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lgrandi

La metodologia EAS e il progetto "Smart Future" - 0 views

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    L'articolo, pubblicato nel Maggio 2018 su "Bricks", descrive il progetto "Smart Future" e la sperimentazione della metodologia EAS (Episodi di Apprendimento Situato) nelle classi quarta e quinta elementare di un istituto di Agnone (IS). La metodologia EAS è stata introdotta dal prof. Rivoltella, e offre agli studenti la possibilità di un apprendimento situato e significativo, che porti alla realizzazione di artefatti digitali, e ad un'appropriazione personale dei contenuti. Uno degli scopi del progetto è la diffusione dell'innovazione tecnologica nella didattica, con particolare attenzione a disabilità e disagio, cercando con l'utilizzo delle Nuove Tecnologie da parte di alunni "svantaggiati", di garantire pari possibilità di beneficio. I risultati positivi della sperimentazione sottolineano l'importanza dell'innovazione digitale a supporto della didattica.
loredanapilati

Sir Tim Berners-Lee on the Future of Ebooks - 2 views

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    Sir Tim Berners-Lee ha creato il World Wide Web nel 1989 con l'obiettivo di rendere i contenuti di Internet interoperabili e facilmente accessibili, funzione che ha permesso la grande diffusione e sviluppo della Rete delle reti. A distanza di quasi trent'anni, Berners-Lee propone una visione analoga per gli e-book: gli editori potrebbero utilizzare standard web aperti per interconnettere i contenuti degli e-book, da condividerei attraverso una serie di dispositivi e di schermi. Con l'utilizzo di standard aperti HTML 5, infatti, gli e-books potrebbero assumere un numero pressoché illimitato di forme. "Quello che succede nella pagina è completamente a vostra immaginazione", ha detto Berners-Lee. Lo scenario è indubbiamente affascinante. E speriamo che si realizzi, superando l'attuale forte limite dato dai moltissimi editori che utilizzano il formato pdf e usano DRM potenti.
cioli64

Gemello digitale: quali utilizzi attuali e prospettive future - 4 views

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    Questo articolo riprende il concetto di DIGITAL TWIN introdotto nel 2002 da Michael Grieves del Florida Institute of Technology. Il concetto di Gemello Digitale è basato sull'idea che un set di informazioni digitali relative ad un sistema fisico di riferimento diventerebbe (il set informazionale) una entità a sé stante. Nella sostanza esso vivrebbe quasi di vita propria in quanto l'intelligenza artificiale utilizzata clonerebbe il sistema reale originario preso a riferimento. Il Gemello Digitale può essere utilizzato in diversi campi, tra cui la Sanità apportando un duplice vantaggio: una maggiore gestione della prevenzione ed un efficientamento dei costi del sistema. Se riflettiamo sulla portata in campo medico i margini di progresso sono impressionanti: i modelli predittivi di intelligenza artificiale che replicano virtualmente il funzionamento di un oggetto fisico permetterebbe di gestire le prestazioni future senza intervenire sul "pezzo" di riferimento. Per renderci conto proviamo a sostituire il "pezzo" di riferimento con il nostro cuore. Potremmo monitorare costantemente sulla base dell'informazione reale del nostro cuore, come virtualmente il esso si modificherebbe, soffrirebbe o si arresterebbe in differenti scenari. Si instaurerebbe un circolo virtuale tra input (reali) ed output virtuali. Molte aziende stanno sviluppando modelli digitali gemelli di organi umani che tramite sensori potranno dialogare in tempo reale con l'organo di riferimento con un monitoraggio continuo Questo concetto del Digital Twin si incastra molto bene nella interessante dissertazione riportata da Floridi nella "Quarta Rivoluzione" sulla Salute Elettronica. Il nostro corpo diventa un corpo trasparente a tutti i dispositivi digitali e un corpo condiviso aumentando quella che Floridi definisce la nostra Ipercoscienza attraverso un processo di Democratizzazione, di Socializzazione e Disponibilità dell'informazione digitale. Come si concilia questo costr
fsale_google

Media -Educational Habitus of future Educators in the context of Education in Day-Care ... - 6 views

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    Attraverso la ricostruzione delle abitudini d'uso personale dei media degli educatori tedeschi in formazione, lo studio descrive come gli atteggiamenti nei confronti dei media possano influenzare l'utilizzo dei media nell'ambito professionale (in particolare nei centri diurni per bambini).
ginvidia

I social network sono diventati "il modo in cui esistiamo"? - Annamaria Testa - Interna... - 3 views

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    L'esperta di Comunicazione analizza molteplici aspetti di quello che è e che sarà l'avvento dell'era del web nelle nostre vite. Stando ai dati ormai la maggioranza delle persone trascorre la gran parte del tempo su internet e sono dati sempre in aumento. I Social Network sono i maggiori mezzi per poter costruire la nostra identità virtuale che non deve coincidere con quella personale, per iscriverci infatti basta una E-mail e una Password e possiamo diventare quello che vogliamo. L'utilizzo di internet si sta espandendo a macchia d`olio. C'è chi è pubblicato ancora prima di nascere , grazie alle ecografie postate dai genitori nelle loro pagine. Gli stessi enti di beneficenza trovano nel web un modo eccellente per raccogliere fondi e le aziende vedono nel mondo di internet un infinito campo per entrare in concorrenza con i rivali, in cui vince chi ha più followers. Tutto via via si sta sviluppando online:  Lavoro, Identità, Relazioni Sociali, passando più tempo a costruire il nostro Sè virtuale di quanto ci occupiamo di quello reale. La domanda è dunque: I SOCIAL NETWORK SONO DIVENTATI IL MODO IN CUI ESISTIAMO?
serafinagreco

Democrazia malata, parla Bauman - 6 views

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    Per chi è interessato, qui di seguito l'intervista che ho fatto a Zygmunt Bauman al Future Forum organizzato dalla Camera di Commercio di Udine. ___ Zygmunt Bauman, il grande sociologo teorico della "società liquida", di recente ha riservato molte riflessioni a Internet, in particolare ai social media accusati di creare l'illusione di una rete affettiva in realtà inesistente.
mimma_gangi

MOBILE PHONES AT SCHOOL: BAD STUDENT BEHAVIOUR OR AN INNOVATIVE RESOURCE? - 6 views

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    L'articolo ha l'obiettivo di rendere gli adulti consapevoli degli usi educativi e didattici delle tecnologie mobili. Esso si inserisce nel dibattito sul ruolo dei telefoni cellulari nelle scuole italiane. La prima parte è relativa al quadro giuridico di regolamentazione dell'uso dei telefoni cellulari nelle scuole italiane; la seconda parte presenta i risultati di una ricerca qualitativa effettuata in cinque scuole secondarie piemontesi.Questo studio, ha implicato sia sessioni di osservazione naturale sia interviste . In particolare, l'analisi dei risultati ha rilevato differenze sostanziali nell'uso didattico dei telefoni cellulari all'interno degli istituti scolastici. Vi sono scuole tecnologicamente avanzate e scuole tradizionali.Nel primo caso, i telefoni cellulari risultano essere uno strumento integrato nell'insegnamento,mentre nel secondo esso viene visto come uno strumento da "evitare". Questi atteggiamenti contrastanti verso i telefoni cellulari sembrano essere legati a fattori economici, geografici e tecnologici.Questa ricerca è sperimentale ed è ancora ad uno stadio iniziale, essa dovrebbe essere integrata con altre ricerche future. Lo studio ha mostrato che vi è necessità di promuovere una cultura di educazione ai media nelle scuole perché l'uso del telefonino si è rivelato strumento didattico efficace, ben accetto dai ragazzi e di rapido e immediato utilizzo. Attenzione! Per potere accedere all'intero contenuto dell'articolo occorre solamente registrarsi al sito: Centro Studi Erickson.
serafinagreco

Mobile and Interactive Media Use by Young Children: The Good, the Bad, and the Unknown - 3 views

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    L'uso degli schermi interattivi come smartphone e tablet è in rapido aumento tra i bambini. Le raccomandazioni per l'uso di tali dispositivi da parte di neonati, bambini piccoli e bambini in età prescolare sono particolarmente cruciali per gli esiti che il tempo trascorso davanti agli schermi può avere sullo sviluppo. Lo scopo di questo articolo è di rivedere la letteratura esistente, discutere le direzioni future di ricerca e proporre linee guida preliminari per le famiglie. Tra le altre cose, quello che ho notato di particolarmente interessante in questo articolo è che la capacità degli schermi di "distrarre" e di "divertire" i bambini, catturandone completamente l'attenzione, ha conseguenze positive in certi contesti, ma potenzialmente dannosi in altri.
katyacervio

Indagine conoscitiva Istat su cyberbullismo - 2 views

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    Il documento presenta alcune riflessioni preliminari sulla definizione del fenomeno del bullismo e cyberbullismo; prosegue presentando un'ampia gamma di informazioni attualmente a disposizione dell'Istituto Istat provenienti da diverse fonti; conclude illustrando le prospettive future sulla misurazione di bullismo e cyberbullismo e le sfide poste dalla valutazione quantitativa di un fenomeno complesso, che coinvolge una fascia particolarmente vulnerabile della popolazione.
giadamaria14

Personal learning Environments based on Web 2.0 services in higher education - ScienceD... - 4 views

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    In questo articolo sono riportati i risultati della ricerca sugli ambienti di apprendimento personali (PLE) creati dallo studente basati su servizi Web 2.0. Nel contesto dell'istruzione superiore, come mezzo per trasformare l' apprendimento e l'insegnamento e come preparazione per le future vite professionali degli studenti, in un ambiente dinamico con una forte influenza digitale e tecnologica. L'analisi dei dati ha fornito prove dei PLE come strumenti: per l'apprendimento e l'acquisizione di competenze, per il rafforzamento delle interazioni sociali e per il miglioramento nell'organizzazione e gestione dei contenuti e delle risorse didattiche; ha contribuito ad identificare ostacoli e barriere e possibili soluzioni. Il risultato principale di questa ricerca è presentato come una serie di linee guida per l'utilizzo dei PLE come strumenti per supportare l'apprendimento formale, sia da parte degli insegnanti che dagli stessi studenti.
federica2030

A review of anatomy education during and after the COVID-19 pandemic: Revisiting tradit... - 2 views

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    la pandemia di covid 19 ha avuto effetti significativi sull educazione e l apprendimento, e in questo caso specifico, si pone l attenzione sugli effetti relativi agli studenti di anatomia. essa infatti, costituisce "la base delle scienze mediche" dove gli operatori sanitari costruiscono il loro sapere. come nell articolo, credo sia importante sottolineare l importanza di elaborare metodi di insegnamento sempre nuovi ed al passo con i tempi al fine di ottimizzare le energie cognitive, e favorire un apprendimento a distanza che è molto più conveniente in termini di accessibilità in quanto abbattendo le barriere legate alla distanza e agli spostamenti, è possibile formare in modo efficace molte più persone.
uberbe

View of THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHO... - 1 views

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    Questo articolo di I.M. Rasulov, D.X. Makhkamova e N.O. Nishanbekvov descrive le sfide dell'era dell'informazione globale, in cui i media hanno assunto un'influenza sempre più rilevante. Per questo è necessaria un'educazione ai media, la media education, per poter sviluppare capacità di analisi e comprensione critica, saper determinare le fonti, interpretare i messaggi dei media ma anche come crearli e distribuirli a dei target specifici, in altre parole recezione e produzione. Lo scopo della media education è di educare ma anche di proteggere i giovani da attacchi distruttivi. Il risultato della media education è la media literacy o media competence, termini già usati largamente in altri paesi. Chi svilupperà media competence avrà caratteristiche specifiche: sforzo nell'ottenere nuove informazioni, competenze personali e nel mondo dei media, trovare attivamente materiali necessari, essere in contatto costante con i media, svolgere brillanti attività con essi come crearli, distribuirli ecc., e in generale sviluppare competenze socio-culturali.
fferri5

Inclusività culturale nella Media Education - 7 views

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    L'articolo "Rethinking the Concept of Mediatization: A Framework for Future Research" di Çiğdem Bozdağ, pubblicato il 28/12/22 su "Inclusive Media Literacy Education for Diverse Societies", discute l'importanza dell'educazione alla media literacy in contesti scolastici culturalmente diversi. L´autrice propone un approccio pedagogico centrato sullo studente, volto a sviluppare l'autonomia critica nell' interazione con i media, evitando una visione sovra-culturale o cieca alla cultura. Il progetto di ricerca partecipativa è stato condotto in una scuola secondaria in Germania, in cui gli alunni sono stati coinvolti nella preparazione di una presentazione sul loro influencer preferito, che ha dimostrato come le diverse origini culturali abbiano plasmato i contenuti che venivano consumati sui social media. L'articolo discute i benefici e le sfide di progettare un approccio più inclusivo e partecipativo all'educazione ai media nel contesto di scuole culturalmente diverse e sostiene l'importanza di adottare metodi di insegnamento basati sui progetti che consentano agli studenti di portare le proprie prospettive ed esempi. L´autrice sottolinea l'importanza di un approccio bottom-up all'educazione alla media literacy, in cui si possa portare i propri esempi e diventare protagonisti del proprio apprendimento, creando nuovi spazi di riflessione e trasformando le prospettive degli insegnanti e degli studenti stessi.
cpucello

Il social network scientifico del futuro - 3 views

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    L`articolo è stato scritto da Phil Jones il quale ha trascorso gran parte della sua carriera lavorando su progetti che utilizzano la tecnologia per accelerare la scoperta scientifica. Phill Jones è stato il responsabile della sensibilizzazione degli editori a Scienza digitale. Il suo ruolo attuale è co-fondatore per il digitale e la tecnologia presso la MoreBrains Cooperative, una società di consulenza che lavora in prima linea nell'infrastruttura accademica, nella gestione delle informazioni e nella diffusione della ricerca. Phill Jones ha avuto una carriera di ricerca interdisciplinare di successo presso l'Imperial College di Londra, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Fisica e Harvard Medical Schools, dove è stato membro della facoltà di ricerca che lavora in ictus, alzheimer e imaging ottico molecolare. Il tema trattato nell ́articolo risulta ancora molto attuale in quanto ancora in fase di realizzazione. Phil Jones, nel blog, sfida per gli editori a trovare modi per ridimensionare gli usi dei social media per renderli accessibili e preziosi per tutti. Ipotizza dei profili sintetici e non complicati e proprio come Reddit, Instagram o Pinterest, la persona sarà costituita dal contenuto aggregato che ha inviato ed i validi contenuti saranno letti, scaricati e utilizzati, consentendo ai contributori di costruire una reputazione basata sui loro risultati di ricerca. Vi sono social network dedicati al mondo accademico e della ricerca. I più utilizzati sono ResearchGate (6 milioni di utenti), Mendeley (oltre 3 milioni) e Academia.edu (circa 18 milioni ma è aperto a chiunque) ma nessuno è riuscito ad affermarsi come ad esempio Facebook non vengono dunque sfruttate le potenzialità di "luogo virtuale" dove scambiare e discutere idee e creare nuove collaborazioni. Vediamo ancora nascere e a morire nuovi social network come ad essempio BioMedExperts e NatureNetwork. Il blog post su Digital Science si interroga dunque sul perché l'utilizzo dei social
aliceice

Impatto degli influencer sul materialismo e le intenzioni di acquisto tra gli adolescen... - 4 views

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    Studio condotto presso: Nanyang Technological University, a Singapore, indaga il fenomeno degli influencer, come questi riescono ad influenzare e plasmare gli atteggiamenti d'acquisto negli adolescenti. Si indaga, inoltre, l'influenza dei genitori in quanto figura di mediatori. I social media sono diventati una presenza onnipresente nella vita di tutti gli adolescenti. Oggi si è diffusa sempre di piú una strategia di marketing rivelatasi molto proficua: la promozione di prodotti e brand da parte di influencers sui social media, detto "influencer marketing". Gli influencer, visti come: generatori di contenuto in grado di influenzare le attitudini dei propri followers e conseguenzialmente le loro decisioni di acquisto. Al contrario delle celebrità tradizionali che hanno avuto successo tramite i cosiddetti "mass media" e che intrattengono interazioni con i fans soltanto di tipo unidirezionale, non reciproco, gli influencer ottengono la loro fama coltivando una relazione di tipo bidirezionale con i followers, fatta di interazione e di reciprocità, attraverso i social media. Questo permette l'instaurarsi di un tipo di relazione fittizia e illusoria detta: relazione parasociale (PSR) che i followers instaurano con gli influencer e che sembra correlare positivamente con le intenzioni di acquisto e l'insorgere del materialismo nei piú giovani. Pertanto coltivare una relazione con i propri followers diventa una strategia di marketing fondamentale.Fattori quali intrattenimento del contenuto, credibilitá, attrattivitá e somiglianza percepita dai followers, correlano positivamente con lo sviluppo di una relazione parasociale. Infine è stato studiato lo stile di mediazione genitoriale, ovvero, la capacitá di mediare l'impatto che gli influencers hanno sulle intenzioni di acquisto dei propri figli. Lo stile di mediazione attivo (basato su un dialogo), al contrario di quello restrittivo (basato sul controllo), correla negativamente con il materialismo negli adolesce
joevar

Educare ai media - 4 views

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    Puntata del programma TV Generazione Digitale dedicata al tema dell'educazione ai media con la presenza di Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica), Nadia Moioli (docente scuola secondaria) e Mario Morcellini (mediologo). Nonostante la puntata sia del 2014 vengono discussi principi tutt'ora validi sull'approccio alla media education come le competenze da acquisire, gli strumenti, i rischi di un uso negativo dei media e i vantaggi della media education per contrastare il cyberbullismo. Tramite il dialogo con i ragazzi presenti in studio sono sollevate possibili obiezioni all'uso di videogiochi come strumento di apprendimento e le risposte. Sono inoltre presentati due casi studio di licei italiani sull'uso dei media per promuovere l'apprendimento della matematica e per spiegare i processi di creazione di un videogioco.
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    La rubrica Rai scuola - Generazione digitale, dedica una puntata al tema 'Educare ai media' nel corso della quale viene presentata un'introduzione chiara, semplice e autorevole alla Media education ovvero ai processi educativi necessari per consentire agli utenti, e in particolare ai giovani, di fruire correttamente e in maniera produttiva delle innumerevoli risorse che si possono trarre dai media. Partecipano alla trasmissione i professori Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica del sacro cuore, Nadia Amaroli (Istituto tecnico Valeriani di Bologna) e Mario Morcellini (Università La Sapienza Roma) e alcuni studenti. Tra i temi trattati: Come è possibile educare con i media attraverso un uso consapevole e sicuro; Obiettivo: governarli senza subirli; Organizzazione e dispositivi; Video, apps, videolezioni, videogiochi e al riguardo: pregiudizi e reali potenzialità didattiche educative, sviluppo di molteplici competenze e uso di diverse conoscenze. Funzione stimolatrice, cognitiva ed emotiva (specie se mediata dalla scuola). Nuove dinamiche relazionali tra docenti e studenti. I rischi di cyberbullismo e possibili sopravvalutazioni. Il bullismo, come sostiene il Prof. Morcellini, sembra diminuito da quando ci sono esperimenti di scuola digitale. Viene presentato un esempio di insegnamento della matematica utilizzando i media attraverso il Progetto 'We're ready for the future' - realizzato dagli studenti del Liceo scientifico Francesco Redi - che prevede la partecipazione diretta al processo di formazione. Il coinvolgimento degli studenti nella creazione di contenuti, videolezioni, applicazioni ha determinato una decisa svolta nei risultati didattici. Viene inoltre affrontato il tema del passaggio da una logica sequenziale, tipica del passato, a una ipertestuale sollecitata dall'uso dei media e in particolare dalla necessità di gestire numerose finestre aperte.
duccio2023

Scuola - Dalla Media Education alle New Media Education - 6 views

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    Questo articolo, scritto dalla Dott.ssa Doni, parte da alcune affermazioni di Len Masterman per definire la Media Education e dopo una panoramica storica della ME a livello internazionale e italiano, analizza alcuni punti fondamentali che la New Media Education deve affrontare, in ambito soprattutto italiano. La Dott.ssa Doni, in particolare, fa riferimento ad alcune considerazioni di Pier Cesare Rivoltella (Presidente e Direttore scientifico del Cremit) secondo il quale la New Media Education ha importanti sfide che l'attendono. Prima di tutto, partire dalla constatazione che le nuove tecnologie (smartphone, tablet etc) non permettono un controllo capillare e continuo di ciò che fanno i giovani con questi dispositivi. In secondo luogo, essi vanno educati non solo ad una lettura critica e responsabile dei media, maanche ad una scrittura degli stessi. Un terzo aspetto da tenere in considerazione è che i media non fanno parte del vissuto del giovane, ma è permeano completamente il tessuto sociale dei ragazzi di oggi. Infine, un aspetto che riguarda più specificatamente la scuola, ossia la necessità che la media education penetri in modo trasversale e olistico tutte le dimensioni dell'educazione.
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    Dott.ssa Teresa Doni, docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana, nonché presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) di Roma, analizza la nascita e la storia della media education nel panorama scolastico italiano ed internazionale, riflettendo in merito ai cambiamenti che la stessa ha offerto in campo educativo e comunicativo, volgendo altresì lo sguardo alle future sfide che il sistema scolastico dovrà affrontare al fine di adeguarsi all'evoluzione di tale rinnovato sistema culturale.
saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
giovanni59

La Cittadinanza Onlife e il contrasto alla 'povertà educativa digitasle' - 7 views

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    Dal 2021 (CREMIT) l'Università Cattolica ha utilizzato un nuovo costrutto: "povertà educativa digitale" per ampliare il concetto di "digital divide" legato alla privazione di tecnologie di accesso alla Rete, questo concetto si riferisce alla carenza di competenze digitali, ovvero carenza educativa, intese come nuovi alfabeti necessari nella società post-mediale per analizzare e fruire dei diversi contenuti digitali da parte degli "spettautori" del social Web e "cittadini onlife". Gli autori hanno presentato vari testi su questo costrutto (Pasta, Rivoltella, 2022), basandosi su uno strumento di rilevazione di dati su 1.976 studenti di 112 classi in 39 scuole secondarie di I grado di tutta Italia (Marangi, Pasta, Rivoltella, 2022). Né è nato un progetto triennale "Connessioni digitali" (2021-24) realizzato dal Cremit, Save the Children e la Cooperativa Edi Onlus e che coinvolge 100 scuole secondarie di I grado per un totale di 6.000 studenti e 400 insegnanti. Il progetto inserito nella didattica biennale di educazione civica basandosi su quanto teorizzato dagli autori, in merito alla povertà educativa digitale, si è strutturato in quattro newsroom (Scrittura online, Podcast, Digital Storytelling, Marketing sociale). Seguirà alla conclusione del primo anno didattico una valutazione di quanto realizzato dalle classi coinvolte rilevando la creatività e la capacità di produrre narrative e prodotti comunicativi per contrastare la povertà educativa digitale, utilizzando le quattro dimensioni di uso del digitale: l'accesso, l'analisi, la valutazione e la produzione. Infine, si valuterà come l'acquisizione di competenza digitale, sia un processo che consente il passaggio a future competenze per l'ambito lavorativo, che si attiva solo se si è capaci di trasformare le competenze individuali in pratiche sociali e nella costruzione di un vero e proprio design interpretativo e produttivo.
irenezara

Ripensare le mappe argomentative nei nuovi contesti multimodali: una revisione narrativ... - 3 views

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    In questo articolo del 2022, Francesca Crudele e Juliana Raffaghelli, analizzano, attraverso lo "snowball sampling", la necessità di creare strumenti a sostegno delle competenze argomentative e del pensiero critico, adattati ai contesti della nuova società post-digitale. Nel contesto attuale, è fondamentale un coinvolgimento attivo e critico con la società, ma non sempre siamo in grado di elaborare le informazioni disponibili e riflettere adeguatamente. Questo è particolarmente evidente con l'avvento dei new media, che hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare. Sebbene l'accesso e la diffusione delle informazioni siano diventati più semplici, serve una nuova "alfabetizzazione" per utilizzare i media in maniera critica. Tuttavia, le attuali strategie didattiche rimangono legate a informazioni statiche. Con l'emergere di contesti dinamici, l'educazione deve essere ripensata attraverso approcci innovativi, come l'uso di mappe argomentative adattate a dei testi dinamici. A partire da queste riflessioni, una revisione narrativa della letteratura ha evidenziato quattro concetti chiave: a) la logica argomentativa, dal parlato allo scritto; b) le mappe argomentative come supporto al pensiero critico; c) l'evoluzione del testo argomentativo, da analogico a multimodale; d) new media e alfabetizzazione digitale. Questa analisi ha contribuito a definire una cornice epistemologica per future ricerche, inclusa quella dottorale al centro dello studio. I risultati evidenziano l'importanza dell'argomentazione nella società post-digitale e suggeriscono un'indagine empirica sull'utilizzo delle mappe argomentative per promuovere la digital literacy.
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