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geraldavitale

Sergio Vastarella, "Perché è importante il digitale a scuola?" - Yo... - 7 views

shared by geraldavitale on 16 Feb 20 - No Cached
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    Sergio Vastarella presenta una concreta testimonianza di come non viene utilizzato nell'educazione le Lim nelle scuole, spesso poco capaci di usarle i docenti, spesso il timore di non essere all'altezza del sapere degli studenti, spesso non è sufficiente il server del polo scolastico. Insomma molto frequente un pannello presente nelle classi inutilizzato. Invece con le lezioni con Classroom sono molto utili per strutturare un metodo di studio all'avanguardia nel 2020, gli insegnanti presentano il programma attraverso la Lim, collegandosi ad una classe solo per gli alunni e gli stessi, visualizzare materiale di studio, immagini e mappe concettuali, utilizzando magari lo smarphon o tablet, confrontarsi con i compagni di classe, preparare elaborati da affrontare poi in classe, così il professore può dare una valutazione di impegno costante e interesse dei ragazzi, volendo senza più affrontare interrogazioni frontali. Si avrebbe un'educazione sul reale utilizzo della tecnologia a disposizione, possibilità eccezionali per aiutarsi nello studio, si utilizzerebbero i sensi visivo e uditivo e molto ancora. La sua osservazione è poi realistica nel dire che una volta le scuole incuriosivano gli studenti per materiali, progetti, ambiente… Ora a parte la Lim trovano classi vecchio stampo, professori che non sfruttano al meglio quanto hanno a disposizione, vecchi schemi che non vogliono cambiare, questo crea diffidenza e disinteresse negli studenti. Vastarella in collaborazione Università cattolica, insieme al Professor Rivoltella determina di valutare il formale ed informale del bambino con la scuola, cioè formale: ciò che trova e vive nella scuola; informale: ciò che trova fuori con genitori super tecnologici, amici con game e varie apparecchi super tecnologici, qui il bambino deve essere allineato per non arrivare in classe senza più nulla di ciò, annoiatissimi, dispersivi in pensieri e atteggiamento. Mentre trovando gli stessi mezzi potrebbero dare davvero mol
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    Sergio Vastarella è un insegnante di scuola primaria , ricercatore e docente nel Laboratorio delle Tecnologie dell'Istruzione all'Università Cattolica.Questo video tratta l'importanza dell'introduzione delle tecnologie digitali a scuola, al fine di instaurare una didattica innovativa e divertente, vicina agli interessi digitali dei ragazzi. Si distingue una educazione formale attuata a scuola da una educazione informale relativa alle relazioni e attività extrascolastiche. Esiste una frattura tra le 2 realtà e la scuola è rimasta indietro rispetto alla realtà digitale che i discenti vivono a casa.Le poche Lim presenti a scuola molto spesso non vengono usate dagli insegnanti, poco competenti in campo informatico. La Lim è uno schermo tattile di un computer che modifica oggetti digitali, permette di navigare in Internet, vedere video su Youtube,condividere sapere con i ragazzi. La scuola italiana è ancora poco attrezzata, poco competente nella tecnologia digitale.
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    Mio Comento.
sdigiacomo1981

Informatica a scuola: disciplina a sé stante o integrata? Situazione in Itali... - 1 views

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    L'articolo, pubblicato su "Orizzonte Scuola.it", propone una panoramica sul tema delle politiche educative in materia di competenze digitali, soffermandosi sulle differenze in ambito EU; c'è una distinzione tra i paesi che guardano all'insegnamento dell'informatica come materia a sé stante da inserire nei curricula, sia nella scuola primaria che secondaria con alcune eccezioni che la prevedono a partire dalla secondaria. E i paesi che inseriscono quest'insegnamento nell'ambito di curricula già esistenti, approccio integrato; tra questi c'è l'Italia, la Spagna, la Francia e altri. Dal 2020 si è avviato un processo di riforme dell'insegnamento in ottica digitale, che al momento sono ancora in fase di implementazione in 17 paesi. Le riforme prevedono diversi campi di studio specifici, e ogni paese sta inserendo aspetti diversi della materia, con competenze diverse, che vanno dall'IT(tecnologia dell'informazione) alla sicurezza online; ma anche digital art e coding. Questo processo di trasformazione è accompagnato da una costante formazione del corpo insegnanti. La situazione degli altri 11 paesi è in fase di sviluppo, tra questi l'Italia, che a partire dall'anno 2022/23 ha inserito il coding e la didattica digitale. Il mio personale commento è che per arrivare ad un insegnamento della media education, almeno in Italia, la strada è ancora lunga; e soprattutto non è chiaro l'ostacolo che impedisce quest'insegnamento, che ormai è diventato fondamentale, vista la massiccia presenza di media nelle nostre vite.
gcastelletti

Nuove tecnologie e pensiero computazionale fra passato e presente: un'esperienza didatt... - 5 views

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    Il manifesto europeo delle competenze digitali del 2014, prendendo atto dell'entrata in quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale, sostiene in modo determinante la necessità di acquisizione di competenze digitali. In riferimento infatti, in "Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo" (2012), è possibile evincere che il compito principale della scuola "non sarà quello di inseguire lo sviluppo delle tecnologie ma quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri". Tale premessa anticipa la descrizione, delineata nel seguente articolo, di un'esperienza didattica realizzata nell'a. s. 2016/2017 in continuità fra studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Obiettivo dell'esperienza la sperimentazione di un approccio al pensiero computazionale (che a quanto risulta dai progetti proposti dal Ministero o da Centri specializzati è correlato all'introduzione nella scuola dell'uso del computer), mediante l'uso di piccoli robot programmabili attraverso un linguaggio di programmazione intuitivo e visuale o metodi "unplugged". L'importanza dello studio risiede nel fatto che la scuola nel suo complesso, a tutt'oggi, appare resistente alle innovazioni, mentre in commercio sono già disponibili kit robotici educativi che consentono ai bambini di esplorare concetti di programmazione in modo tangibile, a partire dall'età di tre anni. L'esperienza inoltre si avvalora di vari meriti tra cui l'emersione di potenzialità di alcuni studenti che nelle attività proposte hanno trovato effettive opportunità di successo e un'offerta di formazione di qualità, in un clima coinvolgente e collaborativo per i docenti.
emiliogiannoni

lim | Orizzonte Scuola - 3 views

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    Mia figlia "fa" le elementari! Non in qualità di alunna (purtroppo per i miei anni) ma come insegnante di fresca nomina. Lo scorso anno mi ha raccontato di aver trovato la LIM operativa solo in 2 delle 7 scuole dove ha effettuato supplenze. Il discorso mi è tornato in mente oggi tra i mille dibattiti sulla buona scuola e il bel testo di Buckingham sulla media education. Ho fatto così approfondimenti sull'argomento LIM trovando sia articoli sullo scetticismo da parte di docenti "vecchi", sia critiche su quella che per alcuni è "l'illusione digitale" della scuola italiana (scarsi gli investimenti per le risorse e insegnanti allo stremo) sia articoli entusiastici a favore della LIM stessa sia studi sul rischio salute in caso di cattivo setting dell'aula ecc. Tra i vari articoli, anche vari di chi male interpreta la ME confondendo l'insegnamento dei media con l'insegnamento con i media, ho preferito un articolo abbastanza "tecnico" di una primaria societàindipendente di informazione e divulgazione di contenuti scolastici quale è Orizzonte Scuola, che spiega attraverso brevi video il perché e il come dell'utilizzo della LIM..
rafpace

Media Education tra Infanzia e Primaria - 5 views

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    L'articolo espone le motivazioni per cui la Media Education non debba essere rivolta solo agli studenti più grandi, bensì anche agli alunni che frequentano la Scuola dell'Infanzia e i primi anni della Scuola Primaria. Ciò perchè se ci rivolgessimo solo agli studenti più grandi saremmo costretti a recuperare tutta una serie di concetti, i quali sono alla base delle competenze indispensabili per la formazione di saperi più articolati che consentano di padroneggiare il web. "Si espone l'idea che questi concetti possano essere forniti anche ai bambini più piccoli a condizione che siano opportunamente dosati". Dunque l'articolo indica che sarebbe necessario attivare percorsi educativi per i più piccoli, per cui è necessario che gli insegnanti si facciano carico di questo compito modificando il modo di gestire l'apprendimento e l'educazione in classe.
CARMELA BELLAVIA

Social network e nuovi media, fra rischi e potenzialità - 4 views

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    3 marzo 2014 - Scienza e tecnologia "I bambini vengono educati da quello che gli adulti sono, non da ciò che dicono" (Carl Jung) Il Centro Infanzia Adolescenza Famiglie "Edda Fagni" (CIAF) del Comune di Livorno ha posto al centro della sua mission il lavoro con le famiglie, le scuole, i bambini e i ragazzi, guardando a una prevenzione primaria delle varie, possibili forme di disagio relazionale, con particolare attenzione ai "climi" delle classi. Nel corso dell'attuale anno scolastico, in collaborazione con Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Toscana - Sezione di Livorno e con il Progetto Trool (Tutti i Ragazzi Ora On Line) della Regione Toscana/Istituto degli Innocenti, per la scuola primaria è stato attivato il Progetto "Sicuri in rete" in cui nei laboratori per genitori/figli attraverso attività creative si offre l'opportunità di condividere esperienze concrete di gestione consapevole di ciò che si incontra in rete, mettendo in evidenza il valore dei contenuti e dei buoni comportamenti da promuovere nella rete stessa. Per la scuola secondaria di secondo grado è stato attivato il progetto "Uso consapevole del web e delle nuove tecnologie" rivolto ai ragazzi e agli adulti coinvolti nella loro tutela (genitori ed insegnanti) per promuove una "navigazione" responsabile e consapevole attraverso incontri-laboratorio sull'uso dei social network, sulla privacy e sul diritto d'autore. La metodologia del progetto prevede interventi della pedagogista del CIAF, degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sezione di Livorno e dei media educatori del Progetto TROOL. I contenuti affrontati durante il progetto sono: Le comunità e i gruppi di ragazzi si trasformano con la mediazione di internet: pregi e difetti L'accesso alla rete (da computer e da smartphone) e il suo utilizzo consapevole i vantaggi e le insidie della rete per i preadolescenti fornire informazioni per la prevenzione di forme di cybe
teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
fabriziaburgio

Tecnologia a scuola, Ocse: se è troppa, peggiora l'apprendimento - 4 views

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    Il digitale oggi ci permette di comprendere che l'apprendimento è un processo complesso, che consente di sfruttare l'integrazione tra vari linguaggi: non solo la lingua scritta, ma anche l'audio, il video, l'immagine. La tecnologia può produrre risultati eccezionali se applicata adeguatamente nella scuole con funzioni strumentali, ma troppa peggiora l'apprendimento. La scrittura è un'attività assolutamente necessaria a migliorare lo studio dello studente costringendo a elaborare il pensiero per arrivare a ragionamenti logici e strutturati, mentre la sostituzione con la tastiera impedisce questo apprendimento. Dunque un uso sproporzionato della tecnologia può provocare una seria difficoltà di coordinare e strutturare il pensiero che si trasforma in conseguenti problemi nell'acquisizione di conoscenze.
nazagiu

DIVARIO GENERALE E DAD - 6 views

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    L'emergenza sanitaria ha costretto la scuola ad utilizzare la didattica a distanza, che ha subito evidenziato il problema del divario digitale. Questo termine comprende non solo coloro che sono svantaggiati economicamente e che hanno quindi più probabilità di non poter accedere ad Internet, ma anche tutti coloro che non hanno le competenze necessarie ad utilizzare le piattaforme digitali in modo adeguato. Per garantire un'uguaglianza in questo ambito sarà quindi necessario implementare gli insegnamenti riguardanti i media digitali, concentrandosi non solo sugli aspetti tecnici ma anche sulla costruzione di nuove conoscenze attraverso le tecnologie.
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    Questo articolo mi ha molto colpito e interessata, in quanto, quest'anno posso vantare di un'esperienza come insegnante alla scuola Primaria. A Marzo 2021 il Presedente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha predisposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado in zona rossa, ho vissuto in prima persona la Dad. Da ragazza di 23 anni, cresciuta insieme alla tecnologia, ho osservato tutto ciò che accadeva attorno me e ne sono rimasta scioccata. La cosa più impressionante è stata che a Marzo 2021 le criticità erano le stesse presenti a Marzo 2020. Struttura scolastica e famiglie non attrezzate opportunamente, senza PC/tablet (o di vecchia data), senza connessioni efficaci e, la cosa più grave a parer mio, senza interesse a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Possibile che nell'anno 2021 esiste ancora questo divario digitale? Possibile che le persone non capiscono quanto la tecnologia può semplificare azioni della vita quotidiana? Questo un mio parere, ovviamente molti sono contrari a tutto ciò, ma ne vale la pena fermarsi e riflettere.
silvaiotti

Diritti e responsabilità verso una cittadinanza digitale - 6 views

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    L'articolo offre una panoramica globale dei diritti degli utilizzatori dei nuovi media nell'educazione scolastica, per rendere il più possibile autonomi, coscienti e responsabili gli alunni anche nelle scuole primarie, dove sempre più si sta inserendo l'educazione mediale. L'obiettivo è anche quello di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, inparticolare Internet e cellulari, nello spirito dellaConvenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989). L'intervento è pensato per gli alunni della scuola primaria (8-10 anni) esecondaria di primo (11-13 anni) e secondo grado ( biennio 14-15 anni). Il manuale, diffuso da Mondadori, è finalizzato a promuovere un uso consapevole dei nuovi media fra i giovani sperimentando forme concrete di partecipazione ( temi affrontati: sicurezza, diritti e strumenti utilizzati, schede di attività da portare avanti con la classe).
lcaponetti

LA RADIO ALLA SCUOLA PRIMARIA PER UN CURRICOLO MEDIA EDUCATIVO - 2 views

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    Interessante progetto condotto con gli alunni di terza elementare che sono stati impegnati in un'attività di analisi della produzione radiofonica, attraverso la redazione di 4 radiogiornali. Questo progetto ha contribuito ad una conoscenza più approfondita della radio, considerato un media più tradizionale rispetto ai media digitali, e del linguaggio radiofonico in particolare riferito al radiogiornale; sono state sviluppate anche altre conoscenze cognitive quali, analisi del linguaggio radiofonico, ricerca ed informazione sugli argomenti trattati che sono stati valorizzati da una metodologia basa sull'apprendimento collaborativo. Infatti è proprio attraverso l'apprendimento collaborativo che avviene il consolidamento della conoscenza del media dal punto di vista cognitivo. Durante la fase di audioregistrazione delle notizie prodotte, la concentrazione degli alunni era ai massimi livelli, riscontrata anche dai feedback delle docenti. Entrambi gli attori coinvolti docenti e alunni hanno espresso una valutazione positiva del progetto. Pertanto questo studio ha contribuito ad una conoscenza più approfondita del media, sia da un punto di vista teorico e pratico e al consolidamento delle conoscenze su più aree cognitive.
ornelladelcore

Action Video Games Make Dyslexic Children Read Better - ScienceDirect - 2 views

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    La dislessia, la discalculia, la disortografia sono disabilità dell'apprendimento che influenzano la capacità di processo scritto e talvolta anche parlato. Colpisce circa il 10% dei bambini, indipendentemente dalla loro intelligenza. Una delle principali sfide è essere in grado di identificare la dislessia nei bambini in età prescolare. È quindi cruciale ottenere presto diagnosticare e aiutare i bambini colpiti il prima possibile. In generale, la dislessia viene diagnosticata utilizzando difficoltà di lettura come primo indicatore; quindi, non prima del secondo o addirittura terzo anno della scuola primaria, a seconda della lingua. Invece, essere in grado di identificare e trattare questo problema anche negli anni prescolari garantirebbe una migliore possibilità di limitare il suo impatto e aiutare la capacità di lettura futura del bambino. Simone Gori, Sandro Franceschini, Milena Ruffino, Maria Enrica Sali,Massimo Molteni, Andrea Facoetti sono solo alcuni dei ricercatori di diverse università impegnati in questo e per questo scopo hanno sviluppato una serie di giochi seri . I giochi sono stati creati con un approccio multipiattaforma in modo da generare, in un unico sforzo, versioni di giochi per piattaforme mobili e il Web. Inoltre sono stati progettati per essere adeguatamente stimolante e divertente per i loro utenti target, oltre che efficace.I giochi sono progettati così come per allenare l'attenzione spaziale visiva, il suono vocale rapido identificazione e discriminazione, nonché visual-to-speechsound (cross-modal) mapping, mentre i bambini fanno terapia si divertono giocando. In questo contesto, i giochi hanno il vantaggio di mantenere alto motivazione e attenzione nei bambini, riducendo così il tasso di abbandono. La scuola potrebbe vedere nel futuro bimbi impegnati con videogame specifici e terapeutici.
lfracassi

Didattica e dislessia: un uso vicariante dei nuovi media per favorire la lettura - 2 views

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    Si tratta di un articolo che riporta dati di studio sull'uso dei nuovi media a favore della lettura in soggetti che soffrono del disturbo specifico dell'apprendimento. Lo studio parte definendo cosa significhi la "competenza di lettura" e come vi si giunga a partire da una lettura strumentale o decifrativa. Vengono quindi esaminate le difficoltà che un dislessico si trova ad incontrare secondo quanto stabilito nei documenti ufficiali (DSM-V, legge 170), e le teorie dei filoni eziologici a cui si fa riferimento per comprenderne le cause. Si sostiene quindi come, attività del tipo Video Games possano aiutare a sviluppare l'attenzione visuospaziale, che è una delle cause che possono costituire motivo di lettura non fluida e scorretta. Il gioco proposto è Letter Ninja, un gioco in 2D. Lo studio è svolto su 6 soggetti, presentato sul'articolo con dati specifici ed una analisi dettagliata. In conclusione si è stabilito che un miglioramento nelle performances di lettura è presente a seguito del training e i dati parlano di un miglioramento più significativo in soggetti più giovani (scuola primaria) rispetto a quelli più vecchi (scuola secondaria). Gli autori considerano quindi il videogames action come strumento didattico efficace, ma purtroppo poco presente nelle aule scolastiche.
vevy92

La Media Education come priorità dell' Animatore Digitale - 2 views

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    In questo articolo viene trattato il ruolo importante che l'animatore digitale (educatore) riveste nelle istituzioni scolastiche. Tale figura sta ricevendo una formazione da parte del ministero al fine di incrementare le sue competenze tecniche e per renderla una figura di riferimento all'interno del sistema scolastico sia per la formazione che per l'innovazione. Il ministero prevede tre linee di intervento: formazione interna, creazione di soluzioni innovative e coinvolgimento della comunità scolastica( genitori, imprese, associazioni culturali etc). A tal proposito la scuola viene considerata uno spazio aperto al confronto con tutti gli altri attori esterni, coinvolti nel processo educativo. La formazione degli animatori digitali all'utilizzo dei vari softward, indirizzati all'innovazione didattica, ha permesso agli studenti di trarne beneficio. Inoltre altro aspetto importante sono state le creazioni di nuovi spazi di apprendimento ad esempio aule aumentate dalle tecnologie ed infine l'introduzione di metodologie didattiche innovative come il "pensiero computazionale". Tuttavia all'interno di questo quadro è necessario ridefinire le priorità mettendo al centro l'educazione ai media ovvero la "media education" poiché nessuno di noi fino ad ora è stato mai educato all'uso consapevole e ragionato dei nuovi strumenti di comunicazione. Occorre invece, sin dalla scuola primaria, educare le nuove generazioni ad un uso sensato e accorto degli strumenti che quotidianamente adoperano (smartphone, tablet, etc.).L' animatore digitale a tal proposito dovrà sviluppare un pensiero critico negli studenti ed una maggiore consapevolezza degli strumenti a loro disposizione. Dal mio punto di vista questo articolo rispecchia molto la realtà del momento, nella quale siamo immersi nell 'utilizzo continuo di tecnologie, senza aver avuto un'adeguata formazione precedente al loro utilizzo. Tecnologie che non abbiamo mai usato adeguatamente in modo didattico e che senza aver a
mgraziacimatti

Le nuove tecnologie nella scuola italiana e l'impatto sulla didattica - 5 views

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    Risulta sempre più evidente che la tecnologia abbia anche dei grandi vantaggi nel favorire un buon apprendimento, a patto ovviamente che venga usata nel modo corretto. Grazie allo sviluppo di varie tecnologie e-learning, infatti, l'apprendimento online è ormai diventato una realtà quotidiana. Oltre a offrire un senso di "comodità" alle nostre vite frenetiche, i dispositivi mobili e i tablet hanno anche fornito un modo ideale per sviluppare un tipo di apprendimento più interattivo. Gli studenti ora possono per esempio accedere ai materiali attraverso una vasta gamma di dispositivi, che offrono un maggior livello di flessibilità e un senso di autonomia e controllo: possono non solo scegliere quando e dove studiare, ma anche imparare secondo il loro ritmo. Via via stanno prendendo piede delle app e dei programmi di apprendimento (ad esempio "Kahoot!") che permettono agli studenti di avere accesso diretto ai materiali e alle risorse online da qualsiasi tipo di dispositivo e soprattutto imparare divertendosi: d'altronde, in una società "gamificata" come la nostra, quale miglior modo di apprendere se non giocando?
viola-

TikTok e didattica - 3 views

  • come il social TikTok possa veicolare e promuovere dinamiche educative in contesti formali (scuola) e informali (casa)
  • è stato possibile utilizzare il social in senso educativo-pedagogico, sfruttando le sue logiche interne perseguendo un obiettivo preciso: #impararecontiktok.
  • A partire da un target di riferimento e da diversi argomenti e temi abbiamo sviluppato una serie di idee e progetti che potessero essere impiegati concretamente in aula.
  • ...5 more annotations...
  • lo scopo di questo progetto
  • incentiva studenti, alunni, professori ed educatori a prendere spunto dal lavoro pubblicato al fine di sperimentare, a loro volta, la creazione di contenuti inediti
  • avvicinarsi ad una realtà altra (TikTok) conosciuta molto bene dai più giovani
  • pensare in modo alternativo l’impiego dei social nella didattica.
  • connessione tra persone che hanno modo di condividere contenuti, interessi ed obiettivi.
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    TikTok è un nuovo social network, lanciato nel 2016, molto utilizzato da ragazzi e bambini. L'articolo proposto è stato pubblicato sul sito del Cremit circa 10 mesi fa, riporta l'esperienza pratica di Veronica Baffi e Sara Tacchinardi su come poter unire l'utilizzo di TikTok all'insegnamento scolastico attraverso un progetto di studentesse di scienze della formazione primaria. Interessante è come l'esperienza per arrivare alla progettazione e pubblicazione sulla piattaforma abbia avuto una fase propedeutica di informazione, studio e prove di utilizzo del social network oltre che di studio del target di riferimento e degli argomenti proposti. Questo modo di impegnare i social nella didattica potrebbe essere un nuovo sistema, più accattivante per gli studenti, per proporre conoscenze.
atorsiello

Alla scoperta del contenuto emotivo dei videogiochi: un intervento di media education - 3 views

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    L'articolo è stato scritto da Benedetta Vagnetti e pubblicato dalla stampa dell'Università di Firenze. Presenta un progetto, svolto presso la scuola primaria di Perugia, che si pone due obiettivi principali: comprensione delle emozioni e inclusione di un bambino della classe con bisogni educativi speciali appassionato di videogiochi. Il contesto classe risulta essere eterogeneo. Sfruttando la passione del bambino per i videogiochi, è stato costruito un percorso che partiva dall'ascolto di brani musicali, per poi passare a trailer di due videogiochi molto diversi tra loro mostrati alla classe. I bambini dovevano contestualmente esprimere le proprie emozioni. La ricerca ha portato ad evidenziare quanto un videogioco possa modificare l'umore della persona che lo usa. E' stato possibile condurre questo tipo di ricerca senza l'esclusione del bambino con bisogni educativi speciali.
isabellavano

CREATIVITA' IN EVOLUZIONE: Uno studio sul ruolo del contesto educativo scolastico e fam... - 1 views

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    Articolo pubblicato da Donega Ambra su "Padua Thesis and Dissertation Archive Tesi Lauree Magistrali". Si tratta di una tesi di laurea magistrale del 2021 che affronta il tema della creatività in ampie sfacettature, esplorando il valore che la creatività riveste per lo sviluppo personale, sociale ed economico. Viene proposto un approccio evolutivo e sistemico alla studio della creatività e presentato uno studio esplorativo su 25 bambini e bambine con l'obiettivo di indagare lo sviluppo della creatività in relazione alle caratteristiche del contesto educativo, scolastico e del contesto familiare.
amontalbetti

LIM (lavagna interattiva multimediale): pro e contro (di Camilla Targher) - 12 views

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    L'articolo, scritto dalla d.ssa Camilla Targher, autrice e consulente pedagogica in ambito familiare e lavorativo, analizza i vantaggi e gli svantaggi che l'utilizzo della lavagna interattiva multimediale (LIM), in ambito scolastico, in particolare nella scuola primaria, comporta : La LIM stimola innanzitutto l'apprendimento visivo e consente di familiarizzare con le nuove tecnologie fin da piccoli. Favorisce inoltre, stimolando l'attenzione e la memoria dei bambini, la capacità di lavorare in gruppo e di problem solving coinvolgendo attivamente la classe, e soprattutto stimola gli alunni ad essere creativi. Esistono però anche note negative, legate in particolare al costo notevole dello strumento stesso, che non consente a tutte le classi di esserne dotate, inoltre gli insegnanti necessitano di conoscenze informatiche adeguate e devono essere pertanto formati al loro utilizzo, infine un'eccessiva esposizione degli alunni allo schermo potrebbe sovraccaricarli di stimoli visivi, causa poi di possibile iperattività.
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    La LIM purtroppo è presente in pochissime scuole: oltre ad avere un costo elevato (sappiamo tutti che ogni plesso scolastico ha sempre meno sovvenzioni dalle istituzioni pubbliche), comporterebbe per tutti gli alunni un minor uso di testi scolastici e meno compiti a casa. Ma se si vendono meno testi scolastici, le case editrici perdono i loro utili e sono costretti ad indirizzare i loro fatturati su altri mercati: è un argomento che piace al nostro mercato?
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