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massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
pier2019

La fiera didacta Italia - 4 views

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    L'articolo ha la funzione di informare tutto il personale interessato all'istruzione (docenti, discenti personale amministrativo ecc.) in merito all'evento Didacta Italia nata 3 anni fa prendendo spunto da quella creata in Germania. È l'esempio dell'uso delle nuove tecnologie, è l'applicazione delle tecnologie nell'ambito della scuola, la quale fino a poco tempo fa non utilizzava come strumento didattico le nuove tecnologie. Questo evento è ricco di incontri su diverse tematiche per avere un incontro di idee di metodologie didattiche ma anche di verificare come si stanno realizzando i progetti scolastici. Di conseguenza questo incontro, tra i diversi ruoli delle persone nell'ambito scolastico permetterà di ampliare le proprie conoscenze attraverso le esperienze degli altri acquisendo nuove visioni e nove possibilità di utilizzo delle nuove tecnologie. Le nuove tecnologie permettono un grande sviluppo della comunicazione attraverso quelle che possono essere gli scambi a livello informatico, una conoscenza di argomenti a vastissimo raggio. Lo stesso evento di basa queste tecniche di comunicazioni e possono essere chat video-chat, video conferenze e anche l'uso dei social perché in seguito dopo l'incontri si possono avviare comunicazioni interpersonali tra doceti e docenti tra discenti e discenti e tra docenti e discenti tra le istituzioni e i discenti. Per quanto riguarda il possibile sviluppo di questo incontro alla fiera è sicuramente è un cambiamento nell'ambito della didattica che già sta utilizzando le nuove tecnologie come la LIM che è la lavagna multimediale. Gli stessi libri di testo sono in forma cartacea ma anche digitale, questo è un aspetto. Ma un aspetto importante è che può determinare la creazione di lavori digitali da parte degli studenti i quali possono interagire, possono, possono approfondire, possono ampliare, possono essere corretti con tali mezzi. I docenti sono avvantaggiati nell'elaborazione dei testi dei te
teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
dorinalombardo

Italian teachers and Technology-Knowledge training | Di Blas | Form@re - Open Journal p... - 2 views

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    Questo articolo cerca di rispondere alla domanda "Come i docenti italiani si formano alle competenze tecnologiche", nel quadro di riferimento del modello TPACK , secondo il quale una varietà di supporti e fonti agisce in un contesto d'apprendimento. La discussione si basa sui dati raccolti attraverso un questionario erogato a più di 1300 docenti in servizio; il focus è in particolare sui docenti di scuola secondaria inferiore e superiore. I risultati mostrano come i docenti fruiscano di una pluralità di fonti, prediligendo quelle "informali".
aspenga

Educazione in tempo di pandemia: riflessioni di studenti e docenti sull\'educazione vir... - 3 views

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    La globalizzazione, l'interattività, l'accessibilità, ha portato ad un maggior utilizzo di internet, dei social network e questo è risultato molto più evidente con la pandemia dove, in ambito scolastico, ha richiesto un apprendimento della media literacy sia per gli insegnanti che per i discenti, portando alla luce anche i disagi associati alla riprogettazione della didattica, alla disponibilità delle risorse telematiche e la necessità di abilità e competenze nel cyberspazio. Gli autori della ricerca proposta "Education in times of pandemic: reflections of students and teachers on virtual university education in Spain, Italy, and Ecuador" hanno effettuato un sondaggio online con risposte da 300 studenti (100 per nazione) e 196 insegnanti di tre università (Barcellona, Torino e Machala) nel periodo tra Marzo e Aprile 2020, per analizzare la percezione dei docenti e discenti in merito all'insegnamento virtuale durante la crisi del Coronavirus. I risultati della ricerca hanno avuto una valutazione negativa per gli studenti che vedono la formazione virtuale associata ad un maggior carico didattico e la necessità che i docenti siano flessibili nel rinnovare le proposte didattiche adattandosi alla trasformazione della società, dall'altra parte gli insegnanti hanno una valutazione meno critica e abbastanza indifferente a questo cambiamente, ma ritengono che sia necessario un aumento delle competenze, non solo strumentali, ma anche di cittadinanza digitale attiva.
chiarafranguelli

Public History, identità professionale e riflessività degli educatori e d... - 1 views

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    L'articolo scritto da Pietro Causarano, docente di storia della pedagogia all'università di Firenze, ripercorre l'evolversi, in Italia, delle figure di docenti e studenti a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tratta del cambiamento di centralità dall'insegnamento verso l'apprendimento, quindi la necessità da parte degli insegnanti di una consapevolezza che la loro identità professionale sia basata sulla conoscenza del processo storico e sulla loro formazione come combinazione di conoscenze/abilità/competenze e addestramento specifico. Le lacune riscontrate, unitamente all'assenza di possibilità di avanzamento di carriera, fatta salva l'anzianità, costituiscono elemento di disagio anche nella considerazione sociale, che il sindacalismo contribuisce ad aumentare. Inoltre viene descritto l'aumento della scolarizzazione femminile da secolarmente minoritaria a nettamente superiore dagli anni '80 e del precedente processo di femminilizzazione del corpo docente, specialmente nelle scuole con alunni di età inferiore ai 10 anni.
ggiovanetto

Digital literacy e università alla prova del lockdown - nuove sfide per il fu... - 21 views

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    Lo sviluppo della "società della conoscenza" implica trasformazioni sociali che coinvolgono i cittadini, sollecitandoli a dotarsi di abilità e competenze nuove. La "media literacy", come concetto che ricomprende ogni campo ed ogni competenza relativa ai media, richiede che gli individui siano dotati delle competenze tecniche di utilizzo delle tecnologie per l'uso delle informazioni e delle comunicazioni - in una parola, la "digital literacy" - unita alle capacità pratiche e teoriche per sviluppare appieno sé stessi all'interno della società dell'informazione. La pandemia ed i lockdown generalizzati che hanno interessato il pianeta nel corso del 2020 hanno imposto ai sistemi educativi di confrontarsi con molteplici cambiamenti dirompenti, cambiamenti che hanno inevitabilmente toccato anche la "digital literacy" sia dei docenti che dei discenti. Al fine di analizzare in quale modo le istituzioni universitarie in particolare si siano mosse per fronteggiare le sfide emerse in questo periodo, gli autori della ricerca qui proposta "Digital Literacy and Higher Education during COVID-19 Lockdown: Spain, Italy, and Ecuador" hanno compiuto uno studio che ha coinvolto 376 studenti di tre università, rispettivamente nelle città di Barcellona, Torino e Machala, nell'arco temporale marzo-maggio 2020. Basandosi sulle linee guida del quadro di riferimento europeo DigCompEdu in materia di "digital literacy", il disegno di ricerca ha evidenziato questi risultati: 1) la necessità per le università di ripensare e reinventare gli ambienti di apprendimento, al fine di sfruttare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali e 2) incrementare e rafforzare le competenze digitali dei docenti come obiettivo da affiancare agli investimenti tecnologici, in modo che questi due aspetti - competenze dei docenti e strumenti digitali - supportino efficacemente le nuove sfide dell'apprendimento.
manuelapivetta

Media Education e formazione docenti: contestualizzare le esperienze videoludiche dei p... - 4 views

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    In questo articolo scritto dal professor Todino e dai ricercatori dott. De Simone e Di Tore dell'Università di Salerno, vengono proposti alcuni spunti di riflessione sul possibile processo di insegnamento-apprendimento tramite i videogames. Nello specifico, oggigiorno non si può negare che i videogiochi siano entrati a far parte integrante della vita quotidiana degli adolescenti. In questo caso la questione che ci si dovrebbe porre è: questo tipo di divertimento può fornire esperienze ben organizzate, sequenziali, progressive e fruttuose? Ricordando il famoso pedagogista John Dewey, il quale sottolineava come tutte le esperienze non siano ugualmente educative, appare necessario calare tale pensiero nell'ambito dell'esperienza videoludica. La soluzione proposta dai professori dell'Università di Salerno è quella di far vivere i videogames come esperienze didattico-educative, capaci di veicolare valori culturali, scegliendo solo quelli che soddisfino determinati parametri. Appare fondamentale in questo percorso la figura del Media Educator, un insegnante che individui strategie d'intervento mirate, valutando non solo l'età del discente ma anche le diverse tipologie di gioco. Non a caso il Media Educator dovrà scegliere videogiochi in base alla trama, alla qualità del problem-solving ed alla collaborazione tra giocatori, evitando quelli che possano contenere elementi di stress, sfavorendo videogiochi "centrifughi" e "destabilizzanti" e proponendone altri che siano in grado di creare nuove conoscenze, abilità, competenze atte a favorire una crescita personale. Crescita che può avvenire tramite "il principio di continuità", visto che i ragazzi tendono naturalmente a rivivere le esperienze di gioco. Alla luce di tutto ciò appare essenziale un'integrazione scuola-educazione-new media mediata da figure specialistiche.
vevy92

Media education e lavoro con i pari - Famiglia Cristiana - 7 views

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    Ho scelto questo articolo principalmente per un motivo personale, perché sono una ragazza e, in un certo senso, sento di appartenere al gruppo dei "nativi digitali" di Prensky. Sebbene oramai televisione, computer e smartphone siano parte integrante della mia vita, ritengo di riuscire ad avere un certo distacco emotivo da essi. Ricordo bene quando un mio professore del liceo ci parlò dell'opportunità di rimpiazzare i libri con i tablet, ma ancora di più mi ricordo la sua risposta, che mi diede una "scossa": in sintesi, ci fece capire che la figura del docente sarebbe potuta scomparire, ma soprattutto che sarebbe stato difficile far mantenere concentrati gli alunni, i quali, con una connessione internet attiva, avrebbero potuto navigare in rete in qualsiasi momento, trascurando così le lezioni. Premetto che il mio giudizio è estremamente influenzato dal fatto che considero i libri qualcosa di "sacro" e non potrei/vorrei mai sostituire il cartaceo, che con il suo odore, o colore, o la sua forma sa dare delle emozioni. Mi sembra impossibile pensare che anche l'educazione finisca per essere interamente trasmessa tramite degli strumenti tecnologici. Con questo non voglio dire che sia un metodo inefficace, perché sarebbe un'incoerenza con il percorso di studi che ho affrontato finora in Uninettuno, e soprattutto perché ritengo che sia importante imparare ad utilizzare i media e affiancarli alle attività scolastiche. Semplicemente penso che il contatto umano sia essenziale per la crescita, soprattutto perché è negli anni della scuola che si forma un individuo. Però, vorrei mettere in luce un aspetto: ho 21 anni, e sono uscita da poco dal liceo. Fino a qualche anno fa era raro avere internet sul telefono, e ci si limitava a mandarsi qualche messaggio di nascosto, durante le lezioni; adesso, che con questa Università telematica sono quasi sempre a casa, mi accorgo che i ragazzi passano ore intere su Facebook, nelle quali invece dovrebbero seguire gli insegnan
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    L'articolo, pubblicato sul sito di "Famiglia Cristiana", affronta il tema dell'educazione dei media nella scuola analizzando la media education sotto le tre diverse accezioni ovvero: 1. Strumento da utilizzare nella formazione; 2. Capacità di comprensione critica dei media; 3. Competenza necessaria per la formazione dei media educator. Punto focale dell'articolo è la necessità di far acquisire ai ragazzi una capacità critica nei confronti dei nuovi media per impedire che vengano vissuti per "immersione" poiché da molto tempo ormai, sono presenti massivamente nella scuola ma soprattutto nella quotidianità. Fondamentale, quindi, un'"educazione ai media" ovvero un'educazione rivolta alla lettura critica ed alla comprensione dei vari linguaggi affinché i ragazzi riescano a interpretare quelle che sono le diverse rappresentazioni della realtà ed evitare l'assorbimento passivo delle informazioni. Compito dei media educator dovrebbe essere proprio quello di aiutare nella formazione di un pensiero libero, indipendente e non manipolato. Altro aspetto sollevato nell'articolo è la funzione che i nuovi media dovrebbero avere ossia non di semplice trasferimento di nozioni, quanto di vera e propria costruzione della conoscenza. Utilizzando i diversi strumenti a loro disposizione, dalle foto, ai filmati, ai video creati dagli stessi ragazzi si vanno a creare le cosiddette cooperative learning con le quali ognuno, svolgendo la funzione di pari più capace, può mettere a disposizione il proprio sapere per una condivisione comune. E' un tipo di apprendimento mirato alla discussione ma soprattutto a quella che De Kerckhove sosteneva essere la cognizione distribuita, il proprio sapere, le proprie risorse cognitive, al servizio di tutti.
cpugliese1

A Salerno Un Campo Per La Media Education - 4 views

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    Nell' articolo riportato sul sito del quotidiano "La Repubblica" viene presentato un seminario intitolato "Open, pensare bene prima dell'uso", un occasione per studenti e docenti di partecipare al MEC, acronimo di Media education Campus (iniziato il 9 e 10 e proseguito dal 17 al 19 di ottobre) che si è tenuto nella città di Salerno per promuovere e dare uno spunto su confronti, laboratori e seminari ed in grado di offrire un servizio gratuito ed aperto a tutti. Il campus è stato impreziosito anche dai luoghi di riconoscimento in cui si è sviluppato il MEC stesso, come ad esempio palazzo Innovazione, o Palazzo Fruscione. Il progetto è stato promosso dall'associazione Salerno Festival nonché dal MIBAC e dal Miur, il cui programma si è fondato dalla presa di coscienza su quanto le nuove innovazioni, e la conseguente diffusione sul piano tecnologico, abbiano reso più complesso l'orientamento verso le offerte proposte dai media e dal mondo della rete. Nella presentazione del percorso formativo, sono state proiettate due produzioni cinematografiche, con l'obiettivo di coinvolgere le scuole alla partecipazione del progetto: docenti e studenti hanno interagito e sono stati protagonisti attivi attraverso percorsi pensati appositamente e attraverso strumenti atti ad integrare la digital e media literacy, intesi come principi fondamentali dell'educazione.Il campus è nato con lo scopo di avvicinare e rendere più semplice, nell'ambito educativo, il processo di digitalizzazione; è stato inserito un campus didattico per facilitare la comprensione e valutazione dei criteri idonei per interagire con il mondo pervasivo dei media.Sono stati organizzati seminari e laboratori interattivi seguiti da esperti del settore. Nell'articolo vengono indicati come partner dei servizi importanti associazioni come Legambiente, Medici Senza frontiere ecc che, contribuiranno, all'esperienza formativa. Gli iscritti al campus sono stati ospitati, inoltre, nel Parco Archeologico di Pestum.
gcastelletti

Nuove tecnologie e pensiero computazionale fra passato e presente: un'esperienza didatt... - 5 views

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    Il manifesto europeo delle competenze digitali del 2014, prendendo atto dell'entrata in quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale, sostiene in modo determinante la necessità di acquisizione di competenze digitali. In riferimento infatti, in "Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo" (2012), è possibile evincere che il compito principale della scuola "non sarà quello di inseguire lo sviluppo delle tecnologie ma quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri". Tale premessa anticipa la descrizione, delineata nel seguente articolo, di un'esperienza didattica realizzata nell'a. s. 2016/2017 in continuità fra studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Obiettivo dell'esperienza la sperimentazione di un approccio al pensiero computazionale (che a quanto risulta dai progetti proposti dal Ministero o da Centri specializzati è correlato all'introduzione nella scuola dell'uso del computer), mediante l'uso di piccoli robot programmabili attraverso un linguaggio di programmazione intuitivo e visuale o metodi "unplugged". L'importanza dello studio risiede nel fatto che la scuola nel suo complesso, a tutt'oggi, appare resistente alle innovazioni, mentre in commercio sono già disponibili kit robotici educativi che consentono ai bambini di esplorare concetti di programmazione in modo tangibile, a partire dall'età di tre anni. L'esperienza inoltre si avvalora di vari meriti tra cui l'emersione di potenzialità di alcuni studenti che nelle attività proposte hanno trovato effettive opportunità di successo e un'offerta di formazione di qualità, in un clima coinvolgente e collaborativo per i docenti.
matteo86

Formazione degli insegnanti e competenze nelle tecnologie della comunicazione educativa... - 2 views

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    Le innovazioni "innescate" dalle tecnologie possono operare cambiamenti significativi nel sistema scolastico e formativo, se gli insegnanti acquisiranno non soltanto abilità tecniche, come l'uso del computer e di Internet, ma anche competenze pedagogico-progettuali, per organizzare ambienti integrati di apprendimento; competenze metodologiche-didattiche, per gestire esperienze educative; e linguistico-espressive per produrre materiali multimediali-interattivi in specifici ambiti del sapere.
marcoborriello

Review of the book La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, st... - 1 views

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    L'articolo di Cristina Nesi pubblicato dal "Between " Journal of the italian association for the theory and Comparative History of Lyterature è una review del libro "La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, strumenti. Gli obiettivi di formazione che hanno mosso il nuovo percorso imposto dall'emergenza Covid-19 hanno preso in considerazione la continuità nel perseguire il compito sociale formativo del fare scuola, il coinvolgere in attività significative dal punto di vista dell'apprendimento attraverso diverse opportunità e mezzi, l'importanza di rimodulare la progettazione garantendo un'interazione tra docenti e alunni scegliendo con cura le competenze da implementare, tenendo conto del nuovo contesto di apprendimento. Tuttavia, affinché la media education possa declinarsi concretamente in una pratica significativa di educazione alla cittadinanza sono necessari un maggiore investimento sul piano delle politiche educative, un ripensamento dei suoi strumenti in chiave interculturale, una progettazione della didattica mediale particolarmente attenta all'inclusione degli allievi svantaggiati e una formazione sistematica.
giannib71

Mosaicoelearning - ELEARNING ITALIA - ARTICULATE - TRAINING LIVE - 5 views

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    L'articolo descrive il bite size learning o micro-learning che e' una nuova metodologia per erogare un pacchetto di informazioni (chunk) per apprendere piu' facilmente e velocemente. Apprendimento e velocità sono le prime parole o termini significativi. Nella nostra società sempre piu' fluida e veloce ,con una ridondanza e saturazione di informazioni,questa metodologia permette di concentrarsi su uno specifico argomento da imparare attraverso lezioni di massimo 15-20 minuti. Tecnologia altro termine importante perché grazie agli strumenti che utilizziamo nel quotidiano (cellulari, PC, taclet) possiamo usufruire di queste "lezioni in pillole" in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi contesto. Formazione che sta cambiando e modificando la sua metodologia passando da un'interazione in presenza tra docenti e alunni, a quella in videoconferenza tramite le principali piattaforme di comunicazione (ZOOM,SKYPE,TEAMS),a quella just in time fornita dal microlearning. Lifelonglearning che implica il continuare ad imparare e ad acquisire nuove conoscenze ed informazioni, soprattutto nel lavoro che richiede sempre piu' di frequente ruoli e professionalità trasversali.
aivlis1977

MOOCgamification - 1 views

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    I corsi MOOC rappresentano una innovazione l'ultima frontiera dell'educazione a distanza .Si seguono in maniera diacronica e con facilità di accesso L'uso dei MOOC potrebbe tornare utile per corsi di aggiornamento e miglioramento dei docenti nella didattica La visione non ha obblighi di orari ed è totalmente gratuita per una formazione democratica Inoltre stanno nascendo nuovi MOOC che si uniscono alla gamification cioè a strategie didattiche innovative e coinvolgenti che danno vita ai MOOCgamification come nuova risorsa di educazione ,unire il piacere al sapere per sviluppare modelli di conoscenza sempre più adeguati Modelli collaborativi dove chi apprende è attivo e coinvolto per diventare costruttore del proprio sapere.
olgaderamo

MIUR: linee di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo - 1 views

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    Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il 13 /04/2015 ha elaborato , in con il contributo degli Enti afferenti all'Advision Bord del Safer Internet Centre per l'Italia www.generazioniconnesse.it,, delle linee di prevenzione e di contrasto al bullismo e alla sua manifestazione in rete, ovvero il cyberbullismo . All'interno del testo che ho allegato troviamo una prima introduzione della problematica con una serie di norme di comportamento che andrebbero seguite. Vi è poi un elenco di politiche di intervento e quali sono gli strumenti di segnalazione. Trovo molto interessante la parte dedicata alle azioni mirate rivolte agli studenti e alle famiglie e di grande utilità la linea di formazione degli insegnanti. Viene sottolineata la necessità di informazione, educazione in modo da non limitarne l'uso ma renderlo appunto un "ambiente di vita" dove si possono avere esperienze cognitive, affettive e socio-relazionali costruttive. Ritengo che queste linee guida siano molto utili anche ai fini conoscitivi perché esaminano il fenomeno tenendo conto di tutte le possibili situazioni che si possono creare e sviscera il problema da ogni punto di vista e va ad integrare, rendendo più attuale, un orientamento già presente nelle istituzioni scolastiche, mediante nuove strategie che tengano conto dei mutamenti sociali , culturali e tecnologici della nostra società. All'interno del testo troviamo anche dei riferimenti ad una serie di siti di grande utilità: da quelli che forniscono una visione più ampia e sempre attuale delle iniziative, di nuove strategie educative e didattiche e quelli dove segnalare gli episodi di cyberbullismo e la presenza di materiale pedopornografico in rete. La parte finale del testo sottolinea come sia importante una preparazione specifica da parte di docenti e formatori, che possano così rispondere ai nuovi stili cognitivi e comunicat
emiliogiannoni

lim | Orizzonte Scuola - 3 views

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    Mia figlia "fa" le elementari! Non in qualità di alunna (purtroppo per i miei anni) ma come insegnante di fresca nomina. Lo scorso anno mi ha raccontato di aver trovato la LIM operativa solo in 2 delle 7 scuole dove ha effettuato supplenze. Il discorso mi è tornato in mente oggi tra i mille dibattiti sulla buona scuola e il bel testo di Buckingham sulla media education. Ho fatto così approfondimenti sull'argomento LIM trovando sia articoli sullo scetticismo da parte di docenti "vecchi", sia critiche su quella che per alcuni è "l'illusione digitale" della scuola italiana (scarsi gli investimenti per le risorse e insegnanti allo stremo) sia articoli entusiastici a favore della LIM stessa sia studi sul rischio salute in caso di cattivo setting dell'aula ecc. Tra i vari articoli, anche vari di chi male interpreta la ME confondendo l'insegnamento dei media con l'insegnamento con i media, ho preferito un articolo abbastanza "tecnico" di una primaria societàindipendente di informazione e divulgazione di contenuti scolastici quale è Orizzonte Scuola, che spiega attraverso brevi video il perché e il come dell'utilizzo della LIM..
pminichiello

Alfabetizzazione digitale d'Italia, missione urgente e necessaria - 6 views

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    L'autore dell'articolo, del 6 dicembre 2019 del sole 24 ore, richiama l'attenzione alla necessità di alfabetizzare digitalmente l'Italia. Rispetto al 28 paesi europei sono stati fatti finora passi avanti sul fronte della copertura a banda larga e veloce e lentamente ma a buon punto per lo spetto 5G. Rimane invece indietro nella classifica per quel che riguarda il numero dei cittadini capaci di utilizzare al meglio Internet o di famiglie che addirittura non posseggono una connessione; l'articolo riporta i dati del Desi, l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società con la classifica Censis 2018, di capacità di utilizzo di internet da parte dei cittadini. Il commissario straordinario per il digitale Luca Attias, ha portato avanti il lavoro di Diego Piacentini e il suo team per lo sviluppo di servizi pubblici digitali usufruibili facilmente dai cittadini. Inoltre lo stesso Attias e collaboratori sono riusciti a portare il tema del digitale nell'agenda del Governo affinché se ne prenda atto nella politica e nella pubblica amministrazione e lanciando l'iniziativa Repubblica Digitale per lo sviluppo nella popolazione del corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali. L'ulteriore sfida è quella di introdurre stabilmente il digitale nelle scuole anche con docenti competenti e specializzati. Mario Mezzanzanica, dell'università Bicocca di Milano, sostiene che la scuola che dovrebbe essere fra le prime ad occuparsi di alfabetizzazione digitale è rimasta un po' indietro ma sono nate già diverse iniziative, anche se in fase sperimentale, di aziende, privati e università che se ne occupano. Quella di aumentare l'alfabetizzazione e le competenze digitali, rimane per Mezzanzanica una esigenza urgente, poiché rientrano fra le esigenze di inclusioni sociali ed economiche del nostro paese, che con il 5G diventeranno sempre più all'avanguardia. La nota positiva è che molte aziende italiane dedite all'export, sono già in grado di utilizzare i softwa
eliaalbino

MEDIA EDUCATION: contrastare il linguaggio d'odio e favorire la cultura del rispetto - 39 views

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    La scuola svolge un ruolo centrale nel processo della Media Education, in tutte le fasce di età, e supporta i genitori in questo complesso percorso. La politica e le istituzioni devo porre una maggiore attenzione alla Media Education, potenziando le attività didattiche e la formazione dei docenti. Risulta inoltre fondamentale istituire nuovi strumenti per contrastare il linguaggio dell'odio favorendo una cultura del rispetto (a partire dai più giovani per poi proseguire alla politica). La ministra Lucia Azzolina ha promosso una giornata di approfondimento, presso la Nuova Aula dei Gruppi della Camera dei deputati, sottolineando l'importanza di una nuova forma di alfabetizzazione digitale che fornisca un valido aiuto alla comprensione e utilizzo di questi nuovi strumenti di comunicazione. Fondamentale sarà per il futuro scrivere delle linee guida per l'Educazione civica rivolta alla Media Education per creare una nuova generazione di cittadini consapevoli e coscienti. Tra i relatori il professor Marco Gui, Università di Milano Bicocca, la professoressa Gianna Cappello, Università di Palermo, il professor Pier Cesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Rosy Russo, Presidente dell'associazione 'Parole Ostili'.
danisusan

Via la cattedra! Ribaltare i paradigmi dell'apprendimento con la classe capov... - 8 views

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    Ho cercato per giorni in Internet un articolo originale che potesse creare interesse, sono passata dal visionare i siti cyber-tecnologici più in voga alle riviste on-line, per poi scegliere un articolo che centra in pieno (a mio parere) il problema dell'attenzione, dell'apprendimento, della tecnologia e della didattica. Era lì…semplice e chiaro, in una simpatica presentazione con esempi, illustrazioni ed esperimento esplicativo. Parla della "flipped classroom", una tecnica di insegnamento che sta prendendo campo anche nelle nostre strutture didattiche. Riprende un articolo pubblicato da Chiara Spalatro sulla rivista pedagogica Docenti attenti.
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