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mturco92

VIDEO Daphne Bavelier: Il vostro cervello sotto l'effetto dei videogiochi | TED Talk - 3 views

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    La ricercatrice cognitiva Daphne Bavelier, risponde con una serie di esperimenti in laboratorio a due delle più comuni affermazioni sui videogiochi, ed il risultato è sorprendente: I videogiochi d'azione migliorano la plasticità del cervello,l' apprendimento e la visone. Giocare ai videogiochi peggiora la vista? E' forse uno delle più comune affermazioni, stare troppe ore davanti a uno schermo peggiora la vista. Daphne grazie ai suoi studi illustra però come in realtà i videogiocatori riconoscano non solo più dettagli ma anche più gradazioni di grigio rispetto alla media. I videogiochi portano a problemi dell'attenzione e una maggiore tendenza a distrarsi? Daphne fa un piccolo esperimento in studio dove mostra parole dal testo colorato e chiede al pubblico di annunciarne il colore, quando però le parole rappresentano semanticamente un colore diverso dal colore del testo si crea un conflitto e diventa difficoltoso per il pubblico in studio rispondere correttamente, illustra poi i risultati ottenuti dai videogiocatori, che in media sono migliori. Svolge poi un piccolo esperimento relativo all' abilità di tracciare gli oggetti in movimento. Vengono mostrate a schermo delle "faccine" in movimento randomico, 3 di esse sono dapprima colorate di blu, per poi diventare gialle come tutte le altre. Si chiede al pubblico di ricordare quali fossero quelle blu in principio. E mentre il pubblico già fatica a discernerne 3 i gamers arrivano a tracciarne e ricordarne sino a 7. La ricercatrice espone poi i miglioramenti dei videogiocatori nel lobo parietale, frontale e cingolata anteriore, capaci di migliorare il "multitasking" che non ha niente a che vedere con il "multitasking" di chi si dice multimedia-tasker che secondo uno studio dell'Università di Stanford è in realtà inefficiente. Daphne paragona infine i videogiochi all'uso del vino, se usati coerentemente ed efficacemente possono essere molto utili ma non bisogna esagerare (binging)
loredana73

Media education - La media education - 1 views

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    Francesco Cambi approfondisce il tema della media education nel libro"Media education tra formazione e scuola. Principi, modelli, esperienze". I mass media sono in crescita e penetrano sempre più nella vita quotidiana. Le tecnologie della comunicazione sono entrate, negli anni 80/ 90 in una nuova fase. Dalla tv scatola ingombrante, fissa e a senso unico, si è passati all'uso del telecomando e, in seguito, a quello del videoregistratore, delle pay tv per giungere a internet; in tal modo da una fruizione monodirezionale passiva si è giunti all'uso dell'universo di immagini disponibili in rete in modo bidirezionale. Tale rivoluzione dei media, a cui si aggiungono i cellulari e il loro uso, i computer e i videogiochi, ha prodotto effetti significativi nelle abitudini di vita, sui processi cognitivi, sul rapporto col mondo, nelle relazioni interpersonali. Il testo tratta della fruizione della tv da parte del pubblico infantile. Cambi fa presente che, malgrado questi cambiamenti, guardare la TV risulta ancor oggi una delle attività prevalenti cui si dedicano i bambini e gli adolescenti nel loro tempo libero. L'autore avanza l'ipotesi che i nuovi media (internet e cellulare) si aggiungano ai quelli vecchi (Tv e radio) ma non li sostituiscono, almeno non completamente. Ciò che motiva maggiormente l'esposizione alla televisione è il potere di disporre di una compagnia contro la noia e la solitudine. Ne è la riprova il fatto che quando i bambini hanno alternative preferiscono impegnarsi in altre attività piuttosto che guardare la Tv. Il tempo che i bambini dedicano alla Tv è una misura della carenza di offerte culturali e di divertimenti loro proposti. I bambini di oggi sono sempre più tecnologici e multimediali ma non hanno rinunciato ad altre attività più tradizionali. Pare, al contrario, che l'utilizzo combinato di vari mezzi, sia tradizionali (tv, cinema, radio) che newmedia (pc, internet, cellulare), si autoalimenti. Nonostante l'avvento dei
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
lucreziabiffi

Il museo partecipativo sul web: forme di partecipazione dell'utente alla produzione cul... - 2 views

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    L'articolo sopra riportato ha la scopo principale di analizzare il nuovo rapporto tra contenuticulturali e fruizione di essi da parte dagli utenti del web. Analizza la risposta del pubblico al valore dei social media impiegato nello sviluppo di una diversa partecipazione museale, inquadrando una vera e propria reinterpretazione dei "valori culturali" come noi tutti li immaginiamo, nel più classico dei modi. Si prende in considerazione come l'ultilizzo e l'impiego di nuove tecnologie possa creare un coinvolgimento e fidelizzazione del pubblico verso questo "Museo 2.0", un'evoluzione di quello che comunemente è inteso come Museo. Adattandosi ed evolvendosi insieme alla nuova e ormai dominante realtà digitale è anche la cultura e i suoi contenuti, entrata, come prima accennato, nella fase 2.0 punta al rinnovamento di tutte le componenti che formano la classica fruizione di essa. Introduce il Museo Partecipativo che, assieme alle nuove concezioni di "Archivi 2.0" e "Biblioteche 2.0" vivono e si plasmano attorno ad una nuova era basata sulla rivoluzione digitale. Attraverso questi nuovi strumenti si coinvolge e incoraggia alla partecipazione dell'utenza, aumentando e personalizzando l'appeal dell'offerta culturale.. I canali del web, i nuovi social media di tipo partecipativo offrono enormi potenzialità rivolti alla comunicazione culturale, anche in termini di visibilità e distribuzione grazie alla forma comunicativa facilitata da ogni tipo di strumento digitale che favorisce maggiormente la creazione, la condivisione e la diffusione di questi contenuti.
stassik

LE TRASFORMAZIONI DELL'INTIMITÀ TRA DIS-UMANIZZAZIONE E SOCIAL MEDIA - 10 views

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    La riorganizzazione della distinzione fra sfera pubblica e sfera privata cui corrisponde una nuova cultura dell'intimità a cui assistiamo oggi è il tema principale dell'articolo "Le trasformazioni dell'umanità tra dis-umanizzaione e social media" a cura di Simona Perfetti e Rosario Ponziano, due collaboratori del Dipartimento di Lingue e Scienze dell'educazione di Università della Calabria per la rivista ufficiale del MED (Associazione italiana per la Media Education). Stiamo assistendo alla crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali e spesso si tende a dare la colpa di questo processo ai social media. A cosa ci riferiamo quando parliamo di dis-umanizzazione dei rapporti sociali? La ricerca della risposta parte dalla distinzione tra umano e dis-umano, facendo un'analisi approfondita delle capacità di provare emozioni e sentimenti e loro importanza nella vita sociale. L'abitudine di mostrare pubblicamente sentimenti, emozioni, stati d'animo, con la diffusione del web ha subito trasformazioni provocando uno slittamento di confini del rapporto fra pubblico e privato: l'intimità della sfera privata viene meno e lo spazio pubblico diventa luogo narrativo ed emozionale. Manifestare pubblicamente le proprie emozioni, false o autentiche che siano, sembra essere diventato l'unico modo per manifestare il proprio esserci a sé stessi e agli altri: mi emoziono dunque esisto pubblicamente. Con l'avvento dei social media, si verifica una sorta di drammatizzazione di circostanze ed eventi già di per sé drammatici; i media in generale, si soffermano su immagini particolarmente violente, spingendo l'individuo alla ricerca delle emozioni sempre più forti. Nella vita offline le persone violente ci sono tanto quanto nella vita online; la crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali esiste a prescindere dai social media e se i social media hanno un ruolo (o se vogliamo una responsabilità) è semplicemente amplificarne la portata.
ntistarelli

L'algoritmo di YouTube che cattura i bambini - 4 views

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    L'articolo, originariamente scritto da Adrienne LaFrance per The Atlantic e qui tradotto da Andrea Sparacino, descrive l'utilizzo di YouTube da parte dei bambini in età prescolare e cerca di spiegare da dove scaturisce il fascino inusitato che questa piattaforma è in grado di esercitare sui più giovani. Per rispondere alle esigenze di questa fascia di pubblico, YouTube ha predisposto una sua versione ridotta, chiamata YouTube Kids, che attraverso un algoritmo filtra i contenuti più adeguati e che sulla base delle ricerche effettuate dall'utente propone altri video correlati. L'articolo mette in evidenza come i dati registrati da YouTube possano fare emergere alcune caratteristiche della psicologia dei bambini, come la tendenza a focalizzarsi sempre sugli stessi contenuti e a prediligere video di brevissima durata, e si interroga sul valore dell'interattività e di YouTube Kids come strumento educativo, nonché sulle strategie attuate dai videomaker per assicurarsi il maggior numero di visualizzazioni possibili da parte di questa fascia di pubblico particolarmente redditizia.
eviti-uninettuno

The Role of Social Media in Higher Education Marketing - 5 views

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    I media digitali hanno cambiato le strategie di Marketing che le universita' americane si sono trovate costrette ad utilizzare per raggiungere l'audience dei giovani studenti delle scuole superiori statunitensi. Ranee Smith autore del blog "Bostoninteractive", suggerisce che i responsabili dell' area marketing si trovano in difficolta' a relazionarsi con questa nuova generazione definita " Generazione Z". I fattori sono molteplici. In primo luogo, scarseggiano dati comportamentali che ci forniscano un panorma riguardo gli usi e costumi di questo particolare tipo di pubblico. In secondo luogo, dal momento che questa generazione si basa su media digitali di ultima generazione, le competenze da acquisire rispetto alle nuove tecnologie sono in continuo sviluppo e le conoscenze apprese diventano presto obsolete. L' autore individua 5 social media, che rappresentano la chiave per raggiungere questo particolare tipo di audience, composto prevalmentemente da giovani nati tra il 1990 e il 2000. Facebook: Rimane il social media piu' popolare tra i giovani di eta' compresa tra i 13 e i 17 anni Instagram: Dati dimostrano che ai giovani di oggi piaccia comunicare piu' attraverso immagini, simboli e icone che attraverso testi scritti Twtter: La ricerca mostra che la capacità di attenzione di questa nuova generazione è scesa agli otto secondi. Cio' significa che una comunicazione dosificata è la chiave per ottenere la loro attenzione. Linkedin: Sono 39 Milioni gli utenti linkedin provenienti da scuole statunitensi che usufruiscono del servizio come vetrina di ingresso al mondo del lavoro. Snapchat: Con il 71% dei suoi utenti di eta' inferiore ai25 anni, Snapchat appare lo strumento perfetto per raggiungere possibili nuovi studenti In conclusione, I media digitali hanno influito sul modo in cui le nuove generazioni comunicano e se si vuole essere efficaci nel conquistare questo tipo di pubblico, le s
tukulti

La narrazione fotografica per aumentare il coinvolgimento e il gradimento dei cittadini... - 9 views

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    L'articolo "La narrazione fotografica per aumentare il coinvolgimento e il gradimento dei cittadini durante gli eventi" dei Quaderni di formazione PASocial presenta una buona pratica nell'utilizzo dei media nella comunicazione con i cittadini attraverso i social network. In particolare, presenta l'utilizzo innovativo della pubblicazione in tempo reale dei ritratti fotografici con brevi testi di tipo emozionale non solo dei relatori ma in particolare del pubblico, in modo da aumentare la loro percezione di essere i veri protagonisti degli eventi e stimolando l'empowerment dell'autoefficacia percepita. L'articolo oltre alla teoria spiega attraverso un cassetto degli attrezzi come "saper fare" una narrazione fotografica in tempo reale per migliorare con efficacia i rapporti delle pubbliche amministrazioni con i cittadini. L'esperienza può essere trasportata in diversi contesti. Bibliografia: Di Costanzo, F. (2017). PA Social: Viaggio nell'Italia della nuova comunicazione tra lavoro, servizi e innovazione. FrancoAngeli. Gigliuto, L. (2019). L'Italia che comunica in digitale. Mondi Velati Editore.
spoletti93

L'uso dei media da parte dei musei nell'era della pandemia Covid-19 - 3 views

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    L'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 ha costretto molti musei da un lato a chiudere le porte ma dall'altro è emersa la necessità di aprirsi a nuove forme di comunicazione. Diversi sono stati i tentativi di fornire un accesso differente: molti musei infatti hanno aperto nuovi canali YouTube, proponendo video per bambini con finalità ludiche, e interventi per adulti; molto utilizzati sono stati gli hashtag 'racconto' e 'storia' usati per raccontare opere, collezioni e archivi ricchi di arte; numerose sono state le dirette Facebook attraverso le quali è stata data la possibilità di eseguire veri e propri tour virtuali e di partecipare alle mostre online. Le strategie adottate aprono prospettive forse prima inimmaginabili e hanno consentito di raggiungere un nuovo pubblico, travalicando spesso quei confini localistici che solo la rete ci consente di travalicare. Le organizzazioni culturali hanno sicuramente mostrato un rinnovato impulso all'innovazione, intraprendendo una strada mai effettivamente compiuta, quella della trasformazione digitale, realizzando in poche settimane un programma di proposte e attività destinate a rimodulare in maniera significativa la loro idea di comunicazione, di valorizzazione e di promozione. Fondamentale quindi sarebbe non disperdere lo straordinario impulso al digitale emerso in questi mesi e aiutare anche i musei di piccole e medie dimensioni che costituiscono una parte estremamente considerevole del panorama italiano.
Luciano Di Mele

Domande sulla Media Education - 12 views

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    L'articolo descrive la media education o MDL come basilare per l'essere umano "l'educazione integrale della persona umana" riferendosi alla definizione di Felini 2012 (non cita la pubblicazione) evidenzia l'importanza del suo utilizzo anche al fine di evitare uno scollamento dell'individuo dalla società in cui vive e non è inserito. Definisce gli obbiettivi della media education non nel ruolo di guardiano del suo utilizzo, ma quello di insegnante di tutte le nuove forme di comunicazione, comunicando, avvertendo dei rischi che si possono correre nel rimanere intrappolati nella rete dalla rete anche data l'inefficacia nel porre solo filtri o muri al suo uso: " il tutto per garantire un utilizzo positivo e costruttivo delle nuove tecnologie, così da permettere loro di diventare uno strumento per il miglioramento della vita propria ed altrui" Esprime una visione pessimistica su un generation digital divide che non può essere colmato, per cui limitarsi ad essere degli osservatori delle abilità dei propri figli ed affidarsi soltanto a dei capaci professionisti per l'insegnamento dell'utilizzo delle nuove tecnologie. La tesi dell'autore che si firma con uno pseudonimo è il portare in evidenza una realtà sull'utilizzo delle psicotecnologie nella quale il genitore è incapace, non è all'altezza e perciò è meglio affidarsi a dei professionisti nel seguire i propri figli; questa tesi esclude le capacità cognitive ed affettive dei genitori per sviluppare un apprendimento significativo utile al proprio figlio ed all'ambiente familiare. Lo scopo visto in questa luce è promozionale all'attività professionale. Nel rivolgersi ad un pubblico generico,molto probabilmente profano dei media, invece tramite un dominio che dal nome sembra riservato agli addetti ai lavori, presumo non riesca a raggiungere il suo pubblico target. Non presenta prove od argomentazioni, fa solo riferimento ad un autore, non citando pubblicazioni od atti di convegni o congressi, non falsifica
stefano-benini

How VR Education Will Change How We Learn & Teach | Adobe XD Ideas - 2 views

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    L'attuale metodo di apprendimento e' ancora efficace come lo era un tempo? Grazie alle ultime tecnologie possiamo spingere l'esperienza di apprendimento ad un livello superiore, ad esempio grazie al VR (abbreviativo di Virtual Reality - Realtà virtuale) possiamo insegnare geografia agli alunni e, mentre parliamo di un paesaggio in particolare grazie all'equipaggiamento VR gli studenti possono avere l'esperienza educativa in maniera immersa (magari passeggiare virtualmente nel bosco di cui stiamo parlando), quindi l'educazione passa dal classico studio sui libri allo studio immersivo (nel vero senso della parola). Un altro esempio e' quello degli studenti di medicina, si prenda uno studente che si stia specializzando nello studio del cuore umano, grazie al VR potrà esercitarsi in una camera operatoria virtuale (dove magari sarà presente in forma digitale anche il pubblico ed il professore) dove potrà esercitarsi su un paziente virtuale con caratteristiche molto simili a quelle di una persona vera, questo permetterebbe agli studenti di esercitarsi ripetutamente in maniera virtuale prima di esercitarsi nella realtà. Questo e' solo un piccolo inizio a come le nuove tecnologie possono rivoluzionare ed aumentare l'esperienza di apprendimento degli studenti.
rominamura

Le prospettive della democrazia digitale in Europa - 3 views

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    Secondo l'indice di partecipazione digitale delle Nazioni Unite (ONU, 2016), la partecipazione digitale si sta diffondendo in tutto il mondo. L'indice misura la partecipazione digitale secondo un modello che si articola su tre livelli e include: 1) l'informazione digitale (le informazioni fornite su Internet), 2) la consultazione digitale (l'organizzazione di consultazioni pubbliche online) e 3) il processo decisionale digitale (il coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi decisionali) (ONU, 2016: 54). Nella presente relazione, il termine "partecipazione digitale" è riservato a tutte le forme di partecipazione politica che utilizzano i media digitali, compresi sia i meccanismi formalmente istituzionalizzati sia l'impegno civico informale. Gli elementi trainanti alla base della partecipazione digitale sono la digitalizzazione, lo sviluppo di strumenti digitali che possono essere utilizzati per coinvolgere i cittadini (media sociali, software deliberativo, sistemi di voto elettronico, ecc.) e l'accesso sempre più diffuso a Internet. Nei paesi europei, in particolare quelli che si collocano nei primi 50 posti in termini di risultati, i cittadini hanno sempre più opportunità di far sentire la loro voce nel governo e nella politica. Secondo le Nazioni Unite, la percentuale maggiore di iniziative di partecipazione digitale riguarda l'accesso garantito dall'amministrazione centrale e dalle amministrazioni locali a informazioni del settore pubblico e le consultazioni pubbliche tramite strumenti digitali. Di recente è cresciuta l'attenzione nei confronti del coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale, sebbene i progressi registrati finora in questo settore siano modesti.
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    La relazione stilata dal EPRS mette in luce la stretta necessità di costruire una reale partecipazione attiva del cittadino europeo all'interno del sistema politico sovranazionale. Il mezzo utile a veicolare l'intervento della cittadinanza è internet. Le sperimentazioni sin'ora condotte hanno riguardato la possibilità di voto elettronico e le petizioni online, sta di fatto che esiste ancora il muro che impedisce il la comunicazione, lo scambio tra i rappresentanti della politica europea e i cittadini, sarebbe invece auspicabile un dialogo bidirezionale tra cittadini e istituzioni costituito da interventi attivi con formulazione di quesiti, scambio di opinioni, dibattiti, osservazioni sull'operato degli organi competenti in Europa, nonché una relazione di carattere più umano, utilizzando appieno le potenzialità della rete internet e la sua capacità di annullare le distanze. Necessita promuovere la media literacy con particolare attenzione alle fasce di popolazione meno propense ad acquisire nuove nozioni. Occorre andare oltre i social network, strutturando una comunità dotata di infrastrutture pienamente utilizzabili, che sia informata, partecipativa, e che sia co-autrice della vera e propria democrazia digitale.
lidiabonifazi

Noam Chomsky - Il mito dei media liberi - 2 views

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    I media riempiono il nostro quotidiano ormai da moltissimo tempo. Sono perfettamente integrati nelle nostre vite al punto da scandirle e condizionarle senza che ce ne rendiamo conto. Il loro ruolo a differenza di quanto appaia è ben diverso da quello di informare i cittadini e di divulgare notizie. Sia che si definiscano liberali oppure conservatori, i principali media sono delle grandi aziende possedute da società ancor più grandi. Come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience. Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Come tutte le propagande mira a colpire un bersaglio preciso che è diviso in due parti: la prima è quella della classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di amministrare uno Stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, in cambio di soap opere, film, Super Bowl, Champions League etc. etc.Insomma, distrazioni. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato. Con queste dieci regole,Chomsky ci apre le porte verso il mondo della consapevolezza. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica. L'unico
fsettembrini

Cyberbullismo: un'analisi del comportamento e delle motivazioni degli osservatori - 7 views

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    Ancor più che nel bullismo "tradizionale", nelle forme di bullismo "cyber" il comportamento del pubblico costituisce una componente decisiva del fenomeno e gli interventi preventivi più efficaci comprendono la sensibilizzazione degli spettatori, che spesso restano inerti, o addirittura si alleano con i persecutori, inoltrando il messaggio denigratorio ad altri utenti dei social e della rete. Tre ricercatori dell'Università di Cincinnati hanno analizzato il comportamento di alcuni studenti di college coinvolti in una simulazione di conversazioni su Facebook, in cui assistevano ai ripetuti attacchi verbali, chiaramente offensivi, che due amici rivolgevano a un terzo; in seguito hanno raccolto i commenti degli osservatori, in cui chiarivano se ciò a cui avevano assistito era a loro avviso cyberbullismo e perché avevano o, quasi nella metà del campione, non avevano reagito alla persecuzione contro la vittima (benché il 91% fosse consapevole che si trattava di cyberbullismo). Tra le variabili più significative alla base della scelta se intervenire o meno a sostegno della vittima, l'indagine ha confermato che ci sono il livello di empatia e il senso di autoefficacia degli osservatori e il grado del loro "disimpegno morale", ma anche la convinzione che i social non siano il canale comunicativo più adatto per esprimersi su questioni così delicate: alcuni hanno infatti dichiarato che avrebbero cercato di contattare gli aggressori o l'amico aggredito di persona.
isabellaciciolla

Homepage | Nuovi occhi per i media - 6 views

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    Nuovi occhi per i media è un interessante sito che promuove corsi di formazione, incontri, argomenti con un particolare interesse per le scuole allo scopo di educare ai media. L'obiettivo è creare nelle persone, soprattutto i giovani spirito critico e consapevolezza sui messaggi che arrivano dai vari canali di comunicazione e quindi sul variegato mondo che li circonda. Tra i vari articoli che si possono scorrere nel sito mi hanno colpito 2 notizie. La prima si riferisce ad un articolo che si intitola L'IGNORANZA DI INTERNET.In sintesi: un documentario il Corpo delle Donne viene bollato da YouTube come "non adatto al pubblico generico" dopo che per anni è stato trasmesso dallo stesso YouTube ed è stato mostrato nelle scuole medie, superiori e università. Altra scelta illogica Facebook rimuove un post dove veniva riportato il testo della canzone di Cecile presentata all'ultimo Festival di San Remo, minacciando di chiusura definitiva l'account per aver promosso una canzone contro il razzismo. Le cause di queste scelte discutibili sono automatismi che usati senza criterio ottengono come risultato ciò da cui i modelli matematici dovrebbero allontanare: l'errore! Il secondo articolo intitolato INTERNET BILL OF RIGHTS annuncia l'impegno del governo alla promozione e adozione dei prìncipi contenuti nella Dichiarazione del 28 luglio 2015 adottata dalla Commissione per i diritti e i doveri di Internet, istituita presso la Camera dei Deputati, allo scopo di costituire un percorso per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder. Lorella Zanardo, scrittrice e attivista italiana coautrice del documentario "Il corpo delle donne" ha promosso e redatto il terzo paragrafo della Carta dei Diritti, quello sull'educazione come parte imprenscindibile di un approccio civile ed evoluto ai media. Conoscenza e consapevolezza sono il futuro, Internet è solo uno strumento. Eccezionale , ma solo uno strumento che dipende
gennisam

Il binomio: media e disabilità - 6 views

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    Il presente articolo indaga il binomio media e disabilità. Da un lato possiamo vedere il grande contributo che hanno portato i media nell'ambito formativo per le persone con difficoltà, attraverso l'utilizzo di tecnologie educative, come la sintesi vocale, i libri digitali, i software didattici multimediali. Dall'altro lato possiamo vedere invece come i media possono essere visti certamente come strumenti per sensibilizzare il grande pubblico su certe problematiche , ma spesso non si riscontra una sufficiente maturità culturale sulla disabilità poichè le modalità con cui se ne parla non sono adeguate.
Costantina Tenace

La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media - 4 views

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    'Questo volume tenta di collocare la comunicazione pubblica nell'ambito dell'analisi sociologica; di delineare i contorni di una sociologia della comunicazione pubblica e, proprio per questo, di mettere in collegamento i temi della comunicazione "di pubblico interesse" con concetti e categorie che appartengono alla storia del pensiero sociologico.' Come sempre 'la storia insegna' e riflettere sull'evoluzione della comunicazione pubblica ci permette di capire come e perché l'uomo ha sentito il bisogno di estendere le proprie idee, condividerle e renderle attive e utili per scopi non solo personali ma collettivi. ogni periodo storico ha lasciato segni caratteristici dei movimenti sociali e culturali, le influenze nascono sopratutto dal contesto politico e governativo, filosofico e sempre funzionale alle circostanze e le esigenze del momento. Il testo è particolarmente appassionante e articolato, le sfumature della COMUNICAZIONE DI MASSA vanno dall'introduzione di logiche mercantili a quelle pubblicitarie e commerciali, l'industria del capitalismo fa da capolino ma in uno scenario prevalentemente negativo appaiono spesso spiragli di fiducia e speranza. Le soluzioni a controbilanciare i 'contro' dei mass media appaiono negli spazi non fisici come quelli multimediali e interattivi, pensiamo a internet ad esempio, spazi aperti e inclusivi per molte categorie sociali, questi strumenti oggi permettono un'informazione libera e una sorta di partecipazione attiva del cittadino, a livello di scelte individuali e collettive. Il tracciamento e il monitoraggio dei dati personali inseriti in rete permette un miglior controllo da parte delle figure poste alla salvaguardia e il rispetto della persona. Gli argomenti scaturiscono molte riflessioni come il tema della traduzione e negoziazione dei valori culturali delle diverse etnie nel complesso movimento di GLOBALIZZAZIONE.
luana0404

i messaggi subliminali nel mondo dei mass media - 5 views

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    I messaggi subliminali sono molto diffusi nel mondo pubblicitario e servono ad attirare la mente e la concentrazione, le simbologie falliche attraggono gli uomini mentre quelle immagini che richiamano la sessualità femminile attirano le donne. I messaggi subliminali sono informazioni che, il nostro cervello memorizza in maniera inconsapevole: si tratta di suoni, disegni, scritte che contengono al loro interno, i messaggi palesi, e subliminali. I messaggi nascosti possono esserci anche nei loghi, ma spesso si parla di cartoni animati. Che siano usati per denuncia sociale o per scopi pubblicitari, i cartoni hanno dalla loro il vantaggio di offrire il più candido degli alibi: l'innocenza di essere un prodotto rivolto ai bambini.Quello che ha coinvolto la Disney è un vero e proprio processo con accuse di satanismo, razzismo e pornografia; sarebbe proprio il sesso ad ossessionare i creatori dei cartoni Disney, tanto da riempire lo schermo di piccoli messaggi sparsi qua e là. Il mondo è pieno di insidie per i nostri piccoli, ma pare che quelli della Disney abbiano proprio un bel chiodo fisso. Il perché di tanta attenzione è che tutti noi avvertiamo il grande potere persuasivo dei mass media sulle nostre scelte di vita. La potenza dei messaggi subliminali è nel fatto che essi, viaggiando al di sotto della consapevolezza, influenzino il nostro comportamento inconsapevolmente. Sono occultati ovunque: in cartoni animati, pubblicità, brani musicali rock, videogiochi e nella maggior parte dei casi riguardano il sesso, la droga, Satana o il suicidio. Possono anche essere usati a scopo terapeutico, per combattere la timidezza, migliorare l'autostima, il rendimento scolastico o le prestazioni sessuali oppure, in altri contesti, per ridurre la criminalità o gli incidenti stradali o per incrementare le vendite di un determinato prodotto. La tecnica, sviluppata nel dopoguerra negli Stati Uniti, si basa sull'ipotesi che il cervello umano veda e senta più di quanto non rie
chinellato

IS MEDIA LITERACY STILL ONE OF THE PRIORITIES FOR POLICY MAKERS? - 5 views

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    L'intervista di Norbert Vrabec, professore dell'Università di Ss. Cirillo e Metodio di Trnav in Slovacchia, ai colleghi David Buckingham, insigne pubblicista, esperto di Media Education e Prof. emerito dell'Università di Loughborough del Regno Unito, ed a Alexander Fedorov, scienziato russo, specializzato in educazione ai media, critico cinematografico, insegnante presso l'istituto statale di Pedagogia di Taganrog della Federazione Russa, offre due punti di vista importanti rispetto al ruolo che la Media Literacy ha per il mondo politico dei rispettivi paesi di appartenenza. L'intervista è stata prodotta in occasione della conferenza internazionale sulle tendenze e sui media tenutasi il 19-20 Aprile 2016 nel Castello di Smolenice in Slovacchia. Nell'intervista emerge una sostanziale convergenza rispetto al ruolo della Media Education e sulla posizione dei politici che non spingono per lo sviluppo della educazione ai media e del pensiero critico, ma piuttosto per la competenza digitale e tecnologica. Questo conviene probabilmente ai politici perché preferiscono confrontarsi con cittadini facilmente influenzabili. Mancano così sia politiche adeguate a formare i docenti che programmi di insegnamento appropriati a fronteggiare la sfida. Questa mancanza di progettualità e qualità si avverte anche da parte dei produttori di media, compresi quelli a capitale pubblico, che spesso realizzano prodotti di scarsa qualità. La via verso l'educazione ai media, e quindi ad una cittadinanza più consapevole e competente, risulta perciò in salita e non priva di avversità.
serenadelia

Li chiamavano schiavi della doppia spunta blu - 6 views

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    In questo articolo il sociologo Bauman sottolinea come oggi si siano modificati i significati di "identità" e "comunità", di "pubblico" e di "privato". I social media rappresentano una trappola dal momento in cui ci spingono a circoscrivere le nostre conoscenze ed a distruggere con un "click" le nostre relazioni. I brevi status virtuali permettono di nasconderci e di tenerci lontani da scomode polemiche e da confronti diretti. Non vi sono più dibattiti costruttivi e la comunicazione orale si è convertita ad uno spasmodico utilizzo di convenzioni ed abbreviazioni. Bauman, attraverso una definizione attenta di cosa siano i social media, pone la figura dell'individuo fruitore ("individuo online") come capace di costruirsi un mondo su misura, di cui è protagonista, e di percepirsi sia come vittima, sia come carnefice sociale.
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