quello della cultura partecipativa, che sviluppa in chi ve ne fa parte, tutta una serie di competenze e capacità che saranno delle life skills, sempre più richieste nei lavoratori del domani. Apprendere in questi ambienti, che vengono definiti da Gee, dei veri e propri "spazi di affinità", porta i ragazzi ad apprendere più semplicemente e rapidamente, sentendosi inseriti in un gruppo di pari, dove l'affiliazione è molto forte così come lo sforzo comune per bypassare le difficoltà, dove sanno di poter contare su un "mentor", ossia qualcuno che avrà delle competenze superiori alle loro, che contribuirà quindi ad accrescere il loro sapere; sapere che verrà poi condiviso col gruppo, generando intelligenza, prima collettiva poi connettiva, (vedi De Kerchove). Il sapere non resta quindi rinchiuso nella mente del singolo, ma, condiviso, diventa fonte per l'accrescimento della conoscenza di tutti, rendendoci in grado di costruire, grazie al network, giorno dopo giorno, il nostro sapere. Network che si proietta anche a livello cognitivo: l'apprendimento non è quindi "puntiforme", dove i concetti sono isolati e sconnessi, ma diventa una rete.
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