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anonymous

Media and Information Literacy. Curriculum for Teachers - Unesco - 5 views

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    a questo link è possibile scaricare il "MIL Curriculum for teachers" prodotto dall'Unesco, cui la prof.ssa Sherri Hope Culver fa riferimento nelle sue lezioni. Il testo è disponibile in varie lingue.....ma non l'italiano. E' un testo di fondamentale importanza perché riconosce la necessità di una formazione ai media per poter garantire lo sviluppo democratico delle popolazioni, attraverso la partecipazione attiva e critica (critical thinking) dei cittadini. Inoltre è importante per l'approccio olistico ai media, includendo quindi non solo i media "tradizionali" (radio, tv, stampa), ma anche quelli "nuovi", come internet. In particolare il testo è rivolto agli insegnanti che si occupano di media literacy, fornendo, fra le altre cose, delle linee guida sulle competenze che gli insegnanti devono acquisire per poi trasferirle ai propri studenti.
luanasam

Is your school district in Rhode Island teaching media literacy? - The Boston Globe - 2 views

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    La reporter Alexa Gagosz in questo recente articolo scritto per il Boston Globe nella rubrica settimanale "Innovators", solleva un'importante questione diretta alla comunità del Rhode Island, U.S.A. "Is your school district in Rhode Island teaching media literacy?" Il suo articolo è basato su un resoconto rilasciato dal Media Education Lab della Rhode Island University guidata dal direttore Renee Hobbs, che attesta la mancanza di una educazione nell'alfabetizzazione mediatica nella scuola elementare e secondaria, seppur nel 2017 sia stata emanata una legge, approvata dall'Assemblea generale del Rhode Island, che impone al dipartimento dell'istruzione statale di considerare l'inclusione dell'alfabetizzazione mediatica nel piano di istruzione di base dello stato. Nell'articolo vengono riportati diversi studi tra cui uno del professore della Massachusetts Institute of Technology, David, G., Rand che provano come Toxic News, disinformazione e incomprensione dei media possono influenzare il benessere economico, sociale e politico aumentando la discrepanza nel giudizio tra ciò che è vero e ciò che non lo è. La reporter conclude l'articolo con una serie di domande rivolte alla Hobbs, direttore della RI University, riguardo la ricerca. L'articolo riporta inoltre, in forma completa di 28 pagine, la Statewide Survey di Renee e colleghi sponsorizzata dalla Social Science Institute for Research Education and Policy (SSIREP)
cosmopolita

UNESCO-UNAOC UNITWIN on Media and Information Literacy and Intercultural Dialogue - UNAOC - 6 views

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    Democrazia 2.0 e partecipazione politica tramite dialogo interculturale, una grande sfida. Una nuova dimensione chiave per tutte le istituzioni per costruire coesione sociale, riconciliazione tra le persone e pace tra le nazioni. Secondo l'UNESCO la mutua comprensione, il rispetto e l'uguale dignità di tutte le culture è il prerequisito per la riuscita. Internet permette di viaggiare senza muoversi, ma dall'altra Internet crea equivoci culturali, pertanto bisogna lavorare per il dialogo interculturale e fare in modo che si raggiunga il secondo livello, quello della comprensione. E' necessario quindi avere pluralismo culturale a livello locale, regionale e nazionale. L'Alleanza delle Nazioni Unite delle civiltà (UNAOC) è stato istituito nel 2005, con l'iniziativa politica di Kofi Annan e un gruppo di esperti ad alto livello che ha esplorato le radici della polarizzazione tra le società e le culture di oggi, e raccomandato un programma concreto di azione per affrontare questo problema. La relazione del gruppo ha fornito analisi e proposto raccomandazioni pratiche che costituiscono la base per il piano di attuazione individuando quattro settori prioritari di intervento: Istruzione, gioventù, migrazione, Media. Le attività del progetto UNAOC sono formate intorno a queste quattro aree, che possono svolgere un ruolo fondamentale nel contribuire a ridurre le tensioni interculturali e di costruire ponti tra le comunità. UNESCO e UNAOC hanno creato UNITWIN ('abbreviazione per il gemellaggio dell'Università e Programma Networking globale), un modo per promuovere la ricerca, la formazione e lo sviluppo del programma in tutti i settori di competenza dell'UNESCO con la costruzione di reti universitarie e incoraggiando la cooperazione interuniversitaria attraverso il trasferimento di conoscenze e dialogo interculturale con l'uso della MIL - Media and Information Literacy - come catalizzatore critico per la partecipazione civica, la democrazia e lo sviluppo
gbartolomei1

Il Mulino - Rivisteweb: Educare alla cittadinanza digitale nell'era della platform society - 2 views

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    Un saggio breve, ma decisamente denso, che offre molteplici spunti di riflessione sugli obiettivi dell'educazione civica digitale nell'era della platform society, la digital literacy education, il cyberbullismo, l'hate speech e la necessità di un'adeguata digital citizenship education. L'autore evidenzia che gli educatori devono affrontare una nuova sfida: innalzare la capacità critica degli studenti relativa ai meccanismi e al ruolo delle piattaforme digitali nella società odierna, per favorire lo sviluppo di un pensiero critico e la responsabilità, elementi indispensabili per agire consapevolmente ed esercitare la digital citizenship, con particolare riferimento alle dimensioni Ethics, Media and Information Literacy (MIL), Participation/Engagement (P/E), Critical Resistance (CR). Questa sfida per gli insegnanti, seppur sfida complessa, si configura come una stimolante opportunità per progettare, negoziare, condividere e sperimentare un percorso con i propri studenti!
giovanni9

Ma i nativi digitali sono "illetterati digitali": ecco il ruolo della Scuola - 5 views

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    L'articolo apparso il 13 luglio 2018 su Agenda Digitale a firma di Vittorio Midoro, dirigente di ricerca CNR e membro del gruppo di lavoro del MIUR per la valutazione dell'uso dei dispositivi personali in classe, pone l'attenzione sul fatto che crescere all'interno di una società digitale non vuol dire essere "digital literate". Quindi egli continua riflettendo sul possibile ruolo della scuola nell'odierna società. Seppur la maggioranza dei ragazzi mostra padronanza nell'uso dei media digitali, è raro che qualcuno riesca a realizzare app, programmi o siti web per i quali sono richieste competenze specifiche difficili da acquisire informalmente. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a sviluppare abilità creative, di astrazione e di problem solving fin dai primi anni scolastici. Attraverso la Media Literacy si possono comprendere e valutare i diversi aspetti dei media e dei loro contenuti, nonché migliorare le abilità comunicative nei diversi contesti e creare prodotti mediali. Infatti, la comprensione della comunicazione implica il sapere analizzare e valutare i messaggi e saperli creare e condividere. Bambini e ragazzi sono sempre stati molto curiosi, ma oggi spesso non sono i genitori a rispondere alle loro domande, ma la rete. Alcuni studi hanno dimostrato però che i ragazzi adottano spesso strategie di ricerca delle informazioni piuttosto improvvisate e caotiche e hanno una scarsa capacità di valutare la qualità dell'informazione trovata. Inoltre essere sempre connessi non è detto che migliori la qualità delle relazioni. In rete vi è la tendenza a presentarsi con un'identità diversa dalla propria ed è difficile creare e sostenere relazioni profonde tra le persone. Per quanto riguarda l'apprendimento, l'autore dell'articolo cita Gardner per ricordarci che esistono diversi tipi di intelligenze. Queste vanno assecondate valorizzando quelle possedute e rafforzando quelle meno sviluppate. La scuola dovrebbe capire i ragazzi, i lo
bmilena

La Media Education nell'ambito della formazione scientifica STEM (Science, Technology, ... - 7 views

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    L'articolo cita la teoria di Grace Reid e Stephen Norris circa la necessità della "Science Media Education (SME)" in relazione all'educazione scientifica. In particolare si evidenzia la necessità di utilizzare in maniera critica e selettiva i mezzi di comunicazione per un apprendimento corretto. La Media Education dovrebbe essere parte integrante dalla formazione scolastica primaria. All'interno dell'articolo l'autore critica parzialmente tale teoria ritenendo che l' utilizzo della media education in ambito scientifico non sia sufficiente e sostenendo il concetto di Information Literacy in cui gli studenti rafforzino le loro conoscenze attraverso l'applicazione pratica delle conoscenze.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
sarahmaghetta

La funzione della scuola nella cittadinanza digitale | Agenda Digitale - 7 views

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    "a scuola è arrivata l'ora della cittadinanza digitale" è un articolo di Sandra Troia apparso su "AGENDA DIGITALE" il 31 Marzo di quest'anno. L'autrice afferma che la scuola deve preparare i giovani a diventare cittadini digitali in un mondo caratterizzato dall'interconnessione. Nei programmi scolastici la competenza digitale è sempre stata una sorta di "cenerentola" a causa della carenza di strumenti, ma soprattutto perchè non appartenente alla nostra tradizione culturale e quindi è stata vista con diffidenza. Spesso i progetti scolastici sono stati più orientati al packaging accattivante che alla reale esperienza di information literacy . I media non sono una moda ma "il nastro trasportatore" dell'innovazione del paese. Il piano nazionale digitale stabilisce che attraverso programmi mirati la scuola deve insegnare il valore e il ruolo dei dati immessi in rete e fare in modo che l'utente non sia prigioniero del filter bubble. I programmi devono essere integrati e non solo "aggiunti" a quelli scolastici già esistenti. Il WORLD ECONOMIC FORUM nel 21 st Century Skills individua 16 competenze digitali che devono essere possedute dagli allievi,dai formatori e dai docenti. La scuola deve mettere il cittadino nella condizione di governare autonomamente l'incertezza della fluidità sociale e della grande massa di informazioni accessibili; deve sviluppare la capacità di accedere autonomamente agli ambienti virtuali delle istituzioni italiane e d europee come indicato nella Strategia Europa 2020.
annaverrino

Il Comune di Milano avvia un progetto di alfabetizzazione ai media - 2 views

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    Il Sistema bibliotecario di Milano ha installato un programma gratuito di media literacy sui PC di tutte le 26 biblioteche pubbliche. La società americana Newsguard che già lavora con oltre 600 biblioteche negli Stati Uniti e in Europa, fornisce un'estensione per il browser dotata di schede informative redatte da giornalisti esperti, in modo che gli utenti siano liberi di navigare in rete e sui social ma abbiano a disposizione uno strumento che li aiuti a riconoscere notizie false, cattiva informazione e disinformazione. Le schede, relative a migliaia di siti italiani e internazionali, forniscono informazioni sulla credibilità del giornalista, l'adesione a campagne politiche, chi finanzia il sito per cui scrive, gli scopi ed obiettivi politici o economici che guidano i contenuti.Si tratta di elementi indispensabili per comprendere su quali fonti l'utente si sta informando e in pochi minuti avere un quadro sulla credibilità e trasparenza del media consultato. Un ottimo strumento che insieme a seminari e webinar con i professionisti, favorisce l'acquisizione di competenze nella ricerca di informazioni e la capacità di valutazione dei risultati
daniacappa

Sviluppare le abilità di pensiero critico attraverso l'uso creativo dei meme - 3 views

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    In questo articolo di luglio 2023 vengono illustrati i risultati di di uno studio relativo all'utilizzo dei meme come strumento didattico su un campione di studenti universitari. La ricerca analizza come i meme, che spesso vengono utilizzati online per diffondere disinformazione e fake news, possano favorire lo sviluppo del pensiero critico se si viene "educati" a costruire e decostruire il loro significato. Attraverso apposite rubriche per l'analisi dei meme, questionari somministrati ai partecipanti allo studio, laboratori sull'utilizzo dei meme, gli studenti hanno evidenziato come, lo studio di questa particolare forma di comunicazione li stimolasse ad interessarsi agli argomenti trattati anche grazie all'umorismo e al clima rilassato che si creava in aula.
giancarlobelvito

Alfabetizzazione mediatica, di educazione ai media, della tecnologia dell'informazione ... - 6 views

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    Mi è sembrato interessante condividere uno studio di uno dei paese più importanti in via di sviluppo. Ho trovato questa ricerca effettuata dal dipartimento Department of library and Information Science, University of Calcutta, da mie ricerche una università , riconosciuta a livello internazionale e complice di varie collaborazioni con università Inglesi e Americane. La ricerca organizzata riguarda lo studio sulla consapevolezza ai media e educazione ai media tra gli utenti della biblioteca universitaria in India, eseguita da studenti del Dipartimento di biblioteconomia e scienza dell'informazione, Università di Calcutta. Lo studio coinvolge 50 studenti della università di Calcutta, gli obbiettivi sono lo studio di alfabetizzazione mediatica e educazione ai media e il ruolo dei media tra gli studenti e il loro uso, e la capacita di rivisitazione delle informazioni attraverso i diversi media. Lo studio evince l'importanza della alfabetizzazione mediatica e l'educazione ai media sono molto legate e ora mai parte integrante della nostra vita di tutti i giorni nella ricerca è evidenziato come una non corretta conoscenza dei concetti di alfabetizzazione porta a una mancata comprensione e errato utilizzo dei nuovi media e solo una analisi critica permette un loro utilizzo cosciente e una possibile miglioramento. Riferimenti dello studio sono di ottimo livello, forse poteva essere eseguita su un campione maggiore di studenti. http://www.caluniv.ac.in/ Articolo del June, 2015
catiagrandi

Media, communication and learning: a review of relations between word, image and action... - 1 views

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    Among the issues that matter most to today's scholars dealing with relationships and mutual influences between Cognitive Science and TD there 'certainly that concerns the character and nature, according to many revolutionary, the Information and Communication Technologies are showing in the cognitive 'human and how' of learning.
gscarpi

Evaluating Information: The Cornerstone of Civic Online Reasoning - 6 views

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    Una ricerca della prestigiosa Stanford University fa davvero cascare le braccia. Gran parte degli studenti di scuola superiore e perfino universitari fanno fatica a identificare fake news e articoli sponsorizzati, o peggio ancora "bevono" le informazioni in modo del tutto acritico. Ricercatori della Stanford hanno selezionato notizie, tweet e fotografie su internet, chiedendo poi a studenti di varia età ed estrazione sociale di spiegare se le fonti fossero attendibili o no, e perché. Vi invito a scaricare il PDF che trovate nella web page e leggerlo. Non spaventatevi per le 29 pagine, l'articolo è pieno di immagini ed è molto divertente! Il "sugo di tutta la storia" (come direbbe il Manzoni) è che bisognerebbe educare le giovani generazioni ad un uso critico dei media online - e questo penso valga non solo per gli amici americani ma anche per i nostri ragazzi. Su un solo punto dissento con gli autori: la loro speranza che i "policy maker" siano interessanti ad avere attorno a sé persone con il cervello acceso.
aissela

Esperienze di inclusione di bambini e giovani nell'educazione ai Media - 4 views

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    Questo articolo esplora come il concetto di inclusione può essere affrontato nell'educazione dei bambini e dei giovani sui media. Negli ultimi anni l'agenda dell'educazione ai media si è concentrata sulla progettazione di programmi per responsabilizzare e includere gli emarginati sociali. L'educazione ai media deve insegnare ai discenti ad arrivare a scelte informate, critiche, coerenti con i propri valori e che gli permettano di prendere posizione contro gli stereotipi negativi verso le diversità. Questa libertà consente agli studenti di sentirsi inclusi nella loro esperienze educative. Utilizzando un approccio di studio di casi multipli, in questo articolo vengono presentati tre casi in cui i programmi di educazione ai media sono stati forniti a studenti nella Repubblica ceca. Il primo caso è un programma volto a coltivare l'alfabetizzazione mediatica degli studenti e incoraggiare la loro partecipazione civica. Il secondo caso è un programma che promuove la cooperazione dei bambini con i loro coetanei con i media in una società diversificata. Il terzo è un programma di educazione ai media basato sull'autoriflessione guidata degli studenti sulle loro esperienze con i media. Nonostante le numerose differenze che presentano questi approcci alla promozione dell'inclusività, emerge che ciascuno di essi ha il potenziale per contribuire alla creazione di una società più inclusiva che rispetta la diversità.
alessiacambi

L'impatto dell'alfabetizzazione mediatica e informativa sull'acquisizione da parte degl... - 3 views

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    In questo articolo scritto da Reem M. Al Zou'bi Dr. si mette l'accento sull'importanza che ha al giorno d'oggi fornire una buona istruzione sull'alfabetizzazione mediatica ed informativa, per permettere a sempre più persone di riuscire a non cadere nelle notizie false che circolano con maggiore frequenza in rete. L'articolo riporta l'esempio della massiccia distribuzione di notizie false nel periodo storico appena vissuto, quello dell'espansione del COVID-19. Ad esempio gli utenti del social media hanno descritto metodi di prevenzioni e di cure nei confronti della malattia prive di fondamento scientifico e medico, sfruttando la paura degli utenti nei confronti della malattia. I risultati riportati in questo articolo dimostrano che lo studio della MIL ha un impatto positivo sull'acquisizione di conoscenze degli studenti, rendendo loro le competenze necessarie per rilevare le notizie false.
saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
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