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isabellarossi68

L'infanzia rappresentata dai genitori nei social network: riflessioni pedagogiche sullo... - 7 views

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    Nell'articolo viene evidenziata la necessità di una riflessione pedagogica sulle strategie utili ad educare all'uso consapevole dei media, soprattutto dei social network, da parte dei minori e dei loro genitori, attraverso un dibattito tra pericoli e vantaggi. Il codice deontologico per i professionisti della comunicazione dà l'opportunità di riflettere sulla necessità di tutela dell'infanzia ai giorni nostri, non solo per quel che riguarda il lavoro dei giornalisti, ma anche per il comportamento messo in atto dai genitori. Di frequente i minori rappresentano non solo utenti dei social, ma anche il contenuto delle informazioni postate dagli adulti, tracce spesso indelebili che raccontano esperienze, condivise con amici e conoscenti della rete, e con tutti quei soggetti protagonisti dei legami forti e deboli, ormai indifferenziati nel mondo digitale. Si dibatte sul nuovo fenomeno chiamato "sharenting", sul quale emergono necessarie riflessioni psicologiche e sociologiche e interventi educativi, che possano, secondo l'ottica della Media Education, rendere anche gli adulti consapevoli e responsabili all'utilizzo dei social. L'obiettivo è sensibilizzare la pratica di una genitorialità rispettosa del bambino, oggetto di comunicazione di cui spesso ne viene violata la privacy, e arrivare ad una condivisione con il network che non sfoci in forme eccessive di narcisismo. Secondo il nuovo approccio didattico e pedagogico proposto dai Cultural Studies è opportuno non demonizzare la partecipazione alla cultura digitale, ma valutarne le modalità di fruizione e gli effetti in termini di "rischi" che, se affrontati in modo efficace, possono tramutarsi in "opportunità". Sarebbe auspicabile, a parere della Media Education, tentare di mantenere un equilibrio tra rischi e opportunità, attraverso formazione di buone pratiche orientate alla tutela dell'infanzia, che allontanino dal panico morale e da colpevolizzazioni e considerino i potenziali benefici degli strumenti social
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Le relazioni familiari nell'era delle reti digitali - 2 views

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    L'elaborato, scritto dalla Dott.ssa Marianna Caucino, ha l'obiettivo di approfondire l'effetto che l'uso massiccio delle tecnologie ha avuto sulla comunicazione all'interno del nucleo familiare e specificatamente tra genitore e figlio. In particolare delinea le possibili sfaccettature della funzione genitoriale nell'utilizzo delle tecnologie digitali e nel gestire il divario digitale che vede i "nativi digitali" più competenti nell'uso delle tecnologie di comunicazione. Perchè è opportuno lavorare sulla prevenzione e il supporto alla genitorialità? Vengono inoltre descritte dall'autrice le attività di "sharenting" e i possibili rischi, esprimendo un parere più favorevole alle pratiche mediattive che sostengano i figli nella navigazione consapevole e nello sviluppo del pensiero critico.
mariaclotildespa

Genitori zerosei anni e tecnologie tra percezione d'uso e datificazione: i trend nei Ra... - 1 views

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    Negli ultimi anni il rapporto tra famiglie con bambini 0-6 anni e tecnologia è cambiato profondamente. Non parliamo più di una scelta opzionale, ma di qualcosa di strutturale: siamo davvero dentro la fase della "famiglia postdigitale", dove il digitale è parte della vita di tutti i giorni, quasi inevitabile  si nota più la sua assenza che la sua presenza! Questa trasformazione non è però uguale per tutti. I dati mostrano una polarizzazione crescente: da un lato chi riesce a sviluppare un rapporto più autonomo e consapevole con la tecnologia, dall'altro chi la vive come un obbligo o una costrizione. E proprio tra i genitori di bambini piccoli si vede che la sensazione di dipendenza è di nuovo in crescita, perché il digitale diventa indispensabile per organizzare tempi e impegni familiari. Ci sono differenze generazionali e territoriali: i genitori più giovani la usano come strumento pratico e organizzativo, quelli più grandi la vedono anche come mezzo di connessione sociale. Al Nord la transizione sembra più equilibrata, mentre al Centro e Sud emergono più spesso percezioni di conflitto e dipendenza. Un altro tema che trovo centrale è la diffusione di dispositivi connessi in casa, dagli smart speaker agli elettrodomestici gestiti via app. Se da un lato semplificano la vita, dall'altro raccolgono dati in modo continuo e spesso invisibile. Da qui la domanda: siamo noi ad "addomesticare" gli schermi e la tecnologia o sono loro ad addomesticare noi? Credo che la sfida, come suggeriscono le ricerche, sia accettare che il digitale fa parte del quotidiano e imparare a gestirlo in modo consapevole, approfondendo i temi legati alla media education e di conseguenza alla media literacy. Questo è ancora più vero quando si tratta di bambini piccoli. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di dare un senso educativo alla sua presenza. Preparare i genitori in modo che crescano adulti consapevoli, inseriti, capaci di guidare con la tecnologia e
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