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dpsilvia

Pedagogia speciale - Giovani e media - 5 views

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    È importante saper guidare i bambini ed i giovani ad un uso responsabile delle competenze mediali, in modo che loro stessi possano giudicarne il proprio uso. Pertanto è necessario che vi sia una promozione efficace che permetta una trasmissione consapevole di tali competenze. I media infatti fanno parte della maggior parte della vita quotidiana dei giovani, quindi è opportuno che vi sia un interesse anche da parte di genitori ed istituzioni nella diffusione di competenze mediali, in grado di garantire educazione, cultura e formazione.
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    Grazie della condivisione, ho trovato molto interessante questo articolo. Alcuni punti mi hanno dato ottimi spunti di riflessione, ad esempio l'aspetto della disabilità o degli aspetti giuridici
francescagemelli

Media Education - Maria Ranieri webinar - YouTube - 4 views

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    In questo WebIn Air la Prof. Maria Ranieri, professore associato in Didattica e pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze Formazione e Psicologia, Università di Firenze presenta contenuti inerenti l'insegnamento della media education in contesti interculturali, presentando e commentando risorse e strumenti per l'ambiente scolastico, presentati sia sotto il punto di vista della proposta all'insegnante di scuola superiore di metodologie di lavoro (quali progettazione didattica, strategie didattiche, approccio pedagogico, connesso ai concetti di understanding, expression ed engagement) che riflessioni per il lavoro sul campo (diversi minuti sono dedicati all'esposizione di learning scenari).
tukulti

La narrazione fotografica per aumentare il coinvolgimento e il gradimento dei cittadini... - 9 views

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    L'articolo "La narrazione fotografica per aumentare il coinvolgimento e il gradimento dei cittadini durante gli eventi" dei Quaderni di formazione PASocial presenta una buona pratica nell'utilizzo dei media nella comunicazione con i cittadini attraverso i social network. In particolare, presenta l'utilizzo innovativo della pubblicazione in tempo reale dei ritratti fotografici con brevi testi di tipo emozionale non solo dei relatori ma in particolare del pubblico, in modo da aumentare la loro percezione di essere i veri protagonisti degli eventi e stimolando l'empowerment dell'autoefficacia percepita. L'articolo oltre alla teoria spiega attraverso un cassetto degli attrezzi come "saper fare" una narrazione fotografica in tempo reale per migliorare con efficacia i rapporti delle pubbliche amministrazioni con i cittadini. L'esperienza può essere trasportata in diversi contesti. Bibliografia: Di Costanzo, F. (2017). PA Social: Viaggio nell'Italia della nuova comunicazione tra lavoro, servizi e innovazione. FrancoAngeli. Gigliuto, L. (2019). L'Italia che comunica in digitale. Mondi Velati Editore.
marialauracaste

Family Engagement with Digital Math Activities Helps Children Develop Spatial Skills | ... - 2 views

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    L'uso di tecnologia da parte di bambini anche molto piccoli è sicuramente in crescita. L'uso di videogiochi appositamente sviluppati può essere, in alcuni casi, uno strumento utile per sviluppare nei bambini alcuni prerequisiti utili per il loro successivo processo di apprendimento. L'articolo del Time di Heather Sherwood and Ashley Lewis Presser dell'Education Development Center illustrano una serie di applicazioni, sviluppate nel centro americano, in grado di potenziare la capacità di orientamento spaziale dei bambini, capacità fondamentale per lo sviluppo del successivo pensiero logico matematico. L'aspetto ludico, accompagnato possibilmente dal positivo coinvolgimento emotivo che si può generare giocando con i genitori, rendono i videogiochi educativi un interessante opportunità, ormai ampiamente diffusa, sia nel campo dello sviluppo tipico sia in quello della riabilitazione nei casi di disordini dello sviluppo in età infantile.
olimpiaricciardi

Tecnologie multimediali ed effetti negativi nella comunicazione di reciprocit... - 2 views

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    Nell'articolo viene fornita un'ampia revisione della letteratura riguardante gli effetti di una esposizione precoce a digital media come smartphone, tablet e tv durante i primi anni di vita del bambino. È presente inoltre la descrizione di un progetto di ricerca, in una prima fase di osservazione sperimentale del comportamento di bambini con disturbi dello sviluppo in ambiente controllato, unita ad interviste a scopo anamnestico circa i modi e i tempi di esposizione ai suddetti media durante la crescita, che mira alla costruzione di uno strumento (test) di monitoraggio standardizzato. In questa prima fase si è registrata una correlazione positiva fra disturbi in età evolutiva ed esposizione precoce e continua alla tv ed ai digital media. L'età indagata va da 0 a 5 anni (compreso il periodo di gravidanza). La ricerca è ancora in atto in quanto manca la rilevazione dei dati in un gruppo di controllo (bambini normodotati).
lucreziamele

Tech UN PATTO GENITORI-FIGLI PER IL BENESSERE DIGITALE IN FAMIGLIA - 1 views

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    L'articolo spiega il progetto attraverso cui migliorare il benessere digitale nelle famiglie a partire dai primi workshop mai tenuti sull'argomento col benestare di insegnanti, psicologi e psicoterapeuti e esperti in media education. Il progetto è ancora ai suoi albori, tuttavia si auspica una grande diffusione ottenibile "facendo rete". Il workshop non ha la pretesa di stabilire regole rigide per l'utilizzo di internet in famiglia, bensì evidenziare dei principi generali che possano essere spunto di riflessione e discussione. Viene illustrato inoltre lo svolgimento del workshop stesso con un iniziale momento di lavoro in gruppi e un successivo confronto fra genitori e figli. L'articolo risale all'8 dicembre 2019.
noemigava

Convegno Media Education. Roma, Camera dei Deputati 3 febbraio 2020 - YouTube - 7 views

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    In questo estratto del Convegno per la Media Education del 3 febbraio alla Camera Dei Deputati, interviene Salvatore Giuliano il DS dell'istituto Majorano di Brindisi il quale ritiene che la digitalizzazione nelle scuole non sia da vedere come la sola "elettrizzazione" (come la definisce lui)inserendo LIM oppure modificando i layout delle classi , ma di più, sottolineando più volte l'importanza della consapevolezza nell'utilizzo degli strumenti non solo da parte degli alunni ma dei docenti, dell'amministrazione; quindi una visione molto più ampia della sola modifica dell'ambiente che lo rende dinamico dal punto di vista strutturale (banchi colorati, disposizione banchi e cattedre etc) ma non volto a raggiungere obbiettivi con l'utilizzo consapevole dei contenuti che vengono veicolati dallo strumento, la metodologia utilizzata per acquisire conoscenza. Durante l'intervento, aiuta a capire con un esempio(cambio di viabilità in Svezia) quanta confusione ci sia nella comprensione di cosa sia l'ambiente innovativo e quanto il contesto culturale possa in qualche modo rendere lento questo cambiamento. Poter usufruire dei contenuti che vengono trasmessi, ma non solo trasmessi, anche creati attraverso questi strumenti sono opportunità che il mondo scolastico non puo' veder sfuggire, ci vuole, di nuovo , consapevolezza.
geraldavitale

Sergio Vastarella, "Perché è importante il digitale a scuola?" - Yo... - 7 views

shared by geraldavitale on 16 Feb 20 - No Cached
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    Sergio Vastarella presenta una concreta testimonianza di come non viene utilizzato nell'educazione le Lim nelle scuole, spesso poco capaci di usarle i docenti, spesso il timore di non essere all'altezza del sapere degli studenti, spesso non è sufficiente il server del polo scolastico. Insomma molto frequente un pannello presente nelle classi inutilizzato. Invece con le lezioni con Classroom sono molto utili per strutturare un metodo di studio all'avanguardia nel 2020, gli insegnanti presentano il programma attraverso la Lim, collegandosi ad una classe solo per gli alunni e gli stessi, visualizzare materiale di studio, immagini e mappe concettuali, utilizzando magari lo smarphon o tablet, confrontarsi con i compagni di classe, preparare elaborati da affrontare poi in classe, così il professore può dare una valutazione di impegno costante e interesse dei ragazzi, volendo senza più affrontare interrogazioni frontali. Si avrebbe un'educazione sul reale utilizzo della tecnologia a disposizione, possibilità eccezionali per aiutarsi nello studio, si utilizzerebbero i sensi visivo e uditivo e molto ancora. La sua osservazione è poi realistica nel dire che una volta le scuole incuriosivano gli studenti per materiali, progetti, ambiente… Ora a parte la Lim trovano classi vecchio stampo, professori che non sfruttano al meglio quanto hanno a disposizione, vecchi schemi che non vogliono cambiare, questo crea diffidenza e disinteresse negli studenti. Vastarella in collaborazione Università cattolica, insieme al Professor Rivoltella determina di valutare il formale ed informale del bambino con la scuola, cioè formale: ciò che trova e vive nella scuola; informale: ciò che trova fuori con genitori super tecnologici, amici con game e varie apparecchi super tecnologici, qui il bambino deve essere allineato per non arrivare in classe senza più nulla di ciò, annoiatissimi, dispersivi in pensieri e atteggiamento. Mentre trovando gli stessi mezzi potrebbero dare davvero mol
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    Sergio Vastarella è un insegnante di scuola primaria , ricercatore e docente nel Laboratorio delle Tecnologie dell'Istruzione all'Università Cattolica.Questo video tratta l'importanza dell'introduzione delle tecnologie digitali a scuola, al fine di instaurare una didattica innovativa e divertente, vicina agli interessi digitali dei ragazzi. Si distingue una educazione formale attuata a scuola da una educazione informale relativa alle relazioni e attività extrascolastiche. Esiste una frattura tra le 2 realtà e la scuola è rimasta indietro rispetto alla realtà digitale che i discenti vivono a casa.Le poche Lim presenti a scuola molto spesso non vengono usate dagli insegnanti, poco competenti in campo informatico. La Lim è uno schermo tattile di un computer che modifica oggetti digitali, permette di navigare in Internet, vedere video su Youtube,condividere sapere con i ragazzi. La scuola italiana è ancora poco attrezzata, poco competente nella tecnologia digitale.
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    Mio Comento.
nicoletta97

Combattiamo gli stereotipi con la Media Education | Portale Bambini - 2 views

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    La nostra esperienza quotidiana ci porta a confrontarci sempre di più con l'impatto dei media, e ci si chiede quanto sia corretto tutto questo contatto diretto dei giovani e degli adulti con essi. Allo stesso tempo sembrerebbe alquanto limitativo non prendere in considerazione, più che di eliminarne l'utilizzo, l'idea di mettere in dubbio quello che è il nostro approccio nei confronti di essi. Abbiamo un esempio fruttuoso, quale il liceo digitale che appunto favorisce e educa nell'utilizzo corretto delle piattaforme digitali. È evidente come al giorno d'oggi i media sono IL mezzo di comunicazione e talvolta informazioni poco filtrate vengono utilizzate strumentalmente da determinati soggetti per indirizzare il singolo verso un certo comportamento. Questa potrebbe essere un'altra "battaglia" a cui far fronte tramite un approccio diverso come quello presentato dall'articolo a cura di Alessia di Falco e Matteo Princivalle, che illustra varie domande da porsi davanti ad una fonte mediatica. L'invito a chi legge infatti è una speranzosa trasformazione da semplici educatori/genitori a edu-comuni-catori in quanto aiutare i bambini, e non solo, a sviluppare il senso di autonomia critica e partecipazione critica alla cultura mediatica di oggigiorno è un possibile fascio di luce che, magari, riuscirà a combattere l'ombra scura del pregiudizio.
annaverrino

Il Comune di Milano avvia un progetto di alfabetizzazione ai media - 2 views

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    Il Sistema bibliotecario di Milano ha installato un programma gratuito di media literacy sui PC di tutte le 26 biblioteche pubbliche. La società americana Newsguard che già lavora con oltre 600 biblioteche negli Stati Uniti e in Europa, fornisce un'estensione per il browser dotata di schede informative redatte da giornalisti esperti, in modo che gli utenti siano liberi di navigare in rete e sui social ma abbiano a disposizione uno strumento che li aiuti a riconoscere notizie false, cattiva informazione e disinformazione. Le schede, relative a migliaia di siti italiani e internazionali, forniscono informazioni sulla credibilità del giornalista, l'adesione a campagne politiche, chi finanzia il sito per cui scrive, gli scopi ed obiettivi politici o economici che guidano i contenuti.Si tratta di elementi indispensabili per comprendere su quali fonti l'utente si sta informando e in pochi minuti avere un quadro sulla credibilità e trasparenza del media consultato. Un ottimo strumento che insieme a seminari e webinar con i professionisti, favorisce l'acquisizione di competenze nella ricerca di informazioni e la capacità di valutazione dei risultati
catiagrandi

La promozione della salute nelle scuole: obiettivi di insegnamento e competenze comuni - 1 views

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    Tenendo ben presente che esiste una distinzione tra educazione ai media e educazione attraverso i media (utilizzo dei media per l'insegnamento), l'educazione ai media è un processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media che cerca di far sviluppare negli individui una comprensione critica e una partecipazione attiva interpretando e offrendo giudizi consapevoli sia in qualità di consumatori che in veste di produttori di media. Tale processo viene definito alfabetizzazione ai media (media literacy). Essendo finalizzata a sviluppare le potenzialità critiche creative dei soggetti ha a che fare con l'insegnamento e l'apprendimento. Comprende lo studio dell'uso e della valutazione dei media, del loro ruolo nella società, del loro impegno sociale, delle implicazioni che derivano dalla comunicazione, dalla partecipazione e dalla modificazione delle modalità di percezione che essi comportano, nonchè dell'accesso e del lavoro creativo che con essi si può svolgere (Ranucci, 1994). Aiuta gli individui a sviluppare una comprensione critica e informata della natura dei massmedia, delle tecniche che essi utilizzano e dell'impatto che tali tecniche comportano. I suoi riferimenti teorici si trovano nella semiotica, da cui ricava soprattutto la metodologia di analisi dei testi, nella sociologia, nella scienza della comunicazione e nella ricerca pedagogica. In sintesi, l'educazione ai media insegna a cogliere le metodiche di persuasione utilizzate e ad avere un atteggiamento critico nei confronti di ciò che viene proposto da giornali, telegiornali, trasmissioni e informazioni via cavo o via stampa, a ricercare il reale motivo di un messaggio, a "vedere quello che non si vede". La televisione offre, infatti, divertimento, educazione, informazione vendendo al suo spettatore i prodotti pubblicizzati dagli spot che interrompono i programmi televisivi. Aiuta a comprendere come la frase "Questo programma vi è offerto da…." deve essere interpreta
marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
macrillocarmela169

Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture - David Buckingham - Googl... - 3 views

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    Questo articolo Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture Di David Buckingham del 26 giugno 2013, esamina i recenti cambiamenti nell'educazione ai media e nella vita dei giovani e fornisce una serie accessibile di principi su cui dovrebbe basarsi il curriculum mediatico, con una chiara logica per la pratica pedagogica. La media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il risultato, ed è la conoscenza e la competenza che i ragazzi acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione. E' una forma di alfabetizzazione critica che implica capacità di analisi e di riflessione critica e prevede un'ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione e di come tutto ciò incide sull'esperienza e sulla vita delle persone. Bisogna però fare attenzione a non confondere la media education con l'insegnamento che avviene attraverso i media (elearning) e con l'uso delle tecnologie educativ Nella media literacy viene suggerita una didattica che consideri una dimensione cognitiva e una sociale. Cosa significa? se insegniamo i media non possiamo non considerare il loro potere sociale e socializzante, la formazione che si basava su aule o spazi chiusi non sono adatti ad affrontare questo nuovo campo di studi, occorre quindi una teoria sociale dell'alfabetizzazione: nel momento che in un'aula entra una lavagna multimediale interattiva (connessa ad internet) lo spazio delle quattro mura si apre e entrano in gioco altre forme di interazioni educative.
annasaraliberati

Analfabetismo digitale - 2 views

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    In questo interessante articolo viene affrontato il tema dell'analfabetismo digitale (o informatico), ossia l'incapacità di utilizzare, leggere, scrivere, reperire informazioni etc. su internet ed altre tecnologie digitali. Esistono varie ragioni per cui ancora oggi si assiste a questo fenomeno: dalle caratteristiche socio-demografiche alla tecnofobia (definita come paura o rifiuto irrazionale della tecnologia) fino alla difficoltà di "stare al passo" con la rapida evoluzione del mondo digitale stesso e la conseguente impossibilità di aggiornare le proprie competenze in merito. Esistono quindi analfabeti digitali "assoluti" e "relativi" e per capirne la tipologia e l'incidenza nel territorio sono stati messi a punto diversi indicatori per valutare la tipologia ed il grado di impedimento informatico di queste persone. I dati presentati nell'articolo risalgono al 2009, e pertanto non sono aggiornati, tuttavia stando all'ISTAT (fonte: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/rapporto-istat-litalia-e-indietro-sulle-competenze-digitali-ecco-che-fare/) ad oggi l'Italia risulta ancora molto indietro in materia di competenze digitali, con una media nazionale di analfabetismo digitale di ben il 58,4% (2019) distribuito equamente in tutte le Regioni. Si sottolinea dunque l'importanza e l'esigenza di una educazione ai media più incisiva, inclusiva ed accessibile.
catiagrandi

The Core Principles of Media Literacy Education | National Association for Media Litera... - 2 views

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    Poiché il campo dell'educazione all'alfabetizzazione mediatica è maturato negli ultimi 25 anni, il suo focus si è evoluto da COSA viene insegnato a COME insegniamo. Il CPMLE è un progetto NAMLE per espandere i confini del campo e comprendere le opportunità e le possibilità delle tecnologie di apprendimento del 21 ° secolo per trasformare sia l'apprendimento che l'insegnamento, dall'asilo all'università.
Luciano Di Mele

Quadro delle Competenze Digitali per gli Educatori (DigCompEdu) | EU Science Hub - 7 views

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    Documento ufficiale della Comunità Europea in merito alle competenze necessarie agli educatori per operare correttamente in ambito digitale. DigCompEdu propone sei aree, ognuna articolata in diverse competenze, per un totale di 23. Sono anche previsti sei livelli di acquisizione delle competenze, identificati con le combinazioni di lettere e numeri (da A1 a C2) già utilizzate con successo nel framework europeo delle lingue. L'area 1 riguarda l'ambiente professionale (1. Professional Engagement). L'area 2 è focalizzata sulle risorse e i contenuti digitali (2. Digital Resources). La terza area riguarda gli aspetti pedagogici e didattici connessi all'uso delle tecnologie e viceversa (3. Digital Pedagogy). L'area 4 è relativa alla valutazione attraverso le tecnologie digitali (4. Digital Assessment). L'area 5 è dedicata alla personalizzazione e individualizzazione, nell'ottica del potenziamento dell'autoefficacia (5. Digital empowerment)
catiagrandi

Multimedialità interattiva | | Laura Grana - 3 views

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    una dimensione dinamica in costante evoluzione
catiagrandi

Media, communication and learning: a review of relations between word, image and action... - 1 views

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    Among the issues that matter most to today's scholars dealing with relationships and mutual influences between Cognitive Science and TD there 'certainly that concerns the character and nature, according to many revolutionary, the Information and Communication Technologies are showing in the cognitive 'human and how' of learning.
catiagrandi

Digital Media Literacy Education and Online Civic and Political Participation - 0 views

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    Can media literacy education promote and improve youth engagement in civic and political life?
catiagrandi

Da EUN arriva il nuovo MOOC sulla Social Media Literacy. Iscrizioni aperte – Indire - 3 views

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    Per approcciarsi ai cosiddetti "nuovi media" è auspicabile che i giovani seguano un processo di alfabetizzazione digitale ed entrino in possesso delle competenze indispensabili per un utilizzo critico e consapevole delle tecnologie e dei social network.
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