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antonelladerosa

CYBERBULLISIMO-CAROLINA PICCHIO, ICONA DELLA LOTTA AL CYBERBULLISMO - 3 views

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    Siamo nel ventunesimo secolo, l'era del progresso e della tecnologia, l'era della digitalizzazione. Ogni giorno sempre più ragazzi e adolescenti spendono il proprio tempo su Internet, utilizzano i Social Network per tenersi in contatto con i propri amici, per scambiarsi messaggi, condividere foto e video. Nulla di male, non fosse che Internet è un mondo tanto complesso e spesso non si ha la consapevolezza del male che si può fare se non lo si usa nel modo corretto. Questa è la storia di Carolina Picchio, una delle ennesime vittime di cyberbullismo, conosciuto anche come bullismo in rete. Il 61% dei ragazzi al di sotto dei 21 anni ha subito almeno un episodio di cyberbullismo, ovvero un insieme di azioni aggressive realizzate mediante strumenti elettronici che hanno un grande obiettivo, quello di provocare un danno ad un coetaneo incapace di difendersi. Carolina, una ragazza come tante, dopo una pizza con gli amici, si chiude in bagno, sta male perché ha bevuto troppo e perde conoscenza. Un gruppo di ragazzi, che lei credeva suoi amici, l'accerchiano e simulano atti sessuali, quelle scene vengono riprese in un video che verrà postato sui social con l'intento di screditarla. Carolina sarà vittima di commenti denigratori ed insulti, la sua reputazione è stata compromessa, un peso insostenibile da sopportare, a tal punto che decide di togliersi la vita, gettandosi dalla finestra di camera sua. Probabilmente molti conoscono la storia di Carolina, così come quella di tante altre povere anime innocenti a cui è toccata la stessa sorte. A questo punto ci viene da chiederci: come possiamo fermare tutto questo? Se Carolina fosse ancora viva, sarebbe lì a raccontare la sua storia e forse potrebbe essere d'aiuto per qualcuno, ma Carolina non c'è più.. ma di chi è la colpa? Della società? Delle famiglie? Della scuola? Cosa possiamo fare in concreto perché storie come queste non si ripetano mai più? Sicuramente il problema di fondo è la mancanza di consapevolezza
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    dei giovani dello strumento che hanno tra le mani, bisognerebbe educarli al digitale, insegnargli a navigare il Web prima di permettergli di pubblicare foto e video in rete. E chi se non la scuola, che ha l'obiettivo di insegnare potrebbe svolgere questo compito? Inserire nelle scuole programmi formativi volti ad insegnare le dinamiche del web, la sicurezza in rete potrebbe essere un buon inizio. E perché no? Inserire nel programma didattico anche video come questo che potrebbero sensibilizzare ad un tema tanto importante e fare in modo che storie come quella di Carolina non si ripetano mai più.
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