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dmugna

The Surprising Creativity of Digital Evolution: A Collection of Anecdotes from the Evol... - 5 views

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    In questo articolo si parla di come l'evoluzione non si limita al mondo naturale ma si estende anche agli organismi artificiali. Il processo di evoluzione è un processo algoritmico che trascende il substrato in cui avviene, studi di evoluzione digitale hanno fornito esempi di come gli algoritmi digitali abbiano sovvertito bugs non riconosciuti nel loro codice, producendo adattamenti inaspettati o producendo comportamenti simili riscontrati in natura. L'evoluzione digitale trae ispirazione dall'evoluzione biologica. I ricercatori studiano i processi evolutivi che si verificano nei substrati digitali, e l'idea generale alla base di questo studio è che esistano dei principi astratti alla base dell'evoluzione biologica che sono indipendenti dal mezzo fisico, e che possano quindi essere implementati e studiati all'interno dei computer. L'evoluzione digitale può avvenire se vengono soddisfatte le tre condizioni: (1) replicazione (2) variazione (mutazione), (3) fitness differenziale (competizione). In natura la replicazione di molecole genetiche e la variazione avvengono attraverso meccanismi come errori di copia e ricombinazione genetica, la selezione nell'evoluzione biologica deriva dal mondo in cui la sopravvivenza e la riproduzione sono un requisito logico per la sopravvivenza del materia genetico di un organismo. L'idea alla base dell'evoluzione digitale è che i processi che soddisfano questi ruoli di replica, variazione e selezione possano essere implementati in un computer riusando in un algoritmo evolutivo (EA). Si definisce dunque l'evoluzione digitale come processo evolutivo in cui l'algoritmo dell'evoluzione e il materiale genetico evolutivo sono istanziati digitalmente.
annasaraliberati

Analfabetismo digitale - 2 views

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    In questo interessante articolo viene affrontato il tema dell'analfabetismo digitale (o informatico), ossia l'incapacità di utilizzare, leggere, scrivere, reperire informazioni etc. su internet ed altre tecnologie digitali. Esistono varie ragioni per cui ancora oggi si assiste a questo fenomeno: dalle caratteristiche socio-demografiche alla tecnofobia (definita come paura o rifiuto irrazionale della tecnologia) fino alla difficoltà di "stare al passo" con la rapida evoluzione del mondo digitale stesso e la conseguente impossibilità di aggiornare le proprie competenze in merito. Esistono quindi analfabeti digitali "assoluti" e "relativi" e per capirne la tipologia e l'incidenza nel territorio sono stati messi a punto diversi indicatori per valutare la tipologia ed il grado di impedimento informatico di queste persone. I dati presentati nell'articolo risalgono al 2009, e pertanto non sono aggiornati, tuttavia stando all'ISTAT (fonte: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/rapporto-istat-litalia-e-indietro-sulle-competenze-digitali-ecco-che-fare/) ad oggi l'Italia risulta ancora molto indietro in materia di competenze digitali, con una media nazionale di analfabetismo digitale di ben il 58,4% (2019) distribuito equamente in tutte le Regioni. Si sottolinea dunque l'importanza e l'esigenza di una educazione ai media più incisiva, inclusiva ed accessibile.
rmaracchioni

Digital media consumption and fake news as a challenge to lifelong learning - 3 views

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    Nell'articolo di Susanne Shumacher e Barbara Gross si evidenzia come il pensiero critico e l'alfabetizzazione digitale siano competenze chiave nell'era dell'informazione, cruciali per combattere la disinformazione e promuovere un'educazione efficace e duratura. Nello specifico la ricerca pone un forte accento sull'importanza dell'alfabetizzazione digitale come parte integrante dell'apprendimento permanente (lifelong learning): è fondamentale ricordare che l'alfabetizzazione digitale dura per tutta la vita e non si esaurisce in un singolo periodo di formazione. Si parla infatti di un percorso di sviluppo continuo, necessario per affrontare le sfide poste dai cambiamenti rapidi della società e della cultura digitale, che coinvolge gli studenti ma anche e soprattutto gli insegnanti. Le autrici, Susanne Schumacher e Barbara Gross, sono ricercatrici attive nel campo dell'educazione mediale e dell'alfabetizzazione digitale presso l'università di Bolzano. Hanno collaborato in studi e pubblicazioni sul tema dell'educazione civica digitale, in particolare focalizzandosi su come affrontare la disinformazione e le fake news nel contesto educativo. Il loro lavoro si concentra sulla necessità di promuovere l'alfabetizzazione mediale e lo sviluppo di competenze critiche nei giovani, per prepararli a navigare in un ambiente digitale complesso e in continua evoluzione. Barbara Gross è nota per diversi studi sull'educazione multiculturale e il multilinguismo (https://www.tu-chemnitz.de/phil/ipp/jun_prof/professur/inhaber.html.en) e Susanne Shumacher per approfondimenti di natura pedagogica anche sulla formazione degli insegnanti (testo in tedesco ma facilmente traducibile con facili strumenti on line https://mediarep.org/server/api/core/bitstreams/da639d6f-f72f-455e-bf50-f0a536ec8ed8/content).
gcolombini

Tecnologia digitale: i rischi, più o meno noti, per la società odierna - 1 views

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    Questo articolo ci porta a capire che siamo ancora lontani dalla conoscenza delle conseguenze che le nuove tecnologie hanno sulla nostra società. Nell'immediato si può intuire che la tecnologia ha permesso un evoluzione della nostra società in termini di sviluppo, conoscenza, comunicazione, evoluzione; dall'altra si riscontra una crescente dipendenza dalle tecnologie. I vari studi riportati in questo articolo riguardano gli effetti dei media digitali su varie capacità funzionali delle persone (attenzione,dipendenza,lettura,ecc) ma da tutto questo si evince che non sono i media in quanto tali ad assere negativi ma rimandano alla responsabilità delle persone nell'utilizzo qualitativo degli stessi e della conseguente necessità di un educazione all'utilizzo dei media, ad iniziare dai più giovani.
valeee

Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

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    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
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    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
robertobrunelli

Tradizione e innovazione: anche i giochi da tavolo diventano digitali - 6 views

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    Il mondo digitale sta sempre più trasformando i nostri modi di vivere, di pensare e perchè no anche di giocare. Eravamo abituati a concepire i giochi da tavolo come un evento da effettuare tra le mura domestiche, intorno ad un tavolo, con un limitato numero di amici. Con questa evoluzione la platea si amplia, si ha la possibilità di giocare con persone sconosciute, l'unica priorità è che ci sia una connessione alla rete. Attraverso l'aiuto di App. e tecnologia si ricreano tabelloni virtuali anche animati trasformando il gioco in gioco digitale. Naturalmente l'articolo si rivolge a persone che si interessano di tecnologia ed elenca una lista dei vari giochi disponibili, ma rimane fiducioso che da questa spiegazione possano essere interessati anche nuovi partecipanti.
vesnabogdanovic

Lavorare nell'era digitale - 5 views

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    L'EPSC (European Political Strategy Center) pubblica alcuni dati per evidenziare l'urgente bisogno di promuovere le competenze digitali nei cittadini. L'articolo propone una serie di problemi e rischi in diversi settori e in diversi paesi che non hanno reagito tempestivamente a queste necessità. Le competenze digitali oggi sono le competenze di base. Non esiste più un lavoro che non le richiede e non esiste più una sfera settoriale di vita quotidiana capace di farne a meno. Tutto questo influenza anche l'economia di un paese che non riesce a rispondere alle richieste reali. In molti paesi si verifica la doppia crisi nel mercato del lavoro, da una parte ci sono le aziende che necessitano il personale con le competenze digitali e dall'altra ci sono i disoccupati laureati che non soddisfano queste richieste. Non c'è la sintonia tra la scuola tradizionale e il mondo del lavoro che è in continua evoluzione. Senza queste competenze il rischio di essere esclusi è alto e non riguarda solo il mondo del lavoro, ma anche quello sociale.
anonymous

La narrazione che diventa digitale -excursus teorico ed applicazioni educative - 8 views

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    La narrazione diventa una via privilegiata per integrare nella didattica le tecnologie digitali e aiutare gli studenti a sviluppare quelle competenze che li rendono consapevoli della cultura partecipativa che caratterizza l'età dei nuovi media e della comunicazione transmediale. Probabilmente non saremo attorno a un fuoco, ma ascolteremo ancora con emozione una storia che inizia con: "C'era una volta..."
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    È proprio vero che anche la lettura che abbiamo vissuto noi da bambini si è evoluta con il contesto, soprattutto l'avvento della comunicazione multimediale, ha cambiato il modo di narrare le storie. Ogni epoca segna un evoluzione, pur salvaguardando ciò che ha contraddistinto il passato, c'era una volta...manterrà anche nell'era del web, l'aspetto emozionale dell'era della narrazione con il libro. Grazie
danisusan

Media Duemila Quando il Robot è in cattedra: Bina48 da ideacity a West Point... - 3 views

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    Il social innovation più famoso del Canada Znaimer disse: "Mi trovo a cavallo del divario Analogico / Digitale perché mi piacciono i "vecchi" media, e credo che ci sono ancora molte cose creative da fare nel contesto. Ma nello stesso tempo, insieme alle molte collisioni anche personali che segnano ogni vita, mi ritrovo anche a vivere il dramma più grande legato all'incessante evoluzione della tecnologia. Con gli utopisti digitali che ho ammirato, sostenuto e presentato a Ideacity ho spesso predetto la morte delle cose che amo, a volte anche in modi non troppo gentili. Tutte le nuove invenzioni hanno conseguenze, non si può tornare indietro. Quindi che si fa? Come ci arriviamo, quanto c'è di utile in questi mondi in collisione?" Forse noi degli anni '70 siamo quella generazione di passaggio che ancora possiamo paragonare e valutare i vantaggi della galoppante tecnologia, leggendo questo articolo posso sicuramente apprezzare i vantaggi di una tale innovazione...ma nel contempo ricordare quanto era educativa e quanto mi hanno insegnato i professori "di carne vera"solo con uno sguardo...e Bina non lo può "ancora" fare! https://twitter.com/iBina48?lang=it
anonymous

La scuola ai tempi del coronavirus / Cultura / Home - Il Cittadino di Genova - 11 views

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    Il fenomeno della globalizzazione non conosce confini, interessa molti aspetti in grado di condizionare la vita delle persone. I processi di globalizzazione hanno prodotto conseguenze rilevanti sulla produzione, sull'occupazione, sui mercati finanziari, sulla modalità di comunicazione, sull'acquisizione di conoscenze, oggi scopriamo che la globalizzazione può favorire un processo di pandemia. Questa emergenza ha causato la sospensione di molte attività , limitato la libertà personale delle persone per cercare di contenere la diffusione del virus e ha causato la chiusura della scuola. Questa imprevista chiusura ha costretto le scuole ad attivare una didattica a distanza, al fine di tutelare la comunità didattica degli studenti. L'attività didattica a distanza si sviluppa con modalità e tempistiche diverse che non coincidono col tradizionale svolgimento dell'ora di lezione. Non è prevedibile di fatto quale potrà essere l'interazione con gli studenti. Forse la scuola fino ad oggi ha mostrato difficoltà ad adeguarsi alle trasformazioni della società, dei comportamenti, delle sfere cognitive e metacognitive dei giovani. Stiamo assistendo ad una evoluzione storica delle modalità di accesso alla conoscenza. Ora le ICT giocano un ruolo fondamentale, in poco meno di un mese il modello didattico tradizionale è stato trasformato. Questo aiuterà gli studenti italiani a un utilizzo più consapevole e critico delle tecnologie. Il cambiamento che sta coinvolgendo il sistema scuola ha delle conseguenze dirette anche su tutti gli elementi che lo costituiscono. Non è sufficiente essere nativi digitali per essere anche digitali consapevoli. Per avviare un percorso didattico è necessario famigliarizzare con l'ambiente digitale, l'insegnante deve riuscire a stimolare, far riflettere gli studenti attraverso la tecnologia. L'azione dell'insegnante deve partire dall'esperienza concreta degli adolescenti. E' d'obbligo, dunque, un'attenzione critica sull'argomento, vagliand
anonymous

Social privacy, educare ai tempi del web 3.0 - 3 views

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    Alberto Fornasari, professore ed esperto in comunicazione, ha proposto una riflessione sulla rapida evoluzione della nostra società globalizzata e cosmopolita con riferimento al concetto di privacy e alle sue modificazioni. Il Censis ha definito quella che stiamo vivendo l'era dell'esibizione del sè digitale, un'era in cui l'oversharing si è imposto come predominante a discapito di una sempre meno evidente riservatezza nei confronti della propria immagine e delle informazioni che diamo di noi in rete. Diminuisce il digital divide ma aumenta esponenzialmente il press-divide. Goleman ha parlato di analfabetismo emotivo: la mancanza di consapevolezza e controllo delle emozioni e dei comportamenti, specialmente di quelli altrui, che rende le relazioni interpersonali sempre più difficoltose e meno empatiche. Le relazioni sono sempre più mediate e sempre meno dirette, soprattutto per i nativi digitali che vivono in simbiosi con i propri dispositivi. Dunque i bisogni che i giovani cercano di soddisfare attraverso l'uso della rete sono quelli di sicurezza, autorealizzazione, associazione (Maslow) e questi, nel web 3.0, si esprimono attraverso autobiografismo e narcisismo (l'uso del selfie per veicolare una certa idea di sè). L'utilizzo dei media in misura massiccia crea una condizione abitudinaria che ci rende sempre meno consapevoli dei rischi presenti a livello di privacy: paradossalmente i dati che le aziende sono in grado di reperire sul nostro conto sono stati "pubblicati" da noi stessi in quello che possiamo identificare come self-disclosure. La creazione della figura del Garante per la tutela dei dati personali avvenuta in Italia rappresenta un importante passo in avanti, tuttavia rimane fondamentale avviare percorsi di educazione ai media che guidino al loro utilizzo e che coinvolgano i genitori, e soprattutto i docenti. La scuola si sta lentamente avvicinando al mondo dei media attraverso l'integrazione dei dispositivi tecnologici nell'a
petruzzistefano

Attraverso il Metaverso - 4 views

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    Attraverso il Metaverso è un articolo uscito su MIND nell'Aprile 2022: Un mondo migliore e pieno di possibilità. è la grande promessa della Big Tech, che piace anche ai Brand. Tutti ne parlano ma questa evoluzione del Web è appena iniziata. E' possiamo solo immaginare dove ci porterà: articolo di Francesco Cardinali. Sono in molti a pensare che la fase che stiamo vivendo potrebbe essere l' inizio della terza incarnazione di Internet ossia il cosiddetto Web 3.0 La corsa al Metaverso ha fatto esplodere il mercato degli NFT (Non Fungible Token) con un numero di transazioni enorme, anche a prezzi incredibili. La creazione del Metaverso è una creazione di Universi Paralleli tra questo mondo (OFF-LINE) e il prossimo (ON-LINE), ma potrebbe rappresentare anche un futuro mondo integrato detto (ON-LIFE). Il processo di fusione fra vita fisica e digitale che qualcuno ha chiamato Metaverso ci sarà, ma forse in una visione meno spettacolare di quella raccontata da Zucherberg.
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