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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged Linguaggio

Rss Feed Group items tagged

barbararughetti

L'intelligenza - 0 views

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    L'articolo affronta il tema dibattuto sulla definizione di "intelligenza", passando in rassegna le diverse fasi storiche e le rispettive teorie sviluppate sul tema. Si passa dalla concezione di intelligenza unitaria come capacità di problem solving o come possesso di particolari abilità e competenze, ai test psicometrici per definire l'età mentale, per giungere al concetto di molteplici tipi di intelligenza che si sviluppano anche tramite strumenti come il linguaggio e in determinati contesti socioculturali.
Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

anna colombo

La natura dell'Intelligenza - 42 views

'analisi che Goleman conduce sulla società americana avviene in un periodo storico equiparabile, per molti tratti, alla situazione italiana dal dopo guerra a oggi. L'atmosfera di crisi sociale...

#Intelligence

emanuele battista

Cosa immaginavano i nostri antenati - 4 views

Una domanda che mi ricorre spesso è che cosa immaginavano i nostri antenati quando leggevano notizie accadute in altri luoghi distanti dalle proprie residenze, o addirittura in altri continenti. Pe...

Psicotecnologie

started by emanuele battista on 14 Nov 12 no follow-up yet
Marco Tambara

Le mappe del pensiero - 6 views

Questo sito cerca di approfondire lo sviluppo del pensiero associativo e di come esso possa essere efficacemente e graficamente rappresentato. E' interessante per gli aspetti pedagogici e tecnologi...

#Tagging

Massimo Apicella

Italiani multitasking: davanti alla televisione e connessi ai social network - 8 views

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    Questa evoluzione rappresenta una significativa opportunità per le aziende che sapranno cogliere il vantaggio competitivo, rivedendo i propri modelli di comunicazione, per essere presenti in maniera efficace sui canali social e coinvolgere il consumatore attraverso strategie integrate sulle diverse piattaforme.
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    La presenza del multitasking durante spettacoli, siano essi televisivi o anche semplicemente sportivi ha fatto nascere diverse aree da esplorare. Ricollegandoci proprio ai dibattiti politici, è proprio grazie a questa multi-presenza che si sono estesi i progetti di fact-checking in tempo reale. In Italia il fact-checking in generale non ha molto terreno, ma in America durante il dibattito tra Romney e Obama sono state verificare in tempo reale le loro affermazioni e pubblicate su blog, social network e nella rete in generale. Ma questo è veramente essere multitasking, o è solamente avere la possibilità di estendere i propri limiti fisici per una connettività globale? Credo semplicemente la seconda, tanto più che anche per i calcolatori il multi tasking è di difficile esecuzione. La nostra impressione è che gli elaboratori siano multi tasking perché hanno velocità di calcolo impressionanti, ma a livello di bit, di linguaggio macchina le operazioni che si eseguono sono sempre una alla volta, o nei migliori dei casi eseguirà per un determinato lasso di tempo l'operazione X poi la sospenderà per eseguire per uno stesso lasso di tempo l'operazione Y dando a noi l'impressione della contemporaneità delle operazioni.
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    Ciao, effettivamente è diventata una consuetudine vedere un film a casa e contemporaneamente essere collegati con social forum. Siamo sicuri di seguire esattamente la trama di un film o programma?
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    In effetti già la televisione da sola si inseriva in un modello primitivo di multitasking, nel quale le conversazioni familiari avvenivano in parallelo con la fruizione del programma televisivo che poteva configurarsi come un rumore di fondo, uno spunto per un confronto o un riempitivo delle pause della conversazione. L'uso degli strumenti (tipicamente wireless e touch) per la navigazione da salotto è entrato nelle abitudini e, come già accaduto per altre tecnologie, diverrà un elemento fondante per nuove modalità di interazione tra i broadcaster ed il pubblico, magari mantenendo la promessa che la TV interattiva non è ancora riuscita a mantenere. Alcuni segnali nascono dall'incontro tra tecnologie innovative e trasmissioni concepite per sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. Ecco che il multitasking viene asservito alle esigenze degli autori delle trasmissioni (con buona pace delle conversazioni familiari di fronte al teleschermo) per dare vita a programmi interattivi di nuova generazione. un esempio di tecnologia che implementa questo modello: http://www.hypertvx.com/success-stories
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    Questo articolo è un esempio di come i nuovi media, ed in questo caso i social network, abbiano riavvicinato il pubblico dei giovani (e non solo) alla televisione. Certo è impressionanate questa costante, insaziabile, diffusa voglia di essere sempre on line.
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    Questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che le nostre abitudini sono cambiate (anch'io interagisco con il mio tablet davanti la TV accesa) ma fino a quando i numeri non ci mettono di fronte all'incontrovertibile realtà, non ci sembra realistico. Eppure, il multitasking che ormai sperimentiamo sui luoghi di lavoro, ce lo ritroviamo in casa durante le nostre ore di relax. Indubbiamente riempiamo tutti gli "interstizi" della nostra mente con un maggior numero di informazioni, interazioni e relazioni. Quindi i produttori di contenuti televisivi dovranno inventare un'estensione del programma su Social Network (già lo fanno) ed i nostri familiari che sono sotto lo stesso tetto dovranno catturare la nostra attenzione mandandoci dei messaggi (l'irresistibile bip del messaggio per noi!). Io vorrei dire: è anche per questo che spesso studio la sera e cerco di concentrarmi nel modo "classico". Molto interessante il contenuto di hypertvx, perchè si collega ai nostri studi di processi economici dei media
Alessandro Bambini

Il digitale e la multimedialità di ritorno - 0 views

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    L'articola illustra il percorso di sviluppo del linguaggio: dall'era verbale a quello digitale e multimediale
assunta somma

La Telepresenza ed il linguaggio - 5 views

# Multitasking

started by assunta somma on 05 Nov 12 no follow-up yet
francesco scarfo

Psicotecnologia - 1 views

psicotecnologia studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, soprattutto quelle associate alla lingua, che sta influendo sul nostro modo di pensare e di comunicare a tal punto ch...

#psicotecnologia

started by francesco scarfo on 06 Nov 12 no follow-up yet
anonymous

Intervento di Daniele Zanone al convegno AGIAD - 1 views

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    Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare sempre più insistentemente dei disturbi specifici dell' apprendimento (DSA), che includono: la dislessia, la discalculia, la disortografia, la disgrafia...insomma tutte disabiltà che non permettono di imparare in modo normale alcune attività che servono per studiare in modo convenzionale, come: la lettura, la scrittura e il far di conto. Come accorgerci quando un bambino ha dei DSA? L'individuo con DSA ha: problemi a copiare, difficoltà nel linguaggio, problemi di lettura (dislessia), problemi di calcolo (discalculia), problemi di scrittura (disgrafia o disortografia), problemi di lateralità, scarsa memoria di lavoro, difficoltà di coordinazione, difficoltà a mantenere l'attenzione, problemi nei dettati. Daniele Zanone ha scoperto di avere DSA all'età di vent'anni, fino a quel momento si era sempre sentito dire di essere uno "svogliato" o un "ritardato". Ha imparato a mettere una parola dietro l'altra all'età di vent'anni quando è diventato consapevole di ciò che lo rendeva "diverso" dagli altri. Nonostante sia stato bocciato due volte alle scuole superiori si è laureato in Fisica. Adesso Daniele collabora con l'AID (Associazione Italiana Dislessia) per la quale svolge la mansione di delegato provinciale per la provincia di Reggio Emilia.
elisabetta scattolin

la settima parola più ricercta in google - 0 views

shared by elisabetta scattolin on 19 Dec 12 - No Cached
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    taggare è la settima parola di cui si è più ricercato il significato su Google nel 2011, verbo che significa "etichettare" e deriva dall'inglese to tag. il termine è entrato nel linguaggio comune grazie a facebook: nel social network significa dare un volto presente all'interno di una foto o di un video. ma in realtà ha un significato più ampio: contrassegnare consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave dette tag che individuano l'argomento di cui si sta trattando. E' un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. sicuramente in un mondo così vasto come il web che permette di navigare ed di usufruire di un insieme vastissimo di contenuti, abbiamo la necessità di avere parole chiave per facilitare la ricerca
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    solo per dire che il Gangnam Style è il video più visto su Youtube ;) http://www.ilmoderatore.it/2012/11/26/gnamgnam-style-tormentone-mondiale-video-piu-visto-su-youtube-26823/
guido caretti

Eccoci nell'era delle psicotecnologie - 1 views

#Psicotecnologie

started by guido caretti on 17 Dec 12 no follow-up yet
brunella romano

Perché siamo diventati molto più intelligenti rispetto ai nostri antenati - C... - 1 views

  • Capaci di spostamenti veloci, garantiti da un buon tenore di vita, protetti da un efficiente sistema sanitario eccetera, siamo anche più abituati alla flessibilità del linguaggio, alla potenza dell'immagine, all'esercizio della logica - nonostante i ben noti difetti che si possono individuare nelle istituzioni e nei media. Così riusciamo ad adeguarci a forme di classificazione astratta (come quelle per gli animali: mammiferi, ovipari eccetera) o a ragionamenti del tipo «se... allora» (se non ci sono cammelli in tutta la Germania allora non ci sono nemmeno nella città tedesca di Brema) e proprio questo ci rende agili nel rispondere alla sfida di test che avrebbero fatto fare cattiva figura ai nostri nonni. Hanno probabilmente avuto un ruolo essenziale educazione e tecnologia nel non limitarsi al rudimentale «leggere, scrivere e far di conto» per venire sempre di più in contatto con testi sofisticati, magari utilizzando strumenti nuovi e affascinanti.
stefania manara marchi

Intelligenza secondo Howard Gardner - 1 views

Howard Gardner definisce che le attività umane sono riconducibili a diverse forme di intelligenza come: ...

Intelligenza

started by stefania manara marchi on 25 Feb 13 no follow-up yet
francesco scarfo

la natura dell'intelligenza - 0 views

#intelligence

started by francesco scarfo on 07 Nov 12 no follow-up yet
Rocco Massimo Palumbo

Dimore Metafisiche: Social Network - 0 views

  • La capacità di comunicare è presente negli esseri umani, una competenza precedente all'acquisizione del linguaggio, quest'ultimo è il sistema privilegiato, tra i diversi modi di comunicare. Comunicare significa anche condividere significati, trasmettere informazioni all'interno di contesti che  Goffman chiama frame, cornici dove esistono regole che stabiliscono le strategie comunicative.Per Bateson, con un approccio psicologico, comunicare implica la costruzione dinamica di una rete di relazioni, in cui le persone sono parte attiva.La comunicazione verbale o analitica, mediante l'espressione logica di pensieri e idee, è lo strumento esplicito tra un emittente e un ricevente che si attiva nel momento in cui si instaura un qualche tipo di relazione sociale.Ma cosa ci porta a dare un senso al messaggio, al significato che si genera tra i comunicanti all'interno di una comunicazione? 
  • Punteggiatura, segni grafici, emoticon diventano gli elementi  della scrittura in grado di dare tonalità, enfasi e importanza alla comunicazione emotiva e così il supporto di immagini, foto, video da condividere, imprime connotati e  nuove sfumature alle interazioni comunicative.Il sistema è attivante perchè stimola nuove connessioni, nuove condivisioni, coinvolgimenti collaborativi e dialogici.Così la tastiera e video diventano un sofisticato ponte comunicativo di segni significanti, parole che accompagnano il loro senso lungo i canali della Rete. E le emozioni, i pensieri, le opinioni, si lasciano adagiare nella scrittura per essere lette, condivise e alimentare altre menti e altre percezioni.
  • Molte interazioni di comunicazione emotiva, mediata dalla scrittura, vengono generate da sintonie e amicizie che trovano humus fertile nelle dinamiche del web 2.0 con le peculiarietà ipertestuali che connettono commenti e condivisione di informazione tra i vari Social Network. Così si genera un tipo di comunicazione dinamica e innovativa alla cui costruzione, ogni internauta, ogni nodo della Rete partecipa attivamente, in quello che è un progetto di scrittura collaborativa e creativa, con il suo contributo di conoscenze e emozioni. Questi aspetti, dal punto di vista psicologico, hanno una loro valenza, perchè contribuiscono sia a creare reti di sostegno (fattore non indifferente anche se iperintenzionale, rispetto agli iniziali obiettivi dei Social Network, che è quello di condividere di informazioni), che a favorire una maggiore flessibilità di pensiero.
Giovanni Acunzo

La Mente Dei Bambini Nell'era Di Internet: Come Cambia Il Modo Di Ragionare - 4 views

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    Breve descrizione panoramica fatta dalla dott.ssa Elisa Gabbi (psicologa di Bologna) e dal dott. Michele Facci su come l'avvento di internet ha modificato il nostro modo di pensare. Riferendosi, in particolare modo, agli effetti prodotti sul modo di ragionare nei bambini.
  • ...3 more comments...
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    Interessante. Ci riflettevo pochi giorni fa. Ho due figli piccoli e spesso mi ritrovo a fare fatica nel comunicare con loro. Fanno e dicono cose che io alla loro età non avrei mai immaginato. Si sente spesso dire che è il mondo di oggi, che sono bombardati di immagini. Vero, me c'è dell'altro. Approcciandomi a studiare questo esame mi sono proprio chiesta quale effetto può avere questa ipertecnologia su una mente che si sta formando. Se è vero che la tecnologia cambia la nostra intelligenza cosa può comportare nei nostri figli? Come si può fare per cercare di relazionarci a loro in modo più efficace? Forse è questa la chiave di un problema generazionale su cui molti psicologi e sociologi hanno scritto libri ed proposto interventi.
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    Ho letto l'articolo e l'ho trovato interessante. Forse perchè si avvicina al mio modo di pensare. Credo che sia indispensabile capire che il computer e internet sono dei mezzi. Mezzi, non fini. E' fondamentale avere chiari i fini dell'educazione, in modo da capire quali mezzi siano i più appropriati per raggiungere quei fini. Sto facendo una serie di laboratori con bambini della scuola primaria: li porto nel bosco, racconto una fiaba e faccio loro conoscere le piante. Ci sono bambini che rimangono meravigliati e incantati. Altri non riescono a stare fermi più di due secondi: hanno continuamente bisogno di novità, che le cose cambino velocemente. Essere abituati alla velocità delle immagini sullo schermo o alla velocità di reazione di un computer porta a non accettare i tempi "giusti" che la vita richiede. E' come se fossero in giostra e la giostra gira velocemente e loro non sono in grado di andare più lentamente. E non godono di nulla! Altra cosa che noto in questi bambini è l'incapacità di stare ad ascoltare. Devono sempre dire qualcosa. E' proprio quello che ci capita con internet, no? E con i vari social network: abbiamo sempre la nostra da dire. Manca la capacità di stare in silenzio e di "lasciarsi riempire" di conoscenza. So che sto andando controcorrente e che sto facendo delle affermazioni che in qualche modo contraddicono quanto nel corso viene detto. Ma credo che un vero studio approfondito sull'influenza che la velocità e le nuove tecnologie hanno sul modo di lavorare della nostra mente dovrebbe essere affrontato. Per non trovarci ben presto con una massa di adulti occidentali "schizzati".
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    Raffaella, condivido la tua riflessione. Sono dell'idea che sia bellissimo poter sfruttare le possibilità che queste nuove tecnologie ci offrono e penso che chi non si tiene al passo e non si aggiorna rischia di restare tagliato fuori da questo nuovo mondo che è quello che viviamo tutti i giorni, volente o nolente. La cosa che mi dispiace però è che ho la sensazione che si stia perdendo la dimensione umana e relazionale. Certo è possibile aumentare il proprio ventaglio di conoscenze e recuperare persone che in altro modo sarebbe stato impossibile ritrovare (io sono in contatto con amici di vecchia data di cui conosco abitudini quatidiane solo grazie a facebook). Però a volte ho la sensazione di sapere molto ma interagire poco. E' il discorso, fatto a lezione, della differenza tra il materiale trovato in rete e il libro e del fatto che per leggere un libro devi fermarti, immergerti e lasciarti coinvolgere, in una dimensione che è molto più umana (infondo siamo degli animali con dei ritmi biologici fondamentali), mentre ora abbiamo esteso la nostra intelligenza, possiamo attingere in qualsiasi momento a informazioni di ogni tipo, ma manca la profondità. Mi spaventa un po' l'idea di come cresceranno i bimbi di oggi in questa nuova modalità. Poi penso che sia solo il timore che si può provare nei confronti di qualcosa che ancora non conosciamo bene e che, proprio per questo sia necessario approfondire per sfruttarne le potenzialità e saperne riconoscere i rischi.
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    Braner, esperto di adolescenti e soprattutto convinto che la vera causa della depressione e della solitudine dei giovanissimi abbia un nome preciso: i social network. L'esperto sostiene che: "Se chiedi a un ragazzo chi veramente potrà essere lì con lui nei momenti difficili della vita, farà fatica a dirti il nome di qualcuno che possa davvero chiamare in quelle circostanza". Facebook, Twitter e tutti i siti che si propongono di tenerci in contatto, uniti, secondo Braner hanno esattamente l'effetto opposto. Una tesi che ora è contenuta nel nuovo libro di Braner, Alone (letteralmente "da solo"), frutto di esperienze sul campo. Anzi, nei campi e nei campeggi, a contatto con migliaia di giovani. Lui, infatti, da quando ha iniziato la sua avventura con Camp Kivu in Colorado, nel 2001, ha incontrato circa 20 mila ragazzi. Ciò che lo ha sconvolto maggiormente è l'aver notato come il problema principale dei bambini e dei giovani nelle prime due settimane di programma estivo fosse l'impossibilità di connettersi a internet e ai social network. La prima cosa che veniva fatta era, infatti, quella di chiudere i cellulari, gli iPhone o gli iPad di tutti in un armadietto. In questo modo tutti gli ospiti della struttura erano costretti a passare il tempo in attività che li allenavano a creare legami affettivi e a "parlare a cuore aperto", come ha spiegato lo stesso Braner. Uno studio condotto dalla "American Academy of Pediatrics", evidenzia come i teenagers che hanno poca autostima possono cadere in depressione, se si convincono di non avere un numero adeguato di amici. Quella che però potrebbe essere una fisiologica competizione tra i giovani, verrebbe accentuata dai social network, aumentando il senso di debolezza di molti ragazzi. La possibilità, sul web, di postare commenti ironici o discriminatori, inoltre, favorirebbe la diffusione del cyberbullismo. Per questo i ragazzi più fragili tenderebbero a passare più tempo collegati ad internet, nel tentativo di t
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    Una delle cose che l'avvento di internet ha cambiato radicalmente è il linguaggio , in particolare quello dei giovani, che è espressione immediata di nuova cultura.. allego un articolo che ne offre un esempio. http://www.jobonline.it/magazine/index.php?id=4633
rosa maria tafuri

L'apprendimento collasorativo. - 10 views

Le nuove tecnologie enfatizzano la dimensione di condivisione del sapere; le informazioni telematiche si focalizzano sull'esperienza soggettiva, processi mediante i quali si costruisce l'apprendime...

comunicazione intelligenza condivisione cooperazione

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