Skip to main content

Home/ Groups/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno
Enza Avino

Think You're Good at Multitasking? Take this Test. - 5 views

  •  
    Think you're a good multitasker? Know someone who thinks they are? Here's your chance to put your skills to this test! In this video, I walk you through the multitasking exercise I share in my live keynote speeches and workshops.
Giovanni Finizio

Linguaggio e pensiero: spazio, tempo e lingue - 5 views

  •  
    Vi propongo un interessante articolo (pubblicato su "Le Scienze" nel 2011) di Lera Boroditsky, professore associato di psicologia cognitiva alla Stanford University, sull'influenza che le lingue hanno sulla nostra percezione del mondo. In particolare, il passo che ritengo più utile è quello in cui si dimostra come le persone pensino in modo differente sia il concetto di spazio (non in tutte le lingue esitono termini spaziali relativi che indichino, ad esempio, le direzioni destra e sinistra, ma in alcune lingue potrebbero esserci dei riferimenti spaziali legati a punti cardinali assoluti: nord, sud, est, ovest), sia il concetto di tempo (le rappresentazioni del tempo variano moltissimo nelle diverse aree del mondo, ed in particolare è la direzione della scrittura che influenza l'organizzazione del tempo). Inoltre, persone di lingua diversa differiscono anche nel modo di descrivere e ricordare gli eventi.
  •  
    Molto interessante. C'è anche un video in cui lei parla esattamente di questo argomento: http://fora.tv/2010/10/26/Lera_Boroditsky_How_Language_Shapes_Thought Volevo aggiungere che Tomatis, un foniatra francese che ha fatto molti studi sul canto, ha detto che il tipo di canto che si è sviluppato nelle diverse culture è dato dalla lingua parlata in quei paesi. Per esempio, secondo lui il canto lirico non poteva che nascere in Italia, dove il modo di parlare avrebbe naturalmente portato ad una forma di canto "legato", tipico appunto dell'emissione lirica. Mentre la pronuncia tedesca o inglese ha portato ad un canto più sillabico, tipico delle cantate bachiane, ad esempio, o degli oratori di Handel. Chissà, sarebbe interessante capire anche la vocalità cinese africana, proprio in relazione alla lingua parlata. Comunque, tutti questi studi sono estremamente interessanti perchè relativizzano ogni verità. Utili per il rispetto e la comprensione di civiltà diverse, oltre che per la comprensione del funzionamento del nostro cervello. Mi chiedo, ad esempio, perchè io, se "penso visivamente" ai numeri, li vedo in una scala che va da in basso a destra a in alto a sinistra!? Eppure sono italiana, formatami qui e quindi con una lettura da sinistra a destra. Ho pensato che, forse, il mio maestro delle elementari mi ha spiegato i numeri in questo modo, perchè in effetti il valore dell'1 aumenta, quanto più è a sinistra di una serie di zeri: 1 10 100 1000 10000. Quindi la mia visione è crescente verso sinistra. Forse ce li faceva disegnare? Non ricordo, ma sarebbe interessante scoprirlo.
Aldo Morena

http://www.psicotecnologie.it/percorsi/neuropsicologia/news/68-seriuos-games-video-dope... - 6 views

con questa interessante intervista del 1998 Derrick De Kerckhove ci fa capire cosa sono le psicotecnologie e in particolare mette in risalto che Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendon...

psicotecnologie

started by Aldo Morena on 12 Jun 12 no follow-up yet
fabio montani

web semantico - 5 views

  •  
    Un articlo molto tecnico sul Web semantico all'interno del quale ci sono comunque alcunicontributi utili.
fabio montani

verso il web semantico - 5 views

  •  
    Il web semantico come rete di dati organizzati secondo associazioni di significati. Si tratta dell'evoluzione del web volta a superare i limiti delle attuali tecnologie ossia il collegamento tra le informazioni disponibili e un motore di ricerca a cui comunicare cosa stiamo cercando. Ua tecnologia in grado di riconoscere il contesto e il significato dei contenuti delle pagine web. Il web visto come un assistente in carne ed ossa a cui comunicare le nostre aspettative, capace di comprenderci e di accontetarci. Si parla di "agenti", software in grado di comprendere gli esseri umani, di amministrare operazioni ripetitive e dispendiose in termini di tempo, i computer quindi come cervelli artificiali condivisi. Le critiche che vengono rivolte riguardano la possibilità che tutto questo sostituisca gli esseri umani o che contribuiscano ad una rarefazione delle relazioni e degli incontri. Io condivido pienamente il fiale proposto nell'articolo.
  • ...1 more comment...
  •  
    grazie, articolo interessante che mi ha spinto ad approfondire un po' la questione...credo che l' idea del web semantico sia da un lato affascinante e dall'altro inquietante! affascinante perchè il tentativo è, procedendo per incertezze successive, di governare tali incertezze con intelligenze artificiali in grado di scoprire i collegamenti (non semplicemente testuali) tra le pagine web, in modo intelligente! inquietante perchè mi chiedo se davvero vogliamo che tali intelligenze riescano a simulare ciò che oggi è tipico di un comportamento umano, che abbiano anche loro ( ammesso che noi lo si abbia!..) buon senso....
  •  
    In parole povere il Web Semantico è ciò che consentirebbe ai computer di comprendere il significato reale e cioè semantico, delle singole richieste dell'utente.
  •  
    Sicuramente i motori di ricerca, negli anni passati, hanno contribuito alla diffusione di internet senza, oggi, la rete sarebbe una "babele" di informazioni e contenuti senza la possibilità di poterle selezionare e reperire in modo organico. Con i motori di ricerca è stato possibile portare un po' d'ordine e far uscire fuori le grandi risorse e potenzialità di internet. Oggi tutto questo non basta più, tante volte la nostra ricerca riporta risultati inutili, tanto che non sempre riusciamo a trovare quello che veramente stiamo cercando. La soluzione al nostro problema è il "web semantico", che permette di indirizzare in modo molto selettivo "semanticamente" la nostra ricerca. Certo immaginare di ottenere come risultato un lungo ipertesto che rappresenta tutto quello che "avresti voluto sapere" sembra effettivamente utopistico. E' pur vero che la rete si sviluppa in modo esponenziale, per questo c'è bisogno di pensare a una organizzazione più "umana" che permetta di rintracciare, catalogare e indicizzare quanto passa dalla rete, questo potrebbe permetttere un notevole risparmio di tempo.
Gianluca Campanile

Un paradigma per una comunità dedita alla conoscenza: lo sciame - 3 views

  •  
    Anzichè considerare la cognizione come un fenomeno isolato che si produce all'interno della testa, bisognerebbe vederla come un fenomeno distribuito, che supera i limiti della singola persona per comprendere il suo ambiente, i suoi strumenti, le sue interazioni sociali e le sue culture. L'educazione deve esser centrata sugli studenti che possono fare scelte molto più grandi sulla rete: apprendimento senza fili e in linea, auto-direzione, formazione permanente, connettività.
Graziella Fiorini

L'intelligenza - 4 views

  •  
    Una definizione unica e oggettiva di intelligenza non è certo facile. Non a caso i test per la misurazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo) sono stati fortemente ridimensionati dalla semplice considerazione che è possibile definire diversi tipi di intelligenza.
  • ...1 more comment...
  •  
    Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo. Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa. L'intelligenza è anche implicata nello stabilire nuovi nessi o rapporti tra due o più elementi, come pure nel rilevare contrasti o relazioni problematiche tra essi. Tali operazioni non sono strettamente limitate al momento presente o a un passato più o meno lontano, ma possono riguardare anche situazioni che non si sono ancora realizzate e perfino situazioni ipotetiche che potrebbero non verificarsi mai. L'elemento novità sembra essere comunque un requisito comune affinché si possa parlare di un effettivo utilizzo di facoltà intelligenti. Infatti, la semplice applicazione di regole o algoritmi per portare meccanicamente a termine compiti o per risolvere problemi già affrontati con successo in passato non si considera, in genere, un'attività intelligente. Questo aspetto costituisce una distinzione fondamentale da far valere nei confronti di coloro che ritengono le doti intellettive umane interamente riducibili a operazioni computazionali. La cosiddetta Intelligenza Artificiale si propone di emulare le capacità del nostro cervello (quindi anche l'intelligenza) mediante la semplice esecuzione di operazioni sulla base di procedure e regole per la manipolazione di simboli. Essendo esse predefinite, ossia fornite prima che l'elaboratore elettronico svolga il compito assegnato, non possono avere nulla di realmente innovativo. Forse l'aspetto distintivo dell'intelligenza umana rispetto alle capacità di calcolo dei computer st
  •  
    Questo contributo mi sembra che rispetto ai contenuti del corso non sia adeguato nel senso che non parla del concetto di mente-elaboratore, il nuovo connubio che porta la nostra mente all'esterno del nostro corpo e connettendola con il computer la amplia di tutte quelle potenzialità da esso derivanti: c'è una nuova forma di intelligenza, interattiva e potenzialmente illimitata. Inoltre è corretto nei contenuti proposti a proposito delle considerazioni iniziali sulle variee definizioni di intelligenza del passato. Il testo si interrompe, lasciando intendere la riflessione finale che sottolinea la diversità tra mente e CPU del computer, ma a mio avviso non si deve parlare tanto di differenza ma piuttosto di intelligenza potenzialmente illimitata, derivante dall'interazione tra uomo e computer.
  •  
    Il tema del Q.I. è ormai superato da tempo. Almeno da quando lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi di intelligenza. Voglio citarne solo una che ci riguarda più da vicino, l'intelligenza interpersonale che relativa alla capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Questo tipo di intelligenza a mio parere riguarda non solo i singoli ma anche le collettività. Con i sistemi complessi basati sulla fiducia e il rischio, sempre più fondamentale diventa questo tipo di intelligenza inviestigata da Pierre Levy in questa bella conferenza sul dibattito intelligenza collettiva e intelligenza connettiva nell'impresa e nell'insegnamento. http://www.youtube.com/watch?v=0yl9Fjf1_OE
Elena Giannini

La filosofia dei bambini - Un'esperienza di formazione - 3 views

  •  
    Carla Pagano, tirocinante in formazione primaria dell' Università di Salerno , ha realizzato un progetto dal titolo: "Metacognizione e apprendimento cooperativo nel laboratorio dialogico"
  •  
    Un esempio concreto di apprendimento collaborativo studiato in funzione del contesto e dei soggetti. L'utilizzo di strumenti esterni evidenzia il ruolo della cognizione distribuita. Evidenzia la molteplicità delle tecniche educative, la cui scelta è strettamente correlata all'obiettivo, al contesto e ai soggetti target.
  •  
    molto bello filosofia per bambini! Anche se però, da mamma, mi chiedo: non è che i bambini hanno agenda troppo piena? Vedo tanti amichetti più grandi del mio bimbo oppure anche di stessa età, che spesso corrono da un corso all'altro, ogni giorno hanno tanti impegni già da piccoli, devono imparare tante cose e in fretta, fare sport, inglese, corsi, doposcuola, adesso anche filosofia...insomma manca poco che a 3 anni li iscriviamo direttamente all'università ;)! A volte mi sembra non hanno più tempèo per giocare!
Elena Giannini

What is media education? - 3 views

  •  
    A 4 minute video from media educators across Europe. What is media education?
  •  
    Diverse definizioni del concetto di "media education", che sottolineano l'importanza del suo ruolo nel promuovere nei ragazzi la capacità di leggere, comunicare, comprendere e rielaborare in modo critico i messaggi provenienti dal mondo mediatico, al fine di imparare a convivere con i media e a usarli in modo adeguato
  •  
    Nella realtà italiana la media education è portata avanti da un movimento riconducibile a Roberto Giannatelli, un salesiano che ha creato il MED ( ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L' EDUCAZIONE AI MEDIA E ALLA COMUNICAZIONE) e con grande sorpresa, ieri su second life, ho scoperto che anche il nostro tutor è un coordinatore. Come definizione media education è quel particolare ambito delle scienze dell' educazione e del lavoro educativo che consiste nel produrre riflessioni e strategie operative in ordine ai media, intesi come risorsa integrale per l' intervento formativo. Vi è l' idea di ricorrere ai media come alleati naturali per parlare del presente, per portare la comunicazione all' interno del processo formatio, sia nel senso di far diventare le tecnologie dei temi su cui il curriculum della scuola si interroga e si interpella e sia ancche come metodo attivo in grado di modernizzare le funzioni dell' insegnamento e lo stesso linguaggio dei docenti della scuola.
valeria de luca

UNA IPOTESI DI RICERCA MOLTO EVOCATIVA SU RAPPORTO TRA DNA E PENSIERO, FATTA DA DUE RIC... - 4 views

DNA E Pensiero Affascinante ipotesi dalla Russia, sul ruolo del DNA in generale, che si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alla tradizione dei "maestri spirituali", secondo cui il n...

started by valeria de luca on 09 Mar 12 no follow-up yet
adelaide nucera

LA TEORIA ENATTIVA DELLA COGNIZIONE - 3 views

  •  
    L'articolo scritto da Giovanna Pagano parla dell'applicazione della teoria enattiva della cognizione nella spiegazione della conoscenza umana dei mondi virtuali, secondo Francisco Varela è la nostra corporeità che ci permette di relazionarci in mondi diversi...
Sara Bertola

Il multitasking ci rende più stupidi e meno concentrati? - 4 views

  •  
    oggi è possibile eseguire più cose contemporaneamente? quali sono i suoi effetti?
  • ...2 more comments...
  •  
    La nostra mente è già una mente multitasking . L'attenzione è un processo cognitivo, cioè un insieme di elementi che portano alla conoscenza, che seleziona un'informazione e focalizza su essa tutti i meccanismi di elaborazione. In questo caso si parla di attenzione selettiva, dove un sistema di filtri dà priorità a informazioni (stimoli esterni) rilevanti. La nostra mente è però cognitivamente predisposta a eseguire simultaneamente compiti diversi. Hist e Kalmar definiscono questa peculiarietà in termini di attenzione divisa. Dagli studi condotti si è osservato che l'attenzione simultanea su due attività diverse porta a un minor numero di errori nelle prove sul setting, rispetto a due compiti con le stesse caratteristiche.
  •  
    Miller fa pensare al Multitasking con il suo 7 + o - 2, ma in realtà se 2 stimoli vengono presentati in tempi ravvicinati si ha l'effetto di Attentional Blinking, come quando si guida e si risponde al cellulare, nel momento della risposta la guida è come quella di un ubriaco, per cui è vero che siamo Multitasking ma è anche vero che quando applichiamo questo effetto la somma delle 3 azione non è uguale a 3 , ma ognuno cede qualcosa a livello di attenzione
  •  
    Il multi-tasking è la prestazione di un individuo che "in apparenza" riesce a gestire più di un compito contemporaneamente. Richiede rapidità, reattività e intuizione, tre forme di intelligenza "turbo". Sempre più spesso ci si divide tra diverse attività simultanee: mail, sms, telefono, computer. Il multitasking ha i suoi pro e contro. Spesso permette di essere più rapidi, ma meno concentrati. A scapito della qualità. potrebbe essere dannoso per la concentrazione e condurre ad un netto peggioramento della qualità con cui portiamo a termine i nostri compiti. Il multitasking è soprattutto incentivato dagli apparecchi tecnologici e all'abitudine di lavorare allo stesso tempo su vari fronti, sempre tenendo aperte diverse finestre ed elaborando in parallelo varie informazioni (proprio come accade con le finestre del computer). Sviluppare la capacità di avere un'attenzione ampia e divisa su più fronti, in sostanza, limita la capacità di affinare l'attenzione di tipo selettivo. Un recente studio del British Institute of Psychiatry ha dimostrato come leggere le mail mentre si è nel mezzo di un'altra attività riduce in quel momento il quoziente intellettivo di circa 10 punti. "Come se non avessi dormito per 36 ore, un impatto doppio rispetto al fumare marijuana". Il Multitasking può farti impazzire, rendendo tutto più caotico di quanto in realtà effettivamente sia. Ma credo comunque che con un adeguato "apprendimento" al multi-tasking si possa allenare la mente ad essere veloce reattiva e scattante al punto da poter garantire anche qualità oltre che velocità.
  •  
    attualemente sapiamo tutto di tutto, ma senz'alcuna eperienza, è stato approvato che siammo alla conoscenza del miglior dentifricio, sappiamo che tempo fa a Nebrasca ma siamo privi di esperienze, sembra che tutto diventa più superficiale. C'è un libro: ''Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, esso ci invita a riflettere su come l'uso distratto di innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere la capacità di concentrazione e ragionamento.
Elio Cimmaruta

Alla ricerca dell'intelligenza connettiva - 5 views

  •  
    …Il poeta è il primo scienziato, colui che si occupa del software che utilizza l'uomo: il linguaggio. Nell'epoca dell'elettronica il poeta è colui che scrive il software il nuovo linguaggio. La nuova poesia è quella del software; Linus Thorvald è il grande poeta dell'oggi; Linux è una forma d'arte, è una poesia moderna. Accanto a questa nuova idea di poesia sopravvive tutto un mondo di nomi e di "modi di dire". Diventa valore un semplice nome, ho visto nomi di domini quotati ben due milioni di dollari…
  •  
    propongo la lettura della trascrizione di questo interessante e chiarificatore intervento di De Kerckhove al Convegno internazionale "Professione giornalista: nuovi media, nuove informazioni". Si tratta di una relazione sulle sue ricerche sull'intelligenza connettiva.
  •  
    Per De Kerckhove se l'intelligenza collettiva è il quadro di riferimento del pensiero umano, del pensare dell'umanità, l'intelligenza connettiva ne è la parte "in movimento", il lato che si attiva per la risoluzione pratica, "sperimentale", di un problema specifico. Essa si affida alla "moltiplicazione" delle intelligenze, favorita dalla connessione, piuttosto che alla loro somma, situata nel "collettivo". De Kerckhove insiste cioè sul carattere aperto del concetto di intelligenza connettiva rispetto all'immagine di "contenitore chiuso" a cui rimanderebbe l'intelligenza collettiva Il suo tentativo non è tuttavia quello di "staccare" la propria ricerca dal campo dell'intelligenza collettiva, ma quello di delimitare al suo interno un settore di indagine e di sperimentazione per così dire "applicativo".
PAOLA CACCHIONE

A collaborative learning experience - 3 views

  •  
    Il testo illustra l'esperienza di un gruppo di insegnanti, ricercatori e programmatori volta a sviluppare uno strumento Web-based di apprendimento per gli insegnanti, per consentire loro di partecipare alle attività di apprendimento collaborativo. L'esperienza di apprendimento collaborativo ha permesso loro di cercare le risposte per sé e per valutare la propria competenza, con conseguente valorizzazione delle conoscenze, abilità e attitudine.
rosa maria tafuri

UNA PANORAMICA DEI SISTEMI COGNITIVI ARTIFICIALI - 3 views

  •  
    La nostra indagine sui sistemi artificiali si propone di illustrare i vari approcci al problema, partendo da considerazioni generali sulla possibilità dello sviluppo autonomo di certe capacità cognitive, spaziando dal paradigma cognitivista a quelli cosiddetti emergenti
PAOLA CACCHIONE

HyQ, il robot quattrozampe nato in Italia - - 3 views

  •  
    l'articolo descrive l'invenzione del robot a quattro zampe realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia,
  •  
    Molto interessante, ma non capisco la necessità di avere animali di compagnia robotici. In generale sarebbe molto più utile concentrarsi su robot con fattezze umane che potrebbero avere maggiori finalità (es. disinnesco di ordigni, aiuto domestico a casa, ecc..). Cmq credo che l'automazione in generale sia un altro tentativo dell'uomo di rendere reali e concreti i prodotti della propria mente, ancora una volta la tecnologia espande la nostra mente facendola superare i confini personali.
Giovanni Acunzo

Intelligenza collettiva ed evoluzione umana - 3 views

  •  
    I questa pagina web troviamo una discussione sull'intelligenza collettiva, che parte dal pensiero di P. Levy che in qualche modo ricalcano le concezioni di McLuhan, in particolar modo qunado ci riferiamo "all'espansione della coscienza" degli esseri umani, grazie alle nuove tecnologie.
Giovanni Acunzo

Ipertesti e pratica educativa - 3 views

  •  
    Questo è un saggio del 1993 critica un certo approccio all'uso degli ipertesti in ambito educativo. Oggi é decisamente datato, ma può, forse, avere ancora qualche interesse metodologico e ci ofre, in parte, un profilo storico dell'argomento.
« First ‹ Previous 61 - 80 Next › Last »
Showing 20 items per page