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walterguidotti

Internet in adolescenza: normalità, dipendenza e ritiro sociale | Psicologia ... - 5 views

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    Questo articolo di Matteo Lancini e Tommaso Zanella presente anche nel numero 270 della rivista "Psicologia"sottolinea la mancanza di giudizio di molti adolescenti nell'uso di uno strumento utile e costruttivo ma che se non viene utilizzato in modo corretto può avere effetti devastanti. L'attenzione è sul non demonizzare l'uso dei videogiochi o altro aspetto di internet ma contestualizzare eventuali abusi al singolo individuo
flyingsimon

Teaching social media 5: reflections | David Buckingham - 3 views

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    Ultimo di cinque articoli dedicati all'insegnamento dei social media, Buckingham conclude con una riflessione di ampio respiro, che prende in analisi le criticità che la media education ha da sempre incontrato, le difficoltà di concettualizzarla per poterne assicurare un'istitualizzazione a livello governativo. L'avvento del web 2.0 ha in parte messo in discussione la media Education "vecchio stile", ma Buckingham sottolinea che i concetti chiave rimangono gli stessi, riconoscendo la necessità di declinarli in un contesto più ampio per attualizzarli con i nuovi media. I quali, divenendo sempre più accessibili, permettono un massiccio coinvolgimento degli studenti nella produzione dei media, la qual cosa è auspicata e sostenuta dall'autore per garantire lo sviluppo di quel pensiero critico che è fondamento della media education.
manuelapivetta

Media Education e formazione docenti: contestualizzare le esperienze videoludiche dei p... - 4 views

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    In questo articolo scritto dal professor Todino e dai ricercatori dott. De Simone e Di Tore dell'Università di Salerno, vengono proposti alcuni spunti di riflessione sul possibile processo di insegnamento-apprendimento tramite i videogames. Nello specifico, oggigiorno non si può negare che i videogiochi siano entrati a far parte integrante della vita quotidiana degli adolescenti. In questo caso la questione che ci si dovrebbe porre è: questo tipo di divertimento può fornire esperienze ben organizzate, sequenziali, progressive e fruttuose? Ricordando il famoso pedagogista John Dewey, il quale sottolineava come tutte le esperienze non siano ugualmente educative, appare necessario calare tale pensiero nell'ambito dell'esperienza videoludica. La soluzione proposta dai professori dell'Università di Salerno è quella di far vivere i videogames come esperienze didattico-educative, capaci di veicolare valori culturali, scegliendo solo quelli che soddisfino determinati parametri. Appare fondamentale in questo percorso la figura del Media Educator, un insegnante che individui strategie d'intervento mirate, valutando non solo l'età del discente ma anche le diverse tipologie di gioco. Non a caso il Media Educator dovrà scegliere videogiochi in base alla trama, alla qualità del problem-solving ed alla collaborazione tra giocatori, evitando quelli che possano contenere elementi di stress, sfavorendo videogiochi "centrifughi" e "destabilizzanti" e proponendone altri che siano in grado di creare nuove conoscenze, abilità, competenze atte a favorire una crescita personale. Crescita che può avvenire tramite "il principio di continuità", visto che i ragazzi tendono naturalmente a rivivere le esperienze di gioco. Alla luce di tutto ciò appare essenziale un'integrazione scuola-educazione-new media mediata da figure specialistiche.
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