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nicolabucci

"Didattica a distanza, così la tecnologia può restituire alla scuola alcuni v... - 3 views

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    L'emergenza mondiale dovuta alla pandemia da Covid-19 è stata nell'ultimo anno percepita come sinonimo di isolamento sociale e di un impoverimento delle attività ed efficacia scolastiche. C'è però un settore che è riuscito ad imporsi in maniera importante sul mercato grazie alla capacità di poter connettere studenti di diversi gradi e posizioni geografiche, in un momento storico in cui non era possibile ne la vicinanza fisica ne la frequenza scolastica: quello della didattica a distanza. La Regione Lombardia che è tutt'ora la protagonista indiscussa del massimo livello di contagio ha saputo mettere in campo un ottimo strumento per garantire sia l'istruzione che l'esercizio dei valori ad essa associati. Marzia Vacchelli docente presso il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Informazione e alla Tecnologia - Università Cattolica di Milano, spiega in questa interessante intervista come la Metodologia di Gestione della Classe Digitale dell'Università Cattolica - corso di formazione che ha frequentato - le ha dato la possibilità di sperimentare e formarsi circa il Metodo EAS (Episodi di Apprendimento Situato) il cui padre fondatore è il Prof. Pier Cesare Rivoltella. Nello specifico la grande innovazione di questa metodologia è stata la capacità di sapersi adattare alle esigenze di molti ragazzi, alcuni dei quali presentano disturbi di apprendimento, deficit e problematiche anche più gravi.
sabrinagargiuli

Bambini e computer: come cambia il modo di giocare e di imparare - 2 views

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    Interessante articolo delle dottoresse Silvia Dini e Lucia Ferlino, dell'istituto di tecnologia didattica di Genova del 2001 attraverso un'analisi attenta dei cambiamenti generazionali che sono avvenuti dagli anni '70, soprattutto per quanto riguarda il gioco dei bambini che si vede passare in modo veloce dalle bambole ai peluches interattivi,dai dischi ai DVD fino ad arrivare ai video giochi sempre più sofisticati- Mentre il modo di giocare del bambino si trasformava velocemente e definitivamente, la scuola dei piccoli che sottolineava con fervore l'importanza dell'apprendimento attraverso il gioco si arenava alle bambole. Ecco che l'interessante articolo ci mostra come e quali mezzi tecnologici hanno preziose finalità educative e didattiche. Dividendo in tre gruppi i software, Programmi di sviluppo e consolidamento delle abilità di base, Programmi caratterizzati dalla possibilità di manipolare la realtà di inventare di creare, Programmi di introduzione a contenuti di attività della scuola elementare. Un articolo ormai datato, nel frattempo i giochi proposti in quest'articolo sono superati. Interessante riflettere che ciò che poteva apparire facile e naturale nei primi anni del 2000 non viene ancora fatto nelle scuole dell'infanzia o almeno nel comune di Roma.
adrieldistasio

I media interattivi - tra i favoriti per l'apprendimento dei bambini - 2 views

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    Il seguente articolo, che costituisce una rassegna di studi sull'apprendimento infantile, è stato redatto da Heather Kirkorian, professore di sviluppo associato e studi di famiglia presso l'Università del Wisconsin, Madison. L'articolo è stato pubblicato sulla rivista americana, la 'Child Development Perspectives', appartenente alla 'Society for Research in Child Development'. Il tema affrontato riguarda l'apprendimento infantile attraverso i media, in particolare i media interattivi. Questi ultimi, secondo la ricerca, si sono dimostrati i migliori soprattutto tra i bambini più piccoli. A differenza dei bambini prescolari, infatti, i più giovani sfruttano l'interattività dei nuovi media, favorendo così l'apprendimento attivo, dove il bambino non è più solo destinatario delle informazioni, ma anche utilizzatore: apparentemente, fin dalla più tenera età, i piccoli riescono a comprendere quel che vedono sullo schermo e questo fa sì che i media tradizionali, come la TV, siano sì comunque fonte di informazioni, ma non soddisfano completamente i bisogni d'apprendimento dei bambini di oggi. Questo è dato dal fatto che il contatto ravvicinato coi nuovi media abitua fin da subito il bambino ad un'elaborazione di informazione ed un successivo uso di quest'ultima che la televisione non garantisce. Naturalmente, ogni infante è diverso, perciò il conseguente apprendimento non sarà da meno. Ciò non toglie, però, che i media non interattivi stiano lentamente per essere messi in secondo piano rispetto ai media interattivi e questo porrebbe nuove basi e nuovi traguardi per l'apprendimento di cui ancora non si conosce completamente la portata. Sia media interattivi che non, contribuiscono alla formazione dell'identità sociale del bambino, del suo comportamento e del suo giudizio.
maripedretto

Il Digital Video Sharing come pratica educativa - 3 views

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    Ho trovato in rete questo articolo del Prof. Filippo Ceretti, dell'Università di Bolzano, che affronta il tema delle condivisioni in rete dei video, tema molto diffuso, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che viene indicato con il nome di digital video sharing. Il fenomeno, grazie alla sempre maggiore facilità di produzione (soprattutto attraverso la foto-videocamera del cellulare) e alle comode possibilità di trasmissione dei propri contenuti attraverso i blog e le piattaforme social, come Facebook, Twitter, Youtube, è divenuto dilagante. Questo articolo lo considera da un punto di vista prettamente educativo ed evidenzia come tale pratica possa essere messa al servizio della costruzione e trasmissione culturale. Si avvicina all'idea di "Educare i Media", rispetto a "Educare ai Media" si tratta di una ricerca ancora in corso ma, a mio avviso, interessante.
ericalegari

Disturbi specifici dell'apprendimento e uso di tecnologie come supporto - 4 views

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    L'articolo tratta il tema dell'uso delle tecnologie nelle scuole, come strumento compensativo e di supporto per alunni DSA ovvero con disturbi specifici di apprendimento. In questo articolo si vuole sottolineare il ruolo fondamentale della tecnologia, utilizzata per migliorare e facilitare l'apprendimento dell'alunno con difficoltà e soprattutto aiuta a creare un clima di inclusione e appartenenza al gruppo. Spesso infatti, i bambini con difficoltà vengono isolati dal contesto classe, costretti a lavorare singolarmente con l'insegnante di sostegno e non partecipare alle attività della classe, ma questi strumenti compensativi vogliono proprio essere strumenti di "autonomia" per favorire appunto una ricerca autonoma e personalizzata, per far si che gli alunni possano affrontare gli stessi argomenti semplicemente con strumenti più adatti alle proprie capacità. Vengono illustrati molti strumenti compensativi tra cui computer e tablet che con i loro programmi facilitano l'apprendimento del bambino. Esistono ad esempio programmi di videoscrittura con correttore ortografico, libri digitali, audiolibri, software per mappe digitali che facilitano lo studio e così via. È molto importante però istruire gli insegnanti alle competenze tecnologiche per essere anche loro strumento di aiuto e non di ostacolo per i bambini con bisogni educativi speciali.
stema99

Didattica Problem & Project Based per l'innovazione a scuola - 9 views

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    L'articolo, redatto da una ricercatrice del MIUR, con annessa bibliografia, spiega cosa sia, punti di forza e opportunità che offre il project based learning. Un approccio all'insegnamento che pone maggiormente l'accento sull'apprendimento da esperienze complesse, orientate verso il raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo specifico formativo che potrebbero contribuire a migliorare l'efficacia e l'attrattiva del processo dell'insegnamento-apprendimento, produrre scenari di vita reale in aula, superando l'atmosfera di teoricità che solitamente si crea, creare stili di pensiero diversi, preparare a soluzioni creative e divergenti dei problemi della vita contemporanea. Consente di "imparare facendo", permettendo la costruzione di una conoscenza più autonoma e completa, dando priorità alla sperimentazione rispetto alla trasmissione dei saperi di tipo tradizionale. Permette quindi l'elaborazione di dati e concetti in un'esperienza immersiva e coinvolgente, soprattutto se integrato dalla tecnologia di realtà aumentata, divenendo così un possibile strumento di auto-apprendimento, rispetto alla trasmissione dei saperi di tipo tradizionale.
giovanni9

Ma i nativi digitali sono "illetterati digitali": ecco il ruolo della Scuola - 5 views

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    L'articolo apparso il 13 luglio 2018 su Agenda Digitale a firma di Vittorio Midoro, dirigente di ricerca CNR e membro del gruppo di lavoro del MIUR per la valutazione dell'uso dei dispositivi personali in classe, pone l'attenzione sul fatto che crescere all'interno di una società digitale non vuol dire essere "digital literate". Quindi egli continua riflettendo sul possibile ruolo della scuola nell'odierna società. Seppur la maggioranza dei ragazzi mostra padronanza nell'uso dei media digitali, è raro che qualcuno riesca a realizzare app, programmi o siti web per i quali sono richieste competenze specifiche difficili da acquisire informalmente. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a sviluppare abilità creative, di astrazione e di problem solving fin dai primi anni scolastici. Attraverso la Media Literacy si possono comprendere e valutare i diversi aspetti dei media e dei loro contenuti, nonché migliorare le abilità comunicative nei diversi contesti e creare prodotti mediali. Infatti, la comprensione della comunicazione implica il sapere analizzare e valutare i messaggi e saperli creare e condividere. Bambini e ragazzi sono sempre stati molto curiosi, ma oggi spesso non sono i genitori a rispondere alle loro domande, ma la rete. Alcuni studi hanno dimostrato però che i ragazzi adottano spesso strategie di ricerca delle informazioni piuttosto improvvisate e caotiche e hanno una scarsa capacità di valutare la qualità dell'informazione trovata. Inoltre essere sempre connessi non è detto che migliori la qualità delle relazioni. In rete vi è la tendenza a presentarsi con un'identità diversa dalla propria ed è difficile creare e sostenere relazioni profonde tra le persone. Per quanto riguarda l'apprendimento, l'autore dell'articolo cita Gardner per ricordarci che esistono diversi tipi di intelligenze. Queste vanno assecondate valorizzando quelle possedute e rafforzando quelle meno sviluppate. La scuola dovrebbe capire i ragazzi, i lo
abaggio

L'importanza dei social media per l'educazione e l'apprendimento - 8 views

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    Con la nascita dei social media nel web 2.5 si è giunti a un profondo cambiamento comunicativo e non solo, anche in ambito educativo. I giovani di oggi, figli della reta itc, si sono ritrovati in un ambiente di apprendimento collaborativo, basti pensare a wikipedia, dove tutti possono contribuire a inserire e modificare informazioni utili alla società. Gli utenti diventano così produttori di contenuti multimediali, producendo conoscenza. Da tutto ciò scaturisce la necessità di una educazione ai media da parte di educatori e formatori, per poter promuovere una conoscenza relativa a queste nuove tecnologie, e promuovendo l'uso positivo di esse.
bordigoni

Guida alla valutazione di un programma di educazione ai social media - 18 views

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    Trovo interessante la guida (scaricabile dopo la compilazione del form a cui si accede dal link sopra) perché partendo dai dati emersi da una ricerca sull'uso dei social media nelle imprese (che evidenza un notevole divario tra quello che le imprese si aspettano che i loro dipendenti sappiano e ciò che sanno realmente sui social media), propone un impianto di programma di formazione personalizzabile sui social media basato su: la gestione dei clienti e del mercato, l'uso dei social media, lo sviluppo della leadership. In particolare trovo interessante questa guida perché considera sia l'aspetto dell'addestramento ai social media che l'educazione afferente gli aspetti del mercato e del governo dell'impresa attraverso la lettura delle dinamiche emergenti e di come queste possono essere gestite con la "nuova" tecnologia. La guida inzia con "Empower your Workforce" a sottolineare la finalità principale del programma di educazione. Tutto questo a conferma di quanto viene evidenziato all'interno del ns. corso di studi. La guida è stata pubblicata da Hootsuite, un'impresa leader nel settore dei sistemi di analisi e gestione dei social network; la ricerca citata è stata realizzata da altimeter, società leader nelle ricerca e nella consulenza strategica sulle tecnologie "disruptive".
bmilena

La Media Education nell'ambito della formazione scientifica STEM (Science, Technology, ... - 7 views

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    L'articolo cita la teoria di Grace Reid e Stephen Norris circa la necessità della "Science Media Education (SME)" in relazione all'educazione scientifica. In particolare si evidenzia la necessità di utilizzare in maniera critica e selettiva i mezzi di comunicazione per un apprendimento corretto. La Media Education dovrebbe essere parte integrante dalla formazione scolastica primaria. All'interno dell'articolo l'autore critica parzialmente tale teoria ritenendo che l' utilizzo della media education in ambito scientifico non sia sufficiente e sostenendo il concetto di Information Literacy in cui gli studenti rafforzino le loro conoscenze attraverso l'applicazione pratica delle conoscenze.
mcoletta1

L'impatto della rivoluzione digitale e delle nuove tecnologie della comunicazione - 7 views

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    Analizzando il tema della rivoluzione digitale nell'articolo si constata in primis che la scuola italiana è in ritardo rispetto ad altri paesi del mondo non per scarsa propensione della popolazione ma per reali GAP strutturali legati a scarsi e non coordinati investimenti. La realtà dei "nativi digitali" è il "materiale" su cui la didattica futura dovrà incentrarsi, nativo digitale sostiene Paolo Ferri è colui che non ha memoria del momento in cui internet è arrivato a casa, quindi i ragazzi nati dal 2000 in poi. Sono ragazzi che da sempre utilizzano mezzi di comunicazione eterogenei dagli schermi interattivi (tablet, smartphone, smart TV) ai tradizionali quaderni e libri per cui il codice alfabetico è uno dei codici utilizzabili e va di pari passo con le variabili visive (immagini fisse o in movimento) e sonore. Di fronte a questo scenario risulta evidente che la didattica tradizionale per assorbimento stratificato della scuola tradizionale risulta obsoleta: "da casa a scuola un percorso indietro di 30 anni". I nuovi scenari tecnologici consentono la messa in campo di nuovi paradigmi didattici che si avvalgono di varie strategie orientate al problem solving e spostano quindi l'ottica operativa verso l'apprendere mediante il fare. Le neuroscienze confermano queste differenze, gli studi sulla plasticità neuronale infatti mostrano che sono diverse le aree di attivazione in base al tipo di attività svolta (lettura su carta vs lettura su video, uso di videogames, ecc.) risulterà quindi inevitabile organizzare per i nativi digitali stili educativi sempre più in linea al loro differente stile di apprendimento (rispetto alle precedenti generazioni) dovuto alla molteplicità delle possibilità di input. Sarà da prediligere la modalità interattiva a quella meramente trasmissiva. Lo scenario ipotizzato in Italia è che intorno al 2025 si raggiungerà la condizione attuale degli USA .
mturco92

VIDEO Daphne Bavelier: Il vostro cervello sotto l'effetto dei videogiochi | TED Talk - 3 views

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    La ricercatrice cognitiva Daphne Bavelier, risponde con una serie di esperimenti in laboratorio a due delle più comuni affermazioni sui videogiochi, ed il risultato è sorprendente: I videogiochi d'azione migliorano la plasticità del cervello,l' apprendimento e la visone. Giocare ai videogiochi peggiora la vista? E' forse uno delle più comune affermazioni, stare troppe ore davanti a uno schermo peggiora la vista. Daphne grazie ai suoi studi illustra però come in realtà i videogiocatori riconoscano non solo più dettagli ma anche più gradazioni di grigio rispetto alla media. I videogiochi portano a problemi dell'attenzione e una maggiore tendenza a distrarsi? Daphne fa un piccolo esperimento in studio dove mostra parole dal testo colorato e chiede al pubblico di annunciarne il colore, quando però le parole rappresentano semanticamente un colore diverso dal colore del testo si crea un conflitto e diventa difficoltoso per il pubblico in studio rispondere correttamente, illustra poi i risultati ottenuti dai videogiocatori, che in media sono migliori. Svolge poi un piccolo esperimento relativo all' abilità di tracciare gli oggetti in movimento. Vengono mostrate a schermo delle "faccine" in movimento randomico, 3 di esse sono dapprima colorate di blu, per poi diventare gialle come tutte le altre. Si chiede al pubblico di ricordare quali fossero quelle blu in principio. E mentre il pubblico già fatica a discernerne 3 i gamers arrivano a tracciarne e ricordarne sino a 7. La ricercatrice espone poi i miglioramenti dei videogiocatori nel lobo parietale, frontale e cingolata anteriore, capaci di migliorare il "multitasking" che non ha niente a che vedere con il "multitasking" di chi si dice multimedia-tasker che secondo uno studio dell'Università di Stanford è in realtà inefficiente. Daphne paragona infine i videogiochi all'uso del vino, se usati coerentemente ed efficacemente possono essere molto utili ma non bisogna esagerare (binging)
massimo30

Insegnanti 2.0: come e cosa insegnare ai nativi digitali - 5 views

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    Insegnanti 2.0 è un blog nato per favorire un nuovo tipo di apprendimento che possa avvenire in una regione di incontro tra la scuola e il mondo esterno ad esso. Il blog permette un accesso crossmediale essendo disponibile non solo su web ma anche attraverso i social network come facebook e twitter oltre che su youtube. Nel menù si trova una voce bookmarks che ci permette di accedere ad altre risorse in rete nei diversi ambiti di interesse della "nostra" materia; sono, poi, ospitati interventi teorici, storie, proposte di produzione, bandi, ecc.
csileo

media education: un laboratorio fuori dall'aula - 3 views

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    Un'esperienza di media education vissuta al di fuori del contesto scolastico e calata nella realtà territoriale cittadina. È stato realizzato, mediante l'utilizzo di un'app di geolocalizzazione, un itinerario interattivo nella città di Lucca, che indica alcuni servizi presenti all'interno delle mura cittadine rivolti a famiglie, ciclisti e turisti. Un progetto che ha permesso agli alunni di diventare i veri protagonisti della propria formazione.
amontalbetti

L'utilizzo delle mappe concettuali nella didattica - 5 views

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    L'articolo si propone di offrire uno spunto di riflessione sulla potenzialità delle mappe concettuali nella didattica. Le mappe concettuali, vengono utilizzate in misura crescente in tutte le attività didattiche: nelle scuole o in qualsiasi ambito di apprendimento, anche lavorativo, in quanto ritenute efficaci strategie per stimolare un apprendimento attivo, significativo (in grado di modificare le strutture cognitive del soggetto) contrapposto all'apprendimento meccanico. Questo strumento consente di connettere vari concetti, evidenziando le eventuali relazioni fra concetti diversi. Attraverso un grafico, il soggetto rappresenta le proprie conoscenze relativamente ad un argomento,. Ciascuno diviene quindi autore del proprio percorso di conoscenze, che potranno poi essere utilizzate per risolvere problemi, creare opportunità, acquisire concetti in ambiti diversi.
dharmha833

Le selezioni di Oxford si aprono all'apprendimento significativo - 3 views

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    Nell'articolo si annuncia che Oxford, non si baserà più soltanto su dei test con dei range di risultati molto limitati, ma viene inserito una prova di ragionamento e di problem solving, che aprono le porte all'apprendimento significativo e alla media education , dato che si troveranno tutte le modalità online, sul sito di questa prestigiosa università.
giovy93

Media education nella scuola primaria - 9 views

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    L'articolo descrive la contrapposizione tra la cultura scolastica e quella dei media. Inoltre evidenzia l'importanza di considerare i due approcci come un'integrazione utile all'apprendimento significativo per i studenti.
lcaponetti

LA RADIO ALLA SCUOLA PRIMARIA PER UN CURRICOLO MEDIA EDUCATIVO - 2 views

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    Interessante progetto condotto con gli alunni di terza elementare che sono stati impegnati in un'attività di analisi della produzione radiofonica, attraverso la redazione di 4 radiogiornali. Questo progetto ha contribuito ad una conoscenza più approfondita della radio, considerato un media più tradizionale rispetto ai media digitali, e del linguaggio radiofonico in particolare riferito al radiogiornale; sono state sviluppate anche altre conoscenze cognitive quali, analisi del linguaggio radiofonico, ricerca ed informazione sugli argomenti trattati che sono stati valorizzati da una metodologia basa sull'apprendimento collaborativo. Infatti è proprio attraverso l'apprendimento collaborativo che avviene il consolidamento della conoscenza del media dal punto di vista cognitivo. Durante la fase di audioregistrazione delle notizie prodotte, la concentrazione degli alunni era ai massimi livelli, riscontrata anche dai feedback delle docenti. Entrambi gli attori coinvolti docenti e alunni hanno espresso una valutazione positiva del progetto. Pertanto questo studio ha contribuito ad una conoscenza più approfondita del media, sia da un punto di vista teorico e pratico e al consolidamento delle conoscenze su più aree cognitive.
orchidea72

Tutoring con le nuove tecnologie per ridurre l'insuccesso scolastico e favorire l'appre... - 4 views

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    L'articolo descrive il Progetto di tutoring ,realizzato dal Comune di Torino e dall' Università di Torino con l'ausilio delle nuove tecnologie, quali una piattaforma integrata sia con un ambiente di calcolo evoluto che consente anche l'autovalutazione,sia con sistemi di tutorato a distanza, per ridurre l'insuccesso scolastico e favorire l'apprendimento della matematica nella scuola secondaria. Questo modello,come rilevano le analisi e la valutazione dei questionari finali, si è rivelato efficace e di notevole sostegno soprattutto nel periodo particolarmente delicato che corrisponde con la fine della scuola secondaria di primo grado e l'inizio di quella di secondo grado.In questa fase adolescenziale e di transizione infatti, i ragazzi tendono ad avere un calo nella motivazione allo studio,ad essere poco interessati e spesso sfiduciati, fino a decidere molto spesso di abbandonare la scuola.
elyferro

EAS Episodi di Apprendimento Situato - 1 views

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    Oggi la formazione dei ragazzi passa attraverso i media, la famiglia e la scuola. La scuola in alcuni casi integra, in molti sostituisce: non in tutti i contesti famigliari è possibile creare le condizioni per il formarsi di una cultura adatta al mondo di oggi. L'EAS in ogni sua fase può essere diversificata, obbligando a prendere atto che la classe non è mai compatta ma ricca di differenze. Il docente deve essere in grado di trovare elementi interessanti e validi per rendere possibile un uso selettivo e pensato della tecnologia, proponendo molteplici esperienze laboratoriali (learning by doing). Focalizzare l'intervento sull'apprendimento significativo e su una conoscenza situata per stimolare la capacità di recuperare informazioni, di produrre artefatti e di riflettere sui processi attivati (meta cognizione). A fronte del bombardamento di informazioni cui tutti siamo sottoposti bisogna insegnare ai ragazzi a crearsi delle mappe, delle strade e degli spazi di concentrazione. L'EAS favorisce una assimilazione profonda dei contenuti con il ripetuto tornare sulle stesse cose e, di conseguenza, promuove lo sviluppo della consapevolezza critica e della responsabilità delle persone. Oggi, l'educazione consiste nel creare le condizioni perché il soggetto possa fare empowerment, ovvero sviluppi la capacità di controllarsi da sé, di gestirsi da sé, di difendersi da sé.
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