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teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
danielaplatania

Educare onlife: Ridurre le diseguaglianze digitali per prevenire i discorsi d'odio - 2 views

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    L'interessante articolo pubblicato alla fine del 2020 pone l'attenzione sul tema dei discorsi d'odio, sui diversi gradi di percezione del problema e sulle verosimili soluzioni. L'autrice dell'articolo, ricercatrice in Sociologia della Comunicazione, riportando dati relativi a studi e ricerche condotti prima e dopo il primo lockdown per Covid-19 e il conseguente periodo di didattica a distanza vissuto dagli studenti, evidenzia delle differenze di percezione rispetto alla gravità dell'hate speech da un punto di vista anagrafico e trovando un legame con il livello di istruzione degli intervistati. L'importante questione dei discorsi d'odio è inoltre letta dall'autrice dell'articolo attraverso lo sguardo di Foridi e della sua teoria della vita onlife, e di quanto questa sia legata ai concetti di digital divide e di digital inequality. L'articolo, ovviamente, non dà soluzioni al problema, ma individua come possibile tecnica per renderlo quantomeno più innocuo l'introduzione della Media Education e dell'Educazione Civica a scuola (in particolare quella parte specifica sull'educazione civica digitale). Questo aggiungerebbe alle competenze tecniche già abbondantemente acquisite dai millennials quella parte di formazione sulle competenze critiche essenziale per un approccio ai media più consapevole.
hevelinsimonetta

Exploring News Media Literacy and its Dimensions - 1 views

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    L'articolo esamina l'impatto della competenza mediatica sulla partecipazione civica e democratica, concentrandosi sulla motivazione intrinseca, lo scetticismo nei confronti dei media e il locus of control mediatico come componenti chiave. Lo studio è stato condotto con studenti di quarta superiore di una scuola superiore privata filippina utilizzando un questionario in due parti che includeva un test di conoscenza dei media e un test self-report sul livello di alfabetizzazione ai media.
aissela

Esperienze di inclusione di bambini e giovani nell'educazione ai Media - 4 views

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    Questo articolo esplora come il concetto di inclusione può essere affrontato nell'educazione dei bambini e dei giovani sui media. Negli ultimi anni l'agenda dell'educazione ai media si è concentrata sulla progettazione di programmi per responsabilizzare e includere gli emarginati sociali. L'educazione ai media deve insegnare ai discenti ad arrivare a scelte informate, critiche, coerenti con i propri valori e che gli permettano di prendere posizione contro gli stereotipi negativi verso le diversità. Questa libertà consente agli studenti di sentirsi inclusi nella loro esperienze educative. Utilizzando un approccio di studio di casi multipli, in questo articolo vengono presentati tre casi in cui i programmi di educazione ai media sono stati forniti a studenti nella Repubblica ceca. Il primo caso è un programma volto a coltivare l'alfabetizzazione mediatica degli studenti e incoraggiare la loro partecipazione civica. Il secondo caso è un programma che promuove la cooperazione dei bambini con i loro coetanei con i media in una società diversificata. Il terzo è un programma di educazione ai media basato sull'autoriflessione guidata degli studenti sulle loro esperienze con i media. Nonostante le numerose differenze che presentano questi approcci alla promozione dell'inclusività, emerge che ciascuno di essi ha il potenziale per contribuire alla creazione di una società più inclusiva che rispetta la diversità.
sabrinapedone

Piccoli cittadini crescono. Un'esperienza di media education contro la discriminazione - 5 views

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    L'articolo tratta del progetto e-Engagement against violence nel 2012-2014 ed è stato promosso dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze. Partecipano all'iniziativa sette paesi: oltre all'Italia, la Francia, la Slovenia, l'Austria, la Bulgaria, l'Inghilterra, il Belgio. Il progetto è un esempio su come la media education può essere applicata per sensibilizzare gli studenti a tematiche attuali e molto delicate del nostro tempo e per sviluppare capacità critiche e di lettura delle informazioni che si possono trovare nel web. Il progetto ha l'obbiettivo di sviluppare capacità critiche e di lettura delle informazioni che si trovano nei social media; come discorsi, retoriche e pratiche di movimenti, che promuovono la discriminazione e il razzismo. Attraverso la media literacysi cerca di promuovere una partecipazione attiva e consapevole alla vita civica e sviluppare nei giovani le competenze necessarie per decostruire criticamente gli stereotipi e i discorsi di discriminazione.
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    Interessante articolo del 2014 dove si presenta un progetto internazionale mirato a contrastare le nuove forme di razzismo e discriminazione contro l'"altro" che viaggiano nel web, accrescendo la consapevolezza delle nuove generazioni su questi temi attraverso l'educazione ai media e l'uso civico dei media digitali.
martavaila

Monitoraggio civico delle politiche pubbliche frutto delle attività del proge... - 2 views

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    Monithon (Monitoring Marathon) è una interessante iniziativa di monitoraggio civico delle politiche pubbliche. Nasce nel 2013 grazie alla disponibilità di dati aperti del portale OpenCoesione, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e si sviluppa come iniziativa indipendente grazie al lavoro di analisti ed esperti di politiche pubbliche. Monithon mette a disposizione strumenti e metodi per creare Report di Monitoraggio civico delle politiche pubbliche, attività sistematiche di controllo e valutazione dei progetti finanziati con risorse pubbliche svolte da studenti, comunità locali e associazioni. Complessivamente sono stati creati oltre 700 report, la maggior parte dei quali è frutto delle attività del progetto A Scuola di OpenCoesione (www.ascuoladiopencoesione.it), una best practice europea promossa dal Governo italiano e recentemente finanziata anche dalla Commissione europea per la sua diffusione in altri Stati membri. A Scuola di OpenCoesione è un percorso didattico innovativo finalizzato a promuovere e sviluppare nelle scuole principi di cittadinanza attiva e consapevole, attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici europei. Il percorso permette di sviluppare competenze digitali, statistiche e di educazione civica per aiutare gli studenti a progettare, analizzare, conoscere, esplorare e comunicare, con l'ausilio di strumenti digitali, come le politiche pubbliche intervengono nei luoghi in cui vivono. La didattica è organizzata secondo un modello misto con modalità di fruizione di contenuti online e lavoro di gruppo project-based attraverso l'utilizzo di tecnologie, strumenti di condivisione online, blog e social network.La partecipazione al progetto è aperta a classi di scuole secondarie di secondo grado appartenenti a qualsiasi indirizzo. L'obiettivo di ciascuna classe è realizzare una ricerca tematica per approfondir
nicolecanale1

Guarda Promuovere l'innovazione nell'educazione STEM utilizzando i giochi come catalizz... - 7 views

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    L'articolo proposto è recente, risale al 2020 e ci spiega come i giochi digitali possano diventare una strategia didattica andando a migliorare l'apprendimento degli studenti e ad incrementare la loro motivazione e le loro capacità creative. In particolare, l'articolo ci propone uno studio sull'educazione ambientale attraverso un famoso video gioco che si è dimostrato molto efficace per scopi didattici. Lo studio è stato condotto dall'INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) in collaborazione con Microsoft e ha coinvolto 20 ragazzi tra i 14-15 anni, i quali hanno utilizzato questa piattaforma di gioco all'interno di un'esperienza di apprendimento relativa ad un progetto di Geografia in lingua inglese sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità. Gli studenti e i loro lavori sono stati poi valutati e i risultati sono riportati qui nell'articolo.
sabrinaf-

Cittadinanza digitale | Educazione civica | Rai Scuola - 1 views

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    Quando si parla di cittadinanza digitale ci si riferisce alla capacità - e alla possibilità - per i cittadini di partecipare alla società attraverso mezzi e strumenti digitali. Il focus si centra sulla creazione di nuove modalità d'accesso a servizi già esistenti e la creazione di nuovi servizi. In una realtà sempre più informatizzata, oggi essere cittadini digitali significa partecipare alla vita pubblica usando in modo consapevole gli strumenti tecnologici, in un'ottica di sviluppo del pensiero critico. Significa saper effettuare pagamenti elettronici e poter dialogare con i servizi online della Pubblica Amministrazione. Significa rispettare un galateo digitale nei social network, essere in grado di proteggersi dalle truffe in rete e osservare norme come il rispetto della privacy e del diritto d'autore. Ma non è un percorso senza ostacoli, primo fra tutti il "digital divide" ovvero il divario fra chi ha accesso a Internet e chi invece, per scelta o meno, non ce l'ha. Questo video, rivolto principalmente agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, spiega, secondo me, in maniera chiara e comprensibile i concetti che sono alla base della cittadinanza digitale. Trovo che la scelta di usare un video per spiegare il significato di cittadinanza digitale piuttosto che un altro mezzo di comunicazione sia strategica in quanto ci si rivolge soprattutto a fruitori di giovane età abituati ad acquisire informazioni attraverso canali digitali piuttosto che attraverso altri canali ormai obsoleti.
Margherita Miotti

Digital civility, italiani più consapevoli dei pericoli in Rete. Ma il Covid ... - 2 views

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    Il digital civility index elaborato da Microsoft (edizione 2022 che analizza le attitudini e le percezioni delle persone rispetto all'educazione civica digitale e sicurezza online) ci vede in recupero di due posizioni nella classifica a 22 paesi in cui ci classifichiamo decimi. Questo miglioramento è stato stimato solo sui maschi, le donne sono più esposte ai rischi online. C'è da tenere conto che il 40% degli utenti segnalano un peggioramento dei comportamenti nelle interazioni online durante la pandemia che ha spinto all'hate speech. Sono state stimate percentuali più alte della consapevolezza online. Molti sono d'accordo sul fatto che occorre portare avanti programmi di educazione e formazione sui corretti comportamenti da tenere online. Inoltre sono importanti appuntamenti come il safer internet day.
mantovania

DGPR e digital safety. Un'indagine nazionale sulla consapevolezza digitale degli adoles... - 2 views

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    In questo articolo di Ida Cortoni, docente dell'università Sapienza di Roma, pubblicato da Firenze University Press, si riporta un'analisi legata al regolamento Europeo generale sulla protezione dei dati (GDPR). Lo studio si basa su questionari sottoposti ad un campione di poco meno di 3.000 studenti compresi tra i 14 e i 19 anni, frequentanti licei, scuole tecniche e professionali. Le macro aree analizzate si identificano in: Esperienza mediale, Protezione device, Protezione dati, Protezione della salute, Protezione dell'ambiente. La somministrazione dei test sia agli studenti che alle famiglie consente inoltre di porre le basi per una correlazione dei rispettivi risultati. La discussione finale evidenzia un utilizzo largamente diffuso dei social network, addirittura vicino al 100% per Whatsapp, mentre si nota anche un netto calo della popolarità di piattaforme un tempo in voga come Facebook. Di particolare interesse anche l'evidenza che individua una maggiore consapevolezza maggiore e un comportamento più responsabile nella fetta più giovane del campione, frutto probabilmente della legge 92/2019 che inserisce in modo incisivo la Media Education all'interno del programma di educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado.
angelasarri

A framework on media-educational initiatives to contrast online hate speech - 8 views

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    Questo studio di Barbara Bruschi, Professoressa di Didattica e Pedagogia Speciale, con Repetto e Tallarino, della Università di Torino, mira a definire un quadro teorico che possa ispirare iniziative di educazione ai media per fornire agli studenti un senso di responsabilità civica e di cittadinanza attiva. L'argomento dello studio riguarda il fenomeno in rapida crescita definito "hate speech on line". Partendo da un'analisi della letteratura internazionale sulle iniziative intraprese per educare i giovani ad un corretto modo di confrontarsi sui socialnetwork, le autrici definiscono le possibili azioni da intraprendere per prevenire e contrastare questo fenomeno con strategie integrate ed interdisciplinari.
giovanni59

La Cittadinanza Onlife e il contrasto alla 'povertà educativa digitasle' - 7 views

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    Dal 2021 (CREMIT) l'Università Cattolica ha utilizzato un nuovo costrutto: "povertà educativa digitale" per ampliare il concetto di "digital divide" legato alla privazione di tecnologie di accesso alla Rete, questo concetto si riferisce alla carenza di competenze digitali, ovvero carenza educativa, intese come nuovi alfabeti necessari nella società post-mediale per analizzare e fruire dei diversi contenuti digitali da parte degli "spettautori" del social Web e "cittadini onlife". Gli autori hanno presentato vari testi su questo costrutto (Pasta, Rivoltella, 2022), basandosi su uno strumento di rilevazione di dati su 1.976 studenti di 112 classi in 39 scuole secondarie di I grado di tutta Italia (Marangi, Pasta, Rivoltella, 2022). Né è nato un progetto triennale "Connessioni digitali" (2021-24) realizzato dal Cremit, Save the Children e la Cooperativa Edi Onlus e che coinvolge 100 scuole secondarie di I grado per un totale di 6.000 studenti e 400 insegnanti. Il progetto inserito nella didattica biennale di educazione civica basandosi su quanto teorizzato dagli autori, in merito alla povertà educativa digitale, si è strutturato in quattro newsroom (Scrittura online, Podcast, Digital Storytelling, Marketing sociale). Seguirà alla conclusione del primo anno didattico una valutazione di quanto realizzato dalle classi coinvolte rilevando la creatività e la capacità di produrre narrative e prodotti comunicativi per contrastare la povertà educativa digitale, utilizzando le quattro dimensioni di uso del digitale: l'accesso, l'analisi, la valutazione e la produzione. Infine, si valuterà come l'acquisizione di competenza digitale, sia un processo che consente il passaggio a future competenze per l'ambito lavorativo, che si attiva solo se si è capaci di trasformare le competenze individuali in pratiche sociali e nella costruzione di un vero e proprio design interpretativo e produttivo.
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