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dolcipatrizia

Esperienze di Media Education - video - 2 views

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    In collaborazione con il dipartimento di Psicologia della Facoltà di Scienza della formazione di Firenze, il Comune ha patrocinato e divulgato esperienze di Media Education nella scuola dell'infanzia. Le attività proposte, che sono elencate come tags, costituiscono un percorso completo nella programmazione scolastica, del quale colpiscono l'originalità e la valenza educativa. E' un ottimo esempio di come coniugare le attività manuali e intellettive tradizionali con materiali nuovi, mezzi tecnologici semplici e accattivanti. Al centro c'è il bambino, soprattutto nell'attività "Uno scatto all'emozione", che si presenta nella sua naturalezza, pronto a vivere un desiderio di meraviglia e conoscenza.
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VIDEOGIOCHI IN BIBLIOTECA - 2 views

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    Al di là di un'operazione di marketing delle biblioteche alla ricerca di nuovi utenti affiliati, l'articolo presenta uno scenario di media education nella comunità dei cittadini che hanno la possibilità di venire a conoscenza di vari tipi di videogiochi e di giocare in pratica con hardware adatti. I videogiochi precedono e inglobano la cultura, insegnano a sviluppare capacità sensoriali, coordinamento occhio - mano, contengono la sintesi dei linguaggi mediatici conosciuti, permettono di capire il punto di vista dell'altro e di assumere ruoli diversi. Hanno influenza sul cinema e sulla narrativa fantasy, che i ragazzi prediligono. I protocolli PEGI assicurano la protezione dai rischi dei minori e lo spazio di azione dedicato permettono una fruizione ottimale. Siccome non si può vigilare su chi gioca se non si conosce il gioco, in molte biblioteche italiane è nata la figura del volontario digitale, che di giochi se ne intende e sa gestire le giornate dedicate.
formisano

Prevenzione del cyberbullismo: presentazione di un progetto - 5 views

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    Il progetto di prevenzione del cyberbullismo nasce con l'intento di informare i giovani circa il fenomeno ed educare ad un uso consapevole della tecnologia digitale. Diventa necessario promuovere l'educazione ai media, con riferimento alla comprensione critica dei mezzi di comunicazione, e promuovere progetti di prevenzione del cyberbullismo. L'articolo definisce "cyberbullismo", le fasce d'età che vengono colpite, le caratteristiche specifiche, le conseguenze psicologiche delle vittime e affronta il progetto di prevenzione nella scuola secondaria di primo grado A.Frank di Meda.
camillasbrocca

I nuovi media e il rischio del cyberbullismo: quali segnali? - 2 views

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    La diffusione delle tecnologie e di Internet stanno modificando la nostra vita, ad esempio computer e telefono hanno trasformato le nostre abitudini quotidiane, come il modo di comunicare e di lavorare. Nonostante i nuovi media offrano nuove possibilità per tutti noi, l'altra faccia della medaglia è rappresentata da diversi rischi, legati all'utilizzo improprio di questi strumenti. Il rischio principale è il cyberbullismo, ovvero l'uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare o mettere in imbarazzo le altre persone, attraverso diverse modalità, come telefonate, messaggi e social network. Questo pericoloso fenomeno riguarda soprattutto i giovani, perché, attraverso i social network, possono nascondere la loro identità dietro lo schermo di un pc. Oggi, per i ragazzi, la distinzione tra vita virtuale e vita reale è davvero minima, infatti le attività che svolgono online hanno conseguenze anche nella loro vita. Il cyberbullismo è caratterizzato, ad esempio, da pettegolezzi, immagini o video imbarazzanti, costruzione di falsi profili e minacce. Queste aggressioni possono rimanere comportamenti solo online o possono far seguito a veri e propri episodi di bullismo. Sono tante le notizie che ascoltiamo al telegiornale o che leggiamo sui quotidiani, che riguardano atti di violenza tra ragazzi nelle scuole o nei loro luoghi di ritrovo o, addirittura, che riguardano il suicidio, come estrema conseguenza delle continue minacce virtuali da parte dei coetanei. Spesso i veri deboli sono proprio gli aggressori, vittime della propria ignoranza e dell'incapacità di farsi valere in altri modi, a causa di famiglie assenti, che non li educano ad un adeguato approccio a internet. La spiacevole diffusione del cyberbullismo ha indotto diversi autori a studiare questo fenomeno, ad esempio Smith e i suoi collaboratori proposero una definizione di cyberbullismo in relazione diretta con il bullismo.
saradeluca

#40 years of educationl technology: Social media - 5 views

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    Quarant'anni fa la tecnologia utilizzata in ambito scolastico, era controllata dagli insegnanti ed orientata all'insegnamento piuttosto che all'apprendimento. Con l'avvento del nuovo millennio, la diffusione del Web ha capovolto il paradigma perchè grazie alla diffusione dei Social Media, gli studenti hanno iniziato ad apprendere attraverso la creazione, la condivisione e l'editing di contenuti online. Pertanto i contenuti vengono creati insieme agli studenti, prima, durante e dopo, come diretta conseguenza della lezione facendo leva sulla dimensione sociale, oltre che personale, dell'apprendimento.
saradeluca

Emoji, Texting and Social Media: How Do They Impact Language? - 0 views

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    L'articolo, scritto da Dan Turello (Ph.D in Romance Languages & Literatures presso la Harvard University) riporta la trascrizione dell'interssante conversazione riguardo l'impatto dell'uso degli Emoji nelle comunicazioni che avvengono sui social media, avvenuta fra alcune figure chiave che ruotano nel panorama della Library of Congress di Washington, quali ad esempio un egittologo esperto di geroglifici e di scrittura cuneiforme, un'esperta in Social Media ed un professore di Tecnologia e Social Media presso l'universita' di Southampton. Emergera' come gli Emoji siano una forma di evoluzione del linguaggio (e non involuzione) per aiutare a dare alla comunicazione scritta ulteriori significati, in termini di sfumature emozionali, che altrimenti sfuggirebbero. L'articolo esplora come le varie forme di innovazione, partendo da Gutenberg e passando dal codice Morse, siano state recepite dalla cultura ed assimilate nella nostra quotidianita'.
saradeluca

The Need for Media Education in Democratic Education - 1 views

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    Nonostante i media siano stati utilizzati per organizzare importanti rivolte popolari, es. i movimenti della Primavera Araba, e nonostante la scuola pubblica americana si sia data l'obiettivo di fornire gli strumenti e le competenze per aiutare i futuri cittadini a giocare un ruolo sempre piu' attivo all'interno del loro paese, il concetto di un Internet libero e democratico resta un ideale. Di fatto anche i nativi digitali non capiscono i media con cui interagiscono ne' cosa rappresentino quei media. Nonostante la capillare diffusione di banda larga, le persone che nel mondo accedono alla rete non sembrano riflettere il livello di expertise o di capacita' critica richiesto. Questo documento spiega quindi quanto sia fondamentale che la scuola investa nella Media Education.
paribeni

Social Withdraw e Hikikomori: in cosa consiste, definizione e ipotesi d'intervento - 5 views

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    Articolo pubblicato dal giornale delle scienze psicologiche State of Mind il 26 Aprile 2017, che parla di un fenomeno riscontrato negli adolescenti. Con il termine Social withdrawal si intende una condizione sociale caratterizzata prevalentemente da sentimenti di solitudine, isolamento, ritiro dalla società e dalle relazioni interpersonali. Il termine hikikomori è stato formulato dallo psichiatra Saito Tamaki, direttore del dipartimento psichiatrico dell'Ospedale Sofukai Sasaki di Chiba, per riferirsi al fenomeno di persone che hanno scelto una condizione di autoreclusione permanente al fine di ritirarsi dalla vita sociale. La dimensione del gruppo sulla piattaforma virtuale crea un senso di appartenenza e di accettazione immediata che non sembra essere caratterizzato dai tempi e dalle regole più severe a cui sottostanno i gruppi nella realtà quotidiana ( Lavenia 2012). La cura terapeutica per questo fenomeno criticamente diffuso non consiste nel portare il giovane dallo psicologo ma portare lo psicologo dal giovane, nella sua stanza, nel suo mondo con l'obbiettivo di avere da lui il permesso di stare lì. Uscire e tornare al mondo reale avverrà successivamente e gradualmente. Non bisogna portare fuori il ragazzo bruscamente perché in questo modo non si ottiene niente, c'è bisogno di calma e tempo per riportarlo in una condizione di sicurezza e tranquillità nei confronti del resto del mondo dal quale si è isolato per paura di essere inadeguato.
sounddj210392

Nuove Dipendenze Comportamentali: la Cyberdipendenza - Psicologia - 3 views

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    In questo articolo,a cura della redazione di State of Mind,viene presentato ai lettori il problema della cyberdipendenza,ovvero : la dipendenza fisica da internet e dai suoi derivati.L'Internet Addiction Disorder (AID) è un disturbo classificato come vera e propria dipendenza al pari delle dipendenze da sostanze stupefacenti e dall'alcool. Le vittime di questa patologia,ancora sconosciuta a molti,miete sempre più vittime fra gli adolescenti : è stato calcolato che,su un campione di 1523 bambini il 68% c.a ne è risultato dipendente (età compresa fra i 12 e i 18 anni). Dobbiamo la scoperta di questo fenomeno,agli studi compiuti da Ivan Goldberg il quale : nel 1995,propose di inserire l'AID fra le dipendenze cliniche del DSM-IV. Durante gli studi,compiuti su soggetti affetti da AID, sono stati riscontrate 3 sintomatologie ricorrenti che preannunciano l'insorgenza della patologia : La Tolleranza ( il bisogno,sempre maggiore,di rimanere connessi ), l'Astinenza ( ansia,agitazione,pensieri ossessivi e movimenti involontari simili alla"digitazione"della tastiera ) e Menomazione Sociale ( l'abuso di internet provoca l'annullamento della vita sociale reale e la nascita di una vita sociale virtuale ). Fra le diverse dipendenze da internet troviamo : l'Information-Overload ( la dipendenza dalla ricerca spasmodica di informazioni su internet ), la Cybersexual-Addiction (la dipendenza dal materiale pornografico) e la Computer-Addiction ( la dipendenza dai videogame onlline). Nella vita quotidiana,internet è sempre più presente : e-mail,socialnetwork,videogame etc. Le domande che dovremmo porci sono le seguenti : << Quanto l'uso di internet ci influenza la vita di tutti i giorni? Internet è diventato parte integrante della nostra vita o si è sostituita a quest'ultima? >>.
amynapoleoni

Come la tecnologia ci ha cambiato la vita! - 6 views

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    L'articolo sopraindicato, riporta un'intervista a un famoso psicologo e psicoterapeuta, al quale vengono poste delle domande interessanti riguardo la tecnologia e come questa possa aver cambiato e cambierà ancora la percezione del mondo circostante. Il futuro riserverà tante innovazioni, proprio perché le tecnologie sono in continua evoluzione e per questo, non si sa a cosa porteranno e a quale stadio di evoluzione gli uomini si troveranno anche solo fra 50 anni, o forse meno, data la rapida mutazione avvenuta a livello sociale, economico, politico, personale, in tutti gli ambiti, avvenuta appunto da 50 anni a questa parte. Un segmento però di questa evoluzione ha portato, purtroppo, a fare un passo indietro nell'essere civile, con nemmeno troppa immaginazione. Alcuni fatti di cronaca dei quali tratta anche il Prof. Cantelmi, suscitano le medesime sensazioni che si provavano leggendo dai libri di Storia, le pratiche utilizzate nelle torture medievali. Forse i videogames violenti, hanno mutato in qualche modo anche la percezione della morte, facendo credere nella possibilità di vivere due o più volte, nella stessa epoca. Forse i giochi che si conoscevano non molto tempo fa, inducevano in comportamenti meno violenti, ma forse erano meno violenti i tempi, o forse le persone non ne erano a conoscenza del tutto, come avviene oggi grazie o a causa dei social network. Le Psicotecnologie, considerate estensioni della mente e dei processi cognitivi, sembrano aver penetrato qualsiasi attività quotidiana, anche la più intima. Il web ha prodotto un cambiamento "colossale", per usare un termine del Prof. e ha portato da una parte a preoccuparsi di quella che è definita web reputation, dall'altra a non pensare proprio al mantenimento di una reputazione quanto meno accettabile. Si fa riferimento alla "tecnofobia", ed effettivamente leggendo almeno la prima parte dell'articolo sarebbe facile svilupparla, comprendendo le sole prime tre righe. Ma non si puÃ
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    PARTE MANCANTE Ma non si può screditare completamente qualsiasi innovazione, sarebbe distruttivo. I ragazzi non possono essere considerati tutti plagiati dai new-media, e questi ultimi non posso essere considerati solo portatori di effetti negativi, sposando automaticamente la linea protezionista vigente negli anni Sessanta-Settanta. Bisogna considerare quanto di buono si è fatto e si può fare con i Social Network, con le community online e con tutte le potenzialità appartenenti a quelle che sono definite Culture Partecipative, basti pensare a quella che è stata definita "La Primavera Araba". Il Prof. Cantelmi cita l'attuale Papa, Papa Francesco, Egli stesso utente attivo su uno dei Social Network più usati al mondo ossia Facebook. E quando anche un'Eminenza del genere, capisce le potenzialità del XXI secolo, appare assolutamente riduttivo e fuorviante trattare di culture digitali esclusivamente in senso negativo. Tuttavia, nessun monitor, con una mela morsicata su di una parte, potrà sostituire l'odore della carta, dei libri, dei manoscritti, dei romanzi e delle encicliche. Forse fra 50 anni, si proverà nostalgia, per le vecchie stanze dei nonni, in cui si poteva trovare, in un angolo, un quaderno Pigna ingiallito e sfogliandolo veloce si poteva avere la sensazione di trovarsi in una vecchia biblioteca del Vaticano. O forse no, perché qualsiasi "luminare" della tecnologia e di quella che è definita Media Education ossia Educazione ai media, raccomanda di non mettere da parte le tradizionali forme di scrittura, ma di integrarle con le nuove. Non che si debba scrivere con la piuma, ma che si abbia sempre la possibilità di avere una calligrafia personale, che non sia Times New Roman per tutti.
mbasile1

Interazioni online, relazioni sociali e rischio phubbing - 11 views

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    Le interazioni online e le interazioni tra uomo e tecnologia possono avere differenti dimensioni e finalità, osservabili da diverse prospettive; utilizzando un punto di vista psico-sociale formuleremo alcune considerazioni relative all'effetto delle nuove tecnologie sulle relazioni sociali. Il termine "phubbing" descrive il fenomeno per cui durante l'interazione con altre persone si finisce per assumere un atteggiamento poco consono dovuto ad un controllo compulsivo dello smartphone. Tutto questo sta causano dei mutamenti nelle relazioni con gli altri. Le nuove tecnologie e l'avvento di Internet e social stanno prendendo il sopravvento sulla realtà e ne siamo vittime un po' tutti. E' interessante notare che c'è anche un lato positivo nell'uso delle nuove tecnologie perché facilita la comunicazione, annullando le distanze reali e rende produttive anche le nostre attività quotidiane.
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    Quante volte è capitato ad ognuno di noi di trovarci a cena o in un locale e avere di fronte a noi un amico o un conoscente che, mentre parliamo, non ci presta attenzione ma continua nelle sue attività social sul cellulare? Questo modo di fare si è trasformato in un fenomeno di massa, per il quale è stato inventato un nuovo vocabolo: phubbing. Il termine phubbing è la combinazione di "phone" e "snubbing", ossia il nome telefono e il verbo snobbare, riferito a coloro che, durante comuni conversazioni, continuano a controllare e aggiornare le proprie attività sui social networks. Il bisogno di essere aggiornati e di far sapere al mondo quello che ci accade rischia di rovinare la comunicazione verbale, che è alla base delle interazioni sociali. Infatti, purtroppo, il phubbing è più diffuso di quanto si pensi e a ognuno di noi è capitato di porre il telefono di fronte al nostro interlocutore, oppure di tirarlo fuori quando la conversazione perde intensità. Oltre a rappresentare un carattere maleducato e mancanza di rispetto, questo fenomeno porta anche a generare veri e propri conflitti all'interno delle relazioni. Quante sono al giorno d'oggi le donne che, durante una cena romantica, rimproverano il proprio partner, perso a cercare le ultime novità del calcio mercato? La gravità del phubbing ha attirato l'attenzione di molti studiosi, ad esempio Sherry Turkle, citata nell'articolo, che ha compiuto un ulteriore passo avanti nella descrizione dei cambiamenti prodotti dagli smartphone nelle relazioni tra persone: si è domandata come regolamentare la necessità di utilizzare il proprio smatphone e, allo stesso tempo, non isolarsi dalle persone con cui ci si trova. La Turkle risponde spiegando "La regola del tre", ovvero, quando si è in compagnia, ci si può distrarre con il proprio cellulare solo se almeno tre delle persone presenti sono impegnate in una conversazione.
agiugovaz

L'intelligenza artificiale aiuta i bimbi a parlare - 2 views

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    Dalla collaborazione tra IBM (International Business Machines Corporation) e l'organizzazione Sesame Workshop (organizzazione non-profit che produce il programma televisivo per bimbi Sesame Street) è nata negli Stati Uniti un'app che aiuta i bambini dai 0 ai 5 anni ad imparare a parlare nel modo corretto. È stato condotto un progetto pilota per l'insegnamento personalizzato coinvolgendo bambini di età prescolare e insegnanti di uno dei distretti scolastici più importanti degli US tramite il quale sono stati raccolti 18mila feedback positivi. I bambini sono stati in grado di imparare termini piuttosto difficili, come «aracnide» o «mimetizzare» (in inglese NdR). L'app è una piattaforma di giochi didattici intelligenti, su cui lavora una comunità multidisciplinare che include sviluppatori, ricercatori, educatori. Questo è solo l'inizio: IBM e Sesame Workhop stanno lavorando per soddisfare al meglio esigenze individuali degli studenti, sfruttando i dati che vengono raccolti dalle sessioni di apprendimento per un crescente adattamento alle conoscenze possedute.
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Ideologia gender e media education - 6 views

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    Sono ormai diversi anni che, la cosiddetta teoria gender, è al centro di accese polemiche nelle quali risultano coinvolte alcune Istituzioni pubbliche, come il Miur e l'Oms, da un lato, ed organizzazioni religiose con la Chiesa cattolica in prima fila, dall'altro. L'unico strumento per riuscire a modificare un costume ed una mentalità discriminanti per genere è la cultura e quindi l'educazione, trasmesse sia in ambito familiare che scolastico Nell'articolo l'autrice pone una domanda: Come mai ci si spreca a spiegare ai genitori/insegnanti che l'ideologia gender non esiste? la stessa risponde alla domanda spiegando il ritardo della scuola italiana nel recepire concetti e metodi della media education internazionale. Se l'approccio alla media education si fosse affermato nella scuola italiana la polemica sull'ideologia gender apparirebbe assurda soprattutto perché gli insegnati sarebbero formati ad educare al superamento di tutti gli stereotipi culturali ed i genitori sarebbero educati ad essere coinvolti in percorsi educativi per insegnare ai bambini e ragazzi un approccio critico verso le notizie/informazioni diffuse. i ragazzi dovrebbero capire, tramite uno sguardo critico, cosa è vero e cosa non lo è, questo guardare dall'esterno, da altra prospettiva consentirà loro di capire se prendere le distanze o no da determinati concetti. L'ideologia gender non esiste.
merypanetta

Perché moltissimi giovani non sanno riconoscere le bufale? - 5 views

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    Gli esperti, che da anni lavorano a strategie per migliorare l'insegnamento scolastico della Storia, intendevano raccogliere dati su come i giovani valutano le informazioni che incontrano su internet. Queste ultime hanno un ruolo sempre più rilevante nel formare i cittadini ma, come spiega Sam Wineberg nel video di presentazione del progetto, non esistevano ancora strumenti di valutazione adeguati a misurare le capacità di analisi degli studenti di fronte di fronte a un contenuto digitale.Per colmare questa mancanza di dati tra gennaio del 2015 e il giugno del 2016 i ricercatori hanno sottoposto gli studenti di scuole medie, superiori e universitari in 12 Stati a 56 diverse prove:
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i touch screen potrebbero condizionare lo sviluppo dei bambini? - 5 views

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    Da una ricerca condotta in Inghilterra è emerso che per ogni ora passata ad usare un ipad (tablet) i bambini perdono in media 16 minuti di sonno utile. Sappiamo bene quanto è importante per lo sviluppo neurale il tempo passato a dormire. Bene, da questa osservazione precedente nasce una controversia in quanto, distinguendo i bambini, dai 12 ai 18 mesi (toddlers), che utilizzano ipad (tablet) da coloro che non ne fanno uso si scorgono importanti differenze. Si è compreso che i toddlers che utilizzano touch screen hanno iniziato prima a camminare è utilizzano in modo più organizzato i mattoncini da costruzione. Le ricerche non trovano ancora un riscontro scientificamente idoneo ma sottolineano che i dispositivi riducono significativamente la durata del sonno ma che potrebbero avere una sorta di beneficio nello sviluppo cognitivo. Resta comunque raccomandato, visto il ristretto campo di studio, l'osservazione di dati raccolti da persone non competenti (genitori) e numerosi fattori non controllabili, si raccomanda di prestare attenzione all'uso dei dispositivi elettronici da parte dei toddlers e di tutelare le ore di sonno. (proprio sul commento conclusivo dell'articolo, si evince la necessità di avere una media education).
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MEDIA EDUCATOR - Nuova professione - 6 views

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    L'articolo parla della figura di Media Educator come una nuova figura che insegna un utilizzo critico dei mass media e delle nuove tecnologie, con competenze ben specifiche che conducano a creare, partendo da questa posizione, altri mezzi di comunicazione. Vengono fornite indicazioni sul percorso di studi da seguire e sui molteplici sbocchi professionali che tale figura può trovare. Mi ha personalmente colpito l'accento che viene posto sulla trasversalità e interculturalità di tali mezzi, che trascendono incomprensioni linguistiche e di altro genere arrivando a poter interagire con soggetti di diversa provenienza, borderline e disabili. Quando mancano codici espressivi e comunicativi l'utilizza di mezzi alternativi e una figura che sappia mediarne l'utilizzo possono divenire una risorsa importante.
lucafulco

Scuola, l'assemblea d'istituto sbarca in Rete e si fa social - 3 views

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    L'articolo promuove l'iniziativa di ScuolaZoo nelle scuole, e in particolare durante le assemblee di istituto. Il contributo di questi ragazzi è stato di gran lunga superiore rispetto ai normali incontri scolastici, in quanto hanno utilizzato i vari social che spopolano tra i giovani. Si parla infatti di generazione Z, e la scuola fatica a stare al passo dei giovani. Ed è per questo motivo che l'iniziativa di ScuolaZoo ha avuto successo in 55 scuole di città e regioni differenti, coinvolgendo più di 35.000 studenti. Hanno trattato temi attuali come il cyberbullismo, mafia, problemi ambientali e personali, sensibilizzando gli studenti alternando momenti di svago e momenti di cultura. Si può quindi parlare di Media Literacy, in quanto si promuove attraverso il gioco, la partecipazione e l'apprendimento collettivo.
valentinatosti

Infanzia,media e generazione touch - 6 views

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    Leggendo quest' articolo ho pensato subito a mia figlia di due anni. Lei così piccola che come vede un cellulare o un i-pad diventa una bambina grande,quasi esperta,che con le sue piccole dita inizia a toccare e a muovere lo schermo arrivando a trovare i video di masha e orso e altre cose che con lei scopri per la prima volta. Non mi piace tutto questo e appena possibile le varie tecnologie digitali presenti dentro casa spariscono dalla sua vista. In realtà pensò che i bimbi così sviluppano alcune parti ma altre no, e si rincoglioniscono difronte a questi video che attirano la loro attenzione. Il problema è che i bambini imitano e apprendono ciò che fanno gli adulti e noi ogni giorno non possiamo fare a meno di queste tecnologie,dei media . Così cambia L infanzia, cambia la società con i nuovi media e le nuove tecnologie, in cui i bambini hanno accesso a ciò che un tempo era a loro negato e diventano produttori e consumatori ,molto autonomi e indipendenti .
fabriziaburgio

Tecnologia a scuola, Ocse: se è troppa, peggiora l'apprendimento - 4 views

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    Il digitale oggi ci permette di comprendere che l'apprendimento è un processo complesso, che consente di sfruttare l'integrazione tra vari linguaggi: non solo la lingua scritta, ma anche l'audio, il video, l'immagine. La tecnologia può produrre risultati eccezionali se applicata adeguatamente nella scuole con funzioni strumentali, ma troppa peggiora l'apprendimento. La scrittura è un'attività assolutamente necessaria a migliorare lo studio dello studente costringendo a elaborare il pensiero per arrivare a ragionamenti logici e strutturati, mentre la sostituzione con la tastiera impedisce questo apprendimento. Dunque un uso sproporzionato della tecnologia può provocare una seria difficoltà di coordinare e strutturare il pensiero che si trasforma in conseguenti problemi nell'acquisizione di conoscenze.
fabriziaburgio

Positive and Negative Influences of the Mass Media upon Education - 6 views

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    L'articolo in questione parla di "potere di influenza dei mass-media" e delle possibili conseguenze che tali mezzi di comunicazione di massa possono creare su un pubblico a volte distratto e inconsapevole. I mass media presentano una forma di socializzazione molto diversa da qualsiasi altra, perché non offrono alcuna possibilità di interazione. Sono un importante strumento educativo per i ragazzi e influiscono in modo più o meno diretto sui processi cognitivi. I media non si possono definire né positivi né negativi, e la loro influenza dipende da diversi aspetti: il tempo di utilizzo, l'uso che ne viene fatto e l'adeguatezza dei contenuti proposti in relazione all'età dei soggetti. Dunque tali mezzi di comunicazione costituiscono una valida risorsa, ed è compito della famiglia e insegnanti capire in quale misura adottarli al fine di produrre effetti positivi sullo sviluppo cognitivo della gioventù.
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